LIFESTYLE- Pagina 466

Addio alla "lady" del Bicerin

BICE

Maritè Costa da trent’anni gestiva il Bicerin, il più antico caffè d’Europa, aperto nel 1763

 

Ultimo saluto, nella chiesa di via Sant’Agostino, a Maritè Costa che da trent’anni gestiva il Bicerin, il più antico caffè d’Europa, aperto nel 1763. Tanti gli amici e i clienti del locale presenti alla cerimonia funebre. Ma la famiglia della “regina” del Bicerin promette: “porteremo avanti l’attività”. Tra gli illustri frequentatori del caffè di piazza della Consolata vi furono Alexandre Dumas, Nietzsche e Cavour.

Trapianto di rene n. 3000: record alle Molinette

molinette

E tre pazienti trapiantati nel lontano 1982 sono ancora in vita con l’originario trapianto

 

E’ stato raggiunto il trapianto di rene numero tremila alle Molinette, un ritrapianto su un paziente, 12 anni dopo il primo intervento. L’organo è giunto da una donatrice morta a Novara. Uno storico traguardo che permette all’ospedale torinese di porsi come primo centro in Italia per trapianti di reni effettuati e anche per la sopravvivenza: dopo 5 anni è dell’86%. E tre pazienti trapiantati nel lontano 1982 sono ancora in vita con l’originario trapianto.

 

(Foto: il Torinese)

Gli "ultimi" di Torino: in giro per i quartieri tra bisognosi veri e non

clochard 63

STORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto

 

Un classico: “hai un euro per un panino?” Alcune volte entro in panetteria e l’affamato sparisce. Dalle 13 alle 17, tregua. Poi l’ aperitivo. Qui l’offerta è più raffinata. Giovani distinti raccontano storie di sfortune. Di voglia di  mettere insieme soldi per un  biglietto di treno e tornare a casa. Dai pantaloni spunta il cellulare ultimo modello

 

Torino è come una vecchia signora. Attempata, ogni tanto si rifà il trucco.  Perde sempre qualcosa,  cerca di rinascere dal ricordo di un radioso e forse irripetibile passato. Sospesa tra una forte identità e la ricerca di qualcosa di nuovo. Torino non si fa mai perdere qualcosa. Anni fa non si prendeva il treno, o perlomeno solo prima classe. Le prostitute nere si “riversavano” per le campagne vicine, spingendosi fino a Milano. Si trovava da affittare, costava meno ed i controlli erano minori. Insomma, per loro si stava bene. E il degrado avanzava. Oggi? Basta uscire di casa, passeggiando. A 50  metri il primo incrocio. L’inevitabile lavavetri. Reggono i gentili. Si avvicinano furtivi e riservati. Sorridenti chiedono il permesso. Direi su venti richieste una viene soddisfatta. 

 

Mattino presto, a piedi in piazza Vittorio. Appena inizia via Po due mendicanti claudicanti vogliono impietosirti.Probabilmente Rom (se non rischiamo di offenderli). I negozianti: “non si preoccupi fingono”. Fino a piazza Castello. Secondo le stagioni, dai tre ai cinque barboni. Qui la richiesta di soldi è discreta. Abbinata a cartelli d’aiuto. Invece, uno dei misteri di Porta Palazzo sono le ronde fatte da alpini, vigili e poliziotti. Passano incuranti di tossici bisticcianti. Capisci che non ci sono quando per più di cinque minuti, stazionano ragazzi che parlano incomprensibili idiomi.

 

Un mercato rionale che si rispetti ha mendicanti accovacciati. Il numero è proporzionale alla grandezza del mercato.Ora va di moda il rifugiato politico. Una sola domanda: se è appena arrivato come fa a conoscere bene la nostra lingua? Un classico: “hai un euro per un panino?” Alcune volte entro in panetteria e l’affamato sparisce. Dalle 13 alle 17, tregua. Poi l’ aperitivo. Qui l’offerta è più raffinata. Giovani distinti raccontano storie di sfortune. Di voglia di  mettere insieme soldi per un  biglietto di treno e tornare a casa. Dai pantaloni spunta il cellulare ultimo modello.

 

E per cena? Un classico: il venditore di fiori. secondo i ristoranti si possono contare dai tre passaggi in su. Erano quasi scomparsi, ma stanno ritornando. Venditori sordomuti ( dicono loro ) di accendini e gadget. Generalmente agiscono in due, lei e lui, sempre ben vestiti. Non hanno inventato il turno di notte. Anche se immagino, nella movida qualcosa si annida. Come fai mia vecchia e dolce Torino a rifarti il trucco? Altro che corte dei miracoli! Tieni duro. Ci hai insegnato, comunque, ad avere pazienza. La tolleranza ci aiuterà contro questo degrado. Altro non possiamo fare.

 

(Foto: il Torinese)

Guido Gozzano e la malinconia

GOZZANO VILLA

GOZZANO GUIDOGOZZANO AUTOGRAFO“Io penso talvolta che vita, che vita sarebbe la mia, se già la Signora vestita di nulla non fosse per via”

 

Torino, 9 agosto 1916, nell’ “ora triste del congedo”, il torinese Guido Gozzano si spegneva a soli 32 anni, consumato dalla tisi, e si univa, definitivamente, alla “Signora vestita di nulla”, presenza costante nella sua opera poetica, fin dal momento in cui gli venne diagnosticata la malattia, simbolo di quella morte che l’avrebbe colto nel fiore degli anni.

 

Poeta della “malinconia”, poeta delle “buone cose di pessimo gusto”, dei solai, del “ciarpame reietto”, del “dolce paese che non dico”, Agliè, dove amava trascorrere le estati, nella campagna canavesana, e dove venne sepolto, prima nella tomba di famiglia e, successivamente, nella chiesa di San Guadenzio, Guido Gozzano è stato l’artefice di una poesia che si è, fin dall’inizio, contrapposta a quella del “vate” Gabriele D’Annunzio, per la descrizione dell’universo semplice della quotidianità, una quotidianità un po’ sonnolenta dove tutto sembra cristallizzato, stanco, coperto da un velo di polvere, e dove una Torino borghese “un po’ vecchiotta, provinciale, fresca tuttavia d’un tal garbo parigino” viene rievocata, con ironia, per il suo ambiente chiuso e profondamente provinciale, ma anche con un affetto che testimonia il legame del poeta alla propria città natale, quella Torino che racchiude in sè “tutto il mio passato” e dove “i miei ricordi più teneri e mesti dormono in te, sepolti come vesti in un armadio canforato”.

 

I salotti di Gozzano sono quelli delle ville di campagna, quelli della nonna Speranza, dove il buon gusto è stato bandito e, accanto agli acquerelli di Massimo D’Azeglio, puoi trovare gli scrigni fatti di valve e gli oggetti con il monito “salve” “ricordo”, in cui Loreto impagliato ed il busto di Alfieri, di Napoleone convivono in un bizzarro, ma confortante accostamento.

 

In questo mondo nel quale il tempo è indefinito, o declinato al passato, al futuro, ma mai al presente, perché, scriveva Gozzano “Adoro le date. Le date: incanto che non so dire, ma pur che di molto passate o molto di là da venire”,  si muovono figure familiari, come l’adorata madre o la poetessa Amalia Guglielminetti, con la quale intrecciò una tormentata relazione, come la prozia canuta e lo zio demente, compagni di una solitudine interiore senza rimedio, ma soprattutto un catalogo di uomini e donne cartacei che si trasformano in fantasmi, imprigionati nelle stanze della poesia, e salvati dalla morte attraverso l’arte che li colloca in un universo parallelo dove continueranno a compiere gli stessi semplici gesti, come in una spirale del tempo, vittime di una maledizione che porta con sé il dono e la condanna dell’immortalità.

 

Opera dopo opera, pagina dopo pagina, Guido Gozzano regala al lettore storie e schizzi, volti come quello di Carlotta, l’amica della nonna Speranza, “nome non fine ma dolce che come le essenze resusciti le diligenze, lo scialle e le crinoline”, la Carlotta di chiara ispirazione goethiana, innamorata in un patriota mazziniano, come quello della signorina Felicita o la Felicità, “quasi brutta, priva di lusinga”, ma con la “faccia buona e casalinga” e “gli occhi fermi, l’iridi sincere azzurre d’un azzurro di stoviglia”, che vive a Villa Amarena, con il padre in “fama d’usuraio”, “quasi bifolco”, che “non fa versi, taglia le camicie per suo padre e non medita Nietzsche”, come quello della Cocotte che “lo baciò quattrenne”, e che giura di “rifare bella come tutte le donne del suo sogno, un sogno nutrito d’abbandono in cui il poeta dichiara: “non amo che le rose che non colsi. Non amo che le cose che potevano essere e non sono state”, in un afflato malinconico che sfiora il pessimismo e che riprende i versi di Keats di “Ode su un’urna greca”: “Sì le melodie ascoltate son dolci; ma più dolci le non ascoltate”, un inno ai momenti perduti, in netto e consapevole contrasto con il “carpe diem” oraziano.

 

Nella sua partita a scacchi con la Morte, compagna di strada, Guido Gozzano, cercando il modo di ingannare la Signora vestita di nulla, diventa egli stesso protagonista di quasi tutti i suoi componimenti, interpretandoli in prima persona, intervenendo con le proprie riflessioni sempre velate di una sottile ironia, creando personaggi che sono il suo doppio come Totò Merumeni, il punitore di se stesso di Terenzio, quelle figure che, quando dovrà interrompere il cammino, continueranno a vivere l’esistenza che gli è stata negata e che,  in un supremo e geniale atto di sfida al destino, immagina nell’ “Ipotesi”: “Quest’oggi il mio sogno mi canta figure, parvenze tranquille d’un giorno d’estate, nel mille e… novecento… quaranta”, poesia nella quale descrive una vecchiaia tranquilla accanto alla “consorte ignorante”, agli amici, lontano dalla città, dalla quale giungono le notizie dei figli, un sogno destinato a naufragare come Ulisse quando sfidò il fato cercando di varcare le colonne d’Ercole, ma, al tempo stesso, a realizzarsi attraverso il potere della letteratura perchè, in quei versi, Guido continua a vivere “in un’antichissima villa del Canavese”, in quel tempo che adesso è coniugato all’infinito.

 

Barbara Castellaro

 

 

 

 

 

 

Serranda selvaggia, addio: Torino resta aperta per ferie e accoglie i turisti in agosto

turisti 1

Il sito web del Comune propone una  pagina dedicata per conoscere i negozi aperti e quelli  chiusi in agosto

 

C’è chi tiene aperto h24 come alcuni supermercati Carrefour ma, in ogni caso, il tradizionale deserto delle serrande d’agosto non è più tale. Persino lo chef stellato Matteo Baronetto del Cambio ha dichiarato che il ristorante di piazza Carignano è uno dei simboli di Torino e, anche in quanto tale,  resterà aperto nel mese di agosto. Sì, perchè in città ci sono tanti giapponesi, cinesi e russi. Insomma, non è più la Torino di una volta, quella legata alla Fiat. Quando la grande fabbrica chiudeva, chiudeva anche la città.

 

Poi, come ha detto alla Stampa la presidente dell’Ascom, Maria Luisa Coppa, “la crisi si è fatta sentire anche nel commercio e non sono pochi i negozi che non possono più permettersi di abbassare le serrande per tre o quattro settimane.” Allora, viste anche le numerose comitive turistiche presenti sotto la Mole nonostante il caldo, i commercianti hanno deciso di suddividere le meritate ferie in brevi pause nel corso dell’anno. Se la serranda selvaggia è un ricordo del passato e l’Ascom ha addirittura abolito il numero verde sui turni di apertura e chiusura dei negozi, per mancanza di utenti, il sito web del Comune propone invece una  pagina dedicata per conoscere gli aperti e chiusi per ferie in agosto.

 

(Foto: il Torinese)

Sta bene Stella, la bimba salvata grazie all'operazione "miracolosa"

sant'anna ospedali

E’ stata operata all’ospedale Sant’Anna, dove la mamma è stata fatta partorire con taglio cesareo alla 31/esima settimana

 

Stella, nome di fantasia, la neonata prematura con un rarissimo teratoma cistico, un tumore che forma una ‘sciarpa’ di carne di 300 grammi che le avvolgeva il collo e le avrebbe impedito di respirare, ora sta bene. E’ stata operata all’ospedale Sant’Anna, dove la mamma è stata fatta partorire con taglio cesareo alla 31/esima settimana. Il feto è stato poi lasciato attaccato al cordone ombelicale, così da permettere  ai medici di intubarlo: in caso contrario sarebbe morto in pochi minuti. E’ stata infine asporatata la massa tumorale, che era grande due volte le dimensioni della testa.

Sere da re alla Venaria fino a Ferragosto

Visita notturna a Reggia e Giardini con la possibilità di assistere anche a proiezioni di film, spettacoli di danze e musiche barocche

 

venariaE’ tempo di Sere d’Estate alla Reggia di Venaria. La residenza sabauda, fino al 14 agosto, è aperta fino alle 23.30 per consentire al pubblico la visita notturna a Reggia e Giardini con la possibilità di assistere anche a proiezioni di film, spettacoli di danze e musiche barocche. E, inoltre, vedere con l’ ingresso a 8 euro, le mostre sul Bucintoro e le Carrozze regali, i gioielli di Buccellati, Pregare, I quadri del Re, le sculture, lo spettacolo incantevole della Fontana del Cervo.

Quel pasticciaccio brutto del "Summer Village"

lingotto salone

STORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto

 

Molte cose non vanno, oramai, in questa iniziativa di svago, diventata una corsa ad ostacoli nell’insicurezza generale

 

Sembra che poche regole venissero rispettate al Summer Village del Lingotto. Funzionari del Comune ne hanno deciso la momentanea chiusura. Il permesso rilasciato dall’apposita commissione era subordinato all’effettuazione di lavori che non sono stati fatti. Ora gli organizzatori sono in difetto verso la Città, i cittadini e gli operatori  e affittuari di spazi di ristorazione e di divertimento. L’accoltellamento, le tensioni sfociate in violenza, il generale malcontento sono solo uno degli aspetti del problema. Avremmo voluto essere delle mosche per constatare il grado di spaccio di sostanze stupefacenti . Molte cose non vanno, oramai, in questa iniziativa di svago, diventata una corsa ad ostacoli nell’insicurezza generale.

 

Non vi è limite al peggio. Questione centrale: l’apertura della attigua Sala Gialla del Lingotto, usata abusivamente come discoteca.La prima domanda: come è possibile aver ottenuto le chiavi per aprire visto che la proprietà non è degli organizzatori? Seconda: non ci sono  controlli effettuati dai proprietari? Come sono stati affrontati i problemi di sicurezza? Chi è il responsabile della sicurezza? Si sono superati i limiti. Non era meglio che gli appositi permessi venissero dati prima di una ispezione di Prefettura e Comune? Guariniello  indaga. Si è sfiorata la tragedia, e non è una battuta. Proprio così. I risvolti penali parrebbero evidenti. L’amministratore unico della Hidra Service, organizzatore dell’evento, credo non dormirà sonni tranquilli. Riaprirà? Dubitiamo|, ma vorremmo essere smentiti. Come del resto abbiamo già sostenuto si deve cambiare formula, ed i controlli devono essere maggiori.

 

(Foto: il Torinese)

Ferragosto in mongolfiera: "Crazy Flight" al 45° NORD

mongolfiere36 

Una vera mongolfiera ad accesso gratuito: 14, 15 e 16 agosto dalle ore 19 all’ Entertainment Center – di Via Postiglione 1 a Moncalieri

 

 Quest’anno il Ferragosto si festeggia a 20 metri di altezza con il “Ferragosto Crazy Flight” al 45° NORD di Moncalieri su di una vera mongolfiera: Da venerdì 14 a domenica 16 agosto, ingresso libero.Un’occasione unica per ammirare il mondo dall’alto e provare l’ebrezza di salire su di una vera mongolfiera a 20 metri di altezza. Da venerdì 14 a domenica 16 agosto dalle ore 19.00 in poi la colorata mongolfiera del 45° NORD si innalzerà nel cielo, in volo controllato e in tutta sicurezza.L’ingresso è gratuito dietro presentazioni di una qualsiasi prova d’acquisto del 45° NORD.L’accesso è consentito ai bambini da 3-4 anni in su accompagnati.

Città metropolitana, Gioielli (edilizi) di famiglia in vendita

Torino vecchia

Sarà anche triste vedere edifici con una loro storia messi in vendita, ma è un modo intelligente (e indispensabile) per fare cassa

 

Sono usciti i bandi per la vendita di immobili della Città Metropolitana. Sarà anche triste vedere edifici con una loro storia messi in vendita, ma è un modo intelligente (e indispensabile) per fare cassa. Tra i lotti anche la storica sede della Questura di corso Vinzaglio, tante volte citata nei romanzi di Fruttero & Lucentini,  l’area di Ponte Mosca e il complesso di Grugliasco  (facoltà di Agraria), di 251 mila metri con  aule, uffici, laboratori, serre e depositi. Altri bandi riguardano immobili e terreni a Torino e in altre località, come Carmagnola, Chivasso, Avigliana, Perosa Argentina, Moncalieri, Orbassano.