LIFESTYLE- Pagina 88

I due volti di Biella, la bella città circondata dalle montagne

A cura di www.piemonteitalia.eu

Prima di programmare una giornata a Biella bisogna sapere che la città è divisa in una parte alta (Piazzo) e una bassa (Piano).

Se si decide di arrivare con il treno, bisogna ricordare che ci vogliono circa una ventina di minuti di cammino per raggiungere il centro storico (Biella Piano).

Una volta raggiunto il cuore di Biella, il nostro consiglio è quello di visitare i tre edifici più importanti: il Duomo, il Battistero e il Campanile di Santo Stefano.

Il battistero, dedicato a San Giovanni Battista, stretto tra il Comune e il Duomo, è un piccolo edificio a pianta polimorfa realizzato con materiale romano di recupero.

 

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Mai ridere dei sogni

LIBERAMENTE di Monica Chiusano

Troppo spesso, chi parla di sogni,  viene un po’ deriso… Sembra quasi che sognare sia solo una nuvola fantastica capace di trasformarsi in sole ….
Sognare non è il verbo dell’impossibile.  È solo  l’incentivo di chi si augura che qualcosa possa divenire possibile o che semplicemente possa cambiare, anche radicalmente.
Provare a pensare positivo e far sì che ciò accada, richiede molto spesso fatica e soprattutto sacrificio, perché persino la meraviglia dei buoni intenti non è la fiaba dei cretini, ma al contrario il proposito dei più forte!
Continuiamo quindi a sognare nella sola consapevolezza che certo, sia difficile riuscire a raggiungere ciò che veramente desideriamo, ma che possa divenire altrettanto possibile poter credere all’incanto e alla possibilità della sua realizzazione.

Le foto di Solano e Gigli

MAGNIFICA TORINO / Nella foto di Giampaolo Gigli la Sacra di San Michele allineata con il Monviso. Il raggio di luce ha un inclinazione fissa di 47 gradi ed e’ puntato verso est, dove sorge il sole, per simboleggiare la spada dell’Arcangelo Michele, principe delle milizie celesti. Sotto, una centenaria locomotiva a vapore fotografata da Vincenzo Solano nel deposito Gtt.

Riconosci una relazione tossica

Occupandomi da anni del problema della violenza domestica e di genere, so che questo articolo verrà letto da chi ha superato il problema o da chi non corre alcun rischio di trovarcisi coinvolto; purtroppo uno dei punti di forza delle vittime di violenza domestica è non sentirsi tali ma, anzi, essere fortemente convinte di essere dalla parte del torto e che l’orco, compagno o parente che sia, agisce così per il loro bene perché sono loro, le vittime, dalla parte del torto e che magari il compagno è un po’ violento ma le ama e che chi dice il contrario parla senza conoscere le cose.

Uso il femminile quando si parla di vittime perché, secondo gli ultimi dati, la violenza di genere è nel 70% dei casi perpetrata da un maschio su una donna; una decina di anni fa la percentuale era del 90%.

E’ evidente che di fronte ad un quadro simile ogni e qualsiasi intervento diventi molto più difficile, innanzitutto perché non c’è la necessaria collaborazione da parte della vittima e, come non bastasse, è la stessa vittima a proteggere il carnefice.

Tuttavia, come ho scritto la settimana scorsa, il c.d “codice rosso” ha migliorato un po’ le cose consentendo di intervenire in modo mirato anche senza il consenso della vittima.

Come dico in ogni mia conferenza ed ho scritto nel libro” Ventiquattro sfumature di vita”, moltissimi gesti compiuti dal carnefice, e che permetterebbero di capire in che direzione stia andando la relazione fin dal suo inizio, vengono sottovaluti, disconosciuti permettendo alla relazione di diventare sempre più oppressiva, tossica portando, al tempo stesso, la vittima a perdere ogni reattività sviluppando una vera e propria sindrome di Stoccolma, modificando il proprio carattere ed il proprio aspetto fisico secondo le indicazioni del carnefice.

Una delle prime richieste, o per meglio dire ordini, impartiti alla partner e spesso mascherati da domanda è “Che bisogno hai di andare ogni settimana dalla parrucchiera?”; al raggiungimento del risultato atteso, di solito dopo poche settimane, il carnefice aggiungerà “E’ proprio necessario andare così spesso dall’estetista”?

Nel giro di breve tempo, verranno formulate altre richieste sempre più inconcepibili per chi veda tale relazione dall’esterno: perché parlare ogni mattina con la sorella, perché invitare ogni settimana a pranzo la mamma e così in crescendo una serie di limitazioni che di domanda hanno solo la forma esteriore ma che sono, in realtà, imposizioni precise ed inderogabili. Ogni eventuale inosservanza delle imposizioni sarà accompagnata da privazioni della libertà, percosse, privazioni del cibo, e molto altro.

Ovviamente tra queste forme di coercizione c’è anche obbligare la partner ad avere rapporti sessuali, anche di tipo non gradito, anche se la vittima non è consenziente o è fuori forma e, non di rado, quella di rifiutarsi di indossare il profilattico o di sfilarlo all’insaputa della partner (si chiama stealthing) che configura il reato di violenza sessuale perché la vittima potrebbe essere protetta contro gravidanze indesiderate ma rischia comunque di contrarre malattie a trasmissione sessuale.

Le vittime, e questo rende difficile intervenire, contrariamente a quanto si crede non sono persone deboli di carattere e per questo motivo convincerle che quella relazione sta diventando pericolosa lascia il tempo che trova quando, addirittura, non trova la netta chiusura della vittima nei confronti di quanti cerchino di farla ragionare: genitori, amici, colleghi e anche professionisti come gli psicologi.

Gli unici che riescono a manipolare la mente della vittima sono i loro partners, narcisisti patologici, che seguendo un copione identico nei vari casi arriveranno poi con il far rassegnare le dimissioni dal lavoro alla vittima, rendendola così totalmente dipendente da loro: persino per acquistare gli assorbenti, i collants o lo shampoo dovranno chiedere i soldi all’orco.

A parte alcuni casi realmente patologici, nei quali per il compagno narcisista e violento si renda necessario il Trattamento Sanitario Obbligatorio, molti casi si sarebbero potuti evitare educando il pargolo fin dall’età scolare al rispetto delle persone (non solo delle donne), educando i figli alla collaborazione in casa ed al rispetto del coniuge che, inevitabilmente, qualche volta potrà commettere degli errori nel cucinare, nel pulire, nell’acquistare come chiunque altro, orco compreso.

Un recente studio ha evidenziato come molti partner narcisisti frequentino più o meno abitualmente prostitute; ne consegue che le loro richieste sessuali alla partner non sono determinate da una reale necessità fisiologica quanto piuttosto dal desiderio di dominio: nel primo caso ti pago, quindi posso chiedere, nel secondo ti privo dei soldi, quindi dipendi economicamente da me; il rischio che siano portatori sani di una qualche patologia a trasmissione sessuale rende questi soggetti particolarmente pericolosi socialmente.

Molte donne lamentano che, scegliendo questo partner, sono stateavvisate dai genitori: “Se vai a vivere con quello lì dimentica di avere dei genitori” o stupidaggine analoga; motivo ulteriore per cui queste vittime non ammettono di aver sbagliato e non fuggono dal luogo di tortura temendo che i genitori (si possono chiamare così se realmente ragionano in quel modo?) rifiutino un loro ritorno. D’altronde, essendo prive di qualsiasi reddito non hanno alternative.

Il 25 novembre, presso il centro culturale “Dar al Hikma” di via Fiochetto 15 a Torino (ingresso gratuito) introdurrò una conferenza alla quale parteciperanno un avvocato, una psicologa, una Cancelliera del Tribunale dei minori ed altri: se chi sta leggendo avesse bisogno di aiuto o conoscesse qualcuno che si trovi in questa situazione, si metta in contatto con noi in quell’occasione o tramite la redazione di iltorinese.it e valuteremo la situazione.

Non sentitevi mai inferiori agli altri: se al vostro partner non andate bene come siete, non siete voi sbagliate: è lui che non deve permettersi di modificarvi.

Sergio Motta

Autunno in armonia: 5 pose per affrontare il cambio di stagione

YOGA SENZA BARRIERE


Le pratiche autunnali hanno l’obiettivo di equilibrare, purificare e lasciar andare, promuovendo calma, concentrazione e introspezione.

Le pose più indicate per adattarci all’arrivo dell’autunno sono quelle di torsione e equilibrio.

Più in particolare, le pose di torsione facilitano l’accettazione del cambiamento e l’apertura a nuove prospettive.

Invece, le pose di equilibrio favoriscono il radicamento e ci aiutano a ritrovare la concentrazione.

 

Ecco alcune pose per iniziare l’autunno in armonia:

Tadasana – La Montagna

Vrksasana – L’albero

Marichyasana – Torsione Aperta

Marichyasana – Torsione Chiusa

Sukhasana – Posa seduta con le gambe incrociate

Namasté

 

Serena Fornero – @odakawithserena

 

 

La cotoletta “la piemontese” arriva in Regione

L’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa oggi ha voluto assaggiare il nuovo piatto della cucina Piemontese insieme all’ideatore, l’ex Sottosegretario ai trasporti Mino Giachino nello storico Ristorante Pollastrini di corso Palestro a Torino. Ottimo il giudizio dell’assessore che ha voluto conoscere come è nata l’ idea e ha apprezzato anche la promozione della carne piemontese, la migliore in Italia e dei formaggi piemontesi a costo zero. Il piatto oltre che figurare nel Menu di Pollastrini e’ servito ormai in tanti ristoranti del Piemonte,   dalla Posta di Cavour alla Rosa Bianca a Chieri, dalla Bardosteria di Bardonecchia alla Osteria degli artisti di Ceres. Nel prossimo mese di Ottobre La Cotoletta sarà servita nello stellata  Enoteca di Canale d’Alba. Alla tavolata ha preso parte il Sindaco di Riva di Chieri, Lodovico Gillio, oltre al responsabile piemontese dei tartufi, Luca Banno’

“Di cotte e di crude”. Al via a Savigliano la prima edizione di “MEATING”

La rassegna che promuove la Carne Bovina Piemontese

Da venerdì 29 settembre a domenica 1° ottobre

Savigliano (Cuneo)

“Genius loci”, la “Fondazione Ente Manifestazioni” di Savigliano. Alla Fondazione presieduta da Andrea Coletti si deve infatti l’ideazione e la realizzazione– con il patrocinio della Regione Piemonte ed il contributo delle Fondazioni CRS, CRC e CRT – di “MEATING: di cotte e di crude – Percorsi di Carne Bovina Piemontese”. Il sipario sulla prima edizione si alzerà venerdì 29 settembrealle 18, con il taglio del nastro presso l’area meeting all’interno del percorso allestito in piazza del Popolo, alla presenza delle Istituzioni e delle realtà associative e produttive locali. Per tre giorni, “MEATING” permetterà ai visitatori, attraverso le più molteplici iniziative, di conoscere a fondo tutte le tradizioni e le peculiarità proprie di un prodotto di alto pregio e qualità, conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo, come la “Carne Bovina Piemontese”. Negli spazi dedicati in piazza del Popolo vi sarà un’area riservata alle degustazioni, uno spazio meeting (in cui esperti del settore approfondiranno argomenti di attualità legati al mondo della carne e, più in generale, dell’alimentazione) oltre a un’ area riservata a show-cooking e ad esibizioni dal vivo. Ampio spazio sarà anche dedicato al meglio dello street food, di vini e birre artigianali, per chiudere il percorso con gli espositori di prodotti enogastronomici piemontesi e non solo.

Autentica chicca, il “BBQ Restaurant”, situato sotto l’Ala Polifunzionale, dove sabato e domenica si potrà pranzare e cenare con menù interamente a base di “Carne Bovina Piemontese” cucinata dai cuochi di “Smoke ‘N’Roll” che hanno fatto della cucina-barbecue una vera e propria “arte”. E ovviamente non mancherà la possibilità di mettere sotto i denti anche la pregiata “Madama La Piemonteisa”. Da segnalare anche la “cena solidale” che si terrà venerdì 29alle 20, proprio sotto l’Ala, il cui ricavato sarà in parte devoluto all’Associazione “Amici dell’Ospedale SS. Annunziata Onlus” per l’acquisto di un “robot chirurgico”. La cena ha un costo di 60 euro ed è consigliata la prenotazione scrivendo a info@entemanifestazioni.com o inviando un WhatsApp al 331/6545502.

Sabato e domenica “MEATING” proporrà numerosi show-cooking che vedranno protagonisti chef, macellai, esperti e nutrizionisti per coinvolgere appieno il visitatore nell’universo della “Piemontese”. In programma anche diversi convegni, organizzati con le associazioni di categoria del territorio, nonché eventi serali intesi come luogo di incontro ed aggregazione attraverso momenti di intrattenimento e musica per tutte le età.

L’ingresso a tutti gli eventi è libero. Per il programma dettagliato della tre giorni consultare il sito www.entemanifestazioni.com o le pagine social (FB e IG) dell’evento e della “Fondazione Ente Manifestazioni di Savigliano”.

g.m.

Nelle foto:

–       “Meating” a Savigliano

–       “BBQ Restaurant”

Intrecciare i fili scioglie lo stress

Il potere rilassante, creativo e anche social della maglia

 

Pensare che lavorare a maglia sia semplicemente una attività artigianale legata alla gioia di indossare un bel maglione fatto in casa è riduttivo, credere che intrecciare fili sia solo una occupazione di ripiego per passare pomeriggi in alternativa alla noia, ancora di più.

Sferruzzare, incrociare cordoncini colorati dopo aver scelto con cura i colori della lana, o del cotone, e i ferri, a seconda del lavoro da fare, ha un notevole potere rilassante che viene considerato molto vicino a quello della meditazione. Proprio per queste sue facoltà rilassanti, che allentano persino la tensione muscolare e contribuiscono ad abbassare la pressione arteriosa, questo creativo lavoro manuale è sempre più praticato e non solo dal mondo femminile, pare infatti che anche gli uomini si siano avvicinati numerosi al magico mondo dei gomitoli e dei filati.

Una dimostrazione  dell’indiscutibile successo del knitting, come lo chiamano gli anglosassoni, è la crescita significativa dei gruppi di knitters sui social come, ad esempio, Raverly,  uno dei più famosi e popolosi, che conta dieci milioni di utenti. Non parliamo, quindi, di una attività d’altri tempi dai contorni nostalgici  e a conduzione familiare, ma di un passatempo virtuoso praticato oramai  da molti che stimola la concentrazione, migliora la motricità   con un rilascio consistente di  benefici terapeutici.

Nella comunità dei knitter lovers troviamo personaggi molto famosi come per esempio l’affascinante Marilyn Monroe che, tra una ripresa e l’altra dei suoi film, sovente si trovava a sferruzzare, ma anche principesse contemporanee come Kate Middleton, attrici very cool come Sarah Jessica Parker e  giovani uomini  come Ashton Kutcher che nel nostro immaginario non sono certo intenti a fare sciarpe e centrini ma che, al contrario,   nella realtà si professano dei fan appassionati.

 

La Harvard Medical School ha affermato che fare la maglia rallenta il ritmo del cuore di circa 10 battiti al minuto, inoltre, lavorare ai ferri è utile, come altre attività manuali, per superare l’ansia e la depressione e questo  grazie alla sua capacità di mindfulness che, con consapevole attenzione, aiuta a  rimanere nel presente, qui e ora.

 

E’ inutile negare, poi, che la pandemia non abbia stimolato e aiutato la crescita di questa pratica specialmente nelle vendite di kit per creazioni che dal 2020 sono state da record. Inoltre piattaforme come la spagnola We are knitters o l’italiana Bettaknit hanno aumentato decisamente il loro volume di affari tanto da volersi espandere intorno al globo. Inoltre per tante persone, che hanno iniziato solo per  hobby, lavorare a maglia è diventata una vera attività commerciale spesso innovativa e social come, per esempio, la creazione di knit cafè ovvero luoghi dove ci si incontra per sferruzzare e confrontarsi su modelli e produzione.

 

E’ sorprendente  che una passione legata al passato come quella dell’agucchiare, che si tramanda di generazione in generazione, sia diventata una attività di interesse contemporaneo.

Fare la maglia è una attività, dunque, che crea opportunità e  benefici che interagiscono tra loro. E’ una terapia efficace per combattere il troppo pensare, un hobby moderno che continua a fare proseliti, anche social,  un lavoro che dà vita a  vere e proprie comunità universali che parlano il linguaggio del filato e, considerate le riconosciute virtù meditative, uno strumento per depurarsi dalla frenesia e dai ritmi convulsi della vita quotidiana.

Maria La Barbera

 

Moncalieri, un weekend “a tutta trippa”

Al “PalaExpo” di Moncalieri, la due giorni dedicata alla “Trippa d’Muncalè” dà il via al mese di “Gusto Festival”

Sabato 30 settembre e domenica 1° ottobre

Moncalieri (Torino)

Star assoluta della Festa, un Pentolone da 25 quintali di “Trippa alla Savoiarda” che si manifesterà in tutta la sua straripante magnificenza domenica 1° ottobre, alle 12,30. Ma per due giorni ben pieni, la “Trippa d’Muncalè” darà tutto il meglio di sé, e di più, al “PalaExpo” moncalierese (piazza del Mercato – ex Foro Boario), dalle 11 alle 24 di sabato 30 settembre e dalle 10 alle 21 di domenica 1° ottobre. Promossa, come sempre, dall’“Associazione per la Valorizzazione della Trippa d’Muncalè Onlus” (presieduta da Roberto Frassati) – con il contributo e il patrocinio di Comune, Regione, Città Metropolitana, Camera di Commercio e Turismo Torino e Provincia – la “Fiera”, organizzata dal 2009 ed istituzionalizzata dal 2017, è sicuramente fra le manifestazioni più amate ed attese del panorama fieristico dell’autunno torinese e, quest’anno, aderisce a “Gusto Festival. Il Mese della cultura gastronomica della Città di Monalieri”(www.mymoncalieri.it) . Cultura di cui la Trippa, il cosiddetto “quinto quarto moncalierese”, è sicuramente il prodotto tipico per eccellenza fin dal Medioevo e noto per le sue qualità non solo in Italia, ma in tutto il mondo. “Sponsor Tecnico” della manifestazione sarà anche quest’anno l’Azienda storica locale “La Tripa d’Muncalè”, presente al “PalaExpo” e attenta custode della ricetta del rinomato ed unico al mondo “Salame di Trippa” che si potrà trovare in Fiera, dove si conta la presenza di numerosi stand enogastronomici (con cibi di grande varietà), ma non solo. Per il secondo anno sarà presente anche il “Banco Alimentare del Piemonte”, con la sua sede moncalierese, cui sarà fatto dono del “prodotto” per i più bisognosi, così come non mancheranno generose porzioni per gli ospiti della “Casa di Riposo Vitrotti” di Moncalieri.

Porte aperte, dunque, da sabato 30 settembre,alle 11, mentre alle 12 si terrà l’inaugurazione ufficiale con le Istituzioni e l’accompagnamento musicale della “Filarmonica” cittadina. Alle 16 è prevista la “Cerimonia dei Gemellaggi Enogastronomici” della Città di Moncalieri con tre Comuni piemontesi con cui già sono state intraprese sinergie ed azioni di sviluppo e promozione delle rispettive specialità alimentari.

Un’altra interessante presenza, che si ripete per la settima volta in “Fiera” è quella di Indro Neri, “esperto di Trippa” nel mondo, che risponderà a tutte le domande e curiosità poste dai visitatori e che presenterà la sua speciale ricerca su “La Geografia della Trippa” alle 18.30 di sabato 30 settembre. Il programma prevede anche importanti ed utili dimostrazioni (alle 17,30 del sabato e poi alle 11 e alle 17 della domenica), di primo soccorso per adulti e bambini ed altro ancora, allo stand della “Croce Rossa Comitato di Moncalieri”, che presta servizio di “Pronto Soccorso” alla Fiera, dove sarà anche ospite lAssociazione Donnatea”, a cui verrà donato il 50% del ricavato delle vendite del produttore “Il Meglio del Meridione” (specializzato nei “panettoni ed olive”) per l’acquisto di un casco refrigerante per le donne in trattamento chemioterapico.


L’amicizia storica tra la “Fiera Nazionale della Trippa” e la “Sagra del Ciapinabò” si concretizzerà anche quest’anno in  uno spazio dedicato proprio al particolare tubero, a cura del “Comitato delle Manifestazioni della Sagra del Ciapinabò” di Carignano, per un’anteprima della manifestazione che si svolgerà la settimana successiva a quella della “Trippa”, celebrando la sua trentesima edizione.

Non mancheranno anche un’area animazione a disposizione dei bimbi ed una rassegna ludicalibera a tutti dai 4 anni in su, dove provare giochi da tavolo di ogni tipo allo stand di “Creativamente Moncalieri”. Il sabato sera musica dal vivo dalle 21 alle 24, con il “Polidoro Group” e Manuela Trucco.

Domenica 1° ottobre, la “grande abbuffata”.

La “Trippa alla Savoiarda” (con le verdure) comincia la sua preparazione, quando è ancora notte e alle prime luci dell’alba parte la cottura a legna. Alle 10, si potrà curiosare come le maestranze della “Tripa d’Muncalè” mescolano senza sosta con enormi posate la Trippa nel Pentolone e ne curano la cottura. La “Cerimonia di assaggio ufficiale”, alle 12, dei circa 25 quintali di “Trippa alla Savoiarda” da parte della “Confraternita della Trippa di Moncalieri”, decreterà la corretta cottura e alle 12,30 comincerà la distribuzione a coloro che si sono aggiudicati, acquistando il tagliando alle apposite casse, le porzioni del prelibato “quinto quarto” moncalierese.

Alla domenica pomeriggio, ancora musica e danze. “Hip hop” con “Arabesque Non Solo Danza” e alle 17,30 “danza del ventre” con Aziza e le sue allieve.

Per info: www.mymoncalieri.it o fieratrippamoncalieri@gmail.com

g.m.

Nelle foto:

–       “Trippai” al Pentolone

–       Salame di trippa

–       “Ciapinabò”

Le eccellenze si incontrano in Certosa

Arte, artigianato, natura, cultura e musica. Sono questi i principali ingredienti di “Eccellenze in Certosa”, l’appuntamento organizzato da Fatto-a-mano in collaborazione con Certosa 1515, per il prossimo 1 ottobre.

La giornata si svolgerà nella splendida cornice della Certosa, a metà strada tra i laghi di Avigliana e la Sacra di San Michele.
Nata nel 1515 come convento francescano, nel ‘900 la struttura è stata abitata da suore certosine. Negli anni ’90 il Gruppo Abele avvia un lungo ed impegnativo restauro per conservarne lo spirito originario. Oggi è un luogo di accoglienza aperto a tutti, gestito da un’impresa sociale. Un posto dove rigenerarsi e dove assaporare il valore della bellezza.

Una ventina di artigiani, in gran parte provenienti dalla Val Susa, Val Sangone e dalla Val Chisone, dalle 10 alle 17.30 del 1 ottobre, esporranno le loro produzioni raccontando il loro lavoro e la loro esperienza. Alcuni organizzeranno anche delle dimostrazioni per mostrare dal vivo cosa significa lavorare con le mani.

La giornata sarà poi inframmezzata da alcuni momenti culturali, musicali e dedicati alla natura: la visita all’alboreto della Certosa, la presentazione del libro di Simone Siviero “Mitobotanica” intervistato da Sante Altizio, presidente di Bookpostino.

Ed ancora la musica occitana del gruppo Li Destartavela’ e le sonorità coinvolgenti del Coro GiovanInVivaVoce.

“Questo appuntamento – sottolineano Adelaide Valle e Chiara Caratto del blog Fatto-a-mano – rappresenta per noi un punto di arrivo molto importante. Quando in pieno periodo Covid abbiamo creato questo sito, avevamo l’obiettivo di dare voce ai tanti artigiani forzatamente in silenzio. Poi i tour in bottega hanno significato apertura e coinvolgimento del territorio ed ora questo appuntamento ci aiuta a coniugare artigianato, cultura e bellezza elementi fondamentali del Fatto a mano”.