Il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente coordinatori provinciale e cittadino per Forza Italia a Torino commentando la notizia della chiusura di Spazio 211 affermano : « Se associazioni attive sul territorio da oltre trent’anni alzino bandiera bianca come Spazi Musicali ETS è la certificazione di un problema serio che va affrontato e non banalizzato. Lo sfogo dell’Associazione è una vera e propria denuncia. Se il Sindaco non lo vuole fare si chieda la nomina di un Commissario per la Sicurezza e per le nuove Povertà. La risposta di Pentenero su Spazio 211 è tardiva visto che le sollecitazioni arrivano oltre il tempo massimo visto lo scaricabarile giocato fino ad oggi. Se una volta si additivano solo delle porzioni di quartiere in città come aree a rischio sicurezza ora il problema è diffuso ovunque. L’Alto San Donato era una zona più associata a Cit Turin e alla Crocetta che non a Barriera di Milano o a Mirafiori. La denuncia sfogo del marito di Appendino qualche settimana fa dovrebbe far aprire gli occhi a chi, a Palazzo di Città, si aggrappa alle percentuali per sottostimare un problema che è reale e che scoraggia gli investimenti in città e con essi l’occupazione.».
“BISOGNA DARCI UNA MOSSA. I COSTRUTTORI SI IMPEGNINO A METTERE IN CAMPO UN’ALTERNATIVA ALLA DESTRA”
Daniele Valle in 7 giorni ha percorso oltre 550 chilometri: 35 tappe, lungo un percorso iniziato e concluso in luoghi legati alla Resistenza.
Oltre 550 chilometri percorsi, un viaggio di sette giorni in bicicletta attraversando in lungo e il largo tutto il Piemonte, 35 tappe che hanno toccato tutte le Province. Daniele Valle, vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte e consigliere regionale Pd, ha concluso il tour che ha preso il via il 31 agosto dal Sacrario di Vaccherezza per arrivare il 3 settembre al Monumento alla Resistenza di Cuneo, toccando Condove, Chiusa di San Michele, Avigliana Caselette, Pianezza, Alpignano, Rivoli, Collegno, Grugliasco, Torino, Alba, San Damiano d’Asti, Baldichieri d’Asti, Asti, Borgoratto Alessandrino, Castellania, Chieri, Verbania, Lesa, Borgomanero, Gattinara, Candelo, Biella, Ivrea Colleretto Giacosa, Cuorgnè, Castellamonte, Rivarolo, Settimo Torinese, Moncalieri, Stupinigi, Rivalta, Vigone e Saluzzo.
Dichiara Daniele Valle: «Avvertivo l’esigenza e la responsabilità di prendere un’iniziativa, per “darci una mossa” e mettere in campo quanto prima un’alternativa alla destra-destra che governa il Piemonte e l’Italia. Incontrando durante il tour decine di amministratori locali e poi cittadini, associazioni e imprese, ho potuto constatare come questa esigenza sia fortemente avvertita. Il Piemonte merita di più, occorre radunare chi condivide questa certezza, a partire dalla difesa della sanità pubblica, dalla necessità di affrontare la transizione ecologica, fino al sostegno allo sviluppo e alla dignità dei lavoratori. I miei destini personali non contano, ho voluto impegnarmi in prima persona perché la strada è in salita e bisogna pedalare insieme. È giunto il momento che i costruttori escano allo scoperto, si diano da fare, lavorino insieme, offrendo ai piemontesi un disegno di Piemonte diverso che insieme possiamo realizzare. Attraversare tutto il Piemonte in bici da est a ovest, da nord a sud, è stato un modo diverso di fare quello che come gruppo regionale abbiamo fatto per quattro anni: opposizione, ascolto e presenza sul territorio. Dai tagli alla sanità a quelli sul PNRR, il Piemonte non può subire in silenzio per non compromettere le ambizioni di qualche politico di destra. Vogliamo un Piemonte che faccia sentire la sua voce. L’appuntamento del 2024 è domani mattina e dobbiamo approfittare di tutto il tempo che abbiamo a disposizione per mettere in campo un’alternativa: non ci rassegniamo a consegnare il Piemonte ad una Giunta monocolore dei Fratelli d’Italia».
“Il progetto di un nuovo Centro lanciato da Matteo Renzi è l’unica vera novità della politica italiana
a fronte di un persistente ‘bipolarismo selvaggio’ che non può più essere la soluzione ideale ai
problemi del nostro paese. Perchè non sono la radicalizzazione della lotta politica e la
polarizzazione ideologica – molto gettonati dalla Schlein e da Salvini – le risposte migliori ai temi in
cima all’agenda di governo. E la ‘politica di centro’, al riguardo, può rappresentare una risposta
concreta ai problemi sempre più drammatici a cui il Governo deve dare una risposta concreta e
convincente.
Ma il Centro e la ‘politica di centro’ non possono essere cavalcati e gestiti da chi è culturalmente,
storicamente e politicamente estraneo ed esterno a quel metodo, a quella cutlura e a quel
progetto politico.
Per questi semplici motivi il Centro tratteggiato da Renzi non potrà che essere anche e soprattutto
un Centro Popolare. Dove, cioè, la cultura, i valori e la storia del cattolicesimo popolare e sociale
avranno un ruolo importante e decisivo nella costruzione di un Centro plurale, riformista, dinamico
e di governo. Chiudendo la stagione dei Popolari ‘ospiti’ in altri partiti e politicamente del tutto
irrilevanti ed insignificanti perchè nascosti e gregari rispetto ad altre culture politiche”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi nuovi-Popolari uniti”.
. Noi gli unici ad interessarci del problema
Roma – “La Lega ha presentato una mozione che impegna il governo ad impedire il blocco anticipato delle vetture euro 5 in Piemonte e trovare soluzioni alternative che consentano il rispetto dei limiti previsti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria. Sorprende però che in queste settimane, mentre la Lega lavorava a tutti livelli, interessando anche il vicepremier Salvini che ha portato subito nello scorso Cdm il tema, per trovare una soluzione, la sinistra, ideatrice di queste politiche green folli dall’impatto devastante per lavoratori e imprese, che peraltro è stata al governo della regione Piemonte quando l’accordo sull’anticipo di queste misure è stato sottoscritto nel 2017, abbia cercato in modo risibile di utilizzare questo tema contro il Governo regionale di centrodestra. Altrettanto sorprendenti sono state anche alcune dichiarazioni di membri della maggioranza del governo regionale e nazionale che sono sembrati far opposizione a se stessi. Dichiarazioni rimaste tali perché non è seguito alcun atto concreto a differenza di quanto ha fatto la Lega immediatamente alla riapertura degli uffici della Camera. Confidiamo nel lavoro del governo per una pronta soluzione, pronti a portare in aula la mozione appena possibile”.
Così Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera della Lega e primo firmatario della mozione.
È attivo dalle ore 9 del 4 settembre fino ad esaurimento delle risorse un nuovo bando della Regione Piemonte che destina un finanziamento di 8 milioni di euro per sostenere il settore delle sale cinematografiche.
Questo programma mira a promuovere l’apertura di nuove sale, la riattivazione di quelle chiuse o inattive da almeno due anni, nonché a migliorare l’infrastruttura e la tecnologia esistente.
“Questa iniziativa è cruciale per rafforzare il settore cinematografico in Piemonte – ha detto in proposito il consigliere regionale della Lega Salvini Piemonte Andrea Cane – sostenere la riqualificazione e l’apertura di nuove sale cinematografiche non solo contribuirà a rendere il nostro territorio più competitivo e moderno, ma anche ad attirare produzioni cinematografiche, creando un circolo virtuoso che favorisce l’occupazione e l’economia locale.
Attualmente, in Piemonte, operano 117 sale cinematografiche con 259 schermi attivi, che nel corso dell’anno hanno registrato una presenza di 2.630.000 spettatori. Questo settore coinvolge complessivamente migliaia di professionisti, tra esercenti, dipendenti e aziende connesse alle loro operazioni.
Il cinema è parte integrante della nostra cultura, e con questo bando, intendiamo supportare attivamente la crescita dell’industria cinematografica piemontese.”
“L’adesione del Pd della Schlein al referendum per cancellare il Jobs Act sarebbe la conferma,
plateale e persin inappellabile, del profilo estremista, massimalista e radicale del partito. Con tanti
saluti alla natura riformista del principale partito della sinistra italiana. E questo ancora al di là del
comportamento concreto di tutti quei parlamentari o ex ministri o dirigenti del partito che alcuni
anni fa approvarono con entusiasmo e grande partecipazione quel provvedimento politico e
legislativo.
Perchè a volte il profilo e la natura politica di un partito si misurano attraverso l’atteggiamento
concreto che si assume di fronte ad una riforma. E, nel caso specifico, di una riforma che ha
cambiato l’assetto del mondo del lavoro nel nostro paese”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi nuovi-Popolari uniti”.
I riformisti e la “questione sociale”
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Non c’è alcun dubbio che esiste nel nostro paese una nuova, e persistente, “questione sociale”.
Una “questione sociale”, come quasi sempre capita, che rischia di trasformarsi rapidamente in
una questione di ordine pubblico. E, come da copione, le prime avvisaglie si sono già manifestate
e non solo a Napoli e a Palermo. I tasselli principali, e più mediatici, su cui viene richiamata la
maggior attenzione sono da un lato l’azzeramento del reddito e di cittadinanza e, dall’altro, la
misura dei super bonus. Due misure che non hanno nulla a che vedere con la crescita,
l’occupazione, lo sviluppo, l’equità sociale e il contrasto alla povertà ma solo e soltanto con la
riaffermazione di una concezione selvaggiamente assistenziale e pauperista. Di norma, si tratta di
escamotage legislativi e scelte politiche che rispondono ad una precisa strategia: ovvero, la piena
affermazione del populismo anti politico, demagogico e qualunquista. E, non a caso, si tratta di
scelte patrocinate, pianificate e gestite dal partito leader del populismo anti politico per
eccellenza: il partito di Grillo e di Conte.
Ora, il nodo politico di fondo non è quello di continuare a polemizzare con i populisti o con tutti
coloro che hanno una concezione estremista e massimalista della politica. E, purtroppo, con chi
teorizza la strategia politica del “tanto peggio tanto meglio”, come è platealmente evidente dalle
ultime dichiarazioni di Conte e della Schlein. Semmai, e al contrario, si tratta di capire come è
possibile affrontare seriamente e costruttivamente i temi – veri e tangibili – che emergono dalla
società e che noi riassumiamo con il termine di “questione sociale”. E, traendo spunto dalla
miglior tradizione del cattolicesimo sociale italiano e dalla cifra riformista che la caratterizzava –
basti pensare alla cinquantennale esperienza della sinistra sociale di ispirazione cristiana della Dc
– occorre far sì che il “dato sociale” diventi un elemento strutturale della stessa iniziativa politica.
La politica sociale, cioè, non può e non deve diventare un elemento secondario o un semplice
orpello del progetto politico complessivo di un partito o di uno schieramento ma un asset centrale
delle stesse politiche di sviluppo e di crescita di un paese. Perchè l’alternativa a questo metodo e
a questa impostazione politica è una sola: ed è quella praticata dai populisti da un lato e dai
liberisti dall’altro. Ovvero, ridurre la “questione sociale” ad un fatto meramente e brutalmente
assistenziale con tanti saluti a qualsiasi logica di sviluppo e di crescita complessiva di un paese.
Perchè se dovesse prevalere questa concezione e questa deriva inesorabilmente si
trasformerebbe lo Stato in un ente di beneficenza e di assistenza per molti, se non per tutti i
settori della società. Una prassi radicalmente e strutturalmente anti politica che unisce la logica
“del tanto peggio tanto meglio” con la strategia della “mancia” generale ed indistinta. La strategia
riformista, seppur attenta e vigile attorno ai temi che pone una rinnovata “questione sociale”, è
esattamente l’opposto. E quindi, da un lato l’assistenzialismo e il pauperismo e, dall’altro, la
crescita e lo sviluppo. O meglio ancora, da un lato le mance e i sussidi e, dall’altro, politiche
concrete e mirate che riducono le sacche di povertà e contribuiscono, al contempo, a far
partecipare anche e soprattuto i ceti popolari e meno abbienti alla crescita complessiva del
sistema paese.
In ultimo, e per riassumere, in un campo i riformisti e nell’altro campo i populismi, in tutte le
sfumature con cui si manifesta.
Ecco perchè i populisti quando governano creano disastri e generano le premesse per una
progressiva ed irreversibile bancarotta dello Stato. Tocca, però, anche ai cattolici popolari e
sociali farsi carico di una proposta politica che recuperi sino in fondo la cifra riformista e,
soprattutto, la capacità di saper riscoprire quella cultura e quello stile della ‘sinistra sociale’ del
passato che su questo versante conservano una straordinaria modernità ed attualità.
Giorgio Merlo
(e si pensi anche a sostituire le caldaie obsolete nelle abitazioni)
Il tempo guadagnato è fondamentale, non metterlo a frutto sarebbe imperdonabile: lo si impieghi per rispondere alle esigenze di imprese, famiglie e Volontari Poi: l’inquinamento non è prodotto soltanto dai veicoli, urge dunque una progettualità per la sostituzione, nelle abitazioni, delle vecchie caldaie più inquinanti.
Notizia che ci solleva, quella del rinvio del blocco dei veicoli diesel Euro 5: adesso occorre sfruttare i prossimi 24 mesi per non trovarci nelle stesse condizioni di queste settimane in prossimità della nuova scadenza. Due anni non sono molti, ma sono sufficienti per trovare soluzioni – oltre a Move-In e incentivi governativi – tali da incontrare le esigenze e le necessità di imprenditori, liberi professionisti, famiglie e Volontari. Farsi trovare nuovamente impreparati tra due anni sarebbe, semplicemente, imperdonabile, così come identificare misure con una parvenza di efficacia, ma nei fatti penalizzanti per i piemontesi. Alla stessa maniera, non basta concentrarsi sull’aliquota di inquinamento prodotta dal traffico veicolare, ma occorre prevedere un piano di sostituzione delle caldaie, ambito nel quale peraltro le nuove tecnologie garantiscono un impatto ecologico molto più contenuto. L’inquinamento non è prodotto soltanto dai veicoli: fatto incontrovertibile, del quale dobbiamo tenere conto.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):
La Regione Piemonte ha deciso, senza colpo ferire, il blocco dei veicoli Euro 5 per ottemperare a una procedura di infrazione dell’Unione europea. Il governo, e il ministro Salvini prima di altri, ha annunciato un provvedimento al prossimo Cdm con la revoca della misura regionale. È già grave quando governo e Regioni non dialogano, ma quando a non dialogare sono un governo di destra e una Regione dello stesso colore politico la questione diventa surreale. Fra uno spot e l’altro, con il solito scaricabarile che punta il dito contro l’Europa, di mezzo ci sono andati i cittadini, gli operatori commerciali, le famiglie, i negozianti, cioè una platea di persone giustamente indignate (e sappiamo tutti che uso un eufemismo) per un provvedimento che paralizza un’intera Regione. Solo di fronte alla sollevazione dei cittadini adesso si ricordano in Regione e al governo che ci sono gli strumenti di rilevazione della qualità dell’aria e una società pubblica, l’Arpa, per monitorare l’andamento delle polveri sottili.
Tanto caos, con conseguenze economiche rilevanti per i pendolari costretti a usare la macchina in zone del tutto prive di trasporto pubblico locale, per famiglie e piccole attività commerciali, poteva essere evitato se solo fosse prevalso il buon senso. Si è scelto invece di creare scompiglio prima di metterci una pezza, perché di una pezza si tratta, in attesa che il governo esca dalla politica del giorno per giorno e metta in campo una strategia che non provochi convulsioni nei cittadini.