LIFESTYLE- Pagina 80

“Cucciole” di Cheerleader alla conquista di Praga

 

Le allieve di Federica Rossi del Dynamite Club di via Sant’Anselmo 25 a Torino hanno conquistato la medaglia di bronzo al Praga Cheer Open.

Federica Rossi, vulcanica ballerina, allenatrice e anche foodblogger (la trovate su Instagram come @foodfede), ha portato a Praga le sue allieve che hanno conquistato il terzo posto nella categoria double freestyle.

Le giovani allieve hanno lavorato duramente e il successo cecoslovacco le ha ripagate di tanta fatica. Non lasciatevi ingannare dall’età (la più piccola ha 9 anni e la più grande 20 anni). Queste giovani atlete hanno grinta da vendere e sono già proiettate verso il prossimo traguardo.

“Ogni anno le ragazze migliorano sempre di più, sia a livello mentale che a livello tecnico. Si allenano tre volte alla settimana per un totale di 7 ore, un grande impegno considerando anche gli studi in cui tutte quante ottengono ottimi risultati. Campionesse nello sport e nella vita” ha dichiarato orgogliosa Federica Rossi.

Adesso si torna in palestra per altri mesi di duro allenamento sognando di gareggiare ad Atene. Congratulazioni e in bocca al lupo per la prossima sfida.

LORI BAROZZINO

Il panificio Boccardo istituzione torinese

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Scopri – To    Alla scoperta di Torino

Nel 1927 a Torino nasceva Giuseppe Boccardo e a soli 10 anni iniziò a lavorare in un panificio a Tetti Piatti, frazione di Moncalieri; proprio durante la seconda guerra mondiale, lavorò a Orbassano, a Stupinigi e a Moncalieri e spesso si trovò in situazioni molto rischiose come i bombardamenti. La farina era difficile da trovare e Beppe ogni giorno rischiando di morire andava in bici a recuperala nei paesi limitrofi e rimaneva poi a lavorare almeno 15 ore al giorno. Nel 1937 aprì il suo primo negozio in Via Torino a Nichelino e nel 1947 aprì l’attuale bottega in via Dei Martiri insieme alla moglie Rita. L’⁹amore per il suo lavoro, la qualità dei suoi prodotti ed il suo speciale carattere fecero sì che Giuseppe Boccardo fu, per diversi anni stimato “Presidente dei panificatori”.
Fra i tanti clienti che portano nel cuore il ricordo del “sergent” (così era soprannominato Giuseppe Boccardo) Gianni e Donatella ci dicono che “andare da Beppe Boccardo sia per gli acquisti sia per i momenti goliardici era sinonimo di festa, quelle belle e grandi feste di famiglia d’altri tempi, dove bocce, carte, vino e sanbajun non mancavano mai, ma soprattutto trovavi il suo sorriso e la sua allegria che ti dava la carica e il buonumore; immancabili le sue pizze e le torte chilometriche.”


Infatti, adiacente al panificio aveva il suo gioco da bocce dove si ritrovava ogni domenica ed ogni festa raccomandata con tantissimi amici e clienti per creare dei veri e propri tornei di bocce con tavolone imbandito perché lui amava condividere con loro non solo la sua passione per il pane ma anche quella della convivialità. Giuseppe ha poi lasciato le redini della panetteria al figlio Roberto che con la moglie Piera e i figli Filippo e Simone con grande amore e il rispetto della loro tradizione portano avanti questa magnifica realtà di famiglia. Grazie agli insegnamenti di “Beppe” oggi il panificio Boccardo, ha rinnovato e ampliato le loro ricette storiche originali proponendo moltissimi tipi di grissini e di pane per tutti i gusti come lo “Sporting” dedicato agli sportivi o quello integrale o ai cereali, anche le pizze sono molto variegate e particolari grazie alla maestria del nipote Filippo che spesso crea gusti molto apprezzati e ricercati. Entrando nella panetteria non si può non notare il banco dei dolci sempre freschi e dal profumo inebriante, tra di essi i biscotti di meliga, quelli integrali, i baci di dama, i Brut ma Bun tipici piemontesi e molti altri. Molto famosi e richiesti nelle feste sono anche i loro panettoni, le loro focacce della befana e le loro colombe che rispettano ancora tutti i passaggi della tradizione con lunghe lievitazioni e ingredienti di primissima qualità, tra i panettoni più venduti quello al pistacchio e quello con le gocce di cioccolato la fanno da padrone.

Piera la moglie di Roberto Boccardo ci spiega la grande soddisfazione nel constatare che i clienti sono ormai affezionati, amici più che clienti e che spesso si lasciano consigliare per provare ogni novità proposta soprattutto durante le feste. Piera ci rivela anche una delle sue colazioni preferite che ha scoperto proprio mentre lavorava nel suo panificio, ovvero quella con bacchettine di pane senza lievito miele e tè fresco, ma se deve consigliare una colazione più ricca si può sempre optare per un caffè o un cappuccino con i croissant caldi appena sfornati alla crema, al cioccolato, al pistacchio, integrali e molte altre paste. Roberto ci racconta che suo papà Giuseppe gli ha sempre detto che per fare bene questo mestiere il trucco è metterci il cuore, sentire il profumo del pane e capire in base a quello anche le giuste dosi di acqua e di farina, Roberto è cresciuto all’interno della panetteria e anche lui fin da piccolo ha sempre appreso quest’arte bianca che richiede tanta fatica, Roberto infatti con i suoi figli si alza alle due di notte per iniziare a preparare pane, pizze, grissini e farinate, d’estate con i forni si rischia di svenire dal caldo, le teglie sono molto grosse e pesanti e bisogna saperle maneggiare, un lavoro quindi che richiede impegno e molto sacrificio. Lo sanno bene Filippo e Simone i nipoti di Giuseppe che pur essendo ancora molto giovani si impegnano ogni giorno per continuare la passione del nonno e di tutta la famiglia Boccardo.

NOEMI GARIANO

Da Pralormo a Chieri, 4.500 tulipani di “Messer Tulipano”

… e Chieri si sdebita facendo arrivare alla Città dei Conti di Beraudo due opere della chierese Norma Carpignano per la mostra dei “vestiti di carta”

Chieri (Torino)

La fioritura è in atto. Ed è davvero un bel vedere. A Chieri la primavera si annuncia con i colori e le stupende composizioni dei preziosissimi tulipani (dal “rosa” simbolo di tenerezza e di amore delicato, al “giallo” simboleggiante l’amore –ahinoi!- impossibile, fino ai “bianchi” segno di perdono) donati dalla contessa Consolata Pralormo, ideatrice della manifestazione floreale di rilevanza internazionale “Messer Tulipano”, giunta alla XXIV edizione ed in programma dal prossimo 30 marzo al 1° maggio. Si rinnova in questo modo, per il quinto anno consecutivo, la collaborazione tra il “Comune di Chieri” e il “Castello di Pralormo” per valorizzare e “donare bellezza”, un privilegio di cui godono solo altre tre città in Piemonte: Torino, Cuneo e Alba.

E così fra pochi giorni, ben 4.500 tulipani della Collezione di “Messer Tulipano” creeranno un meraviglioso effetto scenico in tre particolari siti della città collinare: nel giardino “Cardinal Martini” in piazza Cavour e nell’aiuola antistante la “Biblioteca civica”, mentre circa duecento bulbi sono stati piantati anche negli spazi verdi del “condominio di edilizia sociale” di via Monti, nell’ambito di un progetto di riqualificazione gestito dalla “Cooperativa Valdocco” e dall’“Associazione Gionchetto”.

I chieresi dunque potranno passeggiare e apprezzare i tulipani fioriti, per poi, a distanza di pochi giorni, poterli ammirare anche al Castello di Pralormo dove ne vengono piantati più di 100mila, rinnovati ogni anno sia nelle varietà, sia nei colori. “Siamo davvero grati alla Contessa Consolata di Pralormo – dichiara l’assessora alla Cultura di Chieri, Antonella Giordano –  per aver voluto coinvolgere la nostra città in quel meraviglioso evento che è ‘Messer Tulipano’”.

Una collaborazione preziosa che vede insieme due località che sono di certo fra le più prestigiose e ricche di storia (oltreché di indubitabile bellezza) della collina torinese. Una collaborazione “che, da parte nostra – prosegue l’assessora Giordano – ci ha permesso di far sì che quest’anno sarà possibile ammirare un po’ di Chieri anche a Pralormo, attraverso la mostra tematica dedicata alla ‘CARTA’ che sarà allestita nell’‘Orangerie del Castello’”. Dove, infatti, nella sezione moda saranno esposti due originalissimi abiti di carta dell’artista chierese Norma Carpignano: uno realizzato con le pagine pieghettate del giornale “Il Sole 24 Ore’’ e uno, un tutù da ballerina, fatto con le bustine di tisane di malva. Una bella occasione per valorizzare Chieri e gli artisti del territorio.

Tutte le info su www.castellodipralormo.com

g. m.

Nelle foto:

–       Tulipani in piazza Cavour a Chieri

–       Tulipani in via Monti a Chieri

–       Presentazione “Messer Tulipano”

Il 24 marzo giornata europea del gelato artigianale

 

 

La giornata europea del gelato artigianale, il 24 marzo, è stata istituita dal Parlamento europeo nel 2012 e, tra le motivazioni, si sottolinea che ‘tra i prodotti lattiero-caseari freschi, il gelato artigianale rappresenta l’eccellenza in termini di qualità e di sicurezza alimentare, capace di valorizzare i prodotti agroalimentari di ogni Stato membro”.

Il gusto 2024 è stato disegnato da Artglace e proposto dal Belgio per la dodicesima giornata europea del gelato artigianale, Gaufre de Liège, un fior di latte aromatizzato con vaniglia e cannella, variegato al burro salato e accompagnato da una cialda, la gaufre de Liège.

La spesa media delle famiglie che Istat stima per il 2023 in Piemonte per l’acquisto del gelato è di 148 milioni di euro.

“Il gelato artigianale fa parte del nostro bagaglio di tradizioni- spiega Alessandro Del Trotti Presidente Produttori Dolciari di Confartigianato Imprese Piemonte – una testimonianza di questo primato è data dalle numerose gelaterie e pasticcerie diffuse sul territorio regionale, circa 1200, e dalla spesa media che Istat stima per il 2023 in Piemonte di148 milioni di euro, la quarta spesa più elevata a livello regionale. In testa rimane la Lombardia con 328 milioni di euro”.

“Ma non solo – prosegue Del Trotti- è anche un alimento sempre più apprezzato dato che, a detta dei medici, è uno di quelli più adeguati specie per i bambini in quanto fornisce il giusto apporto calorico oltre a elementi importanti per la crescita quali proteine, calcio, fosforo, ferro e vitamine A, B1 e B 12. Va considerato poi che il perimetro delle attività artigianali relative al mondo del gelato è comunque più ampio, coinvolgendo i segmenti delle pasticcerie che producono dolci con gelato e i laboratori che producono gelato senza vendita al dettaglio. In tal senso le nostre analisi precedenti hanno valutato che oltre il 40% di spesa delle famiglie è intercettabile da parte delle gelaterie artigianali e dalle micro e piccole imprese a vocazione artigianale”.

“Sono sempre gli ingredienti a fare la differenza – conclude Del Trotti- perché la tendenza è quella verso prodotti sempre più salutistici con etichetta corta e un ritorno ai gusti tradizionali.

Gli ingredienti, soprattutto quelli tradizionali, sono diventati carissimi, zucchero, latte, frutta sino al packaging e gli aumenti del costo dei gelati di quest’anno sono decisamente inferiori rispetto all’aumento dei prezzi a cui dobbiamo tenere testa. Nessuno ha intenzione di imporre aumenti esponenziali ai propri clienti, proprio perché in un momento in cui siamo tutti così preoccupati dall’inflazione, non c’è bisogno dell’aumento vertiginoso del costo di un prodotto così amato e popolare”.

 

Mara Martellotta

Il turismo minerario. Avventure sotterranee all’interno di parchi e musei

Visitare ex miniere, oggi riconvertite e trasformate, e’ nel nostro paese una forma di turismo relativamente nuova e in continua crescita. Molto sviluppato in altri paesi europei come Spagna, Polonia e Slovenia, in Italia ha destato l’interesse di molte persone di tutte le eta’, compresi i bambini, gia’ da qualche anno.

Secondo il progetto ReMi, promosso dall’Ispra – Istituto per la Protezione e Ricerca Ambientale – i siti minerari dismessi in attesa di essere trasformati sono circa 3.000, 375 solo in Piemonte. Nel 2015 e’ stata istituita, dalla Rete Nazionale dei Parchi e dei Musei Minerari Italiani, la Giornata Nazionale delle Miniere che mira a promuovere gli ex luoghi estrattivi, non piu’ in uso, attraverso visite ed eventi cosi’ da tramutare luoghi abbandonati in veri e proprie aree di interesse.

In uno scenario silenzioso popolato dalla biodiversita’ si possono ripercorrere le storie di minatori e di imprenditori che hanno passato gran parte della loro vita in queste cave buie, dotati di attrezzature, strumenti e spirito di sacrificio, e che hanno contribuito all’economia di un tempo mettendo spesso a repentaglio la loro vita.

Nella nostra regione sono diverse le ex miniere da visitare, vediamo quelle piu’ conosciute.

Ecomuseo delle Miniere e della Val Germanasca nel comune di Prali (Torino), e’ un sito di eccellenza, dove una volta si estraeva il talco, che ospita due cave Paola e Gianna che, con oltre 4 km di gallerie, sono considerate tra le piu’ belle e interessanti a livello internazionale. Negli edifici adiacenti e’ possibile visitare l’esposizione museale permanente, la sala video e l’Archivio Storico.

Miniera di Garida

Chiusa nel 1968, oggi questo complesso minerario e’ considerato patrimonio storico e geologico, uno sito litologico (che riguarda la roccia) di grande interesse. Situato in zona Forno di Coazze la temperatura interna, di circa 10 gradi, permette la creazione di un habitat perfetto per diverse specie animali. L’esterno e’ caratterizzato da una copertura di legno e sono presenti i vecchi carrelli e argani che trasportavano i materiali estratti.

Miniera della Guia

Aperta fino al 1961, era una cava di oro situata nella Valle Anzasca e precisamente in localita’ Fornarelli di Mucugnaga che oggi e’ diventata parte del museo delle Alpi. Il suo massimo picco di produzione fu durante le due guerre mondiali in particolar modo nel 1942 durante cui furono estratti 40.000 tonnellate di materiale grezzo, questa enorme attivita’ diede lavoro a circa 300 operai. Durante la visita, che si snoda su un percorso di 1,5 chilometri circa, si possono ancora ammirare frammenti di pirite aurifera (oro grezzo).

Cava di Marmo Verde di Cesana

Nell’area del Monte Crouzeau, di Bousson, di Roche Noire e Punta Rascià esiste una roccia di colore verde intervallata da un intreccio di venature bianche, la serpentinite, che ricorda molto il marmo. Questa cava esistente dagli anni 20 e’ stata attiva fino agli anni 70, ma ancora oggi al suo esterno si possono trovare vecchi macchinari e attrezzature che un tempo furono molto utili.

Sul percorso per arrivare alla cava ci si puo’ fermare alla Casa delle Lapidi che deve il suo nome alla presenza di numerose lastre che riportano diversi motti e incisioni.

Per effettuare le visite in sicurezza e’ importante seguire le indicazioni come adottare un abbigliamento consono alla temperatura che solitamente scendendo in profondita’ puo’ arrivare anche a 5/7 gradi, verificare che sia accessibile a tutti e indossare il casco con la luce che normalmente viene fornito presso il sito.

Wine Awards di Food and Travel Italia, alla reggia di Venaria la terza edizione

Con il Patrocinio della Regione Piemonte, sabato 23 marzo 2024, alle ore 19.30, l’evento che illuminerà la Reggia di Venaria Reale
Torino, 21 marzo 2024 – Si sono concluse le selezioni dei migliori vini italiani ed internazionali che saranno protagonisti della terza edizione dei Wine Awards di Food and Travel Italia, in programma sabato 23 marzo 2024, alle ore 19.30, nella Reggia di Venaria Reale.
Il prestigioso evento enologico, ideato per premiare le aziende produttrici italiane ed internazionali che brillano per qualità, riunirà tante eccellenze in un format capace di valorizzare il vino e l’enoturismo. A decretare i vincitori, che saranno annunciati durante la serata di gala degli Awards, è stata una giuria di esperti del settore e della redazione di Food and Travel Italia, nonché i voti dei lettori. I Wine Awards saranno presentati da Pamela Raeli, editore di Food and Travel Italia, edizione italiana del magazine internazionale, edito in 18 Paesi del mondo, che si occupa di enogastronomia e viaggi gourmet, e dall’attore Luca Pantini.
Sarà un’ edizione particolare perché sul palco vi sarà anche la presenza attiva di Fabrizio Imas, Direttore Responsabile di Food and Travel Italia, Francesca Mancuso, Premium Benefits Marketing Senior Executive, e Nicolas Peyresblanques, Ceo Segafredo Zanetti Italia.
Cinque le categorie di riconoscimenti da assegnare: Vini rossi, Vini bianchi, Vini rosati, Vini dolci e Spumanti.
Premi speciali saranno assegnati a personalità che si sono particolarmente distinte nella loro professione.
Pamela Raeli ha sottolineato: “La manifestazione promuove un prodotto che è tradizione, cultura, rappresentazione della vita, ma anche una continua scoperta. Ho scelto il claim della serata utilizzando lo slogan ‘Lavorare, creare, donare’ di Michele Ferrero, il grande imprenditore piemontese innovativo e visionario, le cui intuizioni, la cui visione internazionale, la cui capacità di ascoltare gli altri sono state le linee guida di un modo di fare impresa che ha posto al centro la persona.  L’attenzione alla qualità dei prodotti, alle esigenze dei consumatori, al benessere dei dipendenti, l’invenzione di sistemi di produzione innovativi,  l’amore per la famiglia e per la sua terra, la sua riservatezza, la sua l’umiltà, la cura dei valori umani, la responsabilità sociale e la sua visione imprenditoriale, ben espressa con l’affermazione ‘Ecco cosa significa fare di diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l’ho fatto cremoso ed è nata la Nutella’ devono costituire un esempio per chiunque voglia fare impresa”.
Durante la serata sarà presentata al pubblico “Osare”, la più grande installazione a livello europeo, ad opera dell’artista Giuseppe Guida, campione mondiale di arte culinaria in Lussemburgo, che vuole essere un omaggio dell’editore Pamela Raeli alla mitica cedrata Tassoni, marchio storico tra i più amati e longevi d’Italia.
Sarà, inoltre,  presentato il nuovo progetto “Wine Moon” e il nuovo logo ad opera di Rs Graphic designer.
LA GIURIA
Presidente Andrea Lonardi – Master Of Wine italiano
• Chiara Giannotti – Wine writer, wine expert, influencer
• Chiara Giovoni – Ambassadeur du Champagne per l’Italia e vice-Ambassadeur européen nel 2012
• Cristiana Lauro – Scrittrice e wine expert
• Eleonora Cozzella – Giornalista e autrice
• Cristina Mercuri – Candidate Master Of Wine
• Sofia Carta – Head sommelier Forte Village e patronne “Capitano Bellieni” (Sassari)
• Valentina Bertini – Wine manager “Langosteria” (Milano)
• Marco Reitano – Head sommelier “La Pergola” (Roma) e presidente “Noi di sala”
• Fabrizio Sartorato – Head sommelier “ Da Vittorio”
• Alessandro Pipero – Patron e restaurant manager “Pipero” (Roma)
• Gianni Sinesi – Head sommelier al “Reale” (Castel di Sangro, L’Aquila) e winemaker
• Giuseppe Cupertino – Wine manager Borgo Egnazia (Savelletri, Brindisi)
• Mario Iaccarino – Patron e restaurant manager “Don Alfonso 1890” (Sant’Agata sui Due Golfi, Napoli)
• Maurizio Cerio – Head sommelier “Don Alfonso 1890” (Sant’Agata sui Due Golfi, Napoli)
• Walter Meccia – Head sommelier “Four Season Hotel Firenze- Il Palagio” (Firenze)

Dipendere dagli altri

Ho avuto modo anche su queste colonne, ma soprattutto nei miei libri e nelle mie conferenze, di parlare di dipendenza: da sostanze, da comportamenti (es. la ludopatia) ma c’è un’altra forma di dipendenza molto più subdola.

Parlo della dipendenza dall’opinione altrui: è una forma di dipendenza psicologica, che però sortisce effetti anche fisici, che ha origini remote e che non conosce latitudini o epoche.

Dipendere dagli altri è doveroso almeno nei primi anni di vita, proprio perché non avendo ancora gli strumenti culturali per agire autonomamente, il bambino fino all’età della ragione necessita della supervisione degli adulti (solitamente genitori, nonni o fratelli maggiori, talvolta la babysitter) ma, raggiunta l’adolescenza, deve formarsi un carattere autonomo, indipendente che gli consenta di vivere secondo i propri gusti e le proprie inclinazioni, facendo tesoro degli errori e progettando una vita di proprio gradimento.

Spesso, tuttavia, un po’ per colpa del carattere debole o, anche in aggiunta, quello dominante di uno o entrambi i genitori che non ammettono repliche, un po’ per comodità si corre il rischio di non formarsi un carattere definito, indipendente e di viaggiare, di conseguenza, al traino degli altri.

Nelle metropoli, come pure nelle città di medie dimensioni, è più facile inserirsi nel tessuto sociale per ciò che si è, indipendentemente dalle origini, dal ceto sociale, dal titolo di studio o dalla professione. Si viene accolti ed accettati per come ci si presenta, per ciò che si dice o si fa, e non importa se scendiamo in ciabatte a prendere la posta o se indossiamo il frac quando usciamo la sera.

Non tutte le persone, però, riescono ad integrarsi nella società in cui vivono per ciò che sono, facendo cosa, e soprattutto come, vogliono; molte, troppe (e pare il loro numero cresca in continuazione) dipendono in modo patologico dal giudizio altrui, da come gli altri le fanno sentire, da quanto si sentono a loro agio frequentando il prossimo, se vengano scherniti o applauditi.

Se da un lato è corretto che una società adotti delle regole di civile convivenza, di buon vicinato è altrettanto vero che ogni deviazione debba essere stigmatizzata solo se reca nocumento ai membri di quella stessa società. Faccio un esempio. L’omicidio,come il furto o la violenza privata, sono banditi da ogni società civile, prima che dai “dieci comandamenti perché recherebbero un danno alle vittime; gli ordinamenti legislativi delle società hanno poi formalizzato tali divieti sanzionando ogni infrazione. Alcuni regolamenti, invece, sono frutto di tradizioni, di consuetudini che regolano l’aspetto esteriore anziché la sostanza, che codificano ciò che è gradito da ciò che non lo è, ciò che è lecito da ciò che è da evitare.

Pensiamo, ad esempio, all’abbigliamento per il matrimonio o al radersi la barba per recarsi ad una cerimonia: tanto un relatore quanto un ascoltatore possono essere validi e meritevoli anche con la barba incolta di tre giorni, ma la gente intorno classificherebbe subito entrambi come “poco seri”, “poco credibili”.

Una prova di quanto sostengo sta nel soprannome, tuttora assegnato nelle comunità minori, a vari abitanti del loro territorio che non vengono, quindi, conosciute per il nome o la famiglia di origine, ma per la professione, per un difetto fisico, per un’abitudine nel comportamento.

Tutto ciò premesso, è necessario però scrollarsi di dosso questa paura, questa soggezione nei confronti degli altri se si vuole essere davvero sé stessi, se si vogliono realizzare i propri progetti, le proprie aspirazioni.

Partite dalla considerazione che nessuno è privo di difetti, e con i moderni mezzi di informazione ci vuole davvero pochissimo a scoprire quelli altrui: davvero pensate di valere meno perché una volta vi hanno visto ubriachi a barcollare come una scimmia? Oppure siete usciti con i calzini spaiati o senza pettinarvi? A me succede un giorno si e l’altro pure di dimenticare qualcosa o di compiere un qualcosa per cui mi verrebbe da nascondermi, salvo poi prendermi in giro da solo. E’ peggio andare in riunione con la giacca macchiata di caffè o disertarla per non mostrarsi in tali condizioni? Io opterei per la seconda.

Ricordate che uno dei segnali di intelligenza è l’autoironia: cominciate a ridere dei vostri difetti, non ascoltate chi parla alle spalle perché significa che non vuole correggervi o segnalarvi un problema ma solo sminuirvi agli occhi degli altri, ed è degno solo di parlare col vostro deretano. E’, ovviamente, importante che non assumiate comportamenti che realmente possano nuocere agli altri: se in piena notte suonate i citofoni in casa d’altri non verrete considerati creativi che stanno componendo un’opera per campanello solista, ma maleducati che non hanno rispetto per gli altri. Allo stesso modo se terrete l’auto accesa sotto le finestre di un appartamento al piano terra sarete quanto meno insultati da chi vi abita.

Ma, e lo ripeto, se il vostro modo di pensare, di vestire, di mangiare si discostano da quello della maggioranza delle persone siete solamente originali, alternativi, insoliti o quale altro aggettivo volete trovare.

Adoro la compianta Alda Merini, ed il film trasmesso di recente in TV ha aumentato ulteriormente la stima che ho in lei; considerata pazza ai tempi in cui Basaglia non aveva ancora portato alla chiusura dei manicomi (le venne attribuito un disturbo bipolare), in realtà era stimatissima da molti personaggi della cultura e dello spettacolo tant’è che la sua casa di Ripa di Porta Ticinese era un via vai continuo di personaggi.

Ora è stata ampiamente rivalutata e le sue opere riconosciute di livello elevato; se vi prendono per pazzi perché non seguite il gregge, dunque, siete probabilmente solo in anticipo sui tempi.

Sergio Motta

HOT PARADE: Biden – Draghi – Ferragni

HOT PARADE Di Simone Donati “L’identità”

Sale: Joe Biden. Tenetevi forte. Per non scivolare, per non azzeccare altre figurelle da vecchietto umarell, Joe Biden calza un particolare tipo di sneakers che gli rendono più stabile la camminata. In pratica…

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Hot parade

BUILDING HAPPINESS Dove sta di casa la felicità?

La Fondazione per l’Architettura di Torino intraprende per l’anno 2024 un affasciante viaggio alla scoperta della connessione tra architettura e felicità, in cui tutti siamo invitati a partecipare.

Cosa rende felice una città? Quali sono gli elementi urbani ma anche abitativi che rendono piacevole un luogo? Come si fa a rendere fruibili luoghi dismessi? A queste domande cercheranno di rispondere architetti, attivisti, artisti coordinati dalla Fondazione per l’Architettura di Torino che, con un programma fitto di eventi, vuole comprendere come migliorare i luoghi che viviamo.

Il progetto si chiama Building Happiness, è molto ambizioso e si prefigge di redigere un vero e proprio manuale con linee guida pubblicare e divulgare. L’argomento non è certo nuovo. La relazione tra Architettura e Felicità è già stata indagata in passato, soprattutto attraverso lo sguardo di filosofi e scrittori (come Alain De Botton, “Architettura e Felicità, 2006”) e da antropologi (come Mar Augè, “La felicità ha un luogo? 2011”). La Fondazione inoltre riconosce il recente emergere di un approccio quantitativo da parte degli architetti nello sviluppo di “edifici felici”, tutto ciò è stato di stimolo per proporre ed enfatizzare l’aspetto culturale della nuova indagine, che vuole sottolineare le dirette conseguenze dell’architettura sulla qualità della vita delle persone e sulla responsabilità sociale degli architetti.

“Mi preme sottolineare – afferma Gabriella Gedda, Presidente della Fondazione per l’Architettura di Torino – tutto l’orgoglio e l’impegno che la Fondazione ha profuso nei confronti del progetto Building Happiness, che vede nell’architettura un valore sociale al servizio della comunità, anche attraverso la promozione del benessere dei cittadini. Crediamo infatti fermamente che la felicità sia un indicatore fondamentale per misurare la salute psico – fisica delle persone e anche per conferire vigore all’attrattività territoriale. Con il progetto Building Happiness vogliamo sensibilizzare la comunità degli architetti e di tutti i professionisti del settore, al fine di contribuire in modo tangibile alla realizzazione di un ambiente urbano che, oltre a soddisfare le necessità pratiche e funzionali, alimenti il benessere emotivo e spirituale dei suoi abitanti”

Il percorso di Building Happiness si articolerà in una ventina di appuntamenti, il calendario completo lo trovate qui. Comprende incontri “Face to Face” con architetti, tour di luoghi felici, talk culturali con ospiti illustri, tra i quali uno in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, un Book Lab in collaborazione con il Circolo dei lettori di Torino e la realizzazione di una mostra fotografica in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.

Imperdibile, Sabato 23 Marzo, la Maratona Stand up for Architecture! Dalle ore 17.00 alle ore 23.00 al Capodoglio, Murazzi del Po Gipo Farassino 37. Qui sarà possibile dialogare con architetti, designer, attivisti e artisti. L’evento multidisciplinare e corale, una vera e propria maratona di sei ore, coinvolgerà attivisti, designer, architetti e artisti. Qui il programma completo.

“Vorrei sottolineare – conclude Eleonora Gerbotto – il nostro impegno nel rendere protagonisti i giovani. Attraverso la Maratona, uno dei momenti salienti della programmazione, i giovani (architetti ma non solo) sono stati coinvolti attivamente perché abbiano l’opportunità di esprimersi su un tema così rilevante come la felicità.  Ritengo infatti importante mettersi in loro ascolto, ma ancor di più coinvolgerli, perché i giovani sono a tutti gli effetti il motore creativo per il futuro della nostra città”.

E i torinesi? La Fondazione per l’Architettura di Torino ha bisogno anche dell’aiuto dei suoi concittadini e lo fa chiedendo di rispondere al questionario di Building Happiness. Alla costruzione della felicità nessuno resta solo spettatore.

Lori Barozzino

Il più grande “Tulips U-pick Park” in Piemonte

TULIPARTY

 

Dal 23 marzo a fine fioritura

Aperto tutti i giorni dalle h 9,30 alle h 18,30

In via Collegno 39 a Pianezza

 

Tuliparty giunge alla sesta edizione! Lo storico  “Tulips U-pick Park” piemontese riaprirà i battenti il 22 marzo e resterà aperto fino al termine della fioritura che dipenderà, come sempre, dalle condizioni meteorologiche. Tuliparty è uno spazio verde di oltre 5.000 mq in cui sarà possibile ammirare una fioritura straordinaria di oltre 120 varietà diverse di tulipani di tutti i colori e di tutte le famiglie: Pappagalli, Sfrangiati, Doppi, Fiore di Giglio. Oltre ai tulipani ci sarà una ampia scelta di Narcisi, Viole e Muscari, tutti da raccogliere in modalità u-pick.

“Quando ti piace un fiore semplicemente lo cogli. Quando AMI un fiore lo annaffi tutti i giorni”; in questa citazione, che abbiamo scelto come didascalia della sesta edizione, si racchiude l’unicità del Tuliparty.
Nel nostro Tulips U-pick Park sarà possibile non solo ammirare i tulipani e fotografarli, ma come dice il nome stesso, sceglierli e raccoglierli, volendo, con tutto il bulbo, pronti per essere ripiantati nel proprio giardino o terrazzo, in modo da portare a termine la fioritura a casa e prendersi cura della pianta per farla rinascere la stagione successiva. Per fare questo ai visitatori verrà fornita l’attrezzatura per raccogliere la pianta col bulbo in autonomia, oppure potranno essere assistiti dallo Staff del Tuliparty.

Attività didattica: Anche Quest’anno abbiamo coinvolto scuole materne ed elementari nell’attività didattica “Alla scoperta del mondo vegetale”, con spiegazioni teoriche e pratiche sulla coltivazione dei fiori; ogni bambino e bambina potrà diventare un piccolo floricoltore, piantando un bulbo di gladiolo in un vasetto da portare a casa insieme a un tulipano raccolto nel campo.  Sempre per gli Amici più piccoli, sono in programma attività ludiche quali la “caccia alle uova” in occasione del week end pasquale.  Non mancheranno poi, per gli adulti, Corsi di pittura e Corsi di fotografia in plein air, per imparare le tecniche specifiche del soggetto floreale.

INFORMAZIONI
feriali: € 2,50 comprensivo di 1 tulipano

festivi e prefestivi: € 5,00 comprensivo di 2 tulipani

Tulipani extra € 1 cad, col bulbo € 1,50 cad.

TULIPARTY TORINO

Via Collegno 39 – Pianezza (TO)

www.tuliparty.com