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Tasi: moratoria per i ritardatari?

Il Consiglio comunale ha approvato il regolamento di disciplina con 24 voti favorevoli, sei contrari ed una astensione.

 

tasi

Una mozione di accompagnamento concordata tra maggioranza e opposizione e approvata con 28 voti favorevoli uno contrario e tre astensioni, rivolge un appello al governo per una moratoria sino al 30 giugno sull’applicazione delle sanzioni ai ritardatari. La mozione recita “ nel momento in cui il Ministero delle finanze lo consenta alle amministrazioni comunali con apposito provvedimento normativo a non applicare sanzioni ed interessi di mora per mancati o ritardati pagamenti Tasi entro il 30 giugno”.

 

 

Dopo il dibattito e molte votazioni, il voto finale. Introducendo il dibattito l’Assessore al Bilancio e ai Tributi, Gianguido Passoni, ha ricordato che non era nella potestà dell’Amministrazione concedere una dilazione della scadenza di pagamento del tributo: “il termine per deliberare le aliquote e le tariffe dei tributi locali, (…) nonché per approvare i regolamenti relativi alle entrate degli enti locali, è stabilito entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione. I regolamenti sulle entrate, anche se approvati successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine di cui sopra, hanno effetto dal 1 gennaio dell’anno di riferimento”.

 

Il regolamento approvato assume quanto già deliberato nei mesi scorsi e noto ai cittadini sulla base imponibile, le aliquote, gli immobili soggetti o non soggetti al tributo e i termini per il pagamento, e regola il regime di esenzioni, agevolazioni, detrazioni, accertamenti e riscossioni forzate.

 

 

Inoltre all’articolo 19 prevede il rimborso della quota Tasi versata in eccesso, qualora sia dimostrato che il contribuente abbia versato per lo stesso immobile, a parità di condizioni (composizione del nucleo famigliare, superfici e classificazione dell’immobile ecc.) un importo maggiore rispetto all’Imu versata nel 2012.

 

(Fonte: www.comune.torino.it)

Ipazia, una donna che guardava le stelle

ipaziaIl progetto è stato finanziato nel 2012 nell’ambito del Programma Operativo della Regione Piemonte

 

I risultati del progetto “Ipazia, una donna che guardava le stelle” saranno presentati al Seminario conclusivo che si terrà il 19 giugno dalle ore 9.30 alle 13.00 presso la Biblioteca Tancredi Milone – Sala Multifunzionale, in Via Verdi 18 a Venaria Reale.

 

Il progetto è stato finanziato nel 2012 nell’ambito del Programma Operativo della Regione Piemonte (POR) e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo.

 

Riguarda gli “Interventi finalizzati a favorire l’inclusione lavorativa delle vittime di violenza attraverso la realizzazione di percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo e il raccordo e coordinamento dei soggetti attuatori”. 

 

(Fonte: www.irma-torino.it)

Lingotto addio: muore Fiat, nasce Fca

FIAT FACCIATAIl cda ha approvato il progetto di fusione che dà il via ufficiale all’avventura di Fiat Chrysler Automobiles. Deliberata l’emissione di  prestiti obbligazionari fino  a 4 miliardi di euro 

 

Il  dado è tratto. I nostalgici di una Fiat tutta torinese, ora sono davvero tali, Il Lingotto è acqua passata. Il cda Fiat ha infatti approvato il progetto di fusione che dà il via ufficiale all’avventura di Fiat Chrysler Automobiles. Progetto che dovrà passare l’esame  degli azionisti in un’assemblea straordinaria nel terzo trimestre 2014, probabilmente entro luglio.

 

Il consiglio di amministrazione, inoltre,  ha approvato anche l’acquisto da parte di Fiat Group Automobiles (Fga) dell’intera partecipazione in Fiat North America, la società proprietaria di  Chrysler. Si tratta di una nuova tappa  nel piano di riorganizzazione annunciato il 29 gennaio 2014 dopo l’acquisto di Fiat della restante partecipazione in Chrysler Group. La riorganizzazione comprende il progetto di fusione e mira a dotare Fca di un profilo societario, di investimento e di mercato coerente con il nuovo assetto del gruppo con la  piena integrazione di Fiat e Chrysler. Il cda Fiat  ha anche approvato  l’emissione di  prestiti obbligazionari fino  a 4 miliardi di euro  da collocare presso investitori istituzionali.

 

L’ad di Fiat Sergio Marchionne aveva intanto annunciato nei giorni scorsi che “i target del 2014 sono confermati” e che  Il gruppo prevede ricavi di oltre 90 miliardi di euro e un utile netto tra 0,6 e 0,8 miliardi. Pochi spiragli, invece, sul rinnovo del contratto:  “è una situazione complicata – ha detto – e non si possono chiedere soldi quando si perde. Quando abbiamo dato il bonus in America è perché c’erano i risultati economici per farlo”. A piangere è sempre Torino.

 

(Foto: il Torinese)

Quanto sei bella Venaria quando è sera

Dal 27 giugno al primo agosto, la Venaria resterà aperta anche di sera. Ma, dice il direttore Alberto Vanelli,  se la sperimentazione funzionerà potrebbe anche essere ampliata in futuro

 

VENARIA NOTTEUna Reggia sempre più famosa, tanto da entrare (con l’Egizio) nella Top 100 delle realtà culturali più prestigiose al mondo, non può concedersi soste.

 

Ecco perché  dal 27 giugno al primo agosto, la Venaria resterà aperta anche di sera. Ma, dice il direttore Alberto Vanelli,  se la sperimentazione funzionerà potrebbe anche essere ampliata in futuro.  

 

L’ingresso, dalle 19 alle 24 è di 5 euro. Un modo intelligente per passare una serata estiva in compagnia.

La TV siamo noi: caro Renzi, ci sacrificheRai?

Nel 1954 venne diffusa proprio da qui  la prima trasmissione. La passione e l’entusiasmo di persone che forse all’epoca non erano ancora  nate, hanno permesso che quella fosse la prima di una lunghissima serie. Produttrici esecutive, redattori, truccatrici, programmatori e tante altre professionalità fanno sì che la  televisione pubblica vada avanti. Tra scioperi e mille problemi. Anche a Torino

 

rai vecchia70 sono gli anni che andrà a compiere quest’anno la Rai, 150 sono i milioni che il nuovo premier Matteo Renzi pretende dall’universo della TV pubblica, e  numero non ancora calcolabile sono i dipendenti, di tutte le sedi regionali, che rischiano di veder cambiare la loro vita lavorativa. Questi sono solo alcuni dei numeri che in questi mesi stanno caratterizzando e monopolizzando il “mondo Rai”.rai 1

 

Il decreto Irpef  arriva come un nodo al pettine e la più grande azienda pubblica italiana annuncia grandi cambiamenti minacciando, in maniera velata, possibili tagli del personale. La proclamazione e poi l’effettiva messa in atto dello sciopero di mercoledì 11 giugno, ha aperto sicuramente un baratro tra Palazzo Chigi e la TV dello Stato, ma anche tra gli stessi sindacati che mesi fa l’avevano indetto. Ad esempio Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti, dopo fitti scambi di opinioni e mail con il corpo redazionale e soprattutto con Luigi Gubitosi,direttore generale Rai, ha deciso di tirarsi indietro e di non aderire allo sciopero considerandolo apertamente <<il modo meno opportuno,in questo momento, per risolvere i problemi dell’azienda.>>.

 

rai tvNonostante vari malumori, l’adesione allo sciopero è stata abbastanza alta soprattutto a Torino, dove pare che si sia raggiunto il 70%. Dalla Rai di via Verdi, oltre un centinaio di lavoratori  si è mosso in corteo per raggiungere Piazza Castello, dove sono stati allestiti due gazebo e distribuiti volantini contro il “prelievo” dei 150 milioni. Il “mondo Rai” torinese è forse il più colpito dalle nuove linee guida del Governo, soprattutto dopo le polemiche riguardanti la destinazione dei palazzi di via Cernaia ( quello strapieno di amianto su cui indaga il PM Guariniello) e quello di Corso Giambone, dove ha sede il centro di ricerche. Per sopperire alle accuse di “insostenibili sprechi”, da mesi è iniziato il laborioso trasferimento dei dipendenti delle due strutture (circa 500 in tutto) nell’ex palazzo Telecom di via Cavalli  che, preso in affitto, sarà completato entro l’autunno.

 

tv bambiniMa nonostante sia stata riconosciuta come un’intelligente operazione di razionalizzazione delle spese, non è bastato a fermare la “cesoia” di Renzi, che sembra anzi sempre più convinto (come abbiamo sentito dalle varie interviste, ultima fra tutte quella famosa con Floris) a chiedere e pretendere “tagli da 150 milioni di euro”.C’è chi accusa il governo ed in particolare il premier Renzi, di mettere sotto assedio con attacchi populisti e demagogici la cosidetta “casta giornalistica” , diventata ultimamente per molti impopolare e quindi facile da attaccare. E c’è chi invece lo difende e lo appoggia sostenendo che, pagando i 150 milioni di euro, la Rai non farebbe altro che adempiere al suo compito di televisione pubblica facendo, anche lei, i sacrifici che tutti i cittadini italiani sono stati chiamati a fare.Listrai 2

 

Sono davvero molte le tematiche  da prendere in considerazione per analizzare se questa spending review voluta “contro la Rai” sia giusta o meno. L’unico fattore che però credo non si debba mai perdere di vista è che al di là degli sprechi, dei fancazzisti che ci sono come in qualunque altra azienda, degli stipendi da urlo di certi conduttori/giornalisti/dirigenti, ci sono le facce di quelle persone che mercoledì manifestavano per tutta Torino con indosso una maglia dallo slogan :”La Rai siamo noi”. I volti di produttrici esecutive, redattori, truccatrici, programmatori e mille altre professionalità che con il loro normalissimo e umile stipendio, fanno sì che la nostra televisione di Stato vada avanti e sia quella che oggi tutti noi conosciamo.

 

TGNel 1954 venne diffusa proprio qui, da  Torino,  la prima trasmissione Rai. L’impegno, la passione e l’entusiasmo di persone che forse all’epoca non erano ancora  nate, hanno permesso che quella fosse la prima di una lunghissima serie. Quelle di mercoledì non erano solo voci di dipendenti Rai,erano soprattutto voci di torinesi, di cittadini italiani con un nome, un conto corrente e magari un mutuo da pagare. In questo momento di crisi è giusto che tutti – come ha detto Renzi- siano disposti a fare sacrifici; ci auguriamo solo che tali sacrifici non ricadano sempre sugli stessi.

 

Simona Pili Stella

La passeggiata (con shopping) che allunga la vita

20 minuti di camminata al giorno riducono il rischio di infarto e ictus. Lo rende noto la prestigiosa rivista Lancet.  Ovviamente lo studio non si riferisce a Torino, ma è facile tradurre la passeggiata salvavita in una serie di itinerari tutti torinesi, in centro città o nel verde.  Eccone alcuni

 

 

anzianiUna passeggiata in via Lagrange  può salvare la vita. Addirittura? Il Governatore piemontese  Sergio Chiamparino commenterebbe con un suo classico esageruma nen. Ma l’affermazione non è del tutto priva di fondamento. Perché ciò che ci ha sempre suggerito il buon senso ora è legge:  è scientificamente dimostrato, infatti,  che 20 minuti di camminata al giorno – pari a duemila passi, per circa un chilometro e mezzo –  riducono di molto il rischio di infarto e ictus. E si tratta di un esercizio che anche i più anziani si possono e si devono permettere. Lo rende noto la recente ricerca condotta dall’università inglese di Leicester e pubblicata dalla prestigiosa rivista Lancet.  Ovviamente lo studio non si riferiva a Torino, ma è facile tradurre i 20 minuti salvavita in una serie di itinerari tutti torinesi, in centro città o in periferia. 

 

Andiamo per ordine. Sono molteplici i motivi per cui camminare fa bene , anzi si può definire la camminata un vero e proprio elisir di longevità. I vantaggi sul benessere sono fisici perché  la camminata fa bene al cuore, ai polmoni, alle ossa e alla circolazione. Ma è anche un ottimo antistress poiché apporta benefici al sistema nervoso e induce ad un rilassamento, ottimizza l’umore e affina i nostri  cinque sensi che  vengono continuamente sollecitati dagli stimoli circostanti. E questi famosi 20 minuti di camminata al giorno aiutano anche a perdere peso e mantenere il fisico tonico.

 

Dunque camminare, che è la cosa che ci viene più naturale, è l’atto fisiologico per eccellenza. Ed è quello che, se praticato con costanza e quotidianamente, ci permette di mantenere un buon livello di benessere psicofisico. La nostra città  offre un itinerario vasto e variegato per le passeggiate quotidiane. Infatti, se camminare nel verde è sicuramente più salutare e consigliabile perché l’aria è più pulita e non si inalano direttamente i veleni dello smog, i più fortunati possono optare per i tanti parchi che la città mette a disposizione come la Pellerina, il Valentino, Piazza D’Armi , la Colletta, Le Vallere e tanti altri. E poi si può sgambettare tra le vie del Centro, molte delle quali esclusivamente pedonali, i portici e i vicoli del Quadrilatero Romano dove ogni  giorno si può scoprire uno scorcio sconosciuto di Torino, e mantenersi in forma. Senza dimenticare che le passeggiate,  se unite ad un salutare shopping, ritemprano non solo il fisico ma pure lo spirito. Un po’ meno il portafoglio.jogging

 

Ecco alcune proposte di percorsi da 20 minuti circa in città:

 

  • Da Porta Nuova a piazza Castello: attraversando tutti i portici di piazza Carlo Felice e via Roma potrete ammirare le vetrine più chic e assaporare un buon cappuccino nei caffè storici di piazza San Carlo, fino a raggiungere Palazzo Reale.
  • Da piazza Castello a piazza Statuto: shopping in via Garibaldi, la più lunga arteria commerciale d’Europa. Sosta finale davanti al monumento di piazza Statuto, cuore dell’esoterismo subalpino.
  • Da Palazzo Civico a piazza Vittorio Veneto: se piove potrete camminare all’asciutto percorrendo la storica Passeggiata del Re: un solo lunghissimo porticato dal palazzo della Prefettura fino al Po, in fondo alla piazza della movida.
  • Parco dello Stadio Olimpico: un giro completo del perimetro compreso tra i corsi Sebastopoli, Galileo Ferraris, IV Novembre e Montelungo vi farà ripercorrere i fasti sportivi del 2006, all’ombra del braciere olimpionico.

Buon viaggio e… alla salute!

C.V.

 

(Foto: il Torinese)

Superchiampa vola a Roma: “Graziano facci la grazia”

Mentre l’assessore alla Sanità, Antonino Saitta , sta passando ai raggi X i bilanci delle Asl, il governatore si occupa degli altri settori che maggiormente richiedono finanziamenti statali. In primis i Trasporti.  In questo ambito la Regione ha un debito di circa 370 milioni

 

chiampa gofaloneLe casse della Regione sono vuote, non c’è più un euro. E i problemi da risolvere aumentano di giorno in giorno. Per cercare di battere cassa al governo, il presidente Sergio Chiamparino è volato a Roma per incontrare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, con l’intento di portare a Torino la bellezza di 200 milioni di euro, quota minima necessaria per fare fronte alle emergenze piemontesi.

 

Mentre l’assessore alla Sanità, Antonino Saitta , sta passando ai raggi X i bilanci delle Asl, il governatore si occupa degli altri settori che maggiormente richiedono finanziamenti statali. In primis i Trasporti.  In questo ambito la Regione ha un debito di circa 370 milioni, ma la Giunta Cota era riuscita a farsi promettere da Roma almeno 150 milioni che, però, non sono mai arrivati. Superchiampa cercherà di farseli dare. Se non arrivassero tali risorse, i bus e i treni regionali sarebbero davvero in grosse difficoltà.

 

Altra spina quella della tutela del suolo: anche in questo caso dalla Capitale sarebbero dovuti giungere in Piemonte oltre 20 milioni. Nisba, ad oggi. Infine, 40 milioni erano stati annunciati per un settore su cui la Regione vuole puntare in chiave anticrisi, quello dell’innovazione, per rilanciare l’automotive e l’aerospaziale. Al momento Roma ne ha concessi più o meno la metà.

 

Dopo l’incontro con Delrio, Chiamparino si è detto “moderatamente soddisfatto”. Il suo motto, del resto è: “esageruma nen”.

 

(Foto: Regione Piemonte – P. Juzzolino)

Ricerca tra studenti: le donne fumano di più

Indagine di AstraRicerche tra 900 studenti che hanno visitato la mostra “No Smoking Be Happy”, allestita dalla Fondazione Veronesi nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte

 

FUMOFumare non porta ad un vero e proprio piacere sensoriale ed i motivi per cui ci si avvicina alla sigaretta sono sostanzialmente due: l’imitazione degli altri (“perché lo fanno tutti”, la voglia di essere accettati nel proprio gruppo, il presunto effetto socializzante) e la risposta all’ansia, allo stress, al nervosismo, ai piccoli e grandi dispiaceri della vita. Questi i primi risultati di un’indagine effettuata da AstraRicerche tra 900 studenti che hanno visitato la mostra “No Smoking Be Happy”, allestita dalla Fondazione Veronesi nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte. I dati sono stati raccolti nel periodo tra il 5 ed il 16 maggio tramite questionari compilati in modo assolutamente anonimo e volutamente non assistito.

 

Tra i più giovani (15-24 anni) poco meno del 22% si dichiara fumatore nelle indagini condotte a livello nazionale. La rilevazione effettuata a Torino (come altre svolte da AstraRicerche per Fondazione Umberto Veronesi a Milano), mostra un dato una volta e mezzo superiore: i fumatori sono il 32.4%.Un secondo dato di rilievo è il “sorpasso” delle ragazze che fumano, il 35%, rispetto al 30% tra i ragazzi: un dato atteso in base alle rilevazioni precedenti, ma decisamente significativo e segno di un vero e proprio ‘sfondamento’ del tabacco presso le giovani. Non va inoltre dimenticato che l’età della prima sigaretta tende a essere più bassa proprio tra le ragazze in confronto ai ragazzi. La situazione è ancor più grave se si considera la crescita che avviene, di anno in anno, tra i 14 e i 18 anni d’età: si passa dal 14 al 57% di chi è entrato nella maggiore età.

 

Gli intervistati danno l’impressione che la realtà dei fatti possa essere anche peggiore di quanto rilevato dall’istituto di ricerca: per ben il 65% almeno la metà dei propri amici o conoscenti è fumatore (con un 13% che dichiara di avere quasi solo o solo compagni fumatori). D’altra parte il fumo di sigaretta non è diffuso solo nella propria compagnia di amici ma anche in famiglia: il 26% ha un padre fumatore che vive con il giovane intervistato, il 21% una madre fumatrice; non solo: tra coloro che hanno un fratello o una sorella, il 23% ne ha almeno uno che fuma. Il 48% dichiara di fumare quattro o meno sigarette al giorno. Il numero medio giornaliero è di 7 sigarette, in linea con precedenti rilevazioni di AstraRicerche e non troppo distante dalla media nazionale in tutte le fasce d’età di 10,6. Si tratta di una spesa annuale di circa 640 euro.

 

Durante la mostra gli studenti sono stati sollecitati a riflettere su quante attività diverse possano essere possibili in un anno avendo a disposizione tale quota; sono emerse molteplici risposte come l’acquisto di abiti, di prodotti musicali, l’accesso a numerosi concerti, più vacanze durante l’anno, una bicicletta, l’iscrizione in palestra, regali per sé e per amici.Alla presentazione dei risultati, sono intervenuti Anna Chiara Invernizzi, vice direttore generale della Fondazione Crt, Monica Ramaioli, direttore generale della Fondazione Umberto Veronesi, Cosimo Finzi, amministratore delegato e ricercatore di AstraRicerche. A riceverli Luciano Conterno, direttore del Gabinetto del presidente e della Comunicazione istituzionale della Regione.

 

La mostra è stata visitata da migliaia di studenti delle scuole piemontesi, accompagnati lungo un percorso educativo ideato dalla Fondazione Umberto Veronesi che permette ai ragazzi di identificare i danni fisici e psicologici provocati dal fumo di sigaretta al corpo umano. Si tratta della seconda edizione per le scuole della mostra laboratorio, nell’ambito dei programmi formativi del progetto Diderot della Fondazione Crt, che ogni anno propone alle scuole del territorio, a integrazione della formazione scolastica di base, corsi e approfondimenti, coinvolgendo ogni anno circa 50.000 studenti e 2.500 docenti, per 2.400 classi.

 

(rdutto – Ufficio stampa Regione Piemonte)

 

Rinnovo contratto: Fiat-sindacati, che rottura

La Grande Fabbrica che rappresenta il corpo e l’anima di Torino è  – e sempre sarà – nel bene e nel male, l’unica e indiscussa protagonista. E l’ultima notizia sulla rottura per il rinnovo del contratto non lascia ben sperare

 

fiat arancioDiversificazione produttiva, turismo, cultura. Ma poi sempre lì si va a finire. La FIAT, sempre la FIAT. La Grande Fabbrica che rappresenta il corpo e l’anima di Torino è  e sempre sarà – nel bene e nel male – l’unica e indiscussa protagonista. E l’ultima notizia è quella della rottura tra Fiat e sindacati sul rinnovo del contratto  degli 86mila dipendenti. Dopo una lunga e sudata trattativa, non si è trovato  l’accordo sull’entità dell’unatantum per i  lavoratori Fiat e Cnh, compresi i cassintegrati.

 

La cronaca, dallo storico  quotidiano (ora online) della Cisl Conquiste del lavoro: “Il confronto era ripreso stamattina alle 09:30 dopo una pausa di riflessione di qualche giorno richiesta dalla stessa azienda. Nel precedente incontro di giovedì scorso Fim, Uilm, Fismic e Ugl avevano accettato che per il 2014 gli 86.000 lavoratori di Fiat e Cnh Industrial, cassintegrati inclusi, avessero una ‘una tantum’ anzichè l’aumento in busta paga, ma sulla sua entità le posizioni erano, ed evidentemente sono rimaste, molto distanti: 200 euro per l’azienda, 390 per i sindacati”. FIAT FACCIATA

 

 Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim, alla vigilia dell’incontro, aveva detto: “Sul contratto ci aspettiamo che l’azienda faccia un passo avanti in direzione della nostra richiesta di 390 euro. Non vorremmo essere costretti a dichiarare una rottura del negoziato con un peggioramento delle relazioni sindacali nel gruppo. Sarebbe una scelta sciagurata subito dopo un importante piano di investimenti e un importante atto di responsabilità del sindacato che ha accettato una mediazione diversa rispetto a quanto richiesto nella piattaforma”.  E sciagura fu.

 

(Foto: il Torinese)

 

Elkann: “il futuro è nello smartphone”

 Il  World Newspaper Congress, 66a edizione del Congresso Mondiale dei giornali, è di scena a Torino.  Un migliaio i partecipanti tra direttori di testate ed editori

 

lingotto bandieraCrisi di copia, con una p sola: è quella della carta stampata, dei giornali che perdono lettori.  Il  World Newspaper Congress, 66a edizione del Congresso Mondiale dei giornali, è di scena da oggi al Lingotto. 

 

 Un migliaio i partecipanti tra direttori di testate ed editori, compresi  il presidente dell’Editrice La Stampa, John Elkann, il Ceo di Rcs MediaGroup Pietro Scott Jovane e il presidente del Gruppo L’Espresso, Carlo De Benedetti.

 

Elkann ha dichiarato il suo amore per lo smartphone, asserendo che “se un terzo della popolazione usa un tablet o un palmare, vuol dire che il futuro dell’editoria è lì”. Chissà che, discutendo di nuove tecnologie e prospettive del mondo dell’editoria, non si trovi qualche soluzione

 

Foto: il Torinese)