Sarà Pino Iannò Consigliere comunale a guidare la segreteria provinciale di Noi Moderati, il partito a livello nazionale di Maurizio Lupi.
La presentazione ufficiale è avvenuta ieri pomeriggio in occasione della presentazione dei candidati alle Regionali.
Sono intervenuti il responsabile organizzativo nazionale, l’onorevole Alessandro Colucci e il segretario regionale Massimo Berutti.
“E’ stato fatto un grande lavoro, anche se il partito è piccolo – ha sottolineato Iannò. Ci siamo dati un’organizzazione e deciso di dividere in tre aree la segreteria nord, centro e sud e strutturare in dipartimenti con gruppi di lavoro. Bisogna credere nel progetto politico, che si può configurare come una roulette”
Commenta Berutti “Per le elezioni Europee ci siamo federati con Forza Italia e siamo sotto il cappello del PPE. Il lavoro dei vertici nazionali è certificato dai risultati ottenuti in Molise, Sardegna, Abruzzo e in Basilicata”
Alessandro Colucci ha evidenziato il valore politico di Iannò e Berutti “Puntiamo alla qualità e competenza. Siamo a livello nazionale uno dei quattro soggetti che sostiene l’attuale Governo Meloni e la struttura capillare si gioca con la credibilità. Punteremo al sostegno al lavoro, alla centralità della persona, alla sostenibilità e alla formazione”

Pentenero a margine dell’iniziativa ha dichiarato ai giornalisti: «c’è una legge, la 194, che va sostenuta e applicata e dei consultori che, sebbene siano strutture pubbliche, invece di essere sostenuti, sono sempre più svuotati». A proposito del fondo Vita Nascente, creato dalla Regione per le donne che intendono abortire ma che cambiano idea e portano a conclusione la gravidanza, la candidata del centrosinistra ritiene “improbabile che una donna scelga il suo futuro grazie a una mancetta di un migliaio di euro o poco più”
L’assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone ha dichiarato alla Stampa: “In Piemonte saremo pronti ad aprire fino a 91 “stanze dell’ascolto”, una per ogni futura Casa di comunità prevista, ma cominceremo a lavorare per realizzarne inizialmente 16” facendo riferimento all’emendamento del governo che intende fornire alle organizzazioni antiabortiste libero accesso ai consultori impiegando risorse del Pnrr.
Avevo una qualche ragione a risentirmi quando, sbagliando numero, il compianto Genio Bozzello, il sindaco che cancellò da Castellamonte la piazza intitolata alle foibe, chiamava me, credendo di parlare con Giancarlo Quagliotti con cui aveva molta famigliarità. La mia risposta imbarazzata -dato l’inizio della chiamata che entrava subito in medias res – troncava il discorso di Bozzello che poi evitò di telefonarmi, avendo colto che io non ero Quagliotti che oggi ha rilasciato una coraggiosa intervista in quasi totale difesa del suo “sodale autostradale” Sasà Gallo nel corso della quale banalizza un po’ troppo il clientelismo, considerato dagli inquirenti, corruttivo del quasi suo coetaneo che si sarebbe limitato a telefonare agli elettori per convincerli a votare Pd sull’esempio citato da Quagliotti: Giancarlo Pajetta. Il voto di scambio, verrebbe da dire, è altra cosa dal fanatismo propagandistico di Pajetta e di Novelli che incitava addirittura ad andare a suonare i “ciuchin” delle case per indurre al voto comunista: senza saperlo Salvini è stato un allievo di San Diego, il sindaco forse più discutibile della Torino post bellica perché bloccò per dieci anni la metro, ritenendola non necessaria. Ma certo Sasà non può essere considerato un allievo di Pajetta, il ragazzo rosso che non era mai cresciuto e, facendosi tanti anni di carcere durante il fascismo, si era conquistato un fascino unico e forse irripetibile. Quagliotti fu travolto dallo scandalo Zampini nel 1983, dal quale però uscì assolto, ma poi venne condannato a soli sei mesi per un’altra vicenda poco limpida insieme al famoso “compagno G” quel Primo Greganti che salvò il pci con il suo ostinato silenzio dalle grinfie di Tangentopoli. Conobbi anche Greganti che appariva persona simpatica anche se molto disinvolta negli affari di partito.