LIFESTYLE- Pagina 494

Mountain bike per bambini e ragazzi con Anemos – Happy Trail

BICICL

Al via la stagione della Scuola che riprende la sua attività dopo la pausa invernale

 

Prima lezione dell’anno per la Scuola di mountain bike Anemos – Happy Trail che riprende la sua attività dopo la pausa invernale. L’appuntamento è sabato 21 febbraio alle ore 14.00 presso il Parco del Nobile a Torino. Dalle 14.00 alle 15.30 sarà il turno dei bikers più piccoli (5-9 anni), mentre per i più grandi (10 anni in su) le lezioni si svolgono dalle 15.00 alle 17.00. Per permettere a tutti di provare la disciplina della mountain bike, Anemos offre gratuitamente a tutti i bambini la prima lezione di prova. Che cos’è la Scuola di mountain bike Anemos – Happy Trail? I nostri istruttori nazionali e maestri federali di MTB propongono a bambini e ragazzi esercizi, giochi e prove in mtb, con l’obiettivo di insegnare le corrette tecniche di guida e fornire una preparazione atletica adeguata ad uno sport di resistenza come il mountain biking. Dopo aver acquisito le tecniche di guida, imparato a fare la giusta manutenzione alla propria mtb, aver conseguito un buon livello di allenamento, i partecipanti potranno dedicarsi in sicurezza e con soddisfazione e divertimento ad attività ciclistiche di tipo escursionistico o agonistico. Come è strutturata l’attività? Gli appuntamenti si svolgono in parte in un’area allestita con ostacoli artificiali, in parte sui sentieri del bellissimo Parco del Nobile, dove ha sede la scuola. La sicurezza è garantita dalla presenza di istruttori estremamente esperti e dal fatto che l’attività si svolge nel territorio del Parco, cintato e vietato al traffico automobilistico. Alcuni appuntamenti (solitamente si alternano una lezione al Parco del Nobile e una fuori) sono itineranti e si svolgono in altri parchi cittadini, come il Parco delle Vallere, il Parco della Maddalena che garantiscano agli allievi analoghe condizioni di sicurezza e, nello stesso tempo, la possibilità di pedalare in ambienti differenti e quindi con maggiori stimoli. In caso di maltempo, uno spazio al chiuso può ospitare ragazzi e istruttori per giochi legati al mondo della bicicletta e dell’orientamento e per cenni di meccanica e manutenzione della bicicletta; tuttavia, il più delle volte, in caso di maltempo la lezione verrà rinviata alla settimana successiva.

 

Per informazioni ed iscrizioni è sufficiente inviare una email a info@anemostorino.com con i dati di chi desidera partecipare, o compilare il form sul sito www.anemostorino.com

Con Belen "Non c'è due senza te"

BELEN

La pellicola è stata girata la scorsa estate tra Torino e Alba con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Fip, fondo revolving per il Cinema

 

È’ stato presentato al Reposi in anteprima nazionale il nuovo film di Massimo Cappelli ” Non c’è due senza te”. Alla prima torinese era presente tutto il cast  con protagonista Belen Rodriguez e poi Fabio Troiano ( anche autore della sceneggiatura), Dino Abbrescia, Tosca D’Acquino e per la prima volta sugli schermi, Samuel Troiano, nipote del celebre appunto zio Fabio e molto promettente ; ha strappato davvero tanti applausi, risate e complimenti da parte del pubblico in sala. Vi accenniamo  la trama decisamente esilarante che vede la  bella Rodriguez alle prese con una coppia omosessuale collaudatissima , ma che entra in crisi a causa della sua improvvisa e totalmente inconsapevole intromissione. Si alternano equivoci a strategie per riconquistare l’amore. Il resto è tutto da gustare al cinema . La pellicola è’ stata girata la scorsa estate tra Torino e Alba con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Fip, fondo revolving per il Cinema , voluto proprio dalla Regione Piemonte e capitanato da Paolo Tenna , in veste di Amministratore Delegato. Il Presidente di FCTP, Paolo Damilano , anche neo presidente del Museo del Cinema, ha dichiarato :” Con  questo progetto abbiamo centrato due obbiettivi: spostare l’attenzione da Torino e coinvolgere i privati”. Il film infatti è costato 2 milioni di euro dei quali 450mila euro sono stati stanziati da aziende del territorio piemontese , come la Banca delle Alpi Marittime che ha beneficiato del tax credit entrando così direttamente nella produzione .
“Non c’è due senza te” Dal 5 febbraio al cinema.

 

Clelia Ventimiglia

Crisi nera, in Piemonte da tre anni muoiono più imprese di quelle che nascono

lavoro2

fiat fcaSecondo i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio lo scorso anno sono nate 26.386 aziende, rispetto alle 28.630 nuove iscrizioni registrate nel 2013

 

PIù morti che nascite per il terzo anno consecutivo: il numero delle imprese che hanno chiuso la serranda definitivamente in Piemonte, supera quello delle nuove realtà imprenditoriali aperte. E il saldo è negativo per ben 2.000 unità. Secondo i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio lo scorso anno sono nate 26.386 aziende, rispetto alle 28.630 nuove iscrizioni registrate nel 2013. Invece le cessazioni sono state 28.375. A registrare l’andamento peggiore e’ il comparto costruzioni, il più vivace è stato il turismo.

 

In controtendenza molto positiva va invece Fca che sale in Piazza Affari all’indomani dei dati ottimi sulle vendite di auto nel mese di gennaio in Italia. Il titolo di Fiat-Chrysler ha registrato un rialzo dell’1,7% a 11,94 euro, ponendosi al vertice del listino dei titoli principali. A gennaio il gruppo Fca ha consegnato 37.191 auto nel Paese, l’11,38% in più dello stesso mese dello scorso anno, con un rialzo della quota di mercato (28,31%) pari allo 0,12%.

 

(Foto: il Torinese)

 

 

Porte aperte al castello di Masino per il Carnevale di Ivrea

MASINO2

Visite guidate in compagnia dei volontari e delle guide del FAI alla scoperta delle sue stanze monumentali

 

Apre eccezionalmente i battenti in occasione dello storico “Carnevale d’Ivrea” il Castello e Parco di Masino, Bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Caravino (TO). Un’occasione da non perdere, per partecipare da un lato a una manifestazione dal sapore antico che incarna la quintessenza del Carnevale, e allo stesso tempo per visitare gli splendidi saloni del maniero del casato di Valperga, che sorge a due passi dalla città di Ivrea. Sabato 14 e domenica 15 febbraio, dalle ore 10 alle 17, al Castello di Masino sarà infatti possibile effettuare delle visite guidate in compagnia dei volontari e delle guide del FAI alla scoperta delle sue stanze monumentali, come i saloni affrescati e riccamente arredati, le camere per gli ambasciatori, i salotti e gli appartamenti di Madama Reale, con la possibilità di scegliere tra due percorsi, di 45 minuti o di un’ora e mezza.

Emanuela Martini racconta la nuova retrospettiva TFF33

cinema metropol

Cose Che Verranno. Cinema e Mondi Futuri, è il titolo che darà il  via alla retrospettiva il prossimo novembre e che per due anni accompagnerà gli  spettatori, con scenari del futuro immaginati da cinema e fantascienza dagli  anni Trenta al Duemila

 

È stata annunciata la nuova retrospettiva della 33a edizione del TFF (20-28/11/2015). Dopo la New Hollywood che per due anni è ha indagato attraverso lo  sguardo di registi come Pakula, Peckinpah, Altman, Schatzberg, Spielberg, l’ America degli anni Settanta-Ottanta, la prossima retrospettiva curata dal  Direttore del Festival, Emanuela Martini, avrà come oggetto il mondo con taglio futuristico. Cose Che Verranno. Cinema e Mondi Futuri, è il titolo che darà il  via alla retrospettiva il prossimo novembre e che per due anni accompagnerà gli  spettatori, con scenari del futuro immaginati da cinema e fantascienza dagli  anni Trenta al Duemila. Una carrellata su “città asettiche, piovose, brulicanti” ha spiegato Emauela Martini, lasciando spazio al dominio e l’alienazione che autori come Kubrick, Godard, Truffaut, Resnais, Ferreri, Scott, Gilliam, Cronenberg, Bigelow, hanno raccontato passando per il cinema di genere e non mostrando la componente spietata di regimi totalitari o violenze consumistiche. 

 

Dalla città di Metropolis (F.Lang, 1927) alla Los Angeles di Blade Runner (R.Scott, 1982), passando per la Londra di Arancia Meccanica (S. Kubrick, 1971), città impalpabili del futuro ieri ma che oggi sono realtà, quanto il cinema ha contribuito a creare lo scenario metropolitano odierno e quanto invece se ne è distaccato? Quanto le previsioni di disastri ambientali e psicologiche si sono avvicinate alla realtà. Una retrospettiva per il riflettere su passato, presente e futuro attraverso lo sguardo fantascientifico,concentrandosi in particolare sulle produzioni degli anni Sessanta e Settanta. 

 

(Foto: il Torinese)

Cristina Colet

Tu Cancro Io donna, ammalarsi di femminilità

consiglio lascaris

Noemi Meneguzzo è una giovane donna vicentina di 42 anni, che da sette sta affrontando un cancro al seno. Ha scelto di fotografare il suo corpo per parlare di come il cancro al seno cambi tante cose, tra cui la femminilità, che si ridefinisce in un modo nuovo

 

Affrontare la malattia senza perdere la propria femminilità. È questo il messaggio della mostra fotografica “Tu cancro Io donna. Ammalarsi di femminilità”, ospitata a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, dal 29 gennaio al 9 marzo. “Questa mostra, che il Consiglio regionale ospita con orgoglio, è il racconto di una donna che non si arrende – spiega Mauro Laus, presidente dell’Assemblea – e che accetta il cambiamento determinato dalla malattia per provare a governarlo, invece di subirlo. Più della sofferenza, emerge la volontà di non sopravvivere agli eventi, ma di superarli, affrontando a viso aperto la trasformazione”.

 

All’inaugurazione, giovedì 29 gennaio alle 17 a Palazzo Lascaris (via Alfieri 15, Torino), intervengono la curatrice e protagonista, Noemi Meneguzzo, e Fulvia Pedani, coordinatore nazionale e presidente del Comitato di Torino di Andos (Associazione Nazionale Donne Operate al seno). Rebecca Zacco, attrice, proporrà alcune letture. Noemi Meneguzzo è una giovane donna vicentina di 42 anni, che da sette sta affrontando un cancro al seno. Ha scelto di fotografare il suo corpo per parlare di come il cancro al seno cambi tante cose, tra cui la femminilità, che si ridefinisce in un modo nuovo. Immagini vere, schiette, dure, talvolta anche ironiche, che offrono una testimonianza importante di come la malattia possa trasformarsi anche in un’esperienza di libertà e liberazione. Le fotografie si alternano alle parole, testi scritti dalla giovane protagonista, e agli oggetti, per accompagnare il visitatore in un percorso in cui sarà chiamato a interrogarsi.

 

La mostra, promossa dal Consiglio regionale in collaborazione con l’associazione Andos Onlus, (Associazione Nazionale Donne Operate al seno) è curata da Marco Legumi, con le foto di Raffaella Bolla e Daniela Dall’Ora. La mostra è visitabile dal 30 gennaio al 9 marzo a Palazzo Lascaris con orario: 10 – 18 dal lunedì al venerdì.

Ingresso gratuito.

(www.cr.piemonte.it)

Odysséas: i Syndone in concerto a Torino il 20 febbraio

syndone

Dopo il successo in Italia e all’estero, la prog-rock band torinese gioca in casa con un’attesissima performance  insieme al trio veneto il Magnetofono

 

 

Venerdì 20 febbraio al Teatro Baretti di Torino nuovo concerto dei Syndone! La gloriosa formazione torinese di new progressive rock, dopo anni di assenza dai palchi, continua nella promozione live del nuovo album Odysséas, pubblicato dalla Fading Records e apprezzato dalla stampa specializzata di tutto il mondo. Dopo il successo degli ultimi concerti, la band gioca in casa con una performance torinese insieme al trio veneto Il Magnetofono, formazione autrice di una suggestiva fusione tra canzone d’autore anni ’60, jazz e sperimentazione.

 

Il lungo cammino dei Syndone, partito alla fine degli anni ’80 durante la rinascita progressive e giunto al quinto disco Odysséas, trova un significativo riferimento esistenziale e letterario: il viaggio, il percorso di scoperta e conoscenza, il guardare avanti e altrove come metafora di una musica alla ricerca di qualcosa di nuovo. Il tastierista Nik Comoglio, il vocalist Riccardo Ruggeri e il vibrafonista Francesco Pinetti, dopo Melapesante (2010 e ristampato di recente) e La bella è la bestia (2012), tornano con Odysséas, il loro disco più ambizioso e completo. Ancora una volta un concept-album, con A Oriente in copertina, splendida tela del 1979 di Lorenzo Alessandri, uno dei padri del surrealismo italiano. Al trio si sono affiancati numerosi collaboratori e due special guest altisonanti, Marco Minnemann e John Hackett. Il popolare drummer tedesco (ha suonato, tra gli altri, con Steven Wilson, Adrian Belew, The Aristocrats, Levin e Rudess etc.) ha registrato tutte le parti diventando qualcosa in più di un semplice ospite. Insieme a lui un altro straordinario musicista: John Hackett, flautista colto ed eclettico, noto soprattutto per la sua collaborazione con il fratello Steve Hackett. 

Syndone in concerto opening band:  Il Magnetofono

 

Venerdì 20 febbraio 2015 h. 21.00 Teatro Baretti Via Baretti 4 Torino

 

Info:
Syndone:

Dall'Europa le risorse per l'occupazione in Piemonte

europa torino castello

Si tenterà di rendere fruibile il mondo del lavoro ai più vulnerabili, promuovere azioni per la riduzione della povertà

 

La Commissione europea ha dato l’ok al Programma operativo regionale (Por) del Fondo sociale europeo 2014-2020 per il Piemonte. Il budget complessivo ammonta a 872 milioni di euro, finalizzati a una crescita sostenibile ed intelligente e per rafforzare politiche sociali, educazione e capacità amministrativa. Con queste risorse si tenterà di rendere fruibile il mondo del lavoro ai più vulnerabili, promuovere azioni per la riduzione della povertà,  accrescere i servizi socio-educativi e sostenere gli anziani.

 

(Foto: il Torinese)

Foibe, esodo e confine orientale

ricordo

ricordo2Circa 350.000 italiani costretti, dopo il Trattato di pace, che a causa della sconfitta assegnò l’Istria alla Iugoslavia, ad abbandonare le terre delle origini ed a disperdersi nel mondo come emigranti

 

La giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo del dramma degli italiani delle venezie e della Dalmazia. Le foibe e l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia sono una ferita sulla quale nel nostro Paese era stata stesa una cortina di silenzio. Da tempo ormai la parola foiba non descrive più semplicemente il territorio carsico triestino e giuliano, ma è diventata termine atroce, simbolo di una tragedia che si è consumata al confine orientale e che ha come sfondo la seconda Guerra mondiale, il fascismo, il totalitarismo. Migliaia di italiani uccisi dall’esercito di liberazione iugoslavo e gettati nelle foibe, veri e propri inghiottitoi; circa 350.000 italiani costretti, dopo il Trattato di pace, che a causa della sconfitta assegnò l’Istria alla Iugoslavia, ad abbandonare le terre delle origini ed a disperdersi nel mondo come emigranti. Il Giorno del ricordo va considerato come un segnale di ulteriore pacificazione e di riconciliazione dell’Italia repubblicana. Si è trattato, è vero, di una tragedia a lungo rimossa ma ricordarla ci rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra Repubblica; i valori della libertà, della tolleranza, della convivenza pacifica, del rispetto della dignità umana e della persona.Nessuna  violenza che mortifichi quei valori può essere giustificata, neanche come risposta a violenze subite. Non può essere negato infatti che il fascismo italiano, con l’occupazione militare, abbia esercitato contro le popolazioni istriane, soprusi, misfatti e violenze che produssero ritorsioni. Ritorsioni, a loro volta, terribili e disumane.

 

Gli studiosi sono ancora alla ricerca di documenti, di dati e non vi sono conclusioni condivise sulle ragioni della ferocia dei combattenti di Tito, ma non vi è dubbio che quella fu una tragedia con tante facce. Le foibe furono il prodotto di odi diversi, irriducibili ad un unicum: c’era l’odio etnico, nazionale, ideologico. Secondo alcuni storici si trattò di un fenomeno dovuto sia alla politica di italianizzazione forzata da parte del fascismo, che mirava all’annullamento dell’identità nazionale delle comunità slovene e croate, sia alla politica espansionistica di Tito per annettersi Trieste e il goriziano. Lo storico Gianni Oliva sostiene  che “affinché al tavolo delle trattative di pace venisse riconosciuta la sovranità di Belgrado sul territorio giuliano, occorreva che nessuna forma di opposizione contrastasse l’annessione. E dunque bisognava contrastare i movimenti antiannessionistici anche con l’eliminazione fisica di tutti coloro, fascisti o antifascisti, in grado di organizzare e dirigere quei movimenti“. La lunga notte della guerra fredda ha impedito per troppo tempo una lettura meno ideologica di quelle vicende. Ora quella contrapposizione frontale è, almeno per quanto ci riguarda, alle spalle. È possibile una elaborazione condivisa che consenta analisi più serene e obiettive. Come dichiarò Carlo Azeglio Ciampi, e sottolineò il presidente Napolitano “la tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani“.

 

Fa parte della storia del Paese. Ristabilire il dovuto riconoscimento di quelle vicende tragiche e dolorose  è necessario per la costruzione di un’Europa poggiata su basi di condivisione che rendano più estesi e radicati i valori fondamentali della convivenza tra diversi, del multiculturalismo, del pluralismo etnico e religioso. Claudio Magris, con efficacia , scrisse “ ..Sulle frontiere si sono da sempre scatenate e si scatenano le passioni scioviniste più furibonde, con il loro bagaglio di violenze, provocatrici a loro volta di cieche vendette foriere anch’esse di feroci rappresaglie“. Agli storici il compito di continuare a ricercare documenti e testimonianze per portare alla luce fatti ed eventi, che aggiungano ulteriori pezzi alla verità storica. A tutti gli altri il compito di creare una memoria critica e solidale, di creare le condizioni per una verità come valore civile condiviso, secondo un ordine di valori che condannino ogni forma di totalitarismo, razzismo, nazionalismo sciovinista.

 

Marco Travaglini

 

 

"Storia di un impiegato" in scena a Buriasco

thyssen teatro

In scena Paolo Montaldo, autore del testo, che, dopo aver riportato alla memoria la tragedia del 6 dicembre 2007 con “C’era una volta la Thyssen”, ha voluto rendere omaggio a Fabrizio De Andrè con questo spettacolo

 

Uno degli album più emozionanti di Fabrizio De André, portato in scena con uno spettacolo di affabulazione musicale. La musica dal vivo del gruppo Malecorde e la voce narrante di Paolo Montaldo per un viaggio tra gli “anni di piombo” e i nostri anni della crisi. Chi è l’impiegato? Da cosa si sente escluso? Quali sono i suoi rimpianti e i suoi desideri?

 

Le risposte sono nella musica e nelle parole di Fabrizio De André, raccontate nello spettacolo di affabulazione musicale che ha il titolo dell’album pubblicato nel 1973.Ai brani, eseguiti dal vivo, si alternano i momenti di parola che ripercorrono il risveglio tardivo dell’impiegato e la sua illusoria rivoluzione terminata con la sconfitta personale e affettiva: un viaggio tra passato e presente, tra gli “anni di piombo” e gli anni della crisi che stiamo vivendo.

 

In scena Paolo Montaldo, autore del testo, che, dopo aver riportato alla memoria la tragedia del 6 dicembre 2007 con “C’era una volta la Thyssen”, ha voluto rendere omaggio al cantautore-poeta genovese con questo spettacolo. Al suo fianco, le Malecorde: un gruppo che, accanto ai brani originali, da sempre ha nel suo repertorio canzoni di Fabrizio De André, composto da Giovanni Battaglino, Matteo Bagnasco, Lucia Battaglino, Simone Rossetti Bazzaro, Paolo Mottura, Eugenio Martina. Un appuntamento per chi ricorda a memoria le parole cupe e poetiche di questo album e per chi vuole sentirlo raccontare per la prima volta.

 

 STORIA DI UN IMPIEGATO
venerdì 13 febbraio 2015, ore 21.15
Teatro Blu – Piazza Roma – Buriasco – To