POLITICA- Pagina 494

Cnh di S. Mauro, Costanzo (M5S): “Il MiSe pronto ad incontrare le parti”

“Il 22 ottobre ne parleremo anche al premier Conte a Torino”
“Il MiSe è disponibile ad incontrare azienda e parti sociali della Cnh per parlare della gestione degli esuberi di Cnh”, lo annuncia la deputata piemontese del Movimento 5 Stelle in Commissione lavoro Jessica Costanzo.
La Cnh Industrial chiuderà le fabbriche di S. Mauro Torinese e Pregnana Milanese con 260 esuberi.
A San Mauro lavorano 370 persone per fabbricare macchine per le costruzioni. La produzione cesserà entro aprile 2020 e poi verranno investiti 20 milioni di euro per trasformare l’area in un polo logistico 4.0 assicurando il riassorbimento di oltre due terzi di lavoratori.
I sindacati hanno chiesto già un incontro al ministero dello Sviluppo economico per la gestione degli esuberi.
“Da porte del nostro ministro Patuanelli e del vice capo di Gabinetto Giorgio Sorial c’è massima disponibilità – conferma la deputata Costanzo – a sedersi presto ad un tavolo per parlare di questa situazione di grande importanza. Un impegno in continuità con quello preso da Di Maio che da ministro dello Sviluppo economico il 13 giugno scorso ha preso l’impegno insieme al Ministero della Difesa a finanziare un piano complessivo di circa 7,2 miliardi di euro di investimenti relativi ai programmi del settore Difesa”.
Conte sarà a Torino il 22 ottobre. “Il premier Conte ha fatto sapere inoltre che il 22 ottobre sarà a Torino per ascoltare e conoscere i nostri progetti di sviluppo, con particolare interesse per Torino Area di crisi complessa. Sarà l’occasione per parlare anche di questa  vicenda che coinvolge Cnh e siamo sicuri che come sempre il suo impegno per i lavoratori sarà massimo. San Mauro Torinese è compresa tra i comuni dell’area di crisi complessa e questo è un vantaggio per favorire progetti di riqualificazione e riconversione industriale, a dispetto di chi critica la misura e il suo nome.” conclude l’esponente del M5S.

Pd: “Più borse di studio per evitare il default della sanità”

Da Palazzo Lascaris

AUDIZIONE “GIOVANI MEDICI PER L’ITALIA”

In IV Commissione, sono stati auditi i rappresentanti della sezione piemontese di “Giovani medici per l’Italia”, un gruppo di studenti e laureati in medicina che, da mesi, si sta battendo per ottenere l’aumento delle borse di studio di specializzazione post-laurea. Per potersi specializzare, infatti, un medico laureato deve vincere una delle “borse di specializzazione”, indette tramite un concorso nazionale, in parte finanziate dal MIUR e in parte dalle Regioni.

“Quest’anno il Piemonte ha finanziato soltanto 15 borse che hanno riguardato esclusivamente alcune specialità: ortopedia, medicina d’urgenza, pediatria e anestesia” spiegano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti e il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi.

“Il sistema sanitario italiano è un’eccellenza – prosegue Rossi – ma si trova nel pieno di una crisi delle proprie risorse professionali mediche e, entro il 2025, dei circa 105.000 medici specialisti, attualmente impiegati nella sanità pubblica, circa la metà potrebbe andare in pensione. Le borse di specializzazione del Piemonte risultano molto inferiori a quelle stanziate da parte di altre regioni, come Campania, Toscana e Veneto. Si rischia di andare verso un default sanitario e di costringere molti reparti ospedalieri a chiudere entro pochi anni”.

“Abbiamo accolto le richieste dei giovani medici – aggiunge Ravetti – e depositeremo un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a incrementare il numero di borse di specializzazione finanziate dalla Regione già a partire dal 2020 e ad attivarsi con urgenza a livello nazionale per richiedere un aumento del finanziamento per le borse di specialità annuali piemontesi”.

“Non solo – conclude Rossi, primo firmatario dell’ordine del giorno – faremo il possibile per intervenire anche in sede di assestamento di bilancio per liberare ogni risorsa disponibile per andare incontro alla richiesta di 100 borse avanzata dagli studenti”.

 

(foto: il Torinese)

L’ex sindaco Piero Fassino si è dimesso da consigliere comunale

Da Palazzo Civico

“La decisione, ha spiegato Fassino, era in animo sin da quando sono stato eletto, ma non vi avevo dato corso per rispetto degli elettori torinesi e per onorare gli impegni”.

Oggi gli impegni del nuovo Governo mi inducono a concentrare la mia attività sul mandato parlamentare. Termina qui il mio mandato amministrativo, ma non verrà mai meno il mio impegno per Torino da parlamentare. E coerentemente lascerò anche gli incarichi ricoperti, in quanto amministratore locale, negli ultimi tre anni a Strasburgo nel Congresso dei Poteri Locali del Consiglio d’Europa”.

“In un passaggio così carico di ricordi ed emozioni, per chi pur in periodi diversi, ha trascorso molti anni in Sala Rossa”, ha aggiunto Fassino, “desidero rivolgere un saluto a Lei Presidente e al Sindaco, ai membri della Giunta e ai colleghi consiglieri ringraziando tutti per la collaborazione di questi anni con la consapevolezza che, pur nella diversità delle opinioni, l’azione di ciascuno di noi è sempre stata improntata al perseguimento del bene di Torino”.

La sindaca Chiara Appendino ha ringraziato Fassino a nome della Città per il lavoro svolto. “C’è stata una dialettica forte in Sala Rossa, sempre con l’obbiettivo dell’interesse comune, comunque nel rispetto delle diversità, ha sottolineato esprimendo rispetto per scelta dell’ex sindaco.

Referendum, la richiesta in Cassazione

Consegnato stamane in Corte di Cassazione il documento che attesta la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Delegati a portare la delibera il presidente del Consiglio Stefano Allasia e quale supplente Alberto Preioni (Lega).

La deliberazione era stata approvata dall’Aula giovedì scorso.

“Questo è soltanto l’inizio di un percorso – spiega Allasia – che dovrà portare a far esprimere i cittadini su una questione molto importante: il modo di eleggere i propri rappresentanti. Senza entrare nel merito, credo che in democrazia sia sempre un bene dare voce agli elettori su temi così rilevanti per il nostro Paese”.

La richiesta, come quella delle altre Regioni che l’hanno approvata, doveva essere depositata entro il 30 settembre per far sì che il referendum si tenga nel 2020.

Immigrati, FdI contro la cittadinanza automatica

“In piazza a Torino e in provincia per raccogliere le firme contro la legge sulla cittadinanza automatica agli immigrati” ad annunciarlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo di FdI in Regione Piemonte Maurizio Marrone, raccogliendo l’invito lanciato da Giorgia Meloni. “Il governo giallo-rosso da un lato apre i porti dall’altro è occupato a mandare avanti la legge per concedere la cittadinanza automatica agli immigrati.
Contro questa vergogna, Fratelli d’Italia è gia’ mobilitata e sabato prossimo organizzeremo anche a Torino la raccolta firme per chiedere al presidente della Repubblica di fermare questa follia”.

Gli appuntamenti del Centro Studi sul Federalismo

Torino, lunedì 30 settembre 2019

Dibattito
DOPO LE ELEZIONI EUROPEE
Nazionalismi fuori gioco. Nuove opportunità per l’Europa

Polo del ‘900 – Sala Didattica  
Corso Valdocco 4/a
h. 17:30

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Milano, martedì 8 ottobre 2019

Convegno
Regionalismo differenziato:  opportunità e criticità
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali
Via Conservatorio 7
h. 10:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30

Muri di ieri e di oggi

Solo ora ho capito del perché della risoluzione europea che ha messo sullo stesso piano nazismo
e comunismo.
30 anni fa cadeva il muro di Berlino. Come passa
il tempo. Berlinguer era già morto da alcuni anni.
Ed il famoso discorso sull’esaurimento della spinta propulsiva della rivoluzione di Ottobre già fatto. Poi, giusto per essere pignoli il muro venne costruito
per impedire ai tedeschi dell’est di scappare all’
Ovest e non viceversa. Non mi sembra un dettaglio. Sicuramente equiparare Hitler a Stalin un azzardo , comunque i gulag in Siberia ed i campi di sterminio nazista avevano qualcosa in comune. Nel 1978 per il Comune di Torino accolsi una delegazione di giovani tedeschi che risiedevano a Berlino Ovest. Gli chiesi se volevano pernottare in un albergo  situato in corso Fiume o alla Mandria. Dopo alcune domande non ebbero dubbi : la Mandria. Erano stanchi di vivere in una città recintatata da muri. Per la prima volta ebbi coscienza che il muro non pdivideva solo ma recintava tutta la parte Ovest. Strano no? Eppure un po’ di storia e di geografia la conoscevo. Sapevo che l’intera Berlino Ovest era un’enclave in territorio della Germania est. In altre parole la mia ignoranza era giustificata dal non concepire giacché era una palese assurdità. Libertà libertà. Ora con una tragica legge del contrappasso in Europa i km e km di muri tra le frontiere per impedire principalmente l’immigrazione.
Abbattuto un muro se ne sono costruiti tanti altri. Addirittura esiste un muro tra Messico e Guatemala. I messicani che sono contrari al muro di Trump ne costruiscono uno loro. Come si è detto c’è sempre qualcuno più a Sud di noi, come c’è sempre qualcuno più a Nord e il vicino è sia ad est ed Ovest di noi. Ma siamo quasi 8 miliardi di popolazione.
Tant’è che Trump sostiene : appoggio i patrioti, non i globalisti. Detto da uno yankee è tutto un programma. Dopo la spinta propulsiva dell’ abbattimento del muro di Berlino o il mitico discorso di Kennedy : siamo tutti Berlinesi ora più prosaicamente padroni a casa propria. Ciò che avviene oltre il muro eretto psicologicamente non è affare nostro.
Ma l’immigrazione e la fuga per la libertà o la costante ricerca di liberta è come l’acqua: non puoi contenerla. Dal superare le dighe all’esondare ed infilalarsi in ogni buco.
Trent’ anni fa le democrazie occidentali
promettevano e soprattutto sentivano tutto
questo. Ora , praticamente, sono impotenti di fronte
a queste ” invasioni”.
Un occidente diviso su tutto. Persino sulla difesa dell’ ambiente ci si divide. Uno dei modi è sbeffeggiare i giovani che hanno partecipato ai cortei. Li accusano
di incoerenza visto che non sanno rinunciare agli smartphone . Possibile se non assolutamente vero. Dunque? Che i ghiacciai si sciolgono è un dato di fatto. Che i mari siano pieni di plastica un altro fatto. E che si deve intervenire velocemente la sua inevitabile conclusione. Muro di Berlino, muri tra est ed Ovest e tra Nord e sud, emigrazione, aumento della popolazione e della, povertà mondiale e lotta all inquinamento. Sto facendo la solita insalata russa? Possibile,ma purtroppo esiste un filo logico. Più che governo della complessità subiamo il caos. Soluzioni? Almeno per una volta lasciatemelo dire: non tocca a noi poveri tapini. Tocca ai potenti della terra. Si sono fatti eleggere o se volete li hanno liberamente eletti. In verità non tutti come i Cinesi che sono riusciti nel mettere insieme gli aspetti positivi (per loro) del capitalismo come lo sfruttamento e la stabilità delle dittature senza rotture di scatola come il votare. Salvare chi è in pericolo di vita è un dovere.
Salvare il Pianeta un atto di intelligenza e purtroppo l’uomo non si è storicamente mostrato intelligente.
Patrizio Tosetto 

Referendum, FI: “Proposta dà dignità al voto popolare”

“OLTRE LE OFFESE DI CHI NON METABOLIZZA LE SCONFITTE”
“Ci spiace che le opposizioni abbiano tenuto in ostaggio il Consiglio regionale in questi ultimi tre giorni, così come ci spiace che abbiano cercato di scaricare la responsabilità di questa lunga paralisi sulla maggioranza. Hanno scelto di salire sulle barricate per difendere l’ingovernabilità del Paese e continuare con i papocchi e inciuci che hanno consegnato l’ennesimo governo composto da forze che hanno perso le elezioni politiche. Lo hanno fatto anche con offese e insulti inqualificabili verso il nostro partito e il nostro presidente della Regione perché non hanno ancora metabolizzato le recenti sconfitte, ma guardiamo avanti. In questi giorni in modo condiviso abbiamo portato avanti la nostra battaglia di civiltà: difendere la dignità del diritto di voto dei nostri concittadini piemontesi troppe volte calpestato e che il Governo nazionale non reputa prioritario. Ecco allora che insieme ai nostri alleati storici abbiamo fatto fronte comune, in punta di Costituzione, per chiedere insieme ad altri quattro Consigli regionali di indire un referendum e predisporre una proposta di legge nazionale che preveda un premio di maggioranza, una norma anti ribaltone, una quota proporzionale, uno stop ai paracadutati e catapultati e l’elezione diretta del Capo dello Stato. Tutti sacrosanti principi di una democrazia  sana e moderna. Siamo stati determinanti in tal senso, riuscendo ad essere tra i primi Consigli regionali a lanciare questa proposta. Abbiamo dato il nostro piccolo ma indispensabile contributo per rispondere ad un bisogno reale del Paese: quello di dare la possibilità di poter avere finalmente maggioranze chiare e governi stabili”. Ad affermarlo il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola e i consiglieri regionali Alessandra Biletta, Franco Graglia e Carlo Riva Vercellotti.

Gallo (Pd): “Battaglia vinta per le istituzioni”

” IL CENTRODESTRA SI VOTI IL REFERENDUM DI SALVINI”

“Lasciamo al centrodestra l’onere e l’onore di votarsi emendamenti e delibera referendaria. In questa lunga maratona che ci è stata imposta da Salvini e dalla Lega e che ha avuto la precedenza sui veri interessi del Piemonte, abbiamo provato, in tutti i modi, a far capire alla maggioranza l’assurdità di questo provvedimento. Ci fermiamo perché siamo riusciti a fare emergere i dubbi di costituzionalità e le posizioni contraddittorie di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia” ha dichiarato il Consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo, esprimendo la posizione del suo Gruppo.

“Il centrodestra, in questi tre giorni – ha proseguito Gallo – non ha fatto un intervento nel merito della questione per spiegare le proprie idee e le proprie posizioni. In campagna elettorale Cirio ha sbandierato la necessità di semplificare e sburocratizzare le norme: la proposta referendaria occuperà 22-25 pagine. Un controsenso. Le minoranze hanno utilizzato gli unici strumenti che avevano per esprimersi, per denunciare un vulnus istituzionale: il Regolamento del Consiglio regionale. Il centrodestra quando si è conto che non sarebbe arrivato al termine della maratona ha fatto una forzatura chiedendo il contingentamento dei tempi di discussione. Peccato che il contingentamento si usi solo per i provvedimenti importanti per la vita della Regione. Questo non lo è. Nei prossimi mesi la maggioranza sarà costretta a confrontarsi e a dibattere con noi, non potrà trincerarsi sempre dietro a desideri e diktat di Salvini”.

La Regione sceglie il referendum maggioritario

Dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris

Dopo tre giorni di discussione, con due sedute serali, il Consiglio regionale ha approvato con 31 sì della maggioranza – la minoranza ha abbandonato l’Aula e non ha preso parte al voto in segno di protesta contro la decisione di contingentare i tempi – la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Degli otto ordini del giorno collegati l’Assemblea ha approvato quello presentato dal primo firmatario Paolo Ruzzola (Fi) e respinto quelli proposti rispettivamente dai primi firmatari Domenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Luv).

Sempre con 31 sì della maggioranza l’Assemblea ha poi approvato la deliberazione che individua quale delegato effettivo dell’Assemblea legislativa per portare la delibera alla Corte di Cassazione il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia  e quale delegato supplente il capogruppo della Lega Nord Alberto Preioni.

L’iter, previsto dall’articolo 75 della Costituzione, ha coinvolto diversi altri Consigli regionali che si sono espressi durante la settimana.