SECONDO TRIMESTRE 2023 ALL’INSEGNA DELLA TENUTA: PER IL 75% DELLE IMPRESE È STATO ‘UGUALE’ O ‘MIGLIORE’ RISPETTO AL PRIMO TRIMESTRE DELL’ANNO
OCCUPAZIONE STABILE PER L’89%
PER L’81% IL COSTO DEL DENARO È AUMENTATO
TIMORI PER L’AUTUNNO, PREVISTI PEGGIORAMENTI PER LIQUIDITÀ E CREDITO
PREOCCUPANO GLI AUMENTI DI MEZZI PUBBLICI E PARCHEGGI
Luci e ombre sulla primavera e sull’estate delle 118 mila imprese del terziario torinese, che hanno affrontato con una sostanziale tenuta il secondo trimestre dell’anno e guardano ad un autunno tra stabilità e flessioni. È quanto emerge dalla dall’indagine trimestrale realizzata da Confcommercio Ascom Torino in collaborazione con Format Research sulle imprese del commercio, del turismo e dei servizi del territorio di Torino e provincia nel periodo da aprile a giugno 2023.
«L’andamento delle attività è sempre più condizionato da elementi esterni che influenzano le abitudini sia dei consumatori che degli imprenditori – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio di Torino e provincia Maria Luisa Coppa –. Ciononostante, la fiducia espressa dai nostri imprenditori è comunque un segnale forte della voglia di costruire, confermata anche dalle numerose richieste di credito finalizzate all’investimento. Prosegue la dicotomia tra l’andamento positivo dei pubblici esercizi e la flessione manifestata, invece, dai negozi di prossimità. Per loro e per tutto il terziario siamo al lavoro per promuovere politiche attive per il commercio, tutelare il tessuto imprenditoriale di prossimità, sostenere il valore sociale delle attività tradizionali, e dare strategicità al Distretto Urbano del Commercio. Tra i temi più urgenti l’aumento delle tariffe dei parcheggi e dei mezzi pubblici che preoccupa le imprese del commercio, le quali temono un ulteriore rallentamento dei consumi a beneficio delle aree commerciali extra urbane».
Migliora la fiducia delle imprese rispetto all’andamento della propria attività economica: per il 75% degli intervistati il II trimestre è stato sostanzialmente ‘buono’. In particolare, per il 27% è migliorato rispetto al primo trimestre e per il 48% è rimasto uguale, con un indice di fiducia pari a 51 (era 49 nel I trimestre). Il trend si manterrà stabile fino alla fine dell’estate.
Diminuisce leggermente l’indicatore dei ricavi delle imprese che scende da 48 a 47 e non prevede variazioni nei mesi successivi. Il 55% degli intervistati dichiara che i ricavi sono stati uguali a quelli del trimestre precedente, il 28% peggiorati e il 18% migliorati. Non si prevedono variazioni per il III trimestre.
La situazione della liquidità delle imprese si presenta in peggioramento: l’indice scende da 42 a 37. Per il 33% delle aziende la situazione è infatti peggiorata rispetto al I trimestre (era il 24% nel I trimestre). Previsto un’ulteriore flessione per la fine dell’estate.
L’89% delle imprese dichiara ‘stabile’ l’occupazione, che dall’ultimo trimestre 2022 continua a segnare un indice pari a 50.
«È positivo il clima di fiducia con cui le aziende hanno affrontato gli scorsi mesi – evidenzia il Direttore di Ascom Confcommercio di Torino e provincia Carlo Alberto Carpignano –, anche se registrano un irrigidimento delle condizioni per l’accesso al credito: sono aumentate le richieste al sistema bancario, che ha risposto tuttavia con poca disponibilità. A questo si aggiungono i costi del danaro: istruttorie, tassi di interesse e anche incremento delle garanzie delle banche, che contribuiscono ad accentuare il peso economico e finanziario di questi mesi. La speranza è che l’inflazione allenti la morsa nell’autunno per non confermare le previsioni di difficoltà che molte imprese temono, nel far fronte al costo del danaro, del lavoro e delle materie prime»
Aumentano, dunque, leggermente le imprese che hanno chiesto credito negli ultimi tre mesi, ma peggiora drasticamente il giudizio degli imprenditori sulle condizioni di credito: per l’81% sono peggiorate e per il 19% sono rimaste uguali.
Il 61% ha visto accogliere interamente la propria domanda di credito e il 71,2% lo utilizzerà per esigenze di liquidità e cassa, il 24,4% per effettuare investimenti e l’4,4% per la ristrutturazione del debito.