POLITICA- Pagina 412

Gallo (pd): “La sanità non è uno spezzatino”

 “ICARDI ANNUNCIA UNA RIFORMA DELLE ASL SUBITO DOPO L’APPROVAZIONE DI AZIENDA ZERO. LA SANITA’ NON SI RIDISEGNA ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI SPEZZATINO”

“L’Assessore Icardi, in Commissione, a seguito delle nostre richieste di aprire un confronto a 360 gradi su una riforma più generale di tutta la sanità piemontese, anche alla luce delle criticità che la pandemia ha evidenziato e reso più allarmanti, ha annunciato che un minuto dopo l’approvazione della proposta su Azienda Zero procederà a una riforma territoriale e delle funzioni delle Aziende Sanitarie. Una decisione che spezzetta una riforma della sanità che dovrebbe essere più generale e coinvolgere in un confronto a 360 gradi tutti i soggetti interessati” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Chiediamo, quindi, a Icardi – prosegue Gallo – di presentarci la sua proposta di riforma delle Asl insieme a quella di Azienda zero. Se vogliamo discutere dobbiamo farlo, entrando nel merito di una visione globale della sanità. Abbiamo ribadito, ancora una volta, che il provvedimento non ci piace per molteplici motivi, temiamo crei confusione e non chiarisca dove risiederanno le responsabilità dopo la sua istituzione. L’Azienda dovrebbe avere funzioni di coordinamento e supervisione e monitoraggio non gestione diretta! Tanti temi presenti nella proposta meritano un approfondimento: i rapporti tra le Direzioni regionali, il Direttore dell’Azienda Zero e l’Assessorato, così come i rapporti con SCR, una maggiore definizione di contenuti e ruoli nella governance della sanità regionale, una migliore definizione delle funzioni dell’Azienda Zero, la necessità di prevedere prima dell’entrata in vigore di questa riforma, l’approvazione di un nuovo piano sociosanitario”.

“Attendiamo di sapere e di capire qual è il progetto dell’Assessore alla Sanità sulle Aziende Sanitarie piemontesi, ricordandogli che ridisegnare la sanità significa farlo attraverso il coinvolgimento di tutti” conclude Raffaele Gallo.

Pd: “La chiusura del campo Rom di Collegno è al rush finale”

“IL SUPERAMENTO DEL CAMPO  È A PORTATA DI MANO. MA LA REGIONE SI VOLTA DALL’ALTRA PARTE”

La consigliera Monica Canalis ed il Sindaco di Collegno Francesco Casciano: “Nonostante i proclami, la Giunta Cirio ha perso un’occasione per dare una mano a raggiungere il traguardo della chiusura di un campo Rom, scaricando tutti gli oneri sulle amministrazioni comunali.”

 

«La chiusura dello storico campo Rom di Collegno è arrivata al rush finale. Grazie al faticoso e paziente lavoro svolto dal Comune di Collegno, si è passati dalle oltre 400 presenze iniziali alle attuali 93. Tra questi, ben 36 sono di minore età, con un’elevata percentuale di disabilità certificata. Ho voluto quindi chiedere alla Giunta regionale di intervenire per dare un supporto a questo Comune virtuoso e completare il superamento del campo, in linea con le Direttive europee e con la Strategia nazionale di inclusione della popolazione Rom, Sinti e Caminante, che prevedevano il superamento dei campi entro il 2020. L’integrazione di queste etnie non attiene in modo prioritario alle politiche della sicurezza, ma a quelle dell’inclusione sociale, la cui competenza spetta non solo ai Comuni, ma anche alle Province e alle Regioni, con il supporto dei Prefetti. Eppure, l’assessore Caucino, in risposta al mio Question Time, ha dichiarato che non è compito della Regione, ma solo dei Comuni e dei Consorzi dei servizi sociali, dare risposte sociali specifiche per la popolazione Rom»: lo afferma la consigliera regionale Monica CANALIS a margine del dibattito in Consiglio regionale sul Question Time relativo al campo Rom di Collegno .

«Oggi la Giunta Cirio ha perso un’occasione per dare una mano a raggiungere il traguardo della chiusura di un campo Rom, scaricando tutti gli oneri sulle amministrazioni comunali-aggiungono la consigliera regionale Monica CANALIS ed il Sindaco di Collegno Francesco CASCIANO-Un comportamento che stride con i ripetuti proclami di voler superare i 18 campi rom del Piemonte, in cui vivono circa 2.000 persone, in buona parte minori. Ora la chiusura di un campo è a portata di mano, ma la Giunta Cirio si volta dall’altra parte, rifiutando di destinare una quota della nuova programmazione del Fondo Sociale Europeo a questa minoranza, e di coordinare una ricollocazione abitativa da Collegno in altri Comuni. Una brutta notizia per tutti i Comuni del Piemonte che ospitano campi Rom e che avrebbero bisogno di avere al loro fianco Regione e Prefettura. Quello di Collegno poteva essere un modello replicabile e invece si è trasformato nel simbolo dell’inerzia della Giunta Cirio. I bambini sono tutti uguali ma di fronte a questi 36 bambini in stato di rischio l’assessore Caucino sembra voltarsi dall’altra parte, addirittura invitando ad allontanarli dalla famiglia e a collocarli in comunità».

Il centrosinistra ha deciso: primarie il 12 e 13 giugno

Il centrosinistra sceglierà il candidato sindaco attraverso le primarie, che si  terranno il 12 e 13 giugno.

Lo annunciano  i segretari metropolitano e regionale del Pd, Mimmo Carretta e Paolo Furia, a seguito dell’incontro al Nazareno con il segretario Enrico Letta e il responsabile Enti Locali del Partito Democratico, Francesco Boccia.

Montaruli (Fdi): “Elezioni no ma primarie Pd sì?”

AMMINISTRATIVE, MONTARULI (FDI): LA SINISTRA GIOCA CON LE REGOLE PERCHÉ INDIETRO NELLE SCELTE”

“Nel giorno in cui in Parlamento la maggioranza Draghi mette la fiducia per spostare le elezioni da primavera a ottobre, apprendere che le primarie del Pd si svolgeranno ugualmente è uno schiaffo ai diritti dei cittadini, ancor più considerando che in nome del Covid stanno tenendo chiuse intere attività – a dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, che prosegue: “Come al solito ci troviamo davanti ad una sinistra che gioca con le regole perché è indietro nelle scelte. Non c’è il Covid per le primarie? Non c’è il rischio assembramenti e code?”

Nel caos italico brilla l’anglosassone Draghi

Cazzuto il nostro Presidente Mario Draghi.

Mi piace, mi piace. Mi piace questo suo stile anglosassone. Determinato anche nel suo discorso per il 25 Aprile. Tutt’altro che enfatico,   e, anche in questo caso, determinato. E poi con l’ Europa! Per la prima volta un leader italiano non ha (solo) temuto testa,  ma ha imposto i tempi italici. Come Mario Draghi riesca star calmo con Matteo Salvini è un mistero.

Tanto lui è fatto così,  se non polemizza una volta al giorno va in crisi di astinenza. Encomiabili anche i leghisti: si bevono tutto ed il contrario di tutto dal loro Comandante. Beppe Grillo disgustoso. Non esiste altro aggettivo qualificativo.  L’ex presidente Conte si sta appellando al suo santo preferito, Padre Pio, con Casaleggio.  Niente da fare: o scucite la grana , o niente Rousseau. Matteo Renzi è sparito. Perplessa la sinistra sbrindellata.

Poco sociale nella proposta italiana all’Europa. Dopo il 25 Aprile ricomincia nel gracchiare la Meloni. Non vorrei essere l’uccello del malaugurio, ma anche per lei vedo possibili grane giudiziarie. Nel nostro piccolo siamo storditi dell’assenza di Torino nell’ intelligenza artificiale presente nel primo progetto di Conte. Assicura la Castelli che la inserira’. E la nostra inquietudine diventa ansia.

Credibilità della Castelli? Zero. Speriamo in Gilberto Picchetto che comunque è un vaso di vetro in vasi di ferro. Peccato,  non c’ è nessuno che riesca a parlare con Mario Draghi. Forse il prof. Mario Calderini che , speriamo di no, è oramai milanese a tutti gli effetti. Calderini mentore della Sindachessa Chiaretta,  passata da no Tav e no G 7 a voler organizzare altri G 7 in città.
Ed anche qui,  in termini di credibilità la vediamo dura e Damilano,  oramai per i più è dato per vincente. Persona degnissima,  ma anche qui ha compagni di viaggio decisamente inquietanti. E da quando il Berlusca è in ospedale ricoverato, Forza Italia non è più la stessa. Sul fronte vaccini ora la logistica per la somministrazione è sotto controllo.  Dettaglio mancano i vaccini per arrivare agli obbiettivi in Piemonte ed in Italia.

Del resto si sapeva che ci voleva un militare esperto di logistica. Con buona pace di Michela Murgia e le sue stupidaggini sulle divise. Ma le vergogne non sono finite qui. In piazza Castello i Si cobas della sanità non vogliono le vaccinazioni obbligatorie. Vergognatevi. A Torino chiuso il capitolo del rapporto tra PD e cinquestelle. Ma anche a Roma Enrico Letta si defila.  Ha stoppato Carlo Calenda per la capitale,  dove da due mesi non si fanno tumulazioni . Anche qui Raggi dovrebbe vergognarsi. Altro che ripresentarsi.

Pure lo stile di Enrico Letta è  anglosassone. Pacato e ragionato.  Dunque? Decisa virata a sinistra. Concretamente vuole togliere il Pd dalle sabbie mobili in cui si trova per veleggiare verso Est. Rotta : sinistra sociale e solidale. Mazzate su Mazzate a Salvini,  che magari,  dopo un mojito,  esce dal governo. Difficile ma non impossibile.
Quando si tira troppo la corda si spezza. Enrico Letta il nostro Tom Cruise. Missione impossibile.  Per Letta più che una missione impossibile sembra un miracolo. I miracoli sono difficili ma non impossibili. Vedremo.

Patrizio Tosetto

Le “Proposte per Torino” di Insieme. Dalle Circoscrizioni ai Quartieri

Online mercoledì 28, ore 21. Prosegue il ciclo di incontri per approfondire le “Proposte per Torino” recentemente presentate dal gruppo torinese di Insieme (www.insieme-per.it).

Dopo aver parlato dell’Housing sociale e della sua auspicabile maggiore diffusione, affrontiamo ora il tema del decentramento nell’incontro

“Dalle Circoscrizioni ai Quartieri”

di mercoledì 28 aprile, dalle ore 21.

Dopo l’introduzione al tema di Gianni Rossetti per Insieme Torino, vi saranno i contributi di:

Michele Paolino – già presidente Circoscrizione 3;

Elena Zeppola  – consigliera Circoscrizione 2;

Luca Galeasso – presidente Associazione Lista Civica “La Piazza”;

Antonio Rocco Labanca – promotore Gruppo cittadinanza attiva “Ciao Aurora”.

Seguirà il dibattito con domande e interventi dei partecipanti.

Chi fosse interessato a partecipare può richiedere il link per collegarsi alla riunione scrivendo a insieme.torino.2021@gmail.com

Valle (Pd): “Villaggio olimpico di Bardonecchia, contenzioso allarmante”

“Nella seduta del Consiglio regionale di oggi è stata discussa la mia interrogazione finalizzata a fare chiarezza sul Villaggio Olimpico di Bardonecchia, struttura regionale gestita da una cooperativa, che, nell’anno del Covid, ha dovuto pagare 1 milione di euro di affitto a fronte di entrate praticamente inesistenti, situazione che rischia di far chiudere la struttura e lasciare a casa i circa 100 dipendenti” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle.

“In un’articolata risposta letta in Aula dall’Assessore Marrone – prosegue Daniele Valle – è stato precisato che “l’immobile non va in crisi e non può chiudere in quanto la Doc s.c.s. è un sub-concessionario e in assenza di questo la gestione resterebbe a carico di Parcolimpico” e che fin dal 2020 è in corso un contenzioso tra Parcolimpico e la cooperativa Doc s.c.s., considerato dalla giurisprudenza un rapporto tra due imprenditori che sono stati soggetti alle evenienze negative derivate dalla pandemia. Parcolimpico sta cercando di arrivare a una mediazione attraverso la proposta di uno scontro prima del 25% e poi del 30% del canone degli anni 2020 e 2021 con recupero sugli anni 2026- 2029. Sempre dalla risposta emerge che, nonostante l’esito del contenzioso non sia scontato, la Fondazione 20 Marzo 2006 sta monitorando la vicenda e auspica un esito positivo”.

“Nella risposta – commenta Valle – ho trovato molti dati e molte informazioni. Tuttavia, avrei voluto conoscere la posizione della Giunta regionale sul destino dei 100 dipendenti, qualora non si arrivasse a un accordo e una maggiore attenzione al futuro del Villaggio Olimpico che rischia di essere vittima sia della stagione invernale completamente saltata, sia di una grande confusione nella futura gestione. Non posso condividere l’opinione per cui la continuità dell’attività della struttura sarebbe in ogni caso salvaguardata, c’è invece il rischio a mio avviso che la struttura resti chiusa con grave danno per tutto il sistema Bardonecchia. Si pensi che solo il villaggio olimpico cuba la metà dei posti letto alberghieri di Bardonecchia. Inoltre si aggiunga che la Regione, proprietaria dell’immobile, potrebbe sostenere diversi interventi di manutenzione straordinaria, da tempo necessari, che potrebbero contribuire a un positivo esito della vicenda”.

Coltura della Canapa, Pd: “Se ne discuta in Consiglio regionale”

SARNO (PD): “VIA LIBERA DALLE COMMISSIONI”

“Dopo l’approvazione da parte della III Commissione, anche la I Commissione ha espresso parere favorevole sulla norma finanziaria della proposta di legge che riguarda il sostegno alla coltura della canapa. Adesso è importante che il provvedimento, presentato dal collega Martinetti, venga presto esaminato e votato dall’Aula” commenta il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno, uno dei relatori del provvedimento.

“Nel ddl di Bilancio – spiega Sarno – sono stati stanziati, per finanziare il provvedimento, 84 mila euro per ciascuno degli anni del prossimo triennio. Si tratta di un primo passo, anche se nella proposta presentata ne erano stati indicati 500 mila. Pur comprendendo le difficoltà causate dalla difficile congiuntura economica, auspichiamo un aumento in sede di Assestamento di Bilancio. Si tratta, infatti, di una legge che può rilanciare una parte importante dell’economia piemontese”

“La produzione della canapa, considerata l’oro verde del Piemonte – prosegue Sarno – fa parte un’antica tradizione piemontese che, purtroppo, è stata abbandonata intorno alla metà del Novecento. Dal 2013 a oggi la coltivazione della canapa in Italia ha registrato una crescita esponenziale e la proposta di legge prevede interventi concreti di sostegno delle diverse attività della coltivazione, il raccordo delle filiere territoriali e anche l’ipotesi di creare un distretto della Canapa in Piemonte”.

“Il Gruppo del Partito Democratico – conclude Sarno – ha lavorato al testo, presentando emendamenti che riguardano l’inserimento nei programmi delle Facoltà Universitarie dell’ambito di percorsi specifici sulla conoscenza delle potenzialità della cannabis sativa sotto il profilo ambientale, sanitario e sulle occasioni economiche dell’intera filiera. Il coinvolgimento del mondo universitario è importante per diffondere e potenziare queste opportunità di sviluppo economico”.

Ospedali: ”Il virus è invisibile, noi no! – #RIAPRIAMOLI”

“Questo lo slogan della battaglia di civiltà per ridare dignità ai malati, nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione”

 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO ”Il virus è invisibile, noi no! – #RIAPRIAMOLI”. Questo lo slogan scelto per la campagna di sensibilizzazione di Periferia Italia sulla riapertura dei 200 ospedali chiusi in 10 anni. Se la politica sanitaria portata avanti in questi decenni non avesse fallito su tutti i fronti, il nostro Paese sarebbe sicuramente riuscito a fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in modo totalmente diverso. Tagliare i fondi alla Sanità infatti vuol dire giocare con la vita di tutti noi, in particolare con quella dei cittadini che vivono nelle aree interne e nelle periferie, dove la troppa distanza dagli ospedali di riferimento può essere fatale. È proprio per rispettare il diritto alla salute, che Periferia Italia lancia iniziative, petizioni, presidi, manifestazioni, proteste online su tutto il territorio nazionale. Nello schema di Recovery Plan, elaborato da Periferia Italia, il tema salute assume un ruolo centrale e prioritario, per il quale riteniamo doveroso e necessario investire con fondi adeguati a colmare le falle di una gestione lacunosa che dura da decenni. E garantire la copertura di tutte le esigenze presenti e future del settore, soprattutto riguardo ai dipartimenti di Emergenza-Urgenza, grazie allo stanziamento di 27,6 miliardi. Lo stanziamento si tradurrebbe innanzitutto nel recupero del sistema ospedaliero rilanciando le strutture pubbliche svuotate dei reparti, i Dipartimenti di Emergenza-Urgenza, la riorganizzare del sistema ASL nazionale, che attualmente non funziona, attraverso l’adeguamento e la modernizzazione di tutte le sedi regionali e territoriali. Secondo il più recente rapporto sullo stato del SSN, infatti, pubblicato  a settembre 2019, tra il 2007 e il 2017, sono stati chiusi circa 200 ospedali, tagliati 45 mila posti letto, ridotto di 10 mila unità il personale medico e di 11 mila quello infermieristico. Situazione che si aggrava ancor di più nei casi di emergenza: a fronte di un simile numero di accessi al pronto soccorso, tra il 2013 e il 2018, analizzando i report del SSN, sono state chiuse il 10% delle strutture, e si sono ridotte del 15% le ambulanze. Sono questi dati che ci hanno indotto a portare avanti questa battaglia di civiltà per ridare dignità ai malati, nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione italiana che recita: <<La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana>>. Chiediamo a cittadini, associazioni, comitati, amministratori locali, infermieri, medici e chiunque sia indignato dalla stato attuale delle cose, di segnalarci altri eventuali ospedali chiusi o situazioni incresciose riguardanti la sanità, inviando audio, video, foto al nostro numero whatsapp: +39 3493037638. Mai come adesso serve creare una rete nazionale organizzata e coesa per lavorare alle riaperture degli ospedali chiusi da una politica miope ed incosciente” – Così il Segretario di Periferia Italia, Antonio Tedeschi.

“Il paravento del senso civico per la mancanza di interventi e di coraggio”

Caro Direttore,

le immagini di quest’ultimo weekend, con le vie delle città intasate di persone, le abbiamo viste più volte negli ultimi giorni, e sottolineano quanto la mancanza di senso civico porti molti, troppi, ad infischiarsene del rispetto di quelle semplici norme sanitarie da rispettare per la tutela di tutti.

Senza richiamare manifestazioni ridicole, già ripetute nel tempo, come i tristemente noti aperitivi della Torteria di Chivasso, diventati ritrovo abituale di chi vive fuori dalla realtà negando l’esistenza di un’emergenza che ha già fatto 119 mila vittime nel nostro Paese, il Centro di diverse città ha visto nel fine settimana un fiorire di assembramenti improvvisati.

Vie invase di persone in assenza di azioni preventive e di interventi delle forze dell’ordine che, solamente in alcune città, si sono limitati a contingentare le presenze o a far defluire i più.

Immagini che stridono con i richiami al buonsenso rilanciati da più parti a non prendere il ritorno delle zone gialle come un “liberi tutti”, sottolineando come le ritrovate minime libertà debbano essere protette da comportamenti in linea con la situazione. 

Richiami caduti nel vuoto come molti si aspettavano essendo una situazione già vissuta più volte nei mesi scorsi, che gli esponenti istituzionali utilizzano come un paravento dietro cui nascondere tutto il non fatto, le decisioni non prese.

Un richiamo preventivo al buonsenso di tutti, compresi coloro che più volte hanno dimostrato di non possederlo affatto, che facilita l’eventuale compito di chi si dovesse trovare nelle condizioni di dover nuovamente imporre regole più restrittive causate da una nuova impennata di contagi, addossandone la responsabilità ad altri e glissando facilmente su tutto ciò che in questi 15 mesi non è stato fatto. 

Si fa appello al senso civico di chi da più di un anno vive con costrizione la lontananza da amici e parenti, di chi ha visto e vede tutt’ora la propria attività in estrema difficoltà o fallire, e nel frattempo non si interviene efficacemente altrove.

Si stigmatizzano gli aperitivi con gli amici, si chiede ai ristoratori di non ospitare clienti in spazi interni e nel frattempo, dopo più di un anno da inizio emergenza, ancora si lasciano ammassate le persone su bus, tram e treni in barba a qualsiasi normativa vigente.

Si mantengono chiuse piscine e palestre mentre si aspetta ancora il famoso potenziamento della rete di medicina territoriale di cui si parla dall’estate scorse e che, a causa della sua inefficienza, provoca il sovraffollamento degli ospedali.

Si richiede ulteriore pazienza a quegli stessi cittadini di cui se ne stigmatizzano contemporaneamente i comportamenti e nel frattempo non si lavora con coraggio sul futuro, lasciando tutto in divenire. Non solo sul piano delle riaperture che lascia l’amaro in bocca a tutti, ma anche sul PNRR nazionale e sugli approfondimenti regionali che fanno nascere mille perplessità sul come e quanto gli eventuali fondi europei possano davvero incidere sulla ripresa del paese e dei territori.

Un NextGen Piemonte riempito di progetti improvvisati, alcuni tirati fuori dal cassetto della memoria in cui erano stati accantonati, posizionati in missioni sbagliate ed in larga parte privi di quell’impatto necessario alla reale ripresa dei territori.

Un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza poco coraggioso, per nulla ambizioso, privo della volontà di imprimere una direzione politica a temi che condizioneranno la ripresa ed il futuro. Un documento in cui manca la visione strategica per disegnare il Paese moderno e ricco di opportunità per le future generazioni.

Sostanzialmente, da quasi un anno e mezzo si richiedono sacrifici ed attenzione a tutti dando in cambio solamente demagogia, annunci roboanti e promesse costantemente non mantenute. 

Claudio Desirò

Coordinatore Regionale Buona Destra Piemonte