Giorgio Merlo eletto Presidente Nazionale
Riceviamo e pubblichiamo
“Noi Di Centro” è il nuovo partito di centro promosso da Clemente Mastella e da moltissimi amministratori locali ed esponenti politici di quasi tutte le regioni italiane e presentato con una grande manifestazione nazionale al Teatro Brancaccio di Roma sabato 4 dicembre scorso. Il Presidente nazionale del nuovo partito è Giorgio Merlo. Segretario nazionale Clemente Mastella.
L’obiettivo politico del nuovo partito, come è emerso dal dibattito con la relazione di Merlo e l’intervento di Mastella e dal resoconto dei vari organi di informazione nazionali, è quello di dar vita ad una sorta di “Margherita 2.0”, ovvero un soggetto politico di centro che sappia declinare un vera “politica di centro” in vista delle prossime elezioni politiche che raggruppi, al contempo, tutte le forze, i movimenti e i partiti già presenti sullo scenario politico italiano e lontani dal massimalismo della sinistra alleata con i populismo giustizialista dei 5 stelle e che dissentono da alcuni settori della destra sovranista italiana.
“Politica di centro” che si sostanzia su alcuni punti fondamentali: cultura della mediazione, cultura di governo, qualità della democrazia, credibilità della classe dirigente, rispetto delle istituzioni, rappresentanza sociale, in particolare del ceto medio sempre più in crisi, rinnegamento di qualsiasi forma di radicalizzazione dello scontro politico che ha portato alla logica degli “opposti estremismi”, senso dello Stato e stop alla demagogia qualunquista e anti parlamentare.
E la presenza politica e organizzata su scala nazionale di “Noi Di Centro” è funzionale alla costruzione di questo nuovo soggetto politico unitario. Un luogo riformista, democratico e plurale, appunto una “Margherita 2.0” che sarà destinato a cambiare tutti i vari sondaggi che vengono sfornati in queste ultime settimane. Dopodichè, come ovvio e scontato, se non cambierà la legge elettorale e se non tornerà il sistema proporzionale, anche il nuovo partito di centro stringerà alleanze con uno degli schieramenti in campo. Ma con un partito organizzato su scala nazionale e non con sigle solo funzionali alle convenienze degli attuali due schieramenti maggioritari.
Anche quest’anno cresceremo meno della media nazionale ( 6,1 rispetto a 6,3 ) perché Torino negli anni 90 ha dato troppo presto per esaurita la fase industriale e il sistema piemontese non ha saputo difendere il settore Automotive col Governo e col Parlamento perché siamo in ritardo nella costruzione della TAV e della linea 2 della Metro e perche’ non abbiamo fatto ancora le cose che servono per prenderci le ricadute logistiche del porto di Genova-Savona. La logistica che vale il 9% del PIL nazionale da noi in Piemonte vale appena il 6%
determinazione, tipica della nostra terra, a generare un forte cambio di passo nella economia regionale usando al meglio i fondi PNRR e i fondi europei perché non mi pare che la nuova Amministrazione cittadina abbia le Idee forti e le competenze per il rilancio della economia e del lavoro. Quando Lo Russo dice che Torino ha grandi problemi ma anche grandi eccellenze ( Politecnico ,Università , Centri di ricerche e alcune belle aziende nel settore ICT, del settore aerospazio ) non capisce che le eccellenze che ci sono rimaste non riescono a rimpiazzare tutto ciò che abbiamo perso negli anni scorsi e ciò che perderemo se non riusciremo a difendere le fabbriche FIAT e dell’indotto .