POLITICA- Pagina 279

La Buona Destra con Lo Russo, Nardella ed i Sindaci dalla parte di Draghi

Buona Destra Piemonte e Buona Destra Toscana, tramite i rispettivi Segretari Regionali, Dott. Claudio Desirò ed Avv. Kishore Bombaci, si uniscono alla lettera aperta dei sindaci che chiedono a Mario Draghi di andare avanti nell esperienza di governo e di cui sono promotori i Sindaci di Torino e Firenze, Lo Russo e Nardella.

“L’irresponsabilità del movimento cinque stelle”, afferma Claudio Desirò, “ha gettato il Paese in una situazione di caos ed incertezza altamente nocivi in un momento già estremamente complicato a causa delle diverse crisi che si sovrappongono”.

“Purtroppo”, Kishore Bombaci, “il populismo grillino sta mostrando la vera faccia di un movimento allo sbando, preoccupato unicamente per il proprio calo di consenso a scapito dell interesse nazionale”. 

“In un momento in cui sono in ballo le risorse del RF e sarebbe necessario proseguire sulla strada delle riforme che il governo Draghi sta portando avanti, la crisi aperta da Conte e dai parlamentari grillini è semplicemente assurda e priva di senso”, proseguono i due coordinatori, “Oggi c’è bisogno di responsabilità e patriottismo nel senso di amore per il bene comune, perciò invocare le elezioni come qualcuno sta già facendo, aggiunge irresponsabilità a irresponsabilità a cui Buona Destra si oppone drasticamente”.

“Per questo”, concludono Desirò e Bombaci, “ci uniamo all appello dei sindaci Lorusso e Nardella affinché Mario Draghi prosegua la propria esperienza di governo fino a fine legislatura con qualsiasi maggioranza anche se fosse senza il Movimento 5 Stelle”.

Oggi, chi decide di far male al Paese deve assumersene la responsabilità e ne dovrà rispondere in Parlamento e di fronte ai cittadini, ulteriormente danneggiati da scelte assurde, guidate da demagogia e populismo da quattro soldi.

Buona Destra Piemonte

Buona Destra Toscana

Merlo: Alleanze, ora subito l’unità delle forze di Centro

“La complicata e convulsa fase politica che stiamo vivendo, causa l’irresponsabilità e il populismo
dei 5 stelle, richiede – da adesso in poi – la massima unità delle forze politiche di Centro. A
prescindere da quando si andrà al voto, il recente progetto politico lanciato da Clemente Mastella
di una ‘Margherita 4.0’ adesso si impone. E questo non solo per la prospettiva politica di un
Centro riformista, democratico e di governo ma anche, e soprattutto, per ridare equilibrio e
stabilità al nostro sistema politico.
Non è più tempo di tergiversare con ridicoli e grotteschi pregiudizi di natura politica o, peggio
ancora, personali. Adesso deve prevalere la politica e i comportamenti concreti dei leader dei
partiti e dei movimenti di Centro devono essere adeguati e conseguenti.
Con il fallimento conclamato e palese del populismo dei 5 stelle si apre, finalmente, una nuova
stagione politica nel nostro paese. E il Centro, naturalmente, deve essere unito, compatto, coeso
e determinato. Senza ulteriori rinvii e tentennamenti”.

Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro-Mastella’

Siccità, Radicali italiani: nostre proposte inascoltate

 20 ANNI DI RITARDI, 20 ANNI DI PROPOSTE RADICALI INASCOLTATE E ORA NE PAGHIAMO LE CONSEGUENZE
Dopo il Po a Torino e il Tevere a Roma, la conferenza stampa di oggi nell’alveo dello Stura a Cuneo

Si è svolta una estemporanea conferenza stampa nell’alveo prosciugato dalla siccità dello Stura, a Cuneo, di Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani) e Filippo Blengino (Segretario dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei).
I due esponenti radicali hanno fornito alcuni dati significativi per far comprendere la estrema gravità di questo evento in particolare per il Piemonte

I numeri:
L’agricoltura è il settore che utilizza di gran lunga più risorsa idrica.
A livello nazionale 55% agricoltura, 25% usi civili e 20% usi industriali.
Nel nord-ovest l’agricoltura utilizza oltre il 75% per l’enorme quantitativo necessario per le coltivazioni di riso e mais.
A livello italiano fatto cento i terreni irrigati abbiamo questa suddivisione per quanto riguarda i sistemi di irrigazione:
40% a pioggia, 31% scorrimento superficiale, 18% microirrigazione, 9% sommersione, 2% altri
In Piemonte, fatto cento i terreni irrigati, abbiamo questa suddivisione per quanto riguarda i sistemi di irrigazione:
56% scorrimento superficiale, 31% sommersione, 9% a pioggia, 3% microirrgazione, 1% altro.

Lo scorrimento superficiale è essenzialmente utilizzato per il mais, la sommersione per il riso e sono i sistemi più dispendiosi in termini di utilizzo della risorsa.

Se parliamo di utilizzazione di acqua per irrigazione come quantitativo a livello nazionale:
il riso utilizza circa 4,5 miliardi di metri cubi di acqua (è praticamente tutto in Piemonte e Lombardia)
Il mais 1,7 miliardi di metri cubi di acqua (quasi tutto nel bacino padano).
Solo mais e riso fanno nettamente più della metà dell’intero utilizzo agricolo italiano dell’acqua che si attesta secondo il report Istat su 12 miliardi di metri cubi.
In Piemonte si coltivano 156.000 ettari di mais su circa 600.000 ettari nazionali (più di un quarto); di questi 40.000 ettari solo nella provincia di Cuneo.
In Piemonte si coltivano 116.000 ettari di riso (quasi tutto nel Vercellese e Novarese) su 213.000 ettari nazionali. Il Piemonte da solo rappresenta più della metà dell’intera superficie a riso italiana.
Se guardiamo all’utilizzo dell’acqua nelle risaie lo stesso Ente risi parla di una media per la coltivazione del riso in sommersione di 43.000 metri cubi ad ettaro che diventano 33.000 metri cubi ad ettaro se il riso viene seminato in asciutta e poi successivamente allagato. Moltiplicando questi dati per i 116.000 ettari di riso in Piemonte o per i 213.000 nazionali si arriva a dati di utilizzo ben maggiori di quelli forniti dall’Istat

Gli esponenti radicali hanno dichiarato:
“Da oltre 20 anni, anno dopo anno, proponiamo dettagliati dossier sulle acque e riforme strutturali che non vengono fatte. Dai dati, in particolare quelli della nostra regione, si evince che per colpire il bersaglio grosso occorre ridurre l’utilizzo dell’acqua in agricoltura, mentre – al contrario – ora si propone di derogare al minimo deflusso vitale che significa creare un danno permanente ancora più grave dell’attuale all’intero ecosistema delle acque dolci.
Occorre un cambio di rotta nella gestione dell’acqua in agricoltura introducendo sistemi di irrigazione innovativi. La FAO evidenzia come l’irrigazione per gocciolamento utilizzata in Israele già da mezzo secolo consenta un risparmio idrico valutabile tra il 30 ed il 60% rispetto alla classica irrigazione per scorrimento, la più diffusa in Piemonte. Nuove tecnologie e agricoltura di precisione sono un pezzo importante della soluzione.
Serve utilizzare le colture a maggior “impatto idrico” come riso e mais solo sui terreni più adatti (quelli che, avendo una buona capacità di immagazzinamento idrico, consentono adeguate produzioni senza l’immissione di quantitativi enormi di acqua).
Servono controlli sui prelievi relativi alle acque superficiali per evitare – come accade – che non sia garantito il “Minimo deflusso vitale” nei corsi d’acqua e serve introdurre, come accade da tempo in altri paesi europei e al sud, il pagamento dell’acqua da parte degli utilizzatori in agricoltura rispetto al reale volume consumato e non rispetto alla superficie irrigata. Misuratori di portata e di consumo per ogni azienda.
Urge investire i milioni di euro necessari per ridurre le perdite dei nostri acquedotti è una priorità, certamente maggiore in alcune aree del centro e sud Italia.
Ben vengano nuovi invasi dove necessario ma la priorità assoluta è ridurre i consumi.
Nel 2006 in Parlamento facemmo votare un documento a maggioranza che impegnava il governo a stanziare fondi nel piano irriguo nazionale volti al cambio di tecnologie, all’aggiornamento sulle innovazioni in irrigazione per ridurre drasticamente i consumi. Non se ne è fatto nulla. Oggi meritoriamente il Ministro Cingolani riconosce i ritardi e dice esattamente quel che noi diciamo da oltre due decenni. I fondi del PNRR potranno colmare alcuni ritardi ma serve una presa di coscienza politica che non si limiti all’emergenza di questa stagione ma guardi a come mitigare gli effetti del cambiamento climatico in atto.
Si è fatto troppo poco. Servono provvedimenti draconiani e urgenti. Nell’immediato chiediamo un Consiglio regionale straordinario di confronto politico e tecnico su quanto sta accadendo con l’obiettivo prioritario di proporre alle regioni coinvolte la costituzione di un tavolo permanente padano, una sorta di “Cabina di regia” (lo chiediamo dal 2007!) che possa produrre, in accordo con l’Autorità di bacino del Po e i ministeri interessati, nonché i consorzi irrigui, proposte organiche su tutto il territorio e non a spot regione per regione o, peggio, comune per comune. Serve infine intervenire con una massiccia campagna di informazione e di formazione per preparare i cittadini ad affrontare un evento che non ha precedenti nell’ultimo secolo. Non è allarmismo, è la realtà”.

Per fortuna che c’è il Presidente Mattarella

Per fortuna che c’è Il Presidente Mattarella. Con l’Europa che ci dice: siete scemi?

Mario Draghi non ne può proprio più. Ma ve lo vedete  Draghi che si abbassa a telefonare a Beppe Grillo per chiederli di togliere  Giuseppe Conte dai piedi?  Altro danno che ha prodotto il sociologo Domenico De Masi,  classe 1938, che si annoia, non insegna più e se ne inventa una al giorno per metterci in difficoltà.  Lui il padre teorico del reddito di cittadinanza: tanto, poi i costi finali li paghiamo noi. Ora si è letteralmente inventato la diatriba tra Draghi e Conte o forse è stata l’ennesima guasconata del Comico Beppe Grillo.  E noi ci becchiamo degli scemi dagli europei. Ultimamente è complicato essere italiani.  Confidiamo nel ministro Giorgetti che convinca o imponga a Salvini di non fare colpi di testa.  Non solo perché vuole continuare nel fare il Ministro della Repubblica, ma deve continuare nel fare il Ministro.  Sono molti che glielo chiedono.
In particolare gli industriali lombardi terrorizzati dalla recessione e desiderosi di spendere i soldi del Mef. Situazione decisamente drammatica. Intanto da noi, forse, ci sono piccoli spiragli.  Come il mio amico Michele Paolino che oggi si insedia nel cda di GTT. Una volta roccaforte del deputato Gariglio ed ora saldamente condotto da tecnici che fanno riferimento, politicamente parlando, al nostro sindaco Lo Russo. Su GTT altri piccoli disastri fatti dall’Appendino, anche se non la principale responsabile del disastro dei mezzi pubblici in Torino e provincia.  Del resto siamo in ” buona compagnia ” a proposito di inefficienza. Ma non vale , almeno in questo caso, il proverbio mal comune mezzo gaudio. Dall’anagrafe alla viabilità molto, ma davvero molto non funziona. Del resto è appena arrivato, Lo Russo. Per i  miracoli bisogna rivolgersi ad altri. Non è  solo la politica che non funziona. Pure gli imprenditori bisticciano. Bisticciano sui posti in camera di commercio di Torino, per esempio. Non sono più le Camere di Commercio di una volta. Non hanno più il potere di una volta. Ma sono comunque qualcosa di importante per le aziende.
Perché, allora si bisticcia?  Non sono più i tempi delle “vacche grasse”, dunque tutto fa brodo per andare avanti. Nell’ andare avanti pensiamo positivo. Dunque auguri di buon lavoro a Michele Paolino. Benvenuto nella squadra del Sindaco. Come per Tom Cruise, Missione impossibile  davanti a voi. Indubbiamente, però tanti problemi e poche risposte. Come indubbiamente questa crisi di governo complica ulteriormente le cose.  Sbaglierò ma sono convinto che alla fine non si andrà a votare.  Intanto la figuraccia è  assicurata.
Patrizio Tosetto

Lanzo (Lega): Non togliete l’acqua agli agricoltori

Gravi danni economici e sociali in tutto il Piemonte, in particolare nel Novarese”

“Gli agricoltori non possono rimanere senz’acqua e tanto meno possono rimanere senz’acqua gli agricoltori novaresi. La drammatica situazione idrica che sta vivendo il nostro bel territorio è sotto gli occhi di tutti”. Esordisce così il vicecapogruppo regionale della Lega Salvini Piemonte Riccardo Lanzo, su un tema quanto mai attuale che sta preoccupando ormai da mesi il Piemonte.

“In questo momento – fa notare Lanzo – sullo stesso territorio comunale si possono trovare aziende che hanno già decretato la perdita del raccolto sul 50% della superficie e altre che riescono ancora a far sopravvivere le colture: ma per quanto ancora? Queste differenze sono causate dalle diverse derivazioni dei canali e da dove questi canali a loro volta pescano. Fino a oggi la parte coperta dal fiume Sesia sembra tenere, mentre le altre stanno soffrendo terribilmente. La parte alta del Cuneese non risente ancora molto del fenomeno utilizzando pozzi profondi per l’approvvigionamento idrico, spostandosi verso la bassa Cuneese si vedono già molte situazioni compromesse. Per ora se la cava la zona viticola anche se si vedono parecchie morie in vigneti giovani dove le barbatelle con un apparato radicale poco profondo in molti casi non riescono a sopravvivere”.

“Tutti i settori zootecnici – ricorda ancora il vicecapogruppo Lanzo – stanno affrontando spese enormi per cercare di mantenere gli animali in condizioni accettabili, ma i costi per le irrigazioni analizzati dagli esperti in molti casi raggiungono e superano i mille euro al giorno di gasolio per alimentare idrovore e rotoloni. Altro accenno alle centrali a biogas per la produzione di energia elettrica che molto probabilmente, come le stalle, non avranno trinciato di mais a sufficienza per garantire l’approvvigionamento necessario ad affrontare un anno intero, con il rischio conseguente di spegnimento degli impianti. Trovandoci solo nella prima quindicina di luglio abbiamo di fronte ancora un mese e mezzo prima che si possano raccogliere i cereali primaverili, quindi se mancherà ancora di più l’acqua aumenteranno proporzionalmente le aziende costrette ad abbandonare parti sempre più significative di superficie. I prezzi dei fertilizzanti sono in molti casi quadruplicati, i costi per l’energia elettrica raddoppiati, pezzi di ricambio introvabili e venduti a peso d’oro”.

Una doverosa premessa che però non può distogliere l’attenzione da quanto sta accadendo sul territorio Novarese: “Chiudere le bocche di derivazione – continua Lanzo – che portano l’acqua a migliaia di ettari del novarese coltivati soprattutto a riso per convogliare tutta l’acqua disponibile verso al Lomellina appare una decisione quanto meno discutibile. La Lomellina non ha un terreno vocato al riso e cercare di salvare quelle coltivazioni ormai compromesse a danno di chi invece ha vera vocazione risicola può rivelarsi una scelta economicamente e socialmente pericolosa. La Regione sa bene quali siano le necessità e dove indirizzare correttamente i contributi. L’analisi di eventuali risarcimenti per lo Stato di Calamità saranno ben ponderati per evitare che cadano a pioggia invece di raggiungere gli imprenditori realmente colpiti dalla siccità. Occorre effettuare in tempi rapidi un processo di educazione del comparto agricolo così che possa arrivare il più preparato possibile ad affrontare cambiamenti radicali senza i quali migliaia di imprenditori agricoli piemontesi potrebbero vedere la fine delle loro aziende”.

Appalti, Grimaldi: lo Stato non può facilitare lo sfruttamento dei lavoratori della logistica

 

Perché, nelle maglie delle disposizioni attuative del PNRR, il Governo ha introdotto nel Codice Civile un principio che sembra ledere – ancora una volta – i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti?” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi e responsabile nazionale Transizione ecologica per Sinistra Italiana, Marco Grimaldi, in merito all’articolo 1677 bis del Codice Civile in materia di contratto di servizi logistici, introdotto dalla legge di bilancio 30 dicembre 2021, n. 234, poi sostituito dall’art. 37-bis del D.L. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni nella l. 29 giugno 2022, n. 79.

Si prevede, per appalti su prestazioni di due o più servizi di logistica (per esempio ricezione, deposito, custodia e trasferimento dei beni), di applicare al contratto di logistica le norme relative al contratto di trasporto: questo permetterebbe ai committenti di eludere, per le attività di trasferimento di beni da un luogo ad un altro, la propria responsabilità in solido per i crediti delle lavoratrici e dei lavoratori” – spiega Grimaldi. – “Il PNRR doveva essere l’occasione per non tornare alla ‘normalità’ di ieri, piena di ingiustizie e diseguaglianze. Troppe volte abbiamo visto i lavoratori e le lavoratrici della logistica e degli appalti in generale operare in condizioni di sfruttamento, non possiamo permettere che lo Stato contribuisca a questo fenomeno. Il Governo Draghi non ci mancherà, ma prima che si congedi chiediamo di chiarire e specificare questo punto, se necessario anche con un nuovo intervento normativo”.

 

Autorità antiriciclaggio: Ruffino “bene candidatura Torino, mio pieno sostegno”

“La regione Piemonte e la città di Torino avranno tutto il mio sostegno per poter ospitare la sede dell’Autorita’ europea Antiriciclaggio e per il Contrasto al Finanziamento del Terrorismo che l’Ue ha annunciato di voler istituire e rendere operativa dal 2023. Facciamo squadra per ottenere un risultato importante che Torino è l’Italia meritano”. È quanto dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino.

Il Consiglio regionale ricorda Lido Riba

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Il Consiglio regionale e la politica piemontese dicono addio a Lido Riba, scomparso oggi a Caraglio (Cn), suo Comune natale, all’età di 78 anni.

“Esprimo profondo cordoglio per la perdita dello storico presidente dell’Uncem, stimato ed apprezzato politico, convinto rappresentante delle istituzioni nel ruolo di assessore e consigliere regionale. Un uomo che ha fatto delle nostre montagne non solo la sua casa, ma la sua missione e il fine ultimo del suo impegno professionale e politico, un impegno portato avanti con spessore e umanità” ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia.

Formatosi in seno al sindacalismo agricolo, iniziò la carriera politica come consigliere provinciale di Cuneo e della Comunità montana Valle Grana.

Presidente dell’Alleanza Contadini, poi Cia,  Riba venne eletto per la prima volta in Consiglio regionale nel 1990 – V legislatura –  nella lista del Pci nella Circoscrizione di Cuneo. Il 7 giugno 1994 divenne assessore all’Agricoltura nella terza Giunta Brizio.

Nel 1995 venne rieletto nell’Assemblea legislativa regionale, questa volta nella lista del Partito Democratico della Sinistra (Pds): fu prima presidente della Commissione consiliare Agricoltura e Montagna, per poi, nel 1997, diventare capogruppo.

Il terzo mandato a Palazzo Lascaris coincise con la VII legislatura (2000-2005) e lo vide vicepresidente del Consiglio regionale con delega al Comitato Resistenza e Costituzione.

Dopo l’esperienza in Regione, divenne presidente operativo e poi onorifico dell’Uncem (Unione nazionale  comuni comunità enti montani) del Piemonte

Presentazione a Borgone di Susa del libro di Merlo  su Franco Marini

“Franco Marini, il Popolare” (Edizioni Lavoro), l’ultimo libro di
Giorgio Merlo, Sindaco di Pragelato e Presidente Nazionale di “Noi
Di Centro”, sarà presentato venerdì 15 luglio alle 21 presso la sala
Consiliare del Comune di Borgone Susa, piazza Montabone 1.
Oltre all’autore, parteciperanno alla presentazione Gemma
Amprimo, Già Sindaco di Susa e Consigliere Provinciale di Torino;
Marco Margrita, giornalista, direttore de “Il nuovo Monviso” e
Presidente Regionale MCL; Sabatino Basile, responsabile
confederale Nord-Ovest Cisl.
Modera e introduce la serata Diego Mele, Sindaco di Borgone
Susa.
Il 9 febbraio dello scorso anno, quasi 88enne, scompariva Franco
Marini. Leader sindacale e politico, nonché uomo delle istituzioni, è
stato uno dei più autentici interpreti, oltre che della “autonomia
sindacale” cislina, del popolarismo, del cattolicesimo sociale e della
sua originalità come peculiare cultura politica. Un vero ‘popolare’, in
tutte le accezioni del termine, anche in quella di radicamento nel
territorio e tra la gente. Un protagonista della storia repubblicana, il
cui magistero merita di non essere dimenticato e, se possibile,
attualizzato. Una esperienza politica, culturale e sociale, quella di
Franco Marini, che continua ad essere del tutto contemporanea e
moderna, anche e soprattutto in questo momento di convulsa e
caotica transizione politica”.

Carcere: “Blatte, docce rotte e cedimenti strutturali”

 

Grimaldi, Frediani e Ghibaudi di Antigone: “Senza svuotamenti, pene e percorsi alternativi non aiuteremo il carcere di Torino a voltare pagina”.

“A seguito del nostro sopralluogo al Lorusso e Cotugno ricordiamo al Ministero che siamo davanti ad una casa circondariale che ha una capienza regolamentare di 1097 detenuti ma che oggi trattiene 1392 persone (di cui 51 in regime di semilibertà) ed è quindi sovraffollato al 35%. Ci sono tanti motivi per cui andrebbero aumentate le pene alternative, evitate le misure cautelari non indispensabili e decongestionato il carcerce, serve permettere la ristrutturazione totale di interi padiglioni fatiscenti e inadeguati e rendere più vivibili le sezioni per i detenuti e le detenute” – dichiarano il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi e consigliere regionale, Marco Grimaldi, la consigliera regionale del Movimento 4 Ottobre, Francesca Frediani, e la delegata dell’associazione Antigone, Joli Ghibaudi.
“La sezione 11 del padiglione C, per esempio, va chiusa quanto prima. Basterebbe una rapida visita per capire che le docce inutilizzabili da mesi e il cemento armato deteriorato dagli anni rappresentano l’immagine di un ‘fine vita’ non rimandabile” – sottolinea la delegazione che in quattro ore di sopralluogo ha osservato tutti i padiglioni e si è trattenuta per una lunga conversazione con la direttrice.
“Abbiamo percepito la volontà di voltare pagina, di rispondere punto per punto alle tante cose da rivedere. Crediamo che la direttrice stessa sappia che queste persone hanno diritto a un percorso detentivo che sia davvero rieducativo e capace di garantire un pieno reinserimento nella società, in percorsi di lavoro e formazione e, ogni volta che si può, a misure alternative al carcere. Certo, davanti alle blatte e i topi che affollano le fondamenta, le intemperie che colpiscono i cavedi, le guaine e l’intonaco completamente sgretolato da pareti e soffitti rischia di infrangersi e si rende vano ogni tentativo di cambiamento.
“Servono risorse straordinarie ma, soprattutto, serve una cura e un’attenzione che non può nascere solo da chi vive e lavora dentro la casa circondariale. I detenuti hanno diritto a cure sanitarie, psichiatriche e assistenza, così come hanno diritto a mantenere i legami con il mondo fuori dal carcere e a percorsi di inserimento per la loro fine pena. Per questi motivi inviteremo anche l’Assessore Icardi al prossimo sopralluogo, affinchè possa rendersi conto che anche quelle persone hanno diritti e bisogni