LIFESTYLE- Pagina 411

Al Forte di Bard gli scatti di Sebastiano Salgado

La mostra del più celebre fotografo documentarista vivente è dedicata alla terre incontaminate del pianeta  

 

Forte di BardPer gli amanti della fotografia è d’obbligo una tappa  al Forte di Bard, dove è ospitata fino al 30 settembre prossimo la mostra dal titolo “Genesi”, dedicata all’opera di Sebastiano Salgado.  Il progetto comprende  ben  245 fotografie frutto del viaggio fotografico che l’artista ha compiuto nei cinque continenti per documentare,  con immagini in bianco e nero,  la rara bellezza del nostro patrimonio unico, il pianeta. Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastiano Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo, nato nel 1944 ad Aimores,  nello Stato brasiliano di Minas a Gerais.

 

“Il nome Genesi – ha spiegato Salgado –  nasce dalla mia esigenza di ritornare, per quanto possibile,  alle origini del pianeta, all’aria,  all’acqua e al fuoco da cui si è originata la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento, e a quelle tribù remote che vantavano stili di vita primitivi e incontaminati. Con il mio lavoro intendo dimostrare come era la terra senza uomini e senza donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano riuscite a coesistere in quello che è stato definito equilibrio ambientale”.

 

Salgado ha realizzato queste fotografie andando alla ricerca di quelle parti del mondo ancora incontaminate, nel corso di otto anni di lavoro, compiendo oltre trenta reportage, in cinque parti del globo, il Sud del pianeta, con l ‘Argentina,  l’Antartico,  le sue isole, poi l’Africa.   Nella terza parte Salgado compie un viaggio nelle isole definite “il santuario del pianeta”, che costituiscono una biodiversità particolarissima, come il Madagascar, la Papua Nuova Guinea e i territori degli Irian Jaya.  Il viaggio nell’emisfero Nord del mondo comprende regioni fredde come il Colorado, mentre la quinta e ultima sezione è quella riservata all’Amazzonia, sia in Brasile, sia nel Venezuela. Le immagini di Salgado colgono popolazioni ancora incontaminate come gli Yanomani e i Cayapo dell’Amazzonia brasiliana,  i Pigmei delle foreste equatoriale del Congo settentrionale, i boscimani del deserto sudafricano del Kahalari e le tribù Himba del deserto della Namibia. L’esposizione si pone anche come un grido di allarme per il pianeta Terra e uno stimolo per i visitatori a promuovere una salvaguardia della natura e a continuare a combattere per preservare quelle terre del pianeta rimaste ancora incontaminate. In mostra su può anche vedere il film su Sebastiano Salgado.

 

Mara Martellotta

De profundis per la Celid: muore un altro pezzo di storia torinese?

palazzo nuovo

I sigilli  per l’amianto a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio

 

Chiude definitivamente i battenti la Celid. I sigilli per l’amianto  a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio . Al momento la liquidazione pare l’unica soluzione al vaglio del Consiglio d’Amministrazione, e oltre agli undici dipendenti che rischiano la disoccupazione , si va incontro anche ad una dispersione di patrimonio culturale, di competenza e di servizio che dopo oltre 40 anni di attività creerà una lacuna al settore dell’editoria e ai suoi utenti, studenti e professori. Saranno comunque smaltite le rimanenze durante gli ultimi giorni di attività.

 

Su questo tema abbiamo raccolto le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato Vanda Cremona : ” In effetti prima dell’infausto 17 aprile 2015, data nella quale Palazzo Nuovo e’ stato dichiarato inagibile ,  la nostra cooperativa, con l’impegno dei soci,portava avanti il lavoro, anche se è’ innegabile la crisi dell’editoria. Il rapporto tra Universita’ e cooperativa e’ sempre stato solidale e forte, ma la decisione di metterci in liquidazione e’ stata una sorta di protezione. Ci tengo a sottolineare che e’ stata una scelta sofferta anche da parte del Rettore.  La reazione della città e’ stata straordinariamente solidale ,e anche per questo ci sentiamo in difficoltà, perché il nostro tipo di servizio e’ unico nel suo genere. Un ruolo non facilmente sostituibile. L’assenza delle librerie Celid e’ un problema per tutti, per gli studenti, i professori nonché’  per i dipendenti.  Ci stiamo interrogando su ciò che possiamo fare, per poter garantire un futuro a Celid, che ha oltretutto contribuito a far conoscere il patrimonio della nostra città  nella quale è’ importante occuparsi di far crescere il ruolo dei libri .

 

Credo che ne’ l’Universita’ ne’il Politecnico vogliano perdere il patrimonio Celid . Tutti coloro che hanno amato i libri sono passati alla Celid. Ad oggi stiamo ancora tentando di trovare una soluzione ,noi non vorremmo ammainare la bandiera . La mia solidarietà va anche ai colleghi editori che hanno dovuto chiudere. Fare il libraio e’ una passione e  il sostegno e i sentimenti positivi dei cittadini nei nostri confronti ci emozionano e ci danno la forza per continuare a cercare soluzioni .” 

 

 (Foto: il Torinese)

Clelia ventimiglia

Brachetti, ma che bella sorpresa!

BRACHETTI

Così “l’uomo dei mille volti” ritorna con i suoi amici nei teatri che più ama

 

Dopo l’incredibile successo delle prime due stagioni Arturo Brachetti “l’uomo dei mille volti” ritorna con i suoi amici nei teatri che più ama, quelli italiani, con uno straordinario e imprevedibile varietà magico di illusionismo contemporaneo: Brachetti che sorpresa!  Arturo viene catapultato in un grande videogame in cui incontra personaggi stravaganti tra cui il misterioso 328328 che, come un moderno Virgilio, lo accompagnerà nelle varie prove per passare dal livello 3 al livello 4. Riuscirà a ritrovare la sua valigia rossa perduta? Prime serate a Novara, dal 17 al 18 ottobre, ad Asti, il 21 ottobre, poi in giro per l’Italia

L'addio a Carol Rama, 97 anni di passione artistica

Scompare una figura originale ed eccentrica del mondo artistico dell’ultimo secolo. Proprio ieri era stata inaugurata la mostra diffusa in sei gallerie (leggi in ARTE, sulla homepage del Torinese) “PanoRama”, a lei dedicata

 

RAMA CAROLE’ morta a 97 anni Carol Rama, nota artista torinese, conosciuta come pittrice eccentrica, fin dalla metà degli anni Trenta. Nella sua lunga vita ha avuto  amicizie importanti come Edoardo Sanguineti, Carlo Mollino, Massimo Mila, Francesco Casorati, Man Ray e Andy Warhol. Nel 2003 le venne assegnato  a Venezia il Leone d’Oro alla carriera. L’artista è morta ieri nella sua casa di via Napione 15, dove ha sempre vissuto. I funerali  si svolgono domani mattina nella Parrocchia di Santa Giulia a Torino. Nella zona di Vanchiglia, proprio ieri era stata inaugurata la mostra diffusa in sei gallerie (leggi in ARTE, sulla homepage del Torinese) PanoRama, a lei dedicata. La rassegna rappresenterà ora una significativa occasione di ricordo di questa straordinaria figura di donna.

Le Asl "liberano" gli infermieri

Un esempio, per capire la portata di questa novità, è quello di un’infermiera di Vercelli che dopo avere partecipato al bando per la mobilità volontaria all’interno della regione, indetto dall’Asl di Biella, ed essere risultata idonea al trasferimento da Vercelli, si era vista negare il nulla osta proprio da parte dell’Asl vercellese

 

LETTO OSPEDALEDallo scorso giugno tutti gli infermieri che desiderano essere trasferiti in un’altra azienda della regione rispetto a quella in cui lavorano, o fuori dalla regione, non potranno più essere bloccati dall’Asl dove sono assunti, che dovrà lasciarli liberi. “Si tratta di un passo avanti molto importante per noi – spiega Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, Sindacato degli infermieriperché prima, per arrivare a vedere soddisfatto quello che per noi era in diritto, sancito dal decreto Madia, era necessario ricorrere a un giudice del lavoro”.

 

Un esempio, per capire la portata di questa novità, è quello di un’infermiera di Vercelli che dopo avere partecipato al bando per la mobilità volontaria all’interno della regione, indetto dall’Asl di Biella, ed essere risultata idonea al trasferimento da Vercelli, si era vista negare il nulla osta proprio da parte dell’Asl vercellese dove risultava assunta. La donna aveva presentato ricorso al Tribunale di Vercelli. Ma, prima che l’udienza fosse celebrata, l’Asl di Vercelli, nello scorso giugno 2015, rinunciò alla sospensione del nulla osta al trasferimento per via della delibera della Regione 36/1843 del maggio 2015, quella dello sblocco delle assunzioni, che toccava anche la mobilità intraregionale, concedendo finalmente il trasferimento a Biella.

 

 “Si tratta di una vicenda dal lieto fine – aggiunge Claudio Delli Carri, – durata però più di un anno. Il bando per la mobilità a cui partecipò l’infermiera era del giugno 2014 e solo quest’estate ha potuto prendere servizio a Biella, dopo tutto l’iter con l’Asl di Vercelli. Ora, però, non dovrà più essere cosi. Gli infermieri non saranno più ostaggio delle aziende che non vogliono lasciarli andare per il timore di non poterli sostituire. Auspico che la Regione intervenga per risolvere subito questa situazione, permettendo che tali procedure possano essere portate a termine in modo rapido e trasparente. La riorganizzazione tanto sbandierata dalla Regione inizia anche da questo”.

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Una chiacchierata con chi se ne intende sul futuro delle imprese

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

tosettoIniziamo con battute e considerazioni sulla  politica, in italia ma in particolare nella nostra regione. “Vecchio nostro vizio”. entrambi conveniamo sulla drammaticità della situazione. Sull’aver rimandato la soluzione dei problemi ed ora, sull’estrema difficoltà nel risolverli

 

Vado a trovarlo nel suo ufficio in via Perugia, nei locali di Eurogroup. Al fondo del corridoio piccolo e spartano, l’immancabile attesa. Ogni tanto si affaccia gentilmente preoccupato, rabbonente per sincerasi della mia presenza. Nessun problema. Ora cellulari o palmari sono un ottimo aiuto, nei momenti di attesa, per  continuare il lavoro. Qui in Eurofidi ed Eurogroup il clima che si respira è cambiato. Non ci mettevo piede da oltre tre mesi. Passano funzionari conosciuti. Soliti convenevoli con sguardi di preoccupata tensione. Mesi fa, all’assemblea di bilancio e rinnovo dellescoffone cariche sociali, il vertice aziendale è cambiato. Forte la crisi interna e complessiva. Pier Giorgio Scoffone classe 1947. Per gli amici Pigi. Sicuramente un suo vezzo. Novello sposo, con due figli, molto ma molto attivi che assomigliano ai genitori. Iniziamo con battute e considerazioni sulla  politica, in italia ma in particolare nella nostra regione. “Vecchio nostro vizio”. entrambi conveniamo sulla drammaticità della situazione. Sull’aver rimandato la soluzione dei problemi ed ora, sull’estrema difficoltà nel risolverli. Diplomatosi alla mitica  scuola Avogrado lavorando si è laureato. Abituato ad affrontare situazioni complicate. Con lui mi posso permettere una certa familiarità. 

 

Chi te lo ha fatto fare? 

Conosco la materia. Come ben sai tre anni fa, alla fine del mio mandato da presidente di Eurocons, avevo tentato di avvisare il nuovo cda del formarsi di una situazione aziendale molto critica. Sono stato nominato nel cda di Finpiemonte partecipate. Soprattutto le banche socie di Eurofidi erano preoccupate. Visto che il nuovo piano industriale non era soddisfacente siamo intervenuti. Ho voluto prendermi direttamente le responsabilità del caso, accettando la proposta di diventare amministratore delegato.

 

Strategie? 

Si. Concedimi la riservatezza del caso. Un fatto è certo: Eurofidi ed Eugroup sono e saranno sempre di più indipendenti. Contrariamente al passato. 

 

Pensi di conoscere benissimo il settore della finanza?

 Non voglio, ( anche perchè non lo è  – ndr ) essere considerato presuntuoso. Qualcosa di esperienza c’è. Nel 1979 fondammo il primo artigianfidi. Questi consorzi di garanzia hanno sicuramente contribuito allo sviluppo industriale ed artigiano delle piccole e medie industrie. Ho avuto anche l’avventura” di essere tra i primi componenti dei cda FinPiemonte. Ero giovane, come era giovane Sergio Chiamparino. Sicuramente bei tempi ma ora dobbiamo pensare al dopo. Il nostro passato ci impone il tutto. 

 

Maggiore soddisfazione? Non ci pensa alcun secondo nel rispondere: i bambini.  Nel suo essere lapidario e determinato ravvedo la determinazione per il futuro che ha. 

 

Maggiore delusione?

Non essere riuscito a far capire “ai miei compagni” l’importanza economica e sociale delle piccole e medie imprese. 

 

Prospettive?

Non sono certo di riuscire nell’opera di risanamento. Ma sento che posso farcela. Coronamento di quello che è già stato fatto.

 

Mi dà uno “strappo” a casa. Ancora battute sul presente. Ci si rivede, Pigi. Grazie del passaggio

"Italia da amare", una kermesse sul turismo di qualità

sicilia 2

Non più turisti, ma viaggiatori consapevoli e responsabili

 

Torino e il turismo,  un binomio vincente, sempre più valorizzato da parte del capoluogo subalpino, nello sforzo costante di scoprire nuove vocazioni. A questa formula risponde perfettamente la Fiera del Turismo di Territorio e di Qualità “Italia da amare”, giunta quest’anno alla sua seconda edizione, in programma il 25, 26 e 27 settembre prossimi, in una delle piazze più belle di Torino, piazza Vittorio Veneto. In questa fiera il visitatore potrà scoprire un’Italia meno conosciuta, quella dei borghi, dei territori rurali, delle tradizioni,  dei sapori e delle leggende. Esiste,  infatti, nel nostro Paese,  che vanta un enorme patrimonio artistico e culturale, un turismo che è ancora attento alla natura, al rispetto ambientale, alle bellezze storico architettoniche,  ai paesaggi rurali, alpini e marini ancora incontaminati, alle tradizioni culturali, artigianali e alla cultura materiale dei territori. Troppo spesso, però,  le grandi città artistiche italiane sono  oggetto di un continuo turismo di massa.

 

“Italia da amare” non promuove questa forma degenerata di turismo, bensì apre orizzonti nuovi su borghi storici non da tutti conosciuti, sui parchi, le montagne, le aree marine protette, gli ambienti culturali e su un patrimonio storico artistico, che non deve essere oggetto di un consumo massificato,  ma di una conoscenza riflessiva e rispettosa da parte del turista.

 

“Italia da amare” darà inoltre la possibilità al visitatore di scoprire strutture ricettive, quali agriturismi, rifugi alpini,  alberghi diffusi, i biker hotel, case per ferie, strutture eco-turistiche e, in genere,  tutte quelle realtà attinenti alle tematiche ambientali riguardanti il territorio ricco di paesaggi e bellezze naturali. I visitatori potranno anche scoprire prodotti, piatti tipici,  e le eccellenze della produzione agroalimentare italiana, oltre a poter seguire un avvincente percorso nei paesaggi e luoghi legati a leggende e misteri, che fanno parte del cosiddetto “fanta-turismo”.

 

Venerdi 25, sabato 26 e domenica 27 settembre in piazza Vittorio Veneto.

Ingresso gratuito  

Contatti: 3203632362

 

                                                                                               Mara Martellotta

MOVING TFF 2015 PROMUOVE IL TFF

TFF 2014

La Quarta Edizione dal 28 settembre al 31 ottobre

 

Moving TFF propone un mese di iniziative “in movimento” attraverso la città, legate al multiforme universo del cinema e intente a valorizzare la storia del Torino Film Festival. La manifestazione è ideata e coordinata da Altera e Centro di Cooperazione Culturale, realizzata in collaborazione con UCCA (Unione Circoli Cinematografici Arci), Arci Torino, Museo Nazionale del Cinema e Torino Film Festival.Si  consolida quindi la vocazione del progetto: promuovere e presentare la storia del TFF in giro per la città. L’interesse delle 10 circoscrizioni cittadine è unanime, a testimonianza dell’attenzione, della vitalità e della volontà di fare rete. Proiezioni di film, presentazioni, dibattiti, spettacoli teatrali, attività creative per i più piccoli ed eventi si terranno in tanti luoghi diversi di Torino – biblioteche, circoli, musei, librerie, piazze e cortili – per dare vita ad una edizione ancora più partecipata e ricca  del Moving TFF 2015 con l’intenzione di coinvolgere sempre più la città.

 

Una ventina di proiezioni, che accompagneranno cinefili e non fino all’appuntamento con il 33° TFF (20 – 28 novembre 2015),  saranno organizzate sul territorio in maniera capillare, nei circoli Arci Torino e in molti altri luoghi della città (18 spazi in totale).

 

Inoltre, una serie di “appuntamenti trasversali’’, dove la protagonista è la Fantascienza, intesa come apertura di mondi possibili e messa in discussione del presente attraverso il sogno (o l’incubo) del futuro, renderanno omaggio alla retrospettiva del prossimo Torino Film Festival,  “Cose che verranno. Cinema e mondi futuri” curata dal Direttore Emanuela Martini:

 

L’INUTILE CONTABILITÀ DEL MIO TEMPO …E NEL CUORE BAGLIORI COSMICI

(Spettacolo teatrale a cura di A.R.T.I. Teatro) – 3 ottobre / ore 17.30 / Parco d’arte vivente – Via Giordano Bruno 31

Nella suggestiva cornice delle opere d’arte contemporanea e degli spazi del Parco d’Arte Vivente di Torino, cinque attori parlano, si muovono e agiscono in un’altra dimensione, spalancando una finestra del presente con la vista sul futuro – con spunti dalla Beat Generation, dalla fantascienza classica e dalla narrativa contemporanea. Lo spettacolo è a cura di A.R.T.I. Teatro (Area Ricerca Teatrali Indipendenti), gruppo di progettazione culturale la cui poetica si basa sulla ricerca di nuovi linguaggi per fondere in un unico atto performativo esperienze artistiche diverse e “focalizzare” a trecentosessanta gradi la propria attenzione sul mondo dell’arte.

 

LIBRI, CINEMA E FANTASIA (Laboratorio per bambini) – 17 ottobre / ore 10.30 / Libreria Trebisonda – Via Sant’Anselmo 22

Utilizzando il gioco come lente di ingrandimento dei processi creativi, indagheremo con i bambini il mondo del fantastico, descritto con parole e con immagini: a partire da descrizioni di esseri provenienti dal futuro e situazioni fantastiche, i partecipanti al laboratorio dovranno disegnare quanto descritto, scoprendone poi le differenze e le somiglianze con le trasposizioni cinematografiche. Il laboratorio vuole essere un’occasione per riflettere sul rapporto fra parola e immagine, fra autore e lettore e su quanto quest’ultimo può intervenire con la propria immaginazione per “fare sua” la storia che legge. Gradita l’iscrizione a: redazione@arcitorino.it

 

FUTURI DI IERI E DI DOMANI (Mostra) – 17 ottobre/ ore 16 / Museo della fantascienza – Via Reiss Romoli 49 bis

Una selezione delle collezioni di Piero Gondolo della Riva.

La mostra, curata da Silvia Casolari, Davide Monopoli e Paolo Bertetti, racconta un fondamentale tema del Fantastico Moderno, la città e la società del futuro. L’utopia e la distopia, due generi che la fantascienza ha ereditato dalla tradizione letteraria, hanno narrato di mondi dell’altrove, in altri spazi o in altri tempi, e, con tale pretesto, hanno costituito da sempre un interessantissimo strumento di riflessione sul presente, le sue speranze, i suoi orrori.

Ingresso: 7,00 € – ridotto con tessera Arci 5,50 €

 

UN ALTRO MONDO È POSSIBILE (Dibattito) – 20 ottobre / ore 18 / Libreria Linea 451 – Via Santa Giulia 40

Gli anni ‘70, decennio in cui la fantascienza ha trovato terreno fertile, sono stati anche anni di lotte sociali, di scontri e di possibilità. Anche la fantascienza ci mostra come potremmo essere, ci apre a nuove realtà. Ma queste realtà sono veramente così distanti? Non è un caso che “Piove all’insù”, romanzo di Luca Rastello, racconti quegli anni con intermezzi tratti dagli Urania: l’aspirazione al cambiamento sociale e l’esplorazione di altri mondi ipotetici si intrecciano, e ci fanno riflettere sulla Torino di quegli anni, e sulla Torino di oggi, attraverso spiragli e ferite aperte – passaggi verso altri mondi possibili. Sono stati invitati: Luigi Bobbio (militante, storico), Peppino Ortoleva (militante, studioso di comunicazione). Modera: Jacopo Ricca (giornalista).

 

“Abbiamo creato nuovi itinerari per il Moving TFF, che anche quest’anno porta in giro per la città la storia (viva) del Torino Film Festival. Pertanto, lungo tutto il mese di ottobre sono presentati (anzi, ri-presentati) una serie di film che hanno fatto la storia TFF in un collage di eventi e proiezioni per tutta la città: da luoghi “centrali” (Bibliomediateca Mario Gromo, Borgo Medievale, Blah Blah, Cap solo per citarne alcuni) fino alle periferie sud e nord di Torino (il Piccolo Cinema in Barriera di Milano; Artemuda in Madonna di Campagna; la sala consiliare della Circoscrizione 10 a Mirafiori Sud, per esempio). Non si tratta solo di prendere una mappa e “girare” per la città, o di offrire un prodotto culturale a chi resta nel proprio quartiere. Moving TFF cerca di lanciare temi, spunti e occasioni di incontro tramite il cinema (ma non solo: quest’anno incontriamo altri linguaggi artistici, come il teatro), ragionando da un lato sulla storia del più importante festival metropolitano italiano, e dell’altro proponendo temi sensibili, storie vere e immagini che, per noi, non devono essere dimenticate. Ogni serata ha una vita propria, ma fa parte di un tassello più grande, in un dialogo possibile grazie a 33 anni di storia di TFF”. I curatori della rassegna, Maria Luisa Brizio e Mauro Brondi

 

L’ingresso alle proiezioni è gratuito. Con tessera Arci nei circoli. Previo tesseramento gratuito e contestuale presso la Bibliomediateca Mario Gromo.

Le donne contro l’alcolismo giovanile

L’iniziativa, rivolta alle scuole medie inferiori, vuole contrastare cause e conseguenze dell’alcolismo, spesso conosciute solo da chi combatte il fenomeno, non da chi ne è coinvolto, in particolare se in giovane età

 

bottiglie“Bere alcolici può essere, per i giovani, un comportamento che rappresenta ribellione e trasgressione. In situazioni come questa è necessario tutto il sostegno che solo la famiglia e la scuola possono garantire”. Così Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale, è intervenuta al convegno “Antialcolismo giovanile” organizzato, a Palazzo Lascaris, dalle sezioni Torino Valsusa, Torino e Torino est di Fidapa Bpw Italy (Federazione italiana donne professioni e affari), in collaborazione con le Consulte regionali femminile e giovanile.

 

L’iniziativa, rivolta alle scuole medie inferiori, vuole contrastare cause e conseguenze dell’alcolismo, spesso conosciute solo da chi combatte il fenomeno, non da chi ne è coinvolto, in particolare se in giovane età.

 

“La Consulta femminile – ha sottolineato la presidente Cinzia Pecchio – ha accolto con entusiasmo l’invito di Fidapa. Come donne, e come mamme, abbiamo il dovere di essere informate su tutto ciò che riguarda prevenzione, famiglia e sociale, per iniziare un percorso condiviso di cambiamento culturale, in modo specifico per le generazioni future”.

 

Nel corso dell’incontro sono stati affrontati numerosi temi, dalle motivazioni che spingono all’abuso di alcol, alle testimonianze, alla predisposizione psicologica fino ai danni mentali e neurologici che gli effetti della dipendenza creano.

 

“Credo nel grande valore sociale dell’iniziativa di Fidapa – ha proseguito Ruffino -perché ha il merito di poter entrare nelle scuole diffondendo un messaggio importante. La popolazione più a rischio per il consumo eccessivo di alcolici  è infatti proprio quella giovanile. L’opera di sensibilizzazione rivolta a studenti e insegnanti è fondamentale per fornire un prezioso contributo a una inversione di tendenza nei confronti di un fenomeno così preoccupante”.

 

Al dibattito hanno partecipato Anna Lamarca, presidente nazionale Fidapa; Selma Chiosso, presidente del Distretto Nord Ovest e Tommaso Varaldo, responsabile Scuola e università della Consulta regionale dei giovani.

 

droselli – www.cr.piemonte.it

Il Teatro stabile di strada anima piazza Carignano

Replica in piazza Carignano a Torino (in caso di pioggia, sotto i portici di Piazza Carlo Alberto), di  1863-1992 | DI GIOVANNI IN OLTRE – Storia d’Italia e di persone da Giovanni Corrao a Giovanni Falcone

 

teatro marco gobettiDi e con Marco Gobetti L’incredibile storia di un uomo dell’Ottocento che si trasforma in un uccellino, per diventare un uomo del Novecento e oltre. La violenza usata con disinvoltura dai poteri forti dello Stato – quegli stessi che dovrebbero essere garanti di giustizia – segna il processo che porta all’unificazione formale dell’Italia, dando luogo a una inquietante deriva verso un sistema viziato e pericoloso: un’oligarchia che, sotto la maschera di un’apparente legalità, infetta tuttora i poteri dello Stato e agisce manipolando il diritto, per perseguire interessi di parte e per ridurre intere masse di cittadini all’ignavia culturale e politica.

 

LA STORIA

 

Uno strano personaggio evoca una vicenda che, correndo sul filo di tre attimi e tre vite, unisce indissolubilmente il XIX secolo e l’evento dell’Unità d’Italia, all’Italia del XX secolo e oltre.

 

Giovanni Corrao, saldatore di scafi al porto di Palermo, organizza una cospirazione dopo l’altra contro i Borboni. Dopo essere stato in prigione ed in esilio, nel 1858 stringe un forte rapporto di corrispondenza con Rosolino Pilo, assieme al quale prepara una spedizione in Sicilia. Nell’aprile del 1860 i due sono a Palermo, dove organizzano gruppi di volontari: promettono ai contadini la proprietà delle terre che lavorano, libertà e giustizia, se combatteranno al fianco di Giuseppe Garibaldi, che sta per sbarcare a Marsala. Rosolino Pilo muore in battaglia e Giovanni Corrao combatte valorosamente per tutta la campagna dei Mille, tanto da essere nominato generale dallo stesso Garibaldi. Dopo l’Unità d’Italia assume il grado di colonnello dell’esercito Regio, dal quale si dimette poco tempo dopo, in polemica con la politica adottata dai Piemontesi in Sicilia. Nel 1862 partecipa alla spedizione per liberare Roma, conclusasi sul nascere con la battaglia dell’Aspromonte e l’arresto di Garibaldi. 

 

Si rifugia allora vicino a Palermo, rimanendo il punto di riferimento per tutti i siciliani che rivendicano lo stato di diritto. Il 3 agosto 1863, mentre ritorna in calesse nel suo agrumeto, viene assassinato con tre colpi di lupara nel petto: le cronache dell’epoca descrivono gli assassini come due sicari travestiti da carabinieri. Negli atti di indagine è usato per la prima volta nella storia del Regno d’Italia il termine mafia. Il delitto rimane impunito e gli atti di indagine, fatti ricercare dieci anni dopo la sua morte da un senatore del Regno d’Italia che intende fare luce sull’omicidio, risultano scomparsi. Verosimilmente, è il primo delitto commissionato alla mafia da parti deviate dello Stato. Su un prato verdissimo, sotto un cielo meraviglioso, fra un’infinità di salme, giace quella di Giovanni Corrao.

 

La stranezza del personaggio che evoca questa vicenda, deriva innanzitutto dal fatto che conosce storie di ogni tempo.

 

Quel prato verdissimo è simile a quello che Er, soldato dell’antica Grecia, ebbe la fortuna di vedere e – ritornato in vita – di descrivere, come racconta Platone nel finale della sua “Repubblica”: su quel prato, davanti ad ogni salma, tre Moire tirano a sorte dei numeri. Via via, la salma che ottiene il numero più alto, ha diritto di scegliere in quale corpo del futuro trasferirsi: di fronte, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Certamente i primi estratti hanno un’amplissima scelta: è però anche vero che qualcuno, proprio nella foga di scegliere il meglio, deciderà magari di incarnarsi in un tiranno, che avrà sì molto potere e tante ricchezze, ma probabilmente morirà sgozzato.

 

Diversa la sorte degli ultimi estratti, fra i quali Giovanni Corrao, che, terzultima salma a dovere scegliere, si trova di fronte là all’orizzonte solo più tre esseri viventi del futuro: due barboni e un uccellino. Ragione vorrebbe che un uomo scegliesse sempre di rimanere un uomo, se messo di fronte alla possibilità di scegliere fra un uomo e un animale: foss’anche il più reietto degli uomini colui nel quale si deve trasformare. Ma Corrao non ha dubbi: in un attimo lunghissimo ripercorre la sua vita, le battaglie, i discorsi infuocati di speranza alla sua gente, la criniera del cavallo che gli ondeggia davanti agli occhi e la polvere alta alle spalle e il cigolare del calesse e gli aranci e i limoni a destra e a sinistra e le due divise che sbarrano la strada all’improvviso e la criniera del cavallo lanciata verso l’alto da un nitrito e i colpi di lupara e il buio e poi il cielo, all’improvviso solo cielo. E fra quei due uomini e il passerotto, sceglie la pace e la serenità, sceglie di diventare il passerotto.

 

Il passerotto vive poco tempo, perché un giorno d’estate tornando nel nido, è ucciso con un colpo di fucile nel petto. Anche lui finisce nel prato verdissimo: tre Moire tirano i numeri; davanti a lui, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Lui è il penultimo estratto, ha due possibilità di scelta: davanti, sulla linea dell’orizzonte, un cacciatore e un giudice. Il passerotto in un attimo lunghissimo ripercorre la sua vita, l’abbandonarsi coraggioso al vento, il cinguettare festoso fra le fronde, il nido sempre più vicino di ritorno da un campo di grano e il tramonto del sole alle sue spalle e poi il colpo di fucile, l’esplosione dentro di sé e il buio e poi negli occhi terra, all’improvviso solo terra. E non ha dubbi: fra l’assassino e l’uomo di legge, fra il cacciatore e il magistrato, sceglie di diventare il magistrato. Il nome di quel magistrato è Giovanni Falcone.

 

Lo strano personaggio che evoca questa vicenda, conosce sì storie di ogni tempo: ma anche quelle non ancora accadute. Si lancia con forza a evocare la vita di Giovanni Falcone, tutta quanta, fino a un viaggio in macchina e a un’esplosione, poco prima di una galleria. Vuole assolutamente arrivare a ciò che di questa infinita vicenda non è ancora accaduto: ciò che può accadere solo se si viene a sapere.

 

Giovanni Falcone è ora nel prato verdissimo di Er: tre Moire tirano i numeri; davanti a lui, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Lui è l’ultimo estratto, ha un’unica possibilità di scelta: davanti, sulla linea dell’orizzonte, chi gli rimane da scegliere? Chi c’è, là dove quel prato incontra il cielo?Lo strano personaggio finirà per rispondere alla domanda, anche a costo di svelare il segreto della sua identità: evocare l’incredibile vicenda di un uomo dell’800 che grazie a un passerotto diventa un uomo del 900 e oltre, era davvero l’unico mezzo che aveva per farlo.

 

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