POLITICA- Pagina 83

Lista Cirio: “300 mila euro per chi non ha casa”

Per decine di appartamenti di edilizia residenziale pubblica

Approvato l’emendamento al Bilancio regionale per mettere a disposizione degli enti gestori degli immobili di edilizia residenziale pubblica i fondi necessari per piccoli interventi presentato dal Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale: “Con questo emendamento abbiamo inserito 300mila euro a bilancio per piccoli lavori di manutenzione straordinaria, grazie ai quali decine di appartamenti tornerebbero nel circuito delle assegnazioni”

Trecentomila euro per i piccoli lavori di manutenzione straordinaria nelle case popolari che attualmente non possono essere assegnate e che gli enti gestori non riescono a ristrutturare. I 300 mila euro vanno ad aggiungersi alle economie già a disposizione degli Enti Gestori. E’ quanto prevede un emendamento al Bilancio regionale presentato dal Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale e approvato dall’Assemblea di Palazzo Lascaris nell’ambito della discussione sul Bilancio Preventivo 2025-2027.

“Con questa somma – spiegano il Capogruppo Silvio Magliano, i Consiglieri Castello, Bartoli, Rocchi e Sobrero – permettiamo agli enti gestori, in particolare ATC, di intervenire su circa un centinaio di appartamenti che potrebbero essere assegnati una volta effettuati piccoli lavori di manutenzione, in genere per cifre comprese tra cinquemila e quindicimila euro, che fino ad oggi non sono stati realizzati per carenza di fondi destinati allo scopo. Con questo emendamento diamo risposta a decine di famiglie che aspettano una casa e permettiamo di rimettere a disposizione della comunità un patrimonio pubblico altrimenti immobilizzato”.

“Speriamo – concludono i Consiglieri – che questa modifica diventi strutturale, creando un circolo virtuoso per cui gestori, rientrati in possesso degli immobili, possano fare celermente i lavori necessari e assegnarli tempestivamente”.

Ricca e Adduce (Lega): “Garantiti ristori ai commercianti colpiti da lavori Linea 1 e Tenda”

Torino, 25 Feb – Un milione di euro di ristori alle attività interessate dagli effetti negativi connessi ai tempi di completamento dell’opera strategica “Raddoppio stradale del Tunnel Tenda” e della “Metropolitana automatica Collegno-Cascine Vica”. E’ questa la sostanza dell’emendamento presentato oggi dal gruppo della Lega in Consiglio Regionale con il quale si prevede uno stanziamento di risorse a sostegno degli operatori del commercio da parte della Regione Piemonte. Per il capogruppo leghista, Fabrizio Ricca, “l’approvazione di questo emendamento è una risposta forte e decisa a favore delle attività commerciali che hanno subito danni collaterali a causa dei cantieri in corso. La Lega ha voluto dare un segnale forte alle imprese locali, garantendo loro ristori concreti che restituiranno dignità e speranza a chi ha visto compromesso il proprio lavoro. Non si tratta soltanto di una misura economica, ma di un atto di giustizia e nei confronti di quanti, ogni giorno, contribuiscono al benessere e alla crescita del nostro territorio. Con questo provvedimento la Regione Piemonte dà una risposta concreta alle difficoltà dei cittadini, mostrando un impegno nel presente con l’intento di garantite un futuro alle nostre imprese e alla nostra economia.”
Il Segretario e Capogruppo della Lega in Consiglio Comunale a Rivoli, Laura Adduce, dichiara: “Esprimo un sentito ringraziamento al Consiglio Regionale del Piemonte per aver dato ascolto e attenzione alle istanze del nostro territorio. L’approvazione dell’emendamento che darà ristoro alle attività commerciali danneggiate dai cantieri della metropolitana rappresenta una risposta concreta e tempestiva alle difficoltà che molte imprese locali hanno dovuto affrontare in questo periodo. E’ un atto di giustizia, ma soprattutto un chiaro segno di vicinanza e sostegno alle realtà che ogni giorno danno il proprio contributo alla crescita economica e sociale della nostra regione. La Lega ha dimostrato ancora una volta il suo impegno nel favorire lo sviluppo e la resilienza delle nostre comunità.”

Pompeo (Pd): “Una navetta per il Santa Croce”

POMPEO (PD): “LA REGIONE E’ PRONTA A AVVIARE UN CONFRONTO?”

25 febbraio 2025 – “Ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per fare chiarezza sulle problematiche legate all’accessibilità dell’Ospedale Santa Croce di Moncalieri e per sapere dall’Assessore regionale ai Trasporti se intenda avviare un confronto per istituire un servizio navetta dedicato, finanziato congiuntamente dalla Regione Piemonte e dal Comune di Moncalieri, al fine di garantire un collegamento rapido ed efficiente con l’ospedale. Inoltre, vorrei sapere se, in attesa della realizzazione del nuovo ospedale di Cambiano, siano previsti ulteriori interventi per migliorare l’accessibilità e i servizi offerti dall’Ospedale Santa Croce” spiega la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“L’Ospedale Santa Croce di Moncalieri – prosegue la Consigliera regionale Pd – è un punto di riferimento essenziale per la città e per i comuni limitrofi. La struttura offre servizi sanitari fondamentali per la comunità locale, ma l’accessibilità risulta complessa sia per i cittadini che per il personale sanitario a causa di problemi di viabilità e della carenza di mezzi pubblici diretti ed efficienti. E’ importante, poi, sottolineare, che il nuovo ospedale di Cambiano, la cui progettazione dovrebbe concludersi entro il 31 maggio 2025, rappresenterà solo in futuro una risposta alle esigenze sanitarie del territorio dal momento che i tempi di realizzazione sono troppo lunghi e non affrontano le criticità attuali. È, quindi, necessario adottare soluzioni immediate per migliorare l’accesso all’Ospedale Santa Croce, garantendo ai cittadini e al personale sanitario un collegamento più agevole e dignitoso”.

“L’istituzione di un servizio navetta dedicato rappresenterebbe una soluzione concreta e rapidamente realizzabile che potrebbe rispondere efficacemente alle esigenze di mobilità della popolazione” conclude Laura Pompeo.

Scanderebech (Fi): “Scala immobile di Pozzo Strada”

Scala immobile di Pozzo Strada: a riaccendere i riflettori su questa vicenda paradossale è Federica Scanderebech, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, che ha presentato un’interpellanza per chiedere conto di un’inerzia che sa di beffa per migliaia di cittadini.

Dichiara SCANDEREBECH (FI): “Settecento giorni. Due anni di immobilismo, di scuse, di rimpalli burocratici. La scala mobile della fermata metro Pozzo Strada è ferma, immobile come l’attenzione di chi dovrebbe garantire il funzionamento delle infrastrutture pubbliche. Non è più un semplice guasto: è diventato il simbolo di un’Amministrazione che promette efficienza e modernità, ma consegna solo degrado e disservizi; il simbolo   dell’incapacità di garantire una manutenzione ordinaria efficiente e una pianificazione adeguata delle infrastrutture pubbliche. Un’infrastruttura fondamentale per la mobilità urbana, che invece di facilitare gli spostamenti si è trasformata in un ostacolo quotidiano per migliaia di persone, con un impatto particolarmente grave su anziani, persone con disabilità e chiunque abbia difficoltà motorie. Per due anni non è mai stata fornita un’adeguata spiegazione su come si sia arrivati a questa situazione e mai nessun intervento è stato fatto… sembra una strana coincidenza che l’Assessora riferisca oggi in aula, in risposta alla mia interpellanza, che l’intervento di rinnovo meccanico e strutturale comincerà proprio domani!”

Prosegue SCANDEREBECH: “Il danno alla scala mobile, stando alle informazioni disponibili, è stato causato da una combinazione di fattori: esposizione alle intemperie e mancanza di manutenzione preventiva. Il risultato? Un guasto talmente grave da richiedere, allo stato attuale, un impegno economico di 164.888 euro per essere riparato, quando avrebbe potuto essere evitato semplicemente coprendo le scale mobili, operazione che sarebbe costata notevolmente meno rispetto alla somma ora necessaria. Perché si è arrivati a questo punto? Quali sono le responsabilità amministrative?” “La durata dei lavori è stimata in 60 giorni: se la scala mobile di Pozzo Strada non sarà operativa per quella scadenza, il 28 aprile chiederemo le comunicazioni in aula. Se il trasporto pubblico è davvero una priorità per questa Amministrazione, lo si dimostri nei fatti: con manutenzione costante, interventi tempestivi e, soprattutto, rispetto per i suoi utenti. Torino non può permettersi di restare ferma. E nemmeno i suoi cittadini.”

foto archivio

 

Giachino: “A Torino competenze uniche per costruire l’auto”

 Ora tutti uniti in Europa attorno alla proposta del governo italiano di modifica del green deal

 
Ci voleva Alfredo Altavilla ,il manager italiano più vicino a Sergio Marchionne, per dire ai Torinesi, tramite il Corriere,  che qui a Torino ci sono competenze uniche, ovviamente nella produzione di auto. Nel nostro Paese , e a Torino in particolare,  c’è tutto per costruire un’auto come ripete giustamente l’Anfia. E l’auto è la filiera industriale più importante non solo per le migliaia di aziende dell’indotto che producono le parti dell’auto ma perché attorno ci sono aziende di design, aziende meccaniche, agenzie pubblicitarie, fotografiche, tutti i servizi da quelli più complessi come le attività di  ricerca . Un settore che vale 8% del PIL nazionale e che paga stipendi discreti, più alti di quelli del commercio e del turismo per intenderci.
Non so come han reagito i torinesi che negli ultimi anni  hanno assistito , senza dire nulla, sul calo progressivo delle produzioni a Mirafiori e alla vendita alla Peugeot della più grande azienda italiana , la capofila della filiera industriale più importante in Italia e in Europa quella dell’auto . Amministratori comunali , dirigenti sindacali  e di associazioni , che pur non avendo mai amministrato una azienda che parlavano di togliersi dal giogo della grande azienda per lanciarsi nei territori del turismo, della cultura e del loisir senza mai fare i conti a fine anno dell’andamento del PIL cittadino. Molti di questi non li ho mai visti alle Assemblee della Direzione torinese di Banca d’Italia dove si certificava che Torino stava decrescendo. Incuranti degli avvertimenti dell’Arcivescovo di Torino che parlava delle due Torino, quella che sta bene che non si accorge della metà che sta male. Personaggi autorevoli cui veniva dato spazio per parlare della importanza dei  grandi eventi anche se neanche nel 2006, l’anno delle Olimpiadi invernali, il PIL piemontese era riuscito a crescere più della media nazi9nale.
Mentre la linea logica sarebbe stata quella di difendere il grande patrimonio industriale e competitivo della industria dell’auto con tutte le innovazioni del caso dall’auto elettrica al diesel di ultima generazione, l’euro 7 al quale è difficilissimo calcolare quanto inquini e di puntare anche sul turismo ma anche sulle fiere e sul turismo d’affari, sulla cultura, sui nostri bellissimi Musei  e battendosi per realizzare le infrastrutture europee necessarie. Invece la manifestazione per salvare la TAV l’ho dovuta organizzare io con la collaborazione delle madamin così come per i fondi dell’auto, che non figuravano nell’ultima finanziaria di Draghi, senza che nessun deputato o senatore piemontese se ne accorgesse,  e che sono nati da una mia proposta raccolta da un ottimo deputato alessandrino , la terra di Rivera, l’on. Riccardo Molinari.  Ora mi auguro che tutti i torinesi facciano il tifo per la proposta di modifica alla scellerata delibera del green deal presentata dal  governo italiano che dovrebbe trovare il 5 di marzo una prima importante modifica nella proposta di a Ursula Von der Leyen.
Mino Giachino 
SITAV SILAVORO

Ospedale Lanzo, Avetta (Pd): “La Regione dica cosa intende fare”

«Le preoccupazioni espresse dal Comitato a difesa dell’ospedale di Lanzo sono concrete e condivisibili: le dimissioni del responsabile del reparto di medicina e la chiusura degli ambulatori di ecodoppler e geriatria sono le prove di una riduzione dei servizi che penalizza i cittadini costretti a rivolgersi o a Cirié o al privato. La Regione Piemonte con quali strumenti e con quali tempistiche intende intervenire per garantire ai cittadini di Lanzo e delle sue valli il diritto alla salute? Oppure si deve accettare il progressivo svuotamento di questo presidio sanitario, con l’esito che abbiamo già visto verificarsi altrove?». Così dichiara il consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd), che ha presentato un Question time relativo alla situazione dell’ospedale di Lanzo. «Chiudere servizi a Lanzo vuol dire scaricare pazienti su Cirié e creare disagi ai valligiani, nonostante questa zona sia riconosciuta come “area interna” e la Regione Piemonte dovrebbe impegnarsi a garantire i servizi fondamentali. L’AslTO4 è un territorio molto ampio e complesso, e più volte abbiamo sollecitato la Regione ad un impegno concreto per mettere i nostri ospedali, da Chivasso a Ivrea, da Cirié e Lanzo a Cuorgné, nelle condizioni di operare al meglio, con strumenti moderni e soprattutto con nuove assunzioni. Da qualche settimana assistiamo a tanti annunci teorici sul nuovo piano socio-sanitario che dovrebbe individuare gli obiettivi e le modalità concrete per raggiungerli. Ma di fatto, ad oggi, ancora troppo spesso assistiamo alla politica della coperta corta tirata da un lato, per coprire buchi ma inevitabilmente lasciando sguarnito qualche altro lato».

C’era una volta la ‘solidarietà nazionale’

LO SCENARIO POLITICO Di Giorgio Merlo

Ci sono dei momenti nella vita politica di un paese democratico che richiedono un salto di qualità o un rinnovato spirito unitario. Non capita solo in Italia ma in molti paesi democratici ed occidentali. E, di fronte agli attuali sconvolgimenti della geo politica mondiale, questo è uno di quei momenti. Purtroppo, però, per poter centrare quell’obiettivo sono necessari ed indispensabili almeno due elementi. Innanzitutto partiti responsabili che sappiano unirsi attorno ad un progetto di politica estera comune. E, in secondo luogo, una classe dirigente politica che sia all’altezza della situazione. Due condizioni che, purtroppo, oggi sono semplicemente inesistenti. Per svariate motivazioni. Per la presenza di partiti che hanno una chiara e netta cifra populista, estremista e massimalista. Elementi, questi, che impediscono di fatto di avere una strategia comune di politica estera perchè coltivano una prospettiva all’insegna del “tanto peggio tanto meglio”. È appena sufficiente prendere atto del comportamento concreto di partiti come i 5 stelle e la Lega per rendersene conto. Partiti che non coltivano alcuna coerenza sulla prospettiva di una politica estera del nostro paese che ricalchi la sua tradizionale e naturale vocazione di essere coerentemente inserito nella cornice europea da un lato e in piena sintonia con gli Stati Uniti d’America dall’altro. Quello che comunemente viene definito come Occidente. Anche se in crisi di identità e profondamente diviso al suo interno. Ma, purtroppo, oltre ai partiti populisti non mancano anche i partiti estremisti e massimalisti che praticano quotidianamente la radicalizzazione della lotta politica e che non hanno alcuna intenzione di perseguire una linea, un progetto e una prospettiva anche solo lontanamente riconducibile alla cosiddetta “solidarietà nazionale”.
E, accanto a questo quadro poco edificante, siamo alle prese con una classe dirigente politica particolarmente viva sotto il profilo dell’attacco personale, della criminalizzazione politica dell’avversario/nemico e della sua delegittimazione morale e politica ma del tutto indifferente a ritrovare e costruire le ragioni di un’intesa politica che non mette affatto in discussione la naturale e fisiologica dialettica tra maggioranza ed opposizione ma che, al contempo, sappia anche affrontare e governare con intelligenza e senso di responsabilità le vere emergenze quando si presentano.
Ecco perchè parlare, oggi, di una rinnovata ed aggiornata politica di “solidarietà nazionale” sui temi della politica estera – che resta l’unica e vera dimensione che richiede unità, coerenza e coraggio da parte di un paese democratico ed occidentale come l’Italia – non è una evocazione astratta ed inconcludente ma, al contrario, confermerebbe la maturità e l’autorevolezza di una classe dirigente. Certo, se si trascorrono le giornate ad insultare e a demonizzare il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni accusata di qualsiasi nefandezza – specialità, questa, di quasi tutti i capi della sinistra nelle sue diverse e multiformi espressioni – è del tutto inutile pensare di ricostruire una proposta politica che, almeno sui temi della politica estera e della collocazione del nostro paese nello scacchiere europeo ed internazionale, richiederebbe chiarezza e compattezza. Se manca anche questo comune denominatore è inutile poi lamentarsi dell’avventurismo politico di un paese e della mancanza di un minimo di unità politica, culturale e civile dei vari attori in campo.