“Basta con queste banalizzazioni aberranti. I produttori piemontesi non usano ormoni e processi di allevamento industriali, e questo fa la differenza”
La vendita di carne a Torino e in Piemonte, a un giorno dall’allarme dell’Oms sulla pericolosità delle carni rosse, è in netto in calo. la Regione interviene con fermezza: “Basta con queste banalizzazioni aberranti – afferma l’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero – I produttori piemontesi non usano ormoni e processi di allevamento industriali, e questo fa la differenza. E’ allucinante parlare di carne in modo generico. Basta anche con questa mentalità fordista, come se la carne fosse tutta uguale. Non è così, le caratteristiche dipendono dall’alimentazione degli animali e dalle modalità di allevamento. Noi in Piemonte non ci confrontiamo con un mondo che usa ormoni e processi industriali”.
L’ Assomacellai-Confesercenti, attraverso il presidente Luigi Frascà, annuncia sul sito Ansa l’impegno per “una campagna di corretta informazione”. Anche nei ristoranti il consumo di carne è diminuito.
“La disinformazione – aggiunge invece l’assessore Ferrero- è totale, ma noi siamo pronti alla sfida. Se la comunicazione non è superficiale e chiarisce che all’origine dei pericoli per la salute non è la carne in sé ma quella frutto di un certo tipo di allevamento, i produttori piemontesi hanno solo da guadagnarci”. Ferrero conclude sostenendo che “saremo felici se anziché alimentare un’inutile psicosi si andrà ad approfondire quali sono le cause reali della mortalità per cancro. Perché con una produzione di qualità come la nostra, sappiamo di non rientrare in quella categoria”.






Dopo il successo delle passate edizioni, venerdì 30 e sabato 31 ottobre 2015, dalle ore 19 alle 23, torna “Ombre, misteri e tormenti”, un’occasione imperdibile per vivere la festività di Halloween nelle affascinanti sale del Castello della Manta (CN), bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano. Due serate coinvolgenti a cura degli attori della Compagnia Torino Teatro in cui sarà possibile visitare l’antico maniero alla scoperta dei suoi episodi più nascosti e misteriosi, immersi nell’atmosfera ideale per ascoltare la cupe storie di presenze incorporee che ancora vi aleggiano.
“Nella nostra Regione è in vigore un Piano regionale di prevenzione vaccinale che, da oltre dieci anni, basa la propria iniziativa sul principio della adesione consapevole alla vaccinazione da parte dei genitori. In Piemonte circa il 97% dei nuovi nati si sottopone alla vaccinazione nel primo anno di vita. Solo il 92% circa accetta invece la vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia proposta all’età di 15 mesi. Se si eliminano i soggetti irreperibili, i ‘rifiuti veri’ (cioè le famiglie che rifiutato in modo convinto e motivato la vaccinazione) sono circa il 2%. Pertanto, se il fenomeno del rifiuto vaccinale è leggermente in crescita anche nella nostra Regione, tuttavia, confrontando i nostri risultati con quelli di altre Regioni, possiamo concludere che l’approccio promozionale degli operatori dei nostri servizi vaccinali ha impedito il radicamento e la crescita nel nostro territorio di movimenti antivaccinali”: è quanto dichiarato dall’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta rispondendo in Aula a un Question time posto dalla consigliera regionale Maria Chiara Chiapello che chiedeva di conoscere la posizione della Giunta regionale in materia di vaccinazioni, a seguito dell’allarme relativo al fenomeno del rifiuto vaccinale.


“Il Patto per il sociale 2015-2017. Un percorso politico partecipato”, approvato il 19 ottobre dalla Giunta regionale, vuole costruire le condizioni per affrontare il disagio che attraversa la comunità piemontese e rappresenta il risultato di un attento lavoro di ascolto e confronto con le realtà rappresentative di questo mondo, quali Comuni, Province, enti gestori, sindacati, Forum del terzo settore e cooperative.