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Maestra licenziata per video intimo: condannata la direttrice

La direttrice e la mamma di una alunna della scuola in cui lavorava la maestra poi licenziata per la vicenda del video hard che la ritraeva, diffuso dall’ex fidanzato di lei ai compagni di calcetto, sono state condannate dal tribunale di Torino 

La giovane maestra era stata costretta al licenziamento da parte della direttrice dell’asilo privato che temeva che il nome dell’istituto venisse infangato a causa della vicenda scabrosa.

La direttrice dell’asilo, risponde dell’accusa di violenza privata e di diffamazione, ed è stata condannata a un anno e un mese. È stata così riconosciuta la violazione della sfera privata della maestra, messa alla gogna pubblica, vera vittima della vicenda. La giovane donna ha dichiarato di non sentirsi risarcita ma di rivolere il suo lavoro.

Appendino, Fassino, Cirio e Chiamparino indagati per “smog”

I sindaci- quella attuale – Chiara Appendino e Piero Fassino, i presidenti del Piemonte Alberto Cirio e Sergio Chiamparino, gli assessori all’ambiente, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia, Enzo Lavolta, Alberto Valmaggia e Matteo Marnati sono indagati dalla Procura di Torino.

L’ipotesi è che non abbiano  adottato sufficienti misure per combattere l’inquinamento da smog che vede da anni Torino peggiore città  in Italia.

Nove in tutti gli avvisi di garanzia  notificati oggi dal pm Gianfranco Colace e dall’aggiunto Vincenzo Pacileo che indagano sulla salute dei cittadini.

Varianti Covid, possibili zone rosse in Piemonte in caso di focolai

In caso di necessità la Regione sta ipotizzando di istituire  zone rosse circoscritte se dovessero verificarsi  focolai delle varianti Covid.

 

E’ quanto ha comunicato  l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, durante un’informativa al Consiglio regionale sulla situazione dei contagi da Covid a Torino e nella regione.

La giunta sta infatti scrivendo  una delibera contenente gli aspetti organizzativi contro la diffusione delle varianti.

Nel frattempo Università e istituto Zooprofilattico stanno svolgendo le  tipizzazioni del virus,  impiegando  test per individuare le varianti.

«Stiamo procedendo su tutti i fronti per agire con la massima tempestività nell’individuazione e nel contenimento delle nuove varianti del virus – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -; la Regione Piemonte è dotata di strumenti operativi adeguatamente specializzati che consentono di mantenere alta l’attenzione sull’evoluzione della pandemia, in collaborazione con le autorità sanitarie nazionali. Stiamo facendo una corsa contro il tempo, prioritariamente abbiamo l’assoluta necessità di essere messi nelle condizioni di completare la vaccinazione il più presto possibile per limitare la circolazione e la conseguente mutazione del virus».

«Sul fronte delle varianti – continua l’assessore Icardi -, abbiamo allo studio un provvedimento specifico per dare valore giuridico allo strumento statistico e epidemiologico che già utilizziamo per identificare in modo tempestivo, sulla base di alcuni indicatori (densità di popolazione, over 60, incidenza dei contagi…) le aree del territorio piemontese a maggior rischio di diffusione covid19, con il quale abbiamo reso più efficaci il sistema di contact tracing e di effettuazione dei tamponi. Alla luce delle nuove indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità, in caso di riscontro di focolai causati da una delle varianti, si tratterà ora di definire attraverso lo stesso strumento la distribuzione territoriale del focolaio e di individuare eventuali restrizioni da adottare (zone rosse). Un’azione sulla quale stiamo confrontandoci con sindaci e prefetti piemontesi, in accordo con il Governo per l’erogazione dei conseguenti ristori».

 

Covid, il bollettino di giovedì 18 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 501 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 115 dopo test antigenico), pari al 3,5% dei 14.438tamponi eseguiti, di cui 8.647 antigenici. Dei 501 nuovi casi, gli asintomatici sono195(38,9 %).

I casi sono così ripartiti: 79 screening, 279 contatti di caso, 143 con indagine in corso; per ambito: 13 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 54 scolastico, 434 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 240.103così suddivisi su base provinciale: 21.290 Alessandria, 12.432 Asti, 8.202 Biella, 32.578 Cuneo, 18.714 Novara, 126.246 Torino, 8.847 Vercelli, 8.720 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.196 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.878 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 128 (10rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.866(9rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.995 .

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.800.753(+ 14.438rispetto a ieri), di cui 1.103.336risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.220

Sono 16i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui2dioggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.220deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.397 Alessandria, 591 Asti, 376 Biella, 1.097 Cuneo, 763 Novara, 4.195 Torino, 414 Vercelli, 302 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

218.248 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 218.894(+ 646 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.106 Alessandria, 11.284 Asti,7.505Biella, 30.344 Cuneo, 17.145 Novara, 114.617 Torino, 8.083 Vercelli, 7.970 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.104 extraregione e 1.736 in fase di definizione.

Metropolitana (quasi) verso la riapertura. Affollamento sulle navette sostitutive

Sono in corso gli accertamenti tecnici sulla linea 1 della metropolitana torinese che ieri hanno permesso  di individuare il problema meccanico che ha interrotto i treni da Porta Nuova a Bernini.

Si tratta di un guasto alle ‘barre stabilizzatrici’, le guide attraverso cui ai motori elettrici dei convoglio giunge l’alimentazione. I tecnici hanno individuato con precisione la zona dove intervenire e i lavori comporteranno alcune modifiche al servizio ancora per oggi. Numerosi i bus navetta sostitutivi, anche se si è verificato affollamento  sui mezzi.

Mascherine con false certificazioni scoperte dalla Guardia di Finanza

Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Torino ha denunciato 1 soggetto e oscurato 4 siti internet, effettuando varie perquisizioni, nell’ambito dell’operazione “CERTAME” a contrasto dell’indebito utilizzo del marchio “CE” su dispositivi di protezione individuale.

Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Francesca Traverso, della locale Procura della Repubblica, sono state condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino, unitamente a 2 Reparti Speciali della Guardia di Finanza con sede a Roma: il Nucleo Speciale Beni e Servizi e il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche.

Le investigazioni hanno consentito di individuare un soggetto torinese, che si presentava anche con diversi nomi, il quale sfruttando lo stato emergenziale causato dell’epidemia da coronavirus, per il tramite della propria ditta individuale si proponeva come interlocutore in grado di rilasciare la certificazione di conformità “CE” necessaria alle aziende per commercializzare le mascherine facciali classificabili come dispositivi di protezione individuale o dispositivi medici.

L’indagato, al fine di accrescere la propria credibilità sul mercato e di promuovere la propria truffaldina attività presso le aziende interessate alla produzione/importazione delle mascherine, aveva anche creato una serie di siti Internet nei quali millantava le proprie capacità professionali e tecniche nel campo della certificazione di conformità delle mascherine facciali, conquistando la buona fede di diverse aziende nazionali che si sono affidate allo stesso per ottenere la certificazione di conformità necessaria per la marcatura “CE” del prodotto, indispensabile per la successiva commercializzazione.

Il titolare della ditta è stato denunciato per i reati di contraffazione marchi, frode in commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, truffa e sostituzione di persona.

L’Autorità giudiziaria ha inoltre disposto l’oscuramento di 4 siti Internet, attraverso i quali il soggetto denunciato operava: www.iicq.itwww.repertorio.euwww.fioda.orgwww.accreditamentoveritas.org.

Gli operatori nazionali con funzione certificatoria riconosciuti in Italia, al pari di quelli accreditati dai rispettivi enti dei vari Paesi europei, sono consultabili nella banca dati dell’Unione europea denominata “NANDO” (https://ec.europa.eu/growth/tools-databases/nando/), cui l’utenza può liberamente accedere per verificare il numero di identificazione dell’amministrazione autorizzata all’emissione del certificato “CE”.

L’indagine si inserisce nel quadro delle attività condotte dalla Guardia di Finanza a contrasto delle pratiche illegali pregiudizievoli per il tessuto economico sano e risponde all’esigenza di aggredire prontamente, anche nel contesto dell’attuale situazione pandemica da COVID-19, ogni forma di criminalità a danno delle imprese oneste e dei consumatori, inibendo ogni forma di possibile arricchimento illecito connesso allo sfruttamento della particolare contingenza di modo da assicurare legalità al mercato.

Lavoro, il Covid ha interrotto più di 15 mila tirocini

In Piemonte oltre 15mila tirocini sono stati sospesi o interrotti, tra marzo e maggio, causa Coronavirus. E migliaia di stagisti hanno sofferto le conseguenze di queste sospensioni e interruzioni, perdendo la loro fonte di reddito – l’indennità mensile – insieme alla possibilità di proseguire il proprio percorso formativo. Un gruppo di ragazzi, riuniti nel gruppo “Stagisti in sospeso”, sono stati auditi dalla Terza commissione regionale, presieduta da Claudio Leone.

Prima della pandemia in Piemonte, gli stagisti erano circa 33mila, la metà dei quali ha poi visto l’interruzione del rapporto.

“La possibilità di lavorare in ‘smart- internshipping’ non è stata resa operativa al momento in nessuno dei nostri casi e per alcuni di noi non sarebbe comunque applicabile. Oggi siamo a casa in attesa di poter riprendere i tirocini presso le aziende. Contestualmente alla sospensione del nostro tirocinio, come previsto dalla normativa, anche le indennità sono state sospese. Desideriamo, più di ogni altra cosa, di poter tornare a dare un contributo in presenza o in modalità smart” ha spiegato Chiara Collarà.

“È importante chiarire le tempistiche di ripresa dei tirocini, comunicando con chiarezza quando gli stessi, sia curricolari sia extracurricolari, sospesi causa Coronavirus, potranno riprendere e a quali condizioni” ha sottolineato Edoardo Morana.

I due auditi hanno poi espressamente richiesto un sostegno economico da parte della Regione Piemonte agli stagisti che si sono visti interrompere o sospendere il tirocinio causa Coronavirus e per i quali non è stato possibile proseguire da casa. La maggior parte dei tirocini e relativi rimborsi è stata sospesa a marzo, la proposta è che il sussidio, un bonus di 800 euro una tantum, debba essere garantito per tutti coloro che stessero svolgendo un tirocinio con indennità di durata superiore alle 160 ore (un mese), indipendentemente dalla natura curricolare o extracurricolare del tirocinio. Su questo punto, sono state citate le iniziative già intraprese in merito da altre regioni quali Emilia Romagna, Toscana e Lazio.

Per chiedere delucidazioni sono intervenuti i consiglieri Monica Canalis Alberto Avetta (Pd), Marco Grimaldi (Luv) e Valter Marin (Lega).

Il bollettino Covid di mercoledì 17 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 959 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 120 dopo test antigenico), pari al 4,3% dei 22.151 tamponi eseguiti, di cui 14.838 antigenici. Dei 959 nuovi casi, gli asintomatici sono 338 (35,2 %).

I casi sono così ripartiti: 150 screening, 533 contatti di caso, 276 con indagine in corso; per ambito: 24 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 100 scolastico, 835 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 239.602 così suddivisi su base provinciale: 21.210 Alessandria, 12.416 Asti, 8.199 Biella, 32.489 Cuneo, 18.705 Novara, 125.976 Torino, 8.815 Vercelli, 8.719 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.194 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.879 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 138 ( – 3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.875 (- 25 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.137

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.786315 (+ 22.151 rispetto a ieri), di cui 1.100.276 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.204

Sono 22 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.204 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.394 Alessandria, 591 Asti, 376 Biella, 1.095 Cuneo, 761 Novara, 4.189 Torino, 414 Vercelli, 300 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 84 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

218.248 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 218.248 (+996 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.023 Alessandria, 11.245 Asti,7.504 Biella, 30.254 Cuneo, 17.123 Novara, 114262 Torino, 8.050 Vercelli, 7.956 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.099 extraregione e 1.732 in fase di definizione.

Robot chirurgico asporta tumore su paziente sveglia. Alle Molinette, primo caso al mondo

Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia, presso l’ospedale Molinette di Torino
Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una
paziente sveglia, presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di
Torino.
Una donna di 62 anni da tempo si portava dentro un dramma che sembrava non lasciarle via
d’uscita: dopo aver sconfitto molti anni prima un brutto tumore grazie all’asportazione di un
polmone, ora si trovava a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non
poteva essere asportata. Il rischio operatorio era troppo elevato a causa dei suoi problemi respiratori.
“Ero già stata visitata in diversi centri di eccellenza italiani, dove mi avevano detto che l’unica
terapia era l’asportazione della massa”, afferma la signora, “ma gli anestesisti mi prospettavano un
rischio dell’80% di non risvegliarmi dall’intervento”. Presa dalla disperazione, la paziente si rivolge
all’ospedale Molinette di Torino. Nel frattempo la massa renale era cresciuta in modo significativo
negli ultimi mesi superando i 5 cm ed era molto profonda. L’intervento rivestiva ora un carattere di
urgenza sia per il rischio di diffusione del tumore sia per l’impossibilità ad asportare solo la massa
salvando il rene se fosse cresciuto ancora.
Quando esaminai la documentazione, dissi subito alla paziente che il caso era oltremodo
complesso poiché la chirurgia robotica, l’unica tecnologia che ci avrebbe permesso di asportare un
tumore di quelle dimensioni in modo mini-invasivo salvando il rene, non era mai stata utilizzata in
un paziente sveglio e pertanto non ero in grado di garantire la fattibilità dell’intervento”, dichiara il
Professor Paolo Gontero (Direttore della Urologia universitaria dell’ospedale Molinette). “La scelta
del sistema robotico Da Vinci era obbligata poiché non ritenevo sicuro dal punto di vista oncologico
adottare la tecnica laparoscopica pura per il rischio di “diffondere” il tumore, trattandosi di una
“massa a contenuto liquido” in una paziente che rischiava di muoversi durante l’intervento. Per
contro, la chirurgia “tradizionale” a cielo aperto esponeva ad un rischio troppo alto di complicanze”.
L’intervento è stato pianificato grazie all’attività di coordinamento effettuata dal dottor Roberto
Balagna (Direttore dell’Anestesia Rianimazione ospedaliera dell’ospedale Molinette) e dal professor
Luca Brazzi (Direttore dell’Anestesia Rianimazione universitaria Molinette). Il problema cruciale
dell’intervento era riuscire ad ottenere un livello di anestesia periferica ottimale in modo che il
paziente non solo non avverta dolore ma resti sveglio ed immobile durante tutto l’intervento. In
caso contrario, i bracci di lavoro rigidi del sistema Da Vinci non avrebbero potuto operare in
sicurezza. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi avrebbe implicato pertanto la necessità di
ricorrere ad una anestesia generale dalla quale la paziente avrebbe potuto non più risvegliarsi.
Quando è entrata in sala operatoria erano ad attenderla gli anestesisti dottor Fabio Gobbi
(dell’équipe di Balagna) e dottoressa Paola Rampa (dell’équipe di Brazzi). Il dottor Gobbi, con una
tecnica innovativa, ha praticato un “blocco anestetico spinale toracico continuo”, rendendo così la
paziente “insensibile” nella zona del rene. L’intervento chirurgico è stato condotto dal Professor
Paolo Gontero (coadiuvato dai dottori Marco Oderda e Giorgio Calleris), mediante l’utilizzo di una
tecnica retroperitoneoscopica con il robot Da Vinci Xi e l’utilizzo di 4 bracci operativi. La paziente,
vigile, ha potuto seguire le varie fasi dell’intervento che si è svolto in 2 ore di tempo robotico.
Nonostante le dimensioni (che superavano i 5 cm) e la crescita in profondità della massa, grazie alla
combinazione della tecnica robotica assistita con il sistema Da Vinci e di tecnologie innovative di
ricostruzioni tridimensionali delle immagini che hanno guidato l’intervento, il tumore maligno è
stato asportato completamente salvando il rene.
E’ stata una grande emozione per tutti in sala operatoria quando, alla mia notifica della riuscita
dell’intervento, la paziente (ancora attaccata ai bracci robotici) è scoppiata in un pianto di gioia
dicendo “Grazie per avermi ridato una seconda vita”, afferma il professor Paolo Gontero, che
conclude: “Grazie alla forza ed al coraggio di questa paziente ed alla collaborazione di un team di
alta professionalità, abbiamo dimostrato per la prima volta al mondo la fattibilità dell’utilizzo della
tecnologia robotica a paziente sveglio”

Da oggi stop al metro’ da piazza Bernini a Porta nuova

La metropolitana da mercoledì 17 febbraio non funzionerà  nella tratta compresa tra le stazioni Bernini e Porta Nuova

Lo comunica Gtt che annuncia un intervento tecnico urgente e non rinviabile, deciso dopo una verifica avvenuta ieri.  Verranno attivati bus sostitutivi fino al termine dell’intervento, la cui durata al momento non è prevedibile. Da Fermi a Bernini e da Porta Nuova al Lingotto il servizio sarà  regolarmente in funzione. Lo stop riguarda sette stazioni: Bernini, Principi d’Acaja, XVIII Dicembre, Porta Susa, Vinzaglio, Re Umberto e Porta Nuova.