Ritorna, dopo due anni di pandemia, il corteo del Primo Maggio. I dati sul lavoro presentati dai segretari generali della Cgil Torino, Enrica Valfrè, della Cisl Torino, Domenico Lo Bianco e della Uil Piemonte, Gianni Cortese a Palazzo Civico, nel corso di una conferenza stampa, non sono confortanti. I lavoratori non ce la fanno ad arrivare a fine mese, il tasso di disoccupazione a Torino è del 9,3% sulla popolazione, il Pnrr rischia di non bastare più. L’impegno del sindacato mira a ottenere salari più alti e qualità del lavoro e, per quanto riguarda la “vertenza Torino, va tradotta in impegni e accordi concreti con l’Amministrazione comunale” ha sottolineato Valfrè.
I valori del Piemonte si confermano tra i più bassi in Italia: con un’incidenza di 543.2 casi ogni 100.000 abitanti (diagnosi settimana 18-24 aprile), a fronte del valore nazionale di 726.8.
L’occupazione dei posti letto ordinari alla data del 25 aprile si attesta al 12% (il valore nazionale si attesta al 15,5%) e quella delle terapie intensive al 3,5% (a fronte di un valore nazionale del 4,2%), mentre la positività dei tamponi è al 9,3%.
SEQUENZIAMENTO ACQUE REFLUE: DOMINANZA DELLA VARIANTE OMICRON BA.2
Dai dati diffusi da Arpa oggi, gli esiti delle analisi di sequenziamento delle acque reflue riferiti ai campioni dell’ultima settimana (prelevati il 18/19 aprile nei depuratori di Castiglione Torinese, Alessandria, Cuneo e Novara) hanno evidenziato tutti la dominanza della variante Omicron BA.2.
Continuano a non essere rilevate mutazioni specifiche appartenenti alla sottovariante Omicron BA.3.
Per quanto riguarda le ricombinanti (ad esempio XA, XB, XC, XD, XE, XF) riscontrate in singoli tamponi nasofaringei, non se ne riscontra ancora una dominanza nei campioni di acque reflue dei depuratori piemontesi controllati.
VACCINAZIONI
L’84,4% dei cittadini piemontesi oltre i 5 anni di età ha concluso il ciclo primario con monodose o doppia dose (il 96,3% di coloro che hanno aderito, ovvero 3,7 milioni su 4,2 di platea complessiva).
La somministrazione di quasi 2,9 milioni di terze dosi pone il Piemonte in testa alla classifica delle Regioni italiane più grandi, come risulta dai dati della Fondazione Gimbe aggiornati al 26 aprile.
Sono invece oltre 42 mila ad oggi le quarte dosi somministrate alle platee autorizzate a livello nazionale: immunodepressi, over 80, Rsa, fragili over 60 con specifiche patologie.
Gli immunizzati naturalmente, cioè le persone che non hanno aderito ma hanno avuto il Covid negli ultimi sei mesi, sono 173.000, tra cui 47.000 tra i 5 e gli 11 anni e 40.000 over50.
I non aderenti sono al momento 358.000, tra i quali 113.000 nella fascia tra 5 e gli 11 anni e 105.000 over50.
FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE
In Piemonte nel periodo dal 18 al 24 aprile i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 3.316.
Suddivisi per province: Alessandria 378, Asti 204, Biella 130, Cuneo 360, Novara 219, Vercelli 125, Vco 110, Torino città 608, Torino area metropolitana 1084.
In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 23.214 (+145). Questa la suddivisione per province: Alessandria 2.644 (-104 rispetto alla settimana precedente), Asti 1428 (-9), Biella 910 (+94), Cuneo 2520 (+123), Novara 1536 (+46), Vercelli 875 (+55), Vco 770 (-72), Torino città 4.254 (+149), Torino area metropolitana 7588 (-232).
INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI
Nella settimana dal 18 al 24 aprile l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è di 543.2, sostanzialmente stazionaria (+0,6%) rispetto ai 539.9 della scorsa settimana.
Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 397.2 (+1,89%).
Nella fascia 25-44 anni l’incidenza è 536.8 (-4%).
Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 525.5 (+0.7%).
Nella fascia 60-69 anni l’incidenza è 493.2 ( -3,2%).
Tra i 70-79 anni l’incidenza è 520.9 ( +6,4%).
Nella fascia over80 l’incidenza è 638.7 (+10,5%).
INCIDENZA DEL CONTAGIO NELLE FASCE DI ETÀ SCOLASTICHE
In età scolastica, nel periodo dal 18 al 24 aprile, l’incidenza, ovvero i nuovi casi settimanali su 100 mila per le specifiche fasce di età, si presenta in deciso calo nelle classi di età 3-5, 6-10 e 11-13 anni, sostanzialmente stazionaria nella fascia 0-2 anni ed in aumento nella fascia 14-18 anni, rispetto alla settimana precedente.
Nella fascia 0-2 anni, l’incidenza è di 375 (+ 4,7%).
La fascia di età 3-5 anni registra un’incidenza di 252.7 (-17,1%).
Nella fascia tra i 6 ed 10 anni, l’incidenza è 374 (-21%).
Nella fascia 11-13 anni, l’incidenza è 441 (-11,7%).
Nella fascia tra i 14 ed i 18 anni, l’incidenza è 455.2 (+17%).
Con l’avvocato Roberto Guarino del direttivo + Europa Torino e della giunta della Associazione Adelaide Aglietta che risponde ad alcune domande sui referendum sulla Giustizia apriamo una serie di interventi relativi al dibattito referendario, che sinora è rimasto sin troppo sotto tono e al quale dedicheremo spazio nelle prossime settimane.
Presto si voterà per i Referendum sulla Giustizia, il prossimo 12 giugno, in concomitanza con le elezioni amministrative, ma se ne parla pochissimo e credo ci sia molta confusione sui quesiti, anche per il loro tecnicismo.
Si tratta, in effetti, di cinque quesiti molto tecnici che riguardano il sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura, lavalutazione delle toghe, l’abrogazione della legge Severino, la modifica delle misure cautelari, separazione delle funzioni in magistratura. Sono temi su cui non sembra l’opinione pubblica si appassioni molto, anche perché il quesito forse più impattante e popolare, quello sulla responsabilità diretta dei magistrati, è stato dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale.
Come si è arrivati ai Referendum e cosa si propongono i promotori?
I Referendum si inseriscono nel desiderio di parte della politica di recuperare quello squilibrio di forza con la magistratura che ha caratterizzato almeno gli ultimi 30 anni della nostra storia. Loscorso giugno, complice anche il recente caso Palamara e lo scandalo delle nomine al Csm, il Partito Radicale e la Lega di Matteo Salvini hanno depositato in Corte di Cassazione i sei quesiti referendari che riguardano la giustizia e hanno poi raccolto, secondo quanto affermato dalla Lega, oltre 700mila firme a quesito. Tuttavia, i promotori hanno poi deciso di non utilizzare le firme raccolte, preferendo far approvare i quesiti dalle regioni amministrate da giunte di centro-destra, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto (l’art. 75 della Costituzione stabilisce che 500.000 cittadini o 5 Consigli regionali, possono proporre all’intero corpo elettorale “l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge”).
Lei cosa pensa della situazione della Giustizia in Italia?
Una giustizia giusta ed efficiente rappresenta la conditio sine quanon per una democrazia liberale ed efficiente. Io consiglio la lettura dell’ultimo libro di un giurista come Sabino Cassese Ilgoverno dei giudici che analizza da par suo la situazione della giustizia in Italia, evidenziando la dilatazione del ruolo dei giudicie la crescente inefficacia del sistema giudiziario, fenomeno che riconduce anche a una indebita invasione della magistratura nel campo della politica e dell’economia.
I Referendum possono aiutare a migliorare la situazione?
Intanto, la mera approvazione dei Referendum avrebbe un effetto deflagrante, perché renderebbe plateale la perdita di consenso e di autorevolezza della Magistratura, già testimoniata da anni dai sondaggi. Quando io mi sono iscritto all’Università, alla fine degli anni Ottanta, la credibilità ed il prestigio dei magistrati erano assoluti, mentre oggi la sfiducia è abbastanza generalizzata. Un successo dei Referendum renderebbe più agevole l’approvazione di riforme sulla giustizia oggi ostacolate anche da un efficace lavoro di lobbying di esponenti della Magistratura con entrature ad alti livelli nella politica, nell’informazione, nella cultura.
Questo in linea di principio, ma entrando nel merito delle questioni poste …..
Anche nel merito, l’approvazione dei tre Referendum sui magistrati sarebbe importante. Il primo quesito prevede di separare nettamente le funzioni di magistrato requirente (pubblico ministero) e giudicante (giudice): imponendo a inizio carriera al magistrato di scegliere la funzione giudicante o quella requirente, senza più la possibilità di passare dall’una all’altra per un massimo di quattro volte come avviene attualmente. In pratica, separando più nettamente le funzioni si andrebbe verso un superamento del corporativismo che lede il principio della terzietà del giudice e la parità tra accusa e difesa. Il secondo quesito prevede l’abrogazione del numero minimo di firme che deve raccogliere un magistrato per candidarsi al Consiglio superiore della magistratura (dalle 25 alle 50 firme). La raccolta di firme implica correnti, cordate, accordi tra magistrati, senza firme ogni magistrato potrà candidarsi senza necessità di accordi econdizionamenti. Il terzo quesito introduce nella valutazione della professionalità dei magistrati nel consiglio giudiziario il diritto di voto non soltanto ad altri magistrati (come avviene oggi), ma anche agli avvocati.
Gli altri due quesiti non riguardano direttamente i magistrati.
C’è il quesito sulla custodia cautelare a cui un imputato può essere sottoposto prima della sentenza. In base all’articolo 274 del codice di procedura penale, la custodia cautelare è prevista soltanto nei casi in cui c’è un concreto pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di compimento di nuovi e gravi reati. In realtà, in Italia c’è storicamente un abuso di questo istituto e la custodia viene applicata ben al di fuori dei presupposti di legge, con la conseguenza di soggetti poi assolti che hanno scontato in carcere lunghi periodi di custodia. Con la vittoria del referendum la custodia verrebbe limitata soltanto al pericolo di nuovi reati gravi.
L’ultimo quesito dà più potere ai magistrati.
La legge Severino prevede che in caso di condanna in primo grado per alcune ipotesi di reato (in particolare quelle contro la pubblica amministrazione) ci sia anche la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale (o la decadenza in caso di soggetto in carica). Con il referendum sarebbe il giudice a decidere se comminare, oltre alla sanzione penale, la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, senza quindi l’automatismo attuale.
Che possibilità ci sono secondo lei di vittoria del voto referendario?
Intanto, perché il voto sia valido deve partecipare almeno la metà degli aventi diritto. Il fatto che il voto referendario coincida con le elezioni amministrative favorisce certo il raggiungimento del quorum, anche se si tratta di elezioni parziali che coinvolgono soltanto mille Comuni (di cui ventisei i capoluoghi) e che hanno tradizionalmente una bassa affluenza. Fra l’altro almeno due dei quesiti (la raccolta delle firme e il voto degli avvocati nei consigli giudiziari) fanno parte della riforma dell’ordinamento giudiziario che nelle intenzioni del ministro Cartabia, dovrebbe essere approvata entro fine maggio. In tal caso, ovviamente, quei Referendum non si terrebbero più.
Con circa 15 mila visitatori negli ultimi tre giorni, continua la grande affluenza di cittadini e turisti che anche per il ponte del 25 aprile hanno scelto di passare qualche ora tra le bellezze e la ricca offerta culturale dei Musei Reali.
Nello specifico, sono stati infatti 10684 gli ingressi ai Musei Reali mentre in 1300 hanno scelto di visitare A tu per tu con Leonardo, la mostra che racconta e documenta l’attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all’anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo.
Continua inoltre l’enorme successo della mostra Vivian Maier Inedita, su una delle più affascinanti esponenti della street photography, che ha registrato circa 3 mila ingressi in questo lungo weekend.
Sono 7.647 le persone che hanno visitato, invece, le collezioni permanenti e le mostre in corso della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, del MAO Museo d’Arte Orientale e di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
In particolare, 3590 persone hanno visitato Palazzo Madama, 2953 il MAO e 1104 la GAM.
Ricordiamo le mostre in corso:
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna
UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI. Arte internazionale dal 1990 – fino al 25 settembre 2022
CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti – 9 febbraio – 8 maggio 2022
VINCENZO AGNETTI (In VideotecaGAM) – 22 febbraio – 12 giugno 2022
MAO Museo d’Arte Orientale
KAKEMONO. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino
12 novembre 2021 – 25 Aprile 2022
CREDERE CON IL CORPO NEL SUD-EST ASIATICO. Esposizione fotografica a cura di Eva Rapoport
27 novembre 2021 – 1 maggio 2022
ROTAZIONE | La veste del Buddha. Preziosi kesa giapponesi dalle collezioni del MAO
28 marzo – 29 settembre 2022
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
INVITO A POMPEI – 8 aprile – 29 agosto 2022
Ieri bandiere della Nato e del Pd bruciate al corteo del 25 Aprile, a Torino
Invece la scorsa notte una sede del Partito Democratico, in via Oropa, e quella dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta in via san Dalmazzo sono state imbrattate con scritte in vernice rossa ”servi della Nato e della guerra”.
Il commento di Silvio Viale, esponente dei Radicali Italiani e consigliere comunale di maggioranza nel gruppo Lista Civica per Torino: “I pacifisti nostalgici del Patto di Varsavia hanno le mani insanguinate del popolo ucraino: non perdono occasione per confermarlo. E piaccia o non piaccia i nuovi partigiani sono gli Ucraini e i nuovi nazi-fasci sono i Russi. E in Italia noi difendiamo i valori di libertà anche per loro, quelli che fossilizzati nella storia ci odiano da quarant’anni”.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo ha detto che “Il 25 aprile è sempre stata una data molto sentita dai torinesi, legata alla carne viva delle famiglie dei tanti partigiani che hanno lottato e dato la vita per una libertà mai scontata. Ma quest’anno la giornata ha un valore in più di riflessione, perché ci chiede ancora una volta da che parte stare”.
Il primo cittadino ha aggiunto: “per quanto sta accadendo in Ucraina è difficile trovare una posizione esente da controindicazioni, tutti vogliamo la pace, e non è facile trovare le strade giuste per arrivarci. Per questo vedo nel 25 aprile una grande opportunità di riflessione sulla nostra storia e di unione sui nostri valori fondanti”.
Fischiato e insultato a Torino il consigliere comunale Silvio Viale, che si è presentato alla fiaccolata del 25 aprile con un gruppo di attivisti radicali con alcune bandiere della Nato, insieme ai vessilli dell’Europa e dell’Ucraina. Lo slogan dei contestatori è stato “Fuori la Nato dal corteo”.
“La Nato – ha replicato Viale – sostiene i valori occidentali ed europei, è antifascista. E un corteo antifascista non può vietare le bandiere ucraine ed europee. La bandiera della Nato non è una provocazione. Invece a provocare è chi sta dalla parte di Putin dietro un finto neutralismo”.
Alcuni antagonisti hanno bruciato in piazza le bandiere del Pd e della Nato.
Torino celebra il 25 aprile, data simbolo della rinascita del Paese nel suo 77esimo anniversario, con un ricco calendario di eventi e uno speciale appuntamento: Palazzo Civico sarà illuminato con i volti dei partigiani e le immagini della Resistenza.
La narrazione prende vita con la proiezione di XXV Aprile – Voci e immagini della Liberazione, costruita sull’alternanza di sequenze di filmati storici e di letture di preziose testimonianze cui fanno da sfondo fotografie e grafiche che raccontano l’epica di quei giorni.
Sulla facciata di Palazzo di Città i torinesi potranno rivivere attraverso un’originale interpretazione della recente pratica del ‘video mapping’ gli avvenimenti che scandirono le giornate dell’insurrezione e della Liberazione.
Momenti di storia rivisitati dal pluripremiato direttore della fotografia Luca Bigazzi, che ha collaborato con grandi registi italiani tra cui Gianni Amelio, Carlo Mazzacurati, Silvio Soldini e Paolo Sorrentino.
Il racconto di quelle giornate di riscatto, dopo gli anni della dittatura e della guerra, si dipanerà attraverso parole, immagini e suoni. A essere protagonisti del progetto i giovani torinesi.
Saranno le letture degli allievi della scuola per attori del Teatro Stabile di Torino a dare la voce a chi per abbattere il regime ha dato la vita, a cui si alterneranno le immagini di una città che tra le macerie dei bombardamenti rende omaggio ai suoi partigiani. Altri studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti e del Conservatorio Giuseppe Verdi daranno forza visiva e sonora al ricordo.
La piazza, cuore della città per la Festa della Liberazione si trasformerà in una ideale cassa di risonanza dei suoni della memoria, ma con uno sguardo rivolto al futuro, un tempo che, come il passato, rinnega la violenza della guerra, per costruire un domani migliore grazie alle giovani generazioni.
Dalle 20 alla mezzanotte del 24 e del 25 aprile il Municipio sarà illuminato da voci e immagini originali dell’insurrezione e della Liberazione, accompagnate dalle musiche composte dagli allievi della classe di Musica Elettronica del Conservatorio Giuseppe Verdi. Dalle 10 alle 20 del 25 aprile, protagoniste saranno le letture di testi tratti dalle ‘Lettere dei condannati a morte della Resistenza’ (Einaudi 2015). Ad accompagnare le interpretazioni dei ragazzi saranno le rappresentazioni grafiche di oggi realizzate dagli allievi dell’Accademia Albertina di Belle Arti, i preziosi scatti dell’artista e fotoreporter partigiano Felix de Cavero e l’omaggio che il pittore e illustratore Guillermo Malinowski Formento ha voluto fare al nostro passato con i disegni Veinticinco de Abril e la serie Monticello.
“’XXV Aprile – Voci e immagini della Liberazione’ nasce da un’idea di Luca Bigazzi, premiato direttore della fotografia di registi che si chiamano Soldini, Mazzacurati, Amelio o Sorrentino – dichiara Rosanna Purchia Assessora alla Cultura – e che con una generosa collaborazione ha voluto omaggiare con il suo originale lavoro non soltanto la Torino medaglia d’oro, come ricorda una lapide proprio sulla facciata di Palazzo Civico, ma anche la prospettiva di futuro che deve appartenere anche ai nostri giorni”.
Secondo Luca Bigazzi, “ciò che più appassiona, nel leggere la storia dell’insurrezione e delle lotte di operai e partigiani di quei 20 mesi di guerra e della Liberazione, è proprio l’energia che ha accomunato tante donne e uomini in un senso di appartenenza che dà valore ancora oggi alle regole del vivere collettivo e un motivo per guardare avanti”.
L’iniziativa è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino in collaborazione con ANCR – Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, ISTORETO e Archivio privato de Cavero per le fonti documentarie originali.
Il Dirmei della Regione Piemonte (il Dipartimento interaziendale per le malattie ed emergenze infettive) ha autorizzato a partire dal 26 aprile per gli over 80 non fragili, la possibilità di prenotare e fare la 4^ dose anche in farmacia, oltre alla possibilità di eseguirla presso il proprio medico di famiglia se vaccinatore.
In ogni caso le Asl procederanno come sempre alla convocazione di tutti coloro che hanno già maturato i tempi per la 4^dose: sono ad oggi oltre 151 mila gli sms già inviati agli over80 che possono ricevere il secondo booster.
“Siamo contenti che, andando verso una situazione di minor emergenza e maggiore stabilità, pur sempre di estrema attenzione verso il Covid, le farmacie possano vaccinare per la 4^ dose gli over 80 (prima ci si fermava agli under 80), prendendosi così carico della fascia di popolazione più anziana, che ha enormi vantaggi nell’avere un servizio essenziale direttamente nella farmacia sotto casa – dichiara il Presidente di Federfarma Piemonte Massimo Mana -. Le farmacie non hanno mai smesso di vaccinare o tamponare i cittadini, anzi continuano quotidianamente a monitorare la situazione, a fornire servizi e informare correttamente gli utenti”.
Sono 36 mila le quarte dosi totali somministrate finora in Piemonte alle categorie autorizzate a livello nazionale (si tratta principalmente di persone immunodepresse, su cui la somministrazione della 4^ dose è gia iniziata a fine febbraio, a cui si sono aggiunti recentemente over 80, fragili over 60 con specifiche patologie e ospiti delle RSA).
L’obiettivo della Regione Piemonte, hanno sottolineato il Presidente e l’Assessore alla Sanità, è terminare entro maggio le quarte dosi di tutti coloro che possono già riceverla.
Nonostante si tratti di una kermesse televisiva, sono attesi migliaia di arrivi in città, come dimostrano le prenotazioni sul noto sito Airbnb
E i prezzi degli affitti brevi sono saliti alle stelle, tanto da spingere qualche residente a “rinunciare” per qualche giorno al proprio appartamento e metterlo a disposizione di turisti e addetti ai lavori.
Lo ha rivelato il Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore.
Secondo un’indagine di Cna Turismo, nel periodo tra il 25 aprile e l’1 maggio in Piemonte è atteso un milione di turisti.
La speranza è che si possa invertire la tendenza negativa legata alle chiusure dovute alla pandemia