LIFESTYLE- Pagina 403

L'occupazione rallenta un po' ma per il 2016 migliorano le aspettative delle imprese torinesi

lavoroI dati sono quelli  dell’ indagine congiunturale dell’Unione Industriale per i primi tre mesi del nuovo anno

 

Un 2016 all’insegna dell’ottimismo, anche se le ombre sull’economia sono ancora presenti. Migliorano, comunque,  le aspettative delle imprese torinesi, per quanto riguarda  il primo trimestre 2016, nell’ambito di produzione totale ed export. I dati sono quelli  dell’ indagine congiunturale dell’Unione Industriale per i primi tre mesi del nuovo anno. Per quanto concerne le 250 aziende del compart  manifatturiero il tasso di utilizzo della capacità produttiva è del 70,6%: rientra quindi ai livelli precrisi. Le previsioni sulle esportazioni salgono da +8.1% a +12.1% e, se l’occupazione rallenta, resta però in segno positivo, con il saldo che  passa  da +6,9% a +1,2%.

"Enrico IV", continua per Branciaroli il percorso attraverso il "teatro nel teatro"

enrico IV stabile teatroenrico IV teatro stabileLucidamente, l’attore ci rende un protagonista in maniera grandiosa, fatto di ragionamenti e di bassezze, di sorrisi e di crudeltà, lo costruisce e lo scompone, si trincera in esso per poi sgusciarne fuori sino al proprio annientamento, facendo con esso lucida distruzione di quanti gli stanno intorno, intrappolati davvero nella stanza della tortura

 

C’è quel “Buffoni, buffoni, buffoni”, c’è quel “Sono guarito, signori: perché so perfettamente di fare il pazzo” a stabilire un prima e un poi, a decifrare la finzione e la realtà, la maschera della follia ed il concreto vivere quotidiano. Franco Branciaroli, nell’avvicinarsi all’Enrico IV pirandelliano (visto al Carignano per il cartellone dello Stabile torinese) nella doppia veste di regista e interprete, definisce nettamente questa duplice condizione. Da un lato, l’arrivo dei compagni di un tempo, su un divertente carrello-automobile che può ricordare certi marchingegni di scuola ronconiana, nel luogo dove l’antico gentiluomo ha nascosto la sua solitudine (quanto simile al definitivo Cotrone dei Giganti) e la propria pazzia simulata, con i loro abiti moderni, giustamente aggiornati con i difetti e le paure della società in cui noi stessi viviamo, con il loro tentare di inscenare quella recita che dovrebbe risvegliare il protagonista, lo stesso che circa vent’anni prima, durante una sfilata in costume, venne sbalzato da cavallo, battendo la testa e imprigionandosi da allora in quella maschera di Enrico IV che quel giorno portava per divertimento: un blocco che culmina nella “recita” del protagonista, di Enrico flagellato pronto a prodursi in una camaleontica gara con le proprie corde vocali, con i falsetti e con i tratti baritonali, con un gigionismo senza redini, con le esasperazioni e le burle intorno ad un teatro antico e polveroso, in uno sciorinare grandioso di sospetti, di ricordi vani e di tentativi tra il passato e il presente, di riconoscimenti lasciati intendere o negati.

 

Come ad un riaprirsi di sipario complice la sghemba gabbia scenografica inventata da Margherita Palli, a tratti quasi soffocante, fatta di dipinti velati, di porte aperte sul nulla, di pedane zigzaganti, di cavalli in gran movimento e di stendardi, complice soprattutto quel disco di luna che s’insinua nella tristezza della narrazione, nei rimpianti e nella consapevolezza disincantata del piccolo mondo – il protagonista svela la sua nuova condizione e s’umanizza, mostra come già da tempo abbia abbandonato le vesti antiche e con esse la malattia, mette la compagnia dinanzi alle avventure di vent’anni prima, la marchesa Spina, il fatuo Belcredi ricco di gesti e di parole, il traditore, tutti gli altri, anche lo psichiatra che con le sue disquisizioni scientifiche si pone in attività di sarto, di confezionatore d’abiti intesi come involucro/maschera, lui venuto freudianamente a risolvere la questione. Ma è sufficiente un colpo di pugnale e il protagonista ricadrà nella maschera di folle, sarà per sempre costretto a rifugiarsi in quella pazzia da cui per un attimo ha tentato di sottrarsi: in tutta la intelligente bellezza del finale, quando il medico, lui issato su di un cavallo, gli pone in testa la corona, Enrico eterno.

 

Non è assurdo sottolineare, ripensando alle tante edizioni viste del dramma in passato, come sopra ogni altro Branciaroli abbia approfondito il discorso del “teatro nel teatro”, come sappia avvicinare Enrico agli spazi più ampi e da sempre canonizzati dei Sei personaggi, come il dramma sia una recita nella recita, come lui ami andare avanti lungo una strada che gli ha già fatto incrociare Harwood con il vecchio attore shakespeariano di Servo di scena o Il teatrante di Bernhard, come inglobi il pensiero pirandelliano dell’essere e dell’apparire in un più vasto e profondo discorso teatrale. Lucidamente, l’attore ci rende un protagonista in maniera grandiosa, fatto di ragionamenti e di bassezze, di sorrisi e di crudeltà, lo costruisce e lo scompone, si trincera in esso per poi sgusciarne fuori sino al proprio annientamento, facendo con esso lucida distruzione di quanti gli stanno intorno, intrappolati davvero nella stanza della tortura.

 

Elio Rabbione

Nascevano 120 anni fa a Giaveno. Tanti auguri agli sci!

sci giavenoL’ingegnere svizzero (ma naturalizzato torinese) Adolfo Kind testò per la prima volta, con successo, delle strane assi di legno di frassino da “incastrare” ai piedi, gli “ski”

 

ALBERTO TESSA  www.lagenda.news

 

GIAVENO – Si fa risalire all’8 gennaio 1896 la nascita ufficiale degli sci, come li intendiamo noi oggi. È in quella data, infatti, che l’ingegnere svizzero (ma naturalizzato torinese) Adolfo Kind testò per la prima volta, con successo, delle strane assi di legno di frassino da “incastrare” ai piedi, gli “ski”, come Kind li chiamò. E, forse, non tutti sanno che quel primo test ufficiale fu effettuato a Giaveno, più precisamente a monte di Prà Fieul, borgata montana del capoluogo valsangonese, non distante dalla Punta dell’Aquila. L’idea di sostituire le tradizionali racchette da neve (in piemontese le chiamiamo “ciaspole”) venne a Kind nel tentativo di trovare una soluzione meno faticosa per spostarsi sul candido manto. Va sottolineato che la nuova idea fu subito guardata con un po’ di sospetto, ma nei primi anni del ‘900 cominciò a dilagare, fino a quando la grande guerra ne decretò il definitivo successo, visto il largo utilizzo che i soldati austriaci e italiani fecero di questo strumento sui monti. Da allora, gli “skiatori” sono diventati sciatori, ma non si sono più fermati.

AL TEATRO GOBETTI IL MONDO DI C.I. RACCONTA ISHERWOOD

LSTABILE TEATROTerzo spettacolo della Rassegna IL CIELO SU TORINO/STT

 

La rassegna “Il cielo su Torino”, progetto dedicato alle compagnie sostenute da STT, Sistema Teatro Torino, prosegue lunedì 11 gennaio 2016, alle ore 20.45 con IL MONDO DI C.I. uno spettacolo di Lorenzo Fontana e Nicola Bortolotti ispirato alla figura e all’opera di Christopher Isherwood. Regia e interpretazione di Lorenzo Fontana; in video Olivia Manescalchi. Le scene sono di Nicolas Bovey, i costumi di Viola Verra, le luci di Alberto Giolitti e Nicolas Bovey.

Il mondo di C.i., prodotto da 15febbraio in collaborazione con Associazione Baretti, sarà replicato al Gobetti martedì 12 gennaio 2016, alle ore 19.30.

 

Ripercorrere la vita di un autore come Christopher Isherwood significa addentrarsi tra le pagine dei suoi romanzi, perché è lì che l’uomo ha vissuto più intensamente. Questo è il lavoro di Lorenzo Fontana e Nicola Bortolotti.

 

«Io sono una macchina fotografica con l’obiettivo aperto»: basterebbe questo per riassumere chi fosse Christopher Isherwood, classe 1904, «il miglior narratore di lingua inglese» secondo Gore Vidal, il primo, forse, nell’intero panorama letterario novecentesco, capace di raccontare l’amore omosessuale con sincerità e coraggio: senza mai tradire imbarazzo, paura o una certa sudditanza morale e, soprattutto, senza mai porsi al di fuori dei propri testi, Isherwood fece del proprio vissuto il dato ineludibile del racconto. Pratica autobiografica o, come diremmo oggi, autofiction: il problema del rapporto tra narratore e materia narrata è uno dei temi centrali di questo spettacolo.

 

Pensato per un solo attore, diretto e interpretato da Lorenzo Fontana, Il mondo di C.i. racconta la vita e la produzione letteraria di Isherwood ispirandosi alla struttura di A Single Man, il suo romanzo più esemplare (cui anche Colin Firth dedicò un’interpretazione nella riduzione per il cinema di Tom Ford), in cui le esperienze centrali della vita dello scrittore e i suoi temi riverberano di più. Una riflessione sul ruolo dello scrittore, chiamato a districarsi continuamente tra sguardo oggettivo e soggettivo, si sviluppa mentre sullo sfondo prende vita, in un gioco di luci, trasparenze e apparizioni, la riproduzione di un paesaggio settecentesco inglese di Thomas
Gainsborough, richiamo alle origini dell’autore e vero e proprio romanzo per gli occhi parallelo a quello delle parole.

 

 

LOCANDINA

 

Il cielo su Torino/STT
TEATRO GOBETTI
11 – 12 gennaio 2016
IL MONDO DI C.I.
uno spettacolo di Lorenzo Fontana, Nicola Bortolotti
ispirato alla figura e all’opera di Christopher Isherwood
interpretazione e regia Lorenzo Fontana
in video Olivia Manescalchi
scene Nicolas Bovey
costumi Viola Verra
luci Alberto Giolitti, Nicolas Bovey
15febbraio in collaborazione con Associazione Baretti

 

INFO: Tel. 011 5169555 – Numero verde 800235333
Orari: lunedì 11 gennaio 2016, ore 20.45 e martedì 12 gennaio 2016, ore 19.30.
Prezzi dei biglietti: Intero € 27,00. Ridotto di legge € 24,00
Biglietteria del Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino
orari: dal martedì al sabato ore 13.00/19.00 – Vendita on-line: www.teatrostabiletorino.it 

Per Eurofidi è il crespuscolo degli dei?

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di Patrizio Tosetto

 

Il presidente di Eurofidi ha un mandato: fondere UnionFidi (Unione industriale) con Eurofidi. Ha senso unire due debolezze? Mia nonna diceva di no! Veniamo al dettaglio. UnionFIdi, nel corso del 2014 ha dimezzato il proprio patrimonio netto. Eurofi al 30 settembre, ha avuto una perdita di 15 milioni di euro. Piano industriale che pur prevedendo il tutto, ipotizzava una ricapitalizzazione di 50 milioni di euro

 

Il Crepuscolo degli Dei. Basta ritornare negli uffici di Via Perugia, sede centrale di Eurofidi, per rendersene conto. Fino a due anni fa l’intero gruppo impiegava oltre 600 persone, con sedi in quasi tutte le regioni del centro nord e tanti vanificati piani industriali di espansione, soprattutto nella lombardia come in Emilia e Toscana,  “patria” delle piccole e medie imprese. Un modello aziendale invidiato da altre regioni. Eurofidi, nata a supporto dell’iniziativa imprenditoriale. Sicuramente qualcosa non ha funzionato ed è da anni che si affrontavano le difficoltà coprendole per rilanciare. La crisi ha fatto il resto. Molto alleggerita la struttura operativa. Ha avuto un costo nella sua incentivazione. Intorno ai 120 -140 dipendenti Eurofidi e ridotti all’osso EuroGroup ed Eurocons, che si fonderanno fornendo servizi alle imprese associate.Tutto sotto controllo? No, purtroppo. “Divorzio” consensuale tra queste due ultime società. Diverse sedi operative, diversi i destini imprenditoriali. Euro Energy ( fotovoltaico) forse ha definitivamente venduto gli impianti in Sardegna, ma il conto economico continua a non funzionare, con relativo indebitamento con le banche. Garantito da Eurogroup quando era emanazione di Eurofidi. Prima di Natale tutto il cda di Euroventures si è dimesso nell’impossibilità d’operare. Il livornese Andrea Giani, classe 1970, lasciata la Cassa di risparmio di Ferrara, solo dopo 8 mesi operativi si dimette da direttore. Ufficialmente problemi personali. Probabilmente in disaccordo con le prospettive.

 

Il tutto “condito” da giudizi riservati ma con quel tanto di pubblico, negativi, sulla struttura dirigenziale, da parte di società specializzate nel settore della valutazione di qualità. L’avvocato Stefano Ambrosini, presidente di Eurofidi ha un mandato: fondere UnionFidi (Unione industriale) con Eurofidi. Ha senso unire due debolezze? Mia nonna diceva di no! Veniamo al dettaglio. UnionFIdi, nel corso del 2014 ha dimezzato il proprio patrimonio netto. Eurofi al 30 settembre, ha avuto una perdita di 15 milioni di euro. Piano industriale che pur prevedendo il tutto, ipotizzava una ricapitalizzazione di 50 milioni di euro. Le Banche socie si erano impegnate nel sottoscrivere l’aumento di capitale, subordinando l’allontanamento del direttore e deus ex machina Andrea Giotti. L’allontanamento è avvenuto, la ricapitalizzazione no. Altro problema? Si rilasciano poche garanzie in relazione ai costi gestionali. Dunque il conto economico non funziona: costi fissi, uscite fisse ed incertezza sui ricavi. Per UnionFidi aumenta la produttitività ma deve assorbire le perdite del confidi calabro acquistato per motivi politici. Di fatto la fusione scoraggia la necessaria ricapitalizzazione. Solo FinPiemonte partecipate ha fatto il suo dovere.

 

Le banche aspettano il 51 % della società fatta dai piccoli.  Il Banco popolare si sfila. Costi di gestione fissi, certi, ricavi incerti. Difficile, in  queste condizioni , convincere le imprese socie nel ricapitalizzare. Non ricapitalizzando gli uni, non ricapitalizzano gli altri. Restrizione del mercato e non ricapitalizzazione. Buie le prospettive. Se si vuole salvare il salvabile è necessario che la Regione Piemonte ci metta quattrini. Citando il Presidente del Consiglio, anche in questo settore valgono le regole relative agli aiuti di Stato. Alla Giunta è stato presentato un apposito piano che prevede, determinando le diverse scala di priorità, interventi per tutti i confidi piemontesi. Si aspettano risposte che non arrivano. Esperti nel settore sostengono che c’è ancora tempo. Bisogna comunque agire con celerità. Dipende dalle decisioni della politica. su questo, pur non essendo un esperto nel settore, sono meno ottimista.

L’amore non fa rumore

maiorano amoreTorino…il primo luogo in cui sono possibile!

di Francesca Petrone

 

Mi trovo sotto al porticato del tempio della musica, ancora immersa nella dimensione concertuale, dove l’armonia orchestrale riesce a valicare il brusio di qualsiasi pensiero e sentimento.

 

L’energia liberata scorre ancora nelle vene. Voglio farla mia il più a lungo possibile.

 

E’ la prima volta che suono al Conservatorio Giuseppe Verdi. E’ stato emozionante, ma oggi è un giorno speciale al di là dell’auditorium, al di là del sentire.

 

Dovrei essere in tempo per assistere all’accensione delle Luci d’Artista che, proprio nel periodo più freddo dell’anno, impreziosiscono e riscaldano il carattere della città e di chi la calpesta.

 

Non mi muovo. Aspetto con il viso proteso verso l’alto. Non dovrebbe mancare molto.

 

Ecco che Piazza Bodoni esclama L’amore non fa rumore…Eppure io un sottofondo lo percepisco. A volte proviene da dentro, altre risuona dall’esterno come un eco di cui perdiamo il controllo, come la sirena di una nave che avvisa dell’imminente approdo impossibile da fermare, come il richiamo di un viaggio di cui nulla conosciamo. L’amore riecheggia anche quando siamo obbligati a ingabbiarlo. Forse è proprio quello l’amore che, silenziosamente, fa più rumore. Più di qualsiasi altro, libero di potersi esprimere. Colpisce le sbarre del muto abisso in cui è costretto.

 

Eppure io un sottofondo lo percepisco……Che cos’è?

 

Ciò che sembra è diverso da ciò che è.

 

(Foto: Vincenzo Maiorano)

 

"Strani oggi" in prima assoluta al Gobetti

teatro gobetti strani oggiRacconta le vite di una generazione che il proprio futuro l’ha scritto rinunciando o mettendo da parte ambizioni e aspirazioni, accettando qualunque, qualsiasi, qualsivoglia proposta, progetto, possibilità, etichetta

 

Per la seconda edizione della rassegna “Il cielo su Torino”, progetto dedicato alle compagnie sostenute da STT, Sistema Teatro Torino, venerdì 8 gennaio 2016, alle ore 20.45, debutterà in prima assoluta STRANI OGGI ideazione e drammaturgia di Simone Schinocca e Livio Taddeo. Lo spettacolo diretto da Simone Schinocca è interpretato da Valentina Aicardi, Francesca Cassottana, Andrea Fazzari, Federico Giani, Mauro Parrinello. Le scene sono di Sara Brigatti, i costumi di Agostino Porchietto, le musiche e gli arrangiamenti di Maurizio Lobina (Eiffel 65) e Giorgio Mirto.Strani Oggi, prodotto dall’Associazione Tedacà, sarà replicato al Gobetti sabato 9 gennaio 2016, alle ore 19.30.

 

Sono trascorsi ormai cinque anni e i padri di Strani – Ieri hanno fatto tutto ciò che dovevano, hanno lavorato fino a consumarsi perché i figli potessero crescere, studiare e prepararsi a vivere. E poi, cosa è successo? È su questa domanda che si apre Strani Oggi e racconta le vite di una generazione che il proprio futuro l’ha scritto rinunciando o mettendo da parte ambizioni e aspirazioni, accettando qualunque, qualsiasi, qualsivoglia proposta, progetto, possibilità, etichetta. Sono gli ex-giovani cresciuti all’ombra di una crisi che da condizione economica è diventata terra di mezzo, parola paludosa, sineddoche per eccellenza di un modo di vivere e di pensarsi. Senza domani nella propria terra, pronti a partire, pronti ad arrivare, in cerca di un futuro.

 

Una manciata di storie, così intime e per questo così universali, che la compagnia Tedacà ha raccolto attraverso un lungo lavoro di ricerca e condivisione, sul web e dal vivo. Una drammaturgia scritta a più mani e affidata a un cast di giovani attori diplomati alla Scuola per Attori dei Teatri Stabili di Torino e Genova, con le musiche originali di Maurizio Lobina, vincitore di World Music Award, BMI Award e dischi diamante, multiplatino e oro con gli Eiffell 65.

 

STRANI OGGI

ideazione e drammaturgia Simone Schinocca e Livio Taddeo

regia Simone Schinocca

con Valentina Aicardi, Francesca Cassottana, Andrea Fazzari, Federico Giani, Mauro Parrinello

assistente alla regia Claudia Cotza

musiche e arrangiamenti Maurizio Lobina (Eiffel 65) e Giorgio Mirto

scenografia Sara Brigatti

costumi Agostino Porchietto

progetto grafico Silvio Giordano

Associazione Tedacà

 

INFO: Tel. 011 5169555 – Numero verde 800235333

Orari: venerdì 8 gennaio 2016, ore 20.45 e sabato 9 gennaio 2016, ore 19.30.

Prezzi dei biglietti: Intero € 27,00. Ridotto di legge € 24,00

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino

orari: dal martedì al sabato ore 13.00/19.00 – Vendita on-line: www.teatrostabiletorino.it

 

 

Il Presidente della Repubblica scrive alla partigiana Maria Riva

mattarella agendaEra stata proprio la maestra Riva a scrivere a Mattarella, dopo la sua visita ufficiale dello scorso 31 ottobre a Forno di Coazze

 

www.lagenda.news

 

Quando, lo scorso 31 dicembre, la maestra Maria Riva, 91enne staffetta partigiana, ha ricevuto la busta con il sigillo della Presidenza della Repubblica, non poteva credere ai suoi occhi. La busta conteneva infatti una lettera scritta a mano dal presidente Sergio Mattarella in persona che, con la sua calligrafia veloce, difficile da comprendere al primo colpo, ringrazia Maria per il suo impegno affinché la memoria della Resistenza in Val Sangone non vada persa. Era stata proprio la maestra Riva a scrivere a Mattarella, dopo la sua visita ufficiale dello scorso 31 ottobre a Forno di Coazze: “Volevo segnalargli che, purtroppo, a causa del poco tempo a disposizione, non eravamo stati in grado di affiggere la targa fuori dalla chiesa di San Giuseppe di Forno (che ricorda l’importante ruolo ricoperto da questo luogo di culto, durante la guerra civile del ’43- ’45, ndr) prima del suo arrivo, ma che, comunque, essa è stata inaugurata il 15 novembre” spiega, ancora emozionata, Maria Riva. Il presidente, dopo essersi scusato per non avere risposto tempestivamente alla missiva, a causa di alcuni impegni all’estero, ha poi sottolineato il suo “grande apprezzamento” per l’opera che la signora Riva svolge per “onorare la memoria dei caduti per la Libertà”. Con gioia fanciullesca, Maria Riva ha poi concluso: “Gli risponderò senz’altro, ringraziandolo per la sua gentilezza e, inoltre, credo proprio che farò incorniciare la sua lettera e che la appenderò in casa mia”.

UNA MERENDA REALE A PALAZZO

coda musei realeSarà possibile, in cambio di 10 euro, gustare la “Merenda reale” anche in altri locali storici che aderiscono all’iniziativa di Turismo Torino

 

Nell’ambito di “Natale coi fiocchi”, il ricco carnet di eventi offerti dal Comune di Torino in occasione delle festività natalizie, spicca un’iniziativa molto”golosa”: la Merenda Reale in versione settecentesca. Turismo Torino e Provincia invitano tutti, torinesi e turisti, dal 19 dicembre al 10 gennaio, e in seguito, ogni fine settimana di febbraio, a immergersi nella magica atmosfera di Palazzo Reale. Sarà l’occasione per assaporare il rito tanto amato dai Savoia, una merenda proposta dalla famosa pasticceria Gerla, che gestisce la caffetteria della più importante residenza sabauda del Piemonte. Dalle ore 16 si potrà infatti gustare la cioccolata calda fatta a mano secondo le antiche tecniche dei maestri pasticcieri di Casa Savoia, abbinandola ai pasticcini e ai biscotti artigianali di Gerla. Oltre al Caffè Reale di Palazzo Reale sarà possibile, in cambio di 10 euro, gustare la “Merenda reale” anche in altri locali storici che aderiscono all’iniziativa di Turismo Torino, come la Caffetteria degli Argenti della Reggia di Venaria e il Caffè Madama di Piazza Castello. I pasticcieri e i baristi sono stati istruiti da Barbara Ronchi della Rocca, esperta di bon ton e tradizioni di Casa Savoia.

 

(Foto: il Torinese)

Helen Alterio

"Il Milione" all'Astra per Capodanno

astra teatroIl divertente vaudeville è rivisitato dal trio Beltramo / Insegno / Iossetti in prima nazionale

 

Protagonista delle festività e del Capodanno al teatro Astra è lo spettacolo Il Milione, un appassionante e divertente vaudeville di inizio Novecento composto da Georges Berr e Marcel Guillemaud. A assicurarne il successo è la comicità del trio Beltramo/Insegno/Iossetti,  in una nuova proposta in prima nazionale.

 

Il Milione fu rappresentato per la prima volta nel 1910 a Parigi al Theatre du Palais Royal, in piena Belle Epoque e conobbe il successo che quell’epoca spensierata accordava al genere del vaudeville. Nel 1930 Rene’ Clair trasse liberamente da quel testo un film che riscosse un successo ancora maggiore. Questa nuova riscrittura conferma che Il Milione non ha perso negli anni la sua freschezza nel raccontare le peripezie di un pittore squattrinato che vinse alla lotteria il milione,  che dà il titolo alla commedia, ma perse la giacca che conteneva il biglietto vincente… di qui iniziava, aiutato dagli amici, la fantomatica ricerca dell’indumento, che passava da una mano all’altra.

 

Per la serata di Capodanno, al termine dello spettacolo, si proseguirà con un brindisi e intrattenimento dopo mezzanotte.

 Mara Martellotta

Biglietto intero 50 euro, ridotto 45 euro.

Teatro Astra. Via Rosolino Pilo 6. Il Milione, fino al 10 gennaio 2016.

Fondazione Teatro Piemonte Europa.