LIFESTYLE- Pagina 425

L’amore non fa rumore

maiorano amoreTorino…il primo luogo in cui sono possibile!

di Francesca Petrone

 

Mi trovo sotto al porticato del tempio della musica, ancora immersa nella dimensione concertuale, dove l’armonia orchestrale riesce a valicare il brusio di qualsiasi pensiero e sentimento.

 

L’energia liberata scorre ancora nelle vene. Voglio farla mia il più a lungo possibile.

 

E’ la prima volta che suono al Conservatorio Giuseppe Verdi. E’ stato emozionante, ma oggi è un giorno speciale al di là dell’auditorium, al di là del sentire.

 

Dovrei essere in tempo per assistere all’accensione delle Luci d’Artista che, proprio nel periodo più freddo dell’anno, impreziosiscono e riscaldano il carattere della città e di chi la calpesta.

 

Non mi muovo. Aspetto con il viso proteso verso l’alto. Non dovrebbe mancare molto.

 

Ecco che Piazza Bodoni esclama L’amore non fa rumore…Eppure io un sottofondo lo percepisco. A volte proviene da dentro, altre risuona dall’esterno come un eco di cui perdiamo il controllo, come la sirena di una nave che avvisa dell’imminente approdo impossibile da fermare, come il richiamo di un viaggio di cui nulla conosciamo. L’amore riecheggia anche quando siamo obbligati a ingabbiarlo. Forse è proprio quello l’amore che, silenziosamente, fa più rumore. Più di qualsiasi altro, libero di potersi esprimere. Colpisce le sbarre del muto abisso in cui è costretto.

 

Eppure io un sottofondo lo percepisco……Che cos’è?

 

Ciò che sembra è diverso da ciò che è.

 

(Foto: Vincenzo Maiorano)

 

"Strani oggi" in prima assoluta al Gobetti

teatro gobetti strani oggiRacconta le vite di una generazione che il proprio futuro l’ha scritto rinunciando o mettendo da parte ambizioni e aspirazioni, accettando qualunque, qualsiasi, qualsivoglia proposta, progetto, possibilità, etichetta

 

Per la seconda edizione della rassegna “Il cielo su Torino”, progetto dedicato alle compagnie sostenute da STT, Sistema Teatro Torino, venerdì 8 gennaio 2016, alle ore 20.45, debutterà in prima assoluta STRANI OGGI ideazione e drammaturgia di Simone Schinocca e Livio Taddeo. Lo spettacolo diretto da Simone Schinocca è interpretato da Valentina Aicardi, Francesca Cassottana, Andrea Fazzari, Federico Giani, Mauro Parrinello. Le scene sono di Sara Brigatti, i costumi di Agostino Porchietto, le musiche e gli arrangiamenti di Maurizio Lobina (Eiffel 65) e Giorgio Mirto.Strani Oggi, prodotto dall’Associazione Tedacà, sarà replicato al Gobetti sabato 9 gennaio 2016, alle ore 19.30.

 

Sono trascorsi ormai cinque anni e i padri di Strani – Ieri hanno fatto tutto ciò che dovevano, hanno lavorato fino a consumarsi perché i figli potessero crescere, studiare e prepararsi a vivere. E poi, cosa è successo? È su questa domanda che si apre Strani Oggi e racconta le vite di una generazione che il proprio futuro l’ha scritto rinunciando o mettendo da parte ambizioni e aspirazioni, accettando qualunque, qualsiasi, qualsivoglia proposta, progetto, possibilità, etichetta. Sono gli ex-giovani cresciuti all’ombra di una crisi che da condizione economica è diventata terra di mezzo, parola paludosa, sineddoche per eccellenza di un modo di vivere e di pensarsi. Senza domani nella propria terra, pronti a partire, pronti ad arrivare, in cerca di un futuro.

 

Una manciata di storie, così intime e per questo così universali, che la compagnia Tedacà ha raccolto attraverso un lungo lavoro di ricerca e condivisione, sul web e dal vivo. Una drammaturgia scritta a più mani e affidata a un cast di giovani attori diplomati alla Scuola per Attori dei Teatri Stabili di Torino e Genova, con le musiche originali di Maurizio Lobina, vincitore di World Music Award, BMI Award e dischi diamante, multiplatino e oro con gli Eiffell 65.

 

STRANI OGGI

ideazione e drammaturgia Simone Schinocca e Livio Taddeo

regia Simone Schinocca

con Valentina Aicardi, Francesca Cassottana, Andrea Fazzari, Federico Giani, Mauro Parrinello

assistente alla regia Claudia Cotza

musiche e arrangiamenti Maurizio Lobina (Eiffel 65) e Giorgio Mirto

scenografia Sara Brigatti

costumi Agostino Porchietto

progetto grafico Silvio Giordano

Associazione Tedacà

 

INFO: Tel. 011 5169555 – Numero verde 800235333

Orari: venerdì 8 gennaio 2016, ore 20.45 e sabato 9 gennaio 2016, ore 19.30.

Prezzi dei biglietti: Intero € 27,00. Ridotto di legge € 24,00

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino

orari: dal martedì al sabato ore 13.00/19.00 – Vendita on-line: www.teatrostabiletorino.it

 

 

Il Presidente della Repubblica scrive alla partigiana Maria Riva

mattarella agendaEra stata proprio la maestra Riva a scrivere a Mattarella, dopo la sua visita ufficiale dello scorso 31 ottobre a Forno di Coazze

 

www.lagenda.news

 

Quando, lo scorso 31 dicembre, la maestra Maria Riva, 91enne staffetta partigiana, ha ricevuto la busta con il sigillo della Presidenza della Repubblica, non poteva credere ai suoi occhi. La busta conteneva infatti una lettera scritta a mano dal presidente Sergio Mattarella in persona che, con la sua calligrafia veloce, difficile da comprendere al primo colpo, ringrazia Maria per il suo impegno affinché la memoria della Resistenza in Val Sangone non vada persa. Era stata proprio la maestra Riva a scrivere a Mattarella, dopo la sua visita ufficiale dello scorso 31 ottobre a Forno di Coazze: “Volevo segnalargli che, purtroppo, a causa del poco tempo a disposizione, non eravamo stati in grado di affiggere la targa fuori dalla chiesa di San Giuseppe di Forno (che ricorda l’importante ruolo ricoperto da questo luogo di culto, durante la guerra civile del ’43- ’45, ndr) prima del suo arrivo, ma che, comunque, essa è stata inaugurata il 15 novembre” spiega, ancora emozionata, Maria Riva. Il presidente, dopo essersi scusato per non avere risposto tempestivamente alla missiva, a causa di alcuni impegni all’estero, ha poi sottolineato il suo “grande apprezzamento” per l’opera che la signora Riva svolge per “onorare la memoria dei caduti per la Libertà”. Con gioia fanciullesca, Maria Riva ha poi concluso: “Gli risponderò senz’altro, ringraziandolo per la sua gentilezza e, inoltre, credo proprio che farò incorniciare la sua lettera e che la appenderò in casa mia”.

UNA MERENDA REALE A PALAZZO

coda musei realeSarà possibile, in cambio di 10 euro, gustare la “Merenda reale” anche in altri locali storici che aderiscono all’iniziativa di Turismo Torino

 

Nell’ambito di “Natale coi fiocchi”, il ricco carnet di eventi offerti dal Comune di Torino in occasione delle festività natalizie, spicca un’iniziativa molto”golosa”: la Merenda Reale in versione settecentesca. Turismo Torino e Provincia invitano tutti, torinesi e turisti, dal 19 dicembre al 10 gennaio, e in seguito, ogni fine settimana di febbraio, a immergersi nella magica atmosfera di Palazzo Reale. Sarà l’occasione per assaporare il rito tanto amato dai Savoia, una merenda proposta dalla famosa pasticceria Gerla, che gestisce la caffetteria della più importante residenza sabauda del Piemonte. Dalle ore 16 si potrà infatti gustare la cioccolata calda fatta a mano secondo le antiche tecniche dei maestri pasticcieri di Casa Savoia, abbinandola ai pasticcini e ai biscotti artigianali di Gerla. Oltre al Caffè Reale di Palazzo Reale sarà possibile, in cambio di 10 euro, gustare la “Merenda reale” anche in altri locali storici che aderiscono all’iniziativa di Turismo Torino, come la Caffetteria degli Argenti della Reggia di Venaria e il Caffè Madama di Piazza Castello. I pasticcieri e i baristi sono stati istruiti da Barbara Ronchi della Rocca, esperta di bon ton e tradizioni di Casa Savoia.

 

(Foto: il Torinese)

Helen Alterio

"Il Milione" all'Astra per Capodanno

astra teatroIl divertente vaudeville è rivisitato dal trio Beltramo / Insegno / Iossetti in prima nazionale

 

Protagonista delle festività e del Capodanno al teatro Astra è lo spettacolo Il Milione, un appassionante e divertente vaudeville di inizio Novecento composto da Georges Berr e Marcel Guillemaud. A assicurarne il successo è la comicità del trio Beltramo/Insegno/Iossetti,  in una nuova proposta in prima nazionale.

 

Il Milione fu rappresentato per la prima volta nel 1910 a Parigi al Theatre du Palais Royal, in piena Belle Epoque e conobbe il successo che quell’epoca spensierata accordava al genere del vaudeville. Nel 1930 Rene’ Clair trasse liberamente da quel testo un film che riscosse un successo ancora maggiore. Questa nuova riscrittura conferma che Il Milione non ha perso negli anni la sua freschezza nel raccontare le peripezie di un pittore squattrinato che vinse alla lotteria il milione,  che dà il titolo alla commedia, ma perse la giacca che conteneva il biglietto vincente… di qui iniziava, aiutato dagli amici, la fantomatica ricerca dell’indumento, che passava da una mano all’altra.

 

Per la serata di Capodanno, al termine dello spettacolo, si proseguirà con un brindisi e intrattenimento dopo mezzanotte.

 Mara Martellotta

Biglietto intero 50 euro, ridotto 45 euro.

Teatro Astra. Via Rosolino Pilo 6. Il Milione, fino al 10 gennaio 2016.

Fondazione Teatro Piemonte Europa.

Scrivi le tue parole d'amore al "Torinese"

Messaggi, lettere e parole d’amore: alla persona amata, per un compleanno di amici e familiari, per un anniversario. Saranno pubblicati sul “Torinese”. Invia una mail a edizionibest@libero.it

 

 

CUORE INFRANTOLuca alla sua Elisa

“Amore mio, perchè non hai risposto al mio i-message? Ho fatto qualcosa che non va? scrivimi, ti prego!”

 

Alberto scrive a nonna Luisa

“Ciao nonna, un augurio da me e Frank per il tuo 80° compleanno!”

 

50° per Carlo e Amalia

“Carlo e Amalia festeggiano il proprio 50° anniversario di matrimonio. Tanti anni felici che verranno celebrati da tutta la famiglia Rossi con un grande pranzo a casa di Antonio e Graziella!”giovani cuore

 

Pulce, ritorna!

“Da quando sei scappata da me non è più la stessa cosa. Se pensi che io sia sempre il tuo “più che amico”, fatti viva, Pulce, e io ti accoglierò a braccia aperte”

Enrico

Branciaroli al Carignano con Enrico IV

branciaroliDopo il vecchio mattatore shakespeariano di Servo di scena di Harwood, Il Teatrante di Bernhard e Don Chisciotte di Cervantes, Branciaroli mette in scena per la prima volta un testo di Pirandello

 

Martedì 5 gennaio 2016, al Teatro Carignano di Torino debutterà ENRICO IV di Luigi Pirandello, con la regia di Franco Branciaroli, le scene e i costumi di Margherita Palli e le luci di Gigi Saccomandi. Lo spettacolo è interpretato dallo stesso Branciaroli nel ruolo di Enrico IV e da Viola Pornaro (La Marchesa Matilde Spina), Valentina Violo (Sua figlia Frida), Tommaso Cardarelli (Il giovane Marchese Carlo di Nolli), Giorgio Lanza (Il Barone Tito Belcredi), Antonio Zanoletti (il Dottor Dionisio Genoni), Sebastiano Bottari (Landolfo – Lolo), Mattia Sartoni (Arialdo – Franco), Andrea Carabelli (Bertoldo – Fino), Giovanni Battista Storti (Il vecchio cameriere Giovanni).

 

Enrico IV, prodotto da CTB Centro Teatrale Bresciano/Teatro de Gli Incamminati, sarà replicato al Carignano per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale fino a domenica 17 gennaio.

 

In bilico tra follia e finzione, tra manipolazione della verità e impossibilità di calarsi nella realtà del mondo, Enrico IV narra la fuga dal reale attraverso il teatro. Dopo il vecchio mattatore shakespeariano di Servo di scena di Harwood, Il Teatrante di Bernhard e Don Chisciotte di Cervantes, Branciaroli mette in scena per la prima volta un testo di Pirandello, scegliendo la crudeltà e la spietatezza di questo dramma sul rifiuto del mondo e delle sue convenzioni. Opera in 3 atti, scritta nel 1921 e rappresentata per la prima volta nel 1922, Enrico IV è uno studio sul significato della pazzia e sul tema del rapporto complesso e inestricabile tra personaggio e uomo, finzione e verità. Pirandello si avvicina alla psicanalisi freudiana dopo la malattia della moglie Antonietta, lunga e penosa discesa nei gironi della follia che influenzerà la produzione del drammaturgo, amplificando i temi della perdita dell’Io e del contrasto tra vita e forma che connotano le sue principali opere. Enrico IV è la recita di una recita: quella di una cavalcata in costume dove i partecipanti scelgono di vestire i panni di un personaggio storico e della sua dama. Il protagonista, che vent’anni dopo la caduta che lo ha fissato nel tempo insieme al travestimento, mantiene il nome del suo personaggio storico, è vittima non solo della follia, ma anche dell’impossibilità di adeguarsi al modus vivendi di chi lo circonda.

 

 

Per RETROSCENA, il progetto realizzato dal Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale con lUniversità degli Studi di Torino/Dams, in collaborazione con Circolo dei Lettori, Torinodanza Festival, Torino Spiritualità e Museo Nazionale del Cinema

al TEATRO GOBETTI (Via Rossini 8 – Torino)

giovedì 7 gennaio 2016, ore 17,30

Franco Branciaroli dialoga con Armando Petrini (DAMS, Università di Torino) su Enrico IV

di Luigi Pirandello.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti in sala.

 

 

TEATRO CARIGNANO 5 – 17 gennaio 2016

ENRICO IV di Luigi Pirandello con Franco Branciaroli

e con (in ordine di locandina): Viola Pornaro, Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Sebastiano Bottari, Mattia Sartoni, Andrea Carabelli, Giovanni Battista Storti

regia Franco Branciaroli

scene e costumi Margherita Palli

luci Gigi Saccomandi

CTB Centro Teatrale Bresciano/Teatro de Gli Incamminati

 

 

INFO: Tel. 011 5169555 – Numero verde 800235333

Orari degli spettacoli: martedì 5 gennaio 2016, ore 19.30; mercoledì 6 gennaio, ore 15.30; giovedì 7, venerdì 8 gennaio, ore 20.45; sabato 9 gennaio, ore 19.30; domenica 10 gennaio, ore 15.30. Lunedì 11 gennaio, riposo; martedì 12 e sabato 16 gennaio, ore 19.30; mercoledì 13, giovedì 14 e venerdì 15 gennaio, ore 20.45; domenica 17 gennaio, ore 15.30.

Prezzi dei biglietti

Settore A: Intero € 36,00. Ridotto di legge € 33,00

Settore B: Intero € 30,00. Ridotto di legge € 27,00

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino

Orari: dal martedì al sabato ore 13.00/19.00.

Orari durante le festività: giovedì 24 dicembre dalle 10.00 alle 17.00. Martedì 29, mercoledì 30, giovedì 31 dicembre e sabato 2 gennaio dalle 13.00 alle 19.00. La biglietteria resterà chiusa nei giorni: 25-26-27-28 dicembre 2015 e il 1° e il 6 gennaio 2016.

Vendita on-line: www.teatrostabiletorino.it

 

 

“Il successore”. In un film la “seconda possibilità” di Vito Alfieri Fontana

successore1Un viaggio esistenziale dall’Italia verso gli ex teatri di guerra della Bosnia Erzegovina dove ancora oggi squadre di sminatori sono attive nella bonifica dei terreni. Nel conflitto tra dovere e coscienza si muovono i passi di un uomo in cerca di riscatto

 

Vito Alfieri Fontana è un ingegnere ed ex proprietario della Tecnovar, azienda pugliese specializzata nella progettazione e nella vendita di mine antiuomo. In seguito a una profonda crisi esistenziale l’ingegner Fontana mette in discussione se stesso, il suo lavoro e i rapporti con la sua famiglia, in particolar modo con il padre, figura tanto carismatica quanto ingombrante. Il peso della successione e delle responsabilità si scontrano così con l’intima esigenza di interrompere la produzione di mine antiuomo. Una domanda lo assilla: quante vittime avrà causato il lavoro della Tecnovar? La risposta a questa domanda assume per Fontana contorni inquietanti, ma è anche il punto di partenza di un viaggio esistenziale dall’Italia verso gli ex teatri di guerra della Bosnia Erzegovina dove ancora oggi squadre di sminatori sono attive nella bonifica dei terreni. Nel conflitto tra dovere e coscienza si muovono i passi di un uomo in cerca di riscatto, seppur consapevole che il bilancio tra bene e male non potrà mai più essere in attivo.

 

E’ così che Vito Alfieri Fontana,dopo una profonda crisi morale, passa dall’altra parte della “barricata” e diventa sminatore in Bosnia e non solosuccessore3 lì. Questa è la storia, vera e dolente, narrata ne “Il successore”, che il giovane regista Mattia Epifani, trentenne leccese, porta sullo schermo raccontando un conflitto interiore che affligge molti, quello tra dovere e coscienza: la crisi di Fontana infatti nasce dal dovere decidere se seguire le orme del padre o se opporsi alla produzione di quell’oggetto distruttivo che sono le mine antiuomo. E sceglie la seconda strada. Reduce dal successo all’IDFA di Amsterdam, il più importante festival internazionale del film documentario, l’opera ( prodotta da Apulia Film Commission con la Fluid Produzioni)  ha vinto come “Migliore Film sul mondo del lavoro”  il Premio Cipputi al Torino Film Festival. Il film è stato realizzato grazie ai fondi del Progetto Memoria, un bando indirizzato alla produzione di piccoli grandi film con l’obiettivo di realizzare e promuovere il documentario di narrazione. “ Sono orgoglioso che Torino mi abbia regalato questo premio particolarmente legato all’attualità della condizione umana, del lavoro, della società civile. Questa non è la classica vicenda di redenzione ma il racconto di un uomo che ha rinnegato se stesso per darsi una seconda possibilità”, ha sottolineato Mattia Epifani.

 

successore2Nella pellicola, che dura 52 minuti, la difficile storia di Vito Alfieri Fontana, scorre parallela per una buona metà del film a quella di uno sminatore bosniaco che durante una missione ha perso una gamba. In un secondo tempo, si scopre che i  due sono diventati amici e collaboratori, dal momento che Fontana decide di dare una svolta alla sua vita. Un film sobrio e corretto, affidato sostanzialmente a quattro serie di contributi: un diario a ritroso di Vito Fontana, che in voce fuori campo commenta e “riassume”  bilanci sulla sua vita, l’attività del futuro collega bosniaco, uno sguardo intenso su natura e paesaggi balcanici, freddi e muti scenari di una guerra del passato, e una raccolta minore di filmati di repertorio, pescati per lo più tra materiali pubblicitari o promozionali dell’azienda Tecnovar. E’ proprio in quei luoghi, sul monte Trebević ( la montagna più bella di Sarajevo) , nei pressi dei resti della pista da bob, residuo delle Olimpiadi invernali del 1984, che ho conosciuto Vito Alfieri Fontana, mentre stava bonificando quell’area dagli ordigni. La sua è una storia di scelte e di coraggio, e il film – con sobrietà ed efficacia – gli rende merito. Emerge su tutto il protagonista che sfugge alla facile glorificazione delle sue scelte ammettendo, con grande amarezza, raccontando la sua esperienza, di aver fatto a malapena il suo dovere. Ma, a differenza di tanti, ha avuto la forza di farlo, ha messo in discussione la sua vita, le scelte e il lavoro,ripensandosi. Un giro netto di vita, una svolta che offre anche, in un contesto duro e drammatico, una speranza.

 

Marco Travaglini

Fiaccolate per il nuovo anno

fiaccolaNei comuni dell’Unione Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone

 

La fine del 2015 e l’inizio del 2016 verranno accolte nei comuni dell’Unione Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, all’insegna della tradizione. Per questo verranno organizzate nei centri una serie di eventi con fiaccolate, cori e sacre rappresentazioni. Mercoledì 30 dicembre, alle ore 19.30 a Cantoira ci sarà una fiaccolata da Santa Cristina per la località Trambiè con distribuzione di cioccolata e vin brulè, mentre giovedì 31 a Balme si svolge la fiaccolata di fine anno. Ad Ala di Stura il 2016, invece, incomincia con un triplo appuntamento: mercoledì 30 dicembre “Ala si fa gli auguri”  al Palafrascà con musica, panettone e vino,  sabato 2 gennaio, dalle ore 9 fiaccolata con al termine gran falò e zabaglione, domenica3, invece,ci sarà l’esibizine del Coro Polifonico di Lanzo. Mercoledì 5 gennaio a Corio, in frazione Piano Audi, si terrà la Sacra rappresentazione dell’Epifania, alle ore 21, con il presepe vivente. Mezzenile, infine, a cappello di tutti gli eventi natalizi delle tre valli, promuove “Il più dolce dei presepi” nella Cappella Sant’Anna del Castello Francesetti. Si tratta di una lotteria benefica il cui ricavato sarà devoluto alla Fondazione Faro, sul “Progetto evoluzione famiglia”. Il tutto preceduto da una polenta concia, mercoledì 6 gennaio, alle ore 12.30 nella sala Borgo.

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Boom turistico a Torino, sesta tra le città d'arte. La competizione è con Milano

turisti 1LE INCHIESTE DEL “TORINESE”

IL TURISMO

 

di Luca Briatore –  Negli ultimi anni, i numeri del turismo torinese e piemontese sono sempre stati superiori a quelli medi del Paese. Merito delle politiche di rilancio che hanno saputo trasformare il volto della città e della regione, producendo effetti anche sulla percezione del pubblico italiano e internazionale. La Torino “grigia città dell’auto” ormai non esiste più

 

Quella del turismo a Torino è storia recente. Fino agli anni ’90, la città è stata vista essenzialmente come la capitale dell’auto: una metropoli grigia e poco attraente, completamente al di fuori delle rotte turistiche italiane e internazionali. I torinesi non ci badavano più di tanto: contava il lavoro, l’industria, l’economia. Le vie del centro erano i canali di smaltimento del traffico automobilistico, che mettevano in comunicazione le periferie dell’industria e quelle dei quartieri operai, dove le maestranze degli stabilimenti rientravano alla fine del turno. Le facciate delle case eLUCI PERNA SANCARLO2 quelle dei palazzi storici avevano il colore grigio della polvere, ed erano polverosi anche i musei, meta di un pubblico quasi interamente locale. Di sera, poche luci e vetrine spente, e d’estate il deserto. L’intera città si spostava altrove per le ferie. Le piazze del centro assumevano il carattere metafisico dei quadri di De Chirico. Gli alberghi, in tutte le stagioni, chiudevano il sabato e la domenica, quando gli uomini d’affari in trasferta tornavano dalle loro famiglie.

 

ORTA LAGOLa scarsa attrattività del capoluogo, peraltro, si riverberava su tutta la regione. Solo poche aree erano in grado di attrarre turisti: il lago Maggiore, le montagne del Sestrière, il Gran Paradiso. Le politiche e le strutture per la promozione turistica erano pressoché assenti. L’inversione di tendenza si avvia negli anni ’90, con le amministrazioni Castellani e Ghigo. Ma è a partire dagli anni 2000 che il quadro cambia radicalmente. L’esplosione della popolarità di Torino si ha nel 2006, l’anno delle Olimpiadi. Sullo sfondo, però, già da tempo, c’è la crisi della Fiat. Dopo aver rischiato il fallimento, il colosso automobilistico riescepiazza s carlo chiese notte faticosamente a risollevarsi, ma abbandonando per sempre il ruolo che aveva avuto un tempo, di motore dell’intera economia piemontese. Gli occupati del comparto automotive, che negli anni d’oro, contando anche l’indotto, erano stati molte decine di migliaia, si riducono a qualche migliaio di addetti, spesso obbligati, per periodi più o meno o lunghi, alla cassa integrazione. È questo, nei fatti, il contesto in cui si attua la trasformazione del volto di Torino, da grigia e caotica capitale dell’auto – ricca – a città d’arte di importanza riconosciuta, significativamente impoverita ma splendente, pulita (almeno in centro) e orgogliosa di sé come non accadeva dai tempi del regno sabaudo.

 

langheNulla, ovviamente, avviene per caso. La metamorfosi di Torino e del Piemonte è stata fortemente voluta, tanto dalle amministrazioni comunali e regionali che dagli attori economici superstiti, preoccupati di dare a città e regione delle nuove opportunità, rimediando almeno in parte, con questa e altre iniziative, all’immenso “vuoto Fiat”. Inutile chiedersi se questo vuoto sia stato riempito dal turismo. Storicamente, il peso del turismo sul PIL di un Paese è inversamente proporzionale al suo grado di sviluppo. Il comparto del turismo, in altri termini, produce certamente un movimento di denaro, ma non paragonabile ai flussi di capitale che vengono naturalmente attivati dall’industria. La cultura, allo stesso modo – l’altro grande capitolo su cui Torino e il Piemonte hanno puntato molto – è un investimento di lungo periodo, da  cui è inutile aspettarsi grandi ricadute economiche.

 

VALENTINO3Piuttosto che considerare la carta turistica come la panacea di tutti i mali, insomma – oppure, peggio, come la sottile glassa di zucchero che ricopre l’amara pillola della decadenza – è meglio prenderla per quello che è: un’operazione che, nel rendere la città più attraente per i visitatori, contribuisce a migliorare la qualità della vita dei residenti, dando una mano, ovviamente, ad alcuni settori economici. Il tutto in attesa che gli sforzi impiegati in altre iniziative – forse meno attraenti ma si spera più redditizie – tornino a muovere significativamente l’economia. Ma qual è la situazione del Piemonte rispetto al resto d’Italia? Quali sono i punti di forza e quelli di debolezza del nostro sistema turistico? Cosa si è fatto e cosa si può fare, ancora, per sfruttare pienamente le potenzialità del comparto? Come è cambiata la vita dei torinesi e dei piemontesi, da quando il turismo è divenuto un pezzo importante dell’economia locale?

 

Per rispondere a queste domande, occorre partire dai dati che riguardano l’Italia. Negli ultimi anni, il nostro Paese si è confermato come ilrisorgimento museo settimo al mondo per entrate valutarie turistiche. I visitatori stranieri spendono in Italia poco più di 45 miliardi di euro l’anno (il dato è del 2014), facendo del turismo una delle principali voci del nostro export (esattamente, il 3,1% degli scambi con l’estero). Solo negli Stati Uniti, in Spagna, in Francia e in Cina i turisti stranieri spendono di più. Nel complesso, calcolando anche il turismo interno (quello, cioè, degli italiani che vanno in vacanza nel Bel Paese), il volume d’affari del turismo raggiunge in Italia la ragguardevole cifra di 81,3 miliardi di euro. Le persone impiegate nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione sono circa 2,6 milioni.

 

Meno positivo è il dato che riguarda l’incidenza del turismo sul nostro PIL: il 4,2%, una cifra significativamente elevata rispetto a quella che interessa la maggior parte dei Paesi sviluppati. Se ai ricavi diretti si aggiunge anche l’indotto, si arriva anzi al 10,4% del prodotto interno lordo: segno evidente della crisi dell’industria. In un Paese come il Brasile, che pure è un’economia ancora emergente, a fronte di un ricavo turistico di quasi 75 miliardi (cifra di assoluto rispetto), il turismo incide sul PIL solamente per il 3,4%.

 

papa vittorio 1111L’altro dato poco confortante riguarda la quota di mercato detenuta dall’Italia nell’ambito del turismo internazionale. È vero, infatti, che negli ultimi anni il numero dei turisti nel nostro Paese è aumentato costantemente. Se paragonato alla crescita della domanda di turismo che si è avuta nello stesso periodo a livello mondiale, però, il ritmo di crescita è stato davvero lento. Tra il 2000 e il 2013, nel mondo, i ricavi turistici sono raddoppiati, ma solo in minima parte si sono riversati qui. Se nel 2000 andava all’Italia il 5,8% dei ricavi mondiali da turismo, nel 2013 questa quota è scesa al 3,7%. A condizionare il calo è stato, in parte, il proliferare di nuove mete vacanziere, pronte ad accogliere i turisti provenienti da Paesi emergenti come il Brasile, la Russia, l’India e la Cina. Ma ha fatto la sua parte anche la crisi del nostro mercato domestico – il turismo interno – che da diversi anni appare in calo (nel 2013, per esempio, rispetto al 2012, gli arrivi “dal resto d’Italia” sono calati del 2,5%, mentre i pernottamenti sono scesi del 4,1).

 

mole vittorioIn questo contesto, fatto di luci e ombre, Torino e il Piemonte si sono comportati molto bene, registrando numeri sempre superiori a quelli medi del Paese. Da sempre ignorati (o quasi) dai tour operator, hanno attuato delle politiche di rilancio che hanno saputo trasformare il volto della città e della regione, producendo degli effetti significativi anche sulla percezione del pubblico italiano e internazionale. Oggi, agli occhi di molti, Torino è una delle più belle città d’Italia (“la più bella”, ha detto Vittorio Sgarbi di recente al nostro giornale). Il cuneese, l’astigiano e l’alessandrino, intanto, da aree misconosciute – note solamente per l’importanza di alcuni vini e per la presunta “chiusura” degli abitanti – sono salite agli onori delle cronache.

 

Per rimuovere i pregiudizi del passato, non bastava ripulire le facciate dei palazzi, né riallestire le collezioni museali in una chiave più moderna. Bisognava creare interesse e attenzione. Per ottenere questo risultato, si è deciso di puntare su alcuni grandi eventi, utili a fare accendere i riflettori sulla regione e sul suo capoluogo: un terreno su cui si è concentrata soprattutto Torino, in primis con le Olimpiadi invernali, ma non solo. A partire dal 2006, oltre a ospitare le manifestazioni olimpiche, turisti 2Torino è stata la sede di una miriade di eventi sportivi, spesso di rilevanza internazionale. Nel frattempo, è stata Capitale mondiale del libro, Capitale del design, sede del Congresso mondiale degli Architetti, Capitale europea della Scienza, Capitale europea dei Giovani, ospitando anche, nel 2011, le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.Lentamente, ma neppure troppo, l’immagine di Torino ha cominciato a cambiare e molti hanno preso a parlarne, a visitarla e spesso a tornarne entusiasti. Non per gli eventi in sé, ma per l’esperienza che hanno vissuto: spazi accoglienti, strade pedonalizzate, arredi urbani coerenti, vetrine luminose, locali e ristoranti di qualità; e un’offerta culturale vastissima.

 

SALAME PIEMONTE VINO CIBOSi è cercato, in poche parole, di andare incontro alla domanda turistica degli ultimi anni, che non concepisce la vacanza come un semplice periodo di riposo, ma come un’occasione di arricchimento personale, nella quale ciascuno intende soddisfare le sue personali aspettative ed esigenze specifiche, che spaziano dal ristorante tipico alla performance artistica, dalla musica antica a quella elettronica, passando per lo shopping e per le più classiche visite a mostre e musei. È questa la ragione per cui si è fatto il possibile per dare risalto alle più disparate risorse artistiche e culturali della città e del suo territorio, ma anche a quelle enogastonomiche e dell’accoglienza. L’imperativo era: accontentare tutti. Nella consapevolezza che, nell’era di internet, migliaia di viaggiatori sono portati a condividere in rete le impressioni ricevute, e che un solo commento negativo tende a prevalere su dieci GRAN MADRErecensioni entusiastiche, e va quindi, nei limiti del possibile, evitato. Un percorso analogo, a partire da un contesto diverso, è stato seguito in alcune aree rurali del Piemonte, fino a ottenere, nel 2014, il riconoscimento delle Langhe, del Roero e del Monferrato – oggi le più importanti mete agrituristiche italiane – a Patrimonio Unesco dell’Umanità.

 

I risultati sono lusinghieri. In Piemonte, nel 2014, i pernottamenti hanno superato i 13 milioni, con una crescita del 3% rispetto all’anno prima e del 30% rispetto al 2005. I turisti sono stati 4,4 milioni (+3,8%), mentre il periodo medio di permanenza in regione è stato di tre giorni. Importante la presenza straniera, che ha rappresentato il 40% dell’utenza, ma è positivo anche il dato del turismo domestico, che è cresciuto del 3,5% nei pernottamenti e del 3% negli arrivi, in forte controtendenza rispetto ai risultati nazionali, che nello stesso periodo hanno registrato significativi cali. Particolarmente brillanti sono state le performance di alcune aree, come il novarese (+ 22% di presenze) e l’astigiano (+ 9,5%). La Provincia di Cuneo registra un +2,4% negli arrivi e un +2,2% nei pernottamenti (che superano la soglia del milione), mentre le colline di Langhe e Roero guadagnano il 3,7% negli arrivi e il 2,1% nei pernottamenti (oltre 640mila). Qualche flessione si registra nel Distretto turistico dei Laghi, nell’Alessandrino e nel Vercellese, dove presenze e pernottamenti calano in percentuali che variano tra il 2 e il 5%.PIEMONTE COLLINE

 

Torino, intanto, fa la parte del leone, confermandosi al sesto posto tra le città d’arte maggiormente visitate in Italia, alle spalle di Roma, Milano, Venezia, Firenze e Napoli. Nel 2014 in città e nei comuni limitrofi  i pernottamenti hanno superato la soglia dei 4 milioni (+3.5%), mentre gli arrivi sono stati oltre 1.6 milioni (+3.3), con una forte crescita degli arrivi dall’estero (+7,2%). Nel 2015 il quadro positivo sarà certamente confermato, complici alcuni eventi come l’ostensione della Sindone, il Bicentenario della nascita di don Bosco e anche i mega concerti di Madonna e degli U2.

 

Dati importanti, insomma, sia se considerati in sé, sia se posti a confronto con i numeri che riguardano l’intero Paese e la maggior parte delle regioni italiane. Solo i dati della Lombardia lasciano pensare che si possa fare ancora meglio. L’anno scorso – prima, quindi, della grande kermesse dell’Expo – l’aumento delle presenze in Lombardia ha toccato infatti il 20%. I turisti stranieri, inoltre, che sono circa il triplo rispetto a quelli che arrivano in Piemonte, spendono in Lombardia circa il quintuplo, tanto nello shopping (cosa relativamente comprensibile, vista la posizione di Milano nel campo della moda) che nei ristoranti. Sono Milano e la Lombardia, sembra di capire, i più diretti concorrenti di Torino e il Piemonte. Nei prossimi giorni, il Torinese raccoglierà commenti, proposte e suggerimenti utili ad affrontare la sfida. Li condivideremo con i nostri lettori.