LIFESTYLE- Pagina 446

Cuorgnè, chiudono il punto nascite e il pronto soccorso infantile

LETTO OSPEDALEI reparti riaprono ad Ivrea

 

Cala il sipario per il punto nascita ed il pronto soccorso ostetrico – ginecologico e pediatrico dell’Ospedale Cuorgnè che cesserà l’attività dalle ore 20 di lunedì 15 dicembre. Contemporaneamente gli stessi servizi verranno riaperti all’ospedale di Ivrea. Poi, successivamente al trasferimento della degenza di Ostetricia – ginecologia e della neonatologia,  all’Ospedale di Cuognè incominceranno i lavori di ristrutturazione dei locali del nido dove, a partire dal 7 gennaio prossimo sarà attivato il nuovo Day service materno – infantile. Il nuovo servizio sarà aperto in orario diurno, dal lunedì al venerdì, con la presenza quotidiana di personale ostetrico e infermieristico, mentre per quanto concerne il personale medico, per due giorni a settimana sarà presente il ginecologo, per due giorni il pediatra e per un giorno il medico neuropsichiatra infantile. Ne dà notizia il direttore generale dell’Asl TO4 Flavio Boraso in una lettera inviata ai sindaci dei Comuni che appartengono ai Distretti sanitari di Ivrea e di Cuorgnè.

 

Massimo Iaretti

Da via Roma alla Galleria Sabauda in città regnano i pedoni

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Il Comune in un prossimo futuro prevede anche la chiusura al traffico di piazza Castello, tranne il tratto via Po – Giardini reali e piazza Statuto

 

Code lunghissime di pedoni in piazzetta reale per l’ingresso nel Palazzo e nella nuova Galleria sabauda. Torino è il regno dei pedoni. L’incentivo a recarsi a piedi in centro in questi primi giorni di festa è anche dovuto a tante iniziative, come il raduno dei tram storici in piazza Castello e l’apertura della pista di pattinaggio su ghiaccio in piazza Carlo Alberto.

 

L’immacolata rappresenta la prova generale per la pedonalizzazione di via Roma. Infatti, fino a lunedì compreso la più prestigiosa arteria commerciale cittadina resta chiusa al traffico nel tratto che collega piazza Castello a piazza San Carlo.  Nei primi giorni di prova la via si è presentata poco affollata di mattina e affollatissima nelle ore pomeridiane, con non pochi problemi di traffico nelle vie circostanti. Dopo discussioni e polemiche infinite il Comune precisa che si tratta di una “chiusura sperimentale per verificare l’efficacia del provvedimento”. Anche nel fine settimana successivo la pedonalizzazione si ripeterà in vista del Natale esarà accompagnata da una serie di iniziative culturali, musicali e di spettacolo.

 

E forse nei prossimi mesi diventerà realtà la pedonalizzazione continua. Ormai anche i commercianti sembrano essersi accorti che la Torino del turismo e della cultura ha raggiunto una tale dimensione da garantire migliaia di presenze costanti nel centro. Così il divieto di transito delle auto (forse) si trasforma in opportunità. Nelle intenzioni del Comune in un prossimo futuro anche la chiusura al traffico di piazza Castello, tranne il tratto via Po – Giardini reali e piazza Statuto, dove un privato avrebbe intenzione di finanziare la realizzazione di un parcheggio sotterraneo.

 

(Foto: il Torinese)

Guerrieri d’Oriente e occidente si incontrano alla Venaria

MAMELUCCHI2La rassegna, curata da Enrico Colle, in collaborazione con l’Armeria Reale di Torino, presenta un centinaio di pezzi, tra cui preziosi e raffinati elmi islamici medioevali accanto alle armature dei guerrieri europei e a quelle dei samurai magistralmente prodotte dalle manifatture tedesca e italiana fino all’India e al Giappone

 

Guerrieri d’Occidente e d’Oriente si incontrano alla corte della Reggia di Venaria in un’esposizione che esalta le splendide armature di secoli ed epoche lontane, accomunate da un fascino intramontabile. Provengono dal Museo Stibbert di Firenze e dall’Armeria Reale di Torino e si presentano al pubblico nella mostra “Cavalieri,Mamelucchi e Samurai” allestita nella dimora sabauda. In vetrina spiccano armature europee,indiane,islamiche e giapponesi che coprono quattro secoli di storia,dal Cinquecento all’Ottocento,con lo scopo di ricreare la bellezza artistica delle armerie con i suoi costumi di guerra e le armature da parata con armi,elmi,scudi,lance,spade e corazze.

 

La rassegna, curata da Enrico Colle,in collaborazione con l’Armeria Reale di Torino,presenta un centinaio di pezzi,tra cui preziosi e raffinati elmi islamici medioevali accanto alle armature dei guerrieri europei e a quelle dei samurai magistralmente prodotte dalle manifatture tedesca e italiana fino all’India e al Giappone. Molte delle opere esposte arrivano dal Museo Stibbert di Firenze e si possono notare sia le diverse tecniche da combattimento sia le differenze etniche dei guerrieri. I cavalieri europei guerreggiavano con armature più pesanti e rigide mentre i cavalieri mediorientali e gli stessi samurai usavano sistemi di protezione del corpo più leggeri e più agili. Oltre agli “abiti” militari si ammirano anche scimitarre,sciabole,pugnali, mazze ferrate, archibugi,moschetti e pistole a pietra focaia. Come detto, le armature dei guerrieri europei erano più massicce e pesanti di quelle orientali ma le decorazioni rimasero molto scarse e limitate fino al Cinquecento. Presentavano solo eleganti bordure d’ottone e poco altro e per fare un deciso salto di qualità bisogna aspettare il Seicento quando divenne di moda l’uso delle incisioni impreziosite da colori e dorature di pregio. Le armature più appariscenti sono senz’altro quelle dei samurai ma quelle più affascinanti ed esoteriche sono quelle dei mamelucchi che rimandano con la memoria all’epoca delle Crociate e agli scontri tra il Saladino e i Cavalieri venuti dall’Occidente. Più agili nelle loro armature rivestite con maglie metalliche, la corazza dei mamelucchi presentava rinforzi d’acciaio solo nelle parti più vitali del corpo per destreggiarsi meglio durante la lotta e i duelli.

 

Combattevano con il turbante e i pantaloni alla zuava e in mostra si possono vedere le armature turche indossate sia dai Giannizzeri,il corpo d’elite dell’esercito Ottomano, che dai Sipahi, i cavalieri turchi, e sono le stesse di quelle usate in battaglia nel periodo dei sultani Maometto II(1432 -1481) e Solimano il Magnifico (1520-1566). Sulle piastre d’acciaio dell’armatura si leggono iscrizioni incise tratte dal Corano,un mezzo per diffondere la fede anche sul campo di battaglia attraverso i versi dei testi sacri. Ben più pesanti e ingombranti erano le armature dei samurai ma non per questo meno spettacolari e attraenti. Formate da un elmo,una maschera,due spallacci,una corazza con bracciali d’acciaio e di cosciali per proteggere il basso ventre,l’armatura giapponese mescola da sempre eleganza e praticità. L’elemento fondamentale del samurai è la spada,un’autentica chiave per conoscere la storia, le tradizioni e i costumi del Giappone. La spada fu l’anima del samurai per il sacro rispetto con cui è stata sempre trattata dai guerrieri giapponesi ma anche il simbolo dell’onore e del ruolo sociale del samurai nella società. Le opere esposte,che rivelano la maestria degli artigiani delle varie epoche nella  fabbricazione delle armi e nella decorazione delle armature,sono visibili fino all’8 febbraio 2015 alla Reggia di Venaria. Con orario: da martedì a venerdì ore 9-17, sabato,domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Lunedì è il giorno di chiusura.

          Filippo Re

Il Regio trionfa a New York con Noseda

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Negli Usa la tournee dell’orchestra e del Coro del Regio,  diretta da Gianandrea Noseda

 

Entusiasta il sindaco Piero Fassino: “Un successo al di là di ogni aspettativa, che rappresenta il suggello alla qualità e alla straordinaria eccellenza che il Teatro Regio rappresenta”: il sindaco di Torino, presente nella delegazione subalpina in viaggio negli Usa riassume così all’Ansa la tournee dell’orchestra e del Coro del Regio,  diretta da Gianandrea Noseda. E’ la prima volta per l’istituzione culturale torinese negli Usa e in Canada con l’esecuzione del Guglielmo Tell di Rossini. Standing ovation per le esibizioni alla Carnegie Hall, nella sede newyorkese di Eataly e alla sede delle Nazioni Unite.

Più tasse per tutti: Babbo Natale porta in dono ai torinesi Tari, Imu e Tasi

Il saldo della tassa dei rifiuti, la TARI,  per le abitazioni, previsto per il 10 dicembre; il saldo di IMU e quello TASI, tasse da pagare entrambe entro il 16 dicembre

tasiNatale con i tuoi ma pure con le tasse. Anche qui a Torino i giorni che precedono le festività sono infatti connotati da tre spiacevoli scadenze: il saldo della tassa dei rifiuti, la TARI,  per le abitazioni, previsto per il 10 dicembre, il saldo di IMU e quello TASI, tasse da pagare entrambe entro il 16 dicembre.

 

Per quanto riguarda la TARI  il pagamento si può saldare solo con il modello F24 precompilato, presso ogni sportello bancario o postale e anche  via mail.

 

Veniamo alla TASI che prevede la somma complessiva del 2014 escluso  l’acconto  già versato. Si pagherà esclusivamente per  abitazioni  classificate A/2, A/3, A/4, A/5, A/6 e A/7 e relative pertinenze, riguardo all’abitazione principale, o di anziani e disabili residenti in casa di cura ed abitazioni assegnate al coniuge separato o divorziato. Ci sono 110 euro  di detrazione per le case  con rendita catastale fino a 700 euro e di 30 euro per ogni figlio convivente di età inferiore ai 26 anni. Per pagare ci si affida al modello F24.

 

Il saldo dell’IMU è  invece il totale riferito al 2014 escluso l’acconto versato. Sarà legato alle abitazioni A/1, A/8 e A9 e pertinenze, adibite ad abitazione principale, abitazioni di anziani e disabili residenti in casa di cura e assegnate al coniuge separato o divorziato. Il saldo va pagato anche per gli appartamenti, box, uffici, negozi e altri fabbricati o aree edificabili. Il pagamento avviene con il modello F24.

 

Buon Natale.

 

(Foto: il Torinese)

Aperta la pista di ghiaccio in piazza Carlo Alberto

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Natale sui pattini in centro città

 

 In piazza Carlo Alberto ritorna la magica atmosfera dei pattini su ghiaccio: un’esperienza unica, arricchita da momenti di animazione, spettacolo e intrattenimento. 

 

INGRESSO: feriale 5 euro (compreso noleggio pattini) – festivi e prefestivi 7 euro (compreso noleggio pattini).

 

ORARIO PISTA APERTURA AL PUBBLICO: Fino al 23 dicembre 2014 e dal 7 gennaio al 22 febbraio 2015 – Feriali 14.00-23.00 – Festivi e prefestivi 8.00-24.00 – Dal 24 dicembre al 6 gennaio 8.00–24.00. Dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 14, escluso il periodo dal 24 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015 e Carnevale (12 febbraio – 17 febbraio 2015) ingresso gratuito per i partecipanti al “Progetto scuola”, “Progetto ghiaccio senza barriere” e per il pubblico dotato di pattini di proprietà.

Cinzia Pecchio è la nuova guida della Consulta

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Eletta la nuova presidente della Consulta femminile regionale

 

 Cinzia Pecchio è la nuova presidente della Consulta femminile regionale del Piemonte, eletta durante la seduta di insediamento di venerdì 5 dicembre a Palazzo Lascaris. Imprenditrice, laureata in economia, già responsabile marketing in una grande azienda del torinese, è componente di Aidda – associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda.

 

Succede a Maria Agnese Vercellotti Moffa, che nei saluti iniziali ha ricordato come “la Consulta abbia dato un grande contributo alla storia costruita dalle donne. Ci siamo occupati del grande dramma del nostro tempo, la violenza sulle donne, ma anche di altri aspetti: famiglia, cultura, lavoro”.

 

La seduta è stata aperta da Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale e presidente delegata della Consulta. “Gli ostacoli per la parità delle donne nella società sono ancora difficili da superare – ha sottolineato – e abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con il tavolo provinciale per fare ancora più sistema. La Consulta è vicina al traguardo dei quaranta anni, desidero ringraziare la presidente uscente per il lavoro svolto”. 

 

La Consulta femminile regionale del Piemonte, istituita nel 1976, come da Statuto contribuisce attivamente alla elaborazione della programmazione, pianificazione e legislazione regionale, con particolare riferimento alla condizione di vita, di lavoro e di salute della donna e favorisce l’effettiva partecipazione di tutte le donne all’attività politica economica e sociale della comunità regionale.

 

(www.cr.piemonte.it)

Padre e figlio nella Tempesta

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La paura durante i bombardamenti, la risorsa della fede di fronte al pericolo e alle avversità, l’antifascismo e la nascita della Resistenza

 

“Tempesta 1944-45. Nino racconta la Resistenza di Mario Costa”, è la rappresentazione teatrale promossa dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. L’evento si terrà Venerdì 12 dicembre 2014 , alle ore 21.00, alla Casa Teatro Ragazzi e Giovani  di Torino (Corso Galileo Ferraris 266). Lo spettacolo è un libero adattamento di Marco Gobetti e Beppe Turletti dal volume “Tempesta – (1939-1945) – Poesie Piemonteise” – Torino, 1983, Andrea Viglongo &  C. Editori – e da altre opere di Nino Costa. 

 

Nino e Mario Costa, padre e figlio, sono seppelliti uno accanto all’altro nel cimitero di Ciriè. Mario, partigiano in Val Chisone il 2 agosto 1944 assalta armato di bombe a mano un fortino occupato dal nemico durante la tremenda battaglia sul monte Génévris, nel territorio di Pragelato: colpito alla fronte, muore sul colpo, all’età di 19 anni.Nino Costa, poeta, fra i maggiori esponenti della letteratura piemontese, nell’ultima sua raccolta, “Tempesta”, evoca la seconda guerra mondiale, con l’interruzione della pace, il crollo delle illusioni e le speranze tradite; la paura durante i bombardamenti, la risorsa – per lui preziosa – della fede di fronte al pericolo e alle avversità, l’antifascismo e la nascita della Resistenza. Sino alla morte in combattimento del figlio Mario, che con la sua benedizione era diventato partigiano. Il poeta canta con intenso lirismo il proprio dramma, calandolo però nella tragedia collettiva che aveva colpito milioni di persone. Nel suo essere irreparabilmente sopraffatto dal dolore, trova infatti la forza per raccontare la speranza restituita e la libertà conquistata. Morirà poco dopo suo figlio, nel novembre del ‘45, non ancora sessantenne.

 

La drammaturgia dello spettacolo “Tempesta 1944-45. Nino racconta la Resistenza di Mario Costa” fa leva sull’aspetto “popolare alto” della poesia di Nino Costa, valorizzandone la musicalità originale e non convenzionale della lingua e l’essenzialità sapiente del narrato. Si ricerca un uso contemporaneo della lingua piemontese: anche tramite il meccanismo della traduzione, intesa nel suo senso più lato e variamente declinata attraverso la recitazione,la musica, il canto e l’utilizzo dell’immagine. I versi del poeta, provenienti soprattutto dalla raccolta “Tempesta” e alternati alla narrazione della guerra e della Resistenza, evocano la Storia italiana della metà del secolo scorso e una storia italiana, quella di un padre e di un figlio: Nino e Mario Costa.

 

L’ingresso è gratuito (fino ad esaurimento posti). Per info e prenotazioni: tel. 0115757476 / email : comitato.resistenzacostituzione@cr.piemonte.it

Museo d’artiglieria, che fine ha fatto?

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Dove è finito lo splendido “Maometto II”, il massiccio cannone turco-ottomano del Quattrocento, molto simile ai cannoni del Gran Sultano quando squarciò le possenti mura di Costantinopoli ponendo fine all’Impero romano d’Oriente?

 

Che fine ha fatto il Museo storico nazionale d’artiglieria di Torino, in via  Cernaia, uno dei più belli e interessanti d’Europa ? Dove sono finite le pistole e i fucili a pietra focaia usati al tempo della liberazione di Torino dall’assedio dei francesi? Dove è finito lo splendido “Maometto II”, il massiccio cannone turco-ottomano del Quattrocento, molto simile ai cannoni del Gran Sultano quando squarciò le possenti mura di Costantinopoli ponendo fine all’Impero romano d’Oriente? E se fosse proprio uno di quelli? I ragazzini del quartiere torinese se lo ricordano bene il grande cannone nei giardini di fronte alla Cittadella, sede del museo di artiglieria, all’ombra di un vecchio e maestoso albero, quando lo cavalcavano per divertimento o infilavano se stessi nella spaventosa bocca da fuoco che i cronisti coevi di Mehmet il Conquistatore definiscono nei loro diari  “simili a draghi sputa-fuoco, che se un proiettile colpisse un monte lo manderebbe parte in aria e parte in mare”. 

 

Pistole e fucili antichi dal 1300 al Novecento, cannoni e mitragliatrici, spade, sciabole, gladi e baionette, armature e uniformi, medaglie e bandiere, dipinti e stampe con scene di guerra. Niente paura, la preziosa collezione di oltre 10.000 reperti, dalla preistoria ad oggi, con pezzi unici e di grande valore storico, è al sicuro nei sotterranei di una caserma, peccato però che il museo sia chiuso. È sconsolante passare in corso Galileo Ferraris all’angolo con via Cernaia e vedere il Mastio della Cittadella, restaurato di recente e trovare sbarrato il portone del museo di artiglieria. Sul sito “Torino Musei” del Comune si legge che il museo è temporaneamente chiuso al pubblico per lavori di restauro. Chiuso in realtà da molti anni,da troppo tempo, tranne una breve apertura effettuata nel 2011 in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Poi la collezione è stata trasferita in una caserma di piazza Rivoli.

 

“È uno scatolone vuoto, affermano a “Torino Musei”, si fatica a tenere aperti i musei tradizionali per carenza di fondi e diventa quindi impossibile stanziare nuovi contributi per aprirne altri. All’Associazione Amici del Museo la speranza di riaprirlo vola al 2016 o, a essere molto ottimisti, alla fine del prossimo anno. Per ora buio totale, ci dicono gli Amici del Museo che si battono per la riapertura e sperano nell’arrivo di finanziamenti privati,magari qualche Fondazione prestigiosa o qualche facoltoso ente culturale smanioso di riportare in vita uno dei più importanti musei di artiglieria al mondo. L’Esercito,proprietario della collezione, non ha le risorse necessarie per restaurare le sale e per pagare luce,acqua, riscaldamento e impianti di sicurezza. L’intera raccolta si trova nella caserma Amione in piazza Rivoli a Torino protetta da adeguate misure di sicurezza ma è chiusa al pubblico. La selezione di armi e armature è visitabile solo per particolari motivi di studio e ricerca storica contattando l’Associazione Amici del museo (www.artiglieria.org). Nato nel 1843 per iniziativa del re di Sardegna Carlo Alberto, il museo d’artiglieria è il più antico museo militare italiano e nel 1961,per il centenario dell’Unità Italia, il museo fu ampliato e arricchito di pezzi di grande valore.

           Filippo Re

De Tomaso, lavoratori in mobilità

REGIONE PALAZZO

Le iniziative della Giunta regionale e dei sindacati

 

Situazione De Tomaso 

Gli assessori alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, e al Lavoro, Gianna Pentenero, hanno incontrato il 2 dicembre i sindacati e il curatore fallimentare della De Tomaso, Enrico Stasi, che ha comunicato di non aver ricevuto l’attesa offerta cauzionata di acquisto del marchio da parte dall’unica società che finora ha mostrato reale manifestazione d’interesse, anche se non è escluso che quest’ultima la possa presentare nelle prossime settimane. In ogni caso, a questo punto, la procedura fallimentare non si potrà concludere entro la fine del 2014 e gli 816 lavoratori piemontesi, a cui si aggiungono i 125 della sede di Collesalvetti (in provincia di Livorno), verranno quindi posti in mobilità.

 

L’incontro si è concluso con un verbale firmato dal presidente Sergio Chiamparino, dai due assessori regionali, dall’assessore al Lavoro del Comune di Grugliasco, Annamaria Centrò, e dalle organizzazioni sindacali, in cui le istituzioni si impegnano alla tutela dei lavoratori in questa fase delicata: “Preso atto delle dichiarazioni emerse nel corso dei precedenti incontri e di quello odierno in merito alla possibilità che, a fronte di interessamenti di acquisto dei beni ad oggi in capo al Fallimento della De Tomaso Automobili s.p.a. da parte di terzi, vengano avviate le procedure per la cessione di tali beni, la Regione Piemonte e la Regione Toscana, si impegnano, nell’ambito delle procedure di cui alla legge fallimentare e compatibilmente con esse, ad operare con tutte le iniziative ed i mezzi a loro disposizione affinché vengano tenute in considerazione e privilegiate le offerte che evidenzino la massima attenzione per le problematiche occupazionali aperte nei territori interessati dal Fallimento della Società e dalla collocazione in mobilità di tutti i suoi dipendenti; si impegnano inoltre affinché ai dipendenti della De Tomaso in mobilità possa essere attribuita precedenza nelle assunzioni avviate dall’eventuale cessionario, nel rispetto delle norme vigenti”.  

 

Situazione Vertek di Condove

La Regione si sta attivando per salvaguardare lo stabilimento siderurgico Vertek di Condove e l’occupazione dei 94 lavoratori di questa importante realtà produttiva della Valsusa. Rispondendo ad un’interrogazione in Consiglio regionale, l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, ha comunicato che è del 25 novembre la notizia che l’algerina Cevital si è aggiudicata il bando per gli asset della Lucchini di Piombino, gruppo di cui fa parte l’azienda piemontese. Il piano degli algerini è stato preferito a quelli degli indiani di Jindal South West in quanto, come dichiarato dal commissario straordinario Piero Nardi, presentava condizioni più vantaggiose di quella concorrente, sia per quanto riguarda gli interessi dei creditori, sia per ciò che concerne le ricadute sociali, uno dei criteri contemplati dal disciplinare di gara. La procedura dell’amministrazione straordinaria prevede che il commissario richieda ora al ministero dello Sviluppo economico di essere autorizzato alla stipula di un contratto preliminare di cessione degli asset della Lucchini, che al momento vedono un interesse solo per lo stabilimento di Piombino. Pentenero, però, ha assicurato che “Nardi, su sollecitazione della Regione, verificherà la possibilità che la Vertek possa essere rilevata dalla Cevital stessa o da altri gruppi che abbiano manifestato segnali di interesse per la Lucchini”. 

(www.regione.piemonte.it)