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Inquinamento atmosferico, monitoraggio civico: da cinque anni a Torino tira una brutta aria

I DATI DEL COMITATO “TORINO RESPIRA” – Dal 2020, l’aria è cambiata poco. Nel 2023 il 14% dei siti misurati ha superato i limiti di legge. Tutti i siti avevano valori superiori ai limiti raccomandati da OMS. 

A 5 anni dalla prima edizione della campagna di monitoraggio civico della qualità dell’aria, il Comitato Torino Respira ha presentato i dati emersi dal rilevamento del febbraio scorso con una comparazione con i dati degli anni precedenti. Il 10% delle scuole ha valori di NO2 superiori al limite di legge, tutte hanno rilevato valori sopra i criteri dell’OMS.

Mappa dei dati 2023

Presentazione dei dati

Mercoledì 25 ottobre 2023, in un evento aperto a cittadine e cittadini in ViaBaltea 3, occasione per lanciare il tesseramento per il 2024, il Comitato Torino Respira ha presentato l’analisi di cinque anni di monitoraggio civico della qualità dell’aria svolta con la campagna “Che aria tira?”.

“Che aria tira?” nel corso dei cinque anni ha coinvolto oltre un migliaio di cittadine e cittadini, decine di scuole e di associazioni e organizzazioni di volontariato della Città Metropolitana e di altre province del Piemonte. Ha contribuito ad aumentare la conoscenza sullo stato di qualità dell’aria e la consapevolezza sulle sue cause e i suoi effetti.

L’edizione 2023, in cui si è monitorato il mese di febbraio, ha potuto contare su 546 risultati utili, che includono indirizzi privati a Torino (tra cui 6 provette installate in corrispondenza delle centraline Arpa per validazione dei risultati), scuole a Torino (tra dell’infanzia, primarie secondarie ed università), in altri comuni della Regione, tra i quali Cuneo, Carmagnola, Alba, Pianezza, Settimo ed altri e un progetto specifico sulla Val di Susa condotto dal Politecnico di Torino.

I dati raccolti,  attraverso i campionatori passivi, riguardano il biossido di azoto, un inquinante importante in quanto è di per sé pericoloso per la salute umana ed è un precursore del particolato fine (PM10 e PM2,5) e dell’ozono, gli altri due inquinanti per i quali l’aria a Torino è spesso fuorilegge.

I dati risultano in genere sottostimati rispetto ai dati rilevati dalle centraline ARPA nello stesso periodo.

Cosa è successo in 5 anni

Il 2019 è stato un anno terribile per la qualità dell’aria a Torino e, se l’anno successivo ha rilevato una diminuzione drastica, gli ultimi 4 anni – dal 2020 al 2023 – la situazione è rimasta stabile con miglioramenti ancora molto limitati.

Il periodo 2020-2021 mostra le conseguenze dell’effetto dei blocchi del traffico dovuti al Covid-19. Nel 2022-2023, quando si sono concluse le limitazioni sanitarie, la situazione si è stabilizzata su valori inferiori a quelli tra 2019 e 2020.

Nel 2023, il 14% dei siti misurati hanno rilevato valori sopra i limiti di legge (ossia superano i 40 µg/m3), valore che è quattro volte superiore a quelli raccomandati dall’Oms (10 µg/m3).

Tutti i siti misurati superano il valore raccomandato dall’Oms.

Osservando le carte di distribuzione dell’inquinamento, che il Comitato ha realizzato per la prima volta quest’anno, si vedono solo 3 aree con valori di NO2 al di sotto dei 10 µg/m3, limite al di sopra del quale l’OMS indica effetti negativi sulla salute.

Le aree più esposte, come si vede dalle mappe, continuano ad essere quelle anche più esposte a problemi economici e sociali: la periferia nord della città e la periferia sud agli ingressi in città.

Come stanno le scuole

L’analisi della qualità dell’aria è iniziata in maniera sistematica nel 2020, quindi si ha una valutazione degli ultimi 4 anni.

Il 10% delle scuole ha valori di NO2 superiori al limite di legge, tutte hanno rilevato valori sopra i criteri dell’OMS.

Nell’area di alcune scuole si conferma persistere una situazione di alto inquinamento.

Sono state 26 le scuole che nei 4 anni di rilevamento sono state nella “top 10” delle scuole più inquinate, con valori abbondantemente sopra i limiti di legge: ad esempio le scuole Danilo Dolci di via Reis Romoli – nel 2020 la più inquinata, De Panis di via Ala Di Stura, con alti valori di inquinamento 3 anni su 4, o la scuola Chagall di via Cecchi, tra le prime 10 più inquinate per 3 anni su 4.

Analizzando la media dei valori delle 10 scuole più inquinate nei vari anni, la media dei valori tende leggermente a migliorare nel tempo, ma resta critica.

“Il quadro che abbiamo presentato conferma come il miglioramento della qualità dell’aria si sia praticamente fermato negli ultimi quattro anni e come sia necessario passare ad azioni più decise per tutelare la salute dei cittadini e delle cittadine torinesi. Allarma soprattutto la situazione delle scuole, e per questo invitiamo l’Assessora Foglietta ad accelerare la realizzazione di strade scolastiche e di zone libere dalle auto intorno alle scuole, a partire da quelle che abbiamo individuato come le più critiche. Bisogna poi al più presto andare verso la trasformazione di Torino in “Città 30″, così come già fatto da Bologna e migliorare il trasporto pubblico soprattutto nelle periferie che, oltre ai molti altri problemi, soffrono anche dell’aria più inquinata in città”, commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.

Torino capitale del Liberty trionfa a palazzo Madama in una grande mostra 

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Liberty Torino Capitale è il titolo della mostra che inaugura l’autunno espositivo a Palazzo Madama, Museo Civico di Arte Antica, nella sala del Senato dal 26 ottobre 2023 fino al 10 giugno 2024.

Curata da Palazzo Madama e dalla SIAT, Società degli Ingegneri e Architetti in Torino, in collaborazione con MondoMostre, l’esposizione raccoglie un centinaio di opere, che evidenziano il ruolo fondamentale che Torino ha avuto nell’affermazIone dello stile Liberty, un’arte che nella capitale sabauda travolse ogni aspetto della vita e della società, definendo un’esperienza tanto artistica, quanto architettonica , destinata a diffondersi con le sue suggestioni in tutto il mondo.

L’allestimento offre una prospettiva inedita sulle manifestazioni artistiche del Liberty e i visitatori avranno l’opportunità di comprendere I meccanismi di creazione architettonica e estetica, percependo il processo creativo di opere che spaziano dall’architettura al design di interni, dalle pitture alle sculture, lavor

rafico alla decorazione, dagli oggetti d’uso ai testi letterari, dalla poesia alla musica.

Tutti questi lavori sono caratterizzati dalla particolarità strutturale della natura, eterna generatrice di forme.

Durante i quaranta anni della Belle Epoque vi fu una fiducia illimitata nella scienza e un mondo senza più confini trovava la sua espressione in un nuovo movimento artistico filosofico capace di connettere ogni aspetto della vita con l’eleganza decorativa. La massima espressione a Torino, che ne diventa capitale, sarà raggiunta dal Parco del Valentino quale cornice ideale per esibire la produzione italiana in campo agricolo, artistico e industriale.

Il concetto sul quale la mostra di palazzo Madama si concentra è quello di metamorfosi, presentando una stagione europea di ricche trasformazione. Il passaggio tra l’Ottocento e il Novecento può essere, infatti, considerato un processo di trasformazione di natura estetica, sociale e geopolitica.

Cinque sono le sezioni in cui si articola la mostra, di cui l’esordio è consacrato all’eterno femminile, vale a dire all’immagine della donna che, al passaggio tra Otto e Novecento, emerge per potenza visiva e assume un nuovo ruolo sociale che l’esposizione ricolloca in una dimensione di eccezionalità. Lo dimostrano le opere di Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Da qui si passerà nell’ambiente privato della Casa Moderna, accolti dal bow window della palazzina Turbiglio, dove si potrà apprezzare la novità prorompente dell’elemento architettonico del panorama del Liberty torinese. Si potranno ammirare gli abiti di grande eleganza di un tempo, i complementi di arredo e gli accessori illuminati da un lampadario della Officina Mazzucotelli, prendendo coscienza del ruolo della danza e del movimento grazie a immagini quali il magnifico vaso portafortuna di Leonardo Bistolfi.

Da questo interno si è poi proiettati nelle vie e nei quartieri torinesi, città capace di applicare il Liberty a ogni tipologia edilizia. La Gran Via rappresenta il cuore dell’esposizione Internazionale del 1902, rievocato con opere originali allora esposte e i corrispondenti impianti iconografici, che non soltanto testimoniano i fermenti culturali del tempo, ma soprattutto indicano l’essenza della rivoluzione Liberty torinese.

Solo Torino è in grado di declinare questa storia nell’ambito dell’edificare, poiché il Liberty connota scuole e fabbriche, case popolari e eleganti ville, bagni pubblici e oltre cinquecento capolavori distribuiti su tutto il territorio cittadino

La quarta sezione, che si intitola “Nuovi linguaggi per una nuova società “, concentra la sua attenzione sull’industria dell’arredamento e degli interni e spazia dall’editoria scolastica alla grafica pubblicitaria e alle riviste, in un Liberty che diventa linguaggio unificante di un Paese e di una società, trovando il suo massimo esponente in Leonardo Bistolfi, protagonista assoluto dell’ultima sala intitolata “Dalla Sfinge a Città del Messico” percorso emozionante nel meccanismo della creazione artistica, che permette di seguire il farsi dell’idea dal primo schizzo al disegno, dal bozzetto al modello e al gesso preparatorio, dal marmo al bronzo dell’opera compiuta seguendo lo scultore nella genesi di alcuni suoi grandi capolavori.

Nel quarantennio della cosiddetta Belle Epoque, nei decenni di fiducia sconfinata nel progresso sicuramente diventa simbolo di quest’epoca il parco del Valentino. Con l’Esposizione Generale italiana del 1898 si crea la Fontana dei Mesi, una cascata di oltre 600 litri d’acqua al secondo, con due pennacchi lanciati a 20 metri di altezza. Carlo Ceppi, con una scenografia del tutto sorprendente rispetto al rigore della città sabauda, concepisce una fontana di forma neosettecentesca, in grado di conciliare nostalgie rococò a spunti Liberty, utilizzando il moderno cemento. A essa lavorano Luigi Contratti, Giacomo Cometti, Cesare Reduzzi e Edoardo Rubino, scultori protagonisti della grande stagione del Liberty, di cui Torino diviene la capitale indiscussa, riconosciuta per l’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa moderna, che si tenne tra l’aprile e il novembre del 1902, capaci di dare spazio ai massimi protagonisti dell’art nouveau in Italia e in Europa.

Torino sarà anche in grado di innestare sul suo territorio settecentesco una straordinaria avventura urbana e sociale, con l’arte del Liberty che ridefinisce la quotidianità della città.

L’architetto ingegnere Pietro Fenoglio crea capolavori quali Villa Scott, protagonista del film di Dario Argento ‘Profondo Rosso’, e Casa Fenoglio La Fleur ove tutto, dai telai delle finestre ai caloriferi in ghisa, dagli stipiti in legno alle maniglie delle porte, è stato disegnato dall’architetto.

Secondo Rossana Bossaglia “la casa Fenoglio-La Fleur resta per noi forse il più bell’esempio di architettura Liberty in Italia, certo il più puro nel senso di art nouveau”. Fenoglio progettò l’edificio come propria abitazione concedendosi, secondo il gusto francese dell’epoca, di farne una “casa-studio”, favorendo la massima espressione del suo spirito creativo, celando probabilmente l’intenzione di realizzare un vero e proprio modello estetico, nel pieno della gloriosa stagione del Liberty torinese.

Queste costruzioni introducono a un vasto insieme di ville nobiliari e palazzi destinati alla borghesia, che saranno il preludio per esperienze estremamente originali quali la realizzazione del villaggio Leumann, nato nel solco dello spirito del Nord Europa, fino ai caseggiati nei quartieri popolari, operai, artigiani e impiegatizi di Barriera di Milano, San Paolo fino ai bagni pubblici.

Le tecniche, i nuovi materiali quali il litocemento e le forme sinuose si applicano ad ogni contesto con grazia e semplicità. Il sistema decorativo conosce una ridefinizione sia nell’ambito delle dimore private, sia dello spazio urbano. Un esempio su tutti il monumento, esemplare del gusto dell’epoca, ad Amedeo di Savoia duca d’Aosta, posto all’ingresso del parco del Valentino nel 1902, con cui Calandra costruisce un capolavoro del Liberty come lo volle intendere nella rivista ‘L’arte decorativa moderna’, da lui fondata con Leonardo Bistolfi, Enrico Reycend, Enrico Thovez e Giorgio Ceragioli. Una rivista capace di sottolineare con la contemporanea Esposizione torinese, l’affermarsi di un nuovo stile.

La parola chiave intorno alla quale ruota la mostra di Palazzo Madama è metamorfosi. Il passaggio tra Otto e Novecento può essere considerato quale un grande passaggio di transizione estetica, sociale e geopolitica.

La mostra si avvale anche del contributo dato dalla campagna fotografica svolta dall’architetto Pino Dell’Aquila.

Liberty . Torino capitale 26 ottobre 2023- 10 giugno 2024

Palazzo Madama- Museo Civico d’arte Antica. Sala del Senato. Piazza Castello Torino

Mara Martellotta

Nitto Atp Finals, “Torino, it’s a match!”: talk, degustazioni, mostre, visite guidate

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Per ricevere e coinvolgere il pubblico in arrivo per le Nitto ATP Finals di tennis maschile, in calendario al Pala Alpitour di Torino dal 12 al 19 novembre, anche quest’anno Città di Torino, Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e Visit Piemonte, hanno messo a punto un ricchissimo programma di appuntamenti collaterali denominato “Torino, it’s a match!”: dal 9 al 19 novembre si terranno talk, degustazioni, mostre, visite guidate e numerosi eventi, molti dei quali gratuiti.

Il luogo principale delle attività sarà piazza Castello. Sul lato destro di Palazzo Madama verrà allestita la “nuova” Casa Tennis, una grande cupola geodetica in acciaio di 21 metri di diametro e dalla capienza di oltre 150 posti che richiama nella forma una pallina da tennis. Sarà animata da conferenze e interviste, prenotabili sull’app DICE, con ospiti torinesi, italiani e internazionali provenienti dai mondi dello sport, dell’editoria e dello spettacolo. Come già avvenuto lo scorso anno, Palazzo Madama aprirà le sue porte ai giornalisti diventando “Casa Media”, uno spazio di lavoro dedicato, allestito nella scenografica Corte Medievale, dove si potranno incontrare ed intervistare i protagonisti degli eventi ospitati in città e a “Casa Tennis”.

All’Archivio di Stato, ingresso da piazzetta Mollino, si troverà laCasa Gusto”, uno spazio per le degustazioni guidate delle eccellenze enogastronomiche del territorio, organizzate da Camera di commercio di Torino e Regione Piemonte. Anche queste attività – gratuite per i possessori di biglietti Nitto ATP Finals e al costo simbolico di 5 euro per il resto del pubblico (il ricavato sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus) – saranno prenotabili tramite l’app “DICE”.

Tantissimi, inoltre, gli eventi diffusi nel centro di Torino: dal 10 al 19 novembre, dal primo pomeriggio e fino a sera musica, busking, arti acrobatiche e magia, con performance coinvolgenti che stimoleranno la curiosità del pubblico. Sabato 18 novembre in occasione della Notte del Tennis cultura, musica, danza e arte si fonderanno creando fino a mezzanotte un’atmosfera indimenticabile, con numerosi eventi speciali che coinvolgeranno locali e esercizi commerciali.

Tutte le informazioni sugli eventi e gli appuntamenti in programma durante le Nitto ATP Finals, le attività al Fan Village, il palinsesto delle esperienze a Casa Tennis, le degustazioni di Casa Gusto e le visite guidate sono disponibili e aggiornate in una speciale sezione sul sito www.turismotorino.org

Il Piemonte ha la nuova legge su nidi e scuole d’infanzia

DAL CONSIGLIO REGIONALE – Potenziare la qualità dell’assistenza ai bambini da 0 a 6 anni e i servizi a supporto della natalità. È uno degli obiettivi del Ddl sulla “Disciplina dei servizi educativi per l’infanzia e le disposizioni relative al sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni”, presentato dall’assessore Elena Chiorino e approvato dall’aula di Palazzo Lascaris all’unanimità.

Chiorino, durante l’intervento conclusivo, ha spiegato che questo testo porta al centro i bambini e le loro famiglie, puntando sulla qualità di un sistema educativo che vuole essere anche uno strumento a sostegno dell’occupazione femminile, un supporto nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Il provvedimento di 36 articoli (relatore Federico Perugini – Lega) intende garantire una pluralità e un’equilibrata distribuzione di offerte educative e di istruzione rivolte a questa fascia di età, con l’obiettivo di rispondere in modo adeguato alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie.
Assume un ruolo centrale l’avvicinamento e il consolidamento tra i settori 0-3 e 0-6 anni. Si rafforza poi il ruolo della Regione: alla tradizionale funzione di programmazione e regolazione dell’offerta educativa si aggiungono la promozione qualitativa del sistema integrato, con la formazione innovativa e dedicata degli operatori, i coordinamenti pedagogici territoriali, i poli dell’infanzia, un tavolo inter-istituzionale permanente e una Conferenza regionale del sistema integrato 0-6.
La legge consentirà la valorizzazione del ruolo dei Comuni e un ordinamento dei servizi regionali 0-3 anni, costituito da nidi di infanzia e micronidi (anche aziendali e aperti al territorio), le sezioni primavera e i servizi integrativi, come il nido in famiglia, lo spazio gioco per bambini e il centro per bambini e famiglie.
Soddisfazione per l’approvazione del provvedimento dal capogruppo della Lega Alberto Preioni, che ha chiesto un impegno ulteriore: “arrivare ad avere gli asili nido gratis in Piemonte anche per contrastare la denatalità, come già avviene in altre regioni italiane”.
Per Carlo Riva Vercellotti (Fdi) questa legge è un passo significativo per l’innovazione dei servizi educativi nella fascia 0-6 anni, settore finora disciplinato da una norma di 50 anni fa, che richiedeva un adeguamento non solo rispetto alla sopravvenuta normativa nazionale ma anche alle mutate esigenze della società.
Silvana Accossato (Luv) ha aggiunto che pur riconoscendo il costruttivo lavoro svolto, anche con il contributo delle opposizioni, avrebbe osato ancora di più nel recepire nel testo quelle le sperimentazioni e innovazioni che il territorio ha prodotto in questi anni sul tema. La consigliera ha presentato alcuni emendamenti al testo di cui cinque approvati in aula.
Diego Sarno (Pd) ha affermato che il suo gruppo ha lavorato molto per far riconoscere la priorità nei finanziamenti alle scuole e ai servizi educativi pubblici, a garanzia di un diritto universale e per la gratuità degli asili nidi ha proposto di utilizzare le risorse disponibili del fondo Vita nascente.

 

Un milione e mezzo di euro a Bardonecchia, primo passo per il ristoro dei danni

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la protezione civile Nello Musumeci, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza dell’eccezionale evento meteorologico verificatosi il giorno 13 agosto a Bardonecchia, con lo stanziamento di 1.510.000 euro.

Ho sentito telefonicamente questa mattina il ministro della protezione civile Nello Musumeci che ho voluto ringraziare per l’attenzione dimostrata nei confronti del Piemonte. Abbiamo ottenuto la dichiarazione dello stato di emergenza per Bardonecchia ed un milione e mezzo di euro: il primo passo per risarcire i tanti danni subiti dalle infrastrutture pubbliche e dai cittadini a causa della colata di fango che si è abbattuta sul paese”- afferma soddisfatto il Presidente Alberto Cirio.

I tecnici regionali, in stretta collaborazione con quello del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, hanno effettuato sopralluoghi subito dopo l’evento per circostanziare le misure necessarie al ripristino dei luoghi.
“Il riconoscimento dello stato d’emergenza ci era stato garantito fin dalle prime ore dal capo dipartimento della Protezione Civile Curcio, che ringrazio per la consueta vicinanza. Ora arriva il riconoscimento formale dal parte del Governo. Per la città di Bardonecchia è stato sicuramente un evento difficile che ha condizionato la stagione estiva, ma anche fin da subito il sistema di Protezione civile si è immediatamente mobilitato per prestare la prima assistenza al Comune. Non ci sono state vittime e quando si verificano eventi di questa portata è davvero la cosa più importante”- dichiara l’Assessore alla Protezione Civile, 
Marco Gabusi.
Per quanto riguarda i danni a opere assicurabili, come le auto e i tetti, la Regione ha approvato lunedì scorso una norma che consentirà di riconoscere, in caso di eventi atmosferici di particolare gravità, un rimborso forfettario per i beni danneggiati, anche in assenza di copertura assicurativa.”
“Una buona notizia dopo settimane veramente dure. Ringrazio il Governo tutto per l’impegno dimostrato nei nostri confronti. E ringrazio la Regione Piemonte, il presidente 
Alberto Cirio e l’assessore Marco Gabusi che, fin dalle prime ore dopo gli eventi del 13 agosto, non hanno mai mancato di farci sentire il loro appoggio ed il loro aiuto. Da parte nostra continuiamo a lavorare incessantemente per ripristinare la situazione e portare a termine gli interventi di sicurezza, in modo da essere pronti al meglio ad accogliere la stagione invernale. Stiamo, inoltre, progettando interventi che aiutino a mitigare il rischio residuo e rendano la località sicura per residenti e turisti.” afferma il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti.

Cirio e Lo Russo credono ancora nel “sogno olimpico”. Al Governo il progetto del bob a Cesana

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco della Città metropolitana di Torino Stefano Lo Russo hanno trasmesso al Governo e al Coni la documentazione necessaria per dimostrare la piena fattibilità del recupero strutturale della pista di Cesana per disputarvi le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali 2026.

Illustrando i contenuti dei documenti, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha evidenziato che “è importante comunicare al mondo che l’opportunità c’è spendendo la metà dei soldi previsti. Ho apprezzato che il Governo abbia deciso di esperire la possibilità di utilizzo del nostro impianto prima di andare fuori dai confini nazionali. Lo studio della Fondazione XX Marzo è molto dettagliato sotto il profilo tecnico-finanziario e il faldone comprende anche una relazione del professor Giuseppe Perro, presidente dell’Ordine Ingegneri di Torino, e un’ipotesi seria, credibile e di prospettiva per l’utilizzo sportivo dell’impianto anche dopo le Olimpiadi, per la quale abbiamo lavorato in queste settimane, Insomma, stiamo, in modo concreto cercando di rimediare a un errore del passato che questo territorio ha fatto, che è stato quello di rinunciare alle Olimpiadi. Fin dal primo giorno del mio insediamento abbiamo lavorato per rimetterci in corsa”,

Il sindaco Lo Russo ha affermato che “i documenti dimostrano la fattibilità tecnica nei tempi necessari con costi inferiori. Sarebbe davvero un peccato se il Governo rinunciasse a riqualificare un impianto italiano per spostare le gare all’estero. Se compatti siamo più forti e aiutiamo a prendere le decisioni giuste. Ma siamo combattivi e tenaci e non ci facciamo scoraggiare”.

Per il presidente della Fondazione XX Marzo Francesco Avato “Cesana ha solo bisogno di essere ammodernato, tutto è in buono stato e facilmente recuperabile. La pista è molto tecnica ed ha continuato l’attività con il pistino di spinta fino all’ultima stagione. Sul piano della sostenibilità energetica ed ambientale abbiamo previsto un parco fotovoltaico grazie alla buona esposizione solare e produrremo il freddo in maniera ecocompatibile”.

Infine, il sindaco di Cesana Roberto Vaglio ha ricordato che “quando il bando di Cortina andò deserto ci dicemmo d’accordo a recuperare l’unico impianto che potrebbe esistere in Italia e abbiamo aderito al progetto con grande entusiasmo”.

A sostenere l’ipotesi di riattrezzare la pista di Cesana anche il direttore tecnico della nazionale bob
e skeleton Maurizio Oioli: “Vorremmo avere un impianto in Italia. L’idea di andare all’estero ci ha
lasciati senza parole. Pensare di gareggiare di nuovo su questa pista sarebbe fantastico e poterci allenare su una pista in casa sarebbe un aiuto anche per far crescere le nostre discipline. Contare su un impianto che proseguirà anche nel post olimpico cambia le prospettive e ci permette di fare progetti a lungo termine”.

I dehors della movida torinese potranno chiudere già alle 22

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Con le modifiche ai Regolamenti 388 e 329 approvate oggi dal Consiglio comunale la Città potrà anticipare gli orari di chiusura dei dehors sino alle ore 22 nelle zone caratterizzate da afflusso rilevante di persone anche in modo differenziato nella stessa area con l’obiettivo di riportare entro la soglia di tollerabilità le emissioni delle fonti rumorose; i titolari degli esercizi dovranno esporre all’ingresso l’indicazione della capienza massima consentita all’interno dei dehors o dei padiglioni.

“Grazie all’approvazione di queste due delibere – ha spiegato l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – si perfeziona il percorso avviato dalla Città lo scorso maggio nel dare attuazione al piano di governo della notte su cui da mesi lavorano assessorati e settori della città insieme ai comitati, alle associazioni di categoria e alle circoscrizioni. L’obiettivo è sempre lo stesso: limitare i disagi causati dalla vita notturna per individuare un equilibrio tra il diritto al riposo e le necessità di imprenditori e clienti che animano questo settore economico.” 

Per ridurre la rumorosità dei locali di San Salvario, Santa Giulia, Vanchiglia e tra piazza Vittorio e corso Regio Parco i nuovi esercizi che apriranno non potranno avere una superficie interna inferiore a 75 metri quadrati anziché gli attuali 50; la norma non sarà retroattiva e riguarda l’apertura di nuove attività o il trasferimento degli esercizi all’interno delle aree. I locali in queste zone avranno l’obbligo di avvalersi di personale di sala formato e identificabile con pettorine per un’azione di invito a correggere o rivedere determinati comportamenti e fornire informazioni e assistenza alla clientela secondo un protocollo operativo concordato tra la Città e le Associazioni di categoria da stipulare entro novanta giorni con l’obiettivo di salvaguardare gli obblighi di legge in materia di somministrazione di alcolici. 

Gli atti approvati dalla sala Rossa sono stati esaminati dalla Commissione Lavoro a settembre e ottobre in due specifiche sedute dedicate al tema.

Il Sindaco incontra i lavoratori del Goethe Institut

 

 

Il sindaco Stefano Lo Russo ha incontrato oggi insieme alla Vicesindaca Michela Favaro una delegazione di lavoratori e studenti del Goethe Institut, riuniti sotto Palazzo civico insieme ai sindacati per protestare contro la decisione dell’Istituto di chiudere la sede torinese. Il Sindaco ha spiegato loro di aver firmato oggi una lettera insieme alle assessore a Lavoro e Cultura, Gianna Pentenero e Rosanna Purchia, indirizzata al presidente del Goethe, all’ambasciatore tedesco e alla ministra degli Esteri tedesca in cui si chiede di riconsiderare questa scelta.

“Proveremo – ha detto – a scongiurare, per quanto possibile, la chiusura. La notizia ci ha colti di sorpresa e combatteremo per tenere aperto il Goethe a Torino. Non dipende direttamente dalla Città – ha aggiunto Lo Russo-, ma facciamo quello che possiamo. Come amministrazione siamo attenti alla questione del tedesco a Torino, per il ruolo culturale e per la collaborazione internazionale”.

A sostegno dell’ente culturale si è mobilitata tutta la città, quasi 17 mila le firme raccolte finora.

“Insieme alla collega Rosanna Purchia – aggiunge l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero- abbiamo incontrato più volte nelle ultime settimane i vertici torinesi del Goethe, i lavoratori e le rappresentanze sindacali i perché l’esperienza culturale e formativa del Goethe a Torino non si può perdere. Come città ci stiamo attivando attraverso i contatti con le altre realtà sede dell’istituto, con la direzione centrale e la rappresentanza diplomatica tedesca per trovare una soluzione a questa chiusura. Noi vogliamo sottolineare come la perdita dell’istituto potrà pesare sull’offerta culturale della città e sulle risorse da fornire al tessuto economico” .

“Sarebbe una grande perdita per la città dal punto di vista culturale, a maggior ragione senza una reale motivazione se non quella dovuta a un piano di tagli lineari.  Metteremo in campo tutto il nostro impegno e le nostre energie  per evitare che questo accada in maniera definitiva” conclude l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia.

Al via le preadesioni per il vaccino anti Covid sul sito “ilPiemontetivaccina.it”


La Regione: “Prosegue un modello che ha già funzionato 
grazie alla sinergia tra Asl, farmacie e medici di famiglia”

I cittadini appartenenti alle categorie previste dalla circolare ministeriale del 27 settembre scorso che intendono vaccinarsi contro il Covid da oggi possono manifestare la propria adesione sul sito “ilPiemontetivaccina.it”.

Una possibilità in più accanto a quella di rivolgersi ai medici di medicina generale, ai pediatri e alle farmacie presenti sul territorio e aderenti alla campagna vaccinale.

“Con l’avvicinarsi della stagione invernale mettiamo in campo tutti gli strumenti in modo da rendere l’adesione alla campagna vaccinale più capillare e semplice possibile – affermano il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – Il Piemonte è la regione che ha fatto il più alto numero di terze, quarte e quinte dosi e oggi vogliamo dedicare la stessa attenzione alle categorie più esposte per le quali è indicata la vaccinazione in questa fase”.

Come si aderisce?

Le informazioni sulle modalità di accesso sono invariate. Alla selezione del pulsante “Manifesta l’adesione” si accederà al “Modulo di preadesione annuale 2023/24”: il cittadino dovrà selezionare il box “Confermo di appartenere ad una delle categorie per le quali è raccomandato il vaccino” accanto al quale è riportata nuovamente l’informativa sulle categorie destinatarie del vaccino.

L’adesione non sarà consentita se ricorre una di queste condizioni:

1)avere già ricevuto la somministrazione del nuovo vaccino Covid XBB 1.5;
2) aver avuto una somministrazione di vaccino anti-Covid nei 6 mesi precedenti;
3)aver contratto l’infezione Covid nei 6 mesi precedenti.

A chi è rivolta la vaccinazione?

La dose di richiamo è raccomandata a distanza di 6 mesi dall’ultima dose di vaccino ricevuta o dall’ultima infezione, a prescindere dal numero di eventi pregressi.
La dose di richiamo viene offerta a queste categorie di persone:

-Persone di età pari o superiore a 60 anni

-Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento

– Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e delle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione

– Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave

-Familiari, conviventi e caregiver di persone con elevata fragilità

L’sms con l’appuntamento

Entro 10 giorni dalla preadesione si riceverà un sms con la data dell’appuntamento sulla base dei tempi di programmazione dei centri vaccinali della propria ASL.
Sul Piemontetivaccina.it è possibile modificare o annullare l’appuntamento che verrà comunicato dalla ASL mediante sms.

Si ricorda che è anche possibile prenotare la vaccinazione anti-Covid in una delle farmacie aderenti (il cui elenco è disponibile sul sito “ilPiemontetivaccina.it”) o rivolgendosi al proprio medico di famiglia.

La distribuzione delle dosi di vaccino anticovid alle Asl, ai medici di medicina generale, ai pediatri e alle farmacie sul territorio è coordinata da Azienda zero.

Chirurghi ed ingegneri insieme per un intervento al cuore senza precedenti, alle Molinette di Torino

Un intervento cardiochirurgico di frontiera mai effettuato prima in Italia e tra i primi al mondo, grazie alla collaborazione straordinaria di cardiochirurghi e ingegneri, presso la Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Impiantate a cuore battente contemporaneamente due protesi aortica e mitralica, grazie ad un intervento sperimentato sul cuore in 3D del paziente. Si tratta di un uomo di 66 anni della provincia di Asti, affetto da una grave malattia a due valvole cardiache: l’aortica e la mitralica, con la necessità di un intervento cardiochirurgico da eseguire al più presto, a causa di un cuore sempre più affaticato e per l’impossibilità di continuare una vita normale. Sfortunatamente il paziente è anche affetto da un quadro polmonare così compromesso da controindicare l’intervento tradizionale, “a cuore aperto”.

Il cardiochirurgo professor Stefano Salizzoni, non nuovo ad interventi innovativi, si attiva per cercare una soluzione: impiantare due protesi a cuore battente. Solo due casi descritti al mondo, un intervento mai eseguito in Italia. L’intuizione del primario, il professor Mauro Rinaldi: chiedere aiuto agli ingegneri per simulare l’intervento.

Infatti, seppur l’impianto di protesi aortica a cuore battente (TAVI) sia ormai un intervento di routine e l’impianto di protesi mitralica sia già stato eseguito su numerosi pazienti, la combinazione dei due è difficilmente eseguibile a causa dell’interazione tra le due protesi che potrebbero “disturbarsi” l’un l’altra, mettendo a rischio la vita del paziente. Così, dopo un’ecocardiografia effettuata dal dottor Gianluca Alunni ed una TAC eseguita dal professor Riccardo Faletti, presso la Radiologia universitaria (diretta dal professor Paolo Fonio), le immagini sono state elaborate dai professori Umberto Morbiducci e Diego Gallo (Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino), i quali, grazie alla collaborazione con il Gruppo CompMech dell’Università di Pavia (professori Michele Conti e Ferdinando Auricchio) e con il Laboratorio 3D4Med del Policlinico San Matteo di Pavia (ingegner Stefania Marconi), hanno realizzato la stampa 3D del cuore del paziente su cui impiantare i fac-simile delle due protesi cardiache, attestando la fattibilità dell’intervento.

L’operazione, eseguita dal professor Stefano Salizzoni, con la collaborazione dei dottori Antonio Montefusco e Michele La Torre, sotto la guida ecocardiografica del dottor Alessandro Vairo e l’attenta anestesia del dottor Tommaso Pierani, è durata circa due ore ed è perfettamente riuscita. Il paziente è già stato dimesso al domicilio dopo pochi giorni.

Ancora una volta l’ospedale Molinette si contraddistingue per la capacità di compiere interventi innovativi a livello mondiale. La collaborazione con gli ingegneri del Politenico sarà fondamentale per continuare a rimanere tra le eccellenze a livello internazionale e mettere a punto innovazioni che permetteranno di continuare a curare pazienti che una volta sembrava impossibile poter salvare.