POLITICA- Pagina 433

TangEST: lo stop di Legambiente

Giorgio Prino: “Diciamo un NO convinto: un’opera estremamente impattante e poco utile che certamente non è nel solco di una rinascita green, ma perpetua modelli non sostenibili”

 

L’approvazione da parte del Consiglio Regionale dell’Ordine del giorno sulla Tangenziale EST di Torino porta alla ribalta un progetto che si pensava fosse definitivamente chiuso in un cassetto.

“Sono molte le ragioni che ci portano a dire un fermo no al progetto di una Tangenziale EST – afferma Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Innanzitutto l’impatto ambientale: il percorso individuato interesserebbe un contesto collinare di elevato valore paesaggistico e naturalistico che sarebbe deturpato da un susseguirsi di viadotti e gallerie; un contesto il cui l’equilibrio idro-geologico (in alcune realtà della collina di Torino già estremamente precario) sarebbe messo a forte rischio. In secondo luogo la dubbia utilità dell’opera. Nel corso degli anni si sono susseguiti studi (l’ultimo in ordine di tempo da parte della Città Metropolitana, in precedenza anche il Politecnico di Torino si era espresso in tal senso) che hanno sempre concordato su come non esistano flussi di traffico sufficienti a giustificare l’opera, che non avrebbe la possibilità di autosostenersi attraverso i pedaggi. Ci sarebbe infatti da chiedersi come mai non sia mai stato portato avanti il progetto, nonostante nel 2008 fosse stata costruita una apposita società tra Regione e Anas (la società C.A.P Concessioni Autostradali Piemontesi S.p.A. ), poi sciolta definitivamente nel 2017. Infine troviamo paradossale continuare ad investire su opere ad altissimo impatto ambientale nel nome della ‘rinascita green’. Nello specifico, un investimento sul trasporto su gomma, con un costo ambientale elevatissimo sia nella fase di costruzione che, qualora venissero ribaltate tutte le previsioni sui flussi di traffico, in fase di esercizio. E non si giochi la carta della contrapposizione fra ambiente e progresso: sono sempre più numerose le esperienze che dimostrano come l’ambiente e la sua tutela siano e debbano essere i pilastri di un progresso sostenibile, ovvero dell’unico progresso possibile”.

 

Torna la questione sociale. E dov’è la “sinistra sociale”?

Dunque, l’Istat ci consegna un quadro molto allarmante. A livello sociale e a livello politico, di conseguenza.

Era del tutto prevedibile, del resto, dopo la drammatica emergenza sanitaria che ci ha colpito e che continua a sfregiare il nostro tessuto economico e produttivo. E proprio i numeri sono alquanto eloquenti: 5,6 milioni di cittadini italiani sono in seria difficoltà; l’indice di povertà è passato dal 7,7% del 2019 al 9,4% di oggi; il 47% di questa “popolazione povera” risiede al Nord, in particolare nel ricco Nord-Ovest e il 38,6% nel Mezzogiorno; e proprio il Nord registra un incremento della povertà che passa dal 6,8% al 9,3%. E, in ultimo, l’incidenza della povertà assoluta raggiunge l’11,3% fra i 18 e i 34 anni mentre per gli over ‘65 si ferma al 5,4%
Insomma, siamo di fronte ad una nuova, diversa ma altrettanto drammatica “questione sociale”. E, proprio di fronte a questo quadro, peraltro solo sommario, viene persin scontato chiedersi se esiste ancora nel nostro paese una politica in grado di farsi interprete seriamente e convintamente di una situazione che potrebbe, prima o poi, esplodere. E, per entrare ancor più nello specifico, esiste ancora la possibilità di avere una “sinistra sociale” di ispirazione cristiana che si faccia anche carico di questa nuova ed inedita “questione sociale” divampata dopo la pandemia?
Una “sinistra sociale” di ispirazione cristiana che ha caratterizzato ed attraversato per molti anni il cammino della politica italiana. Certo, se per molto tempo questa presenza è stata politicamente visibile o attraverso una corrente definita in un partito o con leader nazionali altrettanto qualificati e carismatici, oggi questa presenza e questa cultura languono nel deserto della politica contemporanea. Solo per fare due esempi concreti, è appena sufficiente ricordare il lungo magistero politico, sociale, culturale ed istituzionale di Carlo Donat-Cattin nella Democrazia Cristiana e di Franco Marini prima nel sindacato e poi nel Ppi, nella Margherita e infine nel Partito democratico – seppur non più in prima linea per l’impegno politico – per rendersene conto. Una presenza politica rilevante che ha contribuito, attraverso la sua sensibilità e la sua progettualità concreta, a segnare la stessa qualità del ruolo politico dei cattolici democratici e popolari nella società italiana.
Certo, le stagioni politiche scorrono rapidamente e nell’epoca del populismo dove dominano incontrastati il trasformismo e l’opportunismo politico e parlamentare, è difficile rideclinare un patrimonio culturale, sociale e politico che non può essere ridotto a slogan quotidiano e a promesse qualunquistiche e demagogiche. E purtroppo, e soprattutto, mancano anche quella classe dirigente e quei leader, carismatici e rappresentativi, che hanno saputo essere interpreti attivi di un fecondo patrimonio ideale nella concreta dinamica politica italiana.
Ecco perchè, allora, diventa quantomai importante sapere come oggi quella “sinistra sociale” di ispirazione cristiana può ritrovare cittadinanza attiva nella dialettica politica del nostro paese. E su questo fronte almeno due riflessioni si impongono.
Innanzitutto non c’è più un solo partito che possa interpretare in modo diretto ed esclusivo quella cultura e quel giacimento di valori, di iniziative e di progettualità politica. Anche su questo versante il pieno riconoscimento del pluralismo delle opzioni politiche è un dato di fatto. Nè sul versante della sinistra, soprattutto dopo l’alleanza con il populismo dei 5 stelle, nè sul fronte della destra sovranista questa componente può trovare una compiutezza definitiva ed organica. Troppe sono le contraddizioni politiche, almeno stando agli attuali equilibri, che impediscono a questa cultura di riconoscersi sino in fondo in queste due coalizioni o in alcuni partiti che vi fanno parte.
In secondo luogo, come ricordavo poc’anzi, l’assenza di un personale politico che sia realmente espressione diretta di quei mondi vitali e di quella cultura sociale, politica ed economica. Nessuno pretende, come ovvio, che ci sia oggi una classe dirigente seppur lontanamente paragonabile a quella di un tempo che ha, comunque sia, contributo a segnare in profondità l’evoluzione e la crescita della nostra democrazia e, al contempo, la stabilità delle nostre istituzioni democratiche. Del resto, dopo aver teorizzato e praticato per molti anni l’ideologia dell’”uno vale uno” e, soprattutto, dopo aver demolito a colpi di insulti e di ogni contumelia le classi dirigenti del passato con l’arma implacabile della delegittimazione morale e politica di marca grillina e populista, è addirittura scontato che i potenziali “eredi” di quelle classi dirigenti hanno coltivato altri obiettivi e praticato altri lidi. Una presenza, comunque sia, che si è progressivamente indebolita anche per altre ragioni. A cominciare dalla colpevole assenza di formazione e di

preparazione di nuovi quadri sul versante dell’associazionismo cattolico popolare e cattolico sociale.
Ma, al di là di queste annotazioni, peraltro oggettive, non c’è dubbio che la rinnovata presenza di una “sinistra sociale di ispirazione cristiana” oggi si impone. E i numeri dell’Istat quasi lo impongono. A prescindere anche dagli attuali schieramenti politici e dalla natura delle forze in campo. Perchè per continuare ad essere interpreti fedeli e coerenti di un mondo “popolare” che pone concretamente alla politica le sue ansie, le sue domande, le sue esigenze e le sue difficoltà significa anche dare un senso ad una ispirazione, quella cristiana appunto, che altrimenti corre il rischio di ridursi ad una bella ma impotente predicazione o, peggio ancora, ad una azione di testimonianza disancorata dai problemi veri che scuotono e attraversano le persone. Soprattutto dopo questa terribile e perdurante emergenza sanitaria, sociale ed economica.
Una “sinistra sociale” di ispirazione cristiana che, sull’onda del magistero concreto di uomini come Carlo Donat-Cattin e Franco Marini, possa ancora oggi portare un contributo significativo e di qualità per un obiettivo tanto nobile quanto contemporaneo. Ovvero, per dirla proprio con Donat-Cattin, per “la difesa, la promozione e la tutela dei ceti popolari nel nostro Pese”. Un impegno a cui non ci si può più sottrarre. Al di là delle parole d’ordine del populismo grillino e della demagogia e del qualunquismo antipolitico.

Giorgio Merlo 

Paragone a Torino per la campagna di Italexit

Sabato 19 giugno il Senatore Gianluigi Paragone (Italexit) è stato in visita a Torino per incontrare i cittadini e lanciare ufficialmente la campagna elettorale di Ivano Verra in vista delle Comunali di ottobre.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

La giornata è iniziata dal mercato di Via Porpora in Barriera di Milano insieme a Verra e Pierino Magro (della lista “Noi Cittadini”). Paragone si è intrattenuto a lungo con ambulanti e clienti affrontando il tema della Bolkestein e i problemi delle periferie: “Questi quartieri hanno pagato il prezzo più alto per colpa dell’Unione Europea. Ho voluto essere il primo leader nazionale a venire qui per lanciare un messaggio forte e chiaro a queste persone: mentre gli altri partiti giocano alla fantapolitica, Italexit è qui sul territorio insieme a voi”.

L’attività si è quindi spostata in Piazzale Valdo Fusi, dove Verra e Paragone hanno tenuto un comizio per spiegare le priorità di Italexit a Torino. Tra i presenti, vari rappresentanti delle categorie produttive, del mondo sanitario, della pubblica amministrazione, del volontariato e del commercio locale. Verra si è soffermato in particolar modo sulla questione lavoro: “Per anni ci hanno detto che rinunciando ai nostri diritti avremmo avuto più lavoro: oggi però ci troviamo senza diritti e senza lavoro. Reputo inaccettabile avere 50 mila disoccupati nella capitale dell’industria italiana: come Sindaco introdurrò dei programmi di lavoro garantito per coinvolgere la popolazione disoccupata in progetti di pubblica utilità e restituire reddito e dignità a queste persone”. Paragone si è infine congedato ringraziando per la calorosa accoglienza: “Dal coraggio, dalla tenacia e dal valore dei Torinesi parte la sfida di Italexit contro questo sistema ormai alla deriva”.

Azzardo. Grimaldi (LUV): Giunta ostaggio della Lega

“Caro Damilano, Torino non diventerà un casinò per i poveri”

“In questi giorni di consultazioni la Giunta non si è mai degnata di venire in Commissione per ascoltare gli auditi. Dopo la Caritas Diocesana, la Società Italiana Tossicodipendenze e la Fondazione Antiusura, ancora i Serd e la Guardia di Finanza hanno ribadito la loro forte preoccupazione sulla cancellazione della legge sul Gioco d’azzardo Patologico, ma la maggioranza è sorda. Come sui consultori Marrone ha commissariato Icardi, ora Ricca a nome della Lega tenta una vendetta sul gioco d’azzardo con una sanatoria sconsiderata e fuori tempo massimo. Gli uomini miti si rivelano ostaggio di una destra reazionaria e spericolata” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito alla nuova proposta di legge della Giunta Cirio sul gioco d’azzardo.

“Qualche giorno fa il moderato Cirio ha dovuto coprire il suo assessore Marrone, oggi il moderato Damilano di fatto dà il suo imbarazzato via libera al ritorno delle slot nei tabaccai e alla sanatoria per i centri scommessa che non si sono spostati lontani dai luoghi sensibili” – prosegue Grimaldi. – “Le ‘colombe’ non governano i ‘falchi’, di fatto sono solo complici. Caro Damilano, le slot ad ogni angolo hanno portato solo miseria. Torino non può essere un casinò a cielo aperto per i più poveri”.

Montaruli (FdI): “Il Governo revoca i fondi ai Comuni”

  “Il Governo Draghi, con un colpo di spugna, ha revocato i milioni di euro già assegnati ai i comuni piemontesi di Novara, Rivalta e Nole per gli interventi di riqualificazione urbana nelle aree popolari, una vergogna di cui chiederemo conto all’esecutivo.

Non è accettabile assegnare delle risorse, far effettuare alle amministrazioni gli interventi milionari di riqualificazione, e poi rimangiarsi la parola revocando il contributo”. A dichiararlo è la parlamentare e il senatore di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e Gaetano Nastri, sollevando il caso della revoca unilaterale da parte del Governo dei fondi sui PRUACS (Programmi di Riqualificazione Urbana per Alloggi a Canone Sostenibile). “I cantieri per gli interventi di riqualificazione nei comuni di Novara, Rivalta e Nole sono già conclusi, con tanto di certificati di collaudo finale delle opere da parte dell’apposita commissione – prosegue Montaruli -. La decisione del Governo pertanto è inspiegabile e irrispettosa. Al comune di Novara sono stati revocati 2.967.005,95 € serviti per interventi di edilizia sovvenzionata, il Centro polifunzionale Sant’Egidio, parchi, attrezzature e percorsi ciclabili. Al comune di Rivalta 3.655.791,80 € per via Primo Maggio, interventi di edilizia sovvenzionata la Parrocchia di via Fossano. Al comune di Nole 1.923.384,62 € per la riqualificazione di Piazza Vittorio Emanuele e la nuova Torre civica. Tutti interventi finalizzati ad incrementare la disponibilità di alloggi da offrire in locazione a canone sostenibile nonché a migliorare le infrastrutture dei quartieri con presenza di forte disagio abitativo. Mi auguro che il Governo possa tornare sui suoi passi, confermando alle amministrazioni le risorse assegnate, in caso contrario porteremo il caso in Parlamento”. Sulla vicenda la Regione Piemonte, attraverso l’assessore agli Affari Legali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, ha dato mandato all’avvocatura regionale di proporre ricorso avanti al TAR del Piemonte per l’annullamento del Decreto del Ministero di revoca dei fondi.

Tav: Casolati (Lega), ok a commissario, ma serve grande chiarezza da governo

 “Con l’inserimento del tratto italiano della Tav tra le 44 opere da commissariare è stata riaffermata, per l’ennesima volta, la capitale importanza di questa infrastruttura, capace di proiettare il nostro paese in un futuro fatto di modernità e investimenti. Se la nomina di un commissario contribuisce a fare chiarezza intorno all’opera, anche il governo faccia la sua parte comprendendo come sia importante cambiare passo verso quella zona grigia che da sempre fa da sponda alle proteste. È giunta l’ora che i numerosi tavoli tecnici a cui le amministrazioni comunali sono state negli anni chiamate, si traducano in sostegno attivo al progetto e rispondano alle domande che molti si fanno: chi rema contro, oltre ai soliti noti, antagonisti e spesso violenti? Sitaf perché sospende le gare, creando altra confusione? Il ministro Giovannini dovrà trovare le risposte che consentano all’opera di ripartire spedita”.

Così la senatrice piemontese Marzia Casolati.

Gavazza (Lega): “La realizzazione della Tangenziale Est è una priorità”

“Dopo anni di silenzio, grazie all’amministrazione regionale a trazione Lega si torna a parlare del progetto della Tangenziale Est che prevede la realizzazione dell’ultimo tratto mancante del sistema tangenziale torinese, per collegare l’autostrada A4 Torino-Milano dallo svincolo di Brandizzo all’autostrada A21 Torino-Piacenza tra Villanova d’Asti e Santena.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO  La Tangenziale Est di Torino è un’opera strategica richiesta dal territorio, dal tessuto imprenditoriale e produttivo, che va immaginata in un lungo periodo al fine di rilanciare l’economia in termini di investimenti infrastrutturali e occupazionali, con l’obiettivo di decongestionare l’anello ovest di Torino, connettere il sistema economico e valorizzare le imprese. È un intervento fortemente voluto dal territorio, quello della collina, che deve affrontare ogni giorno tutte le criticità connesse al transito di mezzi pesanti su una rete stradale attualmente non strutturata per quel tipo di traffico. Il fattore ambientale è fondamentale perché con questa nuova arteria ci sarà meno inquinamento e meno traffico nell’area torinese già fortemente compromessa, riducendo al contempo i costi di produzione. Realizzando questi 22 chilometri della Tangenziale Est si potrà sgravare la locale rete di strade dai mezzi pesanti e inquinanti, rendendo il traffico maggiormente fluido nella tangenziale di Torino.  Dal progetto preliminare l’autostrada prevedrà due corsie più l’emergenza per ogni senso di marcia e sei svincoli. Il primo è previsto a Pessione, frazione di Chieri, dove verrà realizzato l’innesto sulla A21, e il secondo nei pressi dell’area industriale Martini&Rossi. Da Pessione la tangenziale punterà verso Chieri con un tracciato in trincea per limitare l’impatto visivo e un’uscita di connessione con la SR10. Gli svincoli successivi sono previsti uno all’altezza dell’area industriale di Andezeno, e due nei pressi di Gassino, uno fra Sciolze e Rivalba e uno alla fine della discesa lungo la valle del Rio Maggiore per arrivare al nuovo ponte sul Po con l’innesto a Brandizzo sull’A4. Con la realizzazione della Tangenziale Est si andrà dopo 45 anni a chiudere un anello di fondamentale importanza per il tessuto industriale del Piemonte, unitamente al raddoppio del ponte sulla Dora Baltea che collega Verolengo con Crescentino sulla ex SS11, la circonvallazione Rivarossa Front che parte dalla 460 e il tratto Villastellone Santena”. Lo dichiara Gianluca Gavazza, consigliere regionale del gruppo Lega Salvini Piemonte.

“Da autotrasportatore – continua Gavazza – posso confermare che un camion che deve andare dall’autostrada A4 alla A21, da Brandizzo a Santena, oggi deve circumnavigare Torino e transitare da territori che potrebbero essere evitati: in questo modo con la nuova infrastruttura che servirà la zona est di Torino, ci sarà un risparmio di chilometri percorsi, meno traffico e quindi meno inquinamento ambientale”. “Il ponte che già collega la A4 alla collina, costato 45 milioni di euro nel 2010, è stato realizzato in due anni e mezzo, lo stesso tempo impiegato per la costruzione del Canale Cavour, 155 anni prima, e costato 45 milioni di lire. Il ponte oltre a servire ai brandizzesi per andare a prendere il caffè alla Piana di San Raffaele, come negli ultimi dieci anni, potrà dare un rilancio al sistema infrastrutturale di Torino e del Piemonte. Da sempre i commerci si sviluppano con le infrastrutture – conclude il consigliere Gavazza – è di fondamentale importanza la realizzazione di questo progetto per la ripartenza di Torino, motore pulsante di un Piemonte che da sempre produce”.

Studentato all’ex maria Adelaide, Italexit: “Riapriamo l’ospedale”

 
 

La vicenda del Maria Adelaide è a dir poco surreale: chiuso da Chiamparino, snobbato da Appendino e infine lasciato a marcire da Cirio.

Adesso la struttura è finita in un dossier della Regione per essere trasformata in uno studentato in vista delle Universiadi. Una proposta che reputo ridicola: abbiamo migliaia di metri quadri disponibili (alla Manifattura Tabacchi, per esempio) e la giunta regionale vuole usare un ex ospedale. La tentata mediazione del Comune, che propone l’inserimento di un fantomatico “poliambulatorio di prossimità”, non è abbastanza e arriva troppo tardi.
L’ultimo anno ci ha dimostrato che i piccoli ospedali sono fondamentali: per me l’unica opzione possibile è la riapertura del presidio sanitario.
Ivano Verra, Candidato sindaco per Italexit

Rifondazione: “Basta uccisioni sui luoghi di lavoro. Protestiamo in tutta Italia”

Dolore  e indignazione  per l’uccisione di Adil

Non più solo forza lavoro da sfruttare fino al midollo ma carne da macello. Questa è sempre più la sorte riservata ai lavoratori  tanto più se osano alzare la testa, rivendicare dignità e diritti.  Stamattina è toccato ad Adil Belakhdim, coordinatore del Sicobas di Novara nel corso di una manifestazione dei lavoratori nell’area logistica di Biandrate, a pochi chilometri da Novara. Le prime agenzie di stampa parlano di incidente. In realtà, secondo le testimonianze dirette dei lavoratori,  Adil è stato ucciso. Il camion, dopo aver forzato il presidio, ha investito e trascinato il corpo  il sindacalista fino ad ucciderlo.  Altri due lavoratori  sono stati feriti dopo di che il camionista ha proseguito la sua corsa in autostrada, prima di essere fermato dalle forze dell’ordine.  Un episodio terribile che dà il senso del clima di profondo disprezzo della vita dei lavoratori che sono in lotta per affermare i propri sacrosanti diritti. Nell’esprimere il nostro dolore e indignazione,  la nostra vicinanza ai famigliari, ai lavoratori  in lotta, al sindacato di appartenenza di Adil Rifondazione Comunista parteciperà alle manifestazioni di protesta che si svolgeranno nelle prossime ore.

 Ezio Locatellisegretario Rifondazione Comunista di Torino

Volt distribuisce cannabis al Valentino

Domani, sabato 19 giugno dalle ore 16.20 al Parco del Valentino di fronte al locale Imbarchino (viale Virgilio) Volt distribuisce cannabis gratuitamente. 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO –  Volt spiegherà il vero valore della canapa, i modi in cui può contribuire al rilancio della città ed i motivi per cui estendere la legalizzazione alle varietà ad uso ricreativo è una battaglia di buon senso e civiltà.

Torino – Per ridare energia al dibattito e stimolare l’attenzione pubblica sul tema della legalizzazione della cannabis, Volt Torino intende regalare piantine e prodotti light ai cittadini e cittadine che lo vorranno.

 

L’iniziativa mira a invitare i più scettici a familiarizzare con una pianta che, nonostante le numerosissime applicazioni utili in industria e medicina, continua ad essere demonizzata più di tutte le altre. Ed il tema resta attualissimo, considerata la recente ripresa dei lavori al Parlamento sul DDL Magi.

Nella cornice verde del Valentino, Volt proverà a spiegare il vero valore della canapa, dei modi in cui può contribuire al rilancio della città ed i motivi per cui estendere la legalizzazione alle varietà ad uso ricreativo è una battaglia di buon senso e civiltà.

 

Appuntamento a domani, sabato 19 giugno, dalle ore 16:20 alle 17.30 circa di fronte al locale Imbarchino (viale Virgilio)