LIFESTYLE- Pagina 78

Cartoccio di pesce al forno, sano e gustoso

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Eccovi una proposta per un secondo profumato ed appetitoso

Ricco di importanti proprieta’ nutritive, buono e gustoso, il pesce e’ uno dei protagonisti della dieta mediterranea. Fritto, a vapore, al forno puo’ essere preparato in tanti modi diversi, ma se cercate una ricetta semplice, veloce e dietetica che racchiude il sapore del mare eccovi una ricetta per un secondo profumato ed appetitoso.

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Ingredienti per una persona:

1 trancio di pesce a piacere

1 patata

1 carciofo

4 pomodori datterini

capperi, olive taggiasche denocciolate, pinoli q.b.

1 cucchiaio di olio evo

1 pizzico di timo

sale q.b.

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Tagliare la patata a rondelle e il carciofo a fettine, sistemarli a strati su di un foglio di carta forno, aggiungere il trancio di pesce, coprire con i capperi, le olive tagliate a meta’, i pinoli e i pomodorini a pezzi. Cospargere il tutto con un pizzico di timo, poco sale, l’olio evo. Chiudere il cartoccio con uno spago da cucina, appoggiarlo su una teglia da forno e cuocere a 200 gradi per 20 minuti circa. Servire caldo.

 

Paperita Patty

Just the Woman I am, a Bardonecchia raddoppia con il “weekend rosa”

Anche quest’anno l’Amministrazione Comunale di Bardonecchia scende in campo per la ricerca con l’edizione 2025 di Just the Woman I am.

Un appuntamento che, a Bardonecchia, si svolgerà sabato e domenica con un vero “weekend rosa”.

Sabato 8 marzo, Festa della Donna, dalle 10 alle 12, nel Foyer del Palazzo delle Feste, si svolgerà, infatti, “Longevity Fitness. Sostieni la ricerca”, con lezioni di yoga, pilates, tonificazione e meditazione.

Domenica 9 marzo, invece, alle 14,30, dal Palazzo delle Feste partirà la camminata non competitiva di 5 km a sostegno della ricerca universitaria sulla salute e sul cancro.

“Siamo felici di aver organizzato anche quest’anno, a Bardonecchia, l’appuntamento con Just the Woman I am. – dice il sindaco Chiara Rossetti – Un momento importante per la ricerca che, edizione dopo edizione, è cresciuto anche sul nostro territorio a livello di attenzione e di numero di partecipanti. Ci auguriamo che l’edizione 2025 possa vedere aumentare ulteriormente i presenti e confermiamo, ancora una volta, il nostro impegno per la prevenzione, la ricerca, un corretto stile di vita”.

 

Torna Messer Tulipano

Consolata Pralormo racconta:

La grande manifestazione nel parco del castello di Pralormo compie 25 ANNI!

Il piantamento, di oltre 130.000 tulipani, è sempre rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore, ed ospita tra le tante varietà curiose, una collezione di tulipani botanici ma anche un percorso nel sottobosco dedicato ai tulipani conosciuti già dal 1600, come le varietà botaniche che possono considerarsi le ”antenate” dei tulipani. Si tratta di tulipani che nascono nei boschi, soprattutto in Asia ed in genere sono alti solo dai 15 ai 20 cm, con foglie sottili.

La manifestazione coinvolge tutto il parco, progettato nel XIX secolo dall’architetto di corte Xavier Kurten, artefice dei più importanti parchi all’inglese delle residenze sabaude e in Piemonte. Nei grandi prati sono state create aiuole dalle forme morbide e sinuose, progettate ponendo particolare attenzione a non alterare l’impianto storico originario. Le aiuole dunque “serpeggiano” tra gli alberi secolari, mentre nel sottobosco occhieggiano ciuffi di muscari, di narcisi e di giacinti.

Quest’anno si rievocheranno le 25 edizioni con i loro temi particolari. 

Sarà sviluppata la storia del tulipano, partendo dal 1600, quando in Olanda scoppiò la ”febbre del tulipano” con costi altissimi per ogni bulbo, che valeva come un casa… infatti gli olandesi si indebitarono per comprarli alle aste. Questa follia durò fino al 1630 circa… poi di colpo finì l’interesse per questo fiore e ci fu il primo fallimento finanziario europeo (il Sole 24 Ore parla sovente di questo fenomeno).

Un’introduzione storica racconterà la vera origine del tulipano in Asia, in particolare in Turchia, in Mongolia e poi in Europa.

Oltre ai più di 130.000 tulipani nel parco quest’anno sono previste alcune varietà ”speciali” piantante in cassette olandesi per poterli ammirare da vicino: il tulipano a ‘fior di giglio”, dal gambo sottile e con i petali appuntiti; quelli ”viridiflora” con le fiammature verdi (sembra che sia il gambo verde a proseguire sui petali dai vari colori); i tulipani ”famiglietta” a mazzetto su un unico stelo; i ‘‘parroquet”, dal gambo movimentato e i petali spettinati; i frills’‘ con i petali frastagliati e anche quelli che durante la fioritura fanno le ”mutazioni di colore”.

Un bosco sarà dedicato ai narcisi di tante varietà.

Accanto ad uno dei laghetti un ”fiume” di muscari blu che simulerà l’acqua… pervinche blu ai bordi dello stagno dove abitano le rane che io definisco ”dive del crepuscolo”, perché cantano solo alla sera.

Tutto questo è nel grande parco recintato.

All’interno dell’Orangerie un percorso dedicato alla storia del tulipano, partendo dalle terre di origine, Turchia, India e Cina per giungere all’Olanda ed al personaggio del medico olandese Nicolaes “Claes” Pietersz, impazzito per il tulipano tanto da cambiare il proprio cognome in ‘Dottor Tulp”.

Io rimasi talmente impressionata che decisi di rievocarlo inventando ”Messer Tulipano” e raccontando che ogni anno lui torna al Castello di Pralormo per fare rifiorire il parco! Quest’anno apriremo il cancello verso l’Azienda Agricola dove su una collinetta ho sparso i bulbi in modo naturalistico e i visitatori potranno fare i picnic fra i tulipani accanto ad un vialetto di ciliegi giapponesi che in aprile sono fioriti come ”nuvole rosa”.

Nella serra antica, arrivata da Parigi, eseguita dai Fratelli Lefevre nel 1890, si ammirerà una collezione di orchidee e nel piccolo giardino su cui si affaccia la serra il tulipano nero ‘‘Queen of the night” che suscita sempre curiosità e che io pianto insieme a tulipani bianchi e ai tulipani rosa.

Infine, in un bosco ci sarà il viale degli uccellini dedicato ai bambini che scopriranno le specie di uccelli che vivono indisturbati nel nostro grande parco: si racconta cosa mangiano, che nidi fanno e si potrà leggere una fiabetta illustrata presa dalla nostra biblioteca del Castello che contiene libri dal 1400 e anche una bella collezione di libri per l’infanzia dal 1800 con illustrazioni e testi che hanno affascinato generazioni di bambini della nostra famiglia e sicuramente contribuito a ”sviluppare la creatività”.

Oltre a tutto ciò….

Un’apprezzata zona shopping propone eccellenze del territorio, prodotti stagionali dei produttori agricoli, mieli e marmellate artigianali, delizie gastronomiche, vini doc, cosmetici naturali, tessuti e articoli per la casa e poi piante, fiori e prodotti per rinnovare il giardino o il terrazzo.

Inoltre, per permettere ad ognuno di trascorrere una divertente e serena giornata all’aperto con tutta la famiglia è allestito un bar-ristorante che propone menu, piatti freddi e caldi, panini e molto altro. Sono presenti inoltre zone pic-nic nel parco, mentre nel paese di Pralormo è possibile degustare e acquistare i prodotti delle cascine dei dintorni.

Inoltre la Proloco propone vari menu a base di specialità del territorio.

Per gli amici a quattro zampe, ciotole d’acqua fresca e un vero Dog Bar nel parco.

Per i bambini: percorsi nel parco e allestimenti dedicati.

Ogni anno inoltre, Messer Tulipano ospita e dà visibilità a realtà impegnate nell’affrontare problematiche sociali e l’importante attuale tematica della sostenibilità ambientale. Tra queste, Specchio dei Tempi.

VISITE DEL CASTELLO

In occasione di MESSER TULIPANO inaugura anche la nuova stagione di aperture al pubblico dell’interno del castello che propone due itinerari: uno dedicato alla vita quotidiana in un’antica dimora tra cantine, cucine, camere da pranzo e saloni d’onore e uno al Trenino del Conte, uno stupefacente impianto d’epoca in miniatura, che occupa tre sale, su cui viaggiano treni in scala 0 tra paesaggi dipinti sulle pareti, gallerie scavate nei muri e un interessante scalo merci. Gli attuali proprietari, la famiglia Beraudo di Pralormo, abitano fin dal 1600 il Castello con un impegno costante di tutela, restauro e conservazione.

…Vedremo insieme le segrete del Castello, fucina dei riti quotidiani dedicati al funzionamento della grande dimora, il fuoco, l’acqua, la luce, il cibo, le stanze instrise di tradizioni e di storia di personaggi illustri; il salotto dedicato alle riunioni familiari ai giochi infantili e agli svaghi femminili; il maestoso salone evocativo di musica, danze e momenti conviviali…vissuti per più di 300 anni dalla nostra famiglia che conserva con passione e dedizione questa casa anche per accoglierVi…

(www.castellodipralormo.com/le-visite-del-castello/)

OSPITALITA’

Si segnala inoltre la possibilità di pernottamento nelle Rural Suites “Le case della Giardiniera”, camere e appartamenti adiacenti al muro di cinta del Castello arredati con attrezzi di un tempo e arredi semplici ma evocativi della vita quotidiana delle persone che in passato lavoravano per il Castello e abitavano in questi appartamenti, come il Cocchiere, l’Erborista, il Boscaiolo, l’Ortolano e la Giardiniera.

Apertura: tutto l’anno

Informazioni e prenotazioni: Tel. 011 884870 – 8140981 – info@lecasedellagiardiniera.it – www.lecasedellagiardiniera.it

INFORMAZIONI UTILI

MESSER TULIPANO

Apertura: tutti i giorni dal 29 marzo al 1 maggio 2025

Orario: lunedì/venerdì 10-18, sabato/domenica/festivi 10-19

Ingresso: € 12,00 intero / € 10,00 speciale ridotto nei giorni feriali / € 9,00 gruppi prenotati e convenzioni / € 5,00 bambini

da 4 a 12 anni / gratuito fino a 4 anni

CASTELLO DI PRALORMO

Apertura: Per visitatori singoli tutti i giorni dal 29 aprile al 1 maggio 2025. E a seguire, tutte le domeniche dal 4

maggio al 26 ottobre 2025 (chiuso agosto);

Per gruppi oltre le 15 persone (su prenotazione) tutti i giorni dal 30 marzo al 27 ottobre 2024 (escluso agosto).

Orario: 10-18 (sabato/domenica/festivi durante Messer Tulipano 10-19)

Ingresso: Itinerario “Vita quotidiana in un’antica dimora”:

Dal 29 marzo al 1 maggio€ 8,00 ridotto per tutti in occasione della manifestazione/ € 7,00 gruppi prenotati

nei giorni feriali / € 5,00 bambini da 4 a 12 anni / gratuito fino a 4 anni

Dal 4 maggio al 26 ottobre: € 9,00 intero/ € 8,00 gruppi prenotati e convenzioni / € 5,00 bambini da 4 a 12

anni / gratuito fino a 4 anni

Itinerario “Il Trenino del Conte”:

Dal 29 marzo al 26 ottobre€ 12,00 intero / € 10,00 gruppi prenotati e convenzioni / € 8,00 bambini da 4 a

12 anni / gratuito fino a 4 anni

Visita abbinata Castello + “Il Trenino del Conte”:

Dal 29 marzo al 26 ottobre€ 15,00 intero / € 12,00 gruppi prenotati e convenzioni / € 10,00 bambini da 4 a

12 anni / gratuito fino a 4 anni

Informazioni sulle modalità di prenotazione: Tel. 011 884870 – 8140981 – info@castellodipralormo.com –

www.castellodipralormo.com

OSPITALITA’ CASE DELLA GIARDINIERA

Apertura: tutto l’anno

Informazioni e prenotazioni: Tel. 011 884870 – 8140981 – info@lecasedellagiardiniera.it – www.lecasedellagiardiniera.it

“Parla con me”: settore pet, tendenze e innovazioni

Giovedì 6 marzo, dalle 18:00 alle 19:00, torna Parla con Me ® con una puntata interamente dedicata alle tendenze e alle innovazioni nel settore del pet food e dell’accoglienza per animali. Un settore in crescita che richiede sempre più attenzione e consapevolezza da parte di aziende e strutture ricettive.

Tra gli ospiti della puntata:

Paola Di Giambattista, Food & Hospitality Specialist, Chef Nutraceutico
Adriano De Sanctis, Consulente e formatore per l’eccellenza nella Dog Hospitality
Lola, Mystery Guest esperta in strutture dog friendly

Per la prima volta in trasmissione interverrà un cane, Lola, con tanto di job title, a sottolineare quanto oggi il tema della vera accoglienza pet-friendly sia centrale nel mondo dell’ospitalità e della ristorazione.

Ma quante strutture si definiscono davvero accoglienti per gli animali? Quante conoscono realmente le esigenze dei pet e dei loro proprietari? E quanto il settore del pet food sta innovando in termini di qualità e sostenibilità?

Queste e altre domande saranno al centro della puntata, con il contributo di esperti che porteranno visioni concrete e spunti di riflessione su un trend in continua evoluzione.

Una conversazione imperdibile per chi si occupa di accoglienza, ristorazione e benessere animale. Vi aspettiamo in diretta sui canali social.

La puntata sarà trasmessa in diretta sui seguenti canali:

LinkedIn Top Voice di Simona Riccio
Facebook di Simona Riccio
Canale YouTube di ParlaConMe® urly.it/3144rz

Per riascoltare tutte le edizioni precedenti potete visitare il sito www.parlaconmeofficial.it

Sold out per la sfilata di Carnevale a Sauze d’Oulx

SAUZE D’OULX – Torna il Carnval Time a Sauze d’Oulx ed è un successo. Sabato 1° marzo anche Sauze d’Oulx ha festeggiato il suo Carnevale e lo ha fatto all’insegna della musica e del gran divertimento.

La sfilata di Carnevale, come lo scorso anno, è stata organizzata dal Consorzio Turistico Fortur con patrocinio del Comune di Sauze d’Oulx e la collaborazione delle Scuole Sci e degli Sci Club.

La risposta è stata davvero imponente e per fortuna che Sauze ha piazze sufficientemente grandi per ospitare questi eventi. Tanta gente, tante maschere, tanti bambini, ma anche tanti adulti mascherati. Una gran festa che è iniziata con il ritrovo al Campetto Clotes. Di qui è partita la sfilata, aperta dal mezzo della Protezione Civile Comunale, e si è conclusa in Piazza III Reggimento Alpini dove è stato bruciato simbolicamente il Carnevale e dove, con animazione musicale, la Pubblica Assistenza di Sauze d’Oulx ha distribuito bevande calde e bugie.

Soddisfatta la presidente del Consorzio Fortur Serenella Marcuzzo: “Dopo il bel successo dello scorso anno, abbiamo voluto riproporre la formula dell’unica grande festa di Carnevale. E anche quest’anno la risposta è stata grandiosa. Una bella serata di festa resa possibile grazie alla collaborazione degli Sci Club e delle Scuole di Sci e della Pubblica Assistenza”.

Soddisfatto anche l’Assessore al Turismo Davide Allemand: “Una gran festa di Carnevale che ha radunato davvero tantissima gente desiderosa di divertirsi. Un grazie va a tutti coloro che hanno partecipato, alle Scuole di Sci e agli Sci Club, alla Pubblica Assistenza, ai Volontari di Protezione Civile che hanno svolto il servizio lungo il percorso, alla Polizia Locale dell’Unione Comuni Olimpici Via Lattea, alla stazione dei Carabinieri di Oulx e al Consorzio Fortur che ancora una volta ha supportato in modo impeccabile il Comune nell’organizzazione dell’evento”.

“Di erbe e di fiori. Erbari d’autore” al Castello di Miradolo

Nel progetto di rinnovamento e manutenzione straordinaria del parco del castello di Miradolo si inserisce la mostra “Di erbe e di fiori. Erbari d’autore. Da Besler a Penone. Da De Pisis a Cage”

 

Martedì 4 marzo, alle 14.30, al castello di Miradolo si compirà un salto indietro nel tempo, con un invito ad una singolare festa in maschera della contessa Sofia. Giochi e indizi condurranno a svelare la sua identità. Si trascorrerà un pomeriggio divertente e colorato in famiglia, immersi nello storico parco di Miradolo. Le attività sono per i bambini dai 4 anni agli 11 anni, in collaborazione con la cooperativa Arnica.

Prenotazione obbligatoria allo 0121502761 prenotazioni@fondazionecosso.it

 

Il 2025 sarà l’anno che il castello di Miradolo dedicherà al racconto del suo parco storico. La Fondazione Cosso presenterà il progetto di rinnovamento e manutenzione straordinaria del Parco del castello di Miradolo, finanziato grazie ai fondi PNRR del bando del Ministero della Cultura. Un’altra importante tappa nel percorso iniziato nel 2008 dalla fondazione per valorizzare questo patrimonio e restituirlo alla comunità con grande impegno di risorse.

In questo contesto si inserisce la mostra dal titolo “Di erbe e di fiori. Erbario d’autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage”, che esplora il legame tra gli erbari storici e l’arte contemporanea.

Gli erbari di Alloni, Besler, Lupo, Rostan, Sbarbaro e i Sella dialogano con oltre 30 opere di artisti come Penone, De Pisis e Cage, offrendo una riflessione sulla catalogazione della natura e il suo valore artistico e simbolico.

La mostra, curata dalla Fondazione Cosso e da Roberto Galimberti con la consulenza iconografica di Enrica Melossi, sarà visitabile al castello di Miradolo dal 22 marzo al 22 giugno prossimi.

Anche a parco chiuso la natura segue il suo corso e regala sorprese inaspettate; oltre ai bucaneve, che annunciano l’arrivo della primavera con il loro tappeto bianco tra i prati e sotto gli alberi, alcune camelie hanno iniziato a fiorire in anticipo, aggiungendo tocchi di colore al paesaggio ancora invernale.

Queste fioriture testimoniano la vitalità e l’unicità del parco del castello di Miradolo che si prepara lentamente alla primavera, in attesa della riapertura di fine marzo.

Nel cuore del castello un’opera di restauro ha restituito nuova vita all’antica stalla. Il rifacimento e la messa in sicurezza della struttura sono stati realizzati seguendo le tecniche costruttive tradizionali, nel pieno rispetto dell’autenticità e dell’identità del luogo. La nuova volta, costruita seguendo metodologie costruttive di un tempo, è stata modellata con legname recuperato nel parco del castello, attraverso un’opera di valorizzazione che non solo ha garantito la coerenza stilistica con l’originale, ma ha reso il restauro un esempio di sostenibilità e valorizzazione delle risorse locali. Grazie a questo intervento il primo piano dei rustici del Castello, fino ad oggi inutilizzabile, tornerà accessibile e sicuro, consentendo un riuso funzionale degli spazi.

Mara Martellotta

Il Carnevale di Carmagnola prosegue con carri e feste in piazza

Nel pomeriggio di martedì Grasso

Proseguono gli eventi del Carnevale 2025 di Carmagnola, organizzato dalla Pro Loco Carmagnola APS in collaborazione con il Comune di Carmagnola. Dopo la suggestiva cerimonia di investitura di Re Peperone e della Bela Povronera, alias Lorenzo Piana e Karin Borga, che si è svolta il 26 febbraio alla presenza di un numeroso pubblico e di oltre 300 figuranti in maschera provenienti da numerosi comuni italiani, la festa prosegue nella giornata di martedì 4 marzo. Dalle ore 15, in piazza IV Martiri, è in programma l’esposizione dei carri allegorici statici alla presenza di Re Peperone e la Bela Povronera. Quest’anno i carri sono stati realizzati dalle seguenti associazioni: Associazioni Carnevalesca Amici di Piobesi (Piobesi Torinese), con il tema “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate!”; Associazione culturale I Maraiun di Racconigi, con il tema l’Apocalisse; Associazione Patela Vache di Nichelino, con il tema “Riprendiamoci il futuro”; Oratorio San Pietro e Paolo di Carmagnola, con il tema “Il circo”.

La giornata proseguirà con un nutella party per i bambini a cura della Pro Loco di Carmagnola, e con la distribuzione gratuita di cioccolata calda e vin brulè, grazie alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Carmagnola.

La Pro Loco Carmagnola APS organizza questi eventi in collaborazione con il Comune di Carmagnola, con il sostegno di BTM Banca dei Territori del Monviso, Reale Mutua Assicurazione Agenzia di Carmagnola e altri sponsor locali.

Info: rivolgersi alla Pro Loco APS alla mail procarmagnola@virgilio.it o all’Ufficio Manifestazioni Comune di Carmagnola. Tel: 011 9724222 mail: cultura@comune.carmagnola.to.it

Mara Martellotta

Accettare e accettarsi per vivere meglio / 2

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Seconda parte

Quindi sceglieremo di accettare soltanto quelle situazioni nelle quali la nostra possibilità di intervenire per cambiarle è nulla o eccessivamente ridotta, oppure ancora quelle circostanze per cui non vale la pena di impegnarsi e intervenire.

O ancora contesti in cui lo sforzo in termini di energie e di tempo è sproporzionato rispetto alla probabilità di ottenere un valido risultato o alla affettiva e concreta entità del risultato raggiungibile. Tenendo sempre ben presente che accettare non significa arrendersi.

Ma piuttosto essere consapevoli che adattarsi alle situazioni, se lo decidiamo dopo aver attentamente e in modo approfondito valutato i pro e i contro, rappresenta una scelta razionale e sensata per evitare inutili turbamenti e sofferenze.

Non sto dicendo che dobbiamo dimenticare ciò che non ci è stato possibile modificare e che magari non siamo ancora riusciti ad accettare. Sarebbe uno sforzo inutile e controproducente, perché, come ben sappiamo, le cose non si dimenticano, al massimo si rimuovono se non le accettiamo.

Ma la rimozione non significa scordarci del tutto, perché, anche se facciamo finta di esserci dimenticati di ciò che non siamo stati in grado di modificare, qualcosa nel nostro dentro resta sempre. Una spina, un dolore che, soprattutto se non abbiamo accettato la situazione, primo o dopo e in un modo o nell’altro torna a farsi sentire…

Armonia non è tentare forzosamente di eliminare e di dimenticare, non è arrotondare tutto illudendoci che le cose non siano state o non siano andate come in effetti sono andate, ma fare pace anche con ciò che non è andato come avremmo voluto e che ancora un po’ ci fa soffrire.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Libera nel vento, il Cammino in sella all’amata Calypso

Intervista all’autore Dino Marchese

 

Libera nel vento. A cavallo verso Santiago di Compostela. Un viaggio come un romanzo”.  Europa Edizioni- euro 14,90

 

 

Cosa c’è di più immenso che scrivere un libro per onorare la memoria e custodire il ricordo della compagna che ci ha lasciati dopo 30 anni di vita insieme?

E’ quello che ha fatto Dino Marchese nel tenerissimo e nostalgico romanzo “Libera nel vento” in cui ripercorre il Cammino verso Santiago di Compostela in sella all’amata purosangue araba Calypso. La compagna di cui parla è proprio lei, splendida e sensibile cavalla che oggi non c’è più, ma che il libro rende immortale.

156 pagine di pure emozioni che fanno innamorare anche noi perdutamente di Calypso. Quando Dino Marchese ne parla si percepisce che la sua morte, nel 2022, è tutt’ora un dolore che gli scalpella l’anima.

Il suo Cammino di Compostela risale al 2004 ed il libro gli è sgorgato d’impulso. E’ stato il suo modo di elaborare e metabolizzare il lutto. Non ci sarebbe riuscito se non attraverso la scrittura.

Perché ha fatto il Cammino di Compostela?

La mia motivazione è stata soprattutto spirituale e laica; ma durante il cammino ne ho scoperte molte altre. All’epoca facevo lunghe gare di endurance, resistenza con il cavallo, ero bravo e volevo mettere alla prova me e Calypso.

 

In generale perché lo si intraprende e il suo significato?

E’ cambiato nel tempo, ma l’origine era religiosa. Nel Medio Evo le grandi destinazioni erano 3: Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela.

Leggenda vuole che lì sia sepolto San Giacomo il Maggiore. All’epoca la Spagna era stata conquistata dai Mori, salvo quella limitata area nel nord della Galizia, che rappresentava la cristianità. Oggi ognuno compie il pellegrinaggio a modo suo, per ragioni che possono essere infinite e non necessariamente legate alla fede.

 

Il libro ha più piani di lettura: romanzo, diario di viaggio, ricerca spirituale, il legame con Calypso. Ce n’è uno che prevale sugli altri?

Io ne indicherei due: il viaggio e il suo significato, e sicuramente Calypso che è stata una presenza molto importante nella mia vita. Quando l’ho comprata da Andrea Bocelli era una splendida puledra di 3 anni, non ancora domata. In realtà è stata lei a scegliermi ed io me ne sono innamorato subito. L’ho svezzata e cresciuta; ci amavamo e capivamo al volo. Anche se avevo avuto altri cavalli, lei era la prima totalmente mia.

 

Ha scritto: “Dopo tanti anni tra noi c’è una relazione di complicità. E’ così simile a me che sono arrivato a credere che faccia i miei stessi sogni. Sognare gli stessi sogni….non c’è descrizione più completa dell’amore”. La profondità del vostro rapporto?

Quando arrivavo nella stalla, anche se non stavo portando cibo, lei mi veniva incontro perché voleva stare con me. Mi spingeva con la testa sul petto, sulla spalla, a volte riuscivo a dirigerla senza tenerla per le redini; mi fermavo e lei pure. Poi mi guardava con quegli occhi dolci, come chiedendomi «Allora che facciamo? Ci muoviamo o no!!».

Aveva il piacere della galoppata insieme. Cavalcare con lei sulle rive dell’arcipelago toscano mi dava un senso di libertà che a mia volta riversavo su di lei.

 

A che età e come è morta?

La durata media della vita di un cavallo è intorno ai 25 anni, ma lei era una purosangue araba; razza più longeva perché ha una struttura adatta alla resistenza ed un rapporto ottimale tra peso e cuore, pompano più sangue. Calypso è vissuta più di 30 anni, è morta di infarto nella stalla. Una delle poche volte che ho pianto in vita mia. A segnare la sua sepoltura, sotto un cumulo di terra, c’è una targa di metallo con la frase che mi è venuta subito in mente. “Libera nel vento, per sempre nel mio cuore”. Il titolo del libro.

Ora ha un altro cavallo?

No, perché lei è insostituibile. Quando ami così intensamente un altro essere e lui scompare apre una voragine che non si colma più. Il Cammino fatto con Calypso resta unico ed irripetibile.

 

Dal viaggio si torna stanchi, ma più ricchi di …..?

Esperienza. Il viaggio è una necessità che non finisce mai. Pavese diceva che è la cosa più crudele che esista perché dipendi dagli altri, sei costretto a chiedere informazioni, obbligato fisicamente ad aprirti ad altri esseri umani.

 

Farlo a piedi o a cavallo sono due modalità molto diverse tra loro. Ha scritto: “Hai la responsabilità di un altro essere, a cui non hai chiesto se vuole vivere la tua stessa avventura. Devi essere preparato ad affrontare ogni sua difficoltà, la tua responsabilità è doppia”.

Non è neanche come farlo in bicicletta, perché il cavallo è un altro essere vivente; può perdere un ferro, stancarsi, avere fame, molte volte devi aiutarlo. In alcuni momenti difficili sono sceso da Calypso per non pesarle troppo sulla schiena. Non sempre le tappe in cui fermarsi sono attrezzate per alloggiare anche il cavallo. Alcuni alberghi in realtà sono più che altro dei rifugi, con il minimo di assistenza e cibo. D’estate è più facile, perché può bastare un recinto all’aperto.

 

E’ possibile sapere prima i posti giusti anche per il cavallo?

Si se come me ti affidi a una guida. La mia era Pepe che lo faceva di mestiere e organizzava tutto. Lui mi dava le indicazioni per cui chiamavo la sera prima e prenotavo.

Ha scritto: “Il cammino non ti cambia, ma cambia il tuo modo di vedere le cose”. Cosa intende?

Il cambiamento vero e profondo è quello di te stesso: la prospettiva con cui guardi la vita, l’atteggiamento nell’affrontare quello che accade, i problemi e le difficoltà che ti si parano davanti. Per me è stato così, ma non è detto che lo sia per tutti.

 

Ci sono stati momenti particolarmente difficili che hanno rinsaldato ancora di più l’unione con Calypso?

Per esempio quando siamo cascati in un fosso ed era una situazione molto pericolosa; un cavallo pesa 5-7 quintali, può schiacciarti e ucciderti. E se è lui a spezzarsi una zampa ha finito di vivere.

Calypso si è alzata solo quando ho tolto la gamba da sotto il suo corpo. Ha capito che c’era un pericolo e poteva fare male. I cavalli, gli arabi in particolare, sono animali molto intelligenti, soprattutto dotati di una sensibilità superiore; quando la rivolgono all’uomo si crea un’alchimia meravigliosa ed incomparabile.

 

Emozioni più forti o ricorrenti che ha provato durante il Cammino?

Le più intense sono state due.

L’arrivo a Santiago, fuoco artificiale di emozioni. Eravamo nell’anno del Giubileo e la festività di San Giacomo cadeva di domenica. Occasione di festa in cui la cattedrale esplode e le enormi code di gente ti catturano l’anima. Sono arrivato a cavallo sul sagrato della chiesa, passando tra due ali di folla gigantesca.

L’altro è il passaggio da O’Cebreiro, il picco più alto del cammino. Un villaggio di origine preistorica a 1300 metri di altitudine; lì entri nella Galizia che è un mondo celtico, pieno di mistero ed emozioni, diverso dal resto della Spagna.

 

Il cammino è un percorso solitario, ma anche di grande comunione con chi incrocia la stessa traiettoria. Il suo profondo senso di fratellanza verso gli altri pellegrini è un sentimento condiviso?

 

Sicuramente è una mia percezione, ma molto diffusa perché c’è una grande apertura e voglia di conoscere le motivazioni altrui; ognuna è una scoperta, una storia unica che si condivide.

C’è una bellissima frase di Padre Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose, che suggerisce di partire con un bagaglio leggero; si sarà meno affaticati, ma soprattutto si avrà più spazio per accogliere i doni offerti dagli altri viaggiatori. Durante il cammino la gente si apre più facilmente, forse anche perché dopo non ci si rivedrà più.

 

I pellegrini sono dotati di un tasso di bontà e generosità superiore alla media oppure è il cammino che li migliora?

Credo la seconda. Più buoni non lo so, sicuramente più empatici. C’è anche un’altra dimensione del tempo; quando viaggi è flessibile, conta come lo vivi e recuperi un tuo ritmo. Determinante è l’incontro con altre persone.

 

Il libro è ricco di aneddoti. L’episodio che più porta nel cuore?

L’asino che ci insegue e raggiunge anche attraverso intelligenti scorciatoie; io lo umanizzo pensando che sentisse la solitudine. Credo inseguisse più che altro Calypso, l’animale più vicino a lui. Di fatto una situazione potenzialmente pericolosa. Lui era libero e imprevedibile. Se si scalciavano ed io finivo a terra erano guai. Poi hanno stabilito una gerarchia e tutto è filato liscio.

 

Che rapporto si crea con la natura durante il cammino?

Molto forte perché con lei devi confrontarti. La natura è benigna e matrigna; sempre e comunque più forte di te… e si fa sentire, tu sei un fuscello di inferiorità. Io ho intrapreso il viaggio ad agosto, ma è realizzabile tutto l’anno. In inverno presenta difficoltà particolari; basti immaginare il passaggio dei Pirenei con neve e freddo. Io sono arrivato a Santiago bagnato fradicio come un pulcino, battezzato dalla natura.

Stati d’animo e riflessioni che hanno costellato il suo viaggio?

Probabilmente cercavo il modo di fare pace con me stesso. Sicuramente ho scoperto di avere risorse che neanche sospettavo.

 

Il Cammino comporta anche dosi di sofferenza e fatica, come quando lei è stato male per il troppo cavalcare. Cosa l’ha spinta a non arrendersi?

 

Ero abituato ai viaggi a cavallo di 2 o 3 giorni e in gruppo; ben diverso è farlo per 13 e da solo. Cambia il confine tra spirituale e fisico e bisogna fare i conti col corpo. Per esempio, chi va a piedi si ritrova pieno di vesciche ed è importante che qualcuno gliele buchi. Io ho tenuto duro perché Santiago è un magnete che attira; hai fatto 30 e non fai 31, ti fermi? Anche se stanco, c’è qualcosa che comunque ti incita a continuare …

 

Ci sono regole non scritte, ma da rispettare?

Aiutare gli altri in difficoltà. L’imperativo è la solidarietà; se vedi un pellegrino a terra, ti devi fermare e dargli tutta l’assistenza possibile.

 

Perché ha deciso di proseguire ancora fino a Finisterre?

Perché in realtà è quello il “chilometro zero”, segnato da un cippo. Come molti, anche io inizialmente avevo pensato di fermarmi a Santiago. Solo dopo ho voluto andare oltre, affascinato dall’idea di raggiungere la fine della terra. Per Santiago ci sono più percorsi; per Finisterre solo uno. Ed è’ lì, dove c’è il mare, che si prende la conchiglia, simbolo del cammino.

Oggi a Santiago ottieni l’attestato in latino che certifica il tuo viaggio. Ma in passato molti lo facevano per conto di altri; per esempio, per ottenere indulgenze a favore di persone malate. La prova che avevano compiuto il cammino era ritornare con la conchiglia. Si chiamano conchiglie di San Giacomo, e sono le Coquille Saint Jacques che mangiamo.

Ha scritto: “l’importante è trovare l’armonia tra mente, corpo e spirito”. Lei lo ha fatto?

Credo di sì, ma non è detto che tutti ci riescano. Quel viaggio aiuta molto.

 

Che senso ha per lei la vita

Che la vivi.

 

Cosa è più importante?

L’amore, e non intendo solo quello tra uomo e donna; riuscire sempre a darlo e a riceverlo. Non essere aridi come un campo brullo, ma una natura rigogliosa.

Ha scoperto come gestire al meglio i dolori e gli sbarramenti della vita?

Non ci sono segreti, ti inventi soluzioni volta per volta. Difficoltà varie, da quelle professionali agli abbandoni, non si possono prevedere e neanche sapere prima come le sentirai. Ognuno le elabora a modo suo, io lo faccio attraverso la scrittura,

 

Cosa si augura per il futuro?

Riuscire a vivere pienamente momenti, affetti e amori.

LAURA GORIA