Davanti a oltre 800 tra imprenditori e manager, si è svolta questa mattina l’assemblea annuale dell’Unione Industriali Torino. All’evento hanno partecipato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.
La relazione del presidente Marco Gay si è aperta con un suggestivo video, realizzato con l’intelligenza artificiale, che immaginava la Torino del 2100. Le immagini si sono concluse con una panoramica sul pubblico in sala: “Questo video inizia qui. Inizia qui perché abbiamo una certezza: la nostra ambizione e il nostro impegno sono gli stessi con cui ci siamo lasciati un anno fa (…). Mettere in campo ogni sforzo e ogni energia per contribuire a rendere la nostra città e il nostro territorio luoghi di crescita e innovazione”.
Nel suo intervento, Gay ha espresso preoccupazione per il quadro geopolitico internazionale: “Al di là dell’Atlantico si sta imponendo un nuovo codice nel linguaggio diplomatico (…). Ciò che più ci preoccupa è la costante incertezza di quello che è e che sarà”, pur riconoscendo come “in Italia godiamo di stabilità politica: per noi imprenditori è essenziale”. Ribadendo l’importanza dell’Europa, ha ammonito che “dobbiamo riformare le politiche, non i princìpi”, invitando a ridurre frammentazioni e burocrazia: “Siamo fermi a guardare cosa fanno gli altri”.
Riguardo alla Legge di Bilancio, il presidente ha richiamato la necessità di un equilibrio tra vincoli e crescita: “Il rispetto dei vincoli comunitari non deve diventare il motivo per non fare (…). Una crescita dello 0,5% non è una vera crescita”. E ha aggiunto: “Gli equilibri di finanza pubblica non si tengono senza investimenti e senza crescita”, sottolineando l’urgenza di agire su innovazione, intelligenza artificiale, fiscalità e costo dell’energia.
Sul fronte industriale, Gay ha ricordato che il settore “vale 510 miliardi di euro, pari al 23,4% del PIL nazionale e al 26% a Torino”, invitando gli imprenditori a una scelta chiara: “Vogliamo essere ambiziosi o continuare a difenderci?”.
“Al nostro Paese serve una politica industriale con una visione almeno triennale (…). Ma non è pensabile di fare sviluppo e crescita con queste risorse”, ha osservato riferendosi ai limiti del bilancio statale e alla misura del superammortamento.
Guardando a Torino, Gay ha sottolineato come “è già da tempo il momento del coraggio”, rilanciando il tema della mobilità: “Abbiamo la filiera, il know how, l’ingegneria e allora abbiamo bisogno che tutti si prendano degli impegni chiari”.
Ha poi ricordato i progressi del tessuto produttivo locale: “In dieci anni le aziende di Torino sopra i 5 milioni di fatturato sono cresciute del 37% e i dipendenti del 24% (…). È il segnale che nessuno sta ‘divorando’ il presente, ma stiamo investendo sul domani”.
Proiettandosi verso il 2030, Gay ha indicato i settori chiave della crescita globale — aerospazio, robotica, chip, energia, medicina, nanomateriali e alimentazione — e il ruolo strategico che Torino può giocare: “Essere la città dove uomo e macchina convivono in un prodotto industriale di eccellenza (…). Vogliamo essere centro sperimentale per il volo dei droni e per la medicina del futuro”.
Ampio spazio è stato dedicato anche alla formazione: “La rivoluzione tecnologica comporta una rivoluzione che è anche culturale (…). Dobbiamo superare tutte le resistenze per rafforzare la collaborazione tra sistema educativo e sistema produttivo”. E ancora: “I giovani sono il nostro presente e a loro dobbiamo prima di tutto l’attenzione delle nostre scelte”.
Sul mondo delle imprese, Gay ha annunciato il progetto “Destinazione crescita”: “La crescita dimensionale sarà un requisito per stare nel futuro da protagonisti (…). Ma la crescita non è un fatto individuale. È un esercizio collettivo”, ribadendo l’importanza delle grandi infrastrutture e delle misure straordinarie per la competitività.
In chiusura, un appello alla responsabilità e all’ottimismo: “Noi abbiamo la responsabilità di proporre, è il nostro compito (…). È il momento di recuperare e alimentare quell’ottimismo industriale che ha sempre distinto la nostra città (…). Un posto dove l’industria c’è, ma certamente la nuova industria continuerà a esserci e troverà casa”.
Nelle scorse ore, la Polizia di Stato ha arrestato a Torino tre giovani per rapina aggravata in concorso.
Attorno alle due mezza di domenica, una coppia di amici a passeggio lungo la riva del Po è stata avvicinata, all’altezza di via Sineo, da tre giovani cittadini egiziani che, dopo aver chiesto loro una sigaretta, li hanno aggrediti utilizzando uno spray urticante.
I tre, tutti di 20 anni, sono riusciti a impossessarsi della borsetta della ragazza e dello zaino del ragazzo, per poi fuggire in direzione di via Balbo.
I poliziotti dei “Falchi” della Squadra Mobile torinese, acquisite le descrizioni, hanno svolto attive ricerche in zona, fino a quando hanno notato il gruppetto in Viale dei Partigiani e, seguendoli fino a via XX Settembre, dove li hanno fermati.
Addosso ai giovani, gli investigatori hanno rinvenuto alcuni documenti sottratti a una delle vittime, che le sono stati riconsegnati, nonché un coltello a lama fissa e lo spray urticante utilizzato durante la rapina.
Gli arresti sono stato convalidati dall’Autorità Giudiziaria, che ha disposto come misura l’obbligo di presentazione alla P.G.
Ieri si è svolta un’anteprima riservata ai giornalisti che hanno potuto apprezzare il lavoro degli studenti dei corsi di Laurea Triennale, Laurea Magistrale in Architettura, Design, Pianificazione urbanistica e territoriale e Architettura del paesaggio del Politecnico di Torino. I futuri architetti si sono cimentati con esercizi progettuali su diverse aree urbane e tematiche di lavoro, a stretto contatto con l’Amministrazione comunale e in particolare con l’assessorato all’urbanistica della città di Torino. Gli esiti di questa stimolante mostra saranno visibili a tutti proprio da questo pomeriggio. Le fotografie sotto i portici della piazza illustrano i luoghi di progetto. Negli spazi di Urban Lab, invece, analisi, disegni e modelli mettono in mostra molteplici possibili destini per edifici, isolati e intere zone di una Torino che si immagina più sostenibile e accessibile.
La Città di Torino sta affrontando un momento di straordinario cambiamento: rilevanti investimenti pubblici e privati hanno avviato una nuova stagione di rigenerazione e ripensamento del territorio. Il numero delle trasformazioni urbane che si stanno avviando sul territorio comunale e le sfide attuali, mettono in luce la possibilità di ragionare in termini esplorativi intorno alla trasformazione di aree, edifici, brani di città. E il nuovo Piano regolatore presentato lo scorso 14 ottobre alla ESCP Business School ne è un esempio.
«Il lavoro che si fa con “Scenario Torino” – spiega l’assessore all’urbanistica Paolo Mazzoleni – è straordinario per noi e per gli studenti che si mettono all’opera su aree esistenti della città con progetti migliorativi che riqualificano interi quartieri. È un esercizio utilissimo per la città da cui poter prendere anche spunto ed è interessante capire come gli studenti immaginino la loro visione della città con modellini fisici e disegni tecnici. Un enorme mole di lavoro per gli studenti e i loro tutor e docenti del Politecnico che ringrazio».
L’iniziativa è stata curata dai docenti Caterina Barioglio, Nadia Caruso, Valerio Della Scala e Saskia Gribling, e ha coinvolto più di 14 insegnamenti di Ateneo.
Un’opportunità unica, che ha consentito da una parte ai ragazzi e alle ragazze di confrontare le proprie conoscenze teoriche con le sfide reali dell’urbanistica contemporanea, e dall’altra alla Città di Torino di beneficiare di una serie più variegata di immaginari ed esplorazioni meta-progettuali sul territorio e sulla sua trasformazione.
La mostra sarà visitabile fino all’8 novembre 2025 dal mercoledì al venerdì, dalle 14 alle 18 e il sabato dalle 12 alle 19.
All’inaugurazione sono previsti gli interventi di Paolo Mazzoleni, Assessore all’Urbanistica della Città di Torino, Andrea Bocco, Direttore del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST del Politecnico di Torino, Michele Bonino, Direttore del Dipartimento di Architettura e Design-DAD del Politecnico di Torino e Piero Boccardo, Presidente di Urban Lab.
Soggetti coinvolti:
Assessorato all’Urbanistica della Città di Torino
Urban Lab
Dipartimento DAD (Architettura e Design) del Politecnico di Torino
Dipartimento DIST (Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio) del Politecnico di Torino.
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Giachino: “Il Confronto col Governo avverrà prima della presentazione della Legge di Bilancio. Si presentano i dati reali della economia torinese e piemontese se si vogliono chiedere misure importanti. Urso va sostenuto. Se Riparte Torino aumenterà anche la crescita economica italiana”

Il settore dell’automotive sta vivendo una fase di profonda trasformazione e incertezza, che a Torino e in Piemonte assume una valenza particolarmente delicata. L’area che per decenni è stata il cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, con la Fiat prima e poi con Stellantis, oggi affronta una crisi strutturale dovuta a una combinazione di fattori: la transizione verso l’elettrico, il rallentamento della domanda in Europa, la riorganizzazione delle strategie produttive globali e la perdita progressiva di occupazione.
Negli ultimi anni, la produzione automobilistica in Italia ha subito un calo costante, e il Piemonte ne è uno degli epicentri. I dati diffusi dai sindacati mostrano che Stellantis ha ridotto di diverse migliaia il numero di dipendenti nel Paese, con una parte consistente degli esuberi concentrata tra Torino e Mirafiori. Lo storico stabilimento torinese, simbolo del “miracolo industriale” del Novecento, è oggi al centro di un difficile processo di riconversione: la produzione della Fiat 500 elettrica, su cui si erano riposte molte speranze, non ha raggiunto i volumi attesi, e l’azienda ha dovuto fare ricorso a cassa integrazione e programmi di uscite volontarie per centinaia di lavoratori. Le linee produttive funzionano a ritmo ridotto e, in più occasioni, sono state sospese per mancanza di domanda.
Le cause di questa crisi sono molteplici. Da un lato, la transizione ecologica impone investimenti enormi per aggiornare impianti e competenze, mettendo in difficoltà i territori che per decenni hanno basato la loro forza su motori termici e componentistica tradizionale. Dall’altro, la concorrenza internazionale — in particolare dei produttori cinesi di veicoli elettrici a basso costo — sta erodendo quote di mercato, mentre l’Unione Europea si trova a dover bilanciare le politiche ambientali con la tutela della propria base industriale. A ciò si aggiunge la strategia di Stellantis, che tende a razionalizzare la produzione su scala europea, concentrando le catene di montaggio nei siti più competitivi e lasciando in secondo piano alcuni stabilimenti italiani.
Le ripercussioni per il Piemonte sono significative. Oltre agli effetti diretti sull’occupazione nelle fabbriche torinesi, si osservano difficoltà diffuse nella rete dei fornitori locali, composta da centinaia di piccole e medie imprese specializzate in componentistica meccanica, elettronica e servizi di supporto. Molte di queste aziende rischiano di non reggere l’urto della trasformazione se non riusciranno a riconvertire rapidamente le proprie produzioni. Tuttavia, la regione conserva un patrimonio di competenze tecnico-industriali e di ricerca di altissimo livello, sostenuto da poli universitari e centri di innovazione che potrebbero diventare un punto di forza nella filiera dell’elettrico, della mobilità sostenibile e delle tecnologie digitali applicate all’automotive.
Per evitare che la crisi si traduca in un declino irreversibile, occorre un impegno coordinato tra istituzioni, imprese e sistema formativo. Le priorità riguardano la riqualificazione dei lavoratori, il sostegno alla riconversione delle PMI, la creazione di infrastrutture per la produzione di batterie e componenti per veicoli elettrici, e una politica industriale capace di attrarre nuovi investimenti. Alcune iniziative in questa direzione sono già in corso, ma serviranno tempi rapidi e strategie condivise per restituire competitività a un comparto che ha costruito la storia economica e sociale del Piemonte.
La crisi dell’automotive torinese, insomma, non è solo la fine di un ciclo produttivo, ma il segnale di una transizione epocale. Se affrontata con visione e coraggio, potrebbe diventare l’occasione per ridisegnare il futuro industriale della regione, mantenendo viva una tradizione manifatturiera che ha dato al Paese alcuni dei suoi momenti più alti di innovazione e sviluppo.
Da venerdì 31 ottobre a domenica 2 novembre prossimi, gli spazi dell’Oval Torino accoglieranno la trentaduesima edizione di Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, unica fiera in Italia esclusivamente dedicata all’arte contemporanea e diretta per il quarto anno consecutivo da Luigi Fassi e realizzata con il sostegno del main partner Intesa Sanpaolo.
Artissima 2025 sostiene iniziative specifiche che confermano la sua unicità nel panorama culturale europeo e la sua capacità di attrarre artisti, gallerie, collezionisti e curatori di respiro internazionale, affermandosi come una fiera sia di ricerca sia sperimentale. La nuova edizione di Artissima sarà divisa in quattro sezioni principali, che sono: Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions, e le tre sezioni curate di Present Future, Back to the Future e Disegni. Artissima 2025 vedrà la partecipazione di 176 gallerie italiane e internazionali, di cui 63 presenteranno progetti monografici. Il tema di questa edizione si intitola “Manuale operativo per Nave Spaziale Terra”, ispirato all’eclettica figura di Richard Buckminster Fuller e al suo libro omonimo edito da Il Saggiatore. Per il quarto anno consecutivo, Artissima trae ispirazione dal pensiero di una figura visionaria al fi e di proporre una visione collettiva che, attraverso l’arte, la sua comunità e pluralità di linguaggi, intende offrire strumenti volti a interpretare le complessità del presente.
“Se devo descrivere con tre parole chiave la nuova edizione di Artissima direi: umanizzante, inaspettata e ispirante – ha affermato Luigi Fassi, direttore di Artissima – il concetto di Manuale operativo invita a riflettere sulla nostra presenza sulla Terra, una ‘nave spaziale’ affidata alla responsabilità collettiva di chi la abita e che ci rende tutti ‘astronauti’. Come possiamo prendercene cura? Bilanciandone risorse e sostenibilità per tutti gli abitanti ? Il destino non ci ha lasciato istruzioni, ma Fuller ci esorta a superare le barriere tra discipline e a collaborare con uno sguardo più ampio e consapevole. Sono i grandi visionari come gli artisti a tracciare nuove rotte per comprendere il nostro ruolo di timoniere della nave spaziale Terra. Gli artisti pensando in modo creativo, intuitivo e indipendente; sanno trascendere gli specialismi e un valore d’uso immediato, immaginando soluzioni oltre i confini disciplinari. Proprio loro potranno immaginare la stesura di un ‘manuale operativo’. Artissima, crocevia di mondi e personalità che ruotano intorno al sistema dell’arte contemporanea, invita la sua comunità, partecipanti e visitatori, a riflettere su questo tema per guidare il nostro pianeta nel viaggio attraverso le sfide del presente”.
“ Artissima non è solo l’Oval – ha dichiarato Rosanna Purchia, assessore comunale alla cultura di Torino – ma qualcosa che si percepisce in modo molto più ampio in tutta la città. Grazie alla sapienza e al lavoro di Luigi Fassi si sta internazionalizzando sempre di più”.
L’arte contemporanea è uno dei tratti distintivi della vita culturale torinese, una delle vocazioni della nostra città, che contribuisce a renderla sempre più attrattiva e internazionale. In questa cornice, Artissima rappresenta una vera e propria eccellenza che, nelmcorso di oltre trent’anni, ha saputo affermarsi come unica fiera in Italia esclusivamente dedicata all’arte contemporanea e domenica punto di riferimento del settore a livello internazionale. Un fascino ribadito anche dai numeri, con la presenza di nuove 26 gallerie che esporranno all’Oval per la prima volta, per un’edizione di altissima qualità e che si propone ancora una volta di stimolarci sul tempo che stiamo vivendo. Arte e cultura possono davvero fare la differenz. Artissima, che in queste trentadue edizioni ha saputo trasformare la prima settimana di novembre nella settimana dell’arte contemporanea di Torino ne è sicuramente un esempio, e continuerà a rappresentare un punto d’incontro per galleristi, artisti e appassionati di tutto il mondo.
“Artissima è la rassegna d’arte contemporanea più importante d’Italia – ha dichiarato Marina Chiarelli, assessore alla cultura della Regione Piemonte – e si collocano stabilmente fra le più autorevoli del panorama europeo non solo per la qualità delle gallerie e degli artisti coinvolti, ma l’errore la sua capacità ogni anno di proporre una riflessione che valica i confini dell’arte, coinvolgendo il pensiero, la società e il nostro tempo. Nell’edizione di quest’anno vi è qualcosa di profondamente evocativo nel pensare alla Terra come una nave spaziale. Un’immagine poetica e politica, perché implica responsabilità, visione e una chiamata collettiva all’azione e su questa metafora, diventata ormai necessità, che si fonda Artissima 2025, ‘Manuale operativo per Nave Spaziale Terra’, un titolo che non è uno slogan, ma un invito a immaginare nuove rotte partendo dal pensiero radicale e anticipatore di Fuller. A lui dobbiamo una delle intuizioni più lucide del Novecento, l’idea che il nostro pianeta sia un sistema chiuso, senza manuali d’uso confezionati e solo affidato a chi lo abita. È qui che entra in gioco l’arte come strumento di interpretazione, capace di mettere insieme visioni, anche se a volte contraddittorie tra loro. Artissima continua a distinguersi come luogo di scambio, laboratorio critico, terreno fertile per il pensiero che osa, e quest’anno, forse più che mai, il bisogno di osare si sta facendo urgente. Servono idee che sappiano connettere, ispirare e prendersi cura. Serve uno sguardo ampio, laterale come quello degli artisti, capaci di intuire dove guardare quando la rotta sembra incerta”.
“La Fondazione Arte CRT – dichiara la presidente della Fondazione Patrizia Sandretto Re Rebaudengo – che opera per conto e grazie al contributo della Fondazione CRT, ribadisce il suo impegno verso Artissima. Quest’anno per ribadire e consolidare il nostro ruolo, e inviare un chiaro segnale di supporto alle gallerie e agli artisti abbiamo aumentato il budget a 300 mila euro. Lo stanziamento è più consistente degli ultimi anni. Durante la fiera, con il nostro comitato scientifico, investiremo questa cifra nell’acquisizione di opere che andranno a favore della GAM e del Castello di Rivoli”.
“Rinnoviamo e rafforziamo il nostro legame con Artissima grazie alla crescente sinergia con le Gallerie d’Italia – spiega Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore Generale di Gallerie d’Italia – che si arricchisce ogni anno di contenuti condivisi. Per l’edizione in arrivo anticipiamo all’Oval un nuovo progetto fotografico realizzato dal museo di piazza San Carlo. L’originale racconto intorno alla fotografia tra le forme più espressive e significative dell’arte attuale è il nostro contributo per Artissima”.
Mara Martellotta
Sono sempre più numerosi i cittadini che preferiscono il biglietto digitale per muoversi a bordo di bus, tram e met Metropolitana. Nei primi nove mesi del 2025 sono stati venduti oltre 4 milioni di biglietti City 100 tramite il sistema Tap&Go, che permette di pagare con la carta contactless direttamente sui mezzi. Un numero davvero importante, che segna un aumento del 51% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Cresce anche il numero degli abbonamenti e dei carnet di sosta acquistati tramite l’app GTT SostApp: 79 mila, con un incremento del 40% rispetto allo stesso periodo del 2024.
In parallelo, le vendite via app ed e-commerce dei titoli di viaggio per il trasporto pubblico locale rimangono solide. L’abbonamento più acquistato sull’e-commerce è l’Under 26 mensile, mentre il biglietto più richiesto continua a essere il City, seguito dal Daily, con numeri in crescita anno su anno e mese su mese.
Nel percorso di innovazione digitale rientra inoltre l’introduzione dei nuovi biglietti digitali da 48 e 72 ore, approvata ieri dalla Giunta Comunale su proposta dell’assessora Chiara Foglietta. I nuovi titoli, disponibili a breve sull’app TO Move, affiancheranno le versioni cartacee “Tour” con una tariffa agevolata che incentiva l’utilizzo delle soluzioni digitali.
“I dati diffusi da GTT confermano che la digitalizzazione è ormai una leva strutturale per rendere il trasporto pubblico più efficiente, sostenibile e vicino alle esigenze delle persone – dichiara l’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta. – Questi risultati sono il frutto di un lavoro condiviso tra Città e GTT per promuovere una mobilità sempre più moderna e accessibile, capace di ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità del servizio. La transizione digitale, infatti, non è solo una questione tecnologica: significa costruire un sistema di trasporti più equo, sostenibile e integrato, che incentivi l’uso del mezzo pubblico e contribuisca agli obiettivi di neutralità climatica che Torino si è posta”.
In arrivo anche nuove funzionalità dedicate all’infomobilità per l’app TO Move, che offrirà una mappa interattive e aggiornamenti in tempo reale sui mezzi e sulle fermate. Sarà inoltre possibile accedere agli avvisi sul servizio, per ricevere aggiornamenti immediati sulla rete.
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Un complesso intervento di chirurgia toracica è stato portato a termine con successo all’Ospedale Mauriziano di Torino grazie alla combinazione tra chirurgia robotica e un trattamento farmacologico personalizzato. La procedura, una pneumonectomia sinistra (asportazione completa del polmone), è stata eseguita su una paziente di 70 anni che aveva precedentemente seguito un percorso di chemioterapia e immunoterapia neoadiuvante per ridurre due adenocarcinomi di grandi dimensioni localizzati nel lobo superiore e in quello inferiore.
«Si tratta di un’operazione rara e complessa, con un rischio elevato di complicanze, ma resa possibile dalle buone condizioni generali della paziente e dagli effetti positivi del trattamento preoperatorio», spiega Alberto Sandri, responsabile della Chirurgia toracica del Mauriziano, affiancato dai dottori Lorena Costardi e Stefano Ganio.
L’intervento, durato circa quattro ore, è stato condotto interamente con tecnica robotica a quattro accessi, che ha permesso di limitare le incisioni, ridurre il trauma operatorio e favorire una ripresa più rapida, secondo il protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery). Questo approccio, che punta a ottimizzare il recupero postoperatorio, consente una minore degenza e un ritorno più veloce alla normalità.
Il caso è stato seguito da un team multidisciplinare che ha coinvolto diverse professionalità del Mauriziano, coordinate dal Centro Accoglienza e Servizi (CAS) per i pazienti oncologici. «Oltre alla determinazione della paziente – sottolinea Sandri – è stato decisivo il lavoro di squadra tra oncologi, anestesisti, pneumologi, fisiatri, fisioterapisti e personale infermieristico. Solo con un approccio condiviso è possibile garantire la migliore presa in carico».
La combinazione di chemioterapia e immunoterapia perioperatoria, oggi tra i trattamenti più innovativi in ambito oncologico, ha lo scopo di contenere localmente la malattia e migliorare l’esito chirurgico. Tuttavia, rappresenta una sfida per il chirurgo per via delle modificazioni indotte nei tessuti e nei linfonodi dalla risposta immunitaria. Nonostante ciò, la paziente ha lasciato l’ospedale in buone condizioni e sta recuperando rapidamente, con controlli clinici che confermano un’evoluzione favorevole.
L’équipe di Chirurgia toracica del Mauriziano si occupa delle principali patologie oncologiche del torace — polmoni, mediastino e parete toracica — integrando le tecniche robotiche con quelle tradizionali per unire precisione e minimo impatto chirurgico, sempre sotto la guida diretta del chirurgo alla consolle.
«Il successo di questo intervento – commenta Franca Dall’Occo, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano – è il risultato della sinergia tra competenze cliniche, tecnologia e collaborazione tra professionisti. È grazie a questa integrazione che la chirurgia robotica riesce a tradursi in un reale beneficio per i pazienti».
Sulla stessa linea, Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, sottolinea: «Disporre di tecnologie all’avanguardia e di professionisti altamente qualificati consente alla sanità pubblica piemontese di offrire cure di eccellenza. Il caso del Mauriziano dimostra, ancora una volta, la qualità e l’efficacia del nostro sistema sanitario».
A Torino i cani sono sempre più numerosi, se ne contano circa 85.000. Questi meravigliosi animali da compagnia sono amici, membri della famiglia, vere e proprie terapie per diverse patologie, contribuiscono molto alla socialità tra le persone e contribuiscono a rendere migliori le nostre vite; meriterebbero per questo spazi adeguati a farli correre liberi ed entrare in contatto tra loro tuttavia la disponibilità e soprattutto la qualità degli spazi a loro dedicati resta limitata, soprattutto nella prima Circoscrizione. Le aree cani recintate rappresentano uno strumento fondamentale per la sicurezza, il decoro urbano e il benessere animale, consentendo agli amici a quattro zampe di muoversi sotto la sorveglianza, fondamentale, dei proprietari.
Come si sa, infatti, l’area cani è l’unico luogo pubblico dove questi ultimi possono essere lasciati senza guinzaglio, anche se a volte questa regola non viene applicata. Nonostante gli sforzi del Comune, le aree disponibili spesso risultano insufficienti o troppo vicine alle abitazioni, causando problemi di rumore e di gestione. In alcune zone ci sono già state delle chiusure e in molte altre c’è un sostanzioso bisogno di manutenzione urgente: recinzioni, illuminazione, pavimentazioni e servizi complementari come fontanelle e panchine, infatti, sono spesso carenti.
Particolarmente delicata è la situazione dell’area verde di fronte al Tribunale di Torino, conosciuta come Giardino Caserma Lamarmora. Questo spazio pubblico, oggi utilizzato anche come area sgambamento, rischia di essere ridotto o trasformato per far posto ad un nuovo complesso commerciale con supermercato Esselunga, parcheggi interrati e strutture ricettive. Una scelta, questa, che potrebbe ridurre ulteriormente gli spazi verdi a disposizione dei cittadini, che si stanno battendo perché’ questo non avvenga, compromettendo la qualità della vita e il diritto ad avere spazi destinati al tempo libero degli animali.
Le aree cani, sebbene spesso trascurate, svolgono un ruolo sociale importante: favoriscono l’incontro tra residenti, l’attività fisica e il rispetto delle regole urbane. La loro tutela dovrebbe quindi diventare una priorità nelle scelte urbanistiche.
È necessario pianificare interventi partecipati, garantire vincoli per l’uso del suolo verde e prevedere alternative adeguate quando uno spazio viene destinato a nuove costruzioni. In mancanza di un equilibrio tra sviluppo urbano e spazi verdi, il rischio è che la città diventi meno vivibile, non solo per i cani, ma per le persone che oggi contano su questi luoghi. La sfida per Torino resta aperta: valorizzare le aree cani e gli spazi verdi senza sacrificarli alle esigenze commerciali, garantendo qualità della vita e benessere per tutti.
Un suggerimento ulteriore sarebbe poi quello di migliorare ancora di più le aree dividendole in base alla taglia degli animali consentendo così a chi ha un cane di piccola taglia di poter vivere ancora più serenamente il tempo passato all’interno degli spazi dedicati.
Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali.
(Immanuel Kant)
Per informazioni sulle aree cani cittadine: Areacani.it
Maria La Barbera