Al centro il problema clinico del paziente. Ridurrà gli accessi impropri ottimizzando i percorsi di cura
Dopo la sua visita all’Ospedale di Susa, la scorsa settimana e dopo aver condiviso il progetto, il Dr. Flavio Boraso – Direttore Generale dell’ASL TO3 ha deciso di attivare con immediatezza il nuovo centro diurno multispecialistico dell’Ospedale di Susa: si tratta di una innovativa sperimentazione di assistenza incentrata non più sulla prestazione sanitaria ma sul problema clinico del paziente; in particolare riguarda la gestione di casi la cui soluzione richiede l’erogazione di indagini cliniche e strumentali, previste da uno specifico percorso diagnostico terapeutico. Questo nuovo modello assistenziale, denominato Day Service, è finalizzato a razionalizzare l’assistenza ospedaliera migliorando l’appropriatezza nell’uso dell’ospedale, rendendo possibile il trasferimento di una consistente quota di attività dal regime di ricovero, in particolare di day hospital, ad un modello assistenziale alternativo, di tipo ambulatoriale.
La particolare collocazione geografica, nonché la tipologia dell’utenza distribuita su di un ampio territorio, rendono il Presidio di Susa una collocazione ideale per l’attuazione del progetto. Peraltro l’iniziativa rientra anche nelle previsioni di attività da mantenere e svolgere a Susa in base a un protocollo definito recentemente ed oggetto di condivisione con l’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte e con i sindaci del territorio. Dal punto di vista logistico la realizzazione ed attivazione di questo nuovo servizio si rende ora possibile grazie agli interventi eseguiti nell’ex reparto di ortopedia/chirurgia, attività trasferite nella nuova ala dell’Ospedale di Susa; il nuovo servizio di Day Service è sito al primo piano dell’Ospedale di Susa e sarà operativo, nella prima fase di avvìo, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30. Successivamente, si provvederà a misurare, attraverso appositi indicatori, l’impatto del nuovo servizio in modo tale da poterne implementare le attività estendendone l’orario. Parallelamente sarà attivato anche l’ambulatorio di prericovero centralizzato per tutte le specialità di area chirurgica dell’Ospedale di Susa (Chirurgia Generale, Ortopedia e Ginecologia). Sarà inoltre trasferito, in questi giorni, il Day Hospital dal 2° piano (presso il reparto di Medicina) all’interno del centro diurno multi specialistico, per migliorare l’integrazione con le attività del Day Service.
Il modello operativo di presa in carico prevede che i pazienti potranno essere inviati il Day Service di Susa (e, successivamente, anche presso il C.A.P. di Avigliana) seguendo i seguenti criteri: le richieste (effettuate da Medici di Medicina Generale, Pronto Soccorso, Specialisti ambulatoriali del territorio, derivanti da dimissioni da Presidi Ospedalieri ASLTO3 e/o da altre ASL) perverranno al Day Service di Susa (e, in una seconda fase anche al C.A.P. di Avigliana), saranno prese in carico da un Medico gestore del percorso clinico coadiuvato dal coordinatore infermieristico del servizio di Day Service e dal Servizio di Assistenza Primaria che si occuperanno di programmare e condividere il processo assistenziale con l’equipe sanitaria anche in accordo con i referenti del territorio.“La creazione del Centro diurno multispecialistico nell’Ospedale di Susa è elemento strategico per il servizio reso, in quanto permette di migliorare l’appropriatezza delle cure e la continuità del percorso assistenziale in un’ottica di sempre maggiore integrazione tra i servizi ospedalieri e quelli territoriali” sottolinea il Dr. Flavio Boraso – Direttore Generale dell’ASLTO3 “garantendo altresì il miglioramento nell’erogazione dei servizi sanitari rispetto ad attività sanitarie intermedie, clinico-assistenziali, nel controllo e monitoraggio delle patologie croniche”.
In effetti il nuovo servizio è stato progettato e implementato grazie alla fattiva collaborazione della Direzione Sanitaria di Susa con i Medici e Coordinatori infermieristici, con l’evidente obiettivo di contrastare l’inappropriatezza di quelle prestazioni (DRG) non più ammissibili in ricovero ordinario, di ridurre gli ingressi inappropriati al Pronto Soccorso, implementare la dimissione dai reparti per acuzie, favorire la continuità assistenziale, nel momento in cui l’utente viene seguito sempre dallo stesso specialista, ridurre i tempi di attesa. Il Servizio Diurno Multidisciplinare attivato a Susa rappresenta ad oggi un unicum nel panorama aziendale dell’ASLTO3, ma verrà valutata la successiva estensione ad altri presidi. Inoltre, il possibile ed ipotizzabile contributo della telemedicina per la gestione dei pazienti cronici rappresenterà un ulteriore motivo di performance del suddetto modello organizzativo.
Ufficio stampa ASL TO 3






La città ospita esuli, rifugiati e immigrati da tre secoli. Anche senza Pinotti




A dipingere gli atleti, colori “eco friendly”, nel rispetto dell’ambiente
Fu a Serralunga di Crea che
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, che coordina a livello nazionale gli interventi delle Commemorazioni del centenario della Prima guerra mondiale, è presente al Salone con lo stand e spazio incontri Conoscere la Grande Guerra nel Padiglione 5. Un’iniziativa non solo per ricordare un anniversario speciale e per rendere omaggio ai tanti caduti, ma anche un’occasione per recuperare la memoria storica e ricordare le origini della nostra identità europea. Si approfondiranno temi come il cambiamento della società durante e dopo il conflitto, il cibo in trincea e nelle città, gli animali protagonisti poco riconosciuti, le migrazioni, la propaganda attraverso le immagini, il rapporto tra sport e guerra, il ruolo delle donne e
tanto altro. Il programma d’incontri prevede la presenza, tra gli altri, di Folco Quilici, Marco Mondini, Sergio Toffetti, Giorgio Calabrese, Pier Vittorio Buffa, Simonetta Soldani. È prevista la proiezione del film di Ermanno Olmi Torneranno i prati e di docu-film a cura di Raicultura.
In mostra anche alcune foto di Luca Campigotto, tratte dalla mostra Teatri di guerra: scatti dalle Dolomiti, al Carso, dall’Adamello fino al Pasubio, per ripercorrere attraverso le immagini l’impresa compiuta un secolo fa dall’Esercito italiano. A corredo delle foto, un’App che usa la realtà aumentata e il riconoscimento di immagine, con cui è possibile immergersi nel contesto del conflitto attraverso un video-racconto.Collabora al progetto del Salone Marco Accorinti, ricercatore CNR presso l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali, docente di Sapienza-Università di Roma. Si occupa da anni di politiche sociali e progettazione sociale.
“Il rilancio di Torino passa attraverso la proposta di un brand rinnovato a livello regionale e l’offerta culturale agli stranieri, anche studenti”
economica, illudendosi che tutto possa tornare come prima. Invece proprio soggetti chesoggetti, per esempio, lavoravano come quadri o dirigenti rischiano di essere tagliati fuori dalla ripresa. Per questo motivo sono convinto che sopravviverà un pericoloso malessere sociale. Torino, per esempio, è stata una delle città che ha maggiormente conosciuto la crisi della manifattura. La Fiat non esiste quasi più sul territorio metropolitano e non si può certo considerare un successo per Torino vantare oggi la presenza di soli 5 mila operai sul territorio metropolitano. Le strutture del mondo del lavoro torinese hanno, perciò, subito un contraccolpo devastante”.
“È del tutto evidente – prosegue il consigliere comunale – che Torino non possa fondare, comunque, la sua economia esclusivamente su due settori, peraltro strategici, quali la cultura e il turismo. Infatti la struttura manifatturiera continua a far parte del DNA della città, che si conferma inoltre come città di alta formazione. Non è certo una coincidenza casuale che a Torino ci siano oltre 100 mila studenti. Quindi rendere Torino frequentabile da studenti provenienti da altri Paesi rappresenta un business, tanto più che la nostra città si presta molto a svolgere questo ruolo, essendo attrattiva e meno costosa di altre, come Milano. Per ottenere tutto questo risulta, però, indispensabile un cambiamento di mentalità, che porti a offrire il brand Torino in un contesto sinergico con il patrimonio della cultura materiale dell’intero Piemonte”.
“Non bisogna comunque dimenticare – precisa La Ganga – i problemi finanziari della città, che sono di una duplice natura, da una parte rappresentati dall’indebitamento avvenuto nel primo decennio del Duemila, da parte della giunta Chiamparino, in conseguenza degli investimenti olimpici, e dall’altra dai tagli lineari operati dal governo, che non premia assolutamente le città che, come Torino, pur avendo maturato dei debiti, hanno poi operato negli anni successivi delle scelte positive. La nostra città dovrebbe condurre una politica maggiormente contrastiva nei confronti delle scelte governative. Infatti il governo centrale opera piccoli risparmi a livello di spese di funzionamento, ma non per quanto concerne quelle di tipo strutturale, che sono le più considerevoli.