POLITICA

Bartoli (Lista  Cirio): “Approvati 8 emendamenti al PSSR”

Su autopsia virtuale, metodo Feldenkrais e maggiori servizi per aree decentrate e montane, come il Canavese

Il Consiglio regionale ha approvato otto emendamenti al PSSR 2025-2030 presentati da Sergio Bartoli (Lista Civica Cirio Presidente PML), Presidente della V Commissione Ambiente.

«Ci tengo in modo particolare – spiega Bartoli -, a una serie di emendamenti dedicati ai servizi territoriali, per offrire alle zone non densamente popolate opportunità adeguate di presa in carico e cura: grazie ai miei emendamenti vengono previste regole chiare di funzionamento per le case di comunità, in modo che il loro funzionamento sia omogeneo su tutta la regione. Un secondo emendamento introduce la possibilità di utilizzare unità sanitarie mobili, ambulatori itineranti, telemedicina e diagnostica di primo livello diffusa, strumenti già esistenti e già sperimentati. L’obiettivo è garantire continuità assistenziale, ridurre le disuguaglianze territoriali e assicurare che il diritto alla salute sia uguale per tutti, indipendentemente dal luogo in cui si vive. Un terzo atto prevede invece il rafforzamento del ruolo dell’Infermiere di Famiglia e Comunità nelle aree disagiate, Ho previsto inoltre il coinvolgimento dei Comuni e degli Enti gestori dei servizi socio-assistenziale al momento della definizione dei Piani delle Attività Territoriali e il r afforzamento dei servizi di salute mentale nei distretti periferici».

“Con due emendamenti separati – conclude Bartoli – introduco nel Piano Socio Sanitario regionale l’autopsia virtuale e il metodo Feldenkrais. L’autopsia virtuale consente di migliorare la qualità diagnostica, ridurre i tempi delle procedure e limitare gli spostamenti delle salme, un aspetto particolarmente rilevante per i territori lontani dai grandi centri di medicina legale. Allo stesso tempo, garantisce una maggiore tutela della dignità della persona deceduta e una maggiore attenzione alle esigenze dei familiari. Il secondo emendamento prevede uno spazio specifico per i programmi riabilitativi basati sulla neuroplasticità, tra cui il Metodo Feldenkrais, già utilizzato in diverse realtà europee come supporto ai percorsi riabilitativi tradizionali. Tale metodo ha come obiettivo il miglioramento della funzionalità motoria e della qualità della vita delle persone. L’emendamento non impone nuovi obblighi, ma consente alle Aziende sanitarie di valutare gli esiti clinici e, se efficaci, integrarli nella rete riabilitativa regionale”.

Perché Trump vuole la Groenlandia

 

Nel 2019, l’idea di Donald Trump di acquistare la Groenlandia ha fatto notizia in tutto il mondo. Ma perché un Presidente degli Stati Uniti sarebbe interessato a un’isola remota dell’Artico? La Groenlandia, pur avendo pochi abitanti, è ricca di risorse naturali come minerali e metalli rari, fondamentali per la tecnologia moderna. Inoltre, la sua posizione strategica nell’Artico ha un valore militare e geopolitico significativo.
Trump stesso ha definito l’acquisto come un “affare straordinario”, sostenendo che gli Stati Uniti avrebbero potuto beneficiare delle risorse e del controllo strategico dell’isola. La proposta però è stata accolta con sorpresa e rifiuto dalla Danimarca, a cui la Groenlandia appartiene, e molti l’hanno vista più come un gesto simbolico che realistico.
In sintesi, dietro l’idea di Trump c’era una combinazione di opportunità economiche, strategiche e, come spesso accade nelle sue mosse politiche, un forte impatto mediatico.

Enzo Grassano

Piccola politica di pessimo gusto

Sempre più imbronciata Giorgina Meloni. Dai, diciamocelo che un po’ di tenerezza ci fa. Il popolo vota sempre di meno ma Lei, magari in fondo rischia ancora di farcela. Ed alla fine che altro si può. Cucciola, stretta tra Trump e Zelensky che altro vorrebbe? Sulla finanziaria direi le solite cose.
L’opposizione ne “approfitta”? Assolutamente no. Il caso di Askatasuna ne è emblematico. Piantedosi batte 3 a 0 il sindaco Lo Russo. Sgombero immediato dello stabile inagibile di corso Regina. Con la domanda : ma al sindaco chi glielo ha fatto fare di infognarsi in questa vicenda. Inclusione sociale? Encomiabile ma totalmente inutile. E giù con la destra inebriata che soffia sul fuoco. Ed eccoli gli antagonisti che gongolano sulla repressione del dissenso. Mi pare, forse sbaglierò, che più che repressione del dissenso sia solo la volontà di non avere regole da rispettare. Tornando al nostro amato Sindaco si è fidato di chi non doveva fidarsi. Proprio vero che la Storia non insegna nulla.  Ogni volta che la sinistra riformista corre dietro alla sinistra sbrindellata toppa alla grande. Nel 1977 Enrico Berlinguer, oggi direi quasi venerato, definì gli antagonisti di allora piccoli untorelli. Purtroppo poco e’ cambiato tranne, cosa non trascurabile, partiti e uomini politici.
Ora c’è solo spazio per le piccole cose di pessimo gusto. Dove violenza si abbina al ridicolo per la sua totale inutilità. Purtroppo il nostro amato Sindaco Lo Russo ha toppato. Inutile girarci intorno. Ha dato credibilità a chi credibilità non aveva. Concretamente grande favore alla destra, ultimamente a corto di argomenti. Sbagliare è umano, non ammetterlo un po’ meno. Il clima continua ad essere brutto. Ed ovviamente non mi riferisco al clima atmosferico. Tra un po’ Natale e ci stiamo avvicinando ad un nuovo anno. Cerchiamo un po’ di serenità. Difficile ma almeno tentiamoci. Difficile ma non impossibile. E direi viva la famiglia. Viva la nostra famiglia sarà un modo, sicuramente parziale nel rispondere a queste brutture quotidiane.

PATRIZIO TOSETTO

Carcere “Lorusso Cutugno”, visita del Partito Radicale

Mercoledì 24 dicembre alle ore 10 presso il carcere “Lorusso Cutugno” di Torino una delegazione del Partito Radicale farà visita al penitenziario torinese. Della delegazione faranno parte Mario Barbaro del consiglio generale del Partito Radicale, Alberto Nigra già parlamentare, Claudio Desirò segretario di Italia Liberale e Popolare, Bruno Mellano già parlamentare e garante dei detenuti della Regione Piemonte. Partecipano alla visita il Presidente della Camera Penale del Piemonte e della Valle d’Aosta Avv. Roberto Capra e l’Avv. Alberto Gorga.
Al termine della visita del penitenziario torinese la delegazione incontrerà la stampa alle ore 13.
È prevista inoltre la visita al Carcere di Alessandria “San Michele” il giorno 29 dicembre con una delegazione composta da Bruno Mellano, Daniele Robotti e Paolo Giargia che entrerà nel carcere a partire dalle ore 10.

Askatasuna, discussione in Sala Rossa

Pubblichiamo di seguito una sintesi del dibattito su Askatasuna svoltosi ieri in Consiglio comunale

Sara Diena (Sinistra ecologista) ha evidenziato la situazione grave di Vanchiglia giunta al quinto giorno di militarizzazione e attribuisce la responsabilità dell’accaduto al ministro Piantedosi. La consigliera ha rivendicato la presenza di esponenti del proprio gruppo al corteo di sabato, convinta della bontà del progetto di collaborazione in atto per un bene comune condiviso e in difesa del centro sociale.

Federica Scanderebech (Forza Italia) ha dichiarato che se ci sarà un nuovo bando di assegnazione dello stabile di corso Regina è condizione indispensabile non sia concesso agli attuali gestori che hanno fallito. La consigliera chiede un nuovo gestore credibile dell’edificio; la presa di distanza del sindaco dagli esponenti della Giunta che hanno partecipato al corteo di sabato; le sue dimissioni.

Andrea Russi (M5S) ha definito sbagliata la gestione del patto di collaborazione da parte della Città che non ha saputo seguirne l’applicazione. Ritiene il risultato un fallimento che ha messo in cattiva mostra Torino e ha consegnato una vittoria politica alla destra. Ha invitato Lo Russo a prendersi le proprie responsabilità e a dimettersi.

Domenico Garcea (Forza Italia) ha criticato il fatto che dopo lo sgombero una componente rilevante della maggioranza consiliare abbia scelto di manifestare insieme agli anarchici. Servono chiarezza, coerenza e rispetto delle Istituzioni – ha ribadito, chiedendo le scuse ufficiali al sindaco per il percorso avviato e di avviare un nuovo bando senza corse preferenziali e senza rendite di posizione.

Un intero quartiere – ha detto Valentina Sganga (M5S) – è sceso in strada per difendere Askatasuna, che è luogo di socialità, mutualismo, sport e cultura popolare. È stata – ha sostenuto – una risposta dal basso a bisogni reali, a cui il Governo ha voluto lanciare un messaggio politico: è stato un attacco all’autonomia della città. La Val Susa paura non ne ha e neanche Torino – ha concluso.

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) si aspettava che il sindaco fosse più felice, dopo che da tempo ripeteva di aver posto fine all’occupazione abusiva di Askatasuna. Ha quindi ricordato di essere stato minacciato quando è andato in sopralluogo con la Commissione e di non essere neanche riuscito a entrare nell’edificio. Nel Patto – ha affermato – non c’è stata alcuna collaborazione e noi continueremo a batterci per la legalità.

 

Nel suo intervento, Simone Fissolo ricorda la favola della rana e dello scorpione, per dire che il patto firmato con la Città prevedeva un percorso comune, nessuna violenza e fine dell’occupazione. Dimenticando che, chi è abituato alla violenza non cambia natura solo per una richiesta della Città. Firmato il patto la violenza è aumentata: blocchi a ferrovia e aeroporto, scontri alla Leonardo, irruzione alla redazione de La Stampa. E non sono episodi isolati. Ma la violenza, per il capogruppo dei Moderati, va fermata, è eversiva. E le istituzioni devono reagire con fermezza. Perché se tollerata, la violenza cresce. Condivisibile la volontà del sindaco di una città inclusiva, anche con i centri sociali, ma questi devono rispettare le regole della legalità. Infine, Fissolo dichiara di non avere capito la presenza dell’assessore con delega ai beni comuni alla manifestazione di sabato.

 

Per Fabrizio Ricca (Lega) il sindaco scarica le colpe sul governo perché quanto accaduto è la certificazione del più grande fallimento di questa Amministrazione, basato su una scommessa persa in partenza. Scarica le colpe sul governo per nascondere sotto il tappeto la polvere di una maggioranza che da una parte non voleva quel luogo e dall’altra va a manifestarci insieme. Soprattutto scarica le colpe sul governo per nascondere come, in tre giorni, per le strade di Vanchiglia, fascisti rossi hanno messo a ferro e fuoco il quartiere. Per Ricca, infine, oggi va ringraziato il ministro Matteo Piantedosi, perché ha permesso che a vincere oggi fosse lo Stato di diritto.

 

Se fino ad oggi si è giocato troppo sull’ambiguità, Elena Maccanti (Lega) chiede adesso di scegliere da che parte stare: con la legge, la legalità e le forze dell’ordine o se stare dalla parte di chi, da mesi, continua a mettere a ferro e fuoco la città. E Maccanti cita gli assalti ai commissariati di Polizia, alle OGR, l’assalto alla Città metropolitana, le devastazioni alla Leonardo, le occupazioni dei binari delle stazioni ferroviarie, l’assalto alla redazione de La Stampa, ultimo di una vergognosa escalation di violenze che si è manifestata anche perché all’interno della Sala Rossa si è giocata una partita ambigua. Cosa si doveva ancora aspettare per stracciare il patto con Askatasuna, si chiede la consigliera. Concluso perché a seguito di perquisizioni disposte dall’autorità giudiziaria sono state trovate persone che all’interno di quello stabile non ci potevano stare, perché inagibile. Oggi ci aspettiamo che anche il sindaco esca dall’ambiguità rispetto ad una parte della sua maggioranza che continuano a giustificare violenze che Torino non può più accettare.

 

Enzo Liardo (Fd’I) ha sottolineato come dopo la stipula del patto di collaborazione si siano verificati molti episodi di violenze, affermando che il suddetto patto era nato per scongiurare lo sgombero. Il consigliere ha poi definito ridicolo sostenere che lo sgombero è stato disposto per distrarre l’opinione pubblica dalle difficoltà del governo, intorno al quale in consenso cresce, aggiungendo che non si è trattato di repressione bensì di ripristino della legalità. Infine, ha annunciato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Jacopo Rosatelli, sostenendo che questi ha manifestato con l’emblema della violenza.

 

Per Elena Apollonio (Demos), per trent’anni si era ignorata un’occupazione che aveva prodotto iniziative positive come il doposcuola ma anche episodi di violenza, come in Val di Susa. Ha poi reso merito al sindaco di aver immaginato un percorso per sanare la situazione, tuttavia infrantosi contro la muscolarità dei violenti, che ha spianato la strada al centrodestra. La consigliera ha poi stigmatizzato respingendo quella che ha definito una prova muscolare che per sgombrare sei persone ha militarizzato un quartiere. Apollonio ha concluso affermando che la violenza mascherata da diritto a manifestare va fermata sul nascere, per costruire la città nel dialogo, perché la violenza è contro la democrazia e la libertà.

 

Che ci fossero tuttora occupanti nello stabile era cosa nota, secondo Silvio Viale (Radicali +Europa), che ha definito Askatasuna come sede di violenti, spiegando come episodi di intolleranza all’università e violenze nei cortei partivano dal centro sociale, che pure aveva contraddizioni interne. Viale ha poi espresso dubbi sulle attività sociali attribuite ad Askatasuna. Viale ha quindi rievocato gli anni Novanta, quando l’allora Pds scelse coraggiosamente di appoggiare Castellani e non la visione ancorata al passato rappresentata da Novelli. Per lo stabile occorre voltare pagina, ha aggiunto, auspicando un bando e chiedendosi se soggetti che si erano schierati in modo entusiasta, come Arci, Gruppo Abele, Cgil sarebbero in grado di usarlo per vere attività sociali.

 

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha affermato che l’epilogo di Askatasuna non può essere lo sgombero, sebbene le violenza non sia mai accettabile nei confronti di chiunque. Ha commentato che la criminalizzazione del dissenso non è la strada da seguire così come la fine del patto di collaborazione che rappresenta l’unica strada amministrativa ragionevole, un atto coraggioso che va riconosciuto al sindaco. La consigliera ha chiesto l’allargamento del patto al coordinamento cittadino.

Ivana Garione (Moderati) si è detta rammaricata del periodo natalizio diventato critico a Torino dopo lo sgombero del centro. La consigliera ha chiesto la presa di distanza dai responsabili di Askatasuna e a criticato l’assessore Rosatelli per la partecipazione al corteo di sabato scorso.

Emanuele Busconi (Sinistra Ecologista) ha rivendicato il percorso seguito dalla Città; la presenza in piazza al corteo di sabato di esponenti del gruppo; la volontà di proseguire col patto di collaborazione e ha confermato la linea politica di opposizione alla chiusura di Askatasuna.

Non è facile intervenire su un tema che riguarda tutta la città – ha affermato Claudio Cerrato (PD), sottolineando la distanza sua e del suo partito dai movimenti antagonisti. È nettissima la condanna di ogni forma di violenza – ha ribadito, esprimendo solidarietà ai poliziotti feriti.  Mi fa paura – ha concluso – la voglia di radicalizzazione e la conseguente richiesta di un “nuovo ordine”.

 

(A cura dell’Ufficio stampa del Consiglio comunale)

Askatasuna, Scanderebech: “Si apra un bando serio rivolto a soggetti diversi”

L’INTERVENTO DELLA CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA A PALAZZO CIVICO

«Se si procederà con un nuovo bando per l’assegnazione dell’immobile, la richiesta minima e sensata è che non venga rivolto nuovamente ai soggetti che hanno eluso il Patto di Collaborazione. Quei soggetti hanno fallito miseramente, lasciando l’immobile ancora occupato.
Chiediamo quindi che vengano individuati soggetti diversi, perché non siamo disposti a tollerare ulteriori sprechi di risorse pubbliche. In caso contrario, la responsabilità dovrebbe ricadere direttamente sul Sindaco e sulla sua maggioranza, anche a livello economico sul bilancio della Città.
Per mesi ci è stato detto che non credevamo nella possibilità che il Patto potesse andare in porto; per una volta, il Sindaco metta davanti l’interesse collettivo della città, restituendo l’immobile a un’associazione credibile, senza soggetti che direttamente o indirettamente si rifacciano ad Askatasuna.
Chiediamo l’apertura di un bando serio, con finalità sociali, anche a livello europeo. Un sistema di punteggi potrebbe valorizzare progetti che coinvolgano la popolazione anche quella palestinese e gli studenti presenti in città, prevedendo, ad esempio, la possibilità di destinare parte dello spazio all’accoglienza di profughi palestinesi o di famiglie i cui bambini sono stati ricoverati nei nostri ospedali cittadini.
Con questo ribadiamo il nostro impegno per la causa palestinese: non si tratta di una provocazione, come sostenuto da alcuni media, ma basta con il “gioco delle tre carte”. Piena solidarietà agli agenti feriti e ferma condanna agli atti di violenza.
E ci auguriamo che il Sindaco prenda le distanze da chi all’interno della sua Giunta contraddice la sua volontà di recedere il Patto e batte cassa forse per rimanere all’interno della coalizione affinché lo stesso Patto riparta con i medesimi soggetti coinvolti.
Infine, ringraziamo il Sindaco per aver respinto, in aula lo scorso lunedì, la mozione di accompagnamento al DUP che chiedeva la revoca del Patto e per aver dato seguito, a distanza di sole 60 ore, a quanto richiesto.
Sindaco, si dimetta, ha fallito. Ma ha vinto la legalità dopo 29 anni!».

Regione: approvato il Piano socio-sanitario 2025-2030

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il Piano socio-sanitario 2025-2030 con 30 voti favorevoli e 16 contrari.

“Con questo atto restituiamo alla Regione il suo ruolo di ente di programmazione – ha detto il presidente della Regione Alberto Cirio -. Il Consiglio ha dimostrato una grande maturità complessiva, adesso il piano dovrà essere attuato e attualizzato e, se è giusto che il Consiglio regionale dia la bussola, il governo regionale dovrà fornire alle nostre aziende la mappa dettagliata per raggiungere gli obiettivi che la democrazia ha indicato”.

“Dopo 30 anni abbiamo rinnovato interamente il piano, che è la carta nautica del futuro della sanità piemontese – ha ribadito l’assessore alla Sanità Federico Riboldi -. Finalmente abbiamo scritto nero su bianco, con la condivisione ampia delle opposizioni, gli obiettivi per i prossimi venti anni. Primo fra tutti quello di riportare al centro della sanità pubblica le persone che oggi sono escluse e abbattere le liste d’attesa. Un grazie alla maggioranza, alle opposizioni e a tutti coloro che durante le tante audizioni sui territori, hanno contribuito a riscrivere un documento programmatico di grande valore attraverso contenuti di merito”.

Per Maurizio Marrone, assessore alle Politiche sociali: “tra le maggiori conquiste del piano c’è l’integrazione tra sociale e sanitario, spesso rimasta solo sulla carta in un sistema che per troppi anni ha tradito l’applicazione concreta dell’universalità delle prestazioni, soprattutto nella presa in carico delle cronicità e delle persone più fragili. Il documento Introduce novità concrete e misure strutturali e di sostegno economico diretto nell’accesso a una serie di servizi, che valorizzano la scelta delle famiglie e contrastano i rincari dove c’è un mercato privato e non ancora una dimensione di convenzionamento”.

Prima della votazione finale sono intervenuti i capigruppo di maggioranza e opposizione.

Daniele Valle (Pd) ha sottolineato che “il confronto in audizione con tutte le realtà del territorio e l’attività emendativa che ne è seguita hanno dato dignità a tante questioni che il testo originario non affrontava. Nel complesso il giudizio resta però negativo per un difetto di impostazione, oggi abbiamo un piano che è una mappa di principi ma non dice nulla su tempi, risorse e modalità di attuazione”.

Silvio Magliano (Lista Cirio) ha parlato di “grande capacità di ascolto da parte degli assessori Riboldi e Marrone. Il nostro gruppo ha sottolineato direttrici importanti come l’innovazione nei nostri ospedali, l’attenzione agli stili di vita dei giovani, maggior attenzione a disabilità, ad un approccio multidisciplinare alla psichiatria, sfida alle cronicità e aiuto ai caregiver”.

Per Davide Buzzi Langhi (Fi) “il piano non è un semplice documento di programmazione ma una scelta politica che riflette una visione di sanità pubblica universale, moderna, territoriale e umana e più efficiente. Ora la vera sfida sarà l’attuazione: la direzione intrapresa è quella giusta e il gruppo di Forza Italia sarà parte attiva di questo processo, garantendo il proprio sostegno alla Giunta”.

Vittoria Nallo (Sue) ha parlato di “rinuncia a realizzare un atto di indirizzo davvero operativo, che riesca a definire obiettivi misurabili, indicatori di risultato e vincoli sulle grandi riorganizzazioni aziendali. E rinuncia al ruolo del Consiglio regionale di valutazione e di controllo delle azioni politiche regionali, dal momento che non sono stati accolti gli emendamenti che chiedevano di fissare vincoli e parametri minimi strategici”.

Alice Ravinale (Avs) “è stato violato il fondamento normativo e legale per arrivare del piano, cioè l’articolo 12 della legge 18/2007 che, come abbiamo chiesto per mesi, dice che il piano deve contenere la stima dei fabbisogni, il quadro delle risorse umane e finanziarie e obiettivi misurabili con indicatori chiari. Avete fatto un piano in contrasto con la legge che lo presiede, alla faccia della legalità”.

Luigi Icardi (Lega) “Votiamo convintamente a favore perché riteniamo sia un ottimo strumento per il futuro della sanità piemontese. È stato fatto un grande lavoro in Commissione, dando voce a molte realtà che hanno contribuito a migliorare il documento. Significativa è stata la voce del Politecnico di Torino che ha definito il testo strategico nei contenuti, fatto di obiettivi che determineranno con chiarezza la sanità del futuro”.

Carlo Riva Vercellotti (FdI): “È un documento che, grazie all’innovazione tecnologica, affronterà il problema delle liste di attesa e che intende studiare i flussi di mobilità per organizzare al meglio i dati e arrivare a identificare i potenziali divari nell’offerta territoriale. Un testo che considera la diagnosi precoce e la presa in carico non una spesa, ma un risparmio. Ci tengo a sottolineare che il Governo nazionale nell’ultima legge di bilancio ha previsto 143 miliardi di spesa sanitaria, la più importante cifra mai registrata nella storia repubblicana”.

Sarah Disabato (M5s): “Il paino arriva con forte ritardo a dimostrazione che negli ultimi anni la Giunta Cirio ha navigato a vista senza una programmazione. Continuiamo a riscontrare gravi carenze sulle liste d’attesa, sull’edilizia sanitaria e sull’assunzione del personale. Non c’è chiarezza sulle risorse e tantomeno un cronoprogramma delle azioni da intraprendere sui territori. Abbiamo comunque dato il nostro contributo con emendamenti di merito, ad esempio, sulla sicurezza del personale all’interno delle strutture e sulla tutela del benessere degli animali”.

Ufficio Stampa CRP

Pompeo (PD): “Sul nuovo ospedale di Cambiano servono garanzie immediate”

“La bocciatura del mio odg è un grave errore, la Giunta si assume una responsabilità pesante verso i territori di Moncalieri, Chieri e Carmagnola”

22 dicembre 2025 – “Il nuovo ospedale unico di Cambiano rappresenta un investimento importante, ma non può diventare un salto nel buio per tre territori che, oggi, possono contare su presidi fondamentali per l’emergenza e l’urgenza. Per questo avevo presentato un ordine del giorno collegato al PSSR, che purtroppo la maggioranza ha scelto di bocciare senza fornire alcuna garanzia concreta” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo, esprimendo forte preoccupazione per la decisione assunta dal Consiglio regionale.

“Il mio atto di indirizzo chiedeva alla Giunta di impegnarsi a garantire i livelli di tempestività nell’erogazione dei servizi di emergenza e urgenza sanitaria previsti dal decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992, nei territori di Chieri, Carmagnola e Moncalieri quando saranno sostituiti dall’Ospedale Unico di Cambiano. Parliamo di due DEA e un Pronto Soccorso che oggi assicurano interventi tempestivi a oltre 310 mila abitanti. Il trasferimento di tutte le attività nel nuovo ospedale rischia di allungare i tempi di risposta, in contrasto con gli standard nazionali che prevedono interventi entro 8 minuti in area urbana e 20 minuti in area extraurbana. La Giunta ha scelto di ignorare questo rischio” prosegue Pompeo.

“La maggioranza ha respinto anche la richiesta di chiarire il destino degli edifici che oggi ospitano i tre ospedali, e di valutarne la trasformazione in Ospedali di Comunità, Case di Comunità, Unità di Continuità Assistenziale o altre strutture territoriali, come previsto dal DM 77/2022. È inaccettabile che interi territori possano essere privati di punti di riferimento essenziali senza un piano chiaro, trasparente e condiviso. La Regione non ha saputo dire se intenda mantenere attivi i DEA e il Pronto Soccorso fino alla piena operatività del nuovo ospedale, né quali servizi resteranno radicati nelle comunità locali. Sono in gioco la salute e la sicurezza di centinaia di migliaia di cittadini” incalza la Consigliera dem.

“Serve una programmazione seria, non slogan. I sindaci, gli operatori sanitari e i cittadini meritano risposte precise e soluzioni strutturali, non l’ennesimo rinvio. La bocciatura del mio odg è un segnale preoccupante: continueremo a vigilare perché la riorganizzazione dell’ASL TO5 non si traduca in un depauperamento dei servizi. La Giunta oggi ha perso un’occasione per dare certezze ai territori” conclude Pompeo.