POLITICA- Pagina 73

Canalis (Pd): “Emergenza abitativa questione epocale. Ma cosa fa la Giunta Cirio?”

Nel 2022, 4.000 sfratti in Piemonte e solo il 5% del bisogno di casa soddisfatto dall’edilizia residenziale pubblica, ma la Giunta Cirio respinge la proposta PD per migliorare fondo sociale e criteri di canone e decadenza.

 

 Mentre per il secondo anno di fila il Governo Meloni latita sul piano casa nazionale e azzera il fondo per la morosità incolpevole e quello di sostegno alla locazione, neppure dalla Giunta Cirio arrivano risposte adeguate all’emergenza casa. In tutta la legislatura regionale che volge al termine, il dibattito su questo tema delicato è stato molto timido e discontinuo, nonostante l’aumento delle famiglie bisognose.

La scorsa settimana la maggioranza di centrodestra ha approvato la riforma dei punteggi, che premia assurdamente chi risiede in Piemonte da 15, 20 o 25 anni, una permanenza eccessiva e molto discriminatoria, ed oggi ha bocciato la mia riforma dei requisiti di assegnazione, delle commissioni sulla decadenza, delle commissioni utenze e del fondo sociale, contenuta nella proposta di legge a mia prima firma sull’edilizia sociale. A 14 anni dalla legge regionale 3/2010, si trattava di interventi puntuali e molto attesi dalle parti sociali, che avrebbero migliorato la vita dei richiedenti e degli assegnatari di case popolari, in particolare riducendo gli anni di residenza per fare domanda.

Purtroppo, anche a fine legislatura questa maggioranza sembra del tutto assorbita da provvedimenti di carattere elettoralistico e non bada alle questioni di sostanza che interessano alle fasce più fragili della popolazione piemontese. Il diritto alla casa è un tema epocale su cui la destra sta facendo solo propaganda.

Monica CANALIS – consigliera regionale PD

 

Molecole d’Acqua APSA: “Alcune domande ai futuri amministratori regionali”

Caro direttore,

le Regioni sono, unitamente ai Comuni, gli unici enti di territorio a rappresentanza popolare, con organi di governo costituiti attraverso regolari elezioni, e gestiscono somme ingenti in settori essenziali per la nostra vita quotidiana (sanità, formazione, sviluppo economico), nonché buona parte dei fondi europei.

Abbiamo usato nella frase precedente una locuzione, rappresentanza popolare, che già porta con sé le prime domande. Esiste ancora, in sistemi elettorali che privilegiano la governabilità alla rappresentatività, una vera rappresentanza popolare? Ci siamo scordati che la democrazia esiste solo se tutte le minoranze hanno voce e rappresentanza reale?
Non sono queste però le domande che qui ci interessano. Qui ci interessa entrare nel merito di talune competenze proprie delle Regioni e quindi di diretta responsabilità dei decisori regionali, ai quali spetta non solo gestire l’esistente, ma progettare il futuro della propria Regione.

Cominciamo.
Qual è la logica che induce – oggi, con gli incredibili strumenti di interazione da remoto che abbiamo – a costruire grattacieli in cui concentrare tutto il personale regionale? Oppure a realizzare “città della salute” o “cittadelle universitarie”?

La storia industriale del nostro paese non dovrebbe averci dimostrato che il modello della “grande fabbrica” s’è rivelato fallimentare, lasciando cattedrali nel deserto da riconvertire a spese della comunità? Replicarlo oggi non pare antistorico ed autolesionistico? Perché continuare a ragionare per grandi aree urbanisticamente dedicate – residenziali, commerciali, produttive – anziché per piccole aree integrate diffuse su tutto il territorio? Com’è possibile non rendersi conto che questo modello obbliga ad una mobilità continua e crea sempre meno assi di sviluppo e sempre più periferie?

Perché si continua ad accentrare, anziché decentrare? Ma le Regioni non erano nate proprio dall’esigenza di decentramento e vicinanza ai cittadini? Come può essere vicino ai cittadini un Ente che si chiude in una torre d’avorio anziché distribuirsi in piccoli nuclei operativi sul territorio? Come può essere vicino al cittadino se lo obbliga, per qualunque sua esigenza, a fare decine, se non centinaia, di chilometri?

Perché ci si lamenta della scarsissima natalità e poi si considera la gravidanza una malattia? Perché i nascituri sono obbligati a venire al mondo in pochi selezionati ospedali nei soli centri urbani più grandi?  Perché la stessa logica accentratrice è stata traferita ai pronto soccorso? Ma la pandemia (ammesso che la si possa ancora nominare) non ha dimostrato che le Regioni in cui esisteva ancora sanità di prossimità hanno reagito meglio ed avuto meno morti? Cos’è che impedisce di seguire un modello di sanità diffusa fatta di ambulatori territoriali, che, con una decina di persone a diversa specializzazione, consentirebbero di nascere sui territori e di dare un primo soccorso a tutti i codici verdi e gialli?

Come si concilia la sostenibilità ambientale con la mobilità parossistica a cui le scelte accentratrici di cui sopra obbligano? Come si conciliano tali scelte con la necessità di non abbandonare ad una marginalità senza futuro territori sempre più vasti, anche urbani, delle nostre regioni?

Le domande sono come le ciliegie, una tira l’altra, ma la temperanza è una virtù e noi ci fermiamo qui.

Esse sono rivolte a tutti i candidati alle prossime elezioni regionali e chiediamo ai media di farle proprie, darne visibilità e magari aggiungerne altre, perché le risposte vanno date non a noi, ma a tutti gli elettori.

Per quel che ci riguarda siamo aperti a tutte le risposte, meno una, la più gettonata: non abbiamo le risorse. Non la accettiamo per il semplice motivo che le Regioni sono dotate di portafoglio, per cui i loro amministratori hanno soltanto due compiti: scegliere come spendere i soldi che ci sono e cercare di trovarne altri attraverso una progettualità intelligente e lungimirante.

Mauro D’Aveni

Consiglio Direttivo
Associazione di promozione sociale e culturale
Molecole d’Acqua APSA

La sinistra sociale, un dibattito che riparte dai contenuti

Grande partecipazione di pubblico ieri sera a Torino al Circolo dei Lettori per la presentazione dell’ultimo libro di Giorgio Merlo “La sinistra sociale”.

I contributi, di livello e molto apprezzati di Elsa Fornero, Valentino Castellani e Anna Rossomando hanno evidenziato la necessità riscoprire i valori e la cultura di una tradizione come quella del cattolicesimo sociale e, dall’altro, anche l’urgenza di trasmetterli in termini nuovi e moderni alle nuove generazioni. Partendo, però, dai bisogni, dalle domande e dalle esigenze concrete delle persone di oggi, soprattutto di quelle che si sentono più minacciate dall’irrompere di una nuova ed inedita “questione sociale”.

Sardegna, Grimaldi (Verdi Sinistra): “serve un campo giusto, uniti si può vincere”

In Piemonte non ci sono alibi per non seguire l’esempio.
“La vittoria in Sardegna di Alessandra Todde non solo è la notizia più bella che potesse arrivare, ma deve generare speranza e consapevolezza: questo grande risultato è frutto del lavoro profondo che ha portato le forze di opposizione a unirsi, in primis il Partito Democratico, il Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi Sinistra, per costruire un campo giusto, l’alternativa per una Sardegna progressista, sostenibile e inclusiva. La destra è stata battuta, nonostante la candidatura nella galassia progressista di una figura di rilievo come Renato Soru. Mi rivolgo a tutte le forze progressiste piemontesi: serve un campo giusto, l’unità non è solo una somma matematica, può produrre entusiasmo e fiducia. Non possiamo permetterci di cedere ancora una volta il Piemonte alle destre peggiori della storia Repubblicana, quelle che hanno permesso il collasso del sistema sanitario, l’insostenibilità della qualità dell’aria e della vita e il crollo dei salari. Non ci sono alibi per non seguire la strada della Sardegna” – lo dichiara il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi.

Iannò: “30 km/h: vessazione, sicurezza o che altro?”

 

“Bologna è stata la prima grande città italiana ad aver adottato il limite dei 30 km/h in moltissimi punti del territorio, con i 50 km/h che restano la massima velocità consentita nelle arterie di di alto scorrimento. Provvedimento che ha scatenato, come si poteva immaginare, problemi ai cittadini, che rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale. Secondo i sostenitori del provvedimento, il limite di 30 km/h migliora: la sicurezza stradale, riduce incidenti, morti e feriti gravi tra tutti gli utenti della strada, a partire dai più fragili, fa aumentare gli spostamenti a piedi e in bici, grazie a strade più sicure e tranquille. Io non sono così d’accordo, l’applicazione delle “zone 30” è un’illogica e falsa motivazione “ecologica” anche se occorre difendere la sicurezza delle persone e diminuire i rischi di incidenti gravi e deve essere comunque una priorità. E’ forse, l’ennesima vessazione verso gli automobilisti, per fare cassa e senza diventare “integralisti” non limita la libertà di molti? A mio avviso le azioni di calmierazione del traffico devono avvenire in zone della città che non vadano a creare ulteriori ingorghi ed inquinamento. A Torino nel 2022 ci sono stati 829 sinistri correlati ad un eccesso di velocità e di questi 493 si sono conclusi con feriti che hanno presentato lesioni e 2 con esito mortale e 863 l’anno scorso, 517 feriti e 3 morti. Quali dati abbiamo nelle zone in cui sono stati applicati i 30 km/h, visto che un veicolo normalmente si arresta entro 15 metri e l’urto per una persona equivale ad una caduta da 3,5 metri di altezza?”

Pino IANNO’ Torino Libero Pensiero

Varaldo: “Dall’Ucraina al Medio Oriente i bambini vittime innocenti”

FATTI NOSTRI di Tommaso Varaldo

Le immagini dei bambini innocenti che muoiono nel conflitto in Medioriente sono sconvolgenti. Le guerre lasciano cicatrici profonde su coloro che non hanno alcuna colpa, creando vittime innocenti che non hanno scelto di essere coinvolte. Sabato 24 febbraio ha segnato due anni da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala dell’Ucraina causando lo sfollamento di oltre un milione di bambini, privati delle loro case e dei loro diritti fondamentali. Ricordo alcuni di questi bambini nelle due missioni umanitarie che ho organizzato e che hanno portato in salvo in Italia 97 bambini. La più piccola aveva un mese di vita. Non dimenticherò mai i loro sguardi nel viaggio che abbiamo fatto insieme da Leopoli a Torino: negli occhi di ognuno di loro non c’erano solo l’orrore e la paura ma c’era il desiderio di vivere. E’ bastato un pallone all’autogrill per vedere un sorriso che ha cancellato per qualche istante la violenza degli adulti.

Save the Children ci ricorda che nel mondo un bambino su sei vive in un’area di conflitto. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite del 2022 sui bambini e i conflitti armati, il numero di violazioni dei diritti dei bambini è in costante aumento. I numeri sono agghiaccianti: migliaia di bambini uccisi, mutilati, reclutati come soldati, rapiti o violentati, segnati per sempre da un’infanzia privata di affetto, cibo, istruzione e sicurezza.

Purtroppo, nonostante gli iniziali momenti di orrore, sembra che l’opinione pubblica si sia abituata a convivere con queste tragedie. Anche le immagini dei bambini che muoiono vengono condivise nell’indifferenza generale. Non è accettabile, ma quale società siamo diventata? Dobbiamo impegnarci a proteggere i diritti dei bambini e a impedire che diventino vittime innocenti della violenza degli adulti. Questo dovrebbe essere un obiettivo fondamentale per l’intera umanità, perché il prezzo più alto della guerra viene pagato da coloro che sono più vulnerabili e indifesi.

La Lega di Chivasso per le prossime elezioni

Il segretario Giuseppe Deluca: “Presenti come sempre sul territorio al servizio dei cittadini”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Sabato 8 e domenica 9 giugno sarà tempo di elezioni regionali ed europee e di consultazioni amministrative in numerosi Comuni del Chivassese, tra questi Brandizzo, Montanaro, Verolengo, Torrazza Piemonte, Castagneto Po, San Sebastiano da Po, Verrua Savoia, Brozolo e altri.

“Le elezioni comunali – commenta Giuseppe Delucasegretario Lega della sezione di Chivasso – sono il banco di prova più semplice e immediato attraverso il quale i cittadini possono scegliere il sindaco e decidere chi sarà incaricato di amministrare nei paesi in cui si vota. I Comuni sono sempre stati le Istituzioni più a stretto contatto con chi esprime le proprie preferenze politiche, perché le loro azioni hanno riscontro immediato e diretto sui cittadini”.

“La Sezione della Lega di Chivasso – continua Deluca – sarà impegnata in prima linea per le elezioni europee e per le elezioni regionali, in particolare, per ottenere la riconferma di Gianluca Gavazza, unico consigliere regionale del Chivassese, sempre presente sul territorio e attento alle esigenze dei nostri Comuni. Inoltre, come affermano i dati ufficiali 2023 relativi alle presenze e alle singole votazioni in Consiglio Regionale, con la partecipazione a 62 sedute del Consiglio e a 3.123 votazioni in aula, il consigliere regionale della Lega Gavazza ha confermato il trend degli scorsi anni, e di questo tutta la nostra sezione ne va orgogliosa, con il 100% di presenze, attestandosi tra i cinque consiglieri regionali più presenti della Regione Piemonte e risultando il consigliere regionale con più presenze alle sedute di Consiglio e maggiore partecipazione alle votazioni di tutti i consiglieri regionali della provincia di Torino, fra tutti i partiti”.

“La nostra Sezione della Lega, con militanti, sostenitori e simpatizzanti – prosegue il segretario Giuseppe Deluca – si impegnerà con sforzi notevoli per essere presente con propri riferimenti alle elezioni nei vari Comuni: partecipando a liste già presenti, che quindi hanno avuto modo di operare sui territori in maggioranza o minoranza, ma anche creando o aderendo a nuovi gruppi e formazioni. Da sempre la forza della politica si basa sulla capacità di rinnovarsi senza perdere il focus sui propri obiettivi, di conseguenza il mio impegno in primis, e a catena quello di tutti gli iscritti alla Sezione, deve assolutamente basarsi su questo concetto. Ogni votazione è una storia a sé, quindi dev’essere ben chiaro a ognuno di noi che le sfide che ci attendono avranno nuove sfaccettatture e difficoltà, ma con l’aiuto e la partecipazione di tutti e in particolare di coloro che ripongono la propria fiducia in noi saremmo pronti ad affrontarle a viso aperto. Mi sento sicuro di affermare che la Lega continuerà ad essere costantemente al servizio dei cittadini e si impegnerà al massimo per andare incontro alle richieste delle persone”.

Personale GTT, ennesima aggressione: si attivi sistema di allarme

 

Magliano: “per allertare i soccorsi in tempo reale”
La gravità del più recente episodio ai danni un controllore della Linea 55 rende assolutamente urgente una misura di questo tipo.

Non è più accettabile che controllori, autisti e dipendenti di GTT siano costantemente sottoposti al rischio di aggressioni durante lo svolgimento del loro lavoro quotidiano. Chiediamo da tempo provvedimenti efficaci affinché sia tutelata l’incolumità fisica e la possibilità, da parte di questi professionisti, di svolgere il loro lavoro in condizioni di sicurezza. Ribadiamo il nostro appello all’indomani dell’ennesimo episodio, occorso questa volta a un controllore sulla Linea 55, aggredito da un giovane senza titolo di viaggio. Sia installato su tutti i mezzi un sistema di allarme in grado di allertare schiacciando un tasto, in caso di pericolo, una pattuglia delle Forze dell’Ordine. Se una simile tecnologia risulta invece già disponibile, ci aspettiamo che sia sempre attiva e realmente utilizzabile in caso di emergenza. L’obiettivo di garantire condizioni di lavoro consone dovrebbe essere una priorità per GTT. Al controllore attualmente ricoverato, con trenta giorni di prognosi, all’Ospedale Maria Vittoria di Torino esprimo piena e profonda solidarietà.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Comitato 10 Febbraio: una targa per i Martiri delle foibe a Cuorgnè

Riceviamo e pubblichiamo –

Anche il comune di Cuorgnè, grazie all’iniziativa del Comitato 10 Febbraio, ha finalmente la sua targa dedicata ai Martiri delle foibe e all’Esodo giuliano dalmata.

“Grazie al lavoro su tutta la provincia di Torino, e a circa vent’anni di battaglie, siamo riusciti a mettere un’altro tassello nel percorso del ricordo dei Martiri delle foibe e dell’Esodo giuliano dalmata – ha dichiarato Matteo Rossino, responsabile del Comitato 10 Febbraio per la provincia di Torino – L’inaugurazione di una targa è sempre un piccola grande vittoria, perché si ha la consapevolezza di aver fatto qualcosa che rimarrà alle generazioni future. Purtroppo – ha concluso Rossino – ci sono ancora comuni che negano patrocini, come quello di Ivrea per la manifestazione di domani, e che invitano negazionisti come Gobetti a parlare. Ecco perché dobbiamo continuare nel nostro lavoro di diffusione della verità.”