POLITICA- Pagina 21

Queer studies, FI: “Autonomia università non è comizio politico”

“Sinceramente siamo alquanto perplessi su quanto avvenuto all’Università di Torino in occasione della prima lezione del corso multidisciplinare sui Queers  studies. Da un lato esiste l’inviolabile diritto all’autonomia universitaria che è un principio che dobbiamo difendere a tutti i costi, quello che è accaduto ieri però pare travalicare ampiamente quel confine. L’autonomia universitaria non può legittimare quello che è sembrato molto di più un comizio politico senza alcuna forma di contraddittorio. Pare peculiare che gli interventi che si sono succeduti parlino di un clima di minacce concrete e di censure quando addirittura esiste un corso per trattare l’argomento”. Ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente vicepresidente del Gruppo di Forza Italia al Senato e segretario cittadino degli Azzurri a Torino e i consiglieri di Forza Italia a Torino Domenico Garcea e Federica Scanderebech.

I quattro azzurri aggiungono “In modo altrettanto chiaro condanniamo la comparsa di svastiche in alcuni bagni delle università. Un episodio che a prescindere se sia legato o meno all’inaugurazione di questo corso dimostra che la madre degli stupidi è sempre incinta. Ed è proprio su questo punto che è fondamentale che l’Università lavori promuovendo il dialogo e non le tesi preconfezionate, che apra le menti approfondendo ma senza preconcetti. Principi che il nostro sistema di Atenei ha sempre saputo trasmettere ai suoi studenti e che siamo convinti che nonostante lo scivolone di ieri saprà garantire anche in futuro avendo il gravoso onere di formare la classe dirigente del Paese”.

Tigri, aquile e inermi coniglietti

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina

Il potere di attrazione generato dal nuovo corso statunitense, con l’azione congiunta del presidente e del suo iperattivo consulente Elon Musk, rischia di farci sottostimare quanto sta avvenendo sul fronte orientale.

La Cina ha subito negli ultimi 18 anni, in concomitanza, non certo casuale, con l’ascesa al potere di Xi Jinping, un evidente ridimensionamento della sua crescita.

Va ricordato, innanzitutto, come Xi Jinping, durante la sua presidenza, abbia riportato indietro con decisione le lancette della storia: la spinta riformistica (con vaste aperture all’iniziativa privata), iniziata più di quarant’anni fa da Deng Xiao Ping con la creazione del “Socialismo con caratteristiche cinesi”, ha subito una brusca frenata e lo Stato, controllore, imprenditore e pianificatore, è tornato, con una pericolosa inversione di marcia, pienamente protagonista.

La linea della “prosperità comune” e del capitalismo di Stato, il “nuovo concetto di sviluppo” secondo le parole di Xi, mira a ridurre le diseguaglianze esistenti all’interno del Paese reprimendo i monopoli delle aziende private ed i redditi “irragionevolmente” elevati e redistribuendo la ricchezza dalle ricche regioni costiere a quelle, molto più povere, dell’interno.

La Cina dovrebbe così affrancarsi dagli investimenti stranieri e dagli enormi gruppi di proprietà degli odiati “magnati assetati di profitti” (che controllano buona parte dei settori più innovativi), riducendo la sua dipendenza dalle esportazioni e privilegiando i consumi interni, ed emergere più forte che mai in settori strategici come la tecnologia, le telecomunicazioni e l’aerospaziale.

L’effetto combinato di questa politica economica, molto più attenta alla crescita interna, una sorta di MAGA, o meglio MCGA (Make China Great Again), ante litteram ha prodotto un rallentamento nella galoppata a doppia cifra del PIL cinese (che rimane comunque secondo solo all’India in termini di crescita annua) e considerevoli danni collaterali (il crollo del settore immobiliare e la stretta dei controlli pubblici nei confronti dei più importanti gruppi tecnologici).

Questa fase potrebbe però essere alle nostre spalle.

Le avversità interne ed esterne (i bandi provenienti dagli Stati Uniti nei confronti dei giganti della tecnologia e delle comunicazioni cinesi) hanno avuto l’effetto di stimolare lo sviluppo di una miriade di piccole aziende, alimentate dall’enorme disponibilità di laureati nelle discipline “STEM”, estremamente innovative.

La punta dell’iceberg è emersa con plastica violenza poche settimane fa con l’annuncio di Deep Seek, un software in grado di competere con l’ormai famoso Chatgpt ma con un costo infinitamente più basso.

Al di là delle polemiche e dei dubbi legati al nuovo LLM (allenato, forse, anche grazie a microchips e tecnologie occidentali e taiwanesi, la cui esportazione non è consentita in Cina), rimane la forte sensazione di un Paese che ha messo nel mirino gli Stati Uniti e si pone come obiettivo di diventare leader mondiale nelle nuove tecnologie, siano queste legate all’energia (lo è già, quanto meno nel settore dell’auto elettrica), allo spazio o all’intelligenza artificiale.

E’ questo il clima nel quale si svolgerà a Pechino nelle prossime settimane, dal 5 marzo, il Congresso nazionale del Popolo (“National People’s Congress”).

Sarà questa l’occasione per Xi Jinping per riaffermare gli obiettivi del gigante asiatico e per annunciare a chiare lettere l’intenzione di premere sull’acceleratore dello sviluppo economico basato, non più come nel passato, sulle produzioni a basso costo ma sull’innovazione e su tutta la sua filiera produttiva.

Si tratterebbe di una sorta di “Deng Xiaoping moment”, una potente iniezione di ottimismo, così come quando, nel 1992, il presidente cinese durante un lungo viaggio in treno nel sud della Cina (la regione più sviluppata) predicò il verbo dell’” arricchirsi è glorioso”.

Il messaggio di aperto incitamento allo sviluppo dell’imprenditoria privata ebbe effetti miracolosi sulla fiducia dei cinesi, ingrediente indispensabili per consentire alle potenzialità di crescita economica di dispiegarsi, inaugurando una lunga fase che sarebbe passata alla storia come “globalizzazione”.

La Cina oggi si trova in una fase per certi versi simile.

Anni di restrizioni, lotta alla corruzione e all’arricchimento “ingiusto” hanno depresso vasti  e importantissimi settori (l’immobiliare rappresenta tra il 20 e il 30% del PIL) e la fiducia dei consumatori è ora ai minimi degli ultimi decenni.

L’incertezza sul futuro, poi, conduce ad aumentare a dismisura i risparmi (per fronteggiare un destino difficile da interpretare) che, una volta dissipate le nuvole, potrebbero foraggiare consumi ed investimenti.

Il risveglio della tigre sarebbe un ulteriore segnale da non sottovalutare da parte di noi europei se non vogliamo rischiare di fare la fine, stretti sempre più tra il possente felino e l’aquila statunitense, di uno sparuto branco di inermi coniglietti…

Ruffino (Az): “Troppi commissari di governo, si restituisca valore ai sindaci”

“Non riusciamo a comprendere quale sia l’acrimonia di questo governo nei confronti degli enti locali e in particolare dei sindaci. Con il proliferare dei commissari di governo, i sindaci vengono di volta in volta esautorati: proprio loro che, di fronte alle emergenze e alle difficoltà, si trovano sempre in prima linea, spesso con risorse finanziarie insufficienti e con una carenza di organico. Una situazione che farò presente ad Anci, perché troviamo errato estromettere un sindaco dal proprio territorio”.
Così Daniela Ruffino, deputata di Azione, intervenuta in aula alla Camera in occasione della dichiarazione di voto al decreto Emergenze-Pnrr.
Secondo Ruffino “è lecito porsi un dubbio: si sta creando una nuova costosa sovrapposizione di figure? I commissari, infatti, non operano senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Non si tiene conto che il commissario di governo ha una struttura che prevede anche l’utilizzo dall’organico dei comuni che sono già ridotti all’osso. Vediamo crescere, quindi, una struttura parallela che fatica a fare sintesi. I nostri sindaci hanno dimostrato di essere in grado di affrontare le situazioni più difficili: per questo confido in un sussulto da parte degli amministratori che fanno parte della maggioranza, il governo dovrebbe conoscere la loro competenza e il loro impegno

Fdi, Vita Nascente, Raiteri: “Misura di libertà”

 “A sostegno delle donne in situazione di fragilità sociale”

Dichiarazioni in replica alla manifestazione di Non una di meno davanti al Consiglio Regionale del Piemonte

Il fondo Vita Nascente – oggi contestato dal collettivo Non una di meno – afferma Silvia Raiteri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – ha aiutato, in questi anni, tante donne in difficoltà ed ha garantito il diritto alla libertà di scelta della donna”.

Il fondo voluto dall’assessore Marrone è una misura di libertà, un sostegno concreto psicologico, medico ed economico-sociale ed è la miglior risposta a chi si oppone con presidi, manifestazioni e contestazioni unicamente mosse da ragioni ideologiche” conclude di consigliere Raiteri

Salizzoni (Pd): “Mobilità Sanitaria, intervenire urgentemente”

18 febbraio 2025 – “Dall’aggiornamento dei dati sulla mobilità sanitaria fornito dalla Fondazione scientifica indipendente GIMBE, del 13 febbraio scorso, emerge un quadro preoccupante per il sistema sanitario piemontese. I dati confermano una crescita costante dei flussi di mobilità sanitaria, evidenziando l’incapacità crescente delle regioni di garantire cure adeguate ai propri cittadini all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Nel 2022, il Piemonte ha registrato un saldo passivo di 6,3 milioni di euro, in calo rispetto ai -18,5 milioni del 2021. Tuttavia, abbiamo acquisito ulteriori dati sulla mobilità sanitaria da e verso le aziende sanitarie pubbliche, che indicano un possibile ampliamento della forbice passiva nel 2023” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Salizzoni.

“Particolarmente allarmante – prosegue il Consigliere regionale Pd – è il dato che rileva come il Piemonte eroghi il 50,6% della mobilità sanitaria attiva attraverso strutture private. Ciò significa che, su 293 milioni di euro, circa 148 milioni di euro sono stati destinati a prestazioni sanitarie erogate da strutture accreditate piemontesi a favore di cittadini non piemontesi. Questi 148 milioni rappresentano un’uscita economica per la Regione, poiché vanno rimborsati alle strutture private, aggravando ulteriormente le già esangui casse della sanità pubblica. Alla luce di questi dati preoccupanti, ho interrogato l’Assessore regionale alla Sanità per avere chiarimenti e indicazioni in merito strumenti intenda adottare per fronteggiare questa tendenza che, di fatto, penalizza la sanità pubblica a favore di un sistema che sembra sempre più orientato verso la privatizzazione”.

“Nella risposta data in Aula dall’Assessore Vignale ho ritrovato un elenco di dati sull’incidenza degli erogatori privati e sui tetti di spesa. Ma non ho ricevuto nessuna risposta alla mia richiesta riguardante che cosa la Regione intenda fare per salvaguardare la sanità pubblica, invertendo la tendenza di un utilizzo eccessivo del privato accreditato. E’, infatti, fondamentale che il Piemonte si impegni a garantire la salute dei propri cittadini, investendo nella sanità pubblica e riducendo la dipendenza dalle strutture private. La salute deve rimanere un diritto fondamentale per tutti” conclude Salizzoni.

Lista Cirio: “800 mila euro per case popolari, scuolabus e la rimozione dell’amianto”

Il Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale presenta tre emendamenti al Bilancio regionale: “Proponiamo lo stanziamento di 300mila euro per i piccoli lavori nelle case popolari che potrebbero tornare ad essere assegnate, 250mila in più per l’acquisto di scuolabus per comuni e altri enti locali e altri 250mila per la bonifica dell’amianto negli edifici pubblici”

Tre emendamenti al Bilancio di Previsione 2025-2027 presentati dal Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, su tre temi particolarmente significativi: ambiente, trasporto scolastico ed edilizia residenziale pubblica. Il totale delle risorse previste dai tre emendamenti è 800mila euro.

300mila sono destinati alle cosiddette case di risulta, immobili di edilizia residenziale pubblica che necessitano di piccoli interventi per essere nuovamente assegnati: grazie a questo emendamento, che aggiunge risorse alle economie degli enti gestori, sarà possibile ripristinare un centinaio di appartamenti con interventi tra i cinque e i quindicimila euro.

250mila euro, risorse aggiuntive rispetto a quanto già stanziato annualmente dalla Regione, andranno a Enti Locali per l’acquisto di scuolabus e altri 250 mila euro saranno destinati ai comuni per la bonifica dell’amianto da edifici pubblici non ad alta frequentazione: un Ordine del Giorno collegato al bilancio proporrà di destinare questi fondi esclusivamente ai comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti.

Abbiamo scelto – spiegano i Consiglieri del Gruppo – di rispondere a esigenze che abbiamo raccolto sul territorio: essere vicini agli enti locali e ai bisogni delle persone fragili fa parte dell’impegno che tutti noi abbiamo preso nei confronti dei nostri territori. Consideriamo prioritario rimettere a disposizione delle persone in difficoltà decine di case popolari che non vengono assegnate per mancanza di fondi per lavori di piccola o modesta entità, così come non possiamo non tenere conto delle esigenze prioritarie degli enti locali, come il trasporto scolastico, anche alla luce dei futuri dimensionamenti dei plessi scolastici, e la bonifica dell’amianto, argomento di grande attualità anche a seguito dei recenti studi epidemiologici presentati durante il processo Eternit”.

Nella foto i Consiglieri della Lista Civica Cirio Presidente PML Silvio Magliano (Capogruppo), Sergio Bartoli, Mario Salvatore Castello, Elena Rocchi, Daniele Sobrero

La Sala Rossa per il popolo curdo

Il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno (primo firmatario, Simone Fissolo) in solidarietà con il popolo curdo, oggetto da molti anni di persecuzioni da parte di vari governi mediorientali.

Sindaco, la Giunta e Presidente del Consiglio comunale sono invitati, si legge nel documento, a farsi parte attiva presso il Parlamento affinché venga riconosciuto il genocidio del popolo curdo e sia dedicata una giornata per il suo ricordo, tenendo in considerazione che il 14 aprile è il giorno ufficiale per la commemorazione delle vittime dell’Operazione Anfal.

Scatenata dal regime di Saddam Hussein alla fine degli anni 80, l’operazione militare provocò 182.000 vittime nelle regioni irachene abitate dai curdi, con l’uso di armi chimiche e deportazioni di massa.

I curdi, ricorda l’ordine del giorno, rappresentano uno dei più grandi gruppi etnici senza uno Stato nazionale, una popolazione stimata tra i 20 e i 30 milioni di individui, distribuiti tra Iran, Iraq, Siria, Turchia e piccole comunità in Libano, Armenia e Azerbaijan. In anni più recenti hanno subito persecuzioni anche dal governo turco e dall’Isis, così come da parte del governo dell’Iran.

Il Consiglio Comunale – spiega il documento votato in aula –  vuole, con questo atto, sollecitare e portare all’attenzione del Governo Italiano una tragedia dimenticata e far sì che venga ricordata con la giusta considerazione. Ricordare il dramma del popolo Curdo e il processo di genocidio che ha subito, anche alla luce dei rischi di nuove violente repressioni da parte dei Governi turco ed iraniano”. Si ricorda inoltre come Il Consiglio Onu per i diritti umani nel settembre 2014 avesse aperto un fascicolo, dopo la grave crisi umanitaria generata dall’assedio portato dall’Isis ai centri della comunità yazida, parte del popolo curdo, nel nord dell’Iraq.

A sostegno dell’ordine del giorno, prima della votazione, hanno preso la parola le consigliere Diena, Garione, Patriarca e Apollonio, oltre al consigliere Abbruzzese.

Dibattito su Politica Europea e giovani in un’ottica italo-tedesca

Venerdì 28 febbraio 2025, l’Università di Torino ospiterà un importante dibattito sul futuro della politica europea, con un focus particolare sul punto di vista delle giovani generazioni. L’evento, parte del progetto German-Italian Young Voices, avrà come tema centrale la decima legislatura del Parlamento Europeo, la nuova Commissione Europea e le imminenti elezioni in Germania.
Il dibattito coinvolgerà giovani tra i 18 e i 35 anni, insieme a un panel di esperti, per esplorare le sfide e le opportunità che l’Europa si trova ad affrontare nel contesto attuale. La discussione sarà incentrata sul ruolo crescente dei giovani nelle istituzioni europee e sulle politiche che maggiormente impattano le future generazioni.
Tra i relatori, ci saranno due giovani deputati al Parlamento Europeo, Giovanni Crosetto (FdI) e Benedetta Scuderi (Europa Verde) che condivideranno la loro esperienza diretta nelle istituzioni e come vedono l’impatto delle decisioni politiche europee sui giovani. Insieme a loro, il professore di diritto costituzionale Giovanni Boggero approfondirà le implicazioni giuridiche delle politiche europee e analizzerà i risultati delle elezioni in Germania .
Un altro contributo fondamentale sarà quello di Letizia Tortello, giornalista de La Stampa, che porterà il suo punto di vista sul ruolo dei media nell’influenzare le percezioni della politica europea e come le giovani generazioni interagiscono con le informazioni politiche. Infine, Fabio Rotondo, rappresentante di The Good Lobby, esplorerà l’importanza dell’attivismo civico e del lobbying positivo, invitando i giovani a impegnarsi attivamente nel cambiamento delle politiche pubbliche.
L’evento si terrà in un formato interattivo, dando ampio spazio alle domande del pubblico e al dialogo tra esperti e partecipanti. Grazie alla partecipazione dei giovani, la discussione mira a raccogliere idee nuove e innovative per rafforzare il legame tra la politica europea e le esigenze delle nuove generazioni.
Invitiamo un pubblico giovane a partecipare all’evento iscrivendosi al seguente link: https://docs.google.com/forms/d/1aFoRoN5ClNz7aIr8r0QPdjNJa50qGb6dqH9_wezF1rs/edit?pli=1
L’incontro è organizzato dal Centro Italo-Tedesco per il Dialogo Europeo Villa Vigoni, nell’ambito del progetto German-Italian Young Voices e finanziato dal programma Erasmus+, che ha come obiettivo quello di promuovere un dialogo costruttivo tra giovani italiani e tedeschi sulla politica europea e le sue sfide future.
Un’occasione unica per fare sentire la propria voce e per riflettere insieme su come costruire un’Europa che sia sempre più vicina alle esigenze delle nuove generazioni.

AVS, question time su Vita nascente

Non ci arrendiamo allo sperpero di denaro pubblico per finanziare associazioni private antiaborto, non ci arrendiamo alla propaganda sui nostri corpi e sulle nostre scelte. Presentiamo due domande puntuali per chiedere delle risposte alle esigenze reali delle donne e delle madri: dove sono i fondi per i consultori pubblici, laici e accessibili? E dove sono le risorse per i percorsi nascite e la riapertura del centro nascite del Sant’Anna? Questi servizi servono alle donne e andrebbero loro garantiti, non certo stanze dell’ascolto in ospedale o mancette temporanee e non risolutive di condizioni di estrema fragilità come quelle distribuite arbitrariamente dalle associazioni anti abortiste con il fondo vita nascente.
È noto il fatto che esista tuttora nel nostro Paese un problema di c.d. violenza ostetrica e l’attenzione al momento del parto è fondamentale per il benessere della donna e del bambino: al momento però ancora non è stata riaperta l’area dedicata al Centro Nascita, in un ospedale che pure ha trovato lo spazio per riservate alle associazioni antiabortiste la c.d. Stanza dell’Ascolto.
Dall’altra parte la chiusura del consultorio nel quartiere Vallette di Torino è una perdita intollerabile per una comunità già caratterizzata da particolare fragilità socio-economiche. Questo consultorio forniva servizi essenziali in un’area con limitato accesso ad altre strutture sanitarie e sociali. Tale consultorio, qualora fosse adeguatamente finanziato, potrebbe inoltre essere funzionale anche al pieno riconoscimento del diritto alla salute per il settore femminile del carcere Lo russo-Cotugno.
Di fronte a questi problemi, la Giunta Cirio sceglie di buttare oltre 3 milioni di euro su un fondo ideologico e dannoso come vita nascente: con queste due interrogazioni sottolineiamo quanto bisogno di risorse ci sarebbe se si volesse davvero stare accanto alle donne.
Consultori chiusi o senza professionisti adeguati da riaprire e finanziare e percorsi nascite da implementare in ogni azienda sanitaria del Piemonte, a partire dal ripristino del centro nascite del Sant’Anna. Queste risposte chiediamo con forza alla destra al governo in Regione, invece di continuare a sperperare milioni di euro dei piemontesi per progetti ideologici utili solo al consenso dell’assessore Marrone. Oggi pomeriggio le donne torneranno in presidio sotto il palazzo del Consiglio per lottare per i nostri diritti, diritto all’autodeterminazione, diritto alla salute, diritto ad essere prese in carico da serie politiche sociali pubbliche, diritto alla parità di genere, diritto all’aborto previsto da una legge dello Stato. Noi saremo in lotta accanto a loro, finché questa Amministrazione regionale non ci ascolterà, finché Cirio non smetterà di assecondare e finanziare oscurantismo ed ideologia sulla nostra pelle.
Alice Ravinale Capogruppo AVS Regione Piemonte
Valentina Cera Consigliera AVS Regione Piemonte