POLITICA- Pagina 415

Commercio, Ruffino (Fi): “Nuove linee di credito contro la crisi nera”

“Il Comune di Torino e Regione Piemonte faranno bene a raccogliere il grido d’allarme lanciato da Maria Luisa Coppa, presidente di Asco Confcommercio a Torino”

Per le imprese commerciali il 2019 è stato un “annus horribilis” come testimoniano i dati: 9000 imprese ed esercizi commerciali hanno chiuso per sempre le saracinesche e il saldo fra imprese “morte” e “nate” è positivo per poco più di 3000 unità.

Servono subito nuove linee di credito, visto che i rubinetti bancari si vanno prosciugando, per far fronte a due emergenze: lo scontrino elettronico, ritenuto un evento negativo da oltre metà dei commercianti; la concorrenza del web, per tutto il commercio “no food”, che comprime i prezzi e mette fuori mercato migliaia di piccoli esercenti.

Se è vero che soltanto un quarto delle piccole imprese ha adeguato il vecchio registratore di cassa per passare allo scontrino telematico, è altrettanto vero che per la maggior parte degli esercenti il costo di questa operazione è pesante, sul piano procedurale ma soprattutto dell’acquisto del nuovo macchinario. Comune e Regione Piemonte faranno bene ad attivarsi per evitare che tutto il settore del commercio entri in una spirale negativa che rischia di trascinare nel baratro tutte le attività collegate.

 

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

 

Il coraggio di Mattarella nel Giorno del Ricordo

Il Presidente Sergio Mattarella, seguendo i suoi predecessori Ciampi e Napolitano, ha inviato un messaggio per il Giorno del Ricordo, 10 febbraio, data della firma del trattato di pace del 1947 che privò l’Italia dei suoi storici territori dell’ Adriatico Orientale, resi  ulteriormente italiani anche dal sangue versato dai  Caduti della Grande Guerra che sancirono in modo definitivo l’italianità della Venezia Giulia, dell’Istria e di Fiume

di Pier Franco Quaglieni
La guerra perduta e un trattato di pace punitivo, malgrado la cobelligeranza  italiana a fianco  degli alleati e la stessa Resistenza al Nord, mutilarono il territorio nazionale.
Trecentocinquantamila italiani dovettero fuggire dalle loro case e rifugiarsi in Italia anche perché, fin dal 1943, in quelle terre martoriate era iniziata la caccia all’italiano con quindicimila infoibati. I partigiani comunisti di Tito crearono il terrore in nome del nazionalismo slavo e del comunismo, una miscela esplosiva  e devastante. Mattarella  non ha esitato a parlare di “pulizia etnica”. Il Presidente ha avuto il coraggio di denunciare “la persecuzione contro gli italiani  mascherata talvolta da rappresaglia  per le angherie fasciste” subite dagli slavi nel periodo del Ventennio. C’e’gente in Italia che non ha ancora digerito il Giorno del ricordo e ritiene di poter, se non proprio  negare le foibe, di giustificarle come una legittima ritorsione rispetto alle “angherie fasciste”, come scrive Mattarella, Lo stesso Presidente  ha denunciato “sacche di  negazionismo” che continuano ad esserci, anzi io direi che esse   si sono incrementate  Come scrivevo giorni fa, oggi si attenta alla libera ricerca storica in nome delle vulgate . La prima vulgata, la più intollerabile, riguarda le foibe e l’esodo. Occorre una ristampa dei libri di Gianni Oliva che riportino alla verità storica. L’articolo di oggi di Giovanni De Luna su “ La Stampa” è un tentativo chiarissimo di delegittimare il 10 febbraio Giorno del Ricordo, dimenticando volutamente  che fu un voto di quasi tutto il Parlamento, se si esclude Rifondazione comunista, non fu una proposta neo-fascista, come tenta di accreditare, riducendo tra l’altro il numero di infoibati da 15mila e poche migliaia. Io sono certo che anche la senatrice Liliana  Segre vorrà essere  oggi a fianco del Presidente, come testimone di verità  contro l’odio antitaliano che portò alle foibe. Mattarella ha avuto il coraggio di  prendere una chiara posizione che gli fa molto onore. E’ vergognoso che certi giornali abbiano ignorato o minimizzato  il discorso del Presidente.

La vignetta di Mellana

Continuo a chiedermi se abbia senso ancora senso fare dell’umorismo attraverso il WEB vista la moltitudine di cose umoristiche che vi vengono postate 

Ma poi mi capita di leggere una citazione di quel tristanzuolo del Leopardi ( Togliere dagli studii, togliere dal mondo civile la letteratura amena, è come togliere dall’anno la primavera, dalla vita la gioventù) e allora mi dico chi sono io per farvi un dispetto? E poi avrei una citazione di Rabelais ma me l’avanzo per un’altra volta…
Claudio Mellana

Leo: “Contro lo sfregio della memoria più momenti di confronto”

“L’odioso episodio della scritta antisemita fatta fuori dell’abitazione di Marcello Segre – figura esemplare del volontariato, del dialogo  e dell’impegno democratico e civile – è l’ennesimo di una serie che si allunga ogni giorno di più

 

Che si tratti  di atti simili di anti semitismo o di sfregio a luoghi in memoria delle vittime dell Foibe, la cosa è egualmente vergognosa e preoccupante. Noi, in qualità di rappresentanti di un coordinamento che unisce – qui in Piemonte – pressochè tutte le sensibilità e le tradizioni religiose, ribadiamo che l’ineludibile punto di riferimento per una società democratica e civile, non possano che essere la Carta dei Diritti Umani dell Nazioni Unite e la nostra bella Costituzione, nata dalla lotta di liberazione. 

Nel contempo vorremmo segnalare che, mentre sugli organi di informazione  trovano  giustamente rilievo le denunce e proteste per gli atti insensati sopra citati, raramente si concede spazio a iniziative – anche se molto partecipate e incisive – dedicate al confronto, all’educazione al rispetto degli altri, al dialogo pro-attivo e inclusivo ecc. Prova ne sia il quasi assoluto silenzio dei mass media nei confronti dell’iniziativa di sabato 8 febbraio mattina che ha visto numerosissime persone, intellettuali, autorità politiche confrontarsi sul bellissimo progetto della “Fraternità in politica” generato da Chiara Lubich. Partecipazione ed entusiasmo non sono stati certo inferiori ad altre apprezzabilissime e condivisibili iniziative svoltesi nella stessa giornata in Città, che hanno avuto la giusta e meritata attenzione. Invece nel caso dell’intenso incontro sul tema della “Crisi della democrazia e fraternità” non si è registrata – forse perchè non si è urlato slogan contro nessuno – alcuna attenzione dal mondo dell’informazione. Per questo, considerando l’esistenza di una informazione libera e pluralista, il primo presidio della democrazia, ci permettiamo di rivolgersi alla vostra sensibilità”.
.
Giampiero Leo 
a nome del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

Craxi imputato a Torino

di Pier Franco Quaglieni

Non sempre le idee dell’ultra ottuagenaria Laura Salvetti, vedova del Prof. Luigi Firpo, sono azzeccate

Lei ama processare i grandi personaggi in teatro, non potendo, per il clima invernale, farlo in piazza, come forse le piacerebbe molto da vecchia “giacobina non pentita” come in effetti  è la signora, che si autodefiniva  appassionatamente comunista  negli anni 70 quando la conobbi e la frequentai  per qualche tempo insieme al marito.
Il processo organizzato al teatro Carignano stasera ha per imputato Bettino Craxi. In passato aveva processato Galilei e Machiavelli ed altri grandi personaggi, un implicito riconoscimento a Craxi, considerato inconsciamente personaggio storico di rango od occasione per ribadire l’anticraxismo di sempre.  Vedremo dagli esiti del processo a quali conclusioni giungeranno . Presidente della Corte sarà l’ex procuratore  generale di Torino Giancarlo Caselli, mentre sosterrà la pubblica accusa, in coppia con un attore, Marco Travaglio, che la Firpo definisce un “PM eccelso”. Alla difesa si esibirà insieme ad un attrice il giornalista ”comico” Bruno Gambarotta che non credo abbia una laurea giuridica alle spalle. Caselli condurrà con scrupolo ed imparzialità il dibattimento, ma certo lo scontro tra Travaglio e Gambarotta appare già in partenza impari. Il vecchio   Gambarotta non fu mai vicino a Craxi ma ne fu un critico astioso. Come farà a difenderlo?
C’è anche, per non farsi mancare niente, l’ex assessore Fiorenzo Alfieri come testimone, non si bene a quale titolo. Manca solo Chiamparino e poi saremmo al completo. Dice la Firpo  che “saranno equilibrati, anche se i giudici l’avevano già condannato”. Un ottimo motivo per non replicare processi seguendo l’antica norma del diritto,  secondo la quale non si può essere processati due volte per gli stessi reati. Sarà una giuria popolare, il pubblico, ad esprimere la sentenza. C’e’ da augurarsi che in platea non ci siano troppe  “trichetteuses ” amiche della signora Firpo. Ha sicuramente ragione Stefania Craxi a sollevare qualche dubbio sul processo  torinese a suo padre .

“La memoria contro gli orrori del passato”

Il presidente del Consiglio regionale condanna la scritta antisemita sulla porta di casa di Marcello Segre 

“Condanno con fermezza l’ennesimo atto indecente e aberrante compiuto sulla porta dell’abitazione di Marcello Segre – commenta il presidente Stefano Allasia – a cui va la mia totale solidarietà. Le continue scritte antisemite stanno diventando un fenomeno preoccupante, mi auguro che gli autori vengano al più presto individuati e puniti. Questo ignobile gesto dimostra ancora una volta che la mancanza di conoscenza della storia e l’ignoranza che ne consegue sono un problema che è ancora lontano dall’essere estirpato.Ritengo come presidente del Comitato Resistenza e Costituzione che la memoria, custodita e tramandata, sia un antidoto indispensabile contro gli orrori del passato, per scongiurare il riemergere dalle tenebre di fantasmi, sentimenti, rigurgiti razzisti, predicazione dell’odio.

 

Dei delitti e delle pene

Quando si ricorda Cesare Beccaria viene alla mente immediatamente la sua opera più famosa ‘Dei delitti e delle pene’ e l’autore viene subito associato alla sua presa di posizione contro la condanna a morte e la tortura

Ma sarebbe riduttivo limitarsi a questo che ormai è un luogo comune perché si associa sempre questa presa di posizione all’opera sua. Del resto un giurista insigne quale Stefano Rodotà, nella prefazione all’edizione ‘Dei delitti e delle pene’ edita nel 2018 per i tipi di Feltrinelli evidenzia che ‘Cesare Beccaria non fu così assoluto nella negazione come l’abitudine delle citazioni farebbe pensare. Il ricorso alla pena di morte non è da lui sempre e comunque condannato’. Anzi, in due casi, il ricorso alla pena di morte viene ammesso e giustificato da Beccaria: “quando un cittadino, per le sue ‘relazioni’ e ‘potenza’, “interessi la sicurezza della nazione” e “la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governa stabilita” e quando “la di lui morte fosse il vero ed unico freno per distogliere gli altri dal commettere delitti”. Il testo di Beccaria, però, va letto nel suo insieme da un lettore moderno comunque rivela quella profondità di analisi che è alla base del diritto penale italiano e dalla quale non hanno potuto fare a meno i codici penali dell’Italia unita, dallo Zanardelli al Rocco. Con un argomentare colto, ma al tempo stesso semplice e senza tanti giri di parole (naturalmente parametrato al 1764, anno in cui venne scritto) l’autore affronta vari aspetti del diritto penale di cui ricordiamo, tra i tanti ed in ordine sparso il ‘fine delle pene’, i ‘testimoni’, gli ‘indizi e forme di giudizio’, le ‘accuse segrete’, la ‘dolcezza delle pene’ sino agli attualissimo ‘processi e prescrizione’, ‘delitti di prova difficile’, ‘interrogazioni suggestive e deposizioni’, al modo di ‘prevenire i delitti’. Sono tutti argomenti, prescrizione docet, che nel dibattito politico, giudiziario e forense tornano abitualmente. Viene, dunque, da chiedersi, perché non introdurre, come parte integrante dei programmi  scolastici di ‘Cittadinanza e Costituzione’, di ‘Diritto’ o di quella che sarà ‘Educazione Civica’, una lettura del Beccaria a trecentosessanta gradi, assegnata ai docenti di diritto. Anche questo potrebbe fornire elementi di riflessione e di educazione alla cittadinanza per gli allievi. E perché non inserirlo nei programmi universitari del primo o del secondo anno delle Facoltà di Giurisprudenza ? Alla politica ed alla scuola adesso la palla.

Massimo Iaretti

Foibe, Montaruli (Fdi): “Mattarella chiaro contro il negazionismo”

“Il richiamo del Presidente Mattarella sia ascoltato da tutti coloro che in questi giorni hanno negato il ricordo dei martiri delle foibe”

“DAL CAPO DELLO STATO  PAROLE NETTE. DENUNCEREMO CHI NEGA IL RICORDO DEI MARTIRI”

“Finalmente parole nette sui tentativi di negazionismo. Il richiamo del Presidente Mattarella sia ascoltato da tutti coloro che in questi giorni hanno negato il ricordo dei martiri delle foibe” a dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, che ricorda: “Dal comune di Druento nel torinese fino al convegno della mistificazione ospitato al Senato. Ricordare è un dovere che va adempiuto con rispetto dei martiri e della verità. Esiste peraltro una legge dello Stato e tutti devono attenersi senza tentativi di fuga. Sono troppi peraltro i casi simili verificatisi in maniera sparsa in tutta Italia che stiamo raccogliendo e che intendiamo denunciare con tutta la nostra determinazione perché dopo decenni di omertà su quanto avvenuto non si apra una stagione altrettanto vergognosa”.

Commiato ai defunti, modificata la legge regionale

 “Nella seduta dei giorni scorsi la Commissione Bilancio del Consiglio regionale ha liberato all’unanimità per l’esame dell’Aula il testo unificato delle proposte di legge che modificano la legge 15/2011 in materia di disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali”

Così il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle, primo firmatario della proposta di legge n. 5.

“Le modifiche – conclude Valle – agevoleranno, attraverso il superamento di alcune difficoltà burocratiche legate a una normativa vetusta, la possibilità per le famiglie di dare l’ultimo commiato al defunto in casa o presso le case del commiato che stanno aprendo sul territorio, nel caso in cui il decesso avvenga in ospedale, in linea con quanto già avviene in Emilia Romagna e Lombardia”.

Destra e dintorni secondo Forza Nuova

A volte è proprio vero che le cose accadono per caso. Così avviene che, entrando in un bar a Casale Monferrato per prendere un caffè, si trovi tutto lo ‘stato maggiore’ di Piemonte e Valle d’Aosta di Forza Nuova

 

Sono reduci dalla commemorazione dei Martiri delle Foibe, davanti alla lapide che le ricorda vicino all’ospedale Santo Spirito, contestatissima dall’Anpi e da altre realtà che hanno organizzato nelle stesse ore una manifestazione antifascista.

L’occasione è dunque ghiotta per scambiare quattro chiacchiere con il coordinatore regionale piemontese di Forza Nuova, Luigi Cortese, che sono diventate un’intervista vera e propria

Cortese qual è la vostra consistenza sul piano amministrativo in Piemonte ?

Abbiamo otto consiglieri, dei quali uno in un centro di medie dimensioni, gli altri in piccoli e piccolissimi comuni.

Spesso vi accusano di essere fascisti o, quanto meno, di richiamarvi al fascismo ….

Siamo un partito politico nazionalista che riprende alcuni aspetti sociali del fascismo, ma fa politica oggi, con lo sguardo al futuro e non al passato.

Dicono anche che siete violenti nella vostra politica. Cosa risponde ?

Ad oggi non vi è nessuna condanna per violenza.

Come valuta la reazione che ha prodotto l’annuncio della vostra presenza a Casale Monferrato ?

La reazione è stata assolutamente spropositata perché la nostra non voleva essere una presenza politica ma di commemorazione. Queste reazioni dimostrano che la sinistra italiana  non ha fatto ancora i conti con il passato.

Oggi chi è e che cosa è la destra ?

La destra oggi è un agglomerato borghese che ha perso la sua identità, i vati movimenti e partiti sono stati colonizzati da vecchi democristiani in cerca di poltrone, per questo noi chiamiamo fuori da questo assembramento.

Ma che rapporto c’è con l’Mfn di Gariglio e Casa Pound ?

Il primo non si sente più, Casa Pound ha lasciato la lotta politica per tornare alle sue origini come associazione culturale, decisione che rispettiamo.

Quali sono le vostre priorità, nel concreto, sia sul piano nazionale che su quello regionale ?

Sul piano nazionale i nostri otto punti del 1997 sono ancora quelli e molti di questi sono oggi cavalcati da Salvini e Meloni. A livello regionale noi ci battiamo sul sociale e la nostra politica è sempre improntata verso il benessere collettivo dei piemontesi e degli italiani.

Massimo Iaretti