“Destina un milione di euro alle associazioni antiabortiste”.
“Questa mattina in IV Commissione ancora una volta ho espresso convintamente il mio parere contrario sulla bozza di deliberazione della Giunta regionale che destina un milione di euro al fondo Vita Nascente e alle associazioni antiabortiste. Sono totalmente contraria ad un provvedimento marcatamente ideologico che oltretutto ha il grosso limite di mettere il tema economico eccessivamente al centro dell’eventuale scelta della donna di abortire, come se l’unico o il principale motivo per cui una donna decide di affrontare una scelta così dolorosa come quella di abortire fosse un problema di soldi, sappiamo che la realtà è decisamente più complessa della narrazione bigotta che Marrone continua a propinarci” ha dichiarato Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.
“Saremmo invece decisamente disponibili ad un dialogo se si parlasse veramente di azioni a sostegno delle famiglie con contributi agli enti locali e ai consorzi socio-assistenziali. Per esempio solo la scorsa settimana abbiamo votato a favore della nuova legge regionale sui servizi educativi per l’infanzia. Ecco noi saremmo pronti a votare anche subito con la maggioranza di destra se si destinasse quel milione di euro agli asili nido e alle famiglie in difficoltà, invece di regalarlo alle organizzazioni pro-vita” ha continuato Accossato.
“Sempre su questo tema, seguiamo con interesse l’iniziativa della CGIL e dell’Associazione Se Non Ora Quando che la scorsa settimana hanno depositato un ricorso al TAR contro l’atto che istituisce la stanza anti-aborto all’interno dell’Ospedale Sant’Anna gestita da un’associazione che ha nel suo Statuto un esplicito riferimento alla cancellazione della legge 194/78” ha concluso la Capogruppo di LUV.
“Torino avrebbe potuto contare su impianti già pronti a ospitare le prossime Olimpiadi invernali del 2026, a 20 anni esatti dalla prima esperienza.
Purtroppo 5 anni fa il Consiglio comunale del Movimento 5 Stelle introdusse una condizione che vincolava il CONI e di fatto escluse la Città dalla candidatura.
La Delibera che sottoponeva al Coni la condizione vincolante e cioè che fossero previste sinergie esclusivamente con località dell’area metropolitana torinese, fu approvata con i voti di tutto il Movimento 5 Stelle in Comune.”
“Torino ha lasciato sfuggire un’occasione unica, che le avrebbe permesso di non fermarsi nel suo percorso di crescita economica dopo gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si concluderanno intorno al 2026” – dichiara il Capogruppo dei Moderati Simone Fissolo.
Il 1° ottobre 2023 si è riaperto uno spiraglio per Torino in quanto gli organizzatori delle Olimpiadi Invernali sono ancora oggi alla ricerca di un’infrastruttura adeguata per la disciplina del bob. La sinergia tra la Città di Torino, la Città Metropolitana e la Regione Piemonte consentirebbe la riqualificazione della pista di bob di Cesana Torinese, oggi inutilizzata, e permetterebbe a Torino e al Piemonte di non perdere l’occasione dei Giochi Olimpici Invernali 2026 con grande beneficio in termini di immagine e di turismo.
Il Capogruppo Simone Fissolo ha inoltre evidenziato: “La riqualificazione della pista di bob di Cesana Torinese consentirebbe alla Regione di valutare la candidatura per i Campionanti del Mondo di bob del 2028″.
Non sono bruscolini. Non scherziamo le ALPI sono la priorità.
Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione), componente Commissione infanzia e adolescenza:
La tragedia accaduta a Rivoli, l’ennesima di una lunga scia di femminicidi, ha visto un uomo uccidere la sua compagna e poi suicidarsi. A questa tragedia non deve aggiungersene un’altra quale sarebbe l’abbandono della bimba, figlia delle vittime. Quando parliamo di sussidiarietà è anche a vicende come questa che bisogna riferirsi. Lo Stato deve sussidiare una bimba in un modo che vada oltre il semplice affidamento ai parenti. È importante, ad esempio, attivare nuclei di professionisti specializzati nel sostegno psicologico e di inserimento nella scuola. La bimba sopravvissuta alla strage ha il diritto di essere indennizzata dallo Stato in quanto soggetto incolpevole di una tragedia che rischia di cambiare per sempre il corso della sua vita. Bene fanno quelle associazioni che chiedono l’intervento del giudice tutelare per consentire alla bimba di Rivoli di accedere al Fondo vittime di femminicidio. Perché è lei, sopravvissuta, la vittima più grande.
“In vista delle prossime elezioni regionali piemontesi le forze centriste è bene che non si alleino con i movimenti populisti e i partiti massimalisti. L’unica coalizione possibile e politicamente coerente resta quella con una coalizione che privilegi il buon governo del territorio senza rigidità ideologiche e senza estremismi.
E, nello specifico, anche i Popolari, almeno quelli che sono lontani tanto dal populismo quanto dal massimalismo, non potranno che optare per una alleanza pragmatica e profondamente ancorata ad un programma, attenta ai problemi dei piemontesi e lontana dalle pregiudiziali ideologiche e dai settarismi”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale ‘Tempi nuovi-Popolari uniti.
Centro alternativo al populismo
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Nella confusione che continua a caratterizzare la cittadella politica italiana, alcuni elementi sono
sufficientemente chiari per non cadere in spiacevole equivoci. Uno di questi è rappresentato dalla
incompatibilità politica, culturale e programmatica tra le forze e i movimenti del Centro riformista e
democratico e il populismo demagogico, qualunquista e anti politico. Una incompatibilità che
affonda le sue radici nella cultura politica e in un universo valoriale che erano e restano alternativi
tra due precise concezioni della politica e quindi, e di conseguenza, anche della società. Non c’è,
infatti, alcuna convergenza tra chi sostiene e propugna la scorciatoia populista, come l’esperienza
dei 5 stelle, e chi invece individua nella politica e nelle sue storiche e costitutive categorie la
strada principale per affrontare e risolvere i problemi. E quando parlo del ritorno della politica
penso al ruolo dei partiti democratici, alla valenza della cifra riformista, alla cultura della
mediazione, al rispetto dell’avversario, al valore del pluralismo, alla centralità delle istituzioni
democratiche, alla autorevolezza e alla statura della classe dirigente e, in ultimo ma non per
ordine di importanza, alla qualità della democrazia. Tasselli che rendono, di fatto, e senza alcun
pregiudizio ideologico, semplicemente alternativi i riformisti rispetto ai populisti.
Ecco perchè, se c’è un campo concreto in cui la politica può ritornare protagonista e decisiva, è
proprio quello della costruzione delle alleanze. A livello nazionale come a livello locale e regionale.
Alleanze che prescindono, quindi, dal trasformismo, dall’opportunismo o dalla logica della sola
convenienza momentanea. Ma, al contrario, alleanze e coalizioni che dovranno basarsi
esclusivamente sulla coerenza e sulla serietà della politica. E quindi sulla affinità politica e
culturale tra i vari attori in campo. Del resto, com’è possibile pensare di rendere compatibile chi
pratica la deriva populista e anti politica come strumento decisivo per affrontare e risolvere i
problemi del nostro paese con chi, invece, fa del riformismo e della cultura di governo l’elemento
cruciale e decisivo per costruire le alleanze e dar vita ad un progetto politico? Sono, di fatto,
tasselli che contribuiscono, comunque sia, a ridare nobiltà alla politica e forse anche credibilità
alla stessa classe dirigente. E, nello specifico, contribuisce anche a sciogliere alcuni nodi
essenziali. E cioè, chi si allea con i populisti probabilmente condivide anche l’impianto ideale di
quella sub cultura. Cosa in sè legittima ma del tutto estranea rispetto a chi persegue altri valori,
altre prospettive e altri programmi.
Insomma, a partire dalle prossime elezioni regionali forse ci sarà la necessaria chiarezza politica e
culturale tra i vari partiti e nella costruzione delle stesse alleanze. Una pagina indubbiamente
importante che da un lato può rafforzare la vocazione riformista e di governo delle forze centriste
e, dall’altro, fa emergere in modo altrettanto chiaro l’alternativa populista e massimalista. Per
chiarezza e non per polemica.
“Il decreto Caivano, approvato dal governo Meloni lo scorso 15 settembre in risposta agli abusi sessuali di gruppo avvenuti nella località campana e a Palermo, introduce misure severe per affrontare i reati commessi da minori. Queste misure vanno dalla sanzione Daspo per i minori con più di 14 anni fino alla condanna a due anni di carcere per i genitori che trascurano l’obbligo di mandare i loro figli a scuola e alla detenzione per i minori che si dedicano allo spaccio di droga. Il decreto è attualmente all’esame in sede referente delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato per la conversione in legge.
Emerge chiaramente l’aspetto critico della carenza di risorse stanziate. Così secondo Daniela Ruffino, deputata di Azione e Vice-presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle Periferie, rimane il nodo problematico già individuato dalla nota di lettura del Servizio del bilancio al Senato per cui “In tale studio emerge chiaramente la necessità di maggiori dettagli al fine di fornire una precisa valutazione sulla coerenza delle risorse assegnate”.
Noi di Azione Under 30 spingiamo per misure che definiscano per gli insegnanti nelle zone più complesse una preparazione e formazione specifica per contrastare il fenomeno dell’abbandono delle scuole e che siano irrobustite, nelle previsioni contrattuali, le incentivazioni a restare in queste zone su un’ottica di medio-lungo periodo. Nella nostra proposta inoltre è riconosciuta l’importanza di costruire spazi in cui i ragazzi più esposti alle avversità e fragilità del proprio territorio possano sentirsi liberi di comunicare il proprio disagio, e non pensiamo soltanto allo sportello psicologico, ma attraverso una più proficua collaborazione tra le istituzioni scolastiche e le associazioni del terzo settore e le associazioni cittadine nella loro totalità.
Riteniamo che, specialmente nelle zone ad alta criticità sociale, l’istruzione non debba costituire uno strumento di coercizione, bensì una leva per ampliare il contesto educativo offerto, legando tutta la comunità cittadina alla scuola, ridando vita a un sistema che vede anche il 20% degli studenti abbandonare l’istituzione e perdere un’occasione per costruirsi un futuro migliore.
Daniela Ruffino
Deputata di Azione,
Vice-presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie
Stefano Callà e Jacopo Vanali
Gruppo U30 “Contrasto alla dispersione scolastica”
“Abbiamo elaborato un progetto, in fase di approvazione che sarà finanziato dalla Regione Piemonte e dai fondi della Legge 65/2012, condiviso dalle Federazioni di settore, che punta a recuperare una porzione del post olimpico da un lato e, soprattutto, a rilanciare la vocazione turistica e sportiva di Pragelato dall’altro. Si tratta, cioè, di trasformare l’evento internazionale, le Universiadi del 2025, in un appuntamento che sia in grado di trasformare una disciplina sportiva, con i relativi impianti, utilizzabile per tutto l’anno con una gestione sostenibile e duratura. Cioè, l’esatto opposto di quello che capitò con i trampolini del 2006.
In sostanza, si tratta di un Centro per lo Skiroll e il Biathlon completamente attrezzato, con l’obiettivo che diventi il Centro Federale delle discipline nordiche del nord-ovest. Abbiamo subito coinvolto la federazione, la FISI, per centrare questo grande obiettivo. Inoltre la completa ristrutturazione del centro olimpico di fondo a Plan ed importanti interventi sull’impianto di innevamento che, dopo vent’anni, manifesta dei seri problemi.
L’elemento trainante è lo Skiroll che consente l’attività sportiva in tutti i mesi dell’anno quando non c’è neve e offre l’opportunità di destagionalizzare l’offerta turistica di Pragelato. Il progetto prevede diverse piste adatte a tutti i livelli, dai principianti ai professionisti di prima fascia e potrà accogliere gare anche a livello mondiale.
Lo skiroll, inoltre, è un’attività sportiva in forte crescita; una disciplina a basissimo impatto ambientale; non è un’attività sportiva energivora; si coniuga in modo efficace con Pragelato dove sono presenti zone protette di Natura 2000; viene realizzata recuperando una zona già pesantemente compromessa per l’impianto olimpico del salto e dove sono oggi presenti l’impianto di pompaggio per la produzione della neve e l’impianto del teleriscaldamento di Pragelato; e, infine, i costi di gestione sono molo contenuti. Inoltre lo skiroll consente la pratica del biathlon per tutto l’anno sfruttando appieno il poligono.
Un progetto che, secondo tutti gli esperti del settore, tiene conto del contesto ambientale e del rapido mutamento climatico puntando su asset che garantiscono facile accessibilità, gestioni sostenibili e sopportabili senza continuare ad inseguire sogni ormai impraticabili e costosissimi per un’altitudine come Pragelato, come nuovi impianti di risalita dove si è poi costretti a scaricare sui cittadini le ingenti perdite di gestione di questi impianti.
Pragelato ha molte altre potenzialità da sviluppare. Ed è necessario rafforzare il tessuto imprenditoriale di questa località in nuovi e rinnovati settori specifici. E la nuova gestione del rifugio Troncea, lo sblocco del progetto delle borgate di Laval e Joussaud, la capanna del Sole, il progetto del Centro Federale, il prossimo bando per le Casermette sono stati – e saranno – uno stimolo imprenditoriale per Pragelato. Cioè una località che deve guardare ad attività che incentivano lo sport, tempo libero, turismo ambientale e naturalistico.
E il progetto legato alle prossime Universiadi si inserisce in questo percorso di sviluppo”.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere nazionale Anci.
Mauro Maurino, Vice Sindaco Pragelato.
Stoccate a destra e a sinistra. Un Matteo Renzi in grande forma conquista il palco da vero mattatore nell’evento “Volare Alto” promosso questa sera al Collegio San Giuseppe da Italia Viva di Torino.
L’ex premier, di fronte a una sala gremita, attacca il governo: “Sta cambiando idea su tutto. Quando il governo ha preso il via, un anno fa, all’anniversario della marcia su Roma c’era chi ne temeva una nuova. Questi invece fanno la retromarcia su Roma”.
Non risparmia neanche il Pd, di cui fu segretario: al giornalista che gli chiede delle difficoltà dei dem a fare la coalizione dice che il partito della Schlein “sta facendo fatica. Pensate a chi ha votato il Pd ai tempi del 40%, credeva nel jobs act. Oggi sono diventati per il reddito di cittadinanza. Il Pd doveva sostenere le grandi battaglie in Europa, ora sta con Conte” E la Schlein “parla un linguaggio non sempre comprensibile”.
Renzi è già in campagna elettorale per le elezioni europee candidato del collegio nord ovest. E, per il momento, niente alleanze: “Per le europee – afferma – correremo da soli. Noi siamo convinti che l’Europa abbia bisogno di una bella sveglia e sia i sovranisti di destra, cioè Meloni e Salvini, sia i populisti di sinistra, cioè Schlein e Conte, non danno risposte. Allora Italia Viva corre e io ci metto la faccia”. Gran finale motivazionale con il coach Al Pacino che in uno spezzone da cinefili sprona la squadra.