Il giornalismo militante esiste. Perchè negarlo?
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Nel mondo giornalistico del nostro paese esiste una anomalia carica di ipocrita e di viltà. Un
atteggiamento ed un comportamento che, alla fine, rischiano di incrinare la credibilità e la stessa
efficacia del giornalismo – televisivo o della carta stampata poco importa – nel nostro paese. Per
entrare nello specifico, parlo del cosiddetto giornalismo militante quando viene spacciato per
libera informazione, del tutto imparziale ed oggettiva e scevra da qualsiasi faziosità. Ora, – e come
ovvio e persino scontato – nel pieno rispetto di tutte le opinioni e di tutte le concezioni che si
hanno, è addirittura banale prendere atto che certi talk televisivi o alcune testate della carta
stampa assomigliano sempre di più a semplici bollettini di partito che a testate cosiddette
indipendenti. Certo, sono scomparsi i tradizionali quotidiani di partito ma a volte viene da pensare
che forse erano meno faziosi e settari proprio quei quotidiani rispetto ad alcuni organi
d’informazione contemporanei. E mi riferisco, nello specifico a tre antichi quotidiani di partito: Il
Popolo, L’Unità e lo stesso Avanti. Perchè, per entrare ancora più nel dettaglio, cosa c’è di
indipendenza giornalistica e di imparzialità politica e culturale nei vari talk de La 7? Lo chiedo
perchè, a volte, si ha l’impressione che la faziosità e il settarismo più smaccati sostituiscano
qualsiasi criterio giornalistico, al di là della indubbia professionalità dei vari conduttori. Una
faziosità ed un settarismo che sono ormai talmente scontati e ripetitivi che prima di iniziare ed
approfondire il tema in discussione il normale telespettatore già conosce e preconizza l’esito
finale. Ovvero, sempre e solo l’attacco personale e politico nei confronti del nemico politico. Che
ormai è diventata anche e soprattutto un nemico ideologico. E lo stesso copione si ripete in
alcune testate della carta stampata, storicamente indipendente anche se sempre funzionali agli
interessi politiche ed imprenditoriali dell’editore. Ora, non c’è nessuno sandalo nel teorizzare e
praticare un giornalismo fazioso e settario. Anzi, è anche perfettamente in linea con l’attuale
andamento della politica italiana, sempre più ispirata alla deriva degli “opposti estremismi” che
non ad una sana e fisiologica democrazia dell’alternanza. Purchè si abbia il coraggio di
ammetterlo senza recitare la solita litania di un giornalismo imparziale ed oggettivo. Sotto questo
versante, c’è una responsabilità precisa e quasi scontata. Ed arriva puntualmente dal campo della
sinistra nelle sue diverse e multiformi espressioni. E questo perchè gli organi di informazione –
televisivi e della carta stampata – vicini al centro destra non hanno alcun problema a dire e a
sostenere che si riconoscono politicamente e culturalmente in quel campo. Così non avviene nel
campo avverso. Perchè ogni qualvolta vengono giustamente e comprensibilmente accusati di
essere eccessivamente faziosi e settari – cosa, del resto, talmente palese che non fa neanche più
notizia – quasi si ribellano e rivoltano la polemica verso quelli che avanzano quella accusa
specifica e diretta.
Ecco perchè la morale della favola, senza ulteriori ed anche inutili approfondimenti, è molto
semplice. E cioè, quando si pratica un giornalismo pubblicamente, oggettivamente e
strutturalmente fazioso e settario basta ammetterlo. Senza, appunto, inutili ipocrisie e ridicoli auto
attestati di imparzialità. A volta le cose sono molto più semplici di quel che appaiono. Anche
perchè, nello specifico, lo sanno tutti. Ma proprio tutti.
È stata presentata in data 7 ottobre 2024 la proposta di legge per la cancellazione del testo istitutivo del parco dei 5 laghi – legge regionale 8 aprile 2024.
La proposta porta le firme dei consiglieri regionali, primo firmatario Paolo Ruzzola di Forza Italia e sottoscrittrice Alessandra Binzoni, Vice Presidente di Fratelli d’Italia.
”Ho sottoscritto – spiega la consigliera Binzoni – la proposta di legge del collega Ruzzola atta ad abolire la legge costitutiva del Parco dei 5 Laghi. La legge istitutiva non aveva previsto una copertura economica per la gestione così scaricando sugli enti locali i costi.
Il parco ha portato ad un appesantimento burocratico a partire dai contenimenti faunistici che di fatto bloccano la caccia al cinghiale in questo momento di grave situazione sanitaria causata dalla peste suina africana”.
Bartoli, presidente della Commissione: “Risorse importanti per la tutela ambientale”
Nella V Commissione Ambiente del Consiglio regionale sono proseguite le consultazioni sul Piano dell’Aria della Regione, con l’audizione di Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta, Comitato Torino Respira, Ugl Piemonte, UIL Piemonte. In presenza dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati la Commissione ha continuato l’iter dell’aggiornamento del Piano presentato dalla Giunta che rappresenta un punto importante nell’azione regionale a favore dell’ambiente.
“La Commissione Ambiente da me presieduta – commenta il presidente Sergio Bartoli – ha anche licenziato a maggioranza una significativa modifica alla legge 18/2016 sull’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa). Vengono destinati 7 milioni di euro – accantonati negli ultimi anni dal pagamento di sanzioni – alla vigilanza, al controllo ambientale e all’acquisto di strumentazioni per le analisi: risorse davvero importanti”. Questa modifica legislativa verrà portata in Consiglio regionale nella seduta di martedì prossimo.
Consulta, così perdiamo tutti
“In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebrerà domani, 10 ottobre,” dichiara la Consigliera Vittoria Nallo, Capogruppo SUE in Regione Piemonte, “desidero porre nuovamente l’attenzione sulle condizioni di malessere psicologico dei più giovani.”
“I Centri di Salute Mentale della nostra Regione,” prosegue, “non dispongono di personale dedicato e specializzato per affrontare alcune patologie emergenti che necessitano di interventi urgenti e mirati. Mi riferisco, in particolare, ai disturbi del comportamento alimentare (DCA) – aumentati in Piemonte del 112% nel periodo post pandemico, che richiedono un approccio multidisciplinare con l’intervento di diverse figure professionali, come psicologi, nutrizionisti e psichiatri.”
“A questa problematica,” continua Nallo, “si aggiunge la mancanza di continuità assistenziale. Spesso, i colloqui con lo psicologo si limitano a un singolo incontro, lasciando le famiglie sole nel sostenere i costi della cura. Per ottenere risposte rapide e un trattamento continuo, molte sono costrette a rivolgersi al privato. Questo è un punto cruciale: la tempestività della diagnosi e dello stesso intervento del Servizio Sanitario Nazionale può letteralmente salvare la vita di molti giovani.”
“È questo il futuro che immaginiamo per la nostra regione?” conclude Nallo. “Un futuro in cui si salva solo chi può permettersi i costi delle cure?”
Tra debiti e guerra
La destra italiana scopre la parola sacrifici.
Non a caso è il ministro Giorgetti che ne fa menzione. Il suo compito è tentare di fare quadrare i conti dello Stato Italiano. Conti che da oltre 40 anni non ritornano. Il primo che parlò di sacrifici fu Enrico Berlinguer. Berlinguer parlava al suo popolo ed al popolo dei sindacati. Erano gli anni 70′ , per l’esattezza il 1977. Poi arrivò il C.A.F. , Craxi Andreotti Forlani che indebitarono ulteriormente il Paese rilanciando la spesa, una specie di New Deal nostrano lasciando ai posteri il compito di saldare il debito accomulato. Esattamente stiamo ancora pagando e pagheremo per molto ma molto tempo. Diciamo per tutta una vita e per tutta una vita dei nostri nipoti. Ed ora? Semplicemente i conti non tornano e la Sanità italiana peggiora di giorno in giorno. Vero, questa situazione non l ‘ ha creata questo governo ma, diciamocelo fino in fondo ha decisamente illuso gli italiani che la destra era il toccasana per il Paese. Ora la Meloni varerà una finanziaria che farebbe tremare i polsi pure a Monti e Draghi. Appunto sacrifici, sacrifici.
Non ci sta Tajani ma è giunto per dire qualcosa e poi si obbedirà alla Meloni.
La matematica non è un’opinione. Come non è un’opinione essere dalla parte dei poliziotti di Roma che assaliti , hanno cercato di contenere i soliti facinorosi propalestina.
E sulla guerra in Medio oriente desidero dire una sola cosa: vero Netanyahu è proprio una gran carogna ma il popolo israeliano ha diritto nel difendersi perché circondato da forze politiche musulmane decisamente antisemite. E la comunità internazionale, per capirci l’ONU, che fa? Assolutamente nulla.
Anche qui una tragica commedia tra le parti dove, alla fine vince una sola logica : la guerra. Esempio di queste sceneggiate che, ovviamente non risolvono nulla. Il Presidente Usa Biden dice : immediata cessazione delle ostilità. Sapete quanto è stato regalato, solo in quest’ anno ad Israele da parte Usa? 17 miliardi di dollari. Si, avete letto bene.
17 miliardi di dollari. Ovviamente in armi.
Basterebbe subordinare il tutto, appunto al cessate il fuoco. Concretamente? Ci prendono in giro con il gioco delle parti.
Nulla cambia e nulla cambierà.
Ora, continua ad aver ragione il nostro mitico Presidente della Repubblica Sandro Pertini: preferisco la più imperfetta delle democrazie che la più perfetta delle dittature.
Ma ora si sta proprio esagerato nel coltivare l’imperfezione che diventa per l’appunto una colossale presa in giro.
PATRIZIO TOSETTO
Scelta sociale, Valle, (Pd): “Servono risorse”
Il vicepresidente della Commissione sanità e sociale del Consiglio Regionale, Daniele Valle (Pd), ha presentato un’Interrogazione per sollecitare la risoluzione di alcune problematiche del voucher “Scelta sociale”.
«Il voucher “Scelta sociale” presenta alcune problematiche che devono essere risolte. Innanzitutto i tempi di liquidazione del buono, che vanno a superare anche i tre mesi. Questo accade perché il versamento dei contributi previdenziali alle badanti avviene trimestralmente, il 10 del mese successivo al trimestre (aprile, luglio, ottobre, gennaio), mentre la Regione Piemonte ha predisposto un calendario di rendicontazione disallineato (ad esempio, il trimestre aprile/giugno va rendicontato ad agosto). Il risultato è che, ad oggi, non sono ancora liquidate le spese sostenute a giugno. In secondo luogo il numero delle domande ha superato il plafond delle risorse disponibili, per cui da marzo 2024 si sono verificate domande ammissibili ma non finanziate. A quasi due anni dalla partenza di uno strumento che ha riscosso grande partecipazione, e che tocca un tema tanto sensibile e così oneroso per le famiglie, è importante fare un bilancio e trovare risorse sufficienti e tempi di erogazione celeri».