Da Palazzo Lascaris
AUDIZIONE “GIOVANI MEDICI PER L’ITALIA”
In IV Commissione, sono stati auditi i rappresentanti della sezione piemontese di “Giovani medici per l’Italia”, un gruppo di studenti e laureati in medicina che, da mesi, si sta battendo per ottenere l’aumento delle borse di studio di specializzazione post-laurea. Per potersi specializzare, infatti, un medico laureato deve vincere una delle “borse di specializzazione”, indette tramite un concorso nazionale, in parte finanziate dal MIUR e in parte dalle Regioni.
“Quest’anno il Piemonte ha finanziato soltanto 15 borse che hanno riguardato esclusivamente alcune specialità: ortopedia, medicina d’urgenza, pediatria e anestesia” spiegano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti e il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi.
“Il sistema sanitario italiano è un’eccellenza – prosegue Rossi – ma si trova nel pieno di una crisi delle proprie risorse professionali mediche e, entro il 2025, dei circa 105.000 medici specialisti, attualmente impiegati nella sanità pubblica, circa la metà potrebbe andare in pensione. Le borse di specializzazione del Piemonte risultano molto inferiori a quelle stanziate da parte di altre regioni, come Campania, Toscana e Veneto. Si rischia di andare verso un default sanitario e di costringere molti reparti ospedalieri a chiudere entro pochi anni”.
“Abbiamo accolto le richieste dei giovani medici – aggiunge Ravetti – e depositeremo un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a incrementare il numero di borse di specializzazione finanziate dalla Regione già a partire dal 2020 e ad attivarsi con urgenza a livello nazionale per richiedere un aumento del finanziamento per le borse di specialità annuali piemontesi”.
“Non solo – conclude Rossi, primo firmatario dell’ordine del giorno – faremo il possibile per intervenire anche in sede di assestamento di bilancio per liberare ogni risorsa disponibile per andare incontro alla richiesta di 100 borse avanzata dagli studenti”.
(foto: il Torinese)
Da Palazzo Civico
“La decisione, ha spiegato Fassino, era in animo sin da quando sono stato eletto, ma non vi avevo dato corso per rispetto degli elettori torinesi e per onorare gli impegni”.
Oggi gli impegni del nuovo Governo mi inducono a concentrare la mia attività sul mandato parlamentare. Termina qui il mio mandato amministrativo, ma non verrà mai meno il mio impegno per Torino da parlamentare. E coerentemente lascerò anche gli incarichi ricoperti, in quanto amministratore locale, negli ultimi tre anni a Strasburgo nel Congresso dei Poteri Locali del Consiglio d’Europa”.
“In un passaggio così carico di ricordi ed emozioni, per chi pur in periodi diversi, ha trascorso molti anni in Sala Rossa”, ha aggiunto Fassino, “desidero rivolgere un saluto a Lei Presidente e al Sindaco, ai membri della Giunta e ai colleghi consiglieri ringraziando tutti per la collaborazione di questi anni con la consapevolezza che, pur nella diversità delle opinioni, l’azione di ciascuno di noi è sempre stata improntata al perseguimento del bene di Torino”.
La sindaca Chiara Appendino ha ringraziato Fassino a nome della Città per il lavoro svolto. “C’è stata una dialettica forte in Sala Rossa, sempre con l’obbiettivo dell’interesse comune, comunque nel rispetto delle diversità, ha sottolineato esprimendo rispetto per scelta dell’ex sindaco.
Referendum, la richiesta in Cassazione
Consegnato stamane in Corte di Cassazione il documento che attesta la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Delegati a portare la delibera il presidente del Consiglio Stefano Allasia e quale supplente Alberto Preioni (Lega).
La deliberazione era stata approvata dall’Aula giovedì scorso.
“Questo è soltanto l’inizio di un percorso – spiega Allasia – che dovrà portare a far esprimere i cittadini su una questione molto importante: il modo di eleggere i propri rappresentanti. Senza entrare nel merito, credo che in democrazia sia sempre un bene dare voce agli elettori su temi così rilevanti per il nostro Paese”.
La richiesta, come quella delle altre Regioni che l’hanno approvata, doveva essere depositata entro il 30 settembre per far sì che il referendum si tenga nel 2020.
Immigrati, FdI contro la cittadinanza automatica
“In piazza a Torino e in provincia per raccogliere le firme contro la legge sulla cittadinanza automatica agli immigrati” ad annunciarlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo di FdI in Regione Piemonte Maurizio Marrone, raccogliendo l’invito lanciato da Giorgia Meloni. “Il governo giallo-rosso da un lato apre i porti dall’altro è occupato a mandare avanti la legge per concedere la cittadinanza automatica agli immigrati.
Contro questa vergogna, Fratelli d’Italia è gia’ mobilitata e sabato prossimo organizzeremo anche a Torino la raccolta firme per chiedere al presidente della Repubblica di fermare questa follia”.
Gli appuntamenti del Centro Studi sul Federalismo
Torino, lunedì 30 settembre 2019
Dibattito
DOPO LE ELEZIONI EUROPEE
Nazionalismi fuori gioco. Nuove opportunità per l’Europa
Polo del ‘900 – Sala Didattica
Corso Valdocco 4/a
h. 17:30
Convegno
Regionalismo differenziato: opportunità e criticità
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali
Via Conservatorio 7
h. 10:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30
Muri di ieri e di oggi
Gallo (Pd): “Battaglia vinta per le istituzioni”
” IL CENTRODESTRA SI VOTI IL REFERENDUM DI SALVINI”
“Lasciamo al centrodestra l’onere e l’onore di votarsi emendamenti e delibera referendaria. In questa lunga maratona che ci è stata imposta da Salvini e dalla Lega e che ha avuto la precedenza sui veri interessi del Piemonte, abbiamo provato, in tutti i modi, a far capire alla maggioranza l’assurdità di questo provvedimento. Ci fermiamo perché siamo riusciti a fare emergere i dubbi di costituzionalità e le posizioni contraddittorie di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia” ha dichiarato il Consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo, esprimendo la posizione del suo Gruppo.
“Il centrodestra, in questi tre giorni – ha proseguito Gallo – non ha fatto un intervento nel merito della questione per spiegare le proprie idee e le proprie posizioni. In campagna elettorale Cirio ha sbandierato la necessità di semplificare e sburocratizzare le norme: la proposta referendaria occuperà 22-25 pagine. Un controsenso. Le minoranze hanno utilizzato gli unici strumenti che avevano per esprimersi, per denunciare un vulnus istituzionale: il Regolamento del Consiglio regionale. Il centrodestra quando si è conto che non sarebbe arrivato al termine della maratona ha fatto una forzatura chiedendo il contingentamento dei tempi di discussione. Peccato che il contingentamento si usi solo per i provvedimenti importanti per la vita della Regione. Questo non lo è. Nei prossimi mesi la maggioranza sarà costretta a confrontarsi e a dibattere con noi, non potrà trincerarsi sempre dietro a desideri e diktat di Salvini”.
La Regione sceglie il referendum maggioritario
Dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris
Dopo tre giorni di discussione, con due sedute serali, il Consiglio regionale ha approvato con 31 sì della maggioranza – la minoranza ha abbandonato l’Aula e non ha preso parte al voto in segno di protesta contro la decisione di contingentare i tempi – la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Degli otto ordini del giorno collegati l’Assemblea ha approvato quello presentato dal primo firmatario Paolo Ruzzola (Fi) e respinto quelli proposti rispettivamente dai primi firmatari Domenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Luv).
Sempre con 31 sì della maggioranza l’Assemblea ha poi approvato la deliberazione che individua quale delegato effettivo dell’Assemblea legislativa per portare la delibera alla Corte di Cassazione il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e quale delegato supplente il capogruppo della Lega Nord Alberto Preioni.
L’iter, previsto dall’articolo 75 della Costituzione, ha coinvolto diversi altri Consigli regionali che si sono espressi durante la settimana.