Ma l’aumento dell’aliquota Imu per chi “viene incontro” alle fasce più deboli non è l’unica (e assurda) stangata: tra Tari, Tasi, Cosap e altre voci il “conto”, per i torinesi, fa circa 12 milioni
(dal 7,6 al 10,6 per mille), la Tasi (per certe imprese), la Tari (per tutti) e la Cosap (specialmente per chi ha la “colpa” di vivere in centro o semplicemente ci lavora). Il riassunto è che quella grillina è, a Torino, una politica di aumento scriteriato della pressione fiscale, nel tentativo di mettere una pezza ai tagli che il governo centrale (sì, quello in teoria di colore amico) ha imposto agli enti locali. Il totale fa 12 milioni in meno nelle tasche dei torinesi; 12 milioni ai quali va aggiunta la ”ciliegina sulla torta” rappresentata dal balzello imposto a chi ha l’ardire, o più banalmente, la necessità, di entrare in centro con l’auto privata.




















