POLITICA

Centri Impiego, Canalis (Pd): “Fondi spesi ma nebbia sulla riforma”

Gli interventi per la ristrutturazione e l’ammodernamento dei Centri per l’Impiego, finanziati con risorse nazionali e PNRR, procedono nel rispetto delle scadenze, ma non è ancora chiara la riforma ventilata dall’assessore Chiorino

16.12.2025 – Nel rispondere al mio Question time odierno, l’assessore Chiorino ha rassicurato sui tempi di spesa delle risorse PNRR per i Centri per l’impiego e per il programma GOL entro la scadenza di giugno 2026, ma non ha offerto chiarimenti sulla riforma complessiva dei Centri per l’impiego, più volte ventilata.

Ad oggi sono stati impegnati 52 dei 68 milioni di euro, risorse nazionali e PNRR, per rafforzare la formazione degli operatori dei Centri per l’impiego, per i sistemi informativi e le infrastrutture.

Per quanto riguarda il programma GOL, al 30 novembre 2025, 165.632 persone hanno trovato lavoro e tutti i 294 milioni di euro assegnati sono stati impegnati.

Il nodo della riforma dei Centri per l’impiego sarà cruciale per garantire continuità ed efficienza: servono assunzioni di nuovi operatori e c’è un problema di sedi e di spazi fisici.

Monitoreremo che entro il 30 giugno venga conclusa la formazione delle restanti persone disoccupate e soprattutto che questa grande mole di fondi europei erogata in maniera straordinaria durante la pandemia abbia un seguito e non resti una cattedrale nel deserto.

Monica CANALIS – vice presidente commissione lavoro e attività produttive del Consiglio Regionale

La risposta della Giunta al question time di Sergio Bartoli (Lista Cirio)

 

«Dopo il question time, Regione già attivata: lunedì tavolo al Ministero»

Nel corso della risposta fornita al question time presentato da Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Consiliare – Ambiente, l’Assessore regionale Elena Chiorino, a nome della Giunta, ha confermato che la Regione Piemonte sta seguendo con attenzione la vicenda Konecta, annunciando una serie di iniziative conseguenti al confronto avvenuto in Aula.

In particolare, rispondendo all’interrogazione di Bartoli, l’Assessore ha comunicato che è stato programmato per lunedì 22 dicembre un tavolo di confronto presso il Ministero del Lavoro, con la partecipazione dell’azienda e delle organizzazioni sindacali. È stato inoltre precisato che, a valle dell’incontro ministeriale, la Regione promuoverà ulteriori momenti di consultazione, nell’ambito delle proprie competenze, partendo dalle basi condivise già definite.

«I lavoratori di Konecta e le loro famiglie non sono soli – commenta Sergio Bartoli –. La risposta della Giunta al mio question time conferma che la Regione ha rafforzato il proprio impegno su questa vertenza, assumendo un ruolo attivo di accompagnamento e tutela».

«Spostare la sede di lavoro di un numero così rilevante di dipendenti – prosegue Bartoli – ha una ricaduta concreta sulla qualità della vita delle persone, sulle loro famiglie e sull’intero territorio. Per molti lavoratori affrontare quotidianamente lunghi spostamenti verso il capoluogo significa rinunciare ad attività sociali e di volontariato, con un conseguente impoverimento del tessuto comunitario locale, già fortemente sotto pressione».

«La presenza della Regione, ribadita oggi in Aula – conclude Bartoli – rappresenta un elemento fondamentale di tutela per i lavoratori e per gli Enti Locali. Continuerò a seguire con attenzione questa vicenda affinché si costruiscano soluzioni equilibrate, capaci di difendere il lavoro e il territorio, nel rispetto delle legittime esigenze dell’azienda».

Opposizioni in Regione, PSSR: “un piano incompleto dopo anni di ritardi”

Le opposizioni in Consiglio regionale esprimono una valutazione fortemente critica sul Piano Sociosanitario Regionale, arrivato in Aula dopo un lungo e travagliato percorso. Secondo i gruppi di minoranza, il documento resta fragile e privo di una visione strategica, nonostante le numerose modifiche introdotte grazie al lavoro svolto in Commissione e agli emendamenti presentati.

“Gli oltre 200 emendamenti presentati dalla Giunta dimostrano che approvare il Piano sociosanitario entro l’estate sarebbe stata una forzatura e avrebbe prodotto un documento inservibile. Fin dall’inizio, infatti, avevamo segnalato errori, lacune e dati non aggiornati. Sarebbe stato molto meglio partire subito con le audizioni in Consiglio regionale, coinvolgendo tutte le forze politiche, invece di tentare un percorso di consultazioni gestito dalla sola Giunta, rivelatosi confuso e insufficiente. Con nove incontri sul territorio abbiamo ascoltato amministratori, operatori, associazioni e sindacati, restituendo al Consiglio un ruolo centrale di confronto con la società piemontese. I contributi raccolti sono ora pubblici e consentono di misurare la distanza tra le richieste del territorio e il testo finale che, purtroppo, resta ampia. Nel merito, il giudizio del PD resta negativo: il Piano è ancora privo di una solida base epidemiologica, di obiettivi chiari, risorse definite e indicatori di risultato. Riconosciamo che alcune integrazioni utili, sia della Giunta sia delle Opposizioni, siano entrate nel piano al seguito del lavoro di Commissione, ma non bastano a colmare l’assenza di una visione complessiva. La sanità piemontese ha bisogno di scelte chiare e condivise, non di un Piano fragile e costruito in ritardo” dichiara Daniele Valle, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Sanità.

Sul merito delle modifiche apportate, il Partito Democratico rivendica il ruolo decisivo svolto dalle opposizioni nel rafforzare alcuni capitoli chiave del Piano.

“Il Piano Socio Sanitario arriva oggi in Consiglio in una versione con qualcosa in più rispetto a quella iniziale, solo col nostro intervento. La maggioranza aveva presentato un testo debole e generico, che è stato corretto grazie agli emendamenti che abbiamo portato nel merito.

Sulla salute mentale abbiamo imposto un cambio di paradigma: non più una logica di cronicizzazione fondata su farmaci, ospedalizzazioni e residenzialità, ma il recupero della persona, il rafforzamento dei servizi territoriali, il lavoro di équipe integrate e il ruolo centrale del Piano Terapeutico Riabilitativo Individuale. Un’impostazione che migliora la qualità della cura e rende più efficiente anche la spesa pubblica. Sugli obiettivi strategici abbiamo introdotto il principio di equità, indicando priorità chiare: rafforzamento della sanità di prossimità, presa in carico delle fragilità e superamento di una programmazione ospedaliera ormai superata, che non tiene conto dell’invecchiamento della popolazione, della lezione del Covid, del Decreto 77 e del PNRR. Sulla salute delle donne abbiamo colmato vuoti evidenti, inserendo la prevenzione della violenza di genere, il riconoscimento del dolore pelvico cronico e della vulvodinia, e il potenziamento della rete per i disturbi alimentari.

Resta però una contraddizione politica enorme: a fronte di obiettivi condivisibili, non ci sono risorse, non ci sono finanziamenti, non c’è un quadro economico credibile. Senza investimenti, anche i miglioramenti ottenuti col nostro intervento rischiano di restare sulla carta”, afferma la capogruppo PD in Consiglio regionale del Piemonte Gianna Pentenero.

Anche il Movimento 5 Stelle sottolinea i ritardi accumulati dalla Giunta e le criticità strutturali ancora presenti nel documento.

“Il piano socio-sanitario approda a Palazzo Lascaris dopo anni di attese e di ritardi, anni nei quali la Giunta Cirio ha gestito la sanità in maniera improvvisata e senza alcuna programmazione – aggiunge Sarah Disabato, capogruppo M5S -. Sul documento permangono dubbi e criticità, a partire dalla mancanza di risorse per attuare le misure inserite nel piano, per arrivare al problema della carenza di personale che rimane irrisolto, senza considerare l’immobilismo che continua a regnare sovrano sull’edilizia sanitaria, dove non si posa un mattone se non per ospedali e case di comunità, strutture realizzate con i fondi PNRR portati a casa dal governo Conte”.

Disabato rivendica tuttavia i risultati ottenuti grazie al confronto in Commissione e alle audizioni.

“Grazie al lavoro fatto in Commissione e alle audizioni dei sindacati, degli ordini professionali, delle associazioni, degli enti locali e di tutti i soggetti interpellati – prosegue Disabato – il Movimento 5 Stelle è però riuscito a portare a casa importanti migliorie al piano socio-sanitario: un monitoraggio più stringente delle attività svolte in intramoenia, maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso il rafforzamento degli Spresal, l’introduzione di misure strutturali per la prevenzione ed il contrasto della violenza nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario, il riconoscimento della rilevanza della pratica della crioconservazione degli ovociti. Stiamo inoltre lavorando per apportare ulteriori modifiche al testo, ad esempio per quanto riguarda l’attenzione verso gli animali oppure il contrasto ai Pfas”.

Dura anche la posizione del gruppo Stati Uniti d’Europa, che denuncia l’assenza di scelte chiare su risorse e personale.

“La Giunta evita il cuore del problema: risorse e personale. Questo Piano non chiarisce né le previsioni di spesa né come si intenda garantire i professionisti necessari. Dopo sei anni, non è più solo mancanza di visione: è incapacità di governo” dichiara Vittoria Nallo, Presidente del Gruppo Stati Uniti d’Europa per il Piemonte, che aggiunge: “È inaccettabile che si rinunci a definire obiettivi misurabili, criteri di scelta, condizioni minime di tutela per pazienti e operatori, indicatori di risultato, vincoli sulle grandi riorganizzazioni aziendali e infrastrutturali. Anche per questo, a proposito di Torino, abbiamo preteso, con un nostro emendamento, che la riorganizzazione della rete ospedaliera non possa essere improvvisata. Ogni iniziativa deve essere coerente con il progetto del Parco della Salute: servono logistica, pianificazione e soldi certi”, incalza Nallo. “Ma la sanità è fatta soprattutto di cura. Per questo abbiamo inserito, tramite emendamenti già approvati in commissione, due elementi di civiltà. Primo, una rivoluzione sugli screening neonatali: abbiamo impegnato la Regione ad allargare i test a tutte le malattie previste dai nuovi LEA e a finanziare anche le patologie non ancora incluse a livello nazionale. E dopo la diagnosi, a garantire che i pazienti vengano presi in carico immediatamente. Secondo, il modello Housing First per i senza fissa dimora: dare una casa è la base per qualsiasi percorso di cura sociosanitaria e psicologica. Terzo, la sanità transfrontaliera. L’attenzione alle aree interne è rimasta troppo spesso soltanto teorica: grazie al nostro emendamento la cooperazione con la Francia è finalmente realtà, superando il paradosso geografico dell’Alta Val Susa e delle terre di confine.”

In chiusura, Alleanza Verdi e Sinistra ribadisce il giudizio complessivamente negativo sull’impianto del Piano, pur riconoscendo i miglioramenti ottenuti grazie al lavoro delle opposizioni.

“Il piano era e resta insufficiente nel suo impianto complessivo, è un’occasione persa per individuare i fabbisogni e obiettivi socio-sanitari da misurare con indicatori chiari. – conclude Alice Ravinale, capogruppo di AVS – “Grazie a un lavoro attento di ascolto fatto in Commissione e al lavoro unitario delle opposizioni in questi mesi, siamo soddisfatte che, per esempio, nella nuova versione siano state accolte le proposte su temi cruciali come la salute mentale, ma anche su fattori che hanno un impatto enorme sulla sanità e di cui non c’era traccia nella prima versione, in primis l’inquinamento dell’aria. Come AVS abbiamo portato l’attenzione a specifiche situazioni che oggi entrano nel piano: la prevenzione per le persone con BRCA, mutazioni che predispongono ad alcuni tipi di tumori; le cure riabilitative per le persone con mielolesioni, a partire dal rafforzamento dell’Unità Spinale Unipolare di Torino; il rafforzamento delle unità mobili multidisiciplinari per la presa in carico socio-sanitaria delle persone senza fissa dimora. Con i nostri emendamenti in aula continueremo a insistere per un PSSR che dia risposte all’altezza dei bisogni sulla medicina di genere, sulla medicina territoriale, a partire dalla corretta organizzazione delle Case della Comunità, sui servizi sanitari in carcere, sull’emergenza delle persone anziane e malate non autosufficienti, che attendono anni per essere prese in carico dal sistema socio-sanitario gravando sulle famiglie, e sulle dipendenze, su cui questo piano è completamente insufficiente. Chiederemo anche che vengano pienamente rispettati i diritti di lavoratori e lavoratrici, proponendo che la Regione convenzioni o accrediti solo enti privati che applicano i CCNL corretti e li rinnovino: raccogliamo così tante vertenze degli ultimi mesi, da quella degli educatori a quella dei dipendenti delle RSA private a quella dei farmacisti delle farmacie private a quelle di chi gestisce i CUP con contratti multiservizi con tutele molto più basse. La Regione non può continuare a tollerare lavoro povero negli appalti e negli accreditamenti.”

Mini Manovre di bilancio: le c.d. “leggi mancia”, cioè i regalini distribuiti da ministeri (e ministri)

Di Carlo Manacorda

Parallelamente alla Manovra di bilancio, nella più assoluta “riservatezza” parlamentare, si discutono Mini Manovre di bilancio, che resteranno per lo più ignote ai cittadini: le c.d. “leggi mancia”. Ecco cosa hanno finanziato in passato. Sempre molto riservatamente…

Leggi l’articolo su lineaitaliapiemonte.it:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2025/12/08/leggi-notizia/argomenti/editoriali/articolo/mini-manovre-di-bilancio-le-cd-leggi-mancia-cioe-i-regalini-distribuiti-da-ministeri-e.html

“Barattolo”, Pd: “La povertà non è un crimine e fa rima con legalità”

 “La Regione utilizza il mercato di libero scambio per fare opposizione politica contro il Comune di Torino” 
“Abbiamo votato contro il protocollo regionale per il mercato di libero scambio “Il Barattolo” perché le nuove norme così declinate non sono volte a garantire maggiore legalità e funzionalità ma rischiano anzi di rendere più difficile i controlli e di vanificare il progetto come contrasto alla povertà. La riduzione delle giornate da 80 a 40 non segue un criterio. La nostra proposta era di 54, una a settimana più una domenica al mese, come per il Gran Balôn, quindi circa 60.
“I venditori di via Carcano  hanno protestato di fronte al Palazzo del Consiglio regionale per spiegare, con le loro storie, come la realtà del mercatino di libero scambio “Il Barattolo” non sia una sorta di mercato senza regole, come definito in modo dispregiativo da alcuni esponenti della destra, ma una realtà fatta di azioni positive per chi si trova in condizioni di fragilità economica e di rinforzo della legalità su un territorio complesso.
“Oggi la gestione da parte di una realtà esterna e il controllo attento delle forze dell’ordine rendono “Il Barattolo” di via Carcano un luogo idoneo per lo scambio e il recupero di oggetti nella legalità, nel quale peraltro vi sono anche gli hobbisti, che con il mercato del libero scambio lavorano. Oltretutto il Comune di Torino ha normato l’attività del mercatino con un apposito regolamento, cosa che in altre città non è stata fatta, grazie a un lavoro corale con la circoscrizione e le realtà del territorio stesso durato anni.
“Il coinvolgimento dei Servizi sociali può avere senso rispetto alla presa in carico delle persone più fragili, ma non in maniera rigida e semplicemente burocratica come previsto dal protocollo imposto dalla Regione. Peraltro non sono previste deroghe per il hobbisti, che dunque dovrebbero diventare casi sociale per poter lavorare?
“Alle fragilità si risponde con investimenti sul welfare, che invece la regione ha scelto di mettere sui bonus del click day,  e creando reti anche di mutuo aiuto come quella del barattolo può essere definita”.
Nadia Conticelli, consigliera regionale PD
Gianna Pentenero, presidente gruppo regionale PD

Imam, AVS-SE: “Gioia immensa per la sua liberazione”

“La nostra gioia per la liberazione di Mohamed Shahin dal CPR di Caltanissetta è immensa. E sappiamo di condividerla con tantissime e tantissimi torinesi che in queste settimane si sono mobilitati e che ringraziamo. La Corte d’appello di Torino ha accolto il riesame sulla convalida del suo trattenimento, rilevando che non sussistono elementi per affermare che sia un soggetto pericoloso, anzi che la difesa ha dimostrato ‘un concreto e attivo impegno del trattenuto in ordine alla salvaguardia dei valori su cui si fonda l’ordinamento dello Stato italiano’. Il Tribunale sottolinea come elementi nuovi e degni di rilievo il fatto che il procedimento relativo alle frasi ‘incriminate’ sia stato immediatamente archiviato dalla Procura della Repubblica, perché quelle espressioni non configuravano estremi di reato, e i fatti relativi al blocco stradale del 17.5.2025 in cui la condotta di Shahin è stata pacifica e non pericolosa. Soprattutto, rileva che gli atti relativi a tali procedimenti non sono stati secretati, a differenza di quanto riportava la sentenza, sulla base di informazioni non chiare provenienti dal Ministero, su cui abbiamo provato a far luce. Se si fosse saputo prima che l’indagine era stata archiviata e che non c’era alcun atto secretato in Procura, oggi non parleremmo nemmeno di espulsione. È gravissimo che il Ministro Piantedosi abbia costruito un decreto su basi inconsistenti, mentendo al Paese e alimentando un clima di sospetto verso una persona innocente e soffiando sul fuoco dell’islamofobia. Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come si pieghi il concetto di sicurezza nazionale per fini politici. Shahin è stato privato della libertà senza motivo. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il danno umano e civile resta. Ora il governo chieda scusa, cambi rotta e ritiri il decreto di espulsione: non si gioca con i diritti fondamentali delle persone” – lo dichiarano il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, la Capogruppo di AVS in Regione Piemonte, Alice Ravinale, e i consiglieri comunali di Torino di Sinistra Ecologista, Sara Diena ed Emanuele Busconi, che in queste settimane sulla vicenda avevano presentato diverse interrogazioni e richieste di comunicazione.

Forza Italia Giovani: Natale solidale in piazza Respighi

Si è conclusa con un bilancio positivo l’iniziativa “Natale Solidale”, promossa dal Nazionale di Forza Italia Giovani e a cui ha aderito anche Forza Italia Giovani Torino. Nella mattinata di Domenica 14 Dicembre i ragazzi hanno organizzato una raccolta di generi alimentari in piazza Respighi, nel quartiere Barriera di Milano.

Nel corso dell’iniziativa sono stati raccolti 5 scatoloni di alimenti a lunga conservazione, per un totale di circa 80kg, destinati a sostenere le persone e le famiglie in difficoltà del territorio. L’evento ha visto una buona partecipazione dei residenti, rivelandosi anche un’importante occasione di dialogo diretto con il quartiere.

Alla raccolta erano presenti il segretario regionale Maria Vittoria Marocco, il segretario cittadino di Forza Italia Giovani Torino, Veronica Pratis ed il segretario provinciale di Forza Italia Giovani, Alessandro Vicari, a testimonianza di una piena e concreta collaborazione tra il livello cittadino e quello provinciale del movimento giovanile.

Ecco quanto dichiara Maria Vittoria: “La bellissima iniziativa della segreteria nazionale “Natale Solidale” sta dando grandi risultati nella nostra regione e ogni donazione ci riempie il cuore perché insieme potremo aiutare persone che stanno attraversando un momento di difficoltà e nel nostro piccolo
vogliamo fare la nostra parte per sostenere queste realtà che sono un pilastro fondamentale della nostra comunità.
Un grazie speciale al giovanile di Torino per aver organizzato questo appuntamento e a Martina Ratta, responsabile nazionale per il sociale”.

«I cittadini hanno davvero apprezzato il nostro operato – ha dichiarato Veronica Pratis –. Durante la mattinata abbiamo avuto modo di scambiare due parole con molti residenti, che hanno denunciato la necessità di una maggiore sicurezza nella zona e, soprattutto, il bisogno di nuovi volti in politica, capaci di ascoltare e di essere presenti sul territorio».

Un’iniziativa che conferma l’impegno di Forza Italia Giovani Torino non solo sul fronte della solidarietà, ma anche nell’ascolto delle istanze dei quartieri, con particolare attenzione alle periferie cittadine

MPP e Comitato Autonomia Veneto: ddl Roma Capitale per tutte le Città metropolitane

E’ in corso di discussione alla Camera il disegno di legge che introduce in Costituzione che Roma diventi una Città con ampie prerogative di autonomia in alcune materie. Perché solo Roma? Le grandi città italiane, le città metropolitane, non hanno la medesima necessità di poter gestire alcune funzioni come il turismo, l’artigianato, il trasporto pubblico e i relativi fondi.

La domanda se l’è posta Paolo Franco, già senatore della Repubblica, e coordinatore del Comitato Autonomia Veneto che ha trasmesso ai vari componenti della Commissione Affari Istituzionali tre proposte di emendamenti da presentare in quella sede in modo che vengano estesi a tutte le Città Metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Messina, Palermo.

Il Movimento Progetto Piemonte appoggia in pieno, e fa propria la proposta di Paolo Franco e del Comitato Autonomia Veneto, sostenuta anche dal Partito Popolare del Nord di Roberto Castelli.

A tal proposito Massimo Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte – MPP dichiara:“Le Città Metropolitane sono, ad oggi, un’opera incompiuta in quanto non hanno una loro caratteristica peculiare e i confini geografici ricalcano, nel caso della Città Metropolitana di Torino, esattamente quelli della fu Provincia di Torino. Qualcuno, anzi, potrebbe dire paradossalmente l’unica cosa che è cambiata è l’intestazione della segnaletica stradale e della carta intestata. Certamente la possibilità di poter gestire alcune funzioni, analoghe a quelle di Roma Capitale, darebbe loro una maggiore ed effettiva possibilità di governo dei territori metropolitani accompagnata dall’elezione diretta da parte del popolo degli organi di governo. Per la Città Metropolitana di Torino e per il Piemonte sarebbe anche una giusta restituzione storica: non dimentichiamo che Torino è stata la prima città Capitale d’Italia. Il Movimento Progetto Piemonte si attiva di subito per sensibilizzare, a tutti i livelli e con tutti i contatti, istituzionali, politici ed amministrativi, parlamentari del territorio, consiglieri regionali, provinciali e comunali al fine di arrivare a tale obiettivo che sarebbe una conquista non soltanto per il Piemonte ma per l’Italia intera.

Movimento Progetto Piemonte – MPP è un movimento politico regionalista nato nel 2009 a Casale Monferrato, aderente alla Confederazione del Nord.

Nella foto: Massimo Iaretti

Giachino: “Va a finire un 2025 senza rilancio economico”

“Tanti ritardi , una forte disoccupazione giovanile e la speranza che gli investimenti privati sistemino parte della Città dopo anni di bassa crescita economica e di degrado…”

In questi giorni le aziende , i gruppi politici si ritrovano attorno a panettoni o a cene più o meno spartane a scambiarsi auguri e auspici sul futuro in un mondo che sta cambiando alla velocità della luce grazie o a causa di leader come Trump, Putin, etc. I Paesi europei sono su una nave che sta navigando in mezzo a marosi sempre più forti tra gli USA di Trump, la Russia di Putin e la crescita delle potenze asiatiche e la polveriera del Medio oriente. La politica estera è sempre più importante per la sicurezza ma anche per il nostro lavoro e il nostro benessere perché oltre un terzo del nostro PIL è quindi del nostro lavoro dipendono dal mercato mondiale. Lo han capito tutti salvo tremila valsusini No Tav e qualche centinaio dei centri sociali che oltre a impegnarsi a lanciare di tutto ai cantieri del lavoro del futuro oggi dietro le manifestazioni Pro PAL bloccano stazioni ferroviarie e il centro della Città come sabato scorso. Non so se basterà cambiare alcuni Questori. Il Decreto sicurezza che aveva spaventato qualcuno non mi pare riesca a funzionare.
I dati dicono che le importazioni degli USA quest’anno sono in calo e che l’Europa che vale solo il 5% della popolazione globale, detiene il 20% della ricchezza globale e ha un PIL che vale il 14% del PIL mondiale superato da Cina e USA. Verso L’Europa si dirigono 2/3 delle nostre esportazioni.  Per noi l’Europa è quindi fondamentale e quindi non deve più sbagliare un colpo come la decisione sul settore auto (votato e voluto dalla Schlein , da Lorusso e da Tavares) . Una Europa che guardi all’Africa il continente che crescerà di più in tutto questo secolo, Medio Oriente e Asia.  Nella attesa che si aprano nuovi collegamenti ferroviari con l’Asia dalla Via del cotone in la, il Canale di Suez e’ più che fondamentale. Lo dico chiaro le Infrastrutture , i trasporti e la logistica saranno ancora più importanti che in passato perché per un Paese che cresce dello zero virgola come il nostro essere collegati al mercato mondiale che cresce del 3% all’anno e’ una garanzia di lavoro e di sviluppo. la TAV è ancora più importante di 20 anni fa anche se molti politici hanno paura di dirlo. Chi , anche del mondo cattolico , non ha il coraggio di dirlo ai valsusini e lì vellica con titoli giornalisti sbagliati e non reali sbaglia della grossa.
In questa situazione Torino è il Piemonte , malgrado ci siano belle realtà, vanno piano, molto piano perché si è sottovalutato il peso e la importanza della industria. L’industria da un valore aggiunto tre volte il turismo e aveva generato un importantissimo indotto. Chi ha puntato tutto solo sul turismo e sugli eventi non ha capito che non potevano sostituire tutto ciò che ci dava l’industria. E questo errore si ripercuoterà in futuro perché purtroppo molti non riusciranno ad avere le pensioni come quelle dei lavoratori FIAT.
Ecco perché è gravissimo il disimpegno della grande famiglia che pare abbia a cuore ormai solo la JUVE,  che per l’Avvocato Agnelli era una questione della domenica.
Ecco oerche’ aveva ragione il Cardinale Repole a chiedere ai torinesi che dispongono di importanti patrimoni di investire e credere di più sulla Città in cui hanno prosperato.
La crescita economica è bassa perché gli investimenti in infrastrutture viaggiano con tempi scandalosi, mentre per cento anni (dal 1848 al 1975j siamo stati  ai primi posti per qualità della classe politica e  efficienza amministrativa.
Dopo 4 Anni dalla elezione della Giunta Lo Russo i quartieri svantaggiati lo sono ancora di più, finalmente ci sono dei lavori in corso a partire da piazza Baldissera , le ore passate alla guida in auto sono aumentate , la povertà è in aumento mentre le donazioni diminuiscono. Tutti effetti della bassa crescita economica della Città certificate dal forte calo del PIL procapite..
Ora speriamo in due investitori privati uno interessato all’area ex Gondrand e l’altro alla Piscina Sempione.
Sono contento che la mia proposta di puntare sulla MOBILITÀ del futuro frutto della applicazione della IA con il settore auto verso la guida autonoma ma non solo , sia stat fatta propria da Sindaco e Presidente della Regione.
Nell’incontro che insieme al Comitato Barriera di Milano abbiamo avuto in Comune, il Sindaco ha concordato con la mia proposta di spostare una iniziativa economica tra Barriera e Aurora con la speranza che la moneta buona (il lavoro) possa scacciare la moneta cattiva ..
Invitiamo il Sindaco ad aprire bene a tutti il dibattito sul nuovo Piano Regolatore che dovrà disegnare la Torino di domani e ad evitare che sia frutto di manovre trasversali.
La grande sala delle OGR venga organizzata seriamente con l’intervento di tutte le associazioni produttive e con tutti i partiti in una forma di Stati generali della Città per definire democraticamente il Piano di rilancio , ascoltando tutte le voci soprattutto di quelle che in questi anni a Torino hanno dato qualcosa di concreto, dalla Autorità dei Trasporri alla grande Piazza della TAV. Noi UDC abbiamo proposte concrete per rilanciare economia, lavoro e benessere nella sicurezza.
Per un anno nuovo migliore dovremo impegnarci ancora di più ma i tanti che sabato sono venuti a portarci borse e pacchi di generi alimentari ci danno una grossa spinta per ridare lo politica un’anima più sensibile ai problemi dei giovani , del lavoro e degli ultimi .
La elezione di un Papa che si rifà alla Rerum Novarum, la enciclica della Dottrina sociale della Chiesa deve spingerci a essere più vicini alla gente e a recuperare gli ideali e le proposte che fecero rinascere Torino e l’Italia con i governi dello scudo crociato.
Con questo spirito auguro a tutti un Buon Natale Buon anno nuovo.
Mino GIACHINO
Commissario UDC Torino

Lettera aperta a Fulvio Gianaria. In nome di Pannella, Tortora, Chiusano, Sciascia, Mellini

Caro Gianaria,

tanti anni fa, più di mezzo secolo, ci trovammo giovanissimi a militare nella Gioventù Liberale Italiana. Non ci trovammo sulle stesse posizioni, ma rimase sempre inalterato un rispetto reciproco, anche quando fummo su posizioni lontane. Ho letto con la dovuta attenzione l’articolo scritto insieme al tuo collega Mittone sul referendum relativo alla magistratura in seguito alla Legge Nordio. Il limite di questa legge è che essa non riguarda la responsabilità dei giudici, tema mai affrontato e risolto, ma non mi pare di cogliere un tuo particolare interesse per questo argomento come, invece, dimostrarono i radicali con Tortora che venne abbandonato a sé stesso proprio dai liberali di Zanone. Un momento infelice della storia del PLI, se si esclude Alfredo Biondi che fu uno dei difensori di Enzo. Si può discutere sulla Legge Nordio ed anch’io non la considero l’optimum; essa tuttavia  è un lodevole tentativo di superare l’esagerato potere delle correnti politiche all’interno della Magistratura, un potere davvero patologico se si pensa allo scandalo devastante di Palamara che non si può accantonare come un incidente casuale e solo  personale. L’eccessiva politicizzazione di una parte di Magistrati va arginata a tutela del diritto da parte del cittadino ad una giustizia giusta e indipendente. L’ indipendenza del giudice non è solo un diritto, ma un dovere dei magistrati. Molte delle tue  osservazioni possono essere condivisibili anche perché provengono da un’esperienza di mezzo secolo di avvocatura iniziata nello studio della comune amica Magnani Noya, sicuramente garantista anche nelle sue scelte politiche che non esitò a stare dalla parte di Craxi dopo il suo tramonto politico e le condanne.  Quello che si stenta a capire è se  tu e il tuo collega voterete Sì o No al referendum. La stragrande maggioranza degli avvocati voterà Sì, anche ambienti qualificati della sinistra hanno annunciato un voto favorevole alla separazione delle carriere e ai due CSM che rappresentano il punto più importante della riforma. Tu sembri a metà strada tra il Sì e il No, anzi più favorevole al No come l’avvocato Grosso che ha scelto di presiedere il Comitato per il No, memore anche dei suoi illustri  precedenti famigliari. Io invece non posso dimenticare la grande lezione liberale di Vittorio Chiusano, principe del Foro, che accompagnò con favore la riforma Vassalli, vedendone tuttavia la incompletezza. Vorrei anche ricordare  la lezione di Pannella e di Sciascia e la tragedia di Tortora che sembrano interessarvi poco. Ma per i liberali valgono più che mai quelle posizioni  autenticamente radicali nel senso storico della parola: da Pannunzio a Pannella, a Mellini. Quei nomi restano una guida e una bandiera più che mai oggi.

PIER FRANCO QUAGLIENI