POLITICA- Pagina 320

Askatasuna, Magliano: un plauso alle forze dell’ordine

Un plauso alle Forze dell’Ordine per l’operazione condotta giovedì nei confronti di Askatasuna e di altre realtà antagoniste.

Da troppi anni i soliti noti si oppongono alla TAV con la violenza, occupano uno stabile in centro a Torino, considerano Santa Giulia alla stregua di un proprio cortile privato e portano avanti modalità di azione che sono la negazione stessa della democrazia. L’opposizione alle grandi opere, posizione politica tanto discutibile quanto legittima, smette di avere cittadinanza democratica nel momento stesso in cui è portata avanti con modalità sovversive e con metodi da guerriglia. In generale, vorremmo vedere più stabili affidati a realtà dell’Associazionismo e restituiti alla cittadinanza e meno occupazioni. Anzi, di occupazioni non vorremmo vederne più del tutto.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Ruffino (CI): “Valutare scostamento di bilancio per salvare le aziende italiane”

“Le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina sono evidenti.

Oggi più che mai è necessario salvare il tessuto produttivo italiano, che a causa del caro energia, rischia di vedere aumentato considerevolmente il suo gap con il resto del mondo”. Lo afferma la deputata di Coraggio Italia, Daniela Ruffino, che spiega: “Da Confindustria all’Ance si leva alto il grido di allarme delle tante aziende che annunciano lo stop all’attività. Il Governo deve intervenire con sostegni ma anche snellendo i processi burocratici. L’ipotesi di uno scostamento di bilancio avanzata dal ministro Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti – conclude Ruffino – penso che a questo punto sia indispensabile. Bisogna soprattutto intervenire sul piano nazionale abbattendo i prezzi su carburanti e gas e ripensare ad una nuova politica energetica se vogliamo davvero renderci indipendenti da altri Paesi e dal gas russo”.

Peste suina africana, Pd: “chiarimenti sui ristori e sulla recinzione”

L’Audizione in III commissione con il Commissario straordinario per la gestione della Peste Suina Africana, Angelo Ferrari, ci ha permesso di porre alcune domande su temi che rappresentano le vere preoccupazioni dei Sindaci dei territori interessati, delle associazioni agricole, in particolare degli allevatori di suini e, più in generale, dall’imprenditoria turistico ricettiva.

Abbiamo chiesto la massima diffusione dei dati relativi alla gestione della PSA in Piemonte a partire dai report che certificano l’andamento della sorveglianza passiva dei suini domestici e dei cinghiali. In questo contesto è per noi altrettanto significativo conoscere i dati del progressivo depopolamento dei cinghiali nelle aree infette.

Due questioni, però, ci preoccupano particolarmente. La prima riguarda la realizzazione della recinzione metallica del cui dimensionamento reale non pare esserci conferma. Ad oggi, infatti, su questa imponente opera pubblica sarebbe fondamentale chiarire con più precisione la reale efficacia, il posizionamento, i costi di realizzazione, i costi di manutenzione e del controllo giornaliero.

La seconda riguarda i ristori per tutti i comparti economici interessati, riguardo ai quali chiediamo alla Giunta un impegno per ricavare fondi dal bilancio regionale e per attivare un più efficace dialogo con il Governo nazionale finalizzato a rassicurare settori imprenditoriali già in difficoltà.

Chiediamo, inoltre, con forza che tutte le Istituzioni pubbliche territoriali e le associazioni di categoria vengano coinvolte nei luoghi delle decisioni.

La Peste Suina Africana deve essere eradicata nel più breve tempo possibile, come già hanno fatto la Sardegna e il Belgio, per non ghettizzare il nostro territorio e non comprometterne lo sviluppo.

Domenico Ravetti – Consigliere regionale Pd

Monica Canalis – Vicepresidente III Commissione del Consiglio regionale – Vicesegretaria Pd Piemonte

Area ex Gondrand, Italexit: situazione fuori controllo

In questi giorni è violentemente riemersa la questione dell’ex Gondrand, l’enorme area industriale di Via Cigna abbandonata ed occupata abusivamente da tossici e immigrati irregolari. Nonostante i ripetuti sgomberi nel corso degli anni, la situazione è evidentemente fuori controllo: decine di cittadini hanno segnalato a Italexit numerosi episodi di delinquenza e degrado, con fuochi improvvisati che in più di un’occasione hanno rischiato di divampare in un incendio.
Silvia Martini, referente di Italexit per Torino Nord, punta il dito contro il Comune e la Circoscrizione: “Qualche mese fa, in campagna elettorale, il viavai dei soliti personaggi politici in questi quartieri era incessante. Parlavano di periferie, di riqualificazione, di lotta al degrado. Adesso il centrosinistra ha la maggioranza in Comune, il centrodestra in Circoscrizione 6: anziché agire concretamente sull’ex Gondrand, preferiscono giocare allo scaricabarile. La situazione va avanti dal 2017 e i residenti hanno sopportato anche troppo: mentre gli amministratori litigano, è necessario aumentare la presenza di forze dell’ordine in queste strade in tempi brevi”.Secondo Italexit, è l’amministrazione che deve farsi carico del recupero della zona. Continua Martini: “Qualcuno ha proposto di regalare l’area ai privati, magari per costruirci l’ennesimo ipermercato. Ce ne sono già tre in meno di un chilometro: aggiungere il quarto significherebbe distruggere definitivamente il piccolo commercio di zona. Questi quartieri hanno invece bisogno di nuovi luoghi di aggregazione per giovani e anziani, di spazi verdi, di servizi al cittadino, di presidi sanitari. L’ex Gondrand ha tutte le caratteristiche per accogliere iniziative di questo tipo: manca però la volontà politica di farlo.”

ITALEXIT CON PARAGONE – TORINO

I radicali e i “russofili” piemontesi

Ucraina, Radicali Italiani: “Il presidente Cirio tolga tutte le deleghe ad assessore Marrone. Giorgia Meloni chieda a Fabrizio Comba di dimettersi da console onorario Bielorussia. Lanciato appello per incriminazione di Putin alla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Fatti i nomi degli “amici di Putin” sotto la Mole”.

Alla conferenza stampa tenutasi a Torino presso la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta sono intervenuti Giulio Manfredi (Giunta Segreteria Radicali Italiani); Igor Boni (presidente di Radicali Italiani); Silvio Viale (capogruppo Lista Civica al Comune di Torino).

Giulio Manfredi ha detto che: ” Maurizio Marrone (assessore regionale FdI) ha fondato con altri, nel 2016, a Torino, un sedicente“Rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia” DNR), unico caso in tutta Europa; nel 2017, e’ stato immortalato dalle trasmissione televisiva “NEMO” di RAIDUE (8/06/2017), mentre si trovava a Lugansk, nel Donbass ucraino occupato dai secessionisti filorussi, e veniva premiato da altri nazionalisti europei per la sua opera a favore dei separatisti; allo stesso evento, era presente il sig. Andrea Palmeri, mercenario filorusso, all’epoca già latitante e poi condannato dal Tribunale di Lucca a 2 anni e 8 mesi di carcere per lesioni gravi (sentenza definitiva) e dal Tribunale di Genova a 5 anni di carcere (sentenza di primo grado) per reclutamento di mercenari italiani per la guerra nel Donbass. Il 18/09/2018, Maurizio Marrone dichiarava, a proposito dell’abbattimento del volo di linea “Malaysian Airlines” nel luglio 2014 nei cieli dell’Ucraina orientale – abbattimento da Marrone imputato al governo ucraino: “….Come Rappresentante della DNR in Italia porterò un dossier contenente tutte queste prove all’attenzione del Ministero Esteri della Repubblica Italiana, con la richiesta ufficiale di interrompere qualsiasi relazione diplomatica con il governo ucraino: dopo anni di infamanti menzogne ai danni della Repubblica Popolare di Donetsk, è chiara finalmente la vocazione terroristica e stragista delle autorità di Kiev, che non si sono fatte scrupolo di eliminare i leader nemici con attentati dinamitardi, per ultimo il Presidente DNR Zakharchenko firmatario degli accordi di pace di Minsk, e addirittura di servirsi di killer dell’ISIS come sicari”

Secondo l’esponente radicale “La Regione Piemonte sta meritoriamente operando a favore dei profughi ucraini, che arrriveranno a migliaia nei prossimi giorni. Proprio tale opera rende inammissibile la presenza di Maurizio Marrone nella Giunta Regionale. Chiediamo al Presidente Cirio di ritirare tutte le deleghe all’assessore Marrone. Abbiamo scritto anche a Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, affinché, oltre a stigmatizzare i comportamenti e le dichiarazioni passate di Marrone, chieda al suo portavoce regionale Fabrizio Comba di dimettersi da console onorario della Bielorussia. Il regime di Lukashenko ha ridotto la Bielorussia a un grande carcere, reprimendo con la violenza qualsiasi manifestazione di dissenso. Il regime bielorusso fornisce ogni giorno appoggio logistico a Putin per la sua guerra di aggressione all’Ucraina. In questi anni Fabrizio Comba nonha mai detto una sola parola per denunciare il regime bielorusso, nonostante il pungolo radicale. La sua posizione di console onorario, come quella di Marrone, è insostenibile; chiediamo a Giorgia Meloni di intervenire.”:

Aggiunge Igor Boni: “Come Radicali Italiani abbiamo lanciato una petizione popolare per l’incriminazione di Vladimir Putin davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja, per crimini di guerra e crimini contro l’uamnità commessi in Ucraina. La petizione si puo’ firmare a questo link: https://radicali.it/putin-allaja/. Domenica 13 marzo terremo il primo tavolo di raccolta firme sulla petizione a Torino (dalle 11:000 alle 13:00, Via Garibaldi angolo Piazza Castello).”

Silvio Viale ha ricordato di aver presentato un emendamento al suo ordine del giorno sulla guerra in Ucraina, già depositato in Consiglio Comunale, con cui si richiede al Presidente della Regione Piemonte di togliere tutte le deleghe all’assessore Marrone. Viale: “E’ nell’interesse di Cirio, del moderato Cirio, allontanare da sé qualsiasi esponente pesantemente compromesso col regime di Putin. Il ruolo che la Regione Piemonte sta assumendo nell’assistenza ai profughi non consente più l’esistenza di alcuna zona d’ombra, di equivoco, di ambiguità.”.

Giulio Manfredi, al termine della conferenza stampa, ha sollecitato il Premier Draghi ad adempiere alla sua promessa di revocare tutte le 22 onorificenze concesse dal Presidente Mattarella a uomini del regime di Putin dal settembre 2019, da quando Luigi di Maio è ministro degli Esteri.

Tav: Casolati (Lega), la violenza è sempre inaccettabile

“L’operazione conclusa dalla Polizia di Stato di Torino, su indicazione della Procura, fa giustizia dei comportamenti violenti e inaccettabili dei cosiddetti antagonisti, e riafferma il valore irrinunciabile della legalità e della presenza dello Stato”. E’ quanto afferma la senatrice piemontese della Lega Marzia Casolati. “Chi  attenta all’incolumità delle Forze dell’Ordine, deve pagare, e ritrovi come Askatasuna devono essere chiusi.  Alle donne e agli uomini che garantiscono la sicurezza dei cantieri va il nostro ringraziamento: la Lega sarà sempre al loro fianco e delle istituzioni che rappresentano”.

Licenziamenti Conad, ex Auchan: Costanzo rilancia Tavolo al Mise

PRESENTATA INTERROGAZIONE
“Gli ultimi verbali pubblici sul tavolo Mise aperto sulla cessione Auchan-Conad si sono svolti a fine 2020. Peccato che da allora, oltre alla sentenza del Tribunale di Torino che ha riconosciuto il passaggio illegittimo, così come l’esclusione di 106 lavoratori, ora si rischia che la storia si ripeta. Conad infatti, nonostante goda di ottima salute, intende annunciare nuovi esuberi e ha aperto procedura di licenziamenti collettivi per 42 dipendenti nella sede di corso Romania a Torino.
Credo sia necessario che il tavolo al Mise venga immediatamente riconvocato: per questo ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Giorgetti”.
Così in una nota la deputata Jessica Costanzo, di Alternativa.

Pnrr, Ruffino (CI): Su sburocratizzazione Draghi passi da parole a fatti

“E’ un bene che il premier Draghi nel corso del question time di oggi abbia posto l’accento sulla necessità di sbloccare i processi autorizzazioni in Italia”. Lo afferma la deputata di Coraggio Italia Daniela Ruffino in una nota.
“L’auspicio- aggiunge- che sottolineo da tempo, è che si passi dalle parole ai fatti. In altre termini e prima che sia troppo tardi, dobbiamo semplificare e sburocratizzare una serie di elementi che coinvolgono anche il Pnrr, altrimenti non rispetteremo mai le scadenze del Next generation Eu. Insomma davanti alle grandi sfide ci vuole coraggio, diversamente ci troveremo in grandissima difficoltà”.

Orfei e Settegiorni, un modello di giornalismo politico e di coerenza culturale

Ho fatto la tesi di laurea sulla rivista “Settegiorni in Italia e nel mondo”.

Una rivista nata nel 1967 e che ha chiuso i battenti nel 1974 dopo il referendum perso dalla Democrazia Cristiana e dai cattolici sul divorzio. Ora, non voglio rileggere – come ovvio e scontato – l’esperienza di un settimanale che ha contribuito a segnare il cammino politico, culturale e sociale dei cattolici italiani e che, al contempo, ha scosso l’evoluzione e il percorso della stessa politica italiana. E la scomparsa recente del suo storico direttore, l’amico Ruggero Orfei, mi spinge a fare qualche rapida considerazione attorno ad un foglio che resta unico per la sua dimensione e per il ruolo che ha avuto nello scenario pubblico italiano in una fase storica decisiva per le sorti della nostra democrazia. Anche per il giornalismo italiano. Perchè “Settegiorni in Italia e nel mondo” non solo è stata una rivista politica e culturale vicina alle posizioni della sinistra sociale della Dc di Carlo Donat-Cattin, ma è stata anche e soprattutto una rivista che ha fatto del giornalismo di inchiesta – quello vero, però, senza alcun paragone e confronto per come è ridotto oggi quel settore – la sua ragion d’essere. Certo, l’approfondimento politico e culturale era la vera priorità di questa scommessa editoriale guidata da Donat-Cattin – quella di maggior successo con la rivista “Terza Fase” degli anni ‘80 – e con l’elaborazione puntuale ed intelligente di molti e qualificati collaboratori, “Settegiorni” era diventata un punto di riferimento da cui non si poteva prescindere. Sia all’interno della Dc e del mondo cattolico italiano dell’epoca e sia per gli altri partiti. In particolare per i partiti della sinistra storica e non solo. E i “pezzi” di Ruggero Orfei e del suo condirettore, Piero Pratesi – accanto alle cento firme – erano appuntamenti imperdibili per qualsiasi osservatore politico dell’epoca.
È indubbio, al riguardo, che Ruggero Orfei, anche se dopo l’esperienza di Settegiorni cambiarono i rapporti, ma non l’amicizia, tra la direzione della testata e i suoi finanziatori politici, condivideva sino in fondo l’idea di una presenza politica di ispirazione cristiana, popolare, autonoma e fortemente rappresentativa delle istanze dei ceti sociali popolari e cattolici. Un partito che non poteva e non doveva diventare un semplice e banale “polo conservatore” funzionale ad una alleanza con l’altro grande blocco, il Pci, con un probabile se non addirittura scontato cedimento culturale ed ideale nei confronti del più grande partito comunista occidentale. Una presenza politica, certamente di ispirazione cristiana ma con un forte insediamento territoriale e una chiara opzione sociale. Per questo Orfei, all’epoca, dissentiva da tutte le interpretazioni che volevano una Dc conservatrice se non addirittura reazionaria, ripiegata su posizioni clericali o confessionali che appaltava la rappresentanza dei ceti popolari e socialmente più avanzati alla sinistra comunista e marxista.
Ecco perchè c’era una profonda simbiosi tra il Direttore di Settegiorni Orfei e l’editore politico Donat-Cattin. Perchè al centro della discussione c’era sempre e solo la necessità di salvaguardare una tradizione, quella cattolico popolare, cattolico sociale e cattolico democratica che individuava nella Dc di sinistra un baluardo centrale ed insostituibile. E quando parliamo di Ruggero Orfei, oltre alla sua vasta, ricca e feconda pubblicazione politica, culturale e religiosa, non possiamo e non dobbiamo dimenticare l’esperienza di “Settegiorni in Italia e nel mondo” che, ripeto, ha segnato la storia del giornalismo politico nel nostro paese.

Giorgio Merlo

Panza (Lega), Ue ascolti la voce degli enti locali alle prese con la crisi

“Purtroppo l’Ue non ha fatto in tempo a uscire dalla crisi del Covid per ritrovarsi a fronteggiarne un’altra, la guerra in Ucraina, per certi versi ancora più grave, che sta dimostrando come la politica di transizione del continente fosse dipendente da qualcun altro, una scelta poco lungimirante di cui pagheremo il costo negli anni a venire” – così in Plenaria a Strasburgo l’europarlamentare Alessandro Panza -.

La politica di coesione può e deve fare molto per rispondere a queste crisi, che purtroppo dureranno ancora a lungo – prosegue Panza – . E’ necessario però consentire agli Stati membri di poter affrontare correttamente i piani di partenariato per fare fronte alle esigenze poste dalla Commissione: in molti Stati Ue l’accavallarsi del Next Generation Eu (Ngeu) con la Politica di Coesione sta creando un carico di lavoro e burocrazia a livello locale e regionale insostenibile per gli enti locali. L’Ue deve tenere conto della particolare situazione che stiamo vivendo a livello internazionale e alle sue ripercussioni sul piano sociale, economico ed energetico, ma anche e soprattutto del sovraccarico burocratico che le amministrazioni locali hanno in questo difficile periodo: Bruxelles ascolti la voce dei territori”. – Così in Plenaria a Strasburgo l’europarlamentare Alessandro Panza.