POLITICA- Pagina 128

Lista Cirio: Solidali con le Forze dell’Ordine

Un atto in Consiglio regionale per tutelarne l’immagine e l’onore

Il Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale depositerà in Consiglio Regionale un Ordine del Giorno in cui impegna la Giunta a esprimere in tutte le sedi istituzionali, a livello nazionale e internazionale, la solidarietà del Consiglio Regionale del Piemonte, a fronte delle affermazioni dell’Ecri, Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa, che nulla a che vedere hanno con una realtà di dedizione, sacrificio, spirito di servizio che oltre 99mila agenti di Polizia dello Stato, più di 64mila agenti della Guardia di Finanza e oltre 100mila Carabinieri dimostrano ogni giorno e in ogni occasione.

Le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine sono attivi nella tutela dei cittadini, nel contrasto alla criminalità, nella lotta alle mafie e al terrorismo, operano per la legalità e la sicurezza della comunità nazionale e rappresentano un importante presidio per la tutela dei diritti e della democrazia.

Ci uniamo allo stupore espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da altre cariche istituzionali, rispetto alle dichiarazioni dell’Ecri e ribadiamo il nostro pieno sostegno alle Forze dell’Ordine che ringraziamo per il preziosissimo e insostituibile lavoro svolto per il bene della collettività.

Silvio Magliano, Capogruppo Lista Civica Cirio Presidente

Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio Regionale

Sergio Bartoli

Mario Salvatore Castello

Elena Rocchi

Daniele Sobrero

Socio-assistenziale: 45 milioni di euro agli enti gestori

Per il 2024 la Regione Piemonte ha disposto un trasferimento di quasi 45 milioni di euro agli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali. Lo ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, rispondendo all’interrogazione di Monica Canalis (Pd).

“Alcuni dei 45 enti gestori del Piemonte ricevono dalla Regione meno risorse di altri, sulla base di criteri demografici e di dispersione territoriale stabiliti nel 2010. Credo che sia tempo di aggiornare questi criteri, tenendo conto del mutato quadro epidemiologico e demografico. L’obiettivo è evitare iniquità e garantire uniformità delle politiche sociali” ha replicato Canalis.

La Regione, come spiegato, individua nella gestione associata, e in particolare in quella consortile, la forma idonea a garantire l’efficacia e l’efficienza degli interventi e dei servizi sociali di competenza dei Comuni.

Nell’interrogazione, Canalis ha sottolineato come negli ultimi anni gli enti gestori abbiano dovuto far fronte a un aumento delle povertà materiali ed educative, del disagio psichico, della non autosufficienza, delle problematiche famigliari, della condizione giovanile e della genitorialità, della solitudine, soprattutto dopo gli anni della pandemia di Covid 19. Inoltre dal 2023 gli stessi enti gestori hanno dovuto gestire le domande per i nuovi bandi domiciliarità e residenzialità del bonus “Scelta Sociale”.

 

 Conticelli (PD) “Il parto in anonimato è dignità e sicurezza per madre e il figlio” 

“Un’occasione persa in consiglio regionale per esprimere nel concreto, con un atto politico,  il sostegno alle donne e ai bambini e la tutela della genitorialità responsabile. Spero che nella prossima seduta ci siano le condizioni per dimostrare che il tema è davvero un interesse trasversale, perché si parla della salute psicofisica delle persone, come è emerso oggi nel corso del dibattito. Se c’è una disponibilità ad uscire dalla demagogia su temi così importanti è il momento di provare a dimostrarlo.
“I due documenti presentati oggi in aula avevano un punto d’approdo comune, che era la tutela dei neonati e la promozione di una campagna informativa corretta rispetto ai diritti e alle opportunità offerte alle donne che non intendano riconoscere il nascituro o che si trovino di fronte degli impedimenti che non riescono ad affrontare.
 “Le culle per la vita rappresentano una iniziativa del terzo settore che si “aggiunge” però all’opportunità primaria offerta dalla legge italiana e dalla sanità pubblica, ovvero del parto in anonimato in ospedale. Il nostro ordine del giorno chiedeva di promuovere una campagna informativa su quest’ultima possibilità e di potenziare i servizi sanitari di base che dovrebbero accogliere le donne prima del momento del parto, al fine di poter affiancare la donna non solo nel momento finale della sua scelta, cioè i consultori.
Il parto in anonimato e i consultori non sono istituzioni “di parte”, ma sono servizi sanitari pubblici, in capo alle aziende sanitarie e quindi alla Regione. I consultori sono servizi a bassa soglia e cui rivolgersi senza ticket o impegnativa, accessibili a tutte le donne,  comprese le cittadine straniere, indipendentemente dalla loro condizione giuridica, minorenni, o vittime di violenza. Intercettare il disagio è fondamentale e lo diventa ancor di più se fatto prima del parto. L’accoglienza della donna in una struttura sanitaria pubblica la mette in condizioni di fare le proprie scelte in sicurezza, con rispetto per il proprio vissuto e le proprie decisioni e nella tutela completa del nascituro.”
Lo dichiara la consigliera regionale del PD Nadia Conticelli, prima firmataria dell’ordine del giorno “parto in anonimato e potenziamento dei consultori”

Rete ospedaliera, Pd: “Studio interessante ma responsabilità è politica”

PENTENERO – VALLE – CONTICELLI (PD): “UNA BASE DA APPROFONDIRE”

 In Commissione Sanità del Consiglio regionale è stato presentato uno studio clinico gestionale di AGM Project Consulting e Ires Piemonte relativo al dimensionamento della rete ospedaliera e territoriale del Piemonte, nonché della rete di emergenza-urgenza, che, secondo il Presidente della Commissione Icardi, dovrebbe rappresentare la base del nuovo piano socio-sanitario.

“Si tratta di un interessante strumento di conoscenza e di progettazione, utile a imbastire la discussione sul nuovo piano sociosanitario su basi scientifiche e oggettive. Sarà interessante, quindi, approfondire come questo modello ha valutato i nuovi ospedali e, soprattutto, i servizi dei vari ambiti territoriali e dei presidi già presenti, caso per caso. Certo la responsabilità delle scelte alla fine ricade sulla politica: prendo ad esempio la vicenda del Martini, condannato alla chiusura dal piano di rientro, salvato da Saitta e, nel corso dell’ultima consiliatura, interessato da imponenti lavori fino a diventare l’ospedale più moderno della città” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle (Pd).

“L’analisi tiene conto dell’esistente, ma rispetto alle possibili evoluzioni la politica deve dire in che direzione intende andare. Ad esempio i quasi seimila parti annui del Sant’Anna sono un numero abnorme, che va redistribuito sul territorio, con particolare attenzione alla zona nord. E, ancora, se si pensa ad un polo materno infantile, dove si colloca la ginecologia non legata al parto? Si intende tenere la salute delle donne fuori dal polo di eccellenza e di ricerca del Parco della Salute? Queste sono domande a cui non può rispondere un’indagine tecnica, ma dipendono dalla programmazione e dalle scelte dei decisori politici” spiega la Consigliera regionale Pd Nadia Conticelli.

“Quello che è stato reso evidente oggi è che non esiste alcuna strategia nella gestione della nostra sanità da parte della Giunta Cirio – conclude la Presidente del Gruppo Pd Gianna Pentenero – E ancora una volta appare assurda l’idea di scorporare Regina Margherita e Sant’Anna dalla Città della Salute. Vorremmo, poi, a fronte anche di studi così importanti, avere finalmente una pianificazione dettagliata delle risorse destinate all’edilizia sanitaria. Tanti interrogativi restano aperti e credo che siamo veramente lontani dalla creazione di un piano sociosanitario, mentre ci si limita a procedere con decisioni a spot e molto confuse”.

Salis, Giachino:  “Silenzio assordante della Schlein e del PD” 

Prefetto e Parlamento intervengano. L’europarlamentere incita Askatasuna e lotta No Tav

LA TAV è un’opera strategica per l’Europa e per l’Italia come ha votato più volte il Parlamento italiano che ha anche approvato l’accordo con la Francia e il progetto.
Di più dopo il voto contrario del Comune di Torino del 29 ottobre 2018 e la grande risposta SITAV del 10.11.2018 , il 7 agosto 2019 il Senato bocciò la Mozione NoTav dei cinque stelle. Il 12 Novembre 2011 la Legge Finanziaria definì il cantiere di interesse nazionale.  Non è pertanto ammissibile che Parlamentari italiani o europei come la Salis o Sindaci con la fascia tricolore manifestino , approvino o incitino alla lotta NOTAV, peraltro subito seguiti da attacchi al cantiere con danni a persone, aziende e cose.  Questa lotta e’ costata al Paese la perdita di miliardi di PIL e di migliaia di posti di lavoro e un aumento dei costi dell’opera di 2,5 miliardi.
L’intervento della Signora Salis nella sede di Askatasuna a proporre come modello la lotta dei NoTav deve avere delle risposte chiare e forti di Governo, Prefetto, partiti. Concordo con quanto dichiarato dalla on. Montaruli  Stamane ho chiesto al Prefetto di Torino di convocare una riunione con i partiti perché i continui attacchi al cantiere sono intollerabili oltreche’ essere un insulto ai disoccupati e ai senza lavoro. Non si può far finta di niente e bamblinare. I tempi lunghi della realizzazione dell’opera la economia torinese e valsusina li stanno pagando da anni . L’Osservatorio venne istituito dal Governo Berlusconi nel marzo 2006. Il progetto definitivo approvato nel 2015. I lavori dal lato italiano stanno a zero. Se pensiamo che il primo traforo del Frejus venne costruito in soli 13 anni.
Mino GIACHINO 
SITAV SILAVORO

Culle per la vita in ogni struttura sanitaria con un reparto di pediatria o neonatologia

Un’opportunità in più di accoglienza e vita per le cittadine piemontesi

Il Consiglio Regionale ha approvato oggi un Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale che impegna la Giunta Regionale a predisporre tutte le iniziative necessarie per la collocazione di una “culla per la vita” in ogni struttura sanitaria sul territorio regionale che disponga di un reparto di pediatria o neonatologia e ad attuare una opportuna campagna di informazione in tutta la regione.

La Culla per la vita è un dispositivo riscaldato e collegato con i servizi sanitari di primo soccorso nel quale le madri in difficoltà possono lasciare il neonato in totale anonimato, aprendo la strada a un percorso di adozione, senza riconoscerlo.

La culla per vita è un’opportunità che affianca il percorso del parto in anonimato e un’alternativa a gesti estremi di disperazione, in quanto offre alla madre l’opportunità di lasciare il neonato con la certezza che in breve tempo incontrerà persone e sanitari pronti a prendersene cura.

Ci auguriamo che quest’Ordine del Giorno trovi quanto prima completa attuazione, diffondendo la culla per la vita in tutte le strutture sanitarie piemontesi che dispongano di un reparto di neonatologia o pediatria e che un’adeguata campagna informativa porti a conoscenza di questa opportunità il maggior numero possibile di cittadine e cittadini piemontesi.

I dati pubblicati dall’Istat e relativi al 2023 riportano un calo delle nascite rispetto al 2022 del 3,4%: l’anno scorso sono nati soltanto 379.890 bambini, con un record negativo di 1,2 figli per donna che colloca l’Italia agli ultimi posti al mondo per natalità. Quello relativo alle “Culle per la vita” è soltanto un piccolo passo, ma nel corso della legislatura il nostro Gruppo si impegnerà perché siano messe in campo tutte le azioni possibili a favore della famiglia e della natalità.

Attualmente in Piemonte sono operative tre “Culle per la vita”:

  •  Casale Monferrato – Movimento per la Vita (via Gonzaga 65);
  • Giaveno (TO) – Centro Accoglienza alla Vita l’Annunciazione (via Rametti angolo via Seminario – di fronte all’ospedale);
  • Torino – Movimento per la Vita, presso Ser.MI.G (Arsenale della Pace, piazza Borgo Dora 61).

Silvio Magliano, Capogruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio Regionale

Sergio Bartoli

Mario Salvatore Castello

Sanità, Valle (Pd): “Liste d’attesa, traguardo lontano”

LA REGIONE ALZI LA VOCE CON IL GOVERNO”

 

«In attesa che l’intelligenza artificiale applicata al nuovo Cup regionale risolva ogni problema, ad oggi i dati delle liste d’attesa ci dicono che siamo ancora molto lontani dalla soluzione. Ci sono tanti problemi organizzativi che la Giunta Cirio in questi anni non ha affrontato, ma la questione fondamentale è la necessità di aumentare le assunzioni, l’unica vera cura per un sistema sanitario malato. Il Governo ha impostato risorse aggiuntive in prevalenza sul 2026, lasciando però sul 2025 risorse neanche sufficienti per coprire i maggiori costi del SSN. Le Regioni devono alzare la voce, difendersi da un Governo che scarica su di loro la responsabilità di tagliare servizi sanitari ai cittadini. Se Cirio e Riboldi vorranno, saremo al loro fianco per difendere la sanità piemontese e italiana»: lo afferma il consigliere regionale e vice presidente della IV Commissione Daniele VALLE (Pd).

 

Ecco qualche dato:

Ecografia muscolotendinea: a Torino e in Preovincia non c’è posto, bisogna andare a Novara il 5 novembre…ma del 2015!

Colonscopia: anche qui nessun posto a Torino e Provincia, bisogna andare a Vercelli, il 27 novembre, per fortuna di quest’anno!

Visita dermatologica: quasi impossibile trovare un posto, ma la fortuna arride agli audaci: al San Lazzaro (Molinette) il 25 maggio 2025!

Gastroscopia (EGDS): c’è un posto al San Luigi di Orbassano l’11 settembre del 2025;

Visita oculistica: c’è posto al San Luigi di Orbassano il 17 giugno del 2025;

Rm alla colonna: c’è posto a Rivoli il 13 febbraio del 2025, oppure al Mauriziano il 22 luglio 2025;

Eco transvaginale: qui va meglio, c’è posto al Mauriziano il 26 novembre del 2024;

Visita pneumologica: anche qui si può esser contenti, un posto al Mauriziano il 2 dicembre del 2024;

Ecografia addome completo: nessun posto da nessuna parte;

Ecocolordoppler TSA: alle Molinette il 9 dicembre del 2025;

Ecografia mammaria: il 6 agosto del 2025 al Mauriziano.

 

Marini, il grande sindacalista che diventa anche leader politico

Rileggere con onestà intellettuale e senza pregiudizi la biografia pubblica di Franco Marini – cioè l’impegno sindacale prima e poi quello politico ed istituzionale – ci permette di arrivare alla conclusione che si tratta quasi di un “unicum” nella storia democratica del nostro paese. E cioè, un dirigente di primo livello del sindacato italiano – è stato segretario generale della Cisl dal 1985 al 1991 – e poi un leader politico e di partito altrettanto importante e autorevole sino alla fine della sua vita. Una esperienza, appunto, originale e sino ad oggi unica nel panorama politico e sindacale del nostro paese. Certo, ci sono stati molti sindacalisti che hanno assunto, poi, ruoli politici ed istituzionali importanti. Nella Cgil come nella Cisl e nella Uil. Ruoli politici, di partito e soprattutto istituzionali che, però, non hanno mai eguagliato quello che ha rappresentato Franco Marini nel panorama pubblico italiano per molti anni.

Ora, al di là del suo concreto percorso sindacale, politico ed istituzionale – a tutti noto e conosciuto – quello che non può non essere rilevato è che Marini, pur avendo una forte indole e carisma politici, non ha mai confuso la sua lunga, proficua e ricca attività sindacale con una militanza diretta nell’azione politica. Pur facendo parte da sempre della corrente di Carlo Donat- Cattin, Forze Nuove, la storica sinistra sociale di ispirazione cristiana, Marini non ha mai confuso i due piani perchè ha sempre predicato, e soprattutto praticato, l’autonomia sindacale rispetto alla concreta militanza politica. Percorso che poi ha concretamente declinato nel momento in cui ha cessato definitivamente la sua attività nella Cisl. Ed è proprio questo l’elemento che fa di Marini un punto di riferimento e, soprattutto, un esempio di credibilità e di trasparenza nel rapporto tra il sindacato e la politica. Certo, rientra nel dna storico della Cisl questa concezione. Da sempre alternativa rispetto a quella della Cgil che contempla la cosiddetta “cinghia di trasmissione” tra il sindacato e il partito di riferimento. Ieri il Pci e oggi il Pd. Ma quello che merita di essere richiamato e fortemente sottolineato è che il modello perseguito da Marini – cioè da un sindacalista che è stato ai vertici di un’organizzazione nazionale e poi da un politico che è stato unanimemente riconosciuto come un autorevole leader di partito – è sempre stato chiaro e netto. Nessuna commistione, nessuna confusione e, nello specifico, nessuna tentazione di trasformare il sindacato in una semplice clava da scagliare contro il nemico politico di turno. Insomma, potremmo dire che l’esperienza concreta di Franco Marini è stata semplicemente alternativa rispetto a quella che oggi declina, ad esempio, il leader indiscusso della Cgil Maurizio Landini. Ovvero, un sindacato schieratissimo con una coalizione politica – quello della sinistra, e sin qui nulla di nuovo sotto il sole – e dove non si capisce bene dove c’è la proposta sindacale rispetto a quella squisitamente politica e partitica.
Ecco la differenza di fondo dell’attività sindacale prima e politica poi di Marini rispetto a quella di molti sindacalisti di oggi. Dico questo perchè il sindacato è forte, autorevole, competitivo e soprattutto rappresentativo se non diventa solo ed esclusivamente un braccio operativo ed organizzativo di un partito o di uno schieramento politico. Perchè quando si presenta questa situazione non si capisce più chi detta l’agenda a chi. Se il sindacato al partito o il partito al sindacato. E proprio sotto questo versante l’esempio di Franco Marini continua ad essere di straordinaria attualità e modernità anche nella stagione sindacale e politica contemporanea.

Giorgio Merlo