“Con la morte di Angelo Zegna il nostro paese perde un imprenditore lungimirante che è riuscito a traghettare l’impresa di famiglia verso i mercati mondiali costruendo un brand italiano tra i più importanti al mondo nel campo della moda: una figura straordinaria che ha saputo coniugare crescita economica con la promozione di progetti sociali, culturali ed ambientali”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, deputata di Italia Viva.
Afghanistan: “Chieri farà la sua parte”
Il Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero: “Ci muoveremo d’intesa con Prefettura ed Anci. Illumineremo il campanile di San Giorgio.”
«Anche Chieri è pronta a fare la sua parte, accogliendo le famiglie in fuga dall’Afghanistan, in accordo con le Prefetture, l’Anci e le istituzioni coinvolte. Condivido appieno le parole del Presidente dell’Europarlamento, David Sassoli: l’Europa ha il dovere di accogliere i profughi afghani e tutti coloro che rischiano di essere esposti alla vendetta talebana. Attendiamo che venga fatta chiarezza e definito un piano operativo, nell’ambito del quale anche Chieri darà un proprio contributo, coinvolgendo le realtà dell’associazionismo locale e del Terzo settore, le parrocchie e le famiglie chieresi. Sono certo che non mancherà una forte risposta di solidarietà ed accoglienza da parte della nostra comunità. Inoltre, penseremo ad un atto simbolico di vicinanza al popolo afghano, in particolare alle donne, e ringrazio il consigliere Tommaso Varaldo per la sua sollecitazione in tal senso. Non le bandiere a mezz’asta, usate per ricorrenze ed eventi istituzionali e coordinati, bensì l’illuminazione del campanile di San Giorgio, ancora più visibile, magari in occasione dell’inizio del Settembre Chierese».
Il Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero
“Tra i pochi elementi incoraggianti e positivi che stanno emergendo dalla campagna elettorale per
il rinnovo del Consiglio Comunale di Pinerolo e la scelta del futuro Sindaco, c’è la volontà esplicita
e concreta dei candidati di porre Pinerolo al centro delle politiche che riguardano lo sviluppo e la
prospettiva dell’intero pinerolese. Certo, poi esistono sensibilità diverse e ricette specifiche –
anche se la progettualità politica ed amministrativa non è così esplicita e marcata – ma il tentativo
di uscire dal localismo e dal campanilismo per ragionare in termini più vasti e di area è, comunque
sia, un elemento positivo da non sottovalutare.
Del resto, superata la stessa dicitura di “città capofila” la scommessa politica vera per il futuro di
questo territorio resta quello di elaborare politiche comuni ed omogenee – su più versanti: dai
servizi al turismo, dalle zone industriali alla sanità, dal sistema scolastico ai trasporti – e, di
conseguenza, il ruolo di Pinerolo e di chi la amministra, non potrà che essere centrale. Una sorta,
per dirla con un uno slogan efficace che proprio nel pinerolese negli anni ‘80 e ‘90 era stato al
centro del dibattito politico dei partiti e degli stessi organi di informazione, di rinnovata ed
originale ‘Provincia di Pinerolo’. Ora, archiviate da tempo le Province, la prospettiva, il ruolo e la
stessa funzione di questo territorio, passano attraverso la capacità di elaborare uno sviluppo
comune dell’intera area interessata. E la scelta del futuro Sindaco, al di là delle valutazioni dei
singoli partiti e delle varie liste civiche, dipenderà probabilmente anche da chi riuscirà a
convincere meglio la maggioranza dell’elettorato della città sulla bontà e sull’efficacia della propria
ricetta programmatica. Che non potrà che essere rivolta all’interno territorio pinerolese”.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.
Alcuni capoluoghi di provincia come Cuneo e Verbania, e un’altra ventina di comuni piemontesi hanno ad oggi risposto all’appello alla solidarietà lanciato dalla segreteria regionale del Pd e hanno concesso la propria disponibilità politica ad accogliere gli afghani in fuga dai talebani.
L’intervento di Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani): “Chi dà le concessioni e chi le riceve”
“Il Sindaco di Torino sarà anche il Sindaco della Città metropolitana. Uno dei contendenti della prossima competizione elettorale, Paolo Damilano, ha sulle spalle un conflitto di interesse che è una incudine pesantissima, che purtroppo continua a rimanere nell’oblio dell’informazione.
L’imprenditore Damilano, della Famiglia Damilano che è a capo della Società Pontevecchio srl, proprietaria di ben 7 marchi di acque minerali (tra cui la nota Valmora), vuole diventare sindaco della nostra città. Il Piemonte è la regione italiana che ha il maggior numero di concessioni attive per l’imbottigliamento delle acque minerali; le concessioni attive sono 46, 26 quelle effettivamente utilizzate, 4 fanno riferimento a Fonti di Vinadio, 4 a San Bernardo e 6 a Pontevecchio srl. Si tratta per la società Pontevecchio di un businnes assai redditizio (oltre 50 milioni di fatturato per oltre 4 milioni di utili) a fronte di concessioni dal prezzo irrisorio. Nulla di illegale s’intende, anzi: viva gli imprenditori capaci di creare lavoro e reddito.
Tuttavia la nota dolente c’è quando Damilano da imprenditore delle acque vuole diventare Sindaco. Delle concessioni una componente fissa calcolata sull’estensione della superficie dell’area oggetto di concessione viene introitata dalla città metropolitana, una parte variabile rapportata ai quantitativi di acqua minerale imbottigliata va alla Regione Piemonte, che gestisce anche il rinnovo delle concessioni. Le acque minerali sono soggette alle disposizioni della L.R. 25/1994. Il loro utilizzo è in regime di concessione che viene rilasciata dalla Città metropolitana. Il rilascio della concessione presume un permesso di ricerca, che ha durata di 3+2 anni mentre la concessione ha durata 20 anni.
Quindi se Damilano dovesse divenire sindaco sarà a capo dell’ente che fornisce permessi e concessioni alla Pontevecchio srl dove lui oggi risulta essere parte del consiglio di amministrazione (fino a poco fa Amministratore delegato) e suo fratello Presidente.
Credo che di questo ci si debba occupare e che Damilano sarebbe utile non si trincerasse dietro al solito no-comment. Io, come ho già detto e scritto, sono pronto a confrontarmi pubblicamente con lui per chiedergli come potrebbe essere libero con questi due ruoli sulle spalle e come potrebbe trattare liberamente e duramente con la regione Piemonte con questo conflitto di interesse. Damilano farebbe tutte le parti in commedia: chi dà le concessioni e chi le riceve. A mio modesto avviso si tratta di una questione dirimente”.
Al via la nuova campagna di Paolo Damilano, candidato sindaco di Torino Bellissima e del centrodestra, con il nuovo slogan C’È DA CAMBIARE e nuovo messaggio in vista del voto.
Il lancio oggi tramite i canali social e i manifesti affissi in questi giorni in città. Qui il link al post su Facebook
«C’è moltissimo da fare. C’è da ricostruire il lavoro, la sicurezza, il senso stesso di una città che deve tornare Bellissima. Ma per farlo davvero, occorre un cambiamento vero, non retorico, un cambiamento nelle priorità: Torino e i torinesi prima degli apparati e delle logiche di potere.
Un cambiamento che può garantire solo un progetto che nasce civico e si è aperto alle energie migliori della città. Il nostro progetto, il vostro progetto. Il 3 e 4 ottobre cambiamo tutti insieme e riportiamo Torino all’altezza di sé!»
#CèDaFare #CèDaCambiare #DamilanoSindaco #TorinoBellissima #Torino
“Con il Pnrr investiamo 4 miliardi di euro nelle cure domiciliari, afferma il Ministro alla salute Roberto Speranza, per portare l’assistenza pubblica e le cure più appropriate in casa dei pazienti.
Il precipitare della situazione in Afghanistan, in tempi più celeri di qualsiasi immaginazione, ci induce a essere più che mai a fianco del popolo afghano – un popolo che da più di quarant’anni è dentro al tunnel della guerra; e a rivolgere un triplice appello.
Il primo è al governo italiano e alle istituzioni internazionali. Affinché nessuno sforzo sia risparmiato per tutelare chi ha ragione di temere in quel che accade: sia esigendo un’attenzione straordinaria e costante delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza a salvaguardia dei diritti umani, sia predisponendo corridoi umanitari e tutto ciò che può condurre in salvo chi è in pericolo.
Il secondo appello è ai talebani, che governeranno l’Afghanistan in virtù di una vittoria ottenuta con le armi e non con il libero consenso. Si sentano comunque responsabili dell’incolumità e della dignità delle donne e degli uomini dell’Afghanistan, ovvero appunto del rispetto dei diritti umani. Sappiano mantenere la promessa che hanno fatto, che non ci saranno cioè vendette; e un comportamento più mite di quanto non sia nelle aspettative possa contribuire a una loro diversa immagine presso l’opinione pubblica mondiale.
Il terzo appello è alla coscienza degli uomini e delle donne dell’Occidente. Affinché questo momento così avvilente siafecondo di insegnamenti. In primo luogo è indubitabilmente chiaro che la democrazia non può e non deve essere esportata, e che una libertà imposta, non rispettosa dei percorsi di ciascuno,non è vera libertà. In secondo luogo è devastante, per quanto di continuo ricorrente nella storia, che nobili ideali siano usati per nascondere interessi ben precisi o la consueta politica di potenza; e quel che inesorabilmente ne deriva è il loro discredito. Bisogna allora veramente chiedersi se quegli ideali sono innanzitutto vivi qui da noi, nell’ambito della civiltà che ne è all’origine, al punto da poter dare la vita ed essere di esempio ad altri. Le ideologie totalitarie, religiose o laiche, hanno saputo smuovere i popoli, chiamandoli a grandi sacrifici; ne è in grado l’idea della libertà? Nella democrazia, al di là degli equilibri tra interessi e sistemi di potere, si può trovare un contenuto spirituale che la sorregga? Solo se la risposta sarà autenticamente affermativa, essa avrà un futuro.
Giampiero Leo, Claudio Torrero
a nome del“Coordinamento Interconfessionale del Piemonte
Paolo Candelari
A.G.iTE contro le armi atomiche, tutte le guerre e i terrorismi Noi siamo con voi”