LIFESTYLE- Pagina 403

A spasso con il cucciolo per divertirlo e divertirci

coscarelli cane2TU PORTI LUI O LUI PORTA TE?!

di Enrico Coscarelli

Possiamo permetterci di liberare il piccolo in spazi aperti, perché a questa età basta un richiamo con una tonalità divertente, scappare a tutta velocità o mostrare il gioco preferito per attirare la sua attenzione e vederlo correre subito verso di noi

cane coscar1Buongiorno carissimi lettori, riprendiamo l’argomento delle prime uscite del cucciolo, quest’oggi intese   più come divertimento. Se nell’articolo precedente abbiamo visto la passeggiata come normalissima uscita in centri abitati, oggi la vediamo più come potrebbe avvenire in natura, da un punto di vista canino.

Io tutti i giorni non vedo l’ora di portare i miei amati cani in aperta campagna, liberi, per vederli giocare, correre, avere un momento di interazione. Come già detto, il gioco è la base di un rapporto unico, e quindi il mio consiglio più spassionato è quello di portare il cucciolo in spazi aperti, senza guinzaglio.Possiamo permetterci di liberare il piccolo in spazi aperti, perché a questa età basta un richiamo con una tonalità divertente, scappare a tutta velocità o mostrare il gioco preferito per attirare la sua attenzione e vederlo correre subito verso di noi; così facendo il cucciolo impara a voler venire verso di noi e mai il contrario, dev’essere lui ad aver paura di perderci e non noi ad inseguirlo per paura che scappi.Ricollegandoci al gioco, qui iniziamo a proporglielo in un ambiente diverso da casa, e vedrete che l’autonomia e la sicurezza sarà inferiore, quindi inizialmente anziché andare avanti all’infinito si “stuferà” dopo un paio di lanci, la pallina anziché portarcela ai piedi la mollerà qualche metro prima di arrivare a noi, lo straccio lo morderà ai lati e difficilmente avrà un morso fermo. E’ tutto normale, deve prendere autostima in se stesso e procedendo come fatto in precedenza a casa si otterranno gli stessi risultati.E’ anche molto importante riproporre un gioco per sfruttare le grandi abilità olfattive, ecco un esempio di gioco educativo: si buttano dei cane coscar3bocconcini a terra mentre guarda, gli diamo il comando ” cerca” quando lo mangia, poco alla volta tiriamo i bocconcini sempre più lontano, fino ad arrivare al punto che il cane non veda dove si trovano, e dandogli il comando “cerca” butterà il tartufo (il suo naso)   a terra fino a che non troverà   il premietto. Molti clienti, di primo acchito, mi chiedono se così incentiviamo il cane a mangiare in giro qualsiasi cosa trovi, no, nel senso che sicuramente svilupperà questa dote e la sfrutterà quando viene stimolato da svariati odori, ma poi noi avendo il controllo basterà un richiamo per riattirare la sua attenzione e poter fare qualcos’altro di divertente.Richiamo, essenziale! In queste fasi possiamo potenziarlo davvero molto, come detto siete liberi, ed allora cane coscar2come il cucciolo si distrae giriamoci e corriamo dicendo solo il suo nome, non esiterà e si fionderà da noi, a quel punto lo si premia e lo si loda moltissimo; se inizialmente il nome viene usato solamente in questi frangenti, quando avrà una motivazione forte nel venirvi vicino, sarà più facile l’associazione nome-coccole e quindi non temere alcuna distrazione perché starvi accanto sarà la cosa più bella al mondo.Ecco uno dei più grandi luoghi comuni: ho un giardino grande così il cane si sfoga e sta bene, ma la bella verità è che, da solo, il cane, del grande giardino non se ne fa nulla, lui ha bisogno di voi, è un animale sociale; spesso mi sento dire “ vorrei liberarlo, ma ho paura che scappi, se vede un altro cane non torna o non mi da retta” ed allora vi dico: se il cane si diverte con voi, non ha motivo di cercare altro, e con questi piccoli accorgimenti, ogni passeggiata sarà come una festa, e dispiacerà sia a voi che al cane tornare a casa.Nella prossima puntata apriamo una piccola parentesi e facciamo una considerazione in merito alle aree cani.

Enrico Coscarelli

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“Viaggio nella Sardegna del vino" con GoWine

Focus: i vini autoctoni dell’isola, le storie di uomini e donne del vino StarHotel Majestic Corso Vittorio Emanuele, 54  
GO-WINE

La Sardegna è la protagonista del secondo incontro dell’anno di Go Wine a Torino.Un focus sulla viticoltura dell’isola, ricca di vini autoctoni e di una storia antica legata alla coltura della vite. Una sorta di viaggio nelle principali aree di produzione dell’isola con la presenza di uomini e donne del vino in sala a raccontare vini e territorio.Grazie alla collaborazione con il Circolo Sardi Sant’Efisio di Torino, la serata si arricchisce con alcuni assaggi di prodotti tipici sardi. Accompagneranno la degustazione gli assaggi di spianata sarda, formaggio e salumi.

Le aziende al banco d’assaggio:Argiolas – Serdiana (Ca); Cantina del Giogantinu – Berchidda (Ot);Cantina di Dorgali – Dorgali (Nu); Cantina Trexenta – Senorbì (Ca);Carpante – Usini (Ss); Columbu – Bosa (Or);Deiana Ferruccio  Settimo San Pietro (Ca); Dettori – Sennori (Ss);Fradiles – Atzara (Nu); Gostolai – Oliena (Nu); Ledda Fele – Oliena (Nu);Mesa – Sant’Anna Arresi (Ci); Mora&Memo – Serdiana (Ca);Murales – Olbia (Ot); Pala – Serdiana (Ca); Quartomoro di Sardegna – Arborea (Or);Su ‘Entu – San Luri (Vs); Tenute Delogu – Alghero (Ss); Zarelli Vini – Magomadas (Or).

 www.gowinet.it

Programma e orari:Ore 17,00 – 19,00: Anteprima: degustazione riservata ad operatori professionali (titolari di Ristoranti, Enoteche e Wine Bar);Ore 19,00: breve conferenza di presentazione dell’evento;Ore 19,15 – 22,00: Apertura del banco d’assaggio al pubblico di enoappassionati. Il costo della degustazione per il pubblico è di € 17,00, Soci Go Wine € 12,00, riduzione soci associazioni di settore € 15,00Il costo della degustazione segna un piccolo aumento rispetto alle precedenti comunicazioni per l’assaggio di prodotti tipici sardi.


L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata.  L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2016 (benefit non valevole per i soci familiari).

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata all’Associazione Go Wine, telefonando al n°0173/364631 oppure inviando o un’e-mail a  stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 12.00 di mercoledì 09/03 p.v..

#Foodfest16: alla scoperta della Gattinara tra vino e riso

gattinara1La giornata conclusiva, quella di sabato 27, è stata all’insegna della conoscenza diretta del territorio piemontese e delle eccellenze locali. I giornalisti accreditati hanno potuto partecipare a  percorsi enogastronomici presso diverse aziende. Vi racconteremo l’Educational “Imbottigliati… in collina” che ci ha portato alla scoperta delle colline della Gattinara e delle sue prelibatezze, il vino e il riso

Torino ha ospitato la prima edizione del Festival del Giornalismo Alimentare dal 25 al 27 febbraio presso l’Aula Magna dell’Università nel complesso della Cavallerizza Reale. Una tre giorni di incontri, lezioni, dibattiti e workshop sui temi più caldi che affronta il giornalismo alimentare. Si è discusso di politiche alimentari, sicurezza del cibo, educazione alimentare, reati alimentari e di comunicazione a tutto tondo sul tema. Relatori importanti si sono susseguiti sul palco, dal presidente di Slow Food Carlo Petrini al vice presidente della Lavazza, ai vari esperti di zoo profilassi e al magistrato Guariniello.gattinara5

La giornata conclusiva, quella di sabato 27, è stata all’insegna della conoscenza diretta del territorio piemontese e delle eccellenze locali. I giornalisti accreditati hanno potuto partecipare a degli Educational, cioè dei percorsi enogastronomici presso diverse aziende. Vi racconteremo l’Educational “Imbottigliati… in collina” che ci ha portato alla scoperta delle colline della Gattinara e delle sue prelibatezze, il vino e il riso. Il primo step è stata la visita all’Azienda Vitivinicola Travaglini nata nel 1958, rinomata per la produzione del vino Gattinara DOCG. Attraverso i racconti di Massimo, genero del fondatore dell’azienda Giancarlo Travaglini, abbiamo conosciuto una storia di intraprendenza, lungimiranza e passione per la propria terra. Giancarlo Travaglini ha portato ad alti livelli nazionali e internazionali il vino prodotto dal vitigno Nebbiolo. L’azienda esporta nel mercato estero il 65% della produzione, in testa gli Stati Uniti e poi i paesi del Nord Europa. Innovativa è stata ed è tuttora la gattinara4forma della bottiglia, ideata nel 1958, che contiene il Gattinara Travaglini. La “pancia” pronunciata e la forma “storta” permettono la decantazione trattenendo l’eventuale sedimento naturale che si forma nel lungo riposo del vino in cantina. Il Gattinara DOCG viene lasciato riposare per tre anni mentre quello Riserva per quattro. Il Tre Vigne DOCG è invece quello che strizza di più l’occhio ai compratori internazionali e nasce dall’unione di uve provenienti da tre vigneti posti a diversa altitudine. Il sogno e L’altro sogno sono frutto dell’idea di Giancarlo di utilizzare uve stramature fatte appassire per cento giorni. Il secondo si differenzia dal primo per la presenza di un maggiore residuo zuccherino. Il signor Travaglini, venendo a mancare, non ha potuto però assistere alla realizzazione del sogno, ma la famiglia lo ha portato a compimento. La degustazione di questi vini ci ha permesso di sentire gli odori e i sapori intensi, frutto di una terra rocciosa ricca di sali minerali di ferro. L’accompagnamento con salame della Gattinara e toma valsesiana è stato perfetto.gattinara3

Il tour è continuato con il pranzo presso il Ristorante Villa Cavalleri di Gattinara, dove il cuoco ci ha servito pietanze piemontesi tra un aneddoto e l’altro con una genuinità disarmante. Principe delle portate è stato il Risotto alla Gattinara, perché il riso nasce nell’acqua e muore nel vino, come si dice da queste parti.

L’ultima tappa ci ha portato a scoprire la produzione del riso anche attraverso i racconti della guida Alberto Pistola. Sono stati i monaci cistercensi dell’Abbazia di Lucedio a portare il riso nella zona alla fine del Quattrocento e a coltivarlo grazie alla presenza delle paludi. Ad accoglierci presso la Riseria di Rovasenda dei fratelli Tomanosi è stato il signor Giovanni. La famiglia Tomasoni coltiva e produce riso dal 1976 nella cosiddetta “Baraggia”. Si tratta di un terreno argilloso poco fertile bagnato dall’acqua proveniente dal Monte Rosa, che viene bonificato attraverso la coltura del cereale. La peculiarità del prodotto consiste in un chicco più piccolo rispetto alle altre varietà, ma compatto, translucido e con un’ottima tenuta in cottura. Giovanni Tomasoni, con un sorriso puro e scavato dalle rughe della fatica degli anni di lavoro, ci ha raccontato la sua storia. gattinara2La sua è un azienda piccola che non ha nulla da invidiare a quelle più grosse, stessi procedimenti, stessa resa e qualità. Il processo di lavorazione meccanizzato dura circa 15 minuti, inizia dalla sbramatura del risone che viene pulito e diventa chicco. Da questo processo viene scartata la lolla, parte esteriore del chicco poi utilizzata per la produzione di mangimi per animali. Il secondo step è la sbiancatura del chicco, dal quale si elimina invece la pula. La Tomasoni Riso produce principalmente quattro varietà di riso: il Carnaroli, l’Arborio, il S. Andrea e il Baldo. Dal 2007 il prodotto ha ricevuto la Denominazione d’Origine Protetta “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”, l’importante rinascimento tutela e allo stesso modo garantisce l’unicità e la qualità del riso.

Questa esperienza ci ha permesso di conoscere tradizioni locali sedimentate nel territorio e che per questo lo rendono unico. Soprattutto abbiamo ascoltato le storie delle persone e del duro lavoro che stanno dietro ai prodotti e che rappresentano la forza del Made in Italy e dell’Italia stessa.

Federica Monello

 

Al Lingotto torna Expocasa, più nuovo che mai

EXPOCASA1Dal 27 febbraio al 6 marzo al Lingotto Fiere di Torino torna, completamente rinnovato, il Salone dedicato alle idee per abitare. Porte aperte sabato 27 febbraio con ingresso gratuito per il pubblico per festeggiare le grandi novità di questa edizione

 

Dal 27 febbraio al 6 marzo 2016 al Lingotto Fiere di Torino prende il via la 53^ edizione di Expocasa, il Salone di riferimento per il nord-ovest per tutto quanto riguarda l’arredamento e le idee per abitare, in cui i visitatori, grazie alla vasta offerta raccolta in un unico ampio spazio espositivo, possono trovare la soluzione più adatta al proprio stile abitativo.

Varcata la soglia del mezzo secolo, Expocasa è uno degli appuntamenti che ha accompagnato l’evoluzione dello stile e del modo di abitare, oggi sempre più flessibile e indirizzato verso spazi multifunzionali. Il salone raccoglie da sempre i migliori marchi di arredamento italiani che il grande pubblico può acquistare direttamente dal rivenditore presente in fiera.

Expocasa è organizzato da GL events Italia-Lingotto Fiere.

EXPOCASA È TOTALMENTE RINNOVATO. A partire dalla struttura, che quest’anno è il suggestivo Oval, un vero e proprio gioiello dell’architettura contemporanea: spazio tecnologico di grande impatto, ospita importanti eventi di prestigio nazionale e internazionale ed è indubbiamente l’ambiente ideale per un appuntamento come Expocasa, che racchiude la lunga tradizione di una fiera che nello medesimo tempo è costantemente proiettata verso il futuro.

Altre grande novità è il percorso espositivo, integralmente ripensato per offrire la massima fruibilità al pubblico e una vera e propria panoramica a 360° sul mondo dell’arredo. Sarà suddiviso per aree tematiche: a partire dal cuore della casa, la cucina, l’itinerario si snoderà nelle varie sezioni toccando il bagno e gli spazi per il benessere, la zona notte, gli spazi giorno per relax e condivisione con gli ospiti fino alla nuova area dedicata alle camerette. Non mancheranno spunti anche per coloro che sono alla ricerca di proposte su tessuti d’arredo ed elettrodomestici, oltre che materiali e servizi per la ristrutturazione raccolti nel settore Tecnicasa.

SABATO 27 FEBBRAIO INGRESSO GRATUITO. Come si fa con gli amici più cari, anche Expocasa vuole condividere con il pubblico la sua nuova casa, e per questo invita tutti a festeggiare offrendo l’accesso gratuito il primo giorno di manifestazione, sabato 27 febbraio. Per usufruire di questa opportunità è sufficiente registrarsi sul sito ed esibire l’invito all’ingresso dell’Oval.

 

COUPON SCONTO DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ. Nei giorni successivi, dal lunedì al venerdì, è possibile accedere utilizzando il coupon sconto scaricabile sempre sul sito expocasa.it, che permette l’ingresso a 5€ anziché 8: un’attenzione particolare per il pubblico che ritorna più volte nel corso dei 9 giorni di manifestazione per mettere a punto il proprio progetto.

OLTRE 400 ESPOSITORI. Il nuovo corso di Expocasa, ha ottenuto da subito il riscontro positivo delle aziende, tanto che sono state raggiunte oltre 400 adesioni, tra espositori e marchi rappresentati. Tra di loro sono presenti importanti riconferme e new entry italiane e internazionali, alcune delle quali parteciperanno alla manifestazione torinese per la prima volta. Un segnale importante degli operatori del settore, da sempre capaci di captare le tendenze più interessanti del mercato.

Moltissime le novità di quest’anno e ampia l’offerta dell’esposizione, spaziando dal mobile classico al prodotto di design, fino alle soluzioni per arredare gli spazi contemporanei, sempre più flessibili e utilizzati diversamente nelle varie ore della giornata.

Un’attenzione particolare viene posta anche nella cura dei dettagli e nell’ampia scelta di materiali e personalizzazioni, che rendono unico il proprio stile d’arredo.

Numerosi espositori, infine, offrono ai clienti un servizio “senza pensieri”: tutto il percorso di ristrutturazione o di arredamento viene seguito direttamente dal venditore, che garantisce i passaggi a partire dalla pratica comunale fino alla consegna finale dello spazio, modificato e arredato. Un servizio chiavi in mano che permette al cliente di interfacciarsi con un unico interlocutore e di ridurre al minimo problemi e perdite di tempo. Dal lato del fornitore si tratta di un servizio che valorizza la capacità di sapere lavorare in rete con altri professionisti e di adattarsi alle richieste del mercato in continua evoluzione.

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UN NUOVO VISUAL. Un rinnovamento profondo arriva anche nel nuovo “vestito” di Expocasa, ripensato dallo studio Undesign di Torino: un visual in bianco, rosso e nero, semplice e allo stesso tempo elegante, che esprime al meglio il profondo cambiamento di questa manifestazione, da sempre capace di soddisfare il pubblico più tradizionale e, nel contempo, attrarre nuovi visitatori alla ricerca delle proposte più innovative e all’avanguardia.

Il nuovo logotipo è realizzato da un carattere dall’aspetto geometrico e si ispira, reinterpretandoli in chiave contemporanea, agli alfabeti utilizzati dalle grandi avanguardie architettoniche del Novecento. Proprio alle grandi avanguardie, e in particolare al costruttivismo, è ispirata la comunicazione dell’edizione 2016 che riprende atmosfere e riferimenti tipici del manifesto da esposizione internazionale che si rifà al bel design dei maestri degli anni sessanta.

toBEeco. Nell’ambito di Expocasa si tiene anche la 7° edizione di toBEeco, vetrina del design ecosostenibile. La sezione speciale accoglie 35 creativi, designer e innovatori nazionali e internazionali – selezionati attraverso una chiamata pubblica – che ruoteranno durante le nove giornate del Salone. Tutti i partecipanti sono legati da un approccio sostenibile, a partire dalla fase progettuale fino al compimento: uno spazio per chi vuole sperimentare senza perdere di vista l’aspetto green. I prodotti esposti possono essere acquistati dai visitatori.

Come ogni anno è stato scelto un tema: per il 2016 è Con cura, cioè il saper fare amorevole umano che unisce in sé il designer, l’artigiano e il commerciante, che offrono un prodotto o un servizio frutto di una cura particolare verso la sostenibilità di progetto e processo. Un fil rouge trasversale che apre le porte a forme diverse di creatività.

Tra gli oggetti presentati in toBEeco 2016 dagli espositori internazionali – provenienti da America, Asia e Africa – troviamo, ad esempio, le scarpe artigianali dal design contemporaneo dell’argentina Tonocotè e le serigrafie con colori naturali su tessuti realizzate a mano dallo studio boliviano Mayaki design. Dal Myanmararrivano le laccature in oro e metalli preziosi degli artigiani birmani, per la prima volta a Torino grazie a uno scambio promosso dalla Camera di commercio e dal Comune di Torino, dal Sudafrica i vasi zoomorfi di Makhaya-Bushmen Ceramics, dalla Russia i gioielli contemporanei di Jenia Design.

La scena creativa italiana sarà rappresentata, tra gli altri, dalla milanese Terrarium, che realizza scenografie verdi in miniatura; da Bolzano arriva Embawo, che presenta le sue preziose borse di legno e pellame, che vestono persone e biciclette come quelle in carbonio prodotte da Leaos; dalla Toscana i produttori degli originalissimi occhiali e orologi in legno We Wood; Red, che firma le sedie regista più contemporanee e Kafè che realizza borse e accessori con materiali di recupero, prime tra tutte buste vuote del caffè. Dal Piemonte c’è Paolo Valenti, che declina la tecnica raku nell’illuminazione, Lorella Bai che con il vetro realizza monili dai molteplici giochi di luce; Ferraris Design con i complementi d’arredo.

E poi ancora i gioielli di filo creati all’uncinetto da Cinzia Mosso, quelli realizzati con il recupero di materiali diversi di Con.Lana, gli oggetti-collage di Matelier, icapi da pioggia creati da Arti.ficio, le ceramiche proposte da Roba che Skotta, i corpi illuminanti in metallo ricavati da oggetti industriali di Contatto Meccano, gliaccessori in legno di Naturas Wood Project, i complementi d’arredo a impatto zero di Elimond handmade, i monili in materiali naturali presentati da Sweet, le originalissime lampade creata da Balume, le sculture di pietra di Marcantonio Barello, i Tappeti volanti prodotti in juta e stoffe diverse, le sculture di Lele De Bonis, i medaglioni “copia” di quadri famosi in polymer clay di Natalia Pugliese, il macramè abbinato alle pietre dure di Francesco Volpi e infine i prodotti dell’azienda agricola Basso, anche loro realizzati con cura.

Oltre a questi si lavorerà ogni giorno con i laboratori organizzati da InGenio, contenitore delle associazioni di Torino, che coniuga artigianalità e sostenibilità sociale; nel programma ci si confronterà grazie agli incontri di Giardino forbito dedicati alle tematiche del verde e della sostenibilità.

INCONTRA L’ESPERTO. Nel panorama dell’edizione 2016 non mancherà il calendario di appuntamenti che d’abitudine anima il Salone con dimostrazioni, workshop, corsi.

Tra questi i più apprezzati sono i tavoli di Incontra l’esperto, a partire dagli appuntamenti con gli architetti, curati dal GAT, Giovani Architetti Torino. Con loro i visitatori hanno l’opportunità di conoscere la figura dell’architetto e i servizi che può offrire in tema di consulenza edilizio-progettuale, agevolazione fiscale, risparmio energetico, ristrutturazioni.

Discorso simile ma ambito di competenza diverso per i professionisti di CasaClima, gestito dai Consulenti dell’Agenzia per l’Energia Alto Adige, che  forniranno indicazioni sul tema del costruire sostenibile, con un occhio d’attenzione all’impatto ambientale, all’efficienza energetica e al comfort abitativo.

I suggerimenti che provengono da Incontra il paesaggista invece, saranno utili a tutti coloro che vogliono progettare aree esterne e curare il paesaggio che circonda l’abitazione con l’obiettivo di migliorare la fruibilità degli spazi e la qualità di vita generale. Gli incontri sono ospitati nell’area Giardino forbito a toBEeco, sulla terrazza dell’Oval.

Sempre focalizzato sul verde, ma più di piccole dimensioni, è l’obiettivo degli incontri con la Plant sitter: i consigli verteranno sia sui piccoli spazi verdi (interni, terrazzi o balconi) sia sulle fioriere che hanno bisogno di un restyling o di una vita ex novo.

Tutti gli appuntamenti di Incontra l’esperto si prenotano sul sito expocasa.it.

FORMAZIONE PER GLI ARCHITETTI. Anche quest’anno ritornano gli incontri formativi promossi in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Torino. Ecco il calendario degli incontri: lunedì 29 febbraio si parlerà di Progettare l’abitare domestico: dalla spontaneità ai condizionamenti sociali; martedì 1 marzo il tema sarà Pomeriggio in verde; giovedì 3 marzo è in programma Di legno! Natura e artificio. Racconti materiali del saper fare artigiano e falso materico mentre Casa come contenitore di emozioni: l’abitazione come espressione del proprio carattere è l’argomento di venerdì 4 marzo. Si chiude sabato 5 con  Esporre. Dal racconto fisico al racconto virtuale: esposizioni in evoluzione

Tutti gli incontri danno il diritto al riconoscimento di 2 crediti formativi per architetti.

 

IL FASCINO DELLA BIRMANIA PROTAGONISTA A EXPOCASA. Nell’ambito della collaborazione con gli artigiani laccatori di Bagan, la cui arte antica risale all’XI secolo, Expocasa dal 27 febbraio al 2 marzo ospita la delegazione di giovani imprenditori, provenienti dalle storiche famiglie di laccatori birmani, in collaborazione con UNIDO, CCIAA, CNA, IED, Consolato Onorario del Myanmar a Torino e Camera di Commercio Italia-Myanmar.

Nella città di Bagan ha sede il Lacquerware Technology College, dove si diplomano i migliori laccatori locali, e nel dicembre 2015 in Myanmar, è stato firmato un accordo fra il Lacquerware Technology College e l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

La Città di Torino da molti anni ha relazioni di cooperazione con il Myanmar che, a seguito della Firma dell’Accordo con la Città di Yangon avvenuta a maggio 2015, si sono maggiormente rafforzate.

 

Expocasa 2016 sarà ancora di più “la casa per arredare la propria casa”.

 
INFORMAZIONI
Expocasa 2016 – Idee per abitare e rinnovare
53^ edizione
Da sabato 27 febbraio a domenica 6 marzo 2016
Lingotto Fiere – Oval
Via Mattè Trucco 70 – Torino
www.expocasa.it
info@expocasa.it
T 011 6644 111

Da piazza Rebaudengo a Borgo Po passando per il centro. Che bella Torino!

mole vittoriotosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Eclettica questa città, miseria e nobiltà mischiate. Una lunga passeggiata per sentirmi appagato. Nonostante la pioggia, anzi forse grazie alla pioggia, ancora più bella

Oggi a Torino piove. Quando piove tutto si veste del grigio. La città diventa proprio un film in bianco e nero, di quelli vecchi che ti fanno star male, dove malinconia e nostalgia si mischiano. Memoria è sapere, memoria è ricordo. Sono partito a piedi da piazza Rebaudengo ben coperto e con l’ombrello, indeciso se camminare o prendere un mezzo pubblico.

cavallo bronzoHanno “vinto” i pensieri, ha vinto il ricordo di ciò che è stato letto o raccontato, ha vinto ciò che ho vissuto. Via Renato Martorelli, comandante partigiano a cui è intitolata la locale sezione dell ‘Anpi ( Associazione partigiani ) il cui presidente , è il mitico novantenne Palmiro Gonzato giovanissimo sappista veneto immigrato dopo la guerra. In barriera, dopo 70 anni è ancora vivo il ricordo, la voglia di ricordare.

Una volta il riscaldamento era a carbone. lo trasportavano in carretti che transitavano per questa via. ogni 50 metri una pjola. Molte volte il carrettiere s’addormentava, ed il cavallo si fermava dove il padrone era d’abitudine fermarsi. il pjolista non sentendo più il rumore degli zoccoli urlava: Cesareeee!!!! un bel bicchiere di rosso, preferibilmente dolcetto o barbera e poi via.

Ora si alternano bar a nuove drogherie e vinerie. Non si vende più vino sfuso, non si sente più il rumore degli zoccoli, non si sente il vociare dei giocatori di carte. tante diverse razze. Costeggio il muro e vedo strani personaggi. Chi utilizza la carrozzella come un carrello. Pulisce la pioggia e si arriva in Piazza Crispi. Qui nel 1853 fu istituito il dazio spostato nel 1913.. Fu la fortuna della Barriera dellìEMME. sviluppo artigianale, industriale ed edilizio. all’inizio di via Leini, il bordello di terza classe abolito nel 1959 con la legge Merlini.balon2

Nei piccoli portici di corso Giulio Cesare angolo corso Emilia gli immancabili senza tetto. Parlano tra loro in slavo.Sul ponte Mosca, nel ’17 i soldati contadini sparano sulla folla operaia che chiedeva più pane.E la Ciriè Lanzo, stazione dove i nazi-fascisti riempivano i treni di deportati. Qui per me un dolce ricordo. Di sabato si lavorava ancora. Quando andavamo in montagna, aspettavano mio padre che lavorava alla Grandi motori. Sempre mezz’ora prima sulle carrozze di legno. sempre con gli immancabili panini dietro. Gli correvo incontro ed il suo viso fresco con il giaccone che “profumava” di fuliggine.

Poi il “lungo viaggio” fino a Germangano, durato ben 40 minuti. poi il pullman per Viù. ricordi impagabili. La solita confusione di Porta Palazzo aumentata dalle auto in doppia e tripla fila. Rumori da una banda musicale mi attraggono verso il Municipio. Accidenti….dimenticavo… 10 anni dalle Olimpiadi invernali. Nonostante la pioggia, aria di festa, staffetta per tutta la città. Festa tutto il giorno! Un successo.

castello piazzaContinua a piovere ed i portici, un toccasana, dall’Armeria Reale fino a piazza Vittorio un insieme. Ci si attarda nel leggere i titoli dei libri sulle bancarelle. Turisti e torinesi che amabilmente passeggiano. Anche loro, come continuità con le periferie: i senza tetto, con qualche monetina vicino. Una via Po senza auto parcheggiate, preludio per il pomeriggio. Si apre la visuale su Piazza Vittorio, la più grande piazza d’Europa. Solo Palmiro Togliatti, subito dopo la guerra, ha avuto l’ardire e l’onore di riempirla per un suo comizio. Altri tempi. E poi Gran Madre, austera ed anche un po’ sinistra, uno dei punti esoterici di questa nostra città. e mi rendo conto d’essere passato all’inizio di Via Milano, nel piccolo slargo, ho percorso un lato del triangolo magico.

Ho conosciuto Giuditta Dembech nel 1980, giornalista dell’allora Stampa Sera, ad un dibattitomole cavallerizza organizzato dai giovani comunisti al Festival Nazionale dell’Unità. Perplesso sul risultato finale, piena di gente, che ci ha fatto conoscere una Torino non solo operaia.E poi questo oltre Po che assomiglia ad un paesone. Capannelli  di persone che amabilmente chiaccherano dando al tempo un’altra dimensione…

Eclettica questa città, miseria e nobiltà mischiate. Una lunga passeggiata per sentirmi appagato. Nonostante la pioggia, anzi forse grazie alla pioggia, ancora più bella. Da piazza Rebaudengo a Borgo Po passando per il centro. Dimenticavo, 10 anni fa ho percorso via Po a Piedi, un salotto pulitissimo, nessuna cartaccia. Oggi qualche sporcizia, ma questa nostra Torino è sempre bella.

(Foto: il Torinese)

Un menu con tofu e seitan: ricette gustose e sane

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Come organizzare un menu per soddisfare i gusti della cucina vegetariana

Chi segue un’alimentazione vegetariana, correttamente bilanciata, ha la possibilità di esplorare tutte le potenzialità degli alimenti vegetali, non soltanto cucinando cereali, ortaggi e legumi in maniera intensiva, ma anche usando ingredienti insoliti come le alghe, i prodotti a base di soia e a base di germe di grano. Ad esempio cagliando il latte di soia si ottiene il tofu, un prodotto che per consistenza e gusto può essere assimilato a un formaggio tipo primosale. Per renderlo più gustoso deve essere aromatizzato con erbe e spezie, si può usare come base per torte dolci o salate o semplicemente passato alla griglia. Ha pochissime calorie e per questo motivo è ideale da integrare in una dieta dimagrante; per dare l’idea 100 gr di tofu contengono dalle 70 alle 130 calorie; contiene pochi grassi e soprattutto: non grassi saturi.

Il seitan è un ingrediente versatile, dall’elevato contenuto proteico, ottenuto dalla lavorazione della farina di grano. E’ privo di colesterolo e di grassi e adatto a tutte le diete: il suo composto tagliato a fettine è assolutamente paragonabile alla consistenza e al gusto della carne. Può anche essere preparato in casa se si ha tempo e un po’ di pazienza. Per 100 gr seitan si calcolano circa 120 calorie, senza grassi saturi. Per preparare un menu vegetariano occorre abbinare cereali e legumi magari nella stessa ricetta: aggiungendo ogni tipo di verdura a piacere. Le pietanze possono essere arricchite con germogli, semi e alghe.

Maionese di tofu
Ingredienti. 50 gr di tofu, mezza arancia spremuta, un cucchiaino di olio e uno di acqua, un pizzico di sale.
Preparazione. Frullare tutti gli ingredienti col mixer a immersione.

 
(www.dilei.it)

Alla scoperta del mondo! Le prime uscite del cucciolo

coscarelli cane2“TU PORTI LU O LUI PORTA TE !?”
 Consigli cinofili di Enrico Coscarelli
 

Prendiamo un bel collarino della misura giusta ed un guinzaglio di quelli fissi, diciamo che una lunghezza standard di un metro e mezzo può andar bene.Per lui sarà tutto nuovo: gente, macchine, passeggini, grida, strombazzate, sirene, odori, altri simili, una valanga di distrazioni che per noi sono la normalità, ma per lui non ancora; questa è la fase in cui dobbiamo fargli conoscere le varie “distrazioni”

cane coscarelli

Buongiorno carissimi lettori, torniamo ad occuparci del cucciolo e trattiamo quindi le prime uscite, un momento importante perché diventerà fondamentale per tutta la vita del nostro fedele amico.

Iniziamo col dire che si può cominciare ad uscire col piccolo solo quando sarà a posto con i vaccini, in maniera da non correre il rischio che prenda qualche virus e venga compromessa la sua saluta.Dunque, prendiamo un bel collarino della misura giusta ed un guinzaglio di quelli fissi, diciamo che una lunghezza standard di un metro e mezzo può andar bene.

Per lui sarà tutto nuovo: gente, macchine, passeggini, grida, strombazzate, sirene, odori, altri simili, una valanga di distrazioni che per noi sono la normalità, ma per lui non ancora; questa è la fase in cui dobbiamo fargli conoscere le varie “distrazioni”, in maniera che non diventino fonte di stress, fobie, bensì incontri piacevoli quotidiani e tutto sta alle nostre reazioni. Dovrete essere bravi a tutelarlo facendo in modo che lui non abbia conseguenze negative ed allo stesso tempo riuscire a fargli crescere la sicurezza in se stesso.

A livello pratico, il cucciolo si dovrà abituare al collarino, quindi non preoccupatevi se inizialmente scuoterà la testa o tenterà di sfilarselo, voi siate divertenti e proseguite, chiamatelo, lodatelo, col tempo prenderà confidenza e le piacerà un sacco perché quando vedrà il collarino capirà che si andrà da qualche parte. Facilmente all’inizio sfogherà il suo stress sul guinzaglio, mordendolo, ma non dategli modo di farlo, è possibile evitare questo atteggiamento facendo sessioni brevi e portandolo fuori quando noi possiamo dedicarci interamente a lui, senza distrazioni.

Andare a passeggio con un cucciolo in centri abitati è una cosa molto difficile, non si   riesce a portare avanti una camminata fluida, ogni due metri le persone ti fermano, lo toccano, lo accerchiano, lo coccolano; poi il cane cresce, salta addosso alla gente e ci chiediamo perché.. ben venga la socializzazione con uomini, donne, bambini ed anziani, però resta importante il nostro comportamento, quindi quando si decide che si procede, non fermiamoci se il cane si impunta che vuole continuare a prendersi le coccole e fare le feste, SI VA, decisi e coerenti.

A questo mi collego dicendo fate voi strada, se il cane tira perché interessato non fatevi trascinare, cambiate direzione, poi riportatelo anche dove attratto, ma fate in modo che sia una scelta vostra, mai sua.Tenete conto di questi ultimi consigli anche per quanto riguarda la socializzazione con altri cani, ma facendo ancor più attenzione all’approccio, si avvicinano, scodinzolano, si annusano, “vogliono giocare”, lasciamoli fare, se invece i segnali non sembrano piacevoli, ringhio o coda alta ad esempio, tirate dritti, evitiamo una possibile associazione negativa e rafforziamo l’istinto alla fuga quando lo riteniamo necessario.Ultimo aspetto, ma non per importanza, sono tutti gli oggetti mobili e fissi che si possono incontrare, dipende dalla nostra reazione, il cucciolo che abbaia alle auto, che rincorre moto e biciclette, o che passa intimorito lontano da passeggini, statue, vasi o si intimorisce con rumori forti, le uniche cose possiamo fare sono quelle di proseguire come se niente fosse, e poi lodarlo con premietto o una pacca per gratificarlo, è inutile fare parole, richiamarlo, gridargli dietro, tirargli sculaccioni o ancor peggio rassicurarlo tra le proprie braccia, sarebbe solo l’inizio di problematiche.

Per il cane la passeggiata è fondamentale come per noi è la cena in famiglia, la birra con amici e l’avere una passione, può vivere anche in un appartamento di 50 mq, ma ha bisogno di sentirsi vivo.Oggi abbiamo visto sicuramente gli aspetti meno divertenti di un’uscita, ma nella prossima puntata guarderemo più da vicino come possiamo renderla davvero piacevole.

 

Enrico Coscarelli    349 65 58 270

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L’uomo tecnologico

E’ riconoscibile dall’aria vacua, il dito fulmineo, la tasca rigonfia di Aggeggi Tecnologici dai quali è impossibile separarlo, in qualsiasi momento della giornata

L’uomo tecnologico è trasversale, è sia etero sia gay, sia giovane che vecchio, bello e brutto, ricco e povero, moro e biondo, elegante e sportivo.

E’ riconoscibile dall’aria vacua, il dito fulmineo, la tasca rigonfia di Aggeggi Tecnologici dai quali è impossibile separarlo, in qualsiasi momento della giornata. Al bar poserà sul marmo del bancone l’ultimo Iphone accanto al caffè, al ristorante invece non potrà fare a meno di porre delicatamente accanto a sè l’I-pad, come una creatura palpitante e bisognosa di continue cure. Poco importa se la tovaglia è candida, l’atmosfera rischiarata da candele, e davanti ha una bellissima donna dagli occhi luminosi e un profumo inebriante.

“Poco importa se la ragazza seduta di fronte ha una scollatura seducente e le mani morbide ed eleganti, come notano gli uomini intorno dallo sguardo ammiccante.. lui resterà incollato con fare febbricitante al suo Gioiello Tecnologico, lo sfiorerà con dolcezza, lo guarderà come si guarda un quadrifoglio appena trovato, come un frutto succoso, come una perla che ha trovato a terra in un mare di ciottoli. Inutile chiedersi quali Risposte Sull’Universo troverà in quell’oggetto freddo e immobile. Non chiedetevelo.

E’ come chiedersi se sia nato prima l’uovo o la gallina. E’ un dato di fatto. Al giapponese, quello a rullo, ho osservato per un’ora intera un uomo sui quaranta con una trentenne dai riccioli biondi e un bellissimo sorriso: lui sfiorava continuamente la tastiera, avanti e indietro, con gli occhi sbarrati, e annuiva distrattamente non ascoltandola affatto. Il sorriso si spegneva lentamente, mentre lui pareva tanto assorto da non accorgersene. Forse, mentre cercava in un quadrato di 10 cm il Santo Graal, si stava perdendo qualcosa.

Voi che dite?

Federica Billone

http://www.tuttigliuominidilola.it/

LE NUOVE DOG-MAMY

cane passegginotetiPUNTI DI (S)VISTA /
 
di Tersilla Garella
 

Ho visto passarmi davanti una ragazza giovane, che avrà avuto sì e no la mia età, mentre spingeva un passeggino. A un certo punto, da questo passeggino è caduto un oggettino rosa che io mi sono precipitata a raccogliere, credendo fosse un ciuccio. Immaginate quale sgomento e quale collasso mi siano presi quando, rialzandomi, mi sono trovata davanti due chihuahua assetati di sangue che dal passeggino mi ringhiavano contro perché avevo in mano un loro giocattolo

Fino a qualche anno fa la distinzione era semplice: chi aveva un cane e chi no. Oggi, invece, le cose si sono un po’ complicate. Ci sono da un lato i padroni di cani di taglia medio-grande e dall’altro i padroni di cani di taglia piccola. Ma fin qui nessun problema.

È l’essere stata spettatrice della scena che ho immortalato nella foto ad avermi causato qualche scompenso, a dirla tutta. Sì, perché l’altro ieri ero tranquillamente seduta su una panca al centro commerciale Le Gru, quando ho visto passarmi davanti una ragazza giovane, che avrà avuto sì e no la mia età, mentre spingeva un passeggino. A un certo punto, da questo passeggino è caduto un oggettino rosa che io mi sono precipitata a raccogliere, credendo fosse un ciuccio. Immaginate quale sgomento e quale collasso mi siano presi quando, rialzandomi, mi sono trovata davanti due chihuahua assetati di sangue che dal passeggino mi ringhiavano contro perché avevo in mano un loro giocattolo.

Sarei voluta cadere in ginocchio e urlare alla ragazza: “Perché, perchéééé???”. Gridare che era un abominio. Che questo era uno dei motivi per cui l’Isis farebbe bene a trucidarci tutti senza pietà. Ma con sforzo erculeo mi sono ricacciata in gola il tutto e sono riuscita a trattenermi. Nel frattempo, quelle sue due creaturine, placatesi, mi osservavano come nell’antica Roma i patrizi osservavano i plebei, e come oggi baby George osserva sprezzante la massa di sudditi.

Lungi da me asserire che i cani siano solo cani e debbano essere trattati come tali, senza essere degnati di considerazione o rimanendo legati ad una catena tutto il giorno. È sacrosanto e doveroso ritenerli a tutti gli effetti membri della famiglia, viziandoli e coccolandoli. Ma, santo cielo, est modus in rebus! Ci sono cani di piccola taglia che hanno più impermeabili e vestitini di quanti ne abbia mai avuti io nell’armadio in tutta la mia vita. Carini eh, per carità, ma ridicoli tralasciando peraltro il lato economico, che fa rabbrividire al solo pensiero- E se ci fate caso, il fenomeno degli abitini e degli accessori è limitato ai cani piccoli. Non si è mai visto un molossoide di quaranta kg con il collare di brillantini. Questa moda deplorevole colpisce i cagnolini in quanto probabilmente più atti ad essere considerati surrogati di bambini. Ma per quello scopo hanno inventato i bambolotti di ultima generazione che -pensate un po’- fanno anche i bisognini.

Lasciate stare i cani. Fateli correre felici nei prati. Lasciate che si sporchino giocando nelle pozzanghere. Un cane sporco di fango è un cane felice. Un cane trasportato su un passeggino è un cane frustrato.

Mens sana in corpore sano

bellezza 2

Al mattino, la prima cosa da fare è e rimane sciacquarsi il viso che presenta dopo una notte di riposo comunque residui di trucco, sporcizia da rimuovere: fattori che non donano alla nostra faccia una buona immagine. Prima scelta da effettuare, per ottenere una pulizia perfetta della superficie e rimuovere le cellule morte, consiste nella scelta del detergente

Mens sana in corpore sano non dovrebbe essere una citazione da spendere solo nei salotti, ma una linea guida nella nostra quotidiana cura della pelle e del corpo questione assai meno onerosa di quanto si creda. Perché, siamo sincere, se si ricavano quei minuti preziosi per darsi una sistematina comprensiva di make up si dovrebbe fare altrettanto per struccarsi e pulire adeguatamente il viso. Perché una pelle sana conferisce luminosità, pulizia e freschezza.

Al mattino, la prima cosa da fare è e rimane sciacquarsi il viso che presenta dopo una notte di riposo comunque residui di trucco, sporcizia da rimuovere: fattori che non donano alla nostra faccia una buona immagine. Prima scelta da effettuare, per ottenere una pulizia perfetta della superficie e rimuovere le cellule morte, consiste nella scelta del detergente. Acquistare il prodotto giusto non è affatto scontato: andate in farmacia e sottoponetevi a un test per verificare quale sia quello che fa per voi. I saponi, per quanto siate attente, risulteranno sempre aggressivi e tenderanno a inaridire la pelle.

Dopo aver pulito a fondo con il detergente, procedete con un tonico che svolge la funzione di rinfrescare la pelle e di riequilibrare il ph velocemente. Stendete poi la vostra crema idratante e lasciate che venga assorbita. Anche su questo tema, abbiate la costanza di sperimentare e provare ad alternare prodotti differenti in base alla stagione e ai cambiamenti a cui andrete incontro. La pelle del viso non potrà risultare la stessa a 30, 40, 50 anni o in gravidanza. Ad ogni età la sua crema idratante. Un consiglio: sottoponetevi una volta alla settimana a un trattamente che nutra l’epidermide. Basta una maschera fatta in casa perché la vostra pelle si riaccenda.

Sul mercato, qualora vi misuraste con l’offerta presente, cercate comunque di preferire creme altamente idratanti. Inoltre cercate di abbinare a una buona base prodotti di concezione più moderna come le BB o CC cream che abbinano vitamine a idratazione, protezione e colore. Sugli occhi cercate di stendere antirughe specifici per alleviare i segni del tempo che iniziano a manifestarsi ai lati sulla palpebra mobile. Solo dopo queste piccole operazioni che diventeranno celeri una volta tradotte in routine potrete passare al trucco. E per il corpo? Se avete l’abitudine di farvi una doccia al mattino, non dimenticate di usare una crema specifica che renderà la pelle più elastica.

La sera, care amiche, le cose non si semplificano ma di certo godiamo dell’alleato tempo che, quando si tratta di queste piccole abitudini, ha la sua parte. Fondamentale sarà struccarvi bene il viso con prodotti atti a rimuovere il make up: sceglieteli in base alla tipologia di cosmetici che avete usato dedicando particolare attenzione, quando si tratta di pulizia alla tipolia (waterproof, ad esempio). Detergente e tonico giusti sono alleati indispensabili perché la pelle abbia un aspetto sano, oltre che gradevole.

(www.dilei.it)