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LIFESTYLE- Pagina 43

Il sex coaching

A partire dagli anni ’80 si sono diffusi i termini coach, coaching e, in un delle varie declinazioni, sex coaching.

Il coaching è a tutti gli effetti una disciplina, condotta da un maestro (coach) che offre il suo aiuto ed il suo supporto professionale, occupandosi di colmare e chiarire tutti quei dubbi che ognuno di noi può avere e rimasti senza risposta.

Oggi tratterò, in particolare, in sex coaching. Di cosa si tratta?

Letteralmente è l’allenamento al sesso ed i sex coach ne sono gli allenatori, che aiutano a risolvere le lacune in materia di sesso, permettendoci di giungere ad una sua diversa percezione (tabù, convinzioni limitanti).

Il sex coaching è una disciplina che punta a risolvere le problematiche legate al mondo del sesso come pure ansie e blocchi legati alla sfera sessuale.

Il sex coach è, a tutti gli effetti, una figura professionale che si occupa di insegnare tanto a singoli individui quanto alle coppiecome vivere e salvare la loro vita sessuale, sia personale che nella relazione, portando i soggetti ad esprimersi in modo più aperto, sia nelle fantasie che nelle prestazioni vere e proprie.

Una disciplina che permette a chiunque viva un disagio nella sfera sessuale di confrontarsi col coach per arrivare a prendere conoscenza di sé e della propria sessualità, con l’obiettivo di rimuovere alcune cause ostative o di raggiungere un maggior benessere ed una consapevolezza di se stessi.

Tutti noi, chi più chi meno, particolarmente agli inizi della propria vita sessuale o all’arrivo della menopausa e dell’andropausa, ma anche in periodi di sovraffaticamento psichico, possiamo incontrare disagio o incomprensioni nella sfera intima. Il sex coach ha il compito di ascoltare chi si trovi in tale situazione fornendogli gli elementi per superare eventuali blocchi e disagi e vivere consapevolmente la propria vita sessuale.

L’incontro con il sex coach vede affrontati tanti argomenti, con il paziente che palesa i propri problemi o dubbi e formula domande, ed il coach aiuta chi si rivolge a lui/lei fornendogli i giusti strumenti per comprendere le tematiche e rimuovere i blocchi.

Si parla di ogni sfaccettatura della sessualità, dalla soluzione di problemi come l’eiaculazione precoce a come prolungare il piacere, dal vaginismo alla disfunzione erettile. Insieme, coach e paziente permettono al paziente di disattivare quel meccanismo mentale che privilegia la parte razionale a svantaggio di quella istintuale, che blocca ogni tentativo di cambiare, di seguire desideri e realizzare fantasie.

Tutti noi ci portiamo dietro dall’infanzia alcuni blocchi, qualcuno più di altri, dovuti all’imprinting genitoriale, all’ambiente, all’educazione, alla religione; compito del sex coach è aiutarci a vivere il sesso più liberamente ed in modo appagante.

In un periodo in cui siamo tutti presi dalla frenesia della vita quotidiana, dove stress, preoccupazioni, ansie e lavoro minano seriamente la nostra felicità e la nostra vita sessuale rivolgiamoci al sex coach senza timore e, lavorando insieme a lui/lei, riportiamo la felicità tra le mura domestiche e sotto le lenzuola.

Conditio sine qua non, però, è essere consapevoli di avere un problema.

Sergio Motta

Sex coach

“La Gocciolina”… un Nuovo Anno fra attese e speranze

Durante la tradizionale “Festa di Natale”, educatori e ospiti incontrano il presidente e l’assessore dell’“Unione Montana Valle Varaita

Frassino (Cuneo)

E’ stato sicuramente un fine anno ricco di speranza e denso di emozioni per “La Gocciolina” di Piasco, nel Cuneese, progetto dedicato ai “ragazzi disabili” che abitano nei Comuni dell’“Unione Montana Valle Varaita”, avviato dalla stessa “Unione Montana”, in collaborazione con la Cooperativa “Il Ramo” di Bernezzo, nel 2021 e poi confluito nel Progetto “Varaita Insieme”, finanziato dallo specifico “Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Potenziamento dei Servizi e delle infrastrutture sociali di comunità”.  Durante la tradizionale “Festa di Natale”, che quest’anno si è svolta per la prima volta nei nuovissimi spazi recuperati presso la sede dell’“Unione Montana Valle Varaita” a Frassino, in piazza Marconi, sono arrivati, infatti, a fare gli auguri agli ospiti e agli educatori professionali del “Centro di aggregazione”, Silvano Dovetta e Valter Borgna, rispettivamente presidente e assessore dell’“Unione Montana Valle Varaita”.

“Trascorrere qualche ora con gli amici della ‘Gocciolina’ – ha sottolineato Silvano Dovetta – è sempre un’occasione di grande spessore e il regalo che mi hanno consegnato è il più emozionante e prezioso fra quelli ricevuti in queste festività natalizie. Questo ‘Centro’ è diventato uno dei progetti più importanti della nostra amministrazione e stiamo cercando le risorse per renderlo pienamente operativo per tutto il 2025. Parallelamente sono già iniziati i contatti con il direttore e il Consiglio di amministrazione del “Consorzio Monviso Solidale’ per fare in modo che il ‘Centro’ si possa aggregare a pieno regime alla loro gestione”.

E a Dovetta , ha replicato Luca Miglietti, presidente della Cooperativa “Il Ramo”“Il ‘Centro di aggregazione’ “La Gocciolina” è la dimostrazione pratica di come la collaborazione tra pubblico e privato non può che portare dei benefici a tutta la collettività. Speriamo che come questo, anche altri progetti utili vengano attivati sul territorio. E’ importante sfruttare momenti di Festa come il Natale per ritrovarsi, fare il punto e ripartire con nuovo slancio”.

Per intanto, e questa è già un importante notizia, proseguono le attività a favore dei ragazzi disabili ospiti del ‘Centro’, distribuite su tre giorni a settimana e comprensive anche – grazie alla collaborazione con la Cooperativa “Insieme a voi” – di sedute individuali con l’innovativa terapia “Snoezelen in quota” ( basata sulla metodologia messa a punto fra gli anni Settanta e Ottanta dai due terapisti olandesi Jan Hulsegge e Ad Verheul)  che attraverso la stimolazione multisensoriale cerca di dare momenti di benessere, insieme a sedute di “sessioni di musicoterapia”, guidate dalla Cooperativa “La Fabbrica dei Suoni”.

“L’approccio ‘Snoezelen’ parte dall’idea di personalizzare al massimo l’esperienza– spiegano gli educatori – in maniera che la ‘stanza multisensoriale’ diventi un luogo dove la persona sta bene e dove riesca a percepire attraverso sensazioni sensoriali un momento di intenso benessere. In questa prima fase le sedute saranno in rapporto uno a uno, anche tenuto conto del grado di disabilità dei ragazzi, ma l’idea è quella di proseguire proponendo attività simili anche per gruppi”.

g.m.

Nelle foto: Incontro a Frassino fra operatori e ospiti della “Gocciolina” con Silvano Dovetta e Valter Borgna; al lavoro “La Fabbrica dei Suoni”.

Brasato all’Arneis dell’Epifania

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L’Epifania tutte le feste si porta via…concludiamo cosi’ i  pranzi del periodo natalizio con un secondo di carne ricco e gustoso, di origini antiche, tipico della cucina piemontese, il Brasato. Semplice da preparare, richiede pero’ una marinatura e una cottura lenta e prolungata che conferira’ alla carne una morbidezza ed un gusto insuperabile. Un classico ideale per le occasioni di festa.

 

Ingredienti

 

1kg.di carne di manzo

40gr. di burro

2 cucchiai di olio evo

Sale e pepe

 

Per la marinatura:

1 bottiglia di vino bianco Arneis

1 cipolla

1 costa di sedano

1 carota

1 rametto di rosmarino

2 foglie di alloro

2 chiodi di garofano

2 bacche di ginepro

 

Lavare e ridurre a tocchetti le verdure con i sapori. Mettere la carne in una terrina con le verdure e coprire con il vino bianco. Lasciar riposare in luogo fresco 12 ore. Togliere la carne dalla marinatura, asciugarla bene e farla rosolare da tutti i lati a fuoco vivace nel burro e olio. Aggiungere le verdure scolate dalla marinatura, completare la rosolatura. Abbassare il fuoco, salare e pepare la carne, unire il vino della marinatura e lasciar cuocere coperto per circa tre ore. Per permettere che il sugo si restringa, scoperchiare di tanto in tanto. Terminata la cottura, togliere la carne, frullare il sugo e servire le fette di carne nappate con la salsa. Ideale accompagnato con il pure’ di patate.

 

Paperita Patty

Buongiorno, grazie, scusa. La cortesia sta bene su tutto

L’educazione è come una camicia bianca, non passa mai di moda” diceva Toto’.

Purtroppo questa affermazione del famoso attore, commediografo e poeta napoletano ultimamente non trova molto fondamento perché sembra, invece, che le buone maniere e la cortesia stiano perdendo importanza.

Quando ero piccola ricordo che i miei genitori mi dicevano di salutare, di ringraziare e di dire per favore quando chiedevo qualcosa; era doveroso cedere il passo agli anziani, tenere la porta a chi veniva dopo di te e chiedere scusa in caso di piccoli incidenti, ma soprattutto se ci si comportava male. Cosa sta succedendo alla gentilezza? Perché si stanno perdendo quelle forme di cortesia che rendono la nostra quotidianità  più cordiale e civile? Senza dover ricorrere alle regole del Galateo che, seppur aggiornate alle nuove consuetudini, non sono sempre e comprensibilmente applicabili, sarebbe invece importante utilizzare alcuni comportamenti essenziali per facilitare le relazioni non solo tra persone reciprocamente note, ma anche nei confronti di sconosciuti che non incontreremo mai più.

Un “buongiorno” (possibilmente con un sorriso) è necessario se si incontra qualcuno di nostra conoscenza, quando si entra in un negozio, in un bar o prima di chiedere un’ informazione per la strada; un “grazie” è d’obbligo quando si riceve qualcosa, se qualcuno ci aiuta o se una persona ci dedica del tempo; un bel “per favore” è indispensabile prima di chiedere qualsiasi cosa anche se, in apparenza, non ce n’è bisogno; infine la più difficile, domandare  “scusa”, un’ espressione di  dispiacere in seguito ad una mancanza,  una specie in via di estinzione, difficilissima da pronunciare e persino da contemplare.

Se poi vogliamo andare oltre l’argomento “buone maniere”, di cui attualmente ci si sorprende come di fronte ad una apparizione, è utile sapere che un saluto, anche solo con un cenno del capo se proprio ci sentiamo timidi, un segno di gratitudine e porgere le proprie scuse  sono motivo di benessere e ci mettono in contatto con il lato migliore del nostro io. Uno studio della International Journal of Psychophysiology afferma, infatti, che essere gentili supporta l’autostima, aiuta il sistema cardiovascolare, diminuisce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e aiuta la produzione di endorfine (i neurotrasmettitori che alleviano il dolore e lo stress).

Se i nostri gesti di gentilezza, poi, non dovessero trovare una risposta secondo le nostre aspettative, non molliamo la nostra battaglia per la civiltà, perseveriamo, proviamo a creare un circolo virtuoso e ad andare in controtendenza a queste inclinazioni di ultima generazione che ci vogliono troppo avari di cordialità e attenzioni.

Vestitevi di educazione e gentilezza. Sarete sempre eleganti”.

MARIA LA BARBERA

Peccati di gola: il panettone del nuovo anno

Farcito con crema al mascarpone ricoperto di cioccolato fondente

Natale e’ passato, e anche il nuovo anno è arrivato,ma non e’ Natale senza una fetta di panettone, il dolce natalizio per eccellenza. Vi propongo un “peccato di gola” , un dolce goloso, ricco e scenografico da servire ai vostri ospiti per rendere il panettone della tradizione una originale e squisita sorpresa. Un panettone farcito con crema al mascarpone ricoperto di cioccolato fondente, semplicemente divino !

***

Ingredienti :

1 Panettone da 750gr.

400gr. di mascarpone

2 uova

2 cucchiai di zucchero a velo

1 bicchierino di liquore all’arancia

100gr. di cioccolato fondente

Latte q.b.

***

Tagliare la calotta del panettone, asportare la parte interna lasciandone uno strato di almeno un centimetro sia ai lati che sul fondo. Tagliare a dadini la parte asportata. In una ciotola montare i tuorli con lo zucchero sino a renderli spumosi, aggiungere delicatamente il mascarpone e il liquore, mescolare con cura. Montare a neve ferma gli albumi, unirli al composto di uova e aggiungere i dadini di panettone. Mescolare e riempire il panettone. Coprire con la calotta. Sciogliere il cioccolato con poco latte e versare sulla calotta. Riporre in frigo. Prima di servire decorare a piacere. A tutti voi un sereno anno nuovo.

Paperita Patty

Capodanno Anni ‘70, ritorno a piedi da Cavoretto a Barriera

Nel 191 avanti cristo Roma si inventò il capodanno. Dunque, ad occhio e croce sono passati più di 2mila e duecento anni. Decisamente una festa pagana. Feste propiziatorie. Con la continua speranza di anni migliori di quelli passati. Ma dopo 2mila e 200 anni le cose sono notevolmente cambiate. E direi proprio in peggio.
Si festeggiava addirittura durante le 2 guerre mondiali sul fronte, soldati che speravano nella fine della guerra. Ora… mi pare che violenza, omicidi, disperazione e conflitti  non finiscano mai. Ogni giorno ce n’è una. Dai femminicidi a bande di giovani adolescenti violenti ed ignoranti. Dalla guerra in Ucraina che tra un po’ sarà di tre anni e la Palestina e oramai quasi tutto il medio oriente. Follie allo stato puro. E più leggi cercando di capire e più non riesci a fartene una ragione. Appunto, scusate se tediosamente mi ripeto, ci si rifugia nel ricordo.  Non che con i miei genitori si usasse tanto festeggiare questa ricorrenza. Sicuramente questioni di abitudini. Dunque dovetti arrangiarmi da solo.
Il primo  nel 72.  Con quattro amici del Basket all’oratorio Monterosa in ristorante a Cavoretto. Quello all’angolo sulla piazzetta. Cucina così così e un vino scadentissimo tanto noi non bevevamo. Il ritorno a casa a piedi.  Proprio così. Da Cavoretto in Barriera di Milano. Che senso di libertà. Per la prima volta mi sentivo grande.  L’anno successivo ai Giardini di via Mercadante angolo via Monterosa. Mangiammo tutti a casa e poi in tre o quattro alle 23,30 ci trovammo. Quattro chiacchiere, aspettando le 24. Qualche mortaretto, spumante scadente con il panettone ancor più scadente e all’una tutti a nanna, ma si capiva che stavamo crescendo. Ma fu nel 1974 l’anno clou. Da lì a 5 mesi sarei diventato maggiorenne. Mica noccioline.
Ancora non lo sapevo ma il 1975 avrei per la prima volta votato. Anche qui non sono solo noccioline. Partimmo per la montagna il 27 dicembre.  Valli di Lanzo. Treno fino a Germagnano e poi corriera fino alla frazione di Mezzenile e scarpinata di mezz’ora per raggiungere la piccola baita di proprietà dei genitori di Umberto. Ci conoscevamo dalle elementari. Ora grazie ai social ho saputo che è andato in pensione. Serena la sua compagna di allora. Anche lei dopo decenni al sindacato ora in pensione. Letizia la creativa del gruppo diplomata al liceo artistico. Insegnante ed anche lei in pensione.  Mamma mia che freddo. Subito lA stufa a palla ed ogni 5 minuti un ciocco da ardere. Tanto freddo ma tanta ma tanta felicità. Da quelle parti il padre di Umberto aveva fatto il partigiano e noi… in fondo sentivamo ancora l’alito  di quegli epici anni.
Si dormiva abbracciati un  po’ per amore e un po’ per il freddo.  Ma che ci importava: avevamo il mondo in mano. Come diceva Russel se a vent’anni non sei comunista sei senza cuore. Se a quarant’anni lo sei ancora sei senza cervello. Ma la seconda parte non la conoscevamo ancora. Ci sono ricordi dove non c’è né rimpianto né rimorso ma solo incondizionata fiducia verso il futuro.
Gli ultimi giorni  di quel dicembre 1974 erano tutto ciò. E dopo cinquanta anni esatti lo sono ancora. Il 31 arrivarono compagne e compagni giovani comunisti della 35 sezione.
Mitica sezione di Barriera di Milano. In via Baltea davanti al mercato di piazza Foroni. Fu tra i più bei capodanni della mia vita.
Forse non abbiamo ottenuto tanto ma almeno ci abbiamo provato. E per l’appunto non è cosa da poco. Almeno nell’averci tentato, nel voler cambiare le cose. Viceversa avremmo avuto solo rimorsi. Bene, siamo alla sgoccioli di questo 2024. Ed auguri ma non a tutti. Auguri a chi se li merita… e sono pochi tra i politici che se li meritano. Non se li meritano i violenti , non se li meritano i razzisti e sovranisti. Non se li meritano gli scafisti venditori di morte a pagamento. Noi nel 2025 continueremo a dire ciò che pensiamo, quello che vorremmo essere e quello che siamo diventati. Un nostro personale contributo per un nocciolo di felicità in un Mondo sempre più infelice. Ed anche ciò non mi pare cosa da poco.
PATRIZIO TOSETTO

Figli delle stelle

IL PUNTASPILLI di Fine Anno   di Luca Martina

31 Dicembre 2024 
Commentare l’anno trascorso è la cosa più facile del mondo.
Gli eventi che hanno avuto il loro corso ed i loro effetti sull’economia e i mercati finanziari sono spesso, con il senno del poi, facili da descrivere.
Cionondimeno si tratta di un esercizio utile per potersi proiettare nel ben più difficile esercizio di immaginare quanto potrebbe avvenire nell’anno che abbiamo di fronte.
Io vorrei iniziare, perciò, da quanto avevo scritto 12 mesi fa:
“Il 2024 sarà anche un anno elettorale: saranno chiamati ad esprimersi ben 76 Paesi, il 50% della popolazione mondiale e ben l’80% dei Paesi industrializzati e tra questi l’India e gli Stati Uniti.
Le elezioni possono avere l’effetto di produrre incertezze legate al potenziale subentro di un diverso partito/presidente rispetto a quello in carica ma anche spingere chi è attualmente al comando a fare tutto quanto in loro potere per arrivare alle elezioni con la migliore situazione economica possibile (per guadagnare più consensi).
L’inflazione continuerà probabilmente a scendere ed i tassi d’interesse di mercato stanno iniziando a incorporare queste aspettative.
Occorrerà vedere se il rallentamento economico inizierà a materializzarsi, in particolare negli Stati Uniti, dato che gli aumenti dei tassi tendono a riflettersi sulla crescita 18-24 mesi dopo il loro inizio (avvenuto a partire da marzo del 2022 e dunque forse ci siamo…).
Come sempre, poi, non mancheranno gli eventi, al momento non prevedibili, che renderanno l’anno in arrivo molto interessante.”
Alla prova dei fatti gli eventi hanno solo in parte confermato le previsioni.
Le tante elezioni del 2024, per iniziare, non sono state certo avare di sorprese.
Tra queste il successo, meno roboante del previsto, del partito nazionalista del presidente Modi in India e la decisa riconferma di Claudia Sheinbaum in Messico sono state accolte da una discesa di borse e valute locali ma non hanno provocato danni serie ripercussioni sui mercati mondiali.
Più violente, sui mercati europei, sono state le scosse derivanti dall’esito in Francia delle elezioni europee di giugno.
La vittoria del partito di estrema destra, il Rassemblement National (RN), ha condotto il presidente Macron allo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e ad indire nuove elezioni e ne è seguita una fase di incertezza che ha danneggiato i mercati finanziari (azioni e obbligazioni) francesi ed ha contribuito alla debolezza dell’euro.
La crisi governativa in corso in Germania, con il governo di Olaf Scholz dimissionario a novembre, ha poi completato la situazione di incertezza dell’area euro.
Ma l’evento più atteso dell’anno erano certamente le elezioni presidenziali statunitensi.
Gli effetti dell’inflazione e l’insoddisfazione nei confronti della presidenza democratica da parte di una larga fascia della popolazione hanno frustrato il tentativo di rimonta de Kamala Harris (che aveva sostituito in corsa il presidente in carica).
La vittoria di Trump è andata però ben al di là delle più ottimistiche aspettative, consentendo al partito repubblicano di aggiudicarsi anche il controllo di ambedue i rami del Congresso.
Gli investitori si sono così ritrovati a festeggiare i risultati con una decisa salita del dollaro e del mercato statunitense.
Ad essere gradito non è stato solo il programma del neopresidente, chiaramente “espansivo” per l’economia statunitense, ma anche, vista la netta affermazione di The Donald, la mancanza di possibili contestazioni e riconteggi che avrebbero reso più incerto il passaggio di consegne.
Venendo infine all’altro tema che ha tenuto banco negli ultimi anni (e lo farà certamente anche il prossimo), l’inflazione ha continuato la sua discesa, riportandosi in Europa ai livelli precedenti al COVID e al conflitto in Ucraina, vicina al 2% (il 2023 era terminato con un dato leggermente inferiore al 3%).
Anche negli Stati Uniti la crescita dei prezzi è rallentata, dal 3,4% al minimo registrato a settembre del 2,4%, ma negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un preoccupante cambio di tendenza e a novembre il dato è salito al 2,7%.
Sulla ripresa dell’inflazione negli USA ha certamente contribuito l’andamento dall’economia americana che, dopo un inizio d’anno che sembrava dare ragione a coloro che temevano una recessione imminente, ha dimostrato una forza superiore alle attese.
Com’era negli auspici le banche centrali nel 2024 hanno finalmente ricominciato a tagliare i tassi di interesse, dopo più di otto anni in Europa e quattro negli USA.
A dicembre, però, il governatore statunitense ha accompagnato l’ultima sforbiciata con parole di cautela (inflazione più alta del previsto, economia e solida e debito pubblico elevato) che sono state un’autentica doccia fredda per i mercati finanziari che non hanno celebrato le festività con il tradizionale rialzo di fine anno.
Ci troviamo così a celebrare un anno complessivamente positivo ma con un retrogusto dolce-amaro.
Cosa possiamo dire dunque sull’anno che ci apprestiamo ad iniziare?
La (semi) nuova amministrazione americana è attesa a tradurre in pratica gli annunci fatti in campagna elettorale.
Innanzitutto, riportare le grandi imprese ad investire nei confini nazionali, attraverso incentivi e penalizzando le importazioni con forti dazi (elevandoli, applicando il criterio della reciprocità, ai livelli applicati alle esportazioni USA).
Con Trump, poi, subirà un’accelerazione la politica di contenimento della Cina (anche attraverso l’imposizione di una tariffa straordinaria del 60% sulle importazioni).
Un altro tema caro a The Donald è quello della deregolamentazione che consentirebbe, tra le altre cose, di ottenere con maggiore facilità l’approvazione della messa in commercio di nuovi farmaci, di effettuare nuove esplorazioni per l’estrazione di gas naturale e petrolio, di portare a termine operazioni di fusione e acquisizione (l’esatto opposto della politica antitrust caldeggiata dai democratici) e di sviluppare la produzione di elettricità sfruttando una pluralità di fonti diverse quali il carbone, il nucleare e l’idroelettrico.
Tutto da comprendere, poi, è il ruolo di Elon Musk, a capo, con l’imprenditore farmaceutico e politico repubblicano Vivek Ramaswamy, del nuovo “Dipartimento per l’efficienza governativa” (DOGE).
Il DOGE si riprometterebbe di tagliare la spesa pubblica di 2.000 miliardi di dollari (il 30% della spesa pubblica) e questo potrebbe impattare negativamente sulla crescita economica nel breve termine ma fornire maggiori benefici nel lungo periodo.
L’effetto complessivo dovrebbe comunque essere positivo, almeno nella prima fase, per l’economia statunitense che potrebbe però successivamente trovarsi a fare i conti con un debito pubblico in ulteriore crescita (e questo è un altro dei timori, non dichiarati, della Federal Reserve) e qui potrebbe inserirsi il lavoro di contenimento del DOGE.
Più complicata potrebbe essere la vita per il nostro continente, con una crescita economica asfittica e colpito da nuove tariffe sull’export e dalla cura dimagrante del suo principale cliente (intenzionato a fare sempre più shopping all’interno dei propri confini).
D’altro canto, la debolezza dell’euro è di supporto ai nostri esportatori e i tassi d’interesse dovrebbero scendere più rapidamente rispetto a quanto avverrà negli Stati Uniti aiutando, oltre all’economia, i mercati obbligazionari e, indirettamente, azionari.
Il 2025 potrebbe anche essere l’anno della fine dei due maggiori conflitti in corso (un altro degli obiettivi elettorali di Trump) e la prospettiva di un (enorme) piano di ricostruzione sarebbe benvenuta per i Paesi europei (i più coinvolti e penalizzati) e gli Stati Uniti e per le loro aziende coinvolte.
Ovviamente non possiamo certo ignorare i rischi provocati da eventi imprevisti e dalla possibilità che gli elementi di incertezza che già si possono intravedere possano degenerare.
Ciò detto le previsioni pubblicate dagli analisti delle principali case d’investimento nelle ultime settimane riflettono un moderato ottimismo, con obiettivi di salita del mercato azionario statunitense nel 2025 di circa il 10%.
Si tratterebbe, se corretto, di un risultato che raramente si è prodotto in passato: dal 1927 l’indice Standard and Poor 500 è salito tra il 5 e il 10% solo sei volte.
Insomma, molto probabilmente, ancora una volta, le stime fornite dagli investitori professionali saranno disattese: rimane solo da vedere in quale direzione…
D’altronde, si sa, siamo figli delle stelle e l’unica funzione ragionevole delle previsioni economiche è quella di far apparire rispettabile l’astrologia.

Tradizione o intossicazione?

E’ notizia di questi giorni che una signora inglese già da alcuni anni, pur di mantenere viva a casa sua la tradizione del cenone risparmiando (non poco) avrebbe utilizzato gli avanzi delle feste aziendali, convincendo gli organizzatori del catering a “passarle” gli avanzi. Finché, nel 2017, in un cenone che ebbe luogo alcuni giorni dopo aver preso quel cibo, qualcosa andò storto: molti dei partecipanti accusarono malesseri, il marito, la figlia minore, i suoceri alcuni cugini e amici di famiglia a causa di un’intossicazione alimentare.

Questo è sicuramente un caso limite, ma il rischio è comunque presente specie se si utilizzano preparazioni domestiche della cui modalità di preparazione non si è sicuri, prodotti di bassa qualità o, specie nei discount, prodotti con data “best before” superata.

Tutti i cibi conservati sottovuoto e ricchi di acqua possono diffondere il botulino, proprio perché questo è un clostridio anaerobo che vive, quindi, in assenza di aria. E’ più facile reperire questa tossina nei cibi realizzati domesticamente perché minori sono i controlli e le attenzioni; nelle industrie solitamente i controlli di NAS e ASL sanzionano eventuali difformità dalla legislazione vigente.

Sono altrettanto a rischio le conserve vegetali, le salse, tonno e carne in scatola, gli insaccati.

Quale il senso di questa disamina? In queste festività, essendo noi un popolo di poeti, navigatori e, soprattutto, di mangioni diamo molta importanza alla quantità sia nell’imbandire la tavole che nel preparare cestini natalizi. Al di là di ogni considerazione nutrizionale, dietetica o medica, se pensassimo di più alla qualità piuttosto che alla quantità?

Orientarsi su produttori di chiara fama, o mettere nei cestini cibi che non possano costituire pericolo alimentare?

Se sono persone che conosciamo bene, sapremo se posseggano una macchina per caffè a capsule (o cialde) o se usino ancora la moka; in alternativa marmellata, frutta di stagione, frutta secca, formaggio tipo Grana, legumi secchi, biscotti, fette biscottate ma dando sempre la priorità alla qualità.

Molti di noi tendono a esagerare quando si tratta di regalare qualcosa in concomitanza con le festività principali o se organizzano cene temono di sfigurare cucinando solo ilnecessario, di passare per tirchi, che qualcuno abbia ancora fame ma di dovergli dire “non ce n’è più”; e puntualmente tutti gli anni buttiamo via gli avanzi, quando va bene li distribuiamo tra gli ospiti o ci costringiamo a mangiare gli avanzi per diversi giorni a seguire.

Se per fare questo, però, siamo costretti a lucrare sulla qualità di ciò che offriamo qualcosa non funziona; la salute dei nostri commensali e nostra è seriamente a rischio.

Se il produttore non avesse indicato in etichetta tracce di un allergene, anche solo per la presena nello stabilimento?

Se un dono, perché il regalo è un’altra cosa, indica il sentimento che proviamo verso il ricevente, mandarlo in ospedale non sembra il modo migliore per dimostrarglielo; meglio poco, magari tra prodotti di eccellenza (champagne, tartufo, caviale, quello vero, sigari cubani, whisky invecchiato, ecc.) piuttosto che molti prodotti di dubbia qualità.

E’ corretto, quasi doveroso, mantenere le tradizioni anche se alcune andrebbero adattate alle mutate esigenze della società (più nessuno zappa la terra, spacca le pietre o taglia manualmente gli alberi, quindi 3000 calorie al giorno sono eccessive), la vita sedentaria favorisce il sovrappeso e così via.

Cambiano i tempi, cambiano i gusti e le esigenze delle persone per cui sarebbe il caso di adeguarci, se non vi è nulla che ci impedisca di farlo.

Un occhio alla salute, uno riguardo all’ecologia, un’attenzione agli interessi di chi riceverà il dono o mangerà i nostri manicaretti: non solo dimostreremo di conoscere i suoi gusti ma faremo una scelta razionale, dando priorità al suo gradimento e spendendo probabilmente la stessa somma.

Se fossi un matematico potrei dire che il rapporto tra qualità e quantità è una costante: al diminuire di una se aumenta l’altra il risultato rimane invariato.

Ma il fattore umano dovrebbe restare il valore dominante.

Sergio Motta

Capodanno… col botto!

IL TORINESE… CON LA CODA

Ci siamo quasi, domani sera saluteremo il 2024 e accoglieremo il nuovo anno. 

C’è chi festeggerà, chi tirerà le somme dell’anno passato, chi farà grandi propositi per quello nuovo.

Ci saranno quelli che festeggeranno in compagnia e quelli che decideranno di andare a dormire prima della mezzanotte.

E i nostri amici pelosi? 

Cominciamo con il dire che, per fortuna, la maggior parte di loro passa una sera come un’altra, qualcuno accoglierà un pò di gente in casa e magari ruberà un pezzo di cotechino, qualcuno invece sarà lasciato a casa da solo, mentre i proprietari vanno fuori a festeggiare.

Questo per dire che ci sono dei cani e dei gatti che non patiscono i rumori ed i botti di Capodanno, vivono serenamente la notte dell’ultimo dell’anno.

Sappiamo però, purtroppo, che ci sono invece alcuni animali che proprio non la sopportano, alcuni addirittura ne sono terrorizzati.

Come dobbiamo comportarci in questo caso?

Il primo consiglio, se il vostro animale ha paura, è di non lasciarlo a casa da solo, magari accendete la televisione o la musica, in modo che il rumore dei botti si confonda un po’.

Stategli vicino, cercando di tranquillizzarlo e accarezzarlo.

Scegliete una stanza rifugio, quella in cui i rumori esterni si percepiscono un pò meno, chiudete le imposte e trasferitevi lì almeno mezz’ora prima dell’evento. Impeditegli l’accesso al balcone.

Questo vale anche per quei cani che di solito vivono in giardino.

Esistono anche degli integratori, su base naturale che possono essere somministrati, ma occorre cominciare qualche settimana prima.

Nei casi più gravi si può ricorrere all’uso dei farmaci, per questo la scelta del farmaco, il dosaggio ed i tempi di somministrazione devono essere prescritti da un medico veterinario, previa visita clinica e anamnesi accurata.

E’ importante valutare quanto sia il grave il problema, se un ansiolitico sia sufficiente o se siano necessarie altre terapie.

Superfluo dire che, come al solito, il veterinario deve essere la vostra figura di fiducia. Non l’amico, il cugino, il portinaio o il vicino di casa. Meglio ancora se il veterinario si occupa o si affida ad un collega che è specialista in comportamento.

 

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo