Uno dei problemi della Città è rappresentato da cantieri di lavori finanziati con il bonus 110% e abbandonati dalle imprese appaltatrici.
Il Capogruppo dei Moderati Fissoloha raccolto le numerose segnalazioni provenienti dai residenti in via Belfiore dove al civico 61 bis è presente in stato di abbandono dal settembre 2021 un cantiere per il rifacimento della facciata dell’edificio. Il ponteggio, abbandonato a se stesso, è diventato un luogo di rifugio per spacciatori e senza fissa dimora, diventando quindi un pericolo per i residenti e per chi lavora nei pressi. A questa situazione di degrado si è purtroppo aggiunto un altro problema, infatti, la messa in sicurezza dell’area ha portato alla chiusura del tratto tra via Belfiore 61 bis e via Buonarroti comportando di conseguenza problemi per il traffico.
Nel suo intervento in discussione il Capogruppo dei Moderati Fissolo ha dichiarato: “Non sono un fan del superbonus 110% e purtroppo sappiamo che questa non è l’unica situazione in cui i tempi non sono rispettati e la struttura rischia l’abbandono, generando tutti i problemi esposti nell’interpellanza. Come amministrazione dobbiamo fare il possibile per agire in tempi celeri, partendo da una mappatura precisa di questo tipo di situazioni presenti in Città”. (Foto archivio)
Il centro sociale Askatasuna per anni ha messo a ferro e fuoco Torino e preso parte agli assalti violenti al cantiere della Tav. Ha occupato abusivamente l’immobile di Corso Regina a spese dei cittadini onesti, ha attuato atti vandalici di ogni tipo attraverso la violenza dei suoi cortei e ha fatto dell’illegalità e della lotta allo Stato la sua bandiera. E’ questa l’Askatasuna “bene comune” che il Comune intende istituzionalizzare e a cui vuole dare il compito, tra gli altri, di svolgere “attività ispirate ai principi della non violenza”. Magari con le scuole? Insegnando ai bambini cosa sono i beni comuni? Askatasuna non è mai stato un bene comune e mai potrà esserlo. Ritenerlo tale e, quindi, meritevole di finanziamenti e di interventi a suo sostegno non è solo un ossimoro ma è uno sfregio a tutti i torinesi onesti e perbene. Negli anni Torino ha perso tanto, si sperava almeno che la sua amministrazione, unitariamente e senza distinzione di colore politico, avesse ancora il senso della legalità e delle istituzioni che mai dovrebbero andare a braccetto con i violenti e gli eversivi. Ancor meno dichiararli un bene comune. Una brutta pagina dell’amministrazione Lo Russo.

I giornali sono sempre più invasi da articoli sul fascismo come fossimo quotidianamente alla vigilia di un 25 aprile. Non passa giorno senza articoli che ripercorrono le vicende del regime. Anche in Tv il fascismo è molto presente. Forse si può dedurre che i conti storici con il fascismo non siano stati fatti nei tempi dovuti e che ci trasciniamo la questione dal 1945 /46. Sul tema dei conti con il fascismo ho scritto più volte, ma penso sia utile evidenziare due anomalie oggi trascurate che hanno impedito di farli: troppi fascisti (milioni di persone) sono diventati in pochi giorni antifascisti , l’amnistia di Togliatti del 1946 (che aiutò perfino l’assassino di Matteotti il quale ebbe l’ergastolo commutato in 30 anni carcere), finì di mettere sullo stesso piano i fascisti e i partigiani responsabili di fatti cruenti “non particolarmente efferati”, un’espressione letterale piuttosto ambigua e in effetti un po’ vergognosa della legge di amnistia del ’46. Così dopo poco tempo tutti i gerarchi fascisti fruirono dell’amnistia. Si era iniziato nel 1944 /45 a parlare di epurazione che non venne mai fatta seriamente, e si finì nell’amnistia interpretabile anche come pietra tombale della guerra civile. I conti non vennero mai fatti se, ad esempio, il MSI entrò in Parlamento già nel 1948 con deputati ex repubblichini in palese violazione della XII norma transitoria della Costituzione, comma due. Ogni tanto qualcuno urlò al lupo fascista, spesso solo per ragioni elettorali contingenti, perché al Sud ,dove raccolse subito molti voti , il MSI venne di volta in volta considerato un alleato prezioso. La legge Scelba contro il rinato partito fascista di fatto non venne mai applicata. Nacque invece l’antifascismo parolaio a costo zero dei venditori di fumo ideologico, quelli sopravvissuti finì ai nostri giorni e più che mai in agitazione contro l’attuale governo. Il MSI a suo tempo si conquistò il diritto ad esistere attraverso il consenso elettorale e nessuna persona seria pensò mai di metterlo al bando. Fu tra i partiti quello, almeno apparentemente, più democratico con congressi in cui si dibatteva e ci si scontrava anche duramente. I dibattiti interni al MSI rivelarono una dialettica tra camerati non da poco. Ci fu un tempo in cui molti partigiani vennero messi in soffitta in quasi tutti i partiti: due veri eroi della Resistenza come Silvio Geuna e Valdo Fusi non andarono oltre la prima legislatura finita nel 1953. Restarono solo i comunisti che ebbero facile gioco nel monopolizzare la Resistenza. Questa è una realtà che molti fingono di non vedere e che grava anche sull’oggi. Nessuno ha mai pensato ad una pacificazione nazionale perché il clima della pregressa guerra civile serviva a tanti. Una guerra civile durissima e sanguinosa (che ebbe strascichi anche nel dopoguerra con il triangolo della morte) che in larga misura si concluse con l’amnistia di Togliatti che forse fece bene a guardare le cose con un realismo un po’ cinico e a trarne le conseguenze. Chi dice che la Meloni è fascista, forse necessita di un corso di recupero di storia contemporanea proprio su questi temi.
