POLITICA- Pagina 21

Sanità, salari, autonomia differenziata: Elly a tutto campo alla Festa Pd di Torino

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Ieri sera in Piazza d’Armi a Torino si è svolta la serata centrale dell’edizione 2024 del “Festival dell’Unità” del Partito Democratico che ha avuto come ospite d’eccellenza la Segreteria Nazionale del PD Elly Schlein.

In carica dal 2023, la Schlein è la prima donna, nonché la più giovane, alla guida del partito.

Già ospite ieri a Bologna, la Segretaria è arrivata in serata a Torino dove ha ripercorso sul palco del festival le cinque priorità fondamentali per il  partito: dalla sanità pubblica, all’istruzione e ricerca, lavoro e salari, politica industriale per la conversione ecologica, diritti sociali e civili fino a termine con tematiche di risvolto internazionale.

Partendo dalla sanità la Schlein ha ribadito la contrarietà alle attuale scelte messe in campo dal governo  di centro destra ed ha espresso la necessità di una “poltica pubblica e un sistema sanitario Nazionale che si prenda cura veramente delle persone”.
È proprio su questo tema che la Segretaria ha espresso preoccupazione per il crescente fenomeno delle emigrazione dei professionisti sanitari in altri Stati economicamente più competitivi e ha sottolineato come sia fondamentale dare “priorità all’aumento del personale e alle risorse per incentivare i professionisti a rimanere a lavorare nel nostro Paese”.

Ancora sul tema ha espresso “la necessità di una legge sui car giver, fondamentale affinché l’idea dell’avere cura del malato non sia solo rimessa alle singole famiglie ma diventi una presa di coscienza nazionale”.

Poi ha sottolineato “l’eccessiva differenza tra la sanità del nord e quella del sud che obbliga intere famiglie a costi sproporzionati e trasferimenti. Tale discrepanza risulta ulteriormente aggravata dalla legge sull’autonomia differenziata che permetterà di stabilire costi diverse ” a seconda delle risorse della singola regione.
Ha evidenziato  poi la necessità di puntare sulla ricerca senza la quale è impossibile pensare ad un progresso medico di alcun tipo.

Sulla scuola ha messo in luce la necessità di garantire uguaglianza di trattamento educativo a tutti i bambini e ragazzi a prescindere da origini e paesi di provenienza.

Sul lavoro, tematica da sempre molto cara alla Segreteria, ha ribadito come prioritaria l’ “introduzione di un salario minimo di almeno 9 euro all’ora che garantisca dignità ai lavoratori” e “la totale abolizione dei contratti di lavoro a tempo determinato la cui precarietà ed incertezza mettono a disagio intere generazioni e non permettono di costruire un vero futuro”. Importantissima anche la salute psicologica e la tutela dei diritti delle donne e “della libertà di scelte sul loro corpo le quali devono sempre essere libere e personali”.

 

La Segretaria è passata, in conclusione, alle tematiche internazionali ribadendo con fermezza la contrarietà alla guerra sostenendo che quello che sta vivendo il “popolo palestinese sia una punizione collettiva e di come sia sempre più incombente la necessità il riconoscimento da parte europea dello Stato di Palestina”.

La Schlein chiude la kermesse ricordando l’impegno costante e crescente del Partito Democratico sul tali priorità cardine su cui “si continuerà a lavorare e sulle quali si fonderanno alleanze, sociali ancora prima che con le altre forze politiche”.

VALERIA ROMBOLA’

Scanderebech (Fi): “Metropolitana, non c’è due senza tre”

Durante la seduta del Consiglio Comunale è stata discussa l’interpellanza presentata dal Capogruppo di Forza Italia Federica SCANDEREBECH riguardante la chiusura della linea metropolitana per l’intero mese di agosto.

Dichiara il Capogruppo di Forza Italia: “la sospensione del servizio, dal 3 agosto al 1° settembre, ha sollevato preoccupazioni per l’impatto su cittadini, lavoratori e turisti, soprattutto in un periodo in cui la città rimane vivace e attiva. Tale interruzione del servizio ha causato notevoli disagi, poiché la città non si è più svuotata contrariamente a quanto avveniva in passato”. Sottolinea che “non solo i residenti hanno subito ritardi e difficoltà, ma anche i turisti, che visitano la nostra città tutto l’anno, sono stati penalizzati da questo blocco“.  Aggiunge il Capogruppo SCANDEREBECH (FI)non entriamo nel merito della polemica sulla manutenzione delle scale mobili che, a stamattina, conta 27 scale mobili del tutto non funzionanti e 40 in modalità parziale e degradata. Il punto focale dell’interpellanza riguarda il servizio sostitutivo di autobus M1S introdotto da GTT che non ha avuto la stessa frequenza della metropolitana causando sovraffollamenti e disagi. La stessa Assessora Foglietta ne ha dato contezza avendo provveduto a potenziarne le frequenze nel periodo 26/30 agosto con passaggi medi, tra una corsa e l’altra, ridotti a 6/7 minuti.

Conclude SCANDEREBECH (FI) non si può parlare di investimento strategico, ma di un disagio che ha colpito quasi 140 mila persone che potenzialmente avrebbero usato la metro ad agosto. La metropolitana è un asset fondamentale per la mobilità di Torino come dimostrano gli oltre 36,2 milioni di passaggi registrati nel 2023, di cui oltre 11 milioni abbonati annuali. Nella settimana compresa fra l’1 e il 7 agosto 2023 i passaggi ai tornelli sono stati 136.395 così suddivisi: 19.731 accessi con abbonamenti settimanali e 126.664 accessi con biglietti di altro tipo (City Multicity, Daily, Multidaily, Tour, BIM). Questi numeri devono farci riflettere sulla potenzialità e il disagio che hanno creato alla collettività. Rammarica che l’Assessore non abbia smentito un’ulteriore chiusura per il prossimo anno… non c’è due senza tre!”.

Sicurezza, Ravello (Fdi): “Sia rispettato contingente polizia municipale”

“In tema di sicurezza ritengo che l’epoca dello scaricabarile debba finire e che ciascuno si debba assumere le proprie responsabilità: il Comune e Lo Russo, per esempio, potrebbero dare un segnale rispettando la legge regionale n. 57 del 16 dicembre 1991, che stabilisce la dotazione organica di ogni corpo o servizio di Polizia municipale. Nel Comune capoluogo di Regione, nella fattispecie, il rapporto è fissato in misura non inferiore ad 1 addetto ogni 550 abitanti. Posto che la popolazione residente a Torino è pari a circa 847mila unità e che il numero di Civich è di 1.375 unità, abbiamo un rapporto reale di 1 agente ogni 616 abitanti. Non solo, anche la distribuzione territoriale della richiamata pianta organica pare alquanto eterogenea: abbiamo un addetto ogni 2.000 abitanti in Barriera di Milano e, addirittura, un addetto ogni 3.000 abitanti nei quartieri di Borgo Vittoria, Lucento, Vallette e Madonna di Campagna. E’ pronta un’interrogazione in Consiglio Regionale per richiamare il Comune al rispetto della normativa vigente”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice-Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.

Ius scholae, Pentenero: “ Battaglia per la cittadinanza, Cirio firmi”

Il Partito democratico presenterà in Consiglio regionale un Ordine del giorno sul riconoscimento dello ius scholae. La Capogruppo Pentenero: “Bene le parole di Cirio a Bellaria. Si parta almeno da questo. Facciamo prevalere il buon senso senza inutili bandierine ideologiche.”

«Il Piemonte deve essere in prima fila per il riconoscimento dello ius scholae. Non è una questione ideologica di una parte politica, è una battaglia di civiltà. Legare la concessione della cittadinanza alla frequenza delle nostre scuole è semplicemente una misura di buon senso, vorrebbe dire riallineare il diritto con la società e favorire l’integrazione rafforzando il tessuto sociale, culturale de economico del nostro Paese. Ma, soprattutto, significherebbe togliere dal “limbo” gli oltre 66mila bambini e ragazzi (il 14% della popolazione scolastica piemontese!) che frequentano le scuole piemontesi negli stessi banchi dei nostri figli ma che non possiedono la cittadinanza italiana. Il Presidente Cirio in più circostanze (l’ultima ieri alla festa di Forza Italia Giovani) si è dichiarato favorevole allo ius scholae: se davvero è convinto che sia “giusto”, “utile”, “strumento di integrazione” e “investimento economico” e che si debba dare “la possibilità di diventare un concittadino a chi ha seguito almeno il numero di anni necessari a un ragazzo italiano per completare la scuola dell’obbligo”,allora sono certa che il presidente Cirio non avrà difficoltà a firmare il documento che stiamo depositando in questi giorni». Lo afferma la Capogruppo PD Gianna PENTENERO, prima firmataria dell’Ordine del giorno Riconoscimento dello ius scholae quale requisito per la cittadinanza italiana”, sottoscritto dai consiglieri regionali del PD, con il quale si chiede alla Regione Piemonte di adoperarsi nei confronti del Governo “affinché venga esaminata e approvata in tempi rapidi una riforma della legge vigente sulla cittadinanza che includa i cittadini stranieri esclusi dall’attuale quadro normativo il principio dello ius scholae, in modo tale da permettere ai cittadini stranieri che, sebbene non siano nati in Italia vi risiedono fin dai primi anni di vita e che abbiano frequentato regolarmente uno o più cicli di studi di almeno 5 anni nel nostro Paese”, nonché di farsi portavoce in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni delle istanze relative al riconoscimento della cittadinanza italiana agli stranieri sulla base dello ius scholae.

Aggiunge Gianna PENTENERO: «Siamo convinti che l’obiettivo sia il riconoscimento dello ius soli, un obiettivo a cui non rinunciamo, ma nel frattempo si parta dallo ius scholae. Iniziamo a riconoscere almeno questo, sarebbe un significativo passo in avanti, anche se sappiamo non sufficiente rispetto a quelle che sono le esigenze della nostra società (basta parlare con gli imprenditori per rendersene conto). Lo ius scholae può rappresentare una tappa di avvicinamento ad un futuro riconoscimento più ampio della cittadinanza, ed è un terreno sul quale si possono trovare significative convergenze politiche. Nel nostro documento poniamo attenzione al mondo della scuola, per mettere gli insegnanti nelle condizioni di lavorare meglio, e anche al mondo delle carceri, guardando a coloro che si impegnano in un percorso di recupero attraverso attività formative».

Se il governo boccheggia il campo largo annaspa

E beh… bravi questi pentastellati. Bisticciano tra loro, oramai Grillo e Conte sono ai ferri corti e questa assemblea costituente è annunciata ma per ora non arriva la data della sua convocazione. Chissà con chi starà la nostra onorevole Chiara Appendino? Quasi sicuramente con il più forte cioè Conte. Sono passati 7 anni da quando il Prof pugliese è entrato in politica direttamente da Presidente del Consiglio. Conte che ce l’ha a morte con Matteo Renzi che lo ha mandato a casa per fare posto a Mario Draghi. Dunque? Niente accordo con lui in Liguria. Già, loro sono fatti così, hanno la sindrome di Tafazzi. Proprio ora che ci sarebbero mille possibilità di vincere, anche perché il governo è allo sbando totale, loro si voltano dall’altra parte. Perché?

Probabilmente paura di vincere. Ma incredibilmente sta nascendo un nuovo asse: Conte Calenda, obbiettivo isolare Renzi disposto a togliere la fiducia a Genova alla giunta di centro destra ed allearsi con il Pd.
Una parte consistente del PD su Renzi mastica amaro. Già Bersani non ci sta, allertando la Schlein. Non ti fidare del Toscanaccio. Insomma come il governo boccheggia  anche il Campo largo annaspa.
Capiamo la Segretaria del PD. Assolvere al proprio compito non è cosa semplice. Ma come si diceva una volta: se non ci sono i cavalli si fanno trottare gli asini.
Sicuramente il Pd è elettoralmente in rimonta ma ha dei vuoti colossali nel rapporto con il territorio. Cerco di spiegarmi. Sono stato invitato all’assemblea per il il tesseramento in un circolo di un quartiere popolare di Torino. Ammetto,  ho resistito 15 minuti e poi, anche con un po’  di angoscia, sono scappato. Il nulla impastato con il niente. 3 0 4 persone e poi aspettavo che qualcuno arrivasse dando un senso all’iniziativa.

Come in quella commedia Aspettando Godot, magnifico esempio del teatro dell’assurdo, di qualcuno che aspetta qualcun’altro che non arriverà mai. Il sindaco Lo Russo cerca di fare il boia e l’impiccato ed oltre il sindaco dare indicazioni al Pd torinese su cosa fare. Ma per fare qualcosa in politica sul territorio bisogna trovare le persone, sul territorio.
Visto che non siamo in tempo di elezioni non si trova nessuno. E chi vuole impegnarsi nel sociale approda ad altri lidi. Ed anche qui, vien voglia di dire: chi è causa del suo male pianga se stesso. A Cernobbio Giorgia ricomincia nel darci soddisfazioni.  Conferenza Stampa, era un anno e mezzo che parlava (anche lei) solo sui social e veniva intervistata da giornalisti amici.

Vero, alcune sbavature ci sono state.
Ha detto:  ho accettato le dimissioni di Gennaro Sangiuliano. Sceneggiate,  perché le dimissioni sono ricettizzie, cioè non respingibili. Difatto sia a Sangiuliano, sia a noi italiani ha fatto perdere 10 giorni perché non sapeva che pesci prendere.
Il nuovo Ministro Alessandro Giuli sembra promettere bene. Gentile e con una certa prestanza fisica. Anche qui come si dice l’occhio vuole la sua parte.

Nei primi anni 90 era giovane tesserato al circolo del Fronte della gioventù del Movimento Sociale italiano. Ricordate?
Quello di Giorgio Almirante che rivendicava la sua continuità con il fascismo. In quel circolo si muoveva una certa Giorgia Meloni. Vuol dire che sono ancora fascisti? Assolutamente no.
Ma vuol dire che la mela casca sempre vicino all’ albero. Cosa significa? Giorgia non ce la fa.
Non riesce ad andare oltre la sua esperienza politica e direi in questo caso anche culturale. Ovviamente in bocca al lupo al nuovo Ministro che forse riproporrà l’egemonia della destra nella cultura italiana.

Anche qui vedremo. Per ora non è cambiato nulla in questo governo.

PATRIZIO TOSETTO

Mino Martinazzoli, l’esteta della Democrazia Cristiana

Parlare di Mino Martinazzoli a 13 anni dalla scomparsa non è affatto un’operazione facile. E non solo perchè Martinazzoli, come del resto molti leader democristiani, non è un personaggio classificabile secondo schemi predefiniti. Ma perchè Martinazzoli era ancora di più. Era, cioè, un esteta della politica. Molto di più di un intellettuale prestato alla politica o di un letterato funzionale alla politica. Perchè Martinazzoli non era solo un raffinato affabulatore, un creativo della lingua e della sintassi italiana ma era, soprattutto, un politico che ti affascinava con la sua narrazione e il suo inimitabile talento. Insomma, Mino Martinazzoli non era un politico come tutti gli altri. Per questo era ascoltato, riverito, ricercato ma mai temuto. Perché le sue riflessioni erano così profonde e pervasive che non sempre venivano immediatamente percepite e metabolizzate dal “popolo democristiano” e dall’area cattolica italiana ma poi, e puntualmente, diventavano oggetto di riflessione e di approfondimento. Nella Dc e fuori della Dc. E sono celebri, al riguardo, le molteplici ed infinite citazioni del leader politico bresciano. Citazioni che snocciolava e dispensava nei mille incontri lungo la penisola. Vale la pena ricordarne alcune, e forse neanche le più importanti, per sottolineare ancora una volta il profilo e la ricchezza di questo statista. “Non credo alla politica come una totalità dell’esistere, ho un rapporto abbastanza controverso con la politica”; “Una volta nel 1994 incontrai Silvio Berlusconi e cercai di spiegargli che fare politica significava fare gli interessi degli altri e non i propri. Non ebbi successo”; “Massimo D’Alema è bravo, intelligente. Non è l’uomo che punta a un partito democratico indistinto e confuso come Veltroni. È un leader della sinistra diverso da noi. Proprio per questo ci si potrebbe alleare perchè non ci sarebbe confusione”; e ancora, “Mi lusinga che uno come me, fuori dal ‘milieu’ della politica, ogni tanto possa essere evocato anche nella parte di outsider nella corsa al Quirinale”; “Constato una certa insufficienza della politica, almeno da quel che leggo. Mi sembra la fase del riduttivismo, la politica ridotta ad evento”; “Una volta dicevo che l’arte imita la natura, ora dico che la politica imita l’economia”.
Ecco, alcune rapide pillole che evidenziano in modo plastico che le riflessioni di Martinazzoli non sono mai banali ma vanno sempre ascoltate, lette ed interpretate perchè sono semplicemente profonde e capaci, al contempo, di cogliere l’essenza dei processi politici che di volta in volta si susseguivano.
Un curriculum politico ed istituzionale, quello di Mino, ricco, variegato e composito ma sempre ispirato e condizionato dai valori, dai principi e dalla fedeltà alla miglior tradizione del cattolicesimo politico italiano. Presidente della Provincia, Sindaco di Brescia, tre volte Ministro – Difesa, grazia e giustizia, riforme istituzionali e affari regionali -, parlamentare dal 1972 al 1994, ultimo segretario della Dc in un periodo drammatico e carico di incognite e primo segretario del Partito popolare italiano.
Certo, anche il percorso politico di Martinazzoli è carico di contraddizioni, di sbandamenti e di scatti d’umore. Che, del resto, appartenevano al carattere dell’ex Sindaco di Brescia. Eppure Martinazzoli, al di là dei suoi tormenti intellettuali, è sempre rimasto un autorevole e qualificato punto di riferimento. E non solo per la sinistra democristiana – la sua casa naturale – ma per tutta la Democrazia Cristiana e l’intera politica italiana. Memorabile, comunque sia, resterà il suo intervento all’ultimo congresso della Dc nel 1989 accompagnato da oltre 25 minuti di applausi ed ovazioni da parte dei congressisti/delegati di tutta Italia.
Insomma, l’insegnamento, la testimonianza e il magistero politico, civile, culturale ed istituzionale di Mino Martinazzoli sono destinati ancora a segnare in profondità il cammino e il percorso, a volte tortuoso e a volte entusiasmante, della storia del cattolicesimo democratico, popolare e sociale del nostro paese. E Martinazzoli, al riguardo, è stato e rimane una pietra miliare di questo cammino.

Giorgio Merlo

Metropolitana e sicurezza, il sindaco si “confessa” alla Festa de l’Unita’

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Ieri il sindaco di Torino Stefano Lo Russo nel corso di una lunga intervista alla Festa de l’Unita’ condotta dal caporedattore del Corriere Torino Carmine Festa ha parlato dei temi scottanti che riguardano la città. “E’ scandaloso: dopo un mese di chiusura la metropolitana non funzioni, questo non ha scusanti e non ne deve avere”. Così ha detto a proposito dei malfunzionamenti degli ascensori e delle scale mobili dopo un mese di chiusura per lavoro. “Non ci possono essere scuse –  punta il dito sui vertici di GTT per le scale mobili che non funzionano: è colpa di qualcuno“.

Poi Lo Russo ha parlato di grandi e piccoli progetti: “La mia Giunta ha lavorato in condizioni proibitive fronteggiando difficili eredità di bilancio e la crisi energetica. È però stata capace di avviare una stagione di trasformazione. I cittadini hanno diritto ad avere una amministrazione che realizzi i grandi obiettivi ma anche i piccoli problemi come  il taglio dell’erba e il riempimento delle buche stradali”. 

Grande tema quello della sicurezza: “Non nego che in alcunea zone della città ci sia un problema di sicurezza ma non  è il sindaco che può risolverlo. Come Comune possiamo agire sulla rigenerazione urbana, che ha un impatto nel miglioramento del tessuto cittadino. La ricetta è quella di lavorare insieme”, ha detto il sindaco.

Giachino: “Anche Lo Russo ammette le difficoltà della sua Amministrazione. Ci ha rimesso Torino”

Caro Direttore,
Ben oltre la metà del suo mandato a quasi tre anni dalla sua elezione,  la Giunta di sinistra guidata da Lo Russo non è riuscita a rilanciare Torino e la metà della Città che sta male, secondo la famosa analisi dell’Arcicescovo Nosiglia,  sta peggio. Lo ha ammesso lo stesso Sindaco che ha fatto autocritica e ha chiesto ai suoi Assessori di fare di più come sottolinea anche un giornalista competente ma tenero come Luigi la Spina. Lo Russo e il PD hanno anche la responsabilità di aver appoggiato in Europa la assurda decisione di puntare solo sull’auto elettrica . Quella decisione ha già avuto effetti negativi perché le Banche ovviamente si sono raffreddate con le aziende dell’indotto che avrebbero grandi difficoltà a trasformare le proprie lavorazioni.
Ora vediamo la pesante caduta della domanda per le auto elettriche che non siano quelle cinesi . Così come gli interventi finanziati dal PNRR non mi pare stiano dando un sostanziale contributo alla economia torinese . In tutte le classifiche economiche Torino veleggia molto distanziata dalle Città del Nord Est a partire da Bologna.
La mia  analisi critica  viene confermata da una dura lettera dell’Ing. Luigi Spina già dirigente della Area Metropolitana di Torino che si firma in una durissima lettera a Specchio dei Tempi. In altri tempi e con una Giunta di centro destra la sinistra avrebbe chiesto la convocazione di un Consiglio Cominale aperto o per spingere ” l’ Amministrazione a fare di più o per chiedere il ritorno alle urne per puntare a una nuova Amministrazione che dia una forte SVOLTA che rilanci la nostra bellissima Città , la sua economia e il lavoro.
Mino GIACHINO

Zangrillo ringrazia Sangiuliano per il lavoro svolto

Zangrillo ‘Sangiuliano persona di grandi capacità, suo lavoro straordinario’

“  “Desidero esprimere la mia stima e i miei più sinceri ringraziamenti al ministro Sangiuliano per lo straordinario lavoro svolto in questi due anni di valorizzazione del nostro patrimonio culturale italiano. Una persona con grandi capacità e competenze. La sua dolorosa decisione ci priva di un grande valore aggiunto”. Lo afferma in una nota il ministro per la Pubblica amministrazione, e senatore di Forza Italia, Paolo Zangrillo.