LIFESTYLE- Pagina 441

Dapporto e Solenghi perfetta coppia gay tra affetti e ripicche

quei 2 2Sino a domenica all’Alfieri per il cartellone di Torino Spettacoli

 

Era l’Inghilterra puritana ed estremamente perbenista (dove trovava pur spazio lo scandalo Profumo che faceva cadere un governo) del 1966, quando Charles Dyer scrisse – e Peter Hall mise in scena – Staircase ovvero “Il sottoscala”, commedia agrodolce intorno alla vita di ogni giorno e ai ricordi di una coppia gay, soltanto tre anni dopo divenuta un film interpretato da Rex Harrison e Richard Burton. Charlie e Harry vivono insieme da trent’anni, gestiscono una barbieria che è anche la loro casa, portano avanti gesti affettuosi e piccole attenzioni come pure acidumi repressi e ripicche che feriscono, litigano e si amano come in qualsiasi ménage, il primo come un buon pavone avvolto nel proprio narcisismo da quattro soldi in cui millanta un passato di grande attore e di tournée in giro per i teatri di ogni dove, presto ritiratosi nell’anonimato, con un matrimonio alle spalle e una figlia, “avrà sì e no trentuno, trentadue anni”, mai conosciuta, un processo da affrontare per sospetto di omosessualità e per atti osceni in luogo pubblico, pronto a sfruttare ogni occasione per buttare in faccia al compagno ogni sua debolezza.  Harry, la componente femminile della coppia, tutto mossette e passi di danza, un vistoso asciugamano che gli avvolge la testa a nascondere una calvizie sempre più marcata, ha sempre riempito di attenzioni il compagno, curato, sostenuto, accettato. Un trantran “familiare” in cui trovano posto, invisibili, le figure materne, l’una ributtata in una inguardabile casa di riposo (quella di Charlie), l’altra ospite della casa pronta a farsi sentire dal piano di sopra (quella di Harry).

 

Nel riproporre oggi la commedia (sino a domenica all’Alfieri per il cartellone di Torino Spettacoli) con la regia attenta di Roberto Valerio, maiQuei due 2 sbrodolature, mai un qualcosa di troppo o ancor più di banale, Massimo Dapporto, oltre a ricoprire il ruolo di Charlie, nelle vesti di adattatore ha fatto suo il compito, per piccole note, che più spiegano senza mai disturbare, di porre qua e là tra il testo originale qualche accenno di attualità, inserendo con garbo frasi che sentiamo o viviamo oggi quotidianamente ma ieri impensabili; dando pure maggior spessore al quadro di una società (quella dell’autore) che soltanto un anno dopo il debutto della commedia avrebbe cancellato quella legge contro l’omosessualità, il “Buggery act”, che era in vigore dal lontanissimo 1533 e che già aveva tra gli altri colpito persone come Oscar Wilde (si fece due anni a Reading) o Alan Turing, che all’indomani dei suoi studi, determinanti per la sconfitta nazista, fu condannato alla castrazione chimica e preferì togliersi la vita.

 

Quei due o, si diceva, “Il sottoscala” non è soltanto un testo fatto di parole, di gesti, di comicità, di ricordi, di battibecchi, è un testo di e per attori, due attori di razza, pronti a scendere in campo per far sentire tutta l’autenticità dei loro personaggi, con gli affetti e le carognate gestiti in parti eguali. Dapporto e Tullio Solenghi, che è Harry, si dividono il palcoscenico con una professionalità ed un ventaglio di sfumature invidiabili, si ritagliano situazioni e piccoli spazi senza spintonare uno contro l’altro, danno in maniera perfetta a due persone un’umanità fatta di luci e di ombre. Come è giusto che sia.

 

Elio Rabbione

Wi Fi libero per i piccoli pazienti del Regina Margherita

regina_margherita L’iniziativa è in collaborazione con Telecom Italia e Regione Piemonte

 

L’infantile Regina Margherita  è il primo ospedale completamente coperto da rete WiFi per connessioni a Internet libere e gratuite per tutti i piccoli pazienti, grazie al servizio wireless “CDS_Pazienti” che è stato attivato con 40 Access Point. La rete comprende anche gli ingressi principali e numerosi reparti di Molinette e Cto. L’iniziativa è in collaborazione con Telecom Italia e Regione Piemonte attraverso il progetto “Smart Inclusion 2.0” per accelerare il processo di innovazione digitale nel mondo della  salute.

San Valentino sotto le stelle

stelle cuoriSan Valentino sotto le stelle, il 14 febbraio 2016, ore 20.00

 

Infini.to ha il piacere di invitarvi a un evento unico, nella sua splendida e affascinante location, per San Valentino. Una romantica serata al Museo dello Spazio sotto un indimenticabile cielo di stelle…con cena nei suggestivi spazi del Museo. A seguire gli ospiti saranno accompagnati in Planetario e per assistere ad uno spettacolo live creato appositamente per la serata. Potranno osservare la volta stellata e ascoltare i racconti sulle mitologie che caratterizzano il cielo invernale. Durante l’evento sarà possibile visitare liberamente il Museo interattivo e osservare direttamente il cielo con un telescopio (in caso di brutto tempo la visione del cielo sarà sostituita da una seconda proiezione in Planetario).

 

Evento serale – posti limitati!

Per poter partecipare all’evento è necessario acquistare i biglietti entro il 10 febbraio.
Modalità d’acquisto:
– biglietteria del Planetario (martedì-venerdì 9.30-14.30; sabato e domenica 14.30-18.30)
– circuito ticketone (nei punti vendita ticketone o direttamente dal sito ticketone)

COSTO
110 € a coppia

L’acquisto tramite il circuito ticketone prevede l’aggiunta dei costi di prevendita

 

IL MENÙ ROMANTICO DI SAN VALENTINO

Trittico di antipasti

Gli amorini con fonduta Toma d’Alpeggio

La Suprema di pollo in crema di nocciole Piemonte

Il Cuore Parfait al cioccolato Gianduja e nocciole del Piemonte

Calice di vino DOC (rosso o bianco)

Acqua

Pane, grissini

 

Per comunicazioni di eventuali allergie/intolleranze o richieste particolari, contattare Miriam al numero 339/6696139 o scrivere a eventi@belfiorecatering.it.

 

 

 

Le banche italiane sono al sicuro e il nervosismo è ingiustificato. Parola di Visco

ignazio-visco

“Il limitato sostegno fornito dallo Stato italiano alle banche ha generato alla fine guadagni netti per l’Erario, per via di interessi e altre forme di remunerazione; altri Paesi hanno invece subito forti perdite”.

 

Crediti bancari in sofferenza? “con la ripresa dell’economia il flusso di nuove sofferenze si sta riducendo e prevediamo che il miglioramento proseguirà nei prossimi mesi.Alle banche italiane non serve altro capitale”. A parlare è  il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco  al 22° Congresso Assiom Forex – la più importante manifestazione tricolore sul mondo della finanza – tenutasi a Torino il 29 e il 30 gennaio.

 

Visco – ha scritto Milano Finanza – ha  aggiunto che bisogna rivedere alcune delle nuove norme sul bail-in adottate a livello europeo, sottolineando che la stessa norma contiene una clausola che prevede la revisione: un’occasione che va sfruttata, facendo tesoro dell’esperienza. Il governatore ha detto che “il patrimonio delle banche italiane è oggi molto più elevato che in passato e quindi il nervosismo sul comparto negli ultimi giorni non è giustificato”. 

 

“Il coefficiente patrimoniale medio riferito al capitale di migliore qualià è cresciuto dal 7,1% al 12,3%”, ha detto Visco, e  “a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi, il rafforzamento patrimoniale è stato conseguito senza pesare sulle finanze pubbliche. Il limitato sostegno fornito dallo Stato italiano alle banche ha generato alla fine guadagni netti per l’Erario, per via di interessi e altre forme di remunerazione; altri Paesi hanno invece subito forti perdite”.

 

“La crescita del capitale delle banche italiane è stata realizzata sebbene la crisi ne abbia fortemente intaccato la contestuale capacità di reddito”.

 

Tre febbraio 1959, il giorno in cui è morta la musica

musicmusic2music3In un incidente aereo, poco dopo la mezzanotte, morirono Buddy Holly, Ritchie Valens e “Big Bopper” Richardson

 

Il 3 febbraio 1959, per chi ama il rock, equivale ad un ricordo scuro e duro, ad una data tragica: è “il giorno in cui la musica morì”.  In un incidente aereo, poco dopo la mezzanotte, morirono Buddy Holly, Ritchie Valens e “Big Bopper” Richardson. La storia racconta che , terminato il concerto  a Clear Lake, nello Iowa, giunti a metà del “Winter Dance Party Tour” – la fulminea tournée di 24 date in tre settimane – i ragazzi stanchi e infreddoliti decisero, su suggerimento di Buddy Holly, di affittare un piccolo aeroplano che li avrebbe trasportati a Fargo, nel  (Dakota del Nord), a poca distanza da Moorhead, nel Minnesota, dove si sarebbe tenuta la successiva esibizione. L’autobus sul quale erano soliti viaggiare aveva  l’impianto di riscaldamento fuori uso e la sola idea di farsi più di cinquecento al freddo metteva i brividi. Così, contattato l’aeroclub locale, il Dwyer Flying Service, affittarono l’unico aereo disponibile, un piccolo Beechcraft Bonanza da quattro posti, compreso quello per il pilota. Quest’ultimo, Roger Peterson, aveva solo ventun’ anni e poca esperienza. I tre posti per i passeggeri erano riservati allo stesso Holly e a due membri della sua band. Ma le cose andarono diversamente. “Big Bopper” chiese a Waylon Jennings, uno dei musicisti, di barattare il proprio posto, con la scusa di un’influenza che lo stava tormentando. Jennings accettò di buon grado, ma pagò il prezzo del rimorso per il tempo a venire, per via di una battuta scherzosa, pronunciata ridendo ( “che possiate schiantarvi al suolo con quel trabiccolo”).Anche Ritchie Valens si ritrovò a bordo per un capriccio del destino: non avendo mai viaggiato su un aereo da turismo chiese di potersi giocare il posto con l’altro musicista, Tommy Allsup. La decisione fu presa giocando a testa o croce, lanciando una monetinada 50 cent. Buddy Holly, che all’epoca aveva solo ventidue anni, aveva pubblicato tre album , era già una star del rock’n’roll ed aveva lavorato tanto in radio quanto in televisione, assiemeai The Crickets , la sua band. Ritchie Valens, appena diciassettenne. aveva inciso il singolo La Bamba, destinato a conoscere un successo clamoroso negli anni a venire, inciso come “lato B” di un’altra canzone (Donna). Coi suoi ventinove anni il più vecchio fra i tre era J.P. “The Big Bopper” Richardson, autore di canzoni celebri come Chantilly Lake, destinata ad entrare nella colonna sonora di American Graffiti del 1973. Era da poco passata la mezzanotte e quando i tre musicisti  si trovarono a bordo dell’aereo al decollo era ormai quasi l’una e nevicava fitto. In breve si trovarono in un inferno bianco dov’era impossibile orientarsi a vista. Peterson  dovette affidarsi alla strumentazione di bordo pur non avendo mai conseguito la certificazione necessaria per volare solo in quel modo. E così  ,pochi minuti dopo il decollo, l’aereo si schiantò al suolo in un campo di grano e morirono tutti. La mattina seguente i corpi di Buddy Holly e Ritchie Valens furono trovati a pochi metri dall’aereo, mentre quelli di Big Bopper e del pilota furono sbalzati più lontano. Le parole della canzone American Pie di Don McLean, del 1970, resero  efficacemente l’idea  della tragedia che si era consumata in una notte d’inverno del 1959: “Non ricordo se ho pianto/quando ho letto della sua sposa rimasta vedova/ma qualcosa mi ha toccato nel profondo/il giorno che la musica è morta”. La morte prematura li consegnò al mito ma la loro musica, soprattutto quella di Buddy Holly, influenzò per decenni il rock, dalle band meno note fino ai Beatles e ai Rolling Stones. Oltre alla loro produzione musicale, a ricordare i cantanti sono stati eretti tre memoriali in loro onore, ad opera di Ken Paquette, un appassionato di anni Cinquanta. Uno a otto chilometri da Clear Lake, una steel guitar insieme a tre dischi dei musicisti scomparsi. Uno alla Riverside Ballroom di Green Lake, nel Wisconsin, dove i tre si erano esibiti due sere prima della sciagura. L’ultimo ,dedicato al giovane pilota, sul luogo del disastro, inaugurato nel cinquantesimo anniversario della sciagura.

 

Marco Travaglini

 

Talenti canori al Festival di Sanremo

ganci3Anche quest’anno la torinese TM Agency di Franco Ganci porta i suoi talenti canori a Sanremo durante il periodo clou del Festival della Canzone Italiana

 

L’appuntamento si svilupperà in due distinti momenti. Il primo giovedì 11 febbraio con la pubblica esibizione in diretta streaming dei cantanti dal palco della Sala Melograno del Palafiori, il secondo venerdì 12 febbraio con la consegna del National Voice Award sul palco dell’area riservata di Casasanremo, l’hospitality ufficiale del Festival.

 

Interverranno i discografici Rusty Rugginenti e Marco Mori, il produttore Davide Maggioni, ilganci sanremo direttore d’orchestra al Festival, autore e produttore Massimo Morini, la celebre Vocal Cocah già insegnante nel programma “Amici di Maria De Filippi” Loretta Martinez, il consulente dei talent televisivi “X Factor” e “Amici” Andrea Leprotti. Ci sarà anche John Martinotti, il produttore di uno dei più straordinari eventi del mondo, il World Music Awards che ogni anno premia le star internazionali del mondo della musica. Il World Music Awards è realizzato in sinergia con il Principe Alberto di Monaco. Sanremo Unlimited si avvale anche dell’amicizia di un’altro prestigioso e importante personaggio, giornalista, autore Rai e Mediaset (tra l’altro autore e capoprogetto dei Festival di Sanremo 2005, 2009 e 2010) nonchè regista cinematografico: Cesare Lanza.

 

ganci sanremo 2Nel contesto dell’evento, compatibilmente agli impegni festivalieri, verrà a trovarci Chiara Dello Iacovo, la cantante che la Rusty Records piazza sul palco del Teatro Ariston tra i protagonisti della categoria giovani del Festival. Chiara Dello Iacovo è stata finalista del concorso canoro “La Bella e la Voce” anch’esso prodotto dalla Tm Agency di Franco Ganci. Faranno da contorno le  modelle vincitrici di una fascia nella sezione “La Bella”, che saranno Sara Cerrato, Melania Cioata Burduja, Gaia Mancabelli. 

Letizia Maria Ferraris: cuore, intelletto, azione

ferraris maria letiziaponte mole vittorioUmiltà e vita associativa, dedizione verso il prossimo, per un nuovo modo onesto di fare politica

 

Letizia Maria Ferraris è un avvocato torinese affermato che ha sempre respirato in famiglia il senso del dovere e dell’impegno per gli altri. Questi valori familiari l’hanno portata, negli anni della formazione, prima liceale all’Istituto religioso Rosmini, poi durante quella universitaria, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino, a impegnarsi nell’associazionismo, presso la Caritas di Torino, divenendo poi consulente in materia giuridica del Cardinal Saldarini.  Ora ha sentito l’esigenza di mettere le sue competenze, sia professionali sia quelle maturate nell’associazionismo, al servizio della politica cittadina, decidendo di candidarsi alle prossime elezioni amministrative nelle liste dei Moderati.

 

“Ritengo che in politica – afferma Letizia Maria Ferraris – e nella gestione del potere, la più nobile delle professioni, sia fondamentale l’umiltà. Se si assumono maggiori responsabilità nello svolgimento di un servizio da parte di una persona, e questa non è adeguatamente strutturata, si verifica che perda la sua capacità di lucidità e si faccia sormontare dai problemi. Nella gestione della cosa pubblica è fondamentale possedere la capacità di elaborazione del pensiero e una buona dose di criticità”.

 

” Il compito del politico è simile a quello del genitore – prosegue l’avvocato Ferraris –  Se si ha in mano la sorte del bene comune, come quella di un figlio, non si possono spostare i problemi, ma bisogna risolverli. Nella vita per esempio, non ci si può dimettere dal ruolo di madre ( io sono mamma di 4 figli e per me il compito genitoriale è costante nella mia vita quotidiana). In questa fase di preparazione alla candidatura politica ritengo fondamentale coinvolgere il pubblico in sessioni di lavoro e dibattiti, in cui i futuri elettori possano venire a conoscenza dei metodi e si confrontino sui problemi reali e quotidiani della città”.

 

” Nella mia professione – aggiunge Letizia Maria Ferraris – è fondamentale il compito di educare i clienti. Educazione, secondo me, infatti,  significa prevenzione. Spesso mi occupo di fenomeni d’impresa e mi capita sovente di aiutare il cliente a evitare catastrofi. Voglio applicare questo stesso metodo alla politica. Non desidero raccogliere intorno a me elettori fantasma. È indispensabile che sia presente la consapevolezza da parte di ciascun elettore di far parte della realtà amministrativa cittadina. Da parte di una persona impegnata in politica è fondamentale la capacità di competenza e quella di ascolto.

 

I temi di cui mi sto occupando e che mi stanno più a cuore, al centro del mio impegno elettorale per i torinesi, sono la famiglia, l’impresa,  la giustizia, l’amministrazione. 

I nostri imprenditori spesso delocalizzano la produzione a causa dell’eccessiva tassazione e perché in Italia manca nel campo penale la certezza della pena. Per ovviare a questo problema sarebbe necessario aumentare il numero dei giudici e prevenire i reati, attuando una politica di informazione,  di acculturamento,  di miglioramento della convivenza civile”.

“Infine – conclude l’avvocato Ferraris – sarebbe veramente un traguardo raggiunto se oggi la politica riprendesse a nascere, come un tempo, in seno alla vita associativa. In questo ambito il ragazzo accetta, infatti, con uno spirito diverso che in famiglia, le regole imposte, che magari sono molto simili o addirittura le stesse di quelle impostigli dai genitori.  Oggi le famiglie, purtroppo, stanno diventando sempre più individualiste e la formazione completa di una persona, futuro cittadino responsabile nella vita, sia familiare sia civile, non può che passare proprio attraverso altre forme di dedizione al prossimo, per favorire la crescita di un uomo migliore”.

 

Mara Martellotta

Il FAI al Carnevale di Ivrea 2016

MASINO2Grazie alla collaborazione con la Fondazione dello Storico Carnevale  il Castello e Parco di Masino sarà “presente” al Villaggio Arancio con uno stand dedicato. Al Villaggio Arancio da sabato 6 a martedì 9 febbraio 

 

 

La collaborazione tra il Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) e la Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, avviata nel settembre 2015 in occasione della manifestazione “Tre Giorni del Gusto: Paesaggi italiani e Artigiani del Cibo, prosegue e si rafforza con la presenza, da sabato 6 a martedì 9 febbraio 2016, di uno stand del FAI – Fondo Ambiente Italiano nell’area dedicata al Carnevale in centro a Ivrea: il Villaggio Arancio.

 

Presso questo speciale banco FAI sarà possibile trovare informazioni sul Castello di Masino a Caravino (TO), affacciato sulla pianura del Canavese e immerso in un grande parco romantico, e sugli altri beni del Fondo Ambiente Italiano in Piemonte: il Castello della Manta (CN), fortezza medioevale con uno straordinario ciclo di affreschi tardogotici, e Villa Flecchia a Magnano (BI), che custodisce la preziosa Collezione Enrico con quadri di paesaggio piemontese di tardo Ottocento e primo Novecento. Sarà anche possibile iscriversi e rinnovare l’iscrizione al FAI: gli iscritti riceveranno in omaggio il pin ufficiale dello Storico Carnevale di Ivrea.masino 2

 

Inoltre domenica 7 febbraio ci sarà un motivo in più per partecipare alla giornata clou di questa tradizionale e amata manifestazione, che attira ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo: l’acquisto del biglietto di ingresso all’evento darà infatti diritto a uno sconto del 30% per una visita al Castello di Masino o al Castello della Manta, da effettuarsi tra il 2 marzo – giorno di riapertura al pubblico dopo la chiusura invernale – e il 31 luglio 2016.

 

Sempre nella giornata di domenica i bambini potranno partecipare ad attività ludico-didattiche gratuite coordinate dagli operatori museali del FAI e organizzate presso lo stand dedicato, allestito nel Villaggio Arancio. In particolare, dalle ore 14 alle 17 ai più piccoli verrà proposto il “tiro al castello”, un divertente gioco che, come la “Battaglia delle arance”, rievocherà la rivolta del popolo contro la tirannia del feudatario. I partecipanti (età minima consigliata 4 anni) potranno decidere se arruolarsi nelle armate del feudatario, indossando elmo e scudo, o in quelle del popolo e, a seconda del gruppo scelto, verranno fatti sistemare fuori o dentro una luccicante sagoma di castello a misura di bambino. A quel punto avrà inizio la “sfida” con palle di spugna da lanciare al posto delle tradizionali arance.

Al termine palloncini colorati in regalo per tutti!

 

 

CARNEVALE IVREAPer consultare il programma completo dello Storico Carnevale di Ivrea: www.storicocarnevaleivrea.it

 

Per informazioni, giorni e orari di apertura dei beni del FAI in Piemonte:

 

Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) tel. 0125.778100; faimasino@fondoambiente.it

www.castellodimasino.it

 

Castello della Manta, Manta (CN) tel. 0175/87822; faimanta@fondoambiente.it

www.castellodellamanta.it

 

Villa Flecchia e Collezione Enrico, Magnano (BI) tel. 0156 79195 – 0125 778100; faiflecchia@fondoambiente.it

 

Per maggiori informazioni sul FAI: www.fondoambiente.it   

La rabbia e la vendetta di DiCaprio nel Revenant dalle 12 candidature

di caprio revenantPIANETA CINEMA / di Elio Rabbione

 

Attore di razza capace per gran parte della durata del film di reggere tutto solo un gran peso, fatto soltanto di silenzi e di sguardi, di labbra serrate e di mugolii di bestia ferita, nel corpo come nello spirito: pronto per afferrare quell’Oscar che sino ad oggi per troppe volte gli è sfuggito

 

 

Ha cambiato faccia Alejandro Gonzàlez Iňàrritu, con il suo ultimo Revenant. Ha abbandonato le claustrofobiche pareti teatrali e la metropoli newyorkese di Birdman (tra i tre Oscar dell’anno scorso anche quello per la miglior regia) per le distese innevate ed i cieli oscuri della Columbia Britannica, con un’appendice nella Terra del Fuoco, ottimamente fotografati dal genio di Emmanuel Lubezki e accarezzati dalle musiche di Ryuichi Sakamoto e Alva Noto: con il risultato eccellente di raggruppare attorno a sé e ai suoi collaboratori le dodici candidature che li porteranno sicuramente in area vincitori. Con i tratti del sovrumano, il film con la sceneggiatura firmata dallo stesso regista e da Mark L. Smith scolpisce robustamente la figura di Hugh Glass, storica e mitica figura della cavalcata verso l’ovest americano, che nel 1823, assunto come guida per una spedizione alla ricerca di pelli e pellicce, buon conoscitore di montagne e di costumi indiani, è attaccato da un grizzly; quei compagni che dovrebbero curarlo e proteggerlo, il perfido Fitzgerald (il sempre più perfetto Tom Hardy, che lo sperabilissimo Oscar quale miglior attore non protagonista dovrebbe far definitivamente decollare verso l’orizzonte cinematografico più alto) ed un ragazzotto succube di lui, preferiscono abbandonarlo, senza non prima avergli ucciso il figlio.di caprio rev

 

Ma l’uomo fuoriesce dalla sua tomba e risorge, sempre all’interno – ora la macchina da presa lo tallona vicinissima, ora lui è un minuscolo punto perduto al nostro occhio nella distesa di neve bianchissima – di una natura bellissima e smisurata, attraversa pericoli di ogni sorta, corre a perdifiato, si nasconde agli indiani e agli agguati, capitombola lungo le rapide del fiume, si costruisce rifugi, squarcia la carcassa di un cavallo per accovacciarsi dentro e salvarsi dal gelo e dal buio della notte, combatte e regola i conti con il cattivo. Un personaggio estremamente compatto nella propria fisicità: un personaggio che è l’occasione giusta per Leonardo DiCaprio di mostrare la forza e la rabbia tenuta dentro, l’intensità e l’immedesimazione con il personaggio, di confermarsi attore di razza capace per gran parte della durata del film di reggere tutto solo un gran peso, fatto soltanto di silenzi e di sguardi, di labbra serrate e di mugolii di bestia ferita, nel corpo come nello spirito: pronto per afferrare quell’Oscar che sino ad oggi per troppe volte gli è sfuggito (a meno che, questa volta, il più agguerrito nemico non si chiami Michael Fassbender, eccellente Steve Jobs). Come pure ci potrebbe essere un raddoppio per Iňàrritu, per l’eccezionale maestria a reggere il ritmo fragoroso del film, a riportarci gli attimi dell’agonia di un uomo, a concertare con risultati tutti da gustare i momenti della lotta tra la belva e l’uomo, a raccontarci una storia antica in un vero stato di grazia.

 

A teatro la nascita del nazismo (con musiche) all’Alfieri, l’omosessualità dei figli all’Erba

teatro attoricabaret teatroDue proposte da non perdere

 

Per la terza volta Saverio Marconi con la sua Compagnia della Rancia torna a visitare(all’Alfieri, sino a domenica, per la stagione di Torino Spettacoli) i toni frivoli e disperati insieme di Cabaret, film indimenticabile (1972) di Bob Fosse con Liza Minnelli nei panni di Sally Bowles e Joel Grey in quelli del Maestro di cerimonie, mostro impiastricciato tra sberleffi e doppi sensi, ambedue premiati con l’Oscar. Ma prima di tutto questo, alla radice, i racconti berlinesi di Christopher Isherwood, il testo teatrale di Van Druten ed il musical a Broadway del ’66. L’inizio degli anni Trenta, la repubblica di Weimar, la violenza e la presa di potere di Hitler, la persecuzione ebraica, la storia di ieri che si riflette in certe pieghe dell’attualità. Il Kit Kat Club, sfacciatamente ambiguo, tra le sue scie di fumo e le ballerinette che cercano con un mezzo o con l’altro di sbarcare il lunario, non è soltanto l’angolo del divertimento dentro cui abbandonare ansie e affanni, è pure il ritrovo di pezzi d’umanità in cerca di un futuro migliore, magari sognato al riparo di qualche compromesso, di Sally fragile e smaniosa, o di Cliff, giovane scrittore inglese che sogna il grande romanzo sotto il cielo di Berlino. Confezionato in una sorta di teatro nel teatro, tra teloni che aprono e nascondono il piccolo appartamento dei due ragazzi per dare spazio alle luci del locale e ai suoi numeri, Marconi ha ormai analizzato appieno i sentimenti e i drammi, il desiderio di divertimento e la vita autentica che stanno all’interno della storia, li accompagna piano piano, tassello dopo tassello, verso il finale, in un crescendo che fa presto dimenticare certe debolezze della prima parte: quando le pareti del Kit Kat si chiudono su se stesse per far posto al vagone di un treno, che porterà ad una destinazione ben nota chi fino a ieri viveva soltanto di risate e canzoni.

 

Restano ben fisse nella memoria di ogni spettatore le musiche di John Kander e le liriche di Fred Ebb, certi brani come “Wilkommen” o “Money” hanno fatto la storia della musica, non si può non sovrapporre le immagini del film con le parole di “Il domani appartiene a me” qui affidate completamente alla voce e all’interpretazione davvero raffinata di Giampiero Ingrassia. Sally ha la voce (lodevolissima) di Giulia Ottonello, forse ancora alla ricerca di qualche robustezza interpretativa. Il corpo di ballo e tutti gli altri raccolgono il successo della serata.

 

Ancora una cosa, se pensate di voler accettare un consiglio da parte di chi scrive. Non perdetevi in questo fine settimana, all’Erba, L’amore migliora la vita scritto e diretto da Angelo Longoni. Prima di tutto, perché finalmente ci troviamo davanti ad un testo italiano e ad una novità, imparando che a teatro non esistono soltanto i pur ineccepibili Pirandello e Shakespeare; in secondo luogo, perché il testo è ben scritto e ottimamente diretto, senza fronzoli, senza vuotaggini, all’insegna non sempre scontata del pane al pane e vino al vino, in una girandola di situazioni tutte in crescendo che fanno la gioia dello spettatore. Tema: l’omosessualità, anzi, ristretta in ambito familiare, l’omosessualità dei figli. Attualissimo. Lui e lui scoperti a scuola sotto la doccia, il desiderio di vivere e studiare insieme a Londra, frequentare il campo della moda, non aver paura delle chiacchiere della gente, eccetera eccetera. E’ chiaro che le due coppie di genitori, finora sconosciute le une alle altre, debbano inventarsi uno straccio di scusa per parlare della situazione, una cena (pensate di recente quanti script al cinema o a teatro scomodano un convivio per intavolare aggiustamenti quotidiani poi deflagranti), che nessuno auspica, che nessuno vuole, che ognuno di loro manderebbe a quel paese.

 

Tutto è messo in discussione, dalle presentazioni in poi tutto sta fuori del politicamente corretto, si srotola senza peli sulla lingua, il linguaggio si fa quanto mai esplicito, le coppie scoppiano anche soltanto per un attimo, quello che non s’è mai fatto o non è mai venuto a galla riempie la serata, sino al sermoncino finale dei ragazzi. Longoni, in un puro divertimento continuo, tra risate e battute che gli attori sono costretti a posticipare di qualche secondo per lasciare spazio ad applausi che non sembrano voler finire mai (il compassato pubblico sabaudo…), analizza, sconcerta, fa l’irriverente, l’immoralista e mai ha il predicozzo a portata di mano, squaderna i pregiudizi, dà sonore sferzate che potrebbero raddrizzare parecchia gente. Quello che ancora non esprimesse la cruda bellezza del testo, ci penserebbero gli attori, quattro, di razza, che si buttano a capofitto in un testo che, al di là del divertimento senza freni, dispensa pilloline di saggezza tra le proprie pieghe. Ettore Bassi, Gaia De Laurentiis, Eleonora Ivone e Giorgio Borghetti, eccezionalmente bravi, con un selfie finale accomunano nel successo il pubblico osannante.

Elio Rabbione