POLITICA- Pagina 100

Canalis – Valle (Pd): “Case comunità via Pellico e via Farinelli lettera morta?”

«Il grido di dolore che arriva dal territorio di San Salvario e dai 1093 firmatari delle petizione con cui si chiede la creazione di Casa di Comunità presso l’ex ospedale Valdese conferma che l’allarme da noi lanciato a suo tempo si sta dimostrando purtroppo fondato: le Case di Comunità non finanziate con il Pnrr rischiano di rimanere sulla carta! . In Piemonte con i fondi messi a disposizione del Pnrr si stanno realizzando solo 82 Case di Comunità contro le 91 previste. Tra quelle non finanziate ci sono le strutture di via Pellico 19 (ex Valdese) e di via Farinelli 25, a Torino. La DGR del 25 luglio del 2023 prevedeva per via Pellico 19  3.040.000 di fondi statali ex articolo 20 e 160.000 euro di fondi regionali, mentre per via Farinelli 25, 3.040.000 di euro di fondi statali ex articolo 20 e 160.000 euro di fondi regionali. Fondi apparentemente non ancora resi disponibili per l’ASL Città di Torino.

Mentre in quelle finanziate dal Pnrr i lavori devono essere conclusi entro il 2026, nelle altre tutto è fermo. Si tratta di territori con una popolazione molto anziana, in particolare molte donne sole e a basso reddito, ed è quindi fondamentale poter disporre di una struttura che, come la Casa di Comunità, vede la coesistenza di servizi sanitari e servizi sociali. Un ritardo o, peggio, la mancata realizzazione di queste strutture a Torino costituirebbe una gravissima perdita ai danni dei cittadini più fragili, penalizzando ingiustamente ed incomprensibilmente queste aree metropolitane rispetto ad altre zone di Torino e del Piemonte»: lo affermano i consiglieri regionale del Pd Monica CANALIS e Daniele VALLE a margine dell’audizione in IV Commissione delle prime firmatarie della petizione con cui si chiede la realizzazione a San Salvario di una Casa di Comunità Hub presso l’ex ospedale Valdese, petizione sottoscritta da 1093 cittadine e cittadini.

Ambrogio-Ravello (Fdi): “Esercito in Barriera vittoria dello Stato”

“PER I CITTADINI UNA LIBERAZIONE”

“Grazie al Governo Meloni e al Ministro della Difesa Guido Crosetto, quella di oggi è una giornata di cui andare fieri e orgogliosi: la presenza dell’Esercito in Barriera di Milano è la vittoria dello Stato su degrado e delinquenza, un punto di svolta sia per il quartiere che per tutta Torino”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“Per i cittadini – continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d’Italia – una liberazione: dimostriamo, con fatti concreti, quanto politica e istituzioni possano incidere su tali dinamiche. Chi tifa per le zone franche, chi ha osservato impotente e per anni il fenomeno, oggi riceve una sonora lezione di pragmatismo e di buon governo. Lo avevamo promesso in campagna elettorale e oggi decliniamo quelle parole in azione: vogliamo, perciò, ringraziare i militari e gli agenti impegnati nell’operazione, veri e propri avamposti di speranza e di legalità”.
Così Paola Ambrogio, Senatore torinese di Fratelli d’Italia e Roberto Ravello, dirigente regionale FdI Piemonte.

+Europa: “Pd M5S? Valuteremo i programmi”

“Apprendiamo, in qualità di ‘alleati-spettatori della coalizione di centrosinistra’, del continuo susseguirsi di incontri tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni regionali. L’ennesimo incontro verterebbe sul programma, in particolare sulla sanità. Partecipiamo lealmente da due mesi al tavolo del programma della coalizione a cui non abbiamo fatto mancare il nostro contributo. Se l’accordo Pd-Cinque Stelle si concretizzerà valuteremo nel merito i punti di mediazione definiti e decideremo di conseguenza. Alcuni punti per noi sono insindacabili per il futuro della nostra Regione e dei piemontesi. Uno su tutti la realizzazione della Tav, che deve procedere celermente. Su temi come sanità e trasporti rifiutiamo ogni approccio ideologico fatto di slogan come l’invocazione del tutto pubblico, perché riteniamo che responsabilmente questi problemi, così importanti per i cittadini e per la nostra economia, necessitino di proposte più equilibrate ed articolate. Per quanto concerne la scelta del candidato o della candidata alla presidenza della Regione, ribadiamo la nostra posizione a favore delle Primarie di coalizione come metodo democratico e partecipativo indispensabile per rivitalizzare e dare forza ad un progetto alternativo al centrodestra di Cirio e Marrone.” Così in una nota il Coordinatore di +Europa in Piemonte Flavio Martino.

Fissolo: “Messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali in prossimità delle scuole”

 

Solo pochi mesi addietro, con una precedente interpellanza (la 567_2023), il Consigliere Fissolo aveva evidenziato che il PNSS (Piano Nazionale di Sicurezza Stradale) ha individuato tra le categorie a rischio più elevato di incidenti proprio i pedoni. Tra le zone più sensibili cui prestare maggiore attenzione rientrano sicuramente gli attraversamenti pedonali in prossimità di plessi scolastici. Tra questi rientra l’attraversamento pedonale di fronte al Liceo Primo in via Giulio Carcano nella Circoscrizione 7. L’attraversamento essendo posto in mezzo ad un rettilineo può diventare pericoloso per studenti e corpo docente che fanno il loro ingresso nell’istituto scolastico.

Nel suo intervento in discussione il Capogruppo dei Moderati Fissolo ha dichiarato: “È fondamentale garantire la sicurezza ai nostri studenti e ritengo doveroso per la Città attuare tutti gli interventi possibili per ridurre il più possibile il rischio di investimenti pedonali in particolar modo di fronte alla scuole come il Liceo Primo presso cui da tempo è stato richiesto, anche dalla Circoscrizione, un attraversamento pedonale rialzato.”

 

Guglielmo (Azione Piemonte U30): “Noi siamo accanto ai movimenti Lilla per i Disturbi dei Comportamenti Alimentari”

Il 19 gennaio le piazze d’Italia si sono colorate di lilla. Da nord a sud, passando per il centro, sono state migliaia le persone che si sono ritrovate a manifestare contro il taglio ai fondi dei Disturbi del Comportamento Alimentare operato dal Governo Meloni. Nello specifico, il fondo dedicato ai DCA era di 25 milioni, azzerati con un colpo di spugna dal ministro Schillaci, e poi riportato a 10 milioni in seguito alle proteste emerse.

 

Le risorse così stanziate risultano totalmente insufficienti a colmare le tante lacune presenti in questo ambito. Ciò che va considerato infatti, è che in Italia sono circa tre milioni e mezzo le persone che soffrono di disturbi dei comportamenti alimentari e nove sono le vittime giornaliere in media nel nostro paese (la seconda causa di morte giovanile dopo gli incidenti stradali). Il gruppo di Azione Torino (come tutte le altre sedi su territorio nazionale) ha deciso di scendere in piazza Castello accanto alla Fondazione Fiocchetto Lilla, per sostenere la necessità non tanto di un rinnovo dei fondi, quanto di un inserimento strutturale di un budget autonomo all’interno dei sistemi L.E.A. Esso obbligherebbe di fatto tutte le regioni a fornire i livelli essenziali di assistenza e dotarsi almeno di una struttura residenziale.

La salute continua ad essere la priorità assoluta per il nostro partito che da sempre lotta per una sanità pubblica più efficiente e soprattutto per un Sistema Sanitario Nazionale realmente universale. Questa scelta da parte dell’esecutivo mette in una condizione di grave difficoltà le moltissime persone che soffrono di DCA dimenticando che, come dichiara l’onorevole Daniela Ruffino da sempre in prima linea per la battaglia sulla salute mentale, “un paese civile non abbandona i più deboli.”

Il percorso, dunque, che viene chiesto da tutte le associazioni che si occupano del tema e di cui noi come Azione abbiamo cercato di farci da portavoce, è di indipendenza e di permanenza delle risorse per contrastare queste malattie. Questo approccio renderebbe possibile la continuità necessaria nelle cure e porrebbe chiunque nelle condizioni di potervi accedere con regolarità e celerità. È impensabile che una persona affetta da anoressia piuttosto che di bulimia, per poter ricevere l’assistenza sanitaria in una struttura pubblica sul territorio piemontese, debba attendere dai 9 ai 12 mesi (ci sono regioni in cui queste tempistiche si allungano ulteriormente) per scalare le liste d’attesa. In alcuni casi, questo periodo risulta fatale.

È il momento in cui il governo deve dare risposte, non bastano cerotti come i fondi da dieci milioni. Serve una presa di responsabilità, ci sono tre milioni e mezzo di persone, soprattutto giovani, che aspettano.

Italia Lib Pop: “Trionfalismi per un’opera zoppa”

In questi giorni si sprecano cerimonie, dichiarazioni, visite di Ministri e leader politici nazionali in concomitanza con la riattivazione del collegamento ferroviario tra il centro di Torino e l’aeroporto: un trionfalismo, forse esagerato, per un’opera il cui ripristino si attendeva da tempo, ma sulla quale vi sono ancora fin troppi aspetti da analizzare.

“Il ripristino della Torino – Ceres, in realtà ancora più che parziale, ha portato un’ondata di trionfalismo in tutto il bacino. Un trionfalismo che appare forzato ed esagerato per un’opera il cui completamento richiederà ancora parecchi anni, che al momento ha frequenze di passaggio insufficienti, i cui orari tagliano fuori fasce orarie fondamentali sia per l’aeroporto che per l’utilizzo dei pendolari ed i cui costi di viaggio hanno subito aumenti sensibili per un servizio che impiegherà gli stessi tempi di percorrenza di un secolo fa”, così, Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la rimessa in funzione dell’opera.

Ad esempio, la stazione di Porta Susa sarà collegata in 31 minuti con l’aeroporto, lo stesso tempo impiegato il secolo scorso dai primi convogli elettrici per collegare il centro città con lo scalo aeroportuale.

L’opera, che ancora taglierà fuori le Valli di Lanzo in attesa che vengano completati i lavori sulla linea nel tratto successivo a Germagnano, avrà una frequenza di passaggio insufficiente a sfruttarne la piena potenzialità per divenire strategica per il movimento di studenti e pendolari del bacino.

“A questi punti deboli si aggiungono gli orari, con i primi treni dopo le 6 del mattino e gli ultimi intorno alle 22 che di fatto non ne permetteranno l’utilizzo per molti pendolari e per gli utenti dello scalo aeroportuale che utilizzano i molti voli del primo mattino e quelli serali”, aggiunge Desirò.

Anche i costi di servizio fanno storcere il naso a molti, a partire dagli utenti under 26 il cui costo di abbonamento è raddoppiato, così come il biglietto per i viaggiatori saltuari.

“Un’opera che si attendeva da anni e che potrebbe rappresentare un’infrastruttura strategica sia in ottica di mobilità sostenibile che di potenziali investimenti sul territorio e che invece rischia di essere ancora una volta  un’occasione almeno parzialmente persa con orari, frequenze, costi non in linea con un servizio zoppo e che lo sarà ancora a lungo”, conclude Desirò.

Un’infrastruttura, dunque, che a fronte di un trionfalismo ingiustificato richiederà ancora molto lavoro affinché se ne possano sfruttare le grandi potenzialità e se ne possano apprezzare le eventuali ricadute.

Italia Liberale e Popolare

Coordinamento Regionale Piemonte

Avetta (Pd): “Tempesta perfetta sulla Torino-Ivrea-Aosta”

 “FRUTTO DELL’ERRORE DI AVER LASCIATO MANO LIBERA AD ATIVA”

 

«L’episodio avvenuto la scorsa notte a Cossano, dove un tir si e’ incastrato nella piazza centrale e ha fatto seri danni, è solo l’antipasto di quanto i Comuni del nostro territorio dovranno sopportare nei prossimi mesi, qualora dovesse essere confermata la chiusura di un tratto dell’autostrada A5 Torino-Ivrea-Aosta. In questo caso la “tempesta perfetta” sarebbe davvero servita: chiusa la ferrovia, chiusa parzialmente l’autostrada, chiuso il traforo del Bianco (per non dire del Frejus), il Piemonte è sempre più isolato. Fin quando la Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana, ha avuto un ruolo di rilievo nella società Ativa, queste problematiche venivano gestite con attenzione e senso di responsabilità e non scaricati sui Comuni che subiscono impotenti i disagi. Il presidente Saitta prima, Fassino ed io poi, abbiamo sempre difeso il ruolo della Provincia e della Città Metropolitana in Ativa, perché sapevamo che solo un ente pubblico ha la sensibilità necessaria ad evitare di scaricare sul territorio problemi della viabilità autostradale. Affidarsi completamente ai privati è stato uno sbaglio. Ora che tutto è in mano privata, sono le nostre comunità ad essere chiamate a pagare a caro prezzo quell’errore. Senza dimenticare il caro prezzo che ricade sui cittadini, che subiscono i rincari dei pedaggi a fronte di continue criticità sull’A5, come su altre tratte autostradali piemontesi. Porterò all’attenzione della Regione Piemonte questa situazione, perché la regione non può certo assistere inerme a tutto ciò».

 

Alberto AVETTA

Consigliere regionale PD

Vice Presidente II Commissione

Forza Italia a congresso con Tajani

Ieri al Teatro Carignano si è svolto il Congresso di Forza Italia della Città di Torino alla presenza di Antonio Tajani, occasione per “incoronare” Alberto Cirio alla ricandidatura di governatore del Piemonte.  È stato eletto per acclamazione Marco Fontana, riconfermato  coordinatore e segretario del partito per i prossimi tre anni oltre alla sua squadra di componenti del coordinamento e di delegati nazionali.

Merlo: Piemonte, l’accordo con i populisti è alternativo alla cultura di governo

“Senza entrare nel merito del confronto tra il Pd e il movimento 5 stelle sulle prossime elezioni
regionali del Piemonte, una considerazione politica di fondo non si può non fare. E cioè, è
francamente imbarazzante, nonchè complicato, costruire una alleanza di governo anche per
guidare una regione importante come il Piemonte, con un partito populista e anti politico come
quello dei 5 stelle. Una alleanza che, com’è persin ovvio ricordare, prescinde da qualsiasi
valutazione politica e progettuale e che sarebbe ispirata solo e soltanto dalla logica del
pallottoliere.
Un elemento, questo, che spinge oggettivamente l’area popolare, centrista e riformista a guardare
politicamente altrove”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi-Popolari uniti.

Pdf: “Più culle e reddito di maternità per dire sì alla vita”

Riceviamo e pubblichiamo – Cristina Zaccanti, PdF Piemonte “Altri bambini come Lorenzo potrebbero essere salvati se chi ci amministra operasse con maggiore radicalità per aiutare le donne a scegliere di fare le mamme.”
Un bambino, Lorenzo, abbandonato a Villanova Canavese accanto al cassonetto, “al freddo e al gelo”, e una famiglia generosa che è disposta ad accoglierlo. La notizia è del 15 gennaio u.s. ed ha suscitato interesse e commozione nell’opinione pubblica e in alcuni dei nostri amministratori.
Il presidente Alberto Cirio ha visitato il piccolo presso l’ospedale di Ciriè ed ha ribadito come in Piemonte occorra creare le condizioni affinchè chiunque abbia necessità di partorire in anonimato lo possa fare.
Il consigliere regionale Andrea Cane ribadisce a sua volta l’urgenza di incrementare le “culle per la vita”. L’assessore Maurizio Marrone rilancia la “stanza dell’ascolto”, istituita presso l’Ospedale Sant’Anna, per fornire supporto ad una scelta consapevole e sostegno economico e psicologico anche attraverso il “Fondo Vita nascente”.
«Diamo atto all’attuale amministrazione- dichiara Cristina Zaccanti, coordinatore regionale de “Il Popolo della Famiglia”- di aver dimostrato attenzione e sensibilità verso il dramma più grande, la denatalità. Nel Torinese anche quest’anno abbiamo avuto il record di culle vuote. I neonati sono il 30%in meno rispetto a 15 anni fa. Un inverno demografico che ogni anno si aggrava. Secondo i dati forniti da “Demo” dell’Istat,  nell’ultimo anno a Torino i neonati sono stati 1.210 e i morti 2.545 (-1.335)».
Si è conclusa da poco una raccolte di firme a sostegno di una proposta di legge di iniziative popolare “Un cuore che batte” promossa da persone accomunate dalla concezione della sacralità della vita umana. Un’altra iniziativa denominata “Una firma per la vita” sempre promossa da un gruppo spontaneo di cittadini sta per prendere il via.
«Soffia un vento nuovo anche in Italia- aggiunge Zaccanti- un vento che arriva dall’Europa orientale dove da anni nella Russia di Putin è stato istituito il “capitale di maternità” ma anche dagli USA dove, più di recente, in un solo anno ci sono stati 60000 nati in più e nel Texas gli aborti da oltre 50000 si sono ridotti a 34.
Auspichiamo che il governatore Cirio e la sua amministrazione diano un segnale ancor più forte prendendo in seria considerazione il “reddito di maternità” a misura regionale, una indennità fissa per i primi 8 anni di vita del bambino, di 1000 euro al mese (un figlio costa in media 650 euro) che consenta alla donna in attesa di crescere il suo bambino, tra le proprie braccia e non di abbandonarlo in un sacchetto per strada. Una vita salvata è anche un bene prezioso per la collettività»