“Come +Europa Torino annunciamo la nostra partecipazione alla manifestazione, organizzata dall’Associazione “Venezuela in Piemonte” in sostegno del popolo venezuelano, venerdì 2 agosto alle ore 18.30 in Piazza Castello” dichiarano così in una nota Andrea Turi, portavoce di +Europa Torino, e Giulia Casalino, membro dell’assemblea nazionale di +Europa.
“Sulle politiche dell’ambiente si gioca buona parte del futuro del Piemonte. La priorità della commissione sarà ascoltare i territori e le comunità locali, dai quali trarre indicazioni utili per la nostra attività”.
È il commento del consigliere Sergio Bartoli (Lista Cirio Presidente) neo presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Piemonte. Bartoli è stato eletto nelle votazioni a scrutinio segreto per scegliere i presidenti di commissione.
“Un tema importante – aggiunge il presidente Bartoli – è il nuovo Piano per la qualità dell’aria, incentrato su analisi e valutazioni tecniche effettuate da Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale, delle concentrazioni delle sostanze inquinanti in atmosfera, che punta a rispettare gli obiettivi di qualità dell’aria delle direttive comunitarie. Tante sono le questioni da affrontare: mi limito a citare i temi del cambiamento climatico, i rifiuti, le criticità ambientali che riguardano alcune aree della nostra regione, la tutela del paesaggio”.
“Il nostro lavoro – conclude Bartoli – sarà guidato dai princìpi del rispetto e della tutela ambientale coniugati con uno sviluppo sostenibile in grado di valorizzare il sistema Piemonte, inteso anche come lavoro e occupazione. L’attività della commissione nei prossimi cinque anni dovrà naturalmente svolgersi attraverso un continuo confronto con le istituzioni e la comunità piemontese in tutte le sue espressioni”.
Le competenze della V Commissione regionale sono: tutela dell’ambiente e impatto ambientale; risorse idriche; inquinamento; scarichi industriali e smaltimento rifiuti; sistemazione idrogeologica; protezione civile; parchi ed aree protette.
“Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio può diventare il leader di un Centro riformista, democratico e di governo nel nostro territorio. E, dopo la vittoria quasi plebiscitaria dell’8/9 giugno, il suo ruolo è molto più importante rispetto alla precedente stagione alla guida della Regione. E questo per due ragioni di fondo.
Innanzitutto per il risultato ottenuto con la lista civica, cioè quasi il 13% dei consensi. Un dato politico ed amministrativo che qualifica ancor di più il ruolo del Presidente della Regione. In secondo luogo perchè attraverso la sua concreta iniziativa politica può, finalmente, decollare una vera e credibile ‘politica di centro’. Anche, e soprattutto, in Piemonte.
Due elementi, questi, che qualificano e rilanciano il Centro in Piemonte al di là e al di fuori di chi coltiva la radicalizzazione della lotta politica da un lato e, dall’altro, la sola demolizione dell’avversario /nemico. Temi, questi, cari al nuovo corso politico e culturale delle varie sinistre. Per queste ragioni, con il progetto politico del Presidente Cirio è di nuovo possibile praticare e rilanciare una politica di centro nel contesto piemontese”.
IL COMMENTO DELLA SEN. PAOLA AMBROGIO
“Se la sicurezza fosse di sinistra, come sostenuto oggi da Lo Russo a mezzo stampa, a Torino non ci sarebbe un problema sicurezza. Sono parole in libertà, i torinesi sanno benissimo che le soluzioni non possono arrivare da chi è concausa di un problema: sulla sicurezza il Pd è in una specie di cortocircuito ideologico”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“La questione – continua la Ambrogio – è molto semplice: Lo Russo boccia il presidio fisico, ovvero il pattugliamento del territorio favorito dal governo Meloni, e parla di ‘scommessa culturale e politica’. Quella scommessa ha fallito, è la politica della falsa integrazione e delle periferie ghetto. Non c’è spazio per ulteriori prove sulla pelle dei cittadini, è il momento dell’azione, è il momento di ristabilire la legalità e di cancellare le zone franche. Su spaccio e centri sociali, poi, Il Sindaco è medaglia d’oro di incoerenza: non pervenuto nella lotta ai vettori della droga, legalizza Askatasuna sdoganando di fatto la lotta armata di anarchici e antagonisti. Sarà il caldo, bollino rosso anche per il Sindaco di Torino”.
Liguria, Rixi: “Non mi candido”. E spara a zero
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A una settimana dalla seduta di insediamento della XII legislatura, il Consiglio regionale ha eletto i presidenti e i vicepresidenti delle otto Commissioni permanenti, delle Giunte per il regolamento e per le elezioni.
“L’insediamento delle Commissioni – ha affermato il presidente Davide Nicco – è un passaggio essenziale per il buon funzionamento dell’organo legislativo. Le Commissioni sono strumento fondamentale per ascoltare e garantire risposte puntuali alle istanze dei piemontesi. È il luogo principale dove approfondire ogni tematica e confrontarsi in maniera responsabile e costruttiva. Da oggi siamo davvero operativi: pronti a lavorare per il nostro Piemonte”.
Questa mattina l’Aula ha votato la “riassunzione” di diversi provvedimenti già presentati nella scorsa legislatura e, da domani, sono previste diverse convocazioni della prima Commissione per arrivare alla loro approvazione nelle prossime sedute di Consiglio.
Si tratta di atti in materia finanziaria, ovvero l’assestamento al bilancio di previsione finanziario 2024-2026 (ddl 317), il rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2023 (ddl 314) e il rendiconto di gestione del Consiglio per l’esercizio finanziario 2023 (proposta di deliberazione 354). A questi si aggiunge il disegno di legge 316 “Interventi urgenti in materia di residenzialità universitaria”.
La prima Commissione (Bilancio) sarà presieduta da Roberto Ravello (Fdi) mentre vicepresidenti saranno Debora Biglia (Fi) e Fabio Isnardi (Pd).
La seconda Commissione (Urbanistica) ha come presidente Mauro Fava (Fi) e vice, rispettivamente Marina Bordese (Fdi) e Nadia Conticelli (Pd).
In terza Commissione (Economia) è stato eletto presidente Claudio Sacchetto (Fdi) e vicepresidenti Marco Protopapa (Lega) e Monica Canalis (Pd).
Alla quarta Commissione (Sanità), il presidente eletto è Luigi Icardi (Lega), i vice Davide Zappalà(Fdi) e Daniele Valle (Pd).
La quinta Commissione (Ambiente), sarà presieduta per questa legislatura da Sergio Bartoli (Lista Cirio), vicepresidenti Daniela Cameroni (Fdi) e Alberto Unia (M5s).
La sesta Commissione (Cultura) ha come presidente Paola Antonetto (Fdi) e i suoi vice sono Daniele Sobrero (Lista Cirio) ed Emanuela Verzella (Pd).
Alla presidenza della settima Commissione (Autonomia) è stato eletto Andrea Cerutti (Lega), mentre Elena Rocchi (Lista Cirio) e Mauro Calderoni(Pd) sono i due vicepresidenti.
La Commissione Legalità sarà presieduta da Domenico Rossi (Pd) che verrà affiancato dai vicepresidenti Pasquale Coluccio (M5s) e Gianna Gancia (Lega).
La Giunta per il regolamento è presieduta da Davide Nicco in qualità di presidente del Consiglio. Sono invece stati eletti vicepresidenti Sergio Ebarnabo(Fdi) e Laura Pompeo (Pd).
Come presidente della Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l’insindacabilità è stato eletto Alberto Avetta (Pd), vicepresidenti Simona Paonessa (Pd) e Davide Buzzi Langhi (Fi), segretario Silvia Raiteri (Fdi).
Il Centro non è gregario
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Ci sono sostanzialmente due possibilità per declinare nel nostro paese una iniziativa politica di
Centro e una vera e credibile “politica di centro”. La prima è quello di far sì che il Centro sia un
progetto politico o autonomo o da collocare all’interno di un’alleanza ma che, comunque, sia in
grado di condizionare la prospettiva complessiva di quella coalizione. La seconda modalità è
quella che si può mutuare dall’esperienza degli antichi “partiti contadini” di comunista memoria.
Cioè cartelli elettorali inventati a tavolino dall’azionista unico della coalizione per confermare, e
garantire, la natura plurale della coalizione stessa. Un modo, cioè, per dire che c’è anche il Centro
all’interno di quel contenitore.
Ora, e mutatis mutandis, si può tranquillamente trasferire questa doppia ed alternativa modalità
politica ed organizzativa nel contesto pubblico italiano contemporaneo. E senza, come ovvio,
rivangare un passato che ormai è improponibile. Ovvero, la concreta esperienza cinquantennale
della Democrazia Cristiana, cioè di un grande partito popolare, di massa, democratico,
interclassista e di governo dove la “politica di centro” e il progetto di Centro erano praticati in
modo serio, credibile e sistematico. Tornando all’oggi, però, e nell’attuale cornice bipolare, è
indubbio che nel centro destra abbiamo un partito, Forza Italia, che cerca di svolgere un ruolo
sempre più decisivo e determinante all’interno della coalizione. Un ruolo politico, però, che non
può essere disgiunto da un peso elettorale che deve essere incrementato e rafforzato. Un peso
che sarà inesorabilmente frutto e conseguenza di un ampliamento culturale, sociale e politico di
quel partito. Ovvero, Forza Italia riuscirà a declinare un vero ruolo di Centro nel momento in cui i
vari spezzoni centristi, moderati e riformisti si riconosceranno realmente nel progetto politico di
quel partito. Per questi motivi il processo di allargamento del partito deve procedere, di pari
passo, con l’accentuazione del suo profilo centrista e di governo.
Al contrario, e specularmente, nella coalizione di sinistra le forze di centro sono molto simili alla
concreta esperienza dei “partiti contadini” di antica memoria. Cioè formazioni politiche, come ha
ricordato polemicamente ma saggiamente Calenda in una recente intervista – semprechè non
cambi idea – che in cambio di una manciata di parlamentari alle prossime elezioni fanno parte
dell’alleanza a nome e per conto di un partito di centro. E il ruolo di Italia Viva, al riguardo, calza a
pennello.
Ecco perchè, quando si parla del ruolo politico – ancorchè importante e decisivo – del Centro
nell’attuale sistema bipolare del nostro paese, non si può e non si deve prescindere da questa
valutazione oggettiva. Per dirla con altre parole, o ci si limita a giocare un ruolo gregario e
subalterno a difesa del proprio seggio e dei “propri cari” oppure, e al contrario, si opta per
diventare protagonisti all’interno di una coalizione. Sono due prospettive politiche schiettamente e
semplicemente alternative.
I soliti No Tav
“Oggi al cantiere della TAV a Chiomonte abbiamo assistito a manifestazioni di protesta. È fondamentale ribadire che è giusto avere le proprie idee e il diritto di manifestarle, ma questo deve avvenire in modo civile e non violento. Le forze dell’ordine, che sono presenti per garantire la sicurezza di tutti, non devono essere aggredite poiché svolgono semplicemente il loro lavoro. Gesti violenti come quelli visti oggi sono inaccettabili e devono essere condannati con la massima fermezza. Il dialogo e il rispetto reciproco sono essenziali per affrontare le divergenze di opinioni”: è quanto ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture strategiche e alla Sicurezza Enrico Bussalino in merito agli incidenti avvenuti oggi a Chiomonte.