Gli attacchi, anche personali, dei consiglieri Ravello e Poggio Sartori sulla situazione dei portici di Torino dimostrano un approccio superficiale: parlare di decoro urbano senza considerare la presa in carico sanitaria dei senza fissa dimora è semplicemente ipocrita. Il trattamento delle dipendenze e le cure psichiatriche sono in capo alla Regione. Se la situazione non cambia, perché chi ha il potere di intervenire non lo fa? Lo abbiamo chiesto con emendamenti al Bilancio, proponendo l’assunzione di personale sanitario a supporto delle equipe di strada, ma il centrodestra unito ha votato contro. Non si può ignorare il problema e poi raccontare menzogne ai cittadini” dichiara la consigliera regionale Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa per il Piemonte). Rispondendo alle parole dei colleghi di FDI – che avevano dichiarato che “la collega Nallo non farebbe fatica ad abitare e lavorare tra escrementi, urina e senzatetto aggressivi perché alterati dall’abuso di alcol” – Nallo replica: “Parole indegne di chi siede in un’Istituzione. Chi governa ha il dovere di agire, non di alimentare polemiche.” Chantal Balbo di Vinadio, coordinatrice IV Commissione Circoscrizione 1, aggiunge: “Chiediamo l’intervento dell’ASL proprio per risolvere il problema e per rispondere alle preoccupazioni dei residenti. Stanno cercando di metterci i cittadini contro, ma parlare di senza fissa dimora senza parlare di sanità significa non occuparsi del problema. L’80% di queste persone ha bisogno di cure e le equipe di strada oggi non sono nelle condizioni di fare questo lavoro.”
Ravetti (Pd): “Chiarezza sul futuro delle Province”
Il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte Domenico Ravetti commenta quanto emerso all’assemblea UPI del Piemonte e le dichiarazioni del Presidente Cirio
«Sulla riforma delle Province e sulla necessità di ridare loro dignità sono d’accordo con Cirio, con il neopresidente UPI Piemonte Alessandro Lana e con la Lega. Dalla riunione di ieri dell’Unione Province Italiane del Piemonte è emersa un’esigenza di chiarezza sul futuro di questi enti, che sono stati erroneamente demonizzati come “inutili”, ma che servono realmente ai cittadini, venendo a toccare temi concreti che interessano la loro quotidianità. Se il Governo nazionale decidesse di stanziare le necessarie risorse per la gestione di un elenco preciso e chiaro di funzioni, evitando sovrapposizioni, allora sarebbe opportuno anche rimettere nelle mani degli elettori la scelta del Presidente e del Consiglio provinciale. Il decentramento dei poteri è sempre stato un principio a cui si sono ispirati i democratici, a partire dalle scritture di tutte le Carte Costituzionali».
Domenico RAVETTI
Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte
Commemorazione di Alcide De Gasperi a Moncalieri
In piazza a Torino per l’Ucraina
Diverse centinaia di persone hanno manifestato oggi pomeriggio in piazza Carignano nel centro di Torino. La manifestazione per l’Ucraina è stata organizzata da Azione, +Europa, Giovani Democratici e altre sigle davanti a Palazzo Carignano all’insegna dello slogan: “Siamo europei e siamo con gli ucraini”.
(foto Facebook di M. Bursuc)
È uno degli slogan che campeggia sui cartelli che i manifestanti hanno esibito in piazza Carignano, davanti
E anche dai troppi Centri Commerciali, dalla mancanza di sicurezza, da Amazon etc.

Azione in Piazza per l’Ucraina
In Piazza Carignano per l’Ucraina
I Popolari sono nel PPE
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Gli eventi politici internazionali cambiano, e cambieranno in modo sempre più radicale, le agende
politiche nazionali. E quindi anche quella italiana. E non solo perchè il progetto politico della
politica estera ridiventerà centrale per la stessa costruzione delle alleanze e delle coalizioni, ma
per la semplice ragione che avranno sempre più vita corta gli atteggiamenti balbettanti, equivoci o
puramente opportunistici. Fuor di metafora, difficilmente una coalizione – come ad esempio quella
del cosiddetto ‘campo largo’ – sarà politicamente credibile se al suo interno si contano 5 o 6
posizioni diverse, se non addirittura alternative, rispetto ai temi cruciali della politica estera. E
quindi della reale collocazione dell’Italia nell’Europa e a livello internazionale. Un tema, questo,
che è stato bruscamente accelerato dopo l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti
d’America ma anche dopo la recente elezione del Parlamento tedesco. È del tutto evidente, al
riguardo, che ogni forza politica si dovrà assumere le proprie responsabilità e mettere in campo la
propria coerenza culturale. Perchè di questo si parla e non di altro.
Ed è proprio su questo versante che, ad esempio, assumeranno di nuovo una grande importanza
le cosiddette “famiglie” politiche europee. E quindi, e di conseguenza, l’appartenenza dei singoli
partiti nazionali alle tradizionali famiglie politiche europee. Per coerenza, e non per convenienza.
Sotto questo versante il tema della cultura Popolare, della tradizione Popolare, del pensiero
Popolare di ispirazione cristiana sono chiamati, anch’essi, ad essere coerenti con la propria storia
nella nuova geografia politica che si è aperta e che è destinata ad essere sempre più esigente nei
prossimi mesi ed anni. Ed è abbastanza naturale prendere atto che il ritorno delle grandi famiglie
politiche europee può segnare anche, e soprattutto a livello nazionale, il ritorno della politica e del
suo significato più autentico. E il PPE, al riguardo, può rappresentare nel suo interno le varie
sensibilità e anche le diversità che completano e arricchiscono il vasto e articolato mondo del
cattolicesimo politico nelle sue molte declinazioni. Certo, non può essere solo la tendenza
conservatrice ad esaurire la composita e ricca famiglia Popolare. Perchè, per rispetto delle
diversità dei singoli paesi europei e per le svariate sensibilità che caratterizzano la tradizione del
cattolicesimo politico europeo, il PPE non può non farsi carico di questa pluralità di accenti e di
ricchezze che attualmente sono riconducibili all’area popolare, cristiano sociale e cattolico
popolare. Ed è altrettanto vero che questa tradizione, questa cultura e questo pensiero oggi non
possono essere collocati in famiglie politiche e culturali che sono semplicemente diversi se non
addirittura alternative rispetto al pensiero di matrice Popolare.
Ecco perchè, anche in una fase storica particolarmente delicata e complessa come quella
contemporanea, possono arrivare iniziative e scelte che contribuiscono non solo a semplificare il
quadro politico ma renderlo, tutto sommato, più trasparente, più credibile e più coerente. A
cominciare, appunto, dal profilo, dalla natura e dalla consistenza del PPE e, di conseguenza, della
collocazione concreta della cultura politica del popolarismo e del cattolicesimo politico nazionale
ed europeo.