POLITICA- Pagina 18

Radicali italiani in visita al carcere di Torino

Domani, 18 agosto 2025, in occasione della mobilitazione straordinaria promossa da Radicali Italiani, una delegazione guidata dal Segretario nazionale del partito, Filippo Blengino, e da esponenti di Azione (tra cui l’on. Daniela Ruffino), Più Europa e Associazione Aglietta, visiterà la Casa circondariale “Lorusso e Cotugno”. La visita avrà inizio alle ore 14.00.

Le classi dirigenti. Di ieri e di oggi

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Ogniqualvolta si traccia un confronto tra le classi dirigenti del passato – cioè quando esistevano la
politica, i partiti, le culture politiche e i programmi di governo studiati ed elaborati – e quella
decollata dopo l’irruzione del populismo grillino e l’avvento dei partiti personali, crescono la
rassegnazione e lo sconforto. Una rassegnazione dovuta ad un fatto specifico che supera tutte le
altre valutazioni. Ovvero, e senza alcuna regressione nostalgica, ieri c’era una classe dirigente
radicata, espressiva, rappresentativa e, soprattutto, aveva una personalità politica. Cioè, tanto sul
versante nazionale quanto su quello locale, si trattava di una classe dirigente riconosciuta e
riconoscibile. Sia a livello politico e sia sul versante culturale. Oggi, e dopo il contagio trasversale
del virus populista, demagogico e anti politico, le classi dirigenti – se così le vogliamo definire – si
sono ridotte a portavoce degli istinti più triviali della pubblica opinione o a messaggeri della
propaganda più sfacciata e qualunquista. Certo, esistono delle eccezioni che confermano però, e
come sempre, la regola. Basti pensare alla personalità riconosciuta a livello internazionale di
Giorgia Meloni nel campo della maggioranza di governo o ad alcuni esponenti del Pd che, guarda
caso, si sono formati politicamente durante gli anni della prima repubblica. Uno su tutti, Dario
Franceschini. Dopodiché, e soprattutto nei partiti populisti e personali, si conta una serie
interminabile di pseudo dirigenti che si caratterizzano o per la fedeltà acritica nei confronti del
capo di turno o per la radicale inconsistenza politica, culturale e progettuale. Recuperando
un’antica battuta di Carlo Donat-Cattin, si tratta di persone che “sono capaci, capacissimi, capaci
di tutto”. E la domanda di fondo, al netto delle profondi differenze storiche, politiche, culturali e
sociali, è sempre una. Ovvero, ma la cosiddetta classe digerente che oggi alberga tranquillamente
nei partiti e nelle istituzioni, che ruolo politico avrebbe ricoperto nella prima repubblica? Cosa
avrebbero fatto nei partiti del tempo? Per fare un esempio concreto, l’attuale classe dirigente
nazionale dei populisti dei 5 stelle avrebbero occupato lo scranno di segretari comunali o
provinciali della Democrazia Cristiana, o del Partito Comunista italiano o del Partito Socialista
italiano? Oppure, come è molto probabile, sarebbero stati semplici iscritti e militanti di base che
avrebbero allestito le Feste dell’Amicizia e dell’Unità o dell’Avanti e poco più? La domanda sorge
spontanea perchè è tale la differenza di qualità, di autorevolezza e di peso della classe dirigente
dei partiti della prima repubblica rispetto a quella contemporanea che non si può non tracciare un
confronto e un paragone. Certo, il passato, e quel passato, è definitivamente ed irreversibilmente
archiviato. Ma è altrettanto indubbio che la qualità e l’autorevolezza delle classi dirigenti non
hanno scadenza temporale. E quando si è alle prese con un ceto dirigente che, appunto, qualche
lustro fa avrebbe allestito i gazebo e le feste di partito – con tutto il rispetto dovuto per quei
militanti e per quei volontari – e oggi è al governo del paese o aspira a diventarlo, è abbastanza
evidente trarre la conclusione che la politica si è drasticamente impoverita, che non riscuote più
consenso e che, soprattutto, non riesce più a dettare l’agenda di ciò che serve ad un paese
complesso ed articolato come il ostro. Per questi motivi, e lo ripetiamo ancora una volta, la qualità
della classe dirigente è quasi la precondizione affinché la politica ritorni ad essere protagonista. A
livello nazionale come a livello locale.

Ordini e digiuni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Il presidente dell’ordine dei medici di Torino  ha deciso di digiunare per Gaza, denunciando l’olocausto dei palestinesi. Stento a considerare adeguata  la conoscenza storica del Presidente che ha stabilito che cosa è un olocausto. Forse segue Moni  Ovadia. Ma il presidente non si è limitato a digiunare lui, ma ha invitato i colleghi a seguire il suo esempio e a mettere sui social la loro foto. Sarebbe interessante sapere quanti medici torinesi hanno digiunato. Un mio amico, scherzando, mi ha detto: sono a dieta, il digiuno mi farebbe bene ,ma  trasgredirò la dieta perché ritengo che gli ordini professionali debbano essere apolitici e debbano limitarsi ai fini istituzionali per cui esistono. I medici non sono metalmeccanici e come presidente  di norma non vogliono Landini.  Perché ad esempio, non hanno sospeso cautelativamente un medico e ginecologo rinviato a giudizio per atti non proprio in linea con l’etica professionale? Perché il Presidente non ha digiunato per la strage di ebrei del 7 ottobre di due anni fa?

Merlo: Alaska, politica estera decisiva per l’Italia

No ai populisti e alla sinistra estremista ed ideologica

“E’ sempre più evidente che saranno la credibilità, la coerenza e la lungimiranza nella politica
estera gli elementi decisivi per costruire alleanze e coalizioni nazionali altrettanto serie e credibili.
E, al riguardo, la postura europeista ed atlantista saranno la stella polare anche per misurare la
cultura di governo e la fedeltà alla storica collocazione politica italiana. Certo, non saranno i partiti
populisti di Conte e Salvini da un lato o gli estremisti della sinistra ideologica dall’altro ad indicare
la strada politica più coerente per continuare, come sistema Italia, ad essere seriamente e
coerentemente europeisti ed atlantisti”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’

Giustetto copia Pannella?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Marco Pannella è passato alla storia anche per i suoi lunghi  digiuni per cause nobili e importanti rifacendosi a Gandhi. Il presidente “attivista” dell’ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, certo non parente dei  più famosi pastai di via Santa  Teresa, ha deciso di digiunare anche lui, ma per la Palestina “contro il genocidio a Gaza”.  Una causa opposta a quelle del leader radicale che fu sempre dalla parte di Israele come lo fu Pannunzio. Non si tratta di una sua legittima scelta che certo non condivido, ma ritengo plausibile opinione ,ma è nella sua veste di presidente dell’Ordine che invita i medici a digiunare, a fotografarsi con un cartello in mano con su scritto: Digiuno contro il Genocidio“. Il presidente è abituato a far “deragliare” verso la politica l’Ordine rispetto ai suoi compiti istituzionali, ma non ricordo che abbia mai espresso una parola di condanna per la strage di Israeliani del 7 ottobre. E fece bene perché l’Ordine, a mio modo di vedere, non deve fare politica. Ricordo un grande medico ligure che, partigiano combattente, curò senza problemi dei fascisti repubblichini. Un esempio luminoso. Ci sarebbe inoltre da suggerire al presidente Giustetto un’ipotesi che va oltre il digiuno  simbolico  di un giorno con fotografia sui giornali: partire volontario  egli stesso per Gaza  a portare soccorsi. Un altro medico, Gino Strada, con idee politiche assai simili a quelle del dott. Giustetto, dedicò la sua vita alle cause umanitarie creò ospedali di guerra. Quando morì, io lo definii un Santo laico. Non basta esporre lenzuola bianche  dalla sede dell’Ordine. Chi crede alla propaganda filo palestinese che oggi  sta vincendo la guerra mediatica in Europa, deve mobilitarsi ben oltre i digiuni occasionali  e le lenzuola che ancora penzolano malinconicamente  da qualche parte per il povero  Regeni. Il mio amico Alberto Fava forse  citerebbe Orazio in latino; io mi limito a citarlo, semplificandolo, in Italiano: i fabbri si limitino a fare i fabbri. Oggi il latino e anche il buon senso antico sono travolti dalle idee visionarie, le uniche che abbiano diritto di cittadinanza.

Merlo: Governo, ‘tanto peggio tanto meglio’ strategia del campo largo

“Ma può essere la strategia del ‘tanto peggio tanto meglio’ l’orizzonte che caratterizza una
coalizione che aspira pure ad essere una alleanza di governo? Passino gli attacchi personali, la
delegittimazione morale e la quotidiana criminalizzazione politica dell’avversario/nemico, ma
come si può gioire o auspicare platealmente che tutto vada male per il paese? Se non altro il
vecchio Pci – fonte ispiratore dell’attuale coalizione che raggruppa le varie sinistre – oltre ad
attaccare brutalmente la Democrazia Cristiana e i suoi principali leader e statisti, aveva anche un
progetto politico alternativo. Ma dov’è, di grazia, il progetto politico e di governo alternativo del
cosiddetto campo largo?”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’

Pentenero – Conticelli (Pd): “Frecciarossa senza alta velocità, ma con rincari record”

“Dal 25 agosto il collegamento ferroviario diretto tra Torino, Genova e Roma sarà servito da Frecciarossa in sostituzione del Frecciabianca. Ma nonostante il nome, il treno impiegherà oltre sette ore per arrivare a destinazione, senza percorrere nemmeno un tratto di linea ad alta velocità. L’unica vera novità? Un aumento delle tariffe che colpisce duramente i pendolari e i cittadini piemontesi e che si aggiunge ai tanti rincari che hanno infiammato questa estate, dagli aumenti del tpl a quelli dell’Irpef voluti dalla Giunta targata Alberto Cirio” dichiarano la Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale Gianna Pentenero e la Vicepresidente della Commissione Trasporti Nadia Conticelli, commentando la decisione di Trenitalia di sostituire il Frecciabianca con un Frecciarossa sul collegamento Torino–Roma, mantenendo gli stessi orari e fermate in territorio piemontese, ma applicando le tariffe più elevate del servizio AV.

“È inaccettabile che si faccia passare per miglioramento un semplice cambio di marchio. I treni saranno più nuovi, certo, ma la durata del viaggio resta identica e il percorso non include alcuna tratta ad alta velocità. Eppure i prezzi aumentano fino al 30%, con biglietti che arrivano a 132 euro in classe Business. È una presa in giro per i piemontesi” aggiungono le esponenti dem.

“Inoltre – proseguono Pentenero e Conticelli – è assurda la decisione di escludere la Carta Tutto Treno, finora valida per il Frecciabianca, e di introdurre nuove regole per i pendolari. Si penalizzano proprio coloro che usano il treno per lavorare, studiare, vivere il territorio. L’Assessore regionale ai Trasporti si è limitato ad accogliere ‘con favore’ il cambiamento, pur ammettendo che non è di competenza diretta della Regione. Ma quando si tratta di difendere i diritti dei cittadini, la competenza non può essere un alibi. La Regione deve farsi sentire, pretendere tariffe eque e servizi proporzionati al costo. Presenteremo un’interrogazione in Consiglio regionale per fare chiarezza sul tema e sulla posizione della Giunta regionale”.

 “Il trasporto ferroviario deve essere accessibile, efficiente e giusto. Non possiamo accettare che si trasformi in un lusso per pochi. Il Gruppo PD chiede alla Giunta regionale di intervenire presso Trenitalia e il Ministero dei Trasporti per tutelare i piemontesi da rincari ingiustificati e garantire un servizio davvero all’altezza delle promesse” concludono Gianna Pentenero e Nadia Conticelli

cs