LIFESTYLE- Pagina 461

La Carmen del Regio protagonista al "Torino Classical"

Dal 23 al 28 giugno in piazza San Carlo un tributo sotto le stelle ai compositori più celebri di diversi Paesi Europei e non

 

regioCon la Carmen di Bizet il Teatro Regio inaugurera’ il Torino Classical Music Festival, promosso dalla Città di Torino dal 23 al 28 giugno prossimi.  Dopo il successo delle passate edizioni, con il Festival Beethoven e il Festival Mozart, la piazza salotto torinese si trasformerà nuovamente in un palcoscenico sotto le stelle,  proponendo una successione di sei serate di opere, concerti, sinfonie, ciascuna dedicata a un Paese diverso. A inaugurare la rassegna sarà martedì 23 giugno, alle 22.15, il teatro Regio con la Carmen di Georges Bizet in forma semiscenica, nell’adattamento e con i testi di Marco Ravasini.  Ne saranno protagonisti Ekaterina Semenchuk nel ruolo di Carmen, Andrea Care’ in quello di don José,  Erika Grimaldi in quello di Micaela e Elia Fabbian in quello di Escamillo.  A dirigere il maestro americano Ryan McAdams.  Messa in scena e costumi sono curati rispettivamente da Anna Maria Bruzzone e Laura Viglione, mentre musica e cori sono eseguiti dall’Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino e dal coro di voci bianche del teatro Regio e del Conservatorio di Torino, diretti dal maestro Claudio Fenoglio.  Alle 22 lo spettacolo sarà preceduto da una breve guida all’ascolto di Alberto Mattioli.

 

La Carmen di Bizet rappresenterà il tributo a Francia e Spagna, quindi sarà la volta, il 24 giugno alle 21, del l’omaggio alla Germania, con l’esecuzione da parte dell’Orchestra Filarmonica di Torino, di musiche di Beethoven, Mendelssohn e Schumann; il 25 giugno sarà tributato un omaggio alla Russia, con pagine di Sostakovic,  Stravinskij e Musorgskij,  eseguite dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, a partire dalle 21.30. Il 26 giugno, alle 21.30, andranno in scena le più belle Sinfonie rossiniane,  in omaggio alla grande tradizione operistica italiana, eseguite dal Teatro Regio. Il 27 giugno il Festival sarà tutto dedicato a compositori statunitensi,  con un omaggio a Gershwin, Barber, Bernstein e Williams,  per l’esecuzione da parte dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, a partire dalle 21.30. La serata conclusiva sarà dedicata ai compositori austriaci, con l’esecuzione da parte dell’Orchestra Filarmonica di Torino,  di musiche di Schubert,  Haydn e Mozart ( dalle 21.30). Gli spettacoli saranno resi ben visibili grazie al posizionamento di tre grandi schermi, due ai lati del palco e uno dietro il Caval d’Brons,  accanto a quello di duemila e 100 sedie. Nelle serate del 23, 25, 26, 27 giugno verrà anche proiettato un video di guida all’ascolto realizzato dal critico musicale e giornalista Alberto Mattioli e, per i concerti del 24 e 28 giugno, da Nicola Campogrande,  direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Torino.

 

In occasione del Classical Music Festival la Città di Torino aprirà al pubblico le principali corti dei suoi palazzi barocchi e la mostra “Arti alle Corti” costituirà,  con il suo splendido percorso di sculture e creazioni di arte contemporanea,  lo spazio ideale destinato ai concerti che completeranno il cartellone del Festival,  con protagonisti insegnanti e studenti italiani e stranieri dell’Accademia Musicale Torinese, del Conservatorio di Torino, Cuneo e Alessandria,  del Jazz Club, e dei corsi di Formazione Musicale della Città di Torino.

 

Mara Martellotta

“Pronto, qui Prima Linea”

terrorismo

Il libro richiama la storia dell’ organizzazione armata di estrema sinistra che si andò a sviluppare in Italia a metà degli anni Settanta (autunno del ‘ 76) e si concluse nell’estate del 1983 con l’arresto dei suoi maggiori esponenti

 

E’ stato presentato  lunedì 15 giugno a Palazzo Lascaris, il libro “Pronto, qui Prima Linea”, opera di indagine e di riflessione su una parte del sovvertimento terroristico nella lunga stagione dei cosiddetti anni di piombo, che porta la firma del giornalista Rai, Michele Ruggiero e di Mario Renosio. Il saggio, frutto di un lungo lavoro che ha visto gli autori impegnati nella ricerca e nell’uso di fonti (archiviste, giornalistiche, giudiziarie) in gran parte inedite, è stato proposto e discusso nell’Aula del Consiglio regionale del Piemonte alla presenza di giornalisti, vittime e familiari e anche testimoni importanti: primi fra tutti il magistrato Gian Carlo Caselli e l’ex sindaco di Torino Diego Novelli. L’evento è stato promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione, presieduto da Nino Boeti che, con parole di stima ed ammirazione, ha voluto ricordare ed omaggiare il significativo ruolo svolto da Dino Sanlorenzo (presente all’evento) e dall’Assemblea piemontese (di cui allora Sanlorenzo era presidente) nella mobilitazione per affermare i principi democratici durante il difficile periodo degli anni Settanta e Ottanta.

 

Il libro richiama la storia di Prima Linea, organizzazione armata di estrema sinistra che si andò a sviluppare in Italia a metà degli anni Settanta (autunno del ‘ 76) e si concluse nell’estate del 1983 con l’arresto dei suoi maggiori esponenti. Con questo saggio i due autori hanno voluto porre l’attenzione su un fenomeno, secondo in Italia solo alle Brigate Rosse per numero di persone colpite, azioni armate e numero di aderenti, che purtroppo continua ad essere ancor oggi un sintomo poco sviscerato del “Terrorismo rosso”.Molto significative e pregnanti di emozione sono state le testimonianze di Elisabetta Farina, figlia di Giovanni Farina, il sorvegliante Fiat gambizzato nel giugno del 1979 e del dottor Vittorio Musso, ferito durante l’attacco terroristico avvenuto alla S.A.A di Torino sempre nel 1979. Racconti che hanno commosso ma che hanno anche riportato l’attenzione su uno dei temi principali sollevato dal libro di Ruggiero e Renosio e cioè l’incognita di un possibile rischio che “il tutto” ritorni.

 

Nella speranza che il terrore vissuto in quegli anni non si affacci più sulla nostra democrazia, vorrei concludere riportando le stesse parole Shakespeariane che Musso, visibilmente emozionato, reinterpretandole, ha fatto sue : “La vita di un terrorista altro non è che un’ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla”.

 

Simona Pili Stella

Cibo e vino, un viaggio nell'arte figurativa

Nella Sala delle Lunette  del Museo civico a Casale Monferrato

 

 

casale 22Venerdì al Museo Civico di Casale Monferrato, il critico d’arte Giuliana Romano Bussola (già assessore alla Cultura del capoluogo monferrino)  terrà la conferenza “ Il cibo e il vino nell’arte figurativa”. Nel clima di grande interesse per l’alimentazione sollevata da Expo sarà proposto un viaggio attraverso il cibo” dipinto” in diverse epoche da vari artisti. Saranno proiettate ed esaminate opere in particolare tra la seconda metà del 500 e del 600 quando la natura morta, dopo essere stata relegata al quinto posto nella gerarchia dei generi, che  si privilegiava soggetti sacri, mitologici, di storia e di figura, fu finalmente considerata degna di rispetto. La relatrice farà una lettura critica di Caravaggio che, con la “ Canestra”, diede dignità di protagonista alla frutta trattata realisticamente. Saranno proiettate anche immagini, tra le tante, di Aertsen, Claez, Campi, Cotan, Zurbaran, Velasquez arrivando fino a Van Gogh, Cezanne e alla Pop Art di Warhol e Oldenburg. Oltre al valore estetico si prenderà in esame anche il valore simbolico e documentario di usi e costumi. Un’occasione per visitare l’antica capitale del Marchesato. 

Chi fa pipì sui muri da piccolo diventa buzzurro da grande

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 AVVISTAMENTI / di EffeVi

I disperati dei barconi, laceri e sporchi, accampati in stazione a centinaia, fanno notizia e certamente danneggiano l’immagine delle nostre città. Tutto un coro di voci indignate e di allarmi su focolai di scabbia, colera, Ebola. Ma probabilmente quelli, forniti di strutture igieniche anche temporanee, insegnerebbero ai loro figli come usarle. Attendiamo ansiosi fiaccolata di protesta contro i buzzurri italiani, che sono molti di più dei profughi stranieri

 

Un pomeriggio torinese qualunque, ore 17.00, nella centrale piazza XVIII dicembre: una madre – italianissima – aiuta il suo bambino a “liberarsi” direttamente su una colonna del porticato. Gli cala i calzoncini e lo incoraggia: il pupo (sui tre-quattro anni) in capo a qualche minuto completa l’operazione, la mamma lo riveste come se niente fosse e si avvia alla metropolitana.Il tutto, davanti a un bar, i cui avventori – seduti nel dehors – alternano espressioni tra l’incredulo, lo scandalizzato e il finto distratto. Non uno che si alzi a dire qualcosa.

 

Ammettiamo che la madre – normalmente vestita ed equipaggiata di costoso passeggino ultimo modello – non sia a conoscenza dell’obbligo per iPIPI2 bar, in quanto pubblici esercizi, di mettere a disposizione le toilettes anche senza consumazione al banco. Ammettiamo anche che, da bambina, non abbia mai sperimentato tale classica situazione, e che sua madre, a differenza delle nostre, non l’abbia mai portata nel primo caffè aperto, chiedendo dove fossero i bagni, prima di ordinare un bicchiere di acqua del rubinetto (costo: 30-50 centesimi) per salvare le forme. Ammesso tutto questo, resta un interrogativo: che idea resterà a quel bambino, una volta cresciuto, delle regole minime della civile convivenza?

 

Un uomo adulto, cui la madre ha insegnato con l’esempio che è normale calarsi le mutande e usare le strade del centro storico come una latrina, che idea avrà delle regole di convivenza, del  rispetto per la proprietà pubblica e altrui, per il decoro, per tutto ciò che, insomma, ci differenzia dagli animali dai tempi dell’uomo di Neanderthal ? Non si tratta di rimpiangere una lontana epoca di bigliettai del tram in uniforme, di maestri di scuola temibili, di carabinieri di Pinocchio; bisogna piuttosto interrogarsi sull’utilità di tanti discorsi e tante polemiche sulla “buona scuola”, e 

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sull’opportunità di spendere ogni anno milioni su progetti per la “coesione sociale” e contro il “disagio giovanile”, con lo sguardo rivolto a un futuro preoccupante che si fa presente, in cui al controllore non si presenta il biglietto ma si trancia un braccio con un machete da foresta pluviale. In un mondo in cui le madri insegnano ai figli piccoli a urinare sulla pubblica via in pieno centro, il disagio non è più dei giovani, ma di qualsiasi persona civile.

 

Recentemente il Comune di Torino ha annunciato che sperimenterà, insieme ad altre cittàPIPI4 della rete smart cities, una speciale vernice idrorepellente, brevettata ad Amburgo, che sostanzialmente rifletterà sugli zozzoni che si liberano sui muri la loro stessa urina. Quando al governo ci andrà una generazione di bambini abituati a considerare quello sopra descritto un comportamento normale, c’è da scommettere che la sperimentazione verrà sospesa. E sarà il minore dei problemi. Postilla per politici e giornalisti: i disperati dei barconi, laceri e sporchi, accampati in stazione a centinaia, fanno notizia e certamente danneggiano l’immagine delle nostre città. Tutto un coro di voci indignate e di allarmi su focolai di scabbia, colera, Ebola. Ma probabilmente quelli, forniti di strutture igieniche anche temporanee, insegnerebbero ai loro figli come usarle. Attendiamo ansiosi fiaccolata di protesta contro i buzzurri italiani, che sono molti di più dei profughi stranieri.

Pd da "rivedere": chi vince ha ragione, anche a Venaria

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STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Continuo a stupirmi pensando a chi, facendo politica a tempo pieno, prevedendo un possibile esaurimento della spinta renziana, non abbia sollecitato il Pd di Venaria  ed i suoi alleati a cercare altro candidato

 

Può anche darsi che gli elettori abbiano torto. Noi apparteniamo alla vecchia scuola del Presidente Sandro Pertini che diceva che preferiva la più imperfetta delle democrazie che la più perfetta delle dittature. In democrazia, poi, ha ragione chi vince ed ha torto chi perde. Nel caso di Venaria c’è qualcosa di più. Partiamo dalla durezza dei numeri.Falcone, il vincente, passa dal 17,3 al 69,1 dei voti. Salvatore, dal 38,5 al 30,9. Hanno votato il 47,5%,  pari a 13.500 votanti. Chi ha perso risiede a Venaria, chi ha vinto a Torino. Chi ha perso è da molti anni in politica, chi ha vinto no.

 

Venaria, storica roccaforte della sinistra torinese. Giustamente qualcuno ha fatto notare che Druento, Nichelino e Venaria insieme fanno oltre 100 mila abitanti diventando un significativo campione. Forse il segretario del pd torinese dovrebbe essere preoccupato, solo un po’ preoccupato. Poi, azzardo ipotesi, in questi ultimi 15 giorni qualcuno ha cambiato proprio voto:  viceversa non saprei darmi spiegazioni. Dunque a Venaria si è assommato lo sbiadimento dell’effetto Renzi con la scelta sbagliata del candidato del centrosinistra. Vedremo che succederà. Continuo a stupirmi pensando a chi, facendo politica a tempo pieno, prevedendo un possibile esaurimento della spinta renziana, non abbia sollecitato il Pd di Venaria  ed i suoi alleati a cercare altro candidato. Venerdì sono stato a Venaria incontrando onorevoli del Pd e partecipando ad una amabile passeggiata con il governatore Sergio Chiamparino. Ha scoperto che Il candidato del centro sinistra prima era di Forza Italia.

 

Forse – ripeto forse – almeno in Piemonte simili errori non verranno più fatti. Forse e ripeto forse, per ritornare in paradiso bisogna passare dall’inferno. Vedremo come i grillini governeranno, questo è il bello della democrazia.Ma qualcosa nel Pd di Venaria e di Torino dovrà cambiare.

Festa della Musica, tutti al Quadrilatero

Il tema dell’edizione 2015 è La tua Musica prende il Volo

 

festa_musicaDopo il successo degli anni passati, dal 12 al 14 giugno, la Festa della Musica torna ad animare piazze e vie del Quadrilatero Romano. Il tema dell’edizione 2015 è La tua Musica prende il Volo inteso come musica che solleva dal quotidiano, alleggerisce la mente e libera la parte più istintiva e leggera dell’anima. La musica che fa volare, ispira passione e alimenta sogni. La musica che ogni giorno ci permette di andare lontano, abbattendo i confini di spazio e di tempo. La Festa della Musica è anche Piano Day, con i punti musica, spazi allestiti per le performance dove, a disposizione dei musicisti sono posizionati dei pianoforti a mezza coda, eleganti strumenti che all’interno del contesto cittadino creano stupore e meraviglia.

 

La tre giorni offre un programma vastissimo e pronto a soddisfare ogni gusto musicale. Il giorno dell’anteprima il concerto di apertura e la festa animano il cuore del Quadrilatero. Il giorno seguente la manifestazione esplode e i punti musica triplicano, l’intero quartiere è coinvolto, e a guidare gli spettatori in questo magico viaggio musicale è una mappa colorata che segnala punti musica, band e musicisti. L’ultimo giorno, dal mattino, iniziano i laboratori musicali rivolti ai bambini, poi la giornata prosegue con le esibizioni degli allievi delle principali scuole di musica torinesi. Infine un grande concerto conclude la manifestazione. La Festa della Musica – Fête de la musique – nasce in Francia nel 1982 come grande manifestazione popolare e gratuita, un vero e proprio Music Day che il 21 giugno celebra il solstizio d’estate. In poche edizioni è diventata un autentico fenomeno che si iscrive in un contesto europeo e che coinvolge ormai numerose città in tutto il mondo.

 

www.piemonte.italia.eu

Una Carta per gli imprenditori

CAMERE COMMERCIONo a procedimenti burocratici superflui ed eccessivi. Libertà di stabilire e organizzare la struttura di un’azienda senza imposizioni di attività che divergano dal suo core-business

 

I principi guida per la difesa dei diritti degli  imprenditori per la prima volta sono stati formalizzati e presentati in occasione del 9th World Chambers Commerce, che Torino ospita dal 10 al 12 giugno. La Carta che li sintetizza è il risultato del lavoro di un gruppo composto da Camere di Commercio di tutto il mondo, guidato dalla quella israeliana, che viene ora discusso e condiviso con tutti i partecipanti al Congresso. No a tasse retroattive. No a rapporti di lavoro obbligatori. No a procedimenti burocratici superflui ed eccessivi. Libertà di stabilire e organizzare la struttura di un’azienda senza imposizioni di attività che divergano dal suo core-business. Libertà di associazione. Libertà di negoziare e finalizzare contratti. Queste sono alcune delle linee guida della Carta che include la richiesta di un processo di consultazione con gli imprenditori, o loro organismi rappresentativi, nel momento in cui qualsiasi autorità pubblica intenda proporre o legiferare su temi che abbiano effetto significativo sulle aziende.

 

Gli imprenditori sono creatori di lavoro, valore e innovazione, contribuiscono al Pil, investono risorse proprie e si assumono rischi. La Carta che presentiamo a Torino ne vuole riconoscere i diritti e ne riafferma il ruolo nel sistema economico globale” ha commentato Peter Mihok, Presidente della World Chambers Federation. “Il futuro di ogni Paese è legato alla gestione e alla crescita del mondo del lavoro: le sue dinamiche dipendono anche dal sistema legislativo e dalle norme che lo regolano. Alcuni principi fondamentali possono suonare scontati nel mondo occidentale, ma sicuramente non sono ancora consolidati ovunque” aggiunge Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino .

 

Obiettivo generale del documento è delineare i diritti degli imprenditori nel rispetto delle norme di ciascun Paese. Ruolo primario delle Camere di Commercio è infatti concorrere alla definizione dei principi legislativi in favore dello sviluppo economico e imprenditoriale. Esse si interfacciano quindi con amministrazioni e governi in rappresentanza delle “business community” locali, supportandole nella risoluzione di problematiche che difficilmente le imprese potrebbero affrontare e risolvere singolarmente. Partendo dal presupposto che ogni economia si basa sui concetti di libero mercato, sul diritto alla proprietà e alla competizione, i principi presentati dalla Federazione delle Camere di Commercio esprimono una visione comune sulla necessità di creare e proteggere i diritti dell’imprenditore di ogni  Paese. 

 

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Clinica della Memoria di Collegno, si lavora per il 2016

All’evento, realizzato dalle Fondazioni San Secondo per la ricerca sull’Alzheimer e Giorgio Amendola con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea regionale, sono intervenuti numerosi esponenti delle istituzioni, della sanità e delle associazioni che si occupano dei malati

 

medico sanitaL’auspicio è che la Clinica della Memoria di Collegno, nata per accogliere e curare i malati di Alzheimer possa venir completata e aprire i battenti entro il 2016. Lo hanno formulato venerdì 12 giugno i presidenti del Consiglio regionale Mauro Laus e della Fondazione San Secondo per la ricerca sull’Alzheimer don Mario Foradini in apertura del convegno “La malattia di Alzheimer e la Clinica della Memoria di Collegno”, ospitato a Palazzo Lascaris. “La Regione Piemonte – ha sottolineato il presidente Laus ricordando il lungo e complesso iter di realizzazione dell’opera – pur passando da Giunte di diverso colore politico, ha sempre visto il Consiglio regionale votare pressoché all’unanimità a favore della Clinica. Quello che oggi interessa è sottolineare come essa, più ancora di prima, possegga caratteristiche tali da rientrare a tutti gli effetti nella rete assistenziale integrata auspicata nel Piano nazionale demenze e possa rivelarsi per la Regione uno strumento innovativo d’intervento sulla malattia”. All’evento, realizzato dalle Fondazioni San Secondo per la ricerca sull’Alzheimer e Giorgio Amendola con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea regionale, sono intervenuti numerosi esponenti delle istituzioni, della sanità e delle associazioni che si occupano dei malati. Sono intervenuti – tra gli altri – il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, il vicesindaco della Città di Torino Elide Tisi e il sindaco della Città di Collegno Francesco Casciano.

 

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L'ultima se ne va: addio a Rosilda Fanolla

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ruliAUGUSTA TAURINORUM / di Augusta Montaruli

 

A Torino si spegne l’ultima donna “repubblichina”: L’ultima se ne va e soccombe all’anzianità e alla malattia, non all’avversario, non alla storia, non all’oppositore interno, non all’imperfetta giustizia umana

 

Per le pagine della storia ufficiale lei è una che ha combattuto  dalla parte sbagliata, il nemico su cui costruire un’ideologia, una vinta. Per lei non ci saranno commemorazioni pompose, lutti cittadini, la corsa all’onorificenza patacca come omaggio della Città. Non ci sarà alcuna via intitolata proprio a lei che da sempre raccoglieva firme per una targa in memoria della sua amica Marilena, sedicenne trucidata al rondo’ della forca a guerra finita. E quella forca a cui Torino l’ha abituata forse le ha insegnato che nella vita le guerre non finiscono mai, soprattutto per chi sceglie di difendere un’idea anziché ritirarsi nei boschi. Neanche le rivalutazioni pansiane sono state sufficienti a permettere ai più di guardare con i giusti occhi le scelte delle ragazze come Rosilda: ultima donna repubblichina in un mondo da sempre dominato di primiuomini, che siano stati i suoi rapitori o quelli per cui ha dedicato una vita intera. L’ultima se ne va e soccombe all’anzianità e alla malattia, non all’avversario, non alla storia, non all’oppositore interno, non all’imperfetta giustizia umana. L’ultima se ne va chiudendo il cerchio di un mondo politico spentosi molto prima di lei ed è come in una parabola. Gli ultimi saranno i primi.

Donne, lavoro ed economia tra etica e business

donne impreseSono emerse riflessioni sulle attuali condizioni professionali delle donne non solo in Piemonte ma in tutta Europa, con particolare riferimento al ruolo sociale che ricoprono

 

“È più che mai necessario, oggi, superare le barriere invisibili che le donne quotidianamente incontrano nel loro percorso lavorativo e personale. Trovare il giusto ruolo di leadership nelle Istituzioni e nelle aziende, tutelarle attraverso una adeguata legislazione sono gli obiettivi sui quali stiamo lavorando”.  Così Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale, ha aperto il convegno “Donne, lavoro economia. Nuova etica nel business”, organizzato a Palazzo Lascaris dalla Consulta regionale femminile, in collaborazione con la Federazione italiana donne arti professioni e affari (Fidapa). Nel corso del dibattito, moderato da Graziella Camurati, past president di Fidapa, sono emerse riflessioni sulle attuali condizioni professionali delle donne non solo in Piemonte ma in tutta Europa, con particolare riferimento al ruolo sociale che ricoprono e alla partecipazione attiva nelle arti e nelle organizzazioni europee ed internazionali. All’incontro hanno inoltre partecipato Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale; Eufemia Ippolito, past president nazionale di Fidapa; Luisa Pavesio, rappresentante di Task force Salute Fidapa e la senatrice Maria Rizzotti.

 

 Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it