Magnifica Torino / Il Po, la Gran Madre e il Monte dei Cappuccini
Pensieri sparsi
Una giornata a Messer Tulipano
A cura di Piemonte Italia.eu
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https://www.piemonteitalia.eu/it/esperienze/una-giornata-messer-tulipano
C’è bisogno di un cambio di mentalità e di cultura, la vendita degli animali dovrebbe essere vietata.
Ogni volta che chiedo dove è stato preso un animale domestico e la risposta è “in un allevamento” o semplicemente “c’è un signore che li vende” mi si chiude lo stomaco e smetto persino di fare le coccole al povero animale che con questa manifestazione di ignoranza e insensibilità non c’entra niente. Ci sono poi altre questioni e situazioni che mi confermano che non ci siamo ancora, che la mentalità non è ancora cambiata e che si pensa che un essere vivente possa essere messo in vendita e conseguentemente acquistato, così come un oggetto.
“ I cani del canile hanno problemi”, “io voglio questa razza di cane”, “ho cercato nei rifugi e nei canili ma non ho trovato il cane che volevo”, in queste affermazioni ci sono false credenze, disinformazione e moltissime scuse. I trovatelli, i cani randagi e quelli che si trovano nei canili non sono altro che cani acquistati e poi abbandonati, esseri innocenti che hanno avuto la sfortuna di nascere in un contesto sbagliato, lo stesso vale per i gatti ovviamente.
Ci sono persone che “ordinano” il cane su internet perché oltre alla razza scelgono anche il colore mentre qualche altro cane,altrettanto bello e pieno di qualità, muore nell’anonimato di un canile o in strada. Lo so che ognuno è libero di fare ciò che vuole, è legittimo, ma prendere un cane o un gatto dovrebbe voler dire, oltre alla sacrosanta volontà di crearsi una compagnia, salvare un’anima, darle un riparo, regalargli una vita dignitosa. Prendere un animale domestico non può essere un desiderio a tempo determinato, una moda, un capriccio o un atto di egoismo. Gli animali vanno rispettati come esseri senzienti, vanno salvati e amati e, nel caso si avesse la consapevolezza di non essere in grado di occuparsene o di non avere tempo e voglia, sarebbe meglio non prenderli, tantomeno acquistarli!
Ci sono associazioni, volontari, pagine sui social che ci informano come adottare una animale domestico, ci consigliano e ci spiegano quali sono gli impegni da prendere, ovviamente per tutta la durata di vita del cane o del gatto. Bisogna pensare che ci sono le vacanze, gli impegni familiari o lavorativi e quindi se non si è nella condizione di prendersene cura meglio lasciarlo dove è.
Abbiamo assistito alla vergogna post Covid, ai molteplici abbandoni di quei cani che durante la pandemia fungevano da pass per uscire e che dopo l’emergenza sono stati mollati come spazzatura, ebbene questo è un indicatore di quanto si sia ancora lontani dall’avere una relazione sana con il mondo animale. Adottare consapevolmente è l’unica via, non ce ne sono altre, salvarli e non comprarli per aderire alla tendenza del momento e poi, infine, non abbandonarli, mai!
“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi)
MARIA LA BARBERA
Il Piemonte regione sempre più amica degli animali
Il Piemonte si propone come regione sempre più amica degli animali, anche grazie al nuovo testo unico «Disposizioni coordinate in materia di tutela degli animali da affezione e prevenzione del randagismo» approvato dal Consiglio Regionale.
Tante le novità nei 42 articoli del provvedimento: via la catena, tranne in casi molto particolari e di forza maggiore, riconoscimento del contributo terapeutico offerto ai pazienti con la «pet therapy», possibilità, per i padroni, di essere tumulati con le ceneri del proprio amico a quattro zampe, lotta al randagismo, attraverso l’istituzione di una banca dati regionale, attuazione di un’importante opera di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza contro abbandoni, ma anche contro i maltrattamenti, nuove regole per rendere più sicuro il possesso di animali dal morso incontrollato, interventi contro le manipolazioni genetiche e riconoscimento, per la prima volta, dei cosiddetti «santuari», ovvero i luoghi di accoglienza per animali ex-da reddito in cerca di una casa.
E poi l’istituzione della figura del «pet sitter» e tanto altro ancora, in primis l’istituzione dei 13 Ambulatori veterinari sociali sparsi in tutto il Piemonte, che presto diventeranno 15 e che si prendono cura, gratuitamente, degli amici pelosi delle persone in carico dei servizi sociali: un primo passo verso quella «mutua animale» che un giorno si spera si possa realizzare.
E’ molto soddisfatta l’assessore al Benessere animale Chiara Caucino, che ha lavorato per mesi riuscendo a fare sintesi con un testo che è stato condiviso anche con l’opposizione.
“Con questo testo – commenta l’assessore – si fa chiarezza sugli obblighi che competono ad un possessore di animali d’affezione, ma anche sui diritti e sui doveri che ne conseguono, confermando la nostra lotta per il contrasto al randagismo, in piena linea con le recenti normative nazionali, sul Sistema Nazionale Anagrafe Animali d’affezione, dando piena tutela ai servizi oggi esistenti».
«Inoltre – prosegue Caucino – il testo prevede un riconoscimento degli enti del terzo settore che operano a sostegno degli animali d’affezione e del sistema di presìdi già oggi esistenti nella nostra regione, quali i canili, i gattili, i rifugi e i santuari per animali e forme di sostegno, anche economiche, per gli enti locali che, in base alle disposizioni nazionali oggi vigenti, si trovano in prima linea nel contrasto al randagismo e nel soccorso ai detentori di animali d’affezione, senza dimenticare l’aiuto concreto alle fasce deboli che detengono animali d’affezione che svolgono un ruolo di supporto e di aiuto per alleviare momenti difficili nell’esistenza. Con il passo, importantissimo, fatto oggi in Consiglio possiamo dire con orgoglio che il Piemonte è una Regione anche a misura di animali». (Il Torinese.it)
Coniglio grigio con peperoni
A cura di PiemonteItalia.eu
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Intestino pigro? Risponde il nutrizionista
Mi chiamo Antonella, sono una donna di 46 anni e praticamente da una vita soffro di una forte stitichezza. Ho provato diverse diete ma con scarsi risultati. La cosa che ho notato è che anche se provo a mettermi “a stecchetto” e mangio più verdure le cose vanno meglio per qualche giorno e poi torno al punto di partenza. Lei cosa consiglia per risolvere il problema di stitichezza? La ringrazio per l’attenzione
Salve Antonella, grazie per avermi scritto. Comprendo pienamente il suo disagio e cercherò di darle qualche consiglio utile per migliorare la sua condizione. Il termine più adatto per definire il disturbo che mi ha descritto è stipsi. Per stipsi si intende quella patologia a livello intestinale che non permette al paziente di poter evacuare in maniera efficace le feci. Tale malattia è meglio conosciuta con il nome di stitichezza o, in linguaggio più colloquiale, come costipazione. Sono piuttosto numerosi i casi in cui si può parlare di stitichezza e i sintomi relativi a questa problematica tendono ad essere rilevanti per una persona piuttosto impegnata o costretta a rigidi orari di lavoro.
Molte ricerche sono state utili per collegare la stipsi a motivi piuttosto evidenti come errori nell’eseguire un certo tipo di dieta programmata, problematiche relative all’alterazione del ciclo di elettrolisi oppure un inadeguato apporto di fibre. Tra i motivi che possono portare a problematiche di stitichezza possiamo anche ritrovare disagi di carattere organico come affezioni al tratto del colon, oppure a difficoltà che possono essere presentarsi nel tratto anale.
Si parla sempre di due diverse tipologie di stipsi: cronica e acuta.La stipsi di carattere cronico è quella che più richiede interventi di carattere farmacologico, mentre per la stipsi acuta di solito è sufficiente fornire una dieta adeguata ad un paziente che incontra tali difficoltà.
Si tratta di un disturbo piuttosto frequente soprattutto nella donna, in quanto legata da molti fattori (dieta, stress, inadeguata attività motoria, fattori psicologici) ma assai spesso correlata alla fluttuazione ormonale.
Il trattamento della stipsi non complicata da altri fattori è di per sé abbastanza semplice: ecco un esempio degli errori più comuni che vanno evitati.
Spero di esserle stato d’aiuto. Le auguro vivamente di risolvere il suo problema.
Dott. Christian Lenzi – Biologo Nutrizionista
Caccia al Tesoro nel Parco del Castello di Miradolo
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Un detto popolare recita ”Non c’e’ Pasqua senza uova”
Nel rispetto della tradizione, per una Pasqua all’insegna della convivialita’ e degli antichi sapori, vi propongo un facile e fresco antipasto ideale per il pranzo o per il picnic di Pasquetta che vede le uova come immancabili protagoniste del menu’ in una festa di colori e sapori.
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Ingredienti per 8 persone:
8 fette di prosciutto cotto tagliato spesso
6 uova sode
100 gr. di tonno sott’olio
1 cucchiaio di capperi
2 cucchiai di mayonnaise
1 cucchiaio di peperoni sott’aceto tagliati a striscioline
1 dado per gelatina
2,5 dl. di vino bianco
2,5 dl. di acqua
cucchiaio di aceto bianco
sale q.b.
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Tritare quattro uova sode con i capperi, il tonno, la mayonnaise;
farcire le fette di prosciutto, arrotolare ad involtino e sistemare in una pirofila preferibilmente in vetro. Nel frattempo preparare la gelatina: portare ad ebollizione l’acqua, far sciogliere il dado, mescolare, aggiungere il vino bianco e il cucchiaio di aceto, mescolare nuovamente e versare sugli involtini di prosciutto. Guarnire con le striscioline di peperone e le rimanenti uova tagliate a piacere. Lasciar raffreddare in frigo per almeno 3 ore.
Buona Pasqua a tutti i lettori.
Paperita Patty