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La polizia arresta 16 affiliati alla mafia nigeriana che gestisce lo spaccio a Torino

La Polizia di Stato ha eseguito numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Torino, su delega della Procura della Repubblica di Torino, nei confronti di un gruppo di cittadini nigeriani sospettati di appartenere al sodalizio criminale di stampo mafioso denominato “EIYE”.

I provvedimenti restrittivi sono stati disposti all’esito di lunghe e complesse indagini e hanno riguardato complessivamente 16 persone, delle quali 11 sono state rintracciate sul territorio nazionale.

Per la realizzazione della fase esecutiva, sono stati impiegati complessivamente oltre 100 uomini della Polizia di Stato, con l’utilizzo di Reparti di rinforzo del controllo del territorio. Oltre alla Squadra Mobile di Torino, l’attività ha coinvolto anche gli omologhi uffici delle Questure di Cuneo, Varese, Bergamo e Livorno.

Secondo l’ipotesi d’accusa i provvedimenti cautelari riguarderebbero personaggi sospettati di rappresentare il vertice del livello nazionale dell’organigramma, direttamente incaricato delle nuove affiliazioni e della gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle varie piazze cittadine.

Le indagini hanno consentito la raccolta di rilevanti indizi in grado di suffragare l’ipotesi dell’esistenza e dell’incidenza sul territorio del capoluogo piemontese del cult degli EIYE, grazie alle evidenze emerse sia dalle intercettazioni che dalle testimonianze di alcune persone, appartenenti alla comunità nigeriana di Torino.

Tali acquisizioni sarebbero idonee a dimostrare, secondo l’ipotesi d’accusa, come l’organizzazione indagata venga percepita dalla comunità di riferimento come connotata da un carattere “mafioso” che, maturato nello Stato di origine, risulterebbe ormai noto ai nigeriani anche al di fuori della loro terra, i quali ben ne conoscono le peculiarità e il modus operandi in patria, che rendono i membri notoriamente pericolosi e violenti, tendenti a imporre con la forza la propria volontà.

Le attività investigative, avviate nel marzo del 2019, si sono sviluppate attraverso attività tecniche di intercettazione, nonché articolati e dinamici servizi di diretta osservazione e pedinamento sul territorio, e hanno consentito di individuare coloro che, secondo l’ipotesi accusatoria, rappresenterebbero i vertici nazionali del cult, in costante e diretto contatto con i leader operanti in Nigeria.

Le indagini hanno permesso altresì di ricostruire nel dettaglio la struttura del sodalizio criminale che, secondo gli elementi raccolti, appare caratterizzato da un’organizzazione gerarchica piramidale, che si qualificherebbe per la presenza di un organismo operante a livello nazionale e di numerose articolazioni locali, attive in singole città italiane. La struttura nazionale risulterebbe dotata di un’organizzazione verticistica che vede al proprio apice un “World Ibaka”, detentore del potere esecutivo, il quale godrebbe, sempre in ipotesi di accusa di prestigio internazionale ed è in contatto con l’organismo madre in Nigeria. Risulterebbe suddivisa in sezioni provinciali o locali chiamate “Zone”, ma loro volta guidati da un “Zona Head”.

L’attività tecnica ha documentato, come già emerso in precedenti investigazioni ed attestato in sentenze definitive emesse a carico di analoghe consorterie nigeriane, l’esistenza di una struttura organizzativa, connotata da un insieme di regole di condotta, violenti riti di affiliazione, l’uso di un linguaggio esclusivo tra i membri (finalizzato a rendere meno permeabile il contenuto dei dialoghi e a rafforzare il senso di appartenenza tra i sodali), la divisione in ruoli e cariche corrispondenti a precise funzioni, l’intimidazione ed il ricorso alla violenza fisica in caso di trasgressione delle norme comportamentali proprie dell’ organizzazione.

La solidità della struttura è risultata chiaramente un elemento distintivo della consorteria criminale investigata, che avrebbe posto solide radici in numerose regioni d’Italia.

Come tutte le confraternite nigeriane, vi sono elementi per ritenere che gli EIYE abbiano i loro segni distintivi: come simbolo un uccello, talvolta raffigurato mentre stringe tra gli artigli un teschio umano, mentre il colore abitualmente indossato è il blu.

Secondo l’ipotesi d’accusa, sono stati raccolti significativi indizi di colpevolezza a carico dei sodali: in base alle risultanze dell’indagine, il Tribunale di Torino ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere a carico di sedici persone, contestando, oltre al reato di associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.), i delitti di rapina, estorsione, lesioni e reati in materia di stupefacenti.

Vi sono gravi indizi per ritenere che l’organizzazione investigata presenti tutti i caratteri di un’associazione di tipo mafioso, poiché connotata, anzitutto, da una precisa struttura gerarchica con ruoli e cariche ufficiali, a cui corrispondono compiti ben precisi. Le affiliazioni, secondo quanto ricostruito dalle indagini svolte, risultano caratterizzate da atti violenti e rigidi rituali, che si traducono in un serio e concreto pericolo per la stessa vita degli aspiranti affiliati, che vengono sottoposti ad azioni brutali, all’esito delle quali manifestano l’accettazione del codice comportamentale dell’associazione e la loro fedeltà indiscussa. Altrettanto spietate, secondo l’ipotesi di accusa risulterebbero le conseguenze previste in caso di violazione delle regole dell’organizzazione, che si traducono in sanzioni corporali talmente efferate da sfociare talora in tentativi di omicidio. Gli elementi raccolti evidenziano inoltre come la violenza appare essere lo strumento di comunicazione privilegiato per affermare la forza dell’organizzazione sul territorio e creare lo stato di soggezione necessario per accrescere il proprio potere. Altro elemento che risulta dalle indagini è la capacità dell’organizzazione di autofinanziarsi, mediante il contributo dei sodali, strumentale anche al mantenimento economico degli affiliati detenuti, come tipico pure delle consorterie mafiose italiane.

Sulla piazza torinese, gli elementi indiziari raccolti indicherebbero che il cult EIYE controllava e gestiva il commercio su strada di sostanze stupefacenti in alcune aree individuate; in particolare, corso Vigevano e piazza Baldissera, e più genericamente la zona della stazione ferroviaria di “Dora”.

Burberry sceglie Torino per progettare i suoi capi di alta moda

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Il celebre brand di moda Burberry progetterà a Torino i propri prodotti. L’azienda inglese acquisirà da Pattern la Business Unit dello stabilimento torinese che si occupa di progettazione e produzione.

Alla Pattern arriveranno 21 milioni di euro e l’operazione coinvolgerà circa 70 persone dello stabilimento torinese.

Nei prossimi due anni vedrà la luce  il nuovo headquarter del Gruppo.

Agricoltura, commercio e turismo Ecco le risorse della Regione per il rilancio del territorio

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Nel sottolineare come il comparto stia patendo il cambiamento climatico e l’aumento dei prezzi dovuti anche alla guerra in Ucraina, Protopapa ha spiegato che è sempre più viva l’attenzione per un’agricoltura sostenibile e utile allo sviluppo dei territori rurali, dove attualmente sono attive circa  52 mila aziende.Proseguono poi le attività di valorizzazione dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli di qualità attraverso il sostegno ai Consorzi di tutela ed alle associazioni di produttori per la promozione del cibo e vino made in Piemonte. A difesa delle colture si intensificano poi le attività di ricerca del Settore fitosanitario della Regione nella lotta agli organismi nocivi che colpiscono diversi comparti produttivi.Per chiarimenti sono intervenuti Matteo Gagliasso e Paolo Demarchi (Lega) e Monica Canalis (Pd).

A margine dell’illustrazione è poi stata approvata una modifica allo statuto dell’Associazione consorzio d’irrigazione di secondo grado “Bealera Maestra – Destra Stura” di Bene Vagienna (Cn).

 

Emigrazione piemontese

L’assessore Maurizio Marrone ha spiegato che la Regione Piemonte continuerà a sostenere le attività del Museo regionale dell’emigrazione dei Piemontesi nel mondo (attualmente in fase di ristrutturazione), che ha sede a Frossasco (To) e del Museo regionale dell’emigrazione vigezzina nel mondo situato all’interno del parco di Villa Antonia, nel Comune di Santa Maria Maggiore (Vco) con due contributi di 18mila euro ciascuno.

Verranno poi stanziati 200 mila euro per la legge regionale sui movimenti migratori, che permette anche di sostenere le varie Associazioni di piemontesi nel mondo.

È intervenuta per delucidazioni Canalis.

 

Commercio e turismo

Per il commercio nel 2023, come ha riferito l’assessore Vittoria Poggio, si potrà contare su un budget di 6 milioni 482mila euro.

Si stanno superando le misure emergenziali adottate nel periodo della pandemia per non fare morire il settore e, per rilanciare il comparto, l’assessore ha sottolineato l’importante strumento dei Distretti del commercio, che attualmente sono 77 per una copertura di circa 800 Comuni.

Per l’istituzione di nuovi 12 Distretti sono stati stanziati circa 240 mila euro, mentre la dotazione per i progetti è di circa 2,5 milioni annui.

Per il turismo, invece, si potrà contare su circa 21 milioni e 800 mila euro annui. Nella ripartizione dei fondi spiccano 500 mila euro per la promozione internazionale, 500 mila euro per le strade di montagna, 5 milioni per la promozione degli eventi strategici come le fiere, 90 mila euro riservati agli Enti locali, 550 mila alle associazioni. Per le Agenzie turistiche (Atl) sono disponibili oltre 6 milioni e mezzo, per i Consorzi 1 milione 400 mila, mentre alle pro loco tocca la cifra di 615 mila euro.

Ha espresso soddisfazione per il raddoppio della dotazione alle pro loco, rispetto allo scorso anno, Federico Perugini.

La Commissione ha poi votato, a maggioranza, parere preventivo favorevole al provvedimento per gli indirizzi per la revisione dei criteri di riconoscimento dei Consorzi di rilevante interesse turistico.

Sono intervenuti CanalisSilvana Accossato (Luv), Gagliasso e Perugini.

Al termine dei lavori, la commissione ha quindi espresso a maggioranza parere consultivo favorevole al bilancio per tutte le materie di competenza.

Al grattacielo della Regione Baby e Pet room

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Baby room e Pet room al grattacielo della Regione e, auspicabilmente, anche nelle aziende piemontesi. La notizia è emersa in prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti, dove l’assessore Chiara Caucino ha illustrato, per il Bilancio di previsione, i capitoli su organizzazione, sviluppo, capitale umano e pari opportunità.
Alla domanda di Sean Sacco (M5s), che chiedeva circa l’opportunità di creare un asilo all’interno della nuova struttura che ospiterà in pratica tutti i 2.800 dipendenti di Giunta, Caucino ha risposto che la sua realizzazione non è esclusa, “anche se al momento non ci sono progetti concreti a riguardo”. Ciò che invece è già stato deciso, è la realizzazione di una baby room e di una pet room, così come molte aziende in Lombardia stanno facendo. Per questo vogliamo anche lanciare un bando per tutte le aziende piemontesi, in modo da incentivare lo sviluppo di tali iniziative”.

L’assessore ha spiegato che si tratta di strutture in grado di ospitare sia i figli dei dipendenti in circostanze eccezionali (il forfait improvviso dei baby sitter o uno sciopero del personale di asili e scuole) e non continuativa come un asilo aziendale, così come le Pet room possono ospitgare gli animali da compagnia, magari dopo un’operazione veterinaria o in altre situazioni imprevedibili, che impongono ai dipendenti di doverli tenere vicini a sé in via straordinaria.

La consigliera Monica Canalis (Pd) ha chiesto ragguagli sulla politica della Giunta in materia di smart-working e l’assessore Caucino ha chiarito che “c’è attenzione particolare sulla conciliazione vita e lavoro dei nostri dipendenti, stiamo lavorando al nuovo regolamento sullo smart working con i sindacati, ci sarà un borsellino di ore con al massimo due giornate di smart a casa. Stiamo dando grande fiducia ai lavoratori regionali, pensiamo di dover uniformarci a quanto si fa in Consiglio”.

Anche il presidente Riva Vercellotti è intervenuto per sollecitare la possibilità di effettuare il telelavoro, specie per i dipendenti che arrivano da fuori Torino e che avranno più difficoltà a raggiungere la sede di lavoro, “poiché il grattacielo non è prossimo né a Porta Nuova, né a Porta Susa”.

 

Torino si candida come sede dell’Autorità europea Antiriciclaggio

Comune di Torino e Regione Piemonte hanno trasmesso formalmente al governo italiano il dossier di candidatura di Torino come sede dell’Autorità europea Antiriciclaggio: innovazione, qualità della vita e tradizione di legalità tra i suoi punti di forza.

 

L’idea di candidare Torino a sede dell’Amla è nata lo scorso luglio: in questi mesi si è costituito il comitato promotore, presieduto da Alberto Perduca, magistrato di grande esperienza, già procuratore aggiunto di Torino e procuratore di Asti, con elevate competenze in materia di antiriciclaggio costruite nel corso della sua lunga carriera e con esperienze internazionali di altissimo livello. Il comitato è composto, oltre che dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dal sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo, anche da Gian Carlo Caselli, nel ruolo di Special Advisor. Il dossier tecnico è stato curato da Ires Piemonte con l’apporto di numerose istituzioni e realtà pubbliche e private.

Nei giorni scorsi il documento è stato integrato con ulteriori elementi richiesti dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano alle città che, come Torino, hanno avanzato la propria candidatura. In corsa, oltre al capoluogo piemontesi ci sono infatti Milano, Palermo, Roma, Venezia, Napoli, e, all’estero, Varsavia e Berlino.

Il dossier consegnato al governo e presentato agli organi di stampa offre una dettagliata panoramica del perché “Torino è la città ideale per ospitare l’autorità”, come si spiega fin dalle prime pagine.

«Pensiamo che questa città abbia le carte in regola per ospitare un’autorità europea di così alto profilo» spiegano il presidente della Regione Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

Tra i punti di forza della candidatura ci sono le due sedi proposte: la Curia Maxima, in via Corte d’Appello, e il Palazzo della Regione, in piazza Castello. Entrambe offrono una superficie di oltre 10 mila metri quadrati per ospitare circa 400 persone, così come richiesto dai requisiti per la candidatura. I due palazzi si trovano nel centro della città: sono edifici aulici di pregio a pochi passi da luoghi simbolo della storia d’Italia come Palazzo Madama e Palazzo reale. La Curia Maxima ha un impianto originario precedente al 1600 ed è stata, fino ai primi anni Duemila, la sede storica degli uffici giudiziari di Torino. L’attuale Palazzo della Regione è stato invece costruito tra il 1612 e il 1619, e si affaccia sulla piazza Castello, salotto pedonale nel cuore del centro storico cittadino.

Per il sindaco Stefano Lo Russo: «Con una grande tradizione di impegno per la legalità delle istituzioni e della società civile, Torino è una città che guarda al futuro senza dimenticarsi il suo passato. Prima capitale d’Italia, successivamente città industriale, grazie a un processo di trasformazione ancora in corso ha rafforzato le storiche vocazioni produttive sviluppandone di nuove come l’alta formazione universitaria. Qui sede uno dei gruppi bancari più importanti d’Europa, ci sono grandi investimenti in formazione e innovazione. Ma la nostra è anche una città che offre qualità della vita e proposte culturali di qualità ed è posizionata al centro del continente europeo. Sono tutte caratteristiche che ne fanno la candidata naturale ad ospitare l’Autorità Europea per l’Antiriciclaggio e a diventare la casa di coloro che ci lavoreranno e le loro famiglie»

«Torino è la sede ideale per ospitare l’Authority e quanti ci lavoreranno non solo per le caratteristiche e la qualità della città, ma anche per tutto ciò che la città ha intorno – spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – La posizione del Piemonte “nel cuore” dell’Europa sarà sempre più strategica per l’incrocio di due corridoi come la Lisbona-Kiev e la Genova-Rotterdam. E già ora Torino si trova a pochi chilometri da bellezze e attrazioni turistiche come le montagne olimpiche, le colline Unesco di Langhe Roero Monferrato e il Lago Maggiore che fanno della città un luogo privilegiato in cui vivere e lavorare».

Innovazione, qualità della vita, solido tessuto imprenditoriale e produttivo, vivacità culturale, collegamenti nazionali e internazionali, in particolare con Roma e Bruxelles, infrastrutture di mobilità green, copertura del 100 per 100 del territorio con la banda larga, poli di formazione e di ricerca d’eccellenza, oltre alla bellezza architettonica e alla vicinanza alle montagne olimpiche sono alcune delle caratteristiche che vengono descritte nel dossier, che cita anche la tradizione di sicurezza e legalità del capoluogo piemontese.

«Qui sono nate alcune delle istituzioni italiane più importanti per la tutela della legalità. La storia stessa della Guardia di Finanza ebbe inizio a Torino, nel 1774, con l’istituzione del primo Corpo specializzato in compiti di difesa militare delle frontiere e di vigilanza del “cordone doganale – ricordano il presidente del comitato promotore Alberto Perduca e l’ex magistrato Gian Carlo Caselli – Qui è nata l’Arma dei Carabinieri, nel 1814. E sempre a Torino si celebrarono i primi processi, con la partecipazione di cittadini giurati, contro le principali formazioni armate terroristiche».

Una tradizione che oggi è proiettata verso il futuro, come dimostra la scelta di un gruppo bancario leader quale Intesa Sanpaolo di insediare qui il proprio Anti Financial Crime Digital Hub.

«La città di Torino e il territorio piemontese – spiega il presidente di Ires Piemonte, Michele Rosboch – presentano un tessuto economico innovativo e un tessuto sociale accogliente, con una particolare vivacità nell’offerta formativa e culturale. Inoltre da sempre Torino ha una speciale vocazione europea e internazionale avendo ospitato negli anni Cinquanta istituzioni come la Comunità europea di credito comunale e la firma della Carta Sociale Europea (1961)».

Un capitolo è dedicato in particolare alla qualità della vita. Il 25 per cento del territorio cittadino è infatti costituito da aree verdi, vi sono 207 chilometri di piste ciclabili integrate con oltre 1300 km di sistema urbano del trasporto pubblico. Per quanto riguarda poi i costi, il dossier contiene una comparazione tra i prezzi per gli immobili di pregio a Torino e in altre città italiane, compresa Roma che, come il capoluogo piemontese, è in corsa per ospitare l’Amla. In media affittare una casa a Torino nel centro storico, quindi nelle vicinanze delle due sedi proposte, costa 12,52 euro al metro quadrato, rispetto ai 28,76 di Milano e i 24,14 di Roma. Anche per quanto riguarda gli immobili in vendita, Torino garantisce prezzi più convenienti: 3471 euro al metro quadrato, rispetto ai 9823 di Milano e ai 7284 di Roma.

Processo Juventus, primo atto al tribunale di Torino

Nell’ambito dell’inchiesta Prisma al via oggi l’udienza preliminare al tribunale di Torino.

All’esame del giudice per l’udienza preliminare  la richiesta di rinvio a giudizio della Juventus e di altri 12 indagati (compresi Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici) presentata dall’accusa. Il pm Ciro Santoriello non sarà in aula dopo le esternazioni contro la Juve di quattro anni fa e uscite allo scoperto di recente. La difesa bianconera  in questa prima fase del procedimento sarà incentrata sulla questione della competenza territoriale, con la richiesta al Gup di decidere  sullo spostamento del processo a Milano o Roma:  infatti tra i capi d’incolpazione c’è l’aggiotaggio in Borsa che ha sede a Milano e invece i server sono  nella Capitale.

Torino, siccità preoccupante E torna il gelo notturno

La pioggia (tranne un acquazzone ieri in centro a Torino) non si vede più in città e in Piemonte e la siccità diventa sempre più preoccupante. La regione è soggetta a un’area di alta pressione che in queste ore è  toccata da correnti  più fredde in arrivo  dal Polo Nord. In calo le temperature:  tra Lunedì 27 e Martedì 28 scenderanno nella notte anche a zero gradi o anche meno sulle zone pianeggianti. La presenza dell’alta pressione invece garantirà bel tempo.
Lunedì 27, a Torino cielo prevalentemente sereno, ma con clima ventoso. La temperatura massima raggiungerà i 17°C, la minima scenderà a 5°C. Bel tempo anche martedì nel capoluogo e sul resto del Piemonte.

Ai confini della libertà Quasi 50 mila presenze a Biennale Democrazia

Oltre 220 relatori dal mondo per più di 100appuntamenti

180 volontari, 75 collaborazioni con enti e organizzazioni; 17 sedi in città;
5 mostre e installazioni.
Oltre 48000 presenze, 700 giovani per Torino Futura,
200 ospitati nel Campus Residenziale di Democrazia Futura.

Oltre 220 tra ospiti e relatori arrivati a Torino da tutto il mondo per Ai confini della libertà, l’VIII edizione di Biennale Democrazia, tornata a svolgersi interamente in presenza. Lezioni, dialoghi, letture, ma anche immagini e momenti di alleggerimento hanno riempito la città con oltre 100 incontri ospitati in 17 sedi, tra le più prestigiose della città. Un’edizione, appunto, dedicata alla libertà, che, insieme all’uguaglianza, costituisce il valore fondante stesso della democrazia.

Con un programma che ha toccato i più vari e importanti campi del sapere, Torino si è trasformata in un vero e proprio laboratorio di democrazia. La manifestazione è stata inaugurata giovedì 22 con il dialogo, subito sold out, fra la giornalista Francesca Mannocchi e l’attivista Ece Temelkuran, Come nasce una dittatura, anticipato dalla lettura di una lettera inviata a Biennale Democrazia dalla senatrice Liliana Segre, che ha affermato “Possono esistere individui liberi ed eguali in quanto esiste la società”.

Dialoghi, incontri di parola, lectio e letture sono disponibili sul canale YouTube di Biennale Democrazia e nell’archivio multimediale della manifestazione stessa sul sito.

Oltre 48000 visitatori, torinesi e non, hanno animato la città, confermando una grande risposta di pubblico e una viva attenzione al tema. Più di 15 eventi sono andati subito esauriti, tra cui – oltre al dialogo inaugurale – In auto, in doccia in palestra. L’informazione al tempo del podcast, con Annalisa Camilli e Francesco Costa, La solitudine delle bolle. Polarizzazione e informazione, con Luca Bottura e Concita De Gregorio, Il mondo nella lente dell’informazione, con Cecilia Sala e Simone Pieranni, e lo spettacolo Songs of Freedom, di e conCarlo Roncaglia a cura di Accademia dei folli.

Le scuole e i giovani hanno rinnovato il loro coinvolgimento: i giorni della manifestazione hanno registrato la partecipazione di oltre 25 classiquasi 100 docenti e oltre 525 studentesse e studenti – delle scuole secondarie di Torino e provincia, a cui si aggiungono i giovani del Campus residenziale di Democrazia Futura. Grazie alla partnership con Combo, il Campus ha ospitato 200 ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia, il doppio rispetto all’edizione 2019. Inoltre per la prima volta Biennale Democrazia ha dedicato una sezione del programma – Democrazia Futura – alle scuole e alle nuove generazioni.

Fortissimo anche il coinvolgimento del territorio: Democrazia Diffusa, sezione partecipata del programma, ha visto oltre 40 realtà culturali protagoniste, coordinate da Torino Social Impact, Tavolo delle Circoscrizioni, Biblioteche Civiche e ARCI Torino. Il risultato è un palinsesto diffuso sul territorio, che conta oltre 30 eventi tra mostre, spettacoli e dibattiti che hanno contribuito ad ampliare la proposta di Biennale Democrazia.

Centrale in questa edizione l’impegno che Biennale Democrazia ha mostrato nel coinvolgere anche chi vive in un regime di detenzione, portando all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno la giornalista Francesca Mannocchi e al Polo universitario per studenti detenuti lo scrittore Matteo Nucci. All’interno del ciclo dedicato alle carceri, molto seguiti anche gli incontri rivolti al pubblico: dal podcast original Raiplay Sound Io ero il milanese – live di con Mauro Pescio, agli appuntamenti che hanno visto come protagonisti i rapper Kento e Lucariello.

Biennale Democrazia si chiude questa sera alle ore 21.00 alle OGR Torino con Mosca 1966. Processo alla letteratura, spettacolo di e con Ezio Mauro, che racconta la storia di due scrittori russi che sfidarono il regime sovietico usando la più sottile delle armi: la parola. Diverse iniziative continueranno però a tener viva la fiaccola della democrazia nelle prossime settimane: sarà visitabile fino al 16 luglio presso le Gallerie d’Italia la prima mostra personale di JR organizzata da Intesa Sanpaolo; fino all’11 aprile sarà possibile visitare presso la Biblioteca civica Centrale Lavoro in bianco e nero, una mostra a cura di Associazione Tra Me; e Ritratti dal Futuro. Illustrazioni di Francesco Lopomo, a cura di Minollo APS, presso lo Spazio giovani Alkadia, resterà aperta fino al 16 aprile.

Biennale Democrazia è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con Polo del ’900, Università di Torino, Politecnico di Torino.
Main Partner: Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRT; con il contributo della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e Unione Industriali Torino.
Partner: Smat e Reale Mutua; con il sostegno delle OGR Torino, Torino Social Impact, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Media Partner: Rai Cultura, Rai Radio 3, La Stampa, Limes.
Partner Tecnico: Combo – Torino.
Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus.

Alla Deejay Ten di Torino più di 10 mila partecipanti

Questa mattina a Torino la prima tappa del 2023 della Deejay TEN. Alla partenza da Lungo Po Armando Diaz oltre 10000 persone all’appuntamento con la corsa non competitiva organizzata da Linus e Radio Deejay.
“Vedere la città accogliere con tanto entusiasmo eventi come questo ci rende davvero orgogliosi e conferma ancora una volta che puntare sullo sport e sui grandi eventi di qualità è la strada giusta per rendere Torino ancora più viva e attrattiva”, ha commentato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

(Foto Facebook)

In Piemonte il 48,3% dei posti offerti dalle imprese rimane vacante

Pochi candidati e scarsamente formati. I profili più richiesti: esperti digitali e ICT ma anche autisti di mezzi, edili specializzati in riqualificazione energetica, tecnici delle rinnovabili, acconciatori, estetisti e cuochi.

In Piemonte cresce sempre di più la necessità di figure professionali qualificate da inserire nelle imprese: se nel 2022 la quota mancante di manodopera specializzata era del 41,9%, nel 2023 la carenza si attesterà al 48,3%, con una crescita del 6,4%.

La classifica territoriale piemontese delle figure professionali non trovate nel 2022 ha visto in testa Torino con il 42,2%.

Tra le imprese artigiane la difficoltà di reperimentodi manodopera in Piemonte e Val D’Aosta è del 47,7%.

Insomma, il lavoro ci sarebbe ma i posti rimangono liberi a causa del ridotto numero di candidati, per l’inadeguatezza professionale degli aspiranti e per altre “generiche motivazioni”.

Manca di tutto: da chi opera nell’ambito digitale e ICT, come i progettisti di software, gli amministratori di sistema, gli analisti e i tecnici programmatori, passando per gli autisti di camion, gli operai edili specializzati in risparmio e riqualificazione energetica, gli elettricisti, i meccanici, i meccatronici e i riparatori di autoveicoli, gli idraulici, i saldatori, gli assemblatori e cablatori di apparecchiature elettriche senza dimenticare gli estetisti, gli acconciatori e i cuochi.

E’ questo, in sintesi, ciò che emerge dall’analisi realizzata dell’Ufficio Studi di ConfartigianatoImprese, sulle “Difficoltà di reperimento di personale nelle MPI”. Il dossier mette anche in evidenza come per trovare personale adeguato, nel 2022 le imprese abbiano impiegato in media 3,3 mesi con i tempi allungatisi fino a 4,7 mesi per gli operai altamente specializzati anche se per migliaia di altre figure altamente professionalizzate occorre oltre 1 anno di ricerca.

“La difficoltà delle nostre imprese a reperire personale è la conseguenza di una molteplicità di fattori afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro”.

“Per questo – continua Felici la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, occorrono, inoltre, interventi di politica economica e misure per riattivare il mercato del lavoro.

Confartigianato Imprese ha anche fatto la rilevazione delle 73 professioni più difficili da reperire per le MPI a vocazione artigiana. L’analisi apre con una criticità importante derivata dalla carenza di conduttori di mezzi pesanti e camion (56,7% delle figure richieste mancanti), seguono i muratori in pietra, mattoni, refrattari (46,2%), elettricisti nelle costruzioni civili (63,4%), tecnici della vendita e della distribuzione (45,1%), idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas (70,1%), acconciatori (50,1%), meccanici artigianali, riparatori automobili (69,9%), operai macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali (62,7%), montatori di carpenteria metallica (64,7%), autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni e altri veicoli (37,8%), meccanici e montatori di macchinari industriali (56,0%), attrezzisti di macchine utensili  (68,6%), installatori e riparatori di apparati elettrici ed elettromeccanici (65,2%), tecnici programmatori (66,8%), tecnici della gestione di cantieri edili (61,4%), contabili con (44,1%) e analisti e progettisti di software (80,8%).

Confartigianato Imprese Piemonte mette l’accentoanche sui problemi che potrebbero verificarsi con l’arrivo, e la gestione, dei fondi del PNNR.

“Siamo di fronte a un problema molto delicato, prosegue Felici che potrebbe far generare dinamiche negative. Infatti se le figure professionali scarseggiano nelle imprese, tali difficoltà si potrebbero riverberare anche sull’Amministrazione Pubblica e negli Enti Locali, i veri attori della gestione dei contributi europei, storicamente alle prese con una cronica carenza di personale specializzato”.

Per Confartigianato Imprese, affinché il Piano si possa realizzare da parte del Governo e della Regione è indispensabile un’immediata e forte azione di sostegno, attraverso nuove assunzioni di personale o tramite supporti tecnici esterni qualificati.

“I tempi sono cortissimi – riprende Felici per formare gli addetti e i professionisti ci vogliono tanti mesi, se non anni, tanta esperienza e importanti investimenti in formazione e, non per ultimo, una notevole quantità di imprese che siano disposte a prendere in carico i giovani per accompagnarli in un percorso di sviluppo e crescita professionale i cui risultati, nella maggior parte dei casi, non sono immediati”.

Confartigianato Imprese Piemonte, per questo, auspica che l’Esecutivo Nazionale si adoperi per incentivare gli strumenti a disposizione delle imprese per le assunzioni, come per esempio l’abbattimento degli oneri contributivi. Quanto all’apprendistato, sarebbe fondamentale rafforzare questo tipo di percorso, sottolineando l’importanza dell’ambivalenza tra formazione e lavoro e tenendo, però, sempre presente un’adeguata retribuzione salariale.

“Il nostro auspicio – conclude Felici è che le imprese possano essere maggiormente aiutate nell’investire e credere nel proprio personale, migliorando la propria politica di gestione. Infine, andrebbe valorizzata anche l’attrattività dei mestieri,attraverso percorsi che evidenzino la bellezza, il valoree soprattutto l’importanza di queste occupazioni”.