POLITICA- Pagina 494

Le reazioni della politica agli atti vandalici in città

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia condanna le violenze ed esprime solidarietà alle forze dell’ordine

Ferma condanna per le violenze e devastazioni di ieri sera nelle vie del centro di Torino. Desidero esprimere la mia massima solidarietà e gratitudine alle forze dell’ordine impegnate ad arginare teppisti e criminali infiltrati nella pacifica protesta di commercianti e lavoratori. E’stata un’ inaccettabile violenza che nulla ha a che vedere con le comprensibili ragioni di chi è preoccupato per le ripercussioni economiche della pandemia e delle misure per contenere la diffusione del contagio. Torino non merita uno scempio del genere, mi auguro che gli autori di queste devastazione vengano assicurati quanto prima alla giustizia con pene severe ed esemplari.

 

Locatelli (Prc-Se): non lasciare la piazza a fascisti e sfascisti. Sosteniamo le proteste contro inadempienze sanitarie e insicurezza sociale  

“Non lasciamo che il malcontento e la protesta contro ritardi e inadempienze di governo e regioni siano lasciate nelle mani di fascisti, negazionisti, cultori della violenza fine a se stessa”, dichiara Ezio Locatelli a proposito di quanto avvenuto ieri a Torino così come in altre città italiane. “Torino è stata teatro di azioni squadriste,  devastazioni, saccheggi che nulla hanno a che fare con la domanda di salute e di reddito che c’è in questo momento” dichiara Locatelli. Ed ancora: “ Azioni che hanno come unico risultato di cancellare le ragioni della protesta di settori sociali colpiti e angustiati dal peggioramento della propria posizione sociale per inadempienze,  mancanza di risposte politiche. Non è un caso che nessun giornale abbia dato spazio alle lavoratrici e ai lavoratori della cultura e dello spettacolo che hanno manifestato in maniera bella e creativa davanti al Teatro Regio oltre alla manifestazione che ci sono state di precari, disoccupati, piccoli commercianti”.

Continua Locatelli: “In questi mesi Governo e Regione Piemonte, indistintamente, non hanno fatto praticamente nulla di nulla per potenziare medicina preventiva e di base, ricettività ospedaliera, trasporto pubblico, servizi scolastici, per aumentare la capacità di testare l’evoluzione della pandemia, per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. Di nuovo c’è una rincorsa, a posteriori, dell’emergenza sanitaria con misure sbilenche che costringono alla chiusura attività che poco hanno a che fare con il contagio senza nulla fare per attività e servizi a forte rischio di contagio che andrebbero a urtare gli interessi di Confindustria e del grande padronato. Detto ciò è ora necessario evitare che la seconda ondata di pandemia polverizzi e distrugga il senso di sicurezza sociale delle persone, le loro aspettative, i loro progetti di vita. Oltre ad adeguate misure sanitarie occorre che sia garantito un reddito sicuro  a lavoratori, pensionati, partite iva, piccole imprese.

 Abbiamo scritto alla vigilia di queste proteste che ribellarsi è giusto ma che bisogna contrastare le strumentalizzazioni di una certa destra fascistoide che propugna la totale deregolamentazione, il laissez faire in perfetta consonanza con i grandi interessi economici. Ribadiamo con forza questa necessità. Le forze di movimento, per il diritto al lavoro, alla casa, per il diritto allo studio, le forze di sinistra antiliberista, le  forze sindacali scendano in piazza, prendano in mano la legittima protesta di chi chiede più diritti alla salute, al reddito, al lavoro di contro alle politiche antisociali di Governo e Regioni. Via i fascisti e gli sfascisti dalle piazze!”

 

GALLO (PD): “NO ALLA VIOLENZA. SUBITO RISTORO ALLE ATTIVITA’ CHIUSE. MA LE ISTITUZIONI AGISCANO INSIEME”

“Le manifestazioni contro il nuovo DPCM sono sfociate in atti di violenza intollerabili. La mia solidarietà va alle forze di polizia impegnate in prima linea, ma anche a chi, democraticamente, è sceso in piazza per manifestare pacificamente e per esporre problemi e difficoltà” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Le piazze pacifiche vanno sempre ascoltate. Stiamo attraversando un momento molto difficile – prosegue Gallo – e le Istituzioni hanno il dovere di fare fronte comune per sostenere il Paese che lotta contro la pandemia. Il Decreto introduce misure stringenti che per tutelare la salute pubblica e la vita delle persone impongono sacrifici gravosi, ma non lasceremo sole le categorie penalizzate e già oggi il Governo varerà un Decreto per sostenerle”.

“Alla violenza di pochi – conclude Gallo – che cercano di destabilizzare il Paese dobbiamo rispondere con la compattezza e con il senso di responsabilità che ha contraddistinto l’Italia nei momenti più difficili. E’ il momento di agire tutti insieme”.

 

NAPOLI (FI), VIOLENTI “SPORCANO” GIUSTE PROTESTE A TORINO

Commenta l’on. Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia al Comune:

     Desidero esprimere la mia totale solidarietà e gratitudine alle Forze dell’ordine impegnate a controllare gruppi di violenti e facinorosi infiltrati nella protesta dei commercianti e autonomi di Torino contro il Dpcm. Le scene viste stasera a piazza Castello sono la rappresentazione di un clima di esasperazione e di rabbia che corre veloce nel Paese almeno quanto la diffusione del virus.

     Attenzione, però, a non assimilare chi scende in piazza e protesta in modo civile con quei gruppi di violenti e facinorosi che soffiano sul fuoco per destabilizzare il già logorato tessuto sociale ed economico di Torino. Quei violenti “sporcano” e sviliscono le ragioni di chi protesta.

Costanzo (M5S): “Soddisfazione per riconoscimento emergenza maltempo”

 Per  i comuni di  San Mauro, Castiglione e Baldissero 

Apprendo con soddisfazione il riconoscimento  dal Consiglio dei Ministri  dello stato di emergenza per i danni causati dal maltempo in Piemonte e Liguria ad inizio di questo mese di ottobre e negli scorsi mesi di maggio e giugno 2020 nei comuni di Baldissero Torinese, di Castiglione Torinese e di San Mauro Torinese della  città metropolitana di Torino. Per questi ultimi, prosegue Costanzo, é stata stanziata la somma di 530.000 euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali.

Lo stanziamento è al momento pari a 15 milioni di euro per la nostra regione, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali, ma si tratta solo di una prima tranche in attesa che venga completato il dettaglio delle ulteriori esigenze.

“Siamo di fronte a un primo, tangibile segno di attenzione dopo quelle tremende giornate che hanno lasciato segni terribili sui nostri territori e sulle popolazioni. Presto verranno impegnate altre risorse per soddisfare le necessità e sostenere la ricostruzione delle zone colpite”conclude la deputata torinese Jessica Costanzo.

A Torino nasce “La Buona Destra”

La Buona Destra annuncia la creazione del Comitato locale per la Buona Destra di Torino e Provincia, ad un mese dalla presentazione del partito, avvenuta proprio nel capoluogo piemontese.

Riceviamo e pubblichiamo / Con la nascita di questo Comitato, la Buona Destra punta ad avere una presenza maggiore sul  territorio, per entrare in contatto con i cittadini così da poter lavorare, tramite il proprio Centro Studi, a proposte concrete per migliorarne la condizione. La presenza territoriale è fondamentale per potersi proporre ai cittadini in cerca di una risposta ai problemi concreti del nostro tempo. Anche in una città storicamente più vicina all’elettorato di centrosinistra, lo spazio per le proposte della Buona Destra è ampio, soprattutto considerata l’amministrazione tutt’altro che eccezionale degli ultimi anni.

In una regione importante dal punto di vista economico, storico e culturale come il Piemonte, è imprescindibile la presenza delle idee e delle proposte di una Buona Destra per uno sviluppo  complessivo che porti benefici a tutti i cittadini. Proprio per questo, la nascita del Comitato di  Torino e Provincia faciliterà l’organizzazione di eventi ed incontri nei quali ci sarà la possibilità di incontrare i cittadini ascoltando e recependo le loro istanze. 

La Buona Destra sarà fondamentale per la città di Torino e per l’Italia tutta: un partito che sia onesto e che, lavorando per il bene comune e non solo di  alcune categorie, abbia più cura della spesa pubblica per mostrare ai cittadini che le loro tasse sono investite in servizi per la collettività. 

Una Buona Destra liberale, laica ed europeista che non andrà alla ricerca del nemico di turno, ma di soluzioni tramite le quali immaginare e costruire il paese del futuro.

In un periodo di incertezza come quello che stiamo vivendo serve concretezza e serietà: proprio per questo nasce il Comitato per la Buona  Destra di Torino e Provincia.

Comitato per la Buona Destra di Torino e Provincia

Claudio Desirò 

Giachino: “penalizzare la ristorazione è un duro colpo all’occupazione”

L’ex sottosegretario alle Infrastrutture Mini Giachino ha promosso una petizione su Change.org  

Egregio Presidente Conte,

il calo della economia italiana degli ultimi anni è dovuto alla crisi ma anche alle scelte sbagliate dei Governi a partire dal Governo Monti, scelte dalle quali non ci siamo mai ripresi compreso nei due suoi anni di governo. Dopo la chiusura del primo Lockdown con la quale abbiamo i ristoranti hanno perso il 35% del fatturato dell’anno e dopo 4 mesi nei quali non hanno superato il 50% ora volete far chiudere la sera che per chi conosce la ristorazione vale 3/4 del lavoro. In questi mesi non siete riusciti neanche a dare  10.000 euro. A molti ristoratori non è stato concesso dalle Banche il Credito da 25.000 euro e Lei non è riuscito a imporsi con le Banche. Forte coi deboli e debole coi forti oggi volete far fallire  la Ristorazione? Ogni ristorante garantisce da 3 a 10-15 posti di lavoro. Sono a rischio oltre 1 milione di posti di lavoro.
L’alternativa è tra andare in Piazza o morire a casa di depressione dopo 35 anni anni di lavoro.
Se ha un po’ di cuore ci ripensi tre volte. In questi mesi i ristoratori hanno investito per render sicuro, con nuovi tavoli rotondi larghi 1,5 metri, gel in ogni angolo, mascherine per i clienti che entrano sprovvisti.
Da maggio nessun cliente ha preso il Covid frequentando i ristoranti.
Mille grazie per l’attenzione,


Mino Giachino, Fabrizio Mastrovincenzo, Emanuele Scirgalea, Lodovico Ambrois

https://www.change.org/p/giuseppe-conte-chiediamo-a-conte-che-non-distrugga-bar-e-ristoranti

 

Locatelli (Prc-Se): “contro le mancate politiche sanitarie e sociali”

“Ribellarsi è giusto. Ma diciamo no alle strumentalizzazioni gaglioffe della destra”  

“Invece che dire stupidaggini politiche, invocare misure draconiane sul piano dell’ordine pubblico, fate lavorare il cervello. C’è in giro una rabbia sociale per mancate misure di prevenzione sulla salute  e di sostegno al reddito che non può essere in alcun modo demonizzata come rabbia eversiva” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. “Fate bene – continua Locatelli rivolgendosi alle forze di governo nazionale e regionale – a prendere seriamente in considerazione la possibilità che dopo Napoli ci siano altre città o quartieri popolari a scendere in rivolta come unica possibilità di farsi sentire.  Tra queste sicuramente Torino che oltre ad essere la città più povera del centro nord Italia  è quella che più ha subito una caduta ulteriore di reddito. Rivolta, sia chiaro, non contro misure di contenimento del contagio che riteniamo urgenti e necessarie – non c’è peggiore idiozia del negazionismo  – ma rivolta contro la tardività, l’inadeguatezza, la mancanza di interventi che hanno contraddistinto questi mesi. Una mancanza di personale medico, infermieristico, di dispositivi sanitari – in Piemonte il bando per l’assunzione di personale Covid è di pochi giorni fa, ci vorranno tre settimane per vederlo all’opera  – per non parlare delle carenze scolastiche, nel settore dei trasporti o di altri servizi essenziali.  Rivolta contro il dilagare delle disuguaglianze e delle esclusioni sociali. Com’è possibile  che tra i mesi di aprile e luglio di quest’anno  i patrimoni di una quarantina di miliardari siano aumentati del 31% (dato estrapolato  dal rapporto annuale della banca svizzera Ubs) a fronte di milioni di persone impoverite per il venir meno di un lavoro o di una attività di sussistenza?  Una disparità intollerabile, insostenibile che  evidenzia il distacco tra retorica della coesione – <siamo tutti sulla stessa barca> – e una realtà che ancora una volta riflette la legge del più forte. Nulla hanno fatto le forze di governo e quelle di destra,  sul piano nazionale e regionale, per prepararsi ad affrontare la seconda ondata di pandemia, per  garantire misure di protezione sanitaria e sociale. Tanta attenzione e regalie per mercati, padronato, Confindustria che hanno come unica preoccupazione di fare il proprio tornaconto economico; poca o nessuna attenzione a chi vive del proprio lavoro o peggio ancora in condizione di precarietà. Contro queste politiche ribellarsi è giusto. Nel respingere il tentativo gaglioffo della destra torinese  di cavalcare un malcontento che essa stessa ha generato con politiche al servizio dei poteri forti –  ci riferiamo a ambienti vicini a Fratelli d’Italia, forza di maggioranza regionale che è la prima a  doversi vergognare per come ha gestito l’emergenza pandemia – noi non possiamo che stare dalla parte di chi giustamente chiede diritti sociali, reddito, salute, sicurezza nella vita di tutti i giorni e sui posti di lavoro. Diritti fondamentali che sono stati duramente colpiti non tanto e non solo dalla pandemia ma dalle scelte neoliberiste e dalle privatizzazioni di questi anni. Basta palliativi dell’ultima ora, basta disparità, è ora di cambiare rotta.

 

Una “Voce Libera” si alza da Alba

Proposta rivolta all’on. Ruffino, referente piemontese “È un’adesione massiccia” a “Voce libera”, l’associazione fondata da Mara Carfagna, quella annunciata dal presidente del Consiglio comunale, dal vice sindaco e da due consiglieri comunali di Alba liberale.

Durante un lungo  incontro presso la sede di via Gardini, Nadia Gomba, Olindo Magara, Domenico Boeri e Carlotta Boffa hanno infatti annunciato all’on. Daniela Ruffino, referente per il Piemonte di Voce libera, l’intenzione di aderire all’iniziativa politica promossa da Mara Carfagna e contribuire così alla costruzione di un nuovo soggetto politico liberale, popolare e riformista. Alba Liberale ha proposto all’on. Ruffino di organizzare ad Alba, appena possibile – Covid permettendo – “un convegno aperto alla partecipazione dei protagonisti della costruzione di un nuovo soggetto moderato nel cdx, da Mara Carfagna a Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo”.

Quella sera a cena con La Ganga a parlare di politica

Ho conosciuto l’onorevole Giuseppe La Ganga alla fine del 1997.
L’occasione fu un convegno organizzato delle coop d’abitazione sul Welfare.  Famoso fino dagli anni 70, famoso nel bene e nel male. Era stato, sicuramente,  un politico di potere. Prima di tangentopoli non si muoveva foglia che Giusi  La Ganga non volesse. Almeno in Piemonte ed almeno tra i socialisti. Non fu solo il luogotenente in Piemonte di Bettino Craxi.
Non a caso il congresso del 1978 , congresso del rilancio politico del Psi, si tenne a Torino. Insieme a Milano tra le capitali del riformismo socialista. Nel 1997 era un uomo provato ma indomito. Sempre lo accompagnò’ l’amarezza di quello che era accaduto. Tutto questo non gli impedì di schierarsi a sinistra, prima nella Margherita e poi nel Pd. Continuo’ nel fare politica solo ed esclusivamente per passione. Lo ritrovai, anzi mi ritrovo’ nel circolo che aveva fondato. La passione la capivi quando partecipavi ai convegni in via Pisa, sede dell’Associazione. Li’ c’era una stanza per lui dove riceveva. Molti lo venivano a incontrare per un consiglio, sicuramente non per dei favori. Ed anche la sua ultima esperienza politica da consigliere comunale a Torino lo testimonia. Penso che non volesse riscattare il suo passato visto che non aveva nulla da rimproverarsi. Errori si’, ma chi non fa errori nella sua vita. Dopo una tornata elettorale non andata bene per il Pd eravamo a cena.
Sorrise amaramente: voi comunisti dovete abituarvi alle sconfitte. Risposi: io sono un ex, ora apolide di sinistra. Vagante tra le diverse anime del socialismo riformista. Scusa Giusi,  ma in politica non ha torto chi perde ? L’amarezza aumento’: sconfitti si’, ma per via giudiziaria e non politica.  Almeno in Italia.  Poi aggiunse: sicuramente abbiamo fatto un errore di fondo: non capire prima che il clima nel paese era cambiato. Per lui e per la maggioranza dei socialisti non c’erano dubbi. I servizi segreti americani infastiditi dall’atteggiamento di Bettino Craxi a Sigonella avevano orchestrato tutto. Poi il carattere duro e puro di Craxi aveva fatto il resto. Chiacchieravo volentieri con Giusi. Precisamente ascoltavo molto.  Uomo di grande cultura che non cadeva mai nel banale.
E qui il ricordo si fa decisamente esistenziale ed umano. Giuseppe La Ganga ha dato alla vita più di quello che ha ricevuto. Ora sono in molti nel dire che quel riformismo aveva storicamente ragione. Decisamente tardi. Ciao Giusi, ho grande affetto per te. Ho grande stima per quello che hai fatto in vita,  ricordandoti.
Patrizio Tosetto

Nostalgia della Prima Repubblica

Piercamillo Davigo non è più magistrato  e non può più fare il moderno Savonarola. Ha fatto il diavolo a quattro per rimanere ma stavolta i suoi gli hanno detto basta. Voto a maggioranza e comunque basta.

Potrà, in questo modo, essere appieno “consulente” dei cinquestelle.  Non è una novità che proprio a lui gli epigoni di Grillo si siano ispirati. Gemelli siamesi Savonarola. 
Non vorrei che anche sui due si abbattesse la maledizione del contrappasso del predicatore fiorentino. Per trent’anni Davigo ha imperversano.  Non ha la sottigliezza di Gherardo Colombo, l’aggressività contadina di Di Pietro o la difficile arte della mediazione di Borrelli.  C’era anche lui a dare la spallata alla prima Repubblica.  Ha continuato nel dire che la politica ed i politici erano corrotti. Forse ha ragione come cittadino o, esso stesso  politico.  Non ha ragione da magistrato che deve dimostrarlo con prove alla mano e relative sentenze. Dal punto di vista giudiziario il sistema fu ed è ancora un fiasco.  Troppa diversità tra il numero elevato di chi è stato inquisito e di chi è stato condannato.
Altra cosa è ciò che è avvenuto politicamente. Appunto il passaggio tra la prima Repubblica e la seconda. Letteralmente spazzato via il Psi di Craxi e la evaporazione della Dc con la diaspora tra Margherita e Berlusconi. Il Pci aveva già deciso prima di essere qualcosa di diverso ed oggi trova nel Pd una sorta di sua continuazione. Rifondazione che ha sempre voluto essere sé stessa oggi non esiste più.  Molti politici , come un fiume carsico , della prima Repubblica sono riemersi e riciclati nella seconda.  Ma non c’ è stato il numero tre. Ci chiediamo da quale brodo di cultura sono emersi determinati politici attuali, capendo che il termine cultura è fuori luogo.
Diciamocelo fino in fondo: c è troppa ignoranza. Gli attuali politici non conoscono.
Troppa ignoranza, come nel caso di Lugi  Di Maio il primo Ministro degli Esteri che non conosce nemmeno la geografia.  Ed ecco che, sempre come un fiume carsico, riemerge una certa nostalgia per la prima Repubblica. Potevi non condividere Bettino Craxi o Giulio Andreotti  o Enrico Berlinguer, ma di loro avevi ed hai la certezza che sapevano.  Potevano contare sui partiti propri e quelli degli altri. Il sistema dei partiti funziona.va Magari in modo alternato ed a volte caotico ma funzionava.  I partiti servivano anche come selezione della propria  classe dirigente.  Con tangentopoli è stato spazzato via il sistema di quei partiti senza sostituto con un altro sistema.
L’operazione di portare il sistema elettorale proporzionale ad un sistema maggioritario è fallita, tant’è che oggi si parla della riforma elettorale di tipo proporzionale con sbarramento. Senza, comunque, un sistema di partiti che possa definirsi tale, con la corruzione che continua a più riprese ed a più livelli e senza arrivare a nessun punto se non all’arricchimento personale.  Vedo tanta approssimazione e confusione con la stupidaggine della riduzione del numero dei parlamentari e la riforma elettorale in alto mare. Allora consoliamoci con la nostalgia per la prima Repubblica, con buona pace dell’ex Magistrato.
Patrizio Tosetto

Scuola, Ruffino (Fi): “Azzolina decida e non scarichi sulle Regioni”

   Il ministro Lucia Azzolina ha scritto al governatore della Lombardia Attilio Fontana per invitarlo a tornare sulla decisione di applicare la Dad alle scuole superiori. Non è un invito generico, se è vero che il ministro chiede al governatore di “contribuire con oculatezza, attenzione e capacità di confronto” a garantire il diritto all’istruzione.

Azzolina chiede a Fontana di sfoderare qualità che lei per prima si è rifiutata di mostrare nei confronti del Parlamento. Ci vuole una buona dose di sfrontatezza per chiedere a Fontana e a De Luca, ma presto anche ad altri governatori, di trovare soluzioni alternative alla didattica a distanza, soluzioni che il governo per primo avrebbe dovuto trovare negli otto mesi trascorsi dalla prima ondata pandemica.

     Possono i governatori potenziare il trasporto pubblico locale? Con quali risorse? O possono assumere polizia locale con compiti di ordine pubblico così da costringere i ragazzi a filarsela a casa invece di assembrarsi in strada? Il ministro riteneva forse, ma voglio escludere in lei tanta colpevole ingenuità, che una volta messe le rotelle ai banchi e distribuito gel alle scuole, la didattica potesse ripartire come se nulla fosse. Il suo collega Boccia ha capito la mala parata e tenta adesso una mediazione fra il ministro e le Regioni. Naturalmente ne uscirà un pastrocchio, con il solo scopo di salvare la faccia al governo e caricare le Regioni di ulteriori responsabilità. Un ministro simile non è tollerabile in tempi normali. Diventa fatale per la scuola in tempi di pandemia.

La Ganga, il riformista. La storia gli ha dato ragione

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La morte di Giuseppe La Ganga segna la fine di un’esperienza politica durata alcuni decenni che ha caratterizzato la vita politica piemontese ed italiana.

La Ganga era un uomo colto e preparato, stimato da Bobbio e da Mussa Ivaldi che patrocinarono la sua prima candidatura alla Camera dei deputati. Era un politico nato. Fin dagli anni del liceo “d’ Azeglio” si mise in luce per il suo impegno. Io lo ricordo nel 1966 a coordinare un bel convegno al teatro “Carignano“ su Massimo d’Azeglio promosso dal liceo di via Parini.
Ci conoscemmo anni dopo alla Sioi , la società di studi internazionali che offriva ai giovani interessati alla politica una dimensione internazionale dei problemi. Esordimmo insieme nel 1970 in due consigli comunali della cintura: lui a Rivoli dove batte’ il capolista Eugenio Scalfari (che quell’onta se la legò ad un dito e da allora odiò La Ganga) ed io a Moncalieri. Per lui fu l’inizio di una sfolgorante carriera  politica, per me la presa di coscienza che non ero tagliato per la politica anche se non volli arrendermi subito alla realtà. La Ganga, che nasceva come giolittiano, una corrente socialista di intellettuali da non confondersi con quella filoconunista di Lombardi, fu tra i primi ad aderire alla nuova linea politica di Craxi, creando qualche problema ai vecchi autonomisti nenniani  torinesi di Corrado Calsolaro. La Ganga divenne segretario della Federazione del PSI torinese e  deputato a partire dall’ VIII legislatura nel 1979 . Il partito socialista, che continuò ad avere diverse anime,  si caratterizzò in Piemonte con il volto di La Ganga, proconsole di Craxi. Io non aderii mai al PSI, ma con Giusi intrattenni sempre un buon rapporto  personale. Giunse anche ad associarsi al Centro “Pannunzio” e a partecipare a qualche sua attività. La Ganga fu nel 1985 il protagonista della grande svolta che mandò a casa Novelli e la Giunta di sinistra, inaugurando il nuovo corso amministrativo di Torino che usciva dalla stagnazione imposta da Novelli. Ci fu un momento  in cui Giusi mi propose – pur restando io indipendente – un incarico pubblico di rilievo che io declinai.
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Nessun altro politico mi fece un’offerta di quel tipo. Il socialismo di Craxi fu una grande e positiva novità per l’Italia perché offrì la prospettiva di un socialismo affrancato dai comunisti, un socialismo liberale di tipo rosselliano. Solo chi non ha conosciuto La Ganga o lo ricorda per la vignetta di Forattini su di lui, non conosce l’intelligenza e la cultura politica che aveva. Avrebbe potuto certamente essere un buon ministro ed aveva talento pari se non superiore a Martelli e a De Michelis. Sappiamo come andò la storia di Tangentopoli e dei giudici che eliminarono per via giudiziaria un’intera classe politica. Io posso testimoniare che Giusi visse sempre probamente senza agi di sorta . In tempi recenti era consigliere comunale di Torino eletto nelle liste del Pd quand’era sindaco Fassino . Abbiamo avuto tante occasioni   di incontro, facilitate anche dal comune amico Salvatore Vullo, capace di essere coerente ed orgoglioso della sua storia politica. Proprio Vullo è stato l’uomo a lui più vicino che lo ha intervistato negli ultimi periodi , pubblicando con Rubbettino un bel libro che serve a farlo conoscere e capire il senso delle sue battaglie politiche. Il libro appena uscito diventa il suo testamento politico.
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Una malattia ha funestato l’ultimo periodo della vita di Giusi, impedendogli il proseguimento di ogni attività motoria. Oggi, alla notizia della sua morte, ho pensato al giovane siciliano, già barbuto, allievo del “d’Azeglio” che aveva fin da ragazzo sposato la causa del socialismo prima che si scatenasse la bufera del ‘68. Una scelta lucida ed appassionata a cui è rimasto fedele per tutta la sua vita. Voglio ricordarlo piacevole commensale quando, dopo qualche evento culturale in compagnia di Vullo, andavamo a mangiare in trattoria. In quelle occasioni, e non solo in quelle, apprezzai le qualità dell’ uomo semplice di cui mi diceva il nostro comune sarto Ignazio Blunda e di cui una volta mi parlò anche Mario Soldati. Era un uomo deluso ed amareggiato che aveva però mantenuto la schiena dritta e l’orgoglio del socialista  riformista a cui la storia aveva dato ragione. In via Pisa aveva creato il Club dei riformisti dove si svolsero tanti incontri ai quali ho partecipato anch’io. Quell’eredità storica del riformismo torinese che da Morgari a La Ganga  rappresenta un qualcosa di molto importante non solo per il passato , ma anche per il futuro di questo Paese. Nel 2014 ricordammo insieme Giacomo Matteotti. Fu il momento più bello e significativo del nostro rapporto.
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