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Picnic 1° maggio, verdure protagoniste

Secondo gli chef stellati il trend sono i picnic gourmet con protagonisti gli ortaggi di stagione, come carciofi, radicchio e asparagi. Promosso anche dai nutrizionisti secondo cui rappresenta il perfetto bilanciamento dei principi nutritivi

Come da tradizione il 1° maggio vedrà molti italiani alle prese con il tradizionale picnic e secondo gli chef stellati il trend è prepararlo in chiave gourmet e a base di verdure (68%): in primis carciofi (28%), radicchio (21%), piselli (18%), asparagi (10%), indivia (8%), ma anche carote (7%), finocchi (5%) e sedano (3%). Promosso anche dai nutrizionisti: per uno su 4 (28%) le varianti con gli ortaggi sono leggere, per uno su 5 sono gustose (22%) e salutari (17%), ovvero contribuiscono in modo significativo a una dieta sana ed equilibrata, e di conseguenza al benessere psicofisico.

Un picnic primaverile a base di verdure è nel menù anche degli chef internazionali: il cestino gourmet dallo chef francese Nicolas Pierantoni che collabora con il pluristellato Alain Ducasse (21 stelle Michelin) all’Hostellerie de L’Abbaye De La Celle in Provenza, propone tra le pietanze prêt-à-porter asparagi freschi conditi con una delicata vinaigrette e alcuni ortaggi ripieni, quali pomodori, zucchine e cipolle. È quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’osservatorio sulle tendenze alimentari dell’azienda toscana Fratelli Polli, condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio web su un pool di 30 esperti fra chef e nutrizionisti sul significato e valore del picnic.

Ma perché uno chef consiglia di privilegiare le verdure nella preparazione di un cestino per il picnic? Per uno su 3 (33%) le verdure sono versatili, possono cioè essere cucinate in tanti modi, a vapore, grigliate, gustate sottolio o sottaceto, e dunque si prestano bene alla sperimentazione di nuove ricette gourmet; per uno su 4 (28%) sono leggere, caratterizzando un piatto senza appesantirlo, anche sotto il profilo nutrizionale.

Lo conferma Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo all’Università Campus Bio-medico di Roma: “Il picnic rappresenta un momento ludico all’aperto, per cui ritengo molto importante privilegiare quegli alimenti che forniscono energia pronta e quelli freschi che permettono una facile idratazione anche per compensare le probabili attività fisiche che accompagnano questi eventi. Pertanto un’insalata di riso o una pasta con tonno o pollo accompagnata da verdura di stagione, sia fresca che preparata a casa, sarebbe la soluzione ideale”. Tra le verdure primaverili ideali il Prof. Piretta consiglia di preferire “fave e carciofi, in quanto apportano fibre in abbondanza (utilissime per mantenere sano il microbiota intestinale) e sali minerali, come potassio, ferro e magnesio, necessari, accompagnate da una discreta quantità di acqua, per compensare le probabili perdite in una giornata di sport e passeggiate all’aria aperta”.

E quali pietanze gli chef consigliano di cucinare per un picnic? Chi preferisce mettere nel cestino del picnic dei cibi da preparare velocemente, ma senza rinunciare alla ricercatezza del gusto, può orientarsi tra pasta fredda condita con con pachino, crema di carciofi, asparagi, speck e pecorino (27%), gradevoli da gustare anche ad alta quota durante un picinic in montagna; torte rustiche di pasta brisé con formaggio, patate rosse e carciofi (28%); quiches con cipolle e acciughe (26%); omelette funghi trifolati (17%) o un’insalata di cous cous con pomodorini, tonno, olive verdi, wurstel e mais (13%), per deliziare il palato anche dei più giovani.

Tra i piatti maggiormente consigliati dagli chef spicca l’insalata di riso (56%) che si colloca sul podio insieme alla torta salata (53%) e all’insalata verde (49%). Perché è tanto amata? Per la sua versatilità (46%) e facilità di preparazione (48%): per uno chef su 3 (31%) è possibile condirla con carciofini, speck e noci, ideale per una piacevole pausa pranzo durante una lunga camminata in montagna, o con radicchio e noci (28%), per gustare un accostamento inedito tra il gusto piacevolmente amaro del radicchio e la croccantezza delle noci; per uno su 4 (25%) con del pesce fresco, come gamberetti, abbinato a zucchine crude, sedano e sottaceti, perfetta per un picnic in spiaggia o per chi non vuol rinunciare al sapore del mare neppure in montagna; per uno su 10 (9%) con della frutta, come le pere, insieme a del formaggio stagionato, come il gorgonzola, da mixare con una spezia, come lo zenzero, per un sapore più esotico e un gusto agrodolce. Per i vegani, invece, la tradizionale insalata di riso viene rivisitata in chiave gourmet dagli chef con tofu (27%), carciofi (34%), piselli (31%), mais (23%), carote (27%), sedano (17%), finocchi (19%), capperi e cipolle (14%).

 

La chef Mariangela Susigan consiglia una variante esotica e montana allo stesso tempo, con cui celebrare la terra e il bosco: “La mia ricetta preferita è con riso rosso, carotine baby, semi, tometta della Valchiusella, frittattina di erbe selvatiche e una corda di aceto di lamponi”. Lo chef Vito Mollica suggerisce invece di preparare “un buon riso profumato, come il basmati, il jasmine o il venere, cucinandolo in modo ‘pilaf’ per mantenere e preservare le qualità di queste tipologie di riso anche una volta cotto”. Lo chef de “Il Palagio” propone una variante agrodolce: “Per la mia insalata utilizzo come condimenti solo verdure stagionali croccanti, dando acidità all’insieme con agrumi di stagione, anche semplicemente con arancia o mandarino e guarnendolo infine con del tonno rosso scottato“.

Chi invece fosse stufo di portare con sé il solito panino con salumi e formaggio a una scampagnata in montagna o al mare, può seguire i suggerimenti degli chef preparando un panino d’autore farcito con verdure grigliate, caciotta dop, pomodori secchi, capperi e zenzero (34%). Ma non solo panini, gli chef propongono anche tramezzini con indivia, guanciale, formaggi dop e verdure fresche di stagione (38%) o tortillas con carciofi, zucchine, crema di latte di pecora, pomodori secchi e pesto di rucola (42%), qualora si volesse dare anche un tocco d’internazionalità al proprio pranzo prêt-à-porter.

Per esaltare il gusto di un’insalata di riso o di un panino gourmet, gli chef suggeriscono un buon vino rosso della valle del Chianti (34%) o un Brunello di Montalcino (17%), decisamente più meditativo; un Verdicchio frizzante (26%), per chi preferisce il bianco da degustare rigorosamente freddo o una buona birra ambrata leggera, possibilmente artigianale (23%).

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Studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’osservatorio sulle tendenze alimentari dell’azienda toscana Fratelli Polli, condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio web su un pool di 30 esperti fra chef e nutrizionisti sul significato e valore del picnic. All’interno i quotati del nutrizionista Luca Piretta e degli chef Mariangela Susigan e Vito Mollica.

 

Torino insolita

Torino è una città elegante, una signora aristocratica decorata in stile Liberty, adornata di Barocco, una dama raffinata che con il suo fare misurato induce al rispetto, al garbo, quasi alla soggezione.

Ogni angolo, ogni strada, palazzo o opera è intrisa di storia e cultura, visitarla o viverla è una esperienza di puro sapere, emozionante e profonda. L’aura di mistero che la avvolge poi la rende una padrona di casa magica ed enigmatica. La città della Mole, la prima capitale d’Italia, è ammirata e considerevolmente visitata proprio per questi aspetti che ne fanno un posto unico, una meta rara e preziosa. Torino però può sorprendere, stupire con dettagli e particolari originali, stravaganti e attuali. Luoghi ed elementi decorativi che appartengono ad una nuova visione dell’arte e del design, ad un corrente modo di esprimersi, a moderne espressioni legate ad antiche passioni. Una tra le cose originali da fare a Torino è dormire nella Suite di Cioccolato del Golden Palace, una esperienza multisensoriale che renderà il soggiorno più dolce e gradevole tra arredi che simulano tavolette di cioccolato, meravigliose degustazioni e sensazioni che allietano l’olfatto. Un’altra particolarità la troviamo a Piazza Palazzo di Città, una istallazione sulla facciata di un edificio, un piercing chiamato “Baci Rubati”, ideato dall’architetto Corrado Levi, da cui escono gocce di sangue blu e rosse. L’opera che doveva essere temporanea è invece rimasta lì, in pieno periodo settecentesco. Un percorso alternativo ed interessante è lo Street Art Tour, un meraviglioso e appassionante viaggio in una Torino che si dedica e apprezza la modernità in tutte le sue espressioni. Bellissimi murales che sono non solo espressioni d’arte ma anche di protesta e disagio sociale. Su Inkmap.it, un progetto dell’Associazione Il Cerchio E Le Gocce, le opere più significative. Per un momento di gradevole relax, una pausa di puro piacere musicale è raccomandato fermarsi alla Galleria San Federico un edificio degli anni ’30 che ospita negozi, cinema e locali, un posto molto elegante e ricercato. All’entrata di questo raffinato spazio, dalla parte di Via Roma, è consuetudine che gruppi o solisti musicali si fermino a suonare opere classiche, melodie famose ed evocative. Passeggiando per il centro non ci si può non fermare alla Farmacia del Cambio, storico e delizioso bar di Torino dove troviamo la pluripremiata Jessica, la torta al cioccolato a sei strati, orgoglio della pasticceria piemontese e pura felicità per il palato. Se ci si allontana dal centro invece e ci si dirige verso Cit Turin non può sfuggire all’occhio il grattacielo di Intesa San Paolo, un progetto di Renzo Piano, “un frammento di ghiaccio a Torino”. In questo spazio di innovazione architettonica si può mangiare al Piano 35 beneficiando di una vista mozzafiato e assistere ad interessanti ed esclusivi eventi presso il suo auditorium.

Maria La Barbera

 

Risotto classico agli asparagi

Gli asparagi ortaggi pregiati protagonisti della primavera, teneri germogli che simboleggiano il risveglio della natura, poche calorie, ricchi di sali minerali hanno proprieta’ disintossicanti, diuretiche ed antiossidanti. Il risotto agli asparagi e’ un primo delicato e raffinato generalmente realizzato con asparagi verdi, un grande classico della nostra cucina.

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Ingredienti

300gr. di asparagi

200gr. di riso

40gr. di burro

30gr. di parmigiano grattugiato

1 scalogno

Brodo vegetale q.b.

½ bicchiere di vino bianco secco

Sale, pepe, q.b.

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Pulire e lavare gli asparagi poi tagliarli a tocchetti. In una larga padella sciogliere 20gr. di burro, rosolare lo scalogno finemente affettato, aggiungere il riso e lasciar tostare per qualche minuto poi, sfumare con il vino bianco. Aggiungere gli asparagi, mescolare, salare, pepare e poco alla volta bagnare con il brodo vegetale sino a cottura (circa 20 minuti). Togliere dal fuoco, mantecare con il burro rimasto, il parmigiano e servire subito.

Paperita Patty

Il Fashion Revolution Day a Torino

Lunedì 30 aprile 2018, dalle 16.30 alle 22.30  Palazzo della Luce  Via Antonio Giuseppe Bertola, 40. Ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti

Per la prima volta a Torino il 30 aprile, dalle 16:30 alle 22:30, presso il Palazzo della Luce di via Antonio Giuseppe Bertola 40, fa tappa l’evento mondiale Fashion Revolution Day, un evento che spiega cosa significa moda sostenibile.  Potrete conoscere il lavoro di diversi brand, progetti e start-up moda che hanno fatto della sostenibilità il proprio standard qualitativo: sarà l’occasione per scoprire cosa c’è dietro ad ogni capo prodotto e cosa s’intende per moda sostenibile, prendendo coscienza che un’alternativa è possibile. 

L’evento è organizzato e coordinato da Francesca Mitolo (del brand Teeshare http://teeshare.com/), in collaborazione con Stefano Brizzi, il collettivo Rèn e con il prezioso supporto di Patrizia Reviglio, proprietaria della location. Ospite speciale Tiziano Guardini, eco-designer, vincitore del premio “Franca Sozzani GCC Award for Best Emerging Designer” e del “Peta Couture Award”.

Durante la manifestazione, si alterneranno esibizioni teatrali, musicali e artistiche. 
Verrà inoltre proposto un aperitivo, offerto dallo chef vegano crudista Eduardo Ferrante, proprietario del ristorante L’Orto già Salsamentario e L’Orto Cafè. (https://lortogiasalsamentario.it)

“Fashion Revolution Day vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente – commenta Marina Spadafora, coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. – Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”.
                                            
L’ultima settimana di aprile eventi simili si svolgeranno in centinaia di città sparse per il mondo con l’obiettivo di creare consapevolezza per catalizzare il cambiamento e ridare dignità alla catena di produzione.

Il 24 Aprile 2013, 1.133 persone morirono e molte altre rimasero ferite, nel crollo del complesso produttivo di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangladesh. All’interno si producevano capi di abbigliamento fast fashion. Nasce nel 2013, con sede a Londra, l’organizzazione mondiale Fashion Revolution la quale crede in un’industria della moda che rispetti le persone, l’ambiente, la creatività e il profitto in eguale misura.

Arriva lo Zecchino d’oro!

Domenica 29 aprile dalle ore 16:30 è in programma l’unica data piemontese de “Lo Zecchino D’Oro in Piazza”, spettacolo per bambini e famiglie condotto da Carolina Benvenga, che verrà ospitata presso Mondojuve, lo Shopping Center situato tra i Comuni di Vinovo e Nichelino che ha dato il via allo sviluppo del maggiore Parco Commerciale del Piemonte.

“Lo Zecchino D’Oro in Piazza” è il tour dedicato ai centri commerciali in occasione del 60° anniversariodello Zecchino d’Oro: uno spettacolo itinerante pensato per coinvolgere le classi delle scuole primarie del territorio, con canto e danza in un pomeriggio di musica e giochi.

Lo spettacolo prevede due tipologie di giochi per le classi: un contest canoro (corale e non) e una serie di esibizioni di baby dance o ballo. Tutte le scuole partecipanti riceveranno in premio una collana di libri “Io leggo da solo” firmata da De Agostini. Per poter partecipare è necessario iscriversi inviando un’e-mail a info@amaeventi.it

L’evento è aperto al pubblico con ingresso gratuito ed è realizzato grazie agli sponsor Generali Italia e De Agostini Libri. Per maggiori informazioni sull’evento e su tutte le attività del centro è possibile consultare il sito ufficiale www.mondojuve.it o la pagina Facebook Mondojuve Shopping Center.

In sintesi la storia della mitica 500

Parco Valentino – Salone dell’Auto Torino patrocinerà il trasferimento di un lotto di vetture con partenza da Stupinigi, sede natia dell’iconica utilitaria italiana

Una ventina di auto a racchiudere in sintesi la storia della FIAT 500, con partenza dalla Palazzina Reale in cui il 18 Ottobre 1955 ne venne decisa la produzione e arrivo nel cuore della città di Torino, dove verranno posizionati sin dal mattino alcuni esemplari, fra cui quello simbolo delle kermesse 457 Stupinigi.

Il progetto dedicato alla vera sede natia della FIAT 500 marcherà con Parco Valentino il suo primo contatto pubblico: le auto pre-selezionate saranno poi in espositiva anche nel primo appuntamento sul suolo di Stupinigi, in occasione della “457 Stupinigi Pop Experience 2018”, in programma il prossimo 1° Luglio.Il triangolo “457 Stupinigi Experience – FIAT 500 – Parco Valentino” farà passerella sino al Conservatorio intitolato a Giuseppe Verdi, uno dei nomi dell’italianità che verranno intercettati dalla sfilata: la partenza da Stupinigi avrà come prima tappa il passaggio davanti ai cancelli della Casa Madre FIAT per poi calcare il Corso intitolato all’Unità d’Italia sino a Parco Valentino, dove le auto faranno una breve sosta dinanzi all’ingresso Ascari. La ripartenza porterà le auto a fiancheggiare il monumento di Giuseppe Garibaldi, per poi fare una seconda breve fermata a fianco del fiume Po, il più lungo d’Italia, portando per la prima volta le 500 ad essere esposte direttamente fronte acqua, nel complesso dei Murazzi. Il terzo stint della sfilata vedrà le auto ripartire per essere trasferite nel cuore di Torino laddove nacque l’Italia, passando a ridosso di quel Palazzo Carignano sede del primo parlamento nazionale per poi andare a posizionarsi in espositiva su Piazza Bodoni, attorno al monumento di Alfonso La Marmora, generale cardine dell’unità nazionale, dinanzi al Conservatorio Giuseppe Verdi.Nel breve tragitto fra Parco Valentino – Salone dell’Auto Torino e Piazza Bodoni la “457 Stupinigi Experience” sarà nuovamente protagonista, con l’esposizione presso la Galleria Liconi Arte della rassegna “Cinque100, il mito di una pop car”, personale di Diego Testolin partita dalla Mirafiori Galerie nel 2017 in occasione del 60esimo compleanno della FIAT 500. La rassegna, curata da Roberta di Chiara, vedrà esposta una nuova tela dell’artista, dedicata proprio al progetto “457 Stupinigi Experience”.Se la 500 ha scritto e scrive ancora pagine importanti dell’automobilismo e della cultura italiana – e di questo ne sarà tributo l’evento di Sabato 9 Giugno – allora l’appuntamento in Piazza Bodoni è perfettamente a tema, ricordando Giambattista Bodoni notevole tipografo italiano padre dell’omonimo carattere per scrittura. Il font Bodoni si è distinto per essere semplice ma con grazie, moderno ed elegante, pratico e chic. Come la 500.

 

Spesa in campagna a Fenestrelle

La Spesa in Campagna, il mercato contadino della Cia di Torino, torna in “trasferta” a Fenestrelle. Dopo l’incoraggiante esperienza dell’anno scorso, l’iniziativa riapre i battenti nel centro della val Chisone, domenica 22 aprile. Seguiranno gli appuntamenti, sempre domenicali, del 27 maggio, 24 giugno, 8 e 29 luglio, 12 e 26 agosto. Il mercato, riconoscibile dalle tradizionali bandiere bianco/verdi, coinvolge mediamente una trentina di agricoltori selezionati, che propongono ortofrutta, olio siciliano di oliva nocellara, miele e derivati, carni bianche (pollo, coniglio, tacchino) in varie tipologie, zafferano delle valli di Lanzo, formaggi d’alpeggio e altri freschi e stagionati di mucca e di capra, fiori in vaso, biscotti di riso, di meliga, di farro e di grano, pane, riso, liquori artigianali, gianduiotti e giacomette tagliati a mano, salumi tipici del Canavese e carne di maiale e vitello, confetture dolcificate con mosto d’uva, succo di mele e altri trasformati come l’antipasto piemontese, patate di montagna, cosmetici naturali, vino dell’astigiano e affettato di maiale.

In sostanza Chiara De Carlo

Incontriamo Chiara De Carlo a Torino da Filotea, ristorante specializzato nella pasta, in piazza Cesare Augusto 1 a Torino.

Una donna dall’aria sveglia e frizzante. Non manda a dire nulla. Capisci subito che si tratta di una persona volitiva e grintosa che ha fatto della sua vocazione la sua professione. Insegna musica e canta: ma è una sintesi di una personalità poliedrica.

Chiara, come nasce la tua passione per la musica?

Sono figlia di un chitarrista che non ha avuto il coraggio di farlo per professione… perchè mio padre aveva paura della insicurezza economica. In realtà mio padre suonava come turnista con Milva, Mal dei Primitives, artisti che all’epoca facevano concerti importanti … ed io dai 6 ai 17 ballavo, danza classica, ed ho vinto anche due borse di studio al Teatro Nuovo…contavo di fare l’insegnante di danza. Pensa…

E quindi sei una figlia d’arte?

Sì e e all’età dei 17 anni mio padre mi incoraggiò a cantare dal momento che con la danza dovetti chiudere per una tendinite cronica che mi fece uscire dal “giro”. All’inizio pensavo non mi piacesse ma poi ho deciso di provarci ed ho cominciato a studiare: ho fatto 9 anni di scuola con piu’ insegnanti, il primo dei quali fu Gianni Gaude, un bravissimo doppiatore (su Wikipedia troviamo la sua storia professionale); mi ha tolto la “erre” moscia e dato indicazioni sulla dizione, insomma l’ABC del canto dal momento che si tratta di un parlato sostenuto. Ho ricevuto istruzioni su jazz e su tutte le varie forme di musica e la preparazione con la tecnica vocale di base voicecraft che è la tecnica che preferisco. Non amo i Conservatori e le Accademie. Ho fatto le mie prime uscite sul palco, dopo il liscio naturalmente (ci siamo passati quasi tutti all’epoca) con i Pizzi & blues, un gruppo di 11 elementi , ci esibivamo nei pub, nelle birrerie e le prove si svolgevano in un garage gigantesco di proprietà del batterista . Il compenso erano quasi sempre cena e tanti saluti, ma la gioia di potersi esibire non aveva prezzo. In seguito il gruppo si sciolse. Alcuni hanno dato vita a gli Alfrenico (Alfredo e Nicola) una formazione ridotta sempre rhythm and blues. Ho cantato anche con loro per un breve periodo. Ho iniziato quindi a partecipare ai concorsi canori ed era dura davvero, realtà sconcertanti e spesso non troppo oneste, per quello oggi, ogni iniziativa canora che prendo, cerco di portarla avanti nella trasparenza più totale, i ragazzi hanno bisogno di certezze e di non essere sfiduciati. Oggi siamo nell’epoca dei talent … io studiavo ascoltando le musicassette, i dischi in vinile, le ore di studio erano moltissime! I miei 9 anni sono come i 4 di adesso. Lo constato con i miei allievi: la tecnologia facilita tantissimo. per cui i mezzi erano molti meno e non avevi la possibilità di vedere i cantati reali come oggi li vedi su youtube: di Giorgia per esempio puoi vedere come porta indietro i suoni i movimenti che fa. Il canto è immaginazione e in allora era molto più difficile. Per imparare certi passaggi vocali ricordo che dovevi tornare indietro con la puntina del giradischi o riavvolgere il nastro della musicassetta….era tutto lunghissimo, si sudava ogni progresso

E forse la concentrazione era maggiore?

Eravamo molto più concentrati e i traguardi si guadagnavano molto più difficilmente ma si godevamo anche molto di più … c’erano grandi soddisfazioni dietro un lavoro cosi duro. Dico una cosa forte e mi dispiace dirla: ho tanti allievi giovani e a loro dico che sono la generazione più deludente degli ultimi anni perché noi siamo genitori fallimentari. Io non sono genitore ma conosco figli di genitori che avrebbero, a mio avviso, scegliere di non diventarlo: è una cosa che trovo veramente brutta. Siamo di fronte ad una generazione che non capisce qual è il valore del sacrificio. Quando una sera, ero una ragazzina, a tavola dissi che avrei fatto il magistrato o la cantante mio padre mi rispose:”sei fai la cantante non ti pago neanche una lezione perchè sarai una precaria tutta la vita” Ed io presi il diploma il 16 luglio del 1990 ed il 7 di settembre iniziai a lavorare al bar di Bellagamba a Moncalieri, pulivo anche i gabinetti della stazione ed ero felicissima perché mi davano 420 mila lire di cui 370 mila lire le spendevo per la dizione per togliermi la “erre” moscia e i restanti 50 mila lire erano per la benzina. Non mi pesava quella vita. Quell’anno fu duro: mia madre si ammalò di un tumore e i miei si separarono. E oggi quando un allievo mi chiama per disdire la lezione dicendomi di sentirsi così così, sorrido perché penso che non gli abbiamo insegnato niente perché io con la febbre andavo a lavorare perché sapevo che se avessi perso anche solo un soldo non avrei avuto la possibilità di perseguire il mio obbiettivo…e non mi sento così vecchia e sono così contenta che mio padre non mi abbia pagato niente ma così contenta che oggi lo ringrazio ancora. Mia madre mi diceva sempre:” una persona per bastarsi necessita di indipendenza economica e tanta testa, senza queste due cose non sarai mai libera”. Dio quanto è vero! Oggi a 46 anni mi trovo a gioire di ogni cosa che accade perché conquistata con impegno, solo con le mie fatiche. E oggi invece viviamo nell’ombra di questi talent che ti fanno credere che, senza sacrificio andando semplicemente in televisione sarai un gran figo. Una volta era più difficile: per andare a San Remo, oltre a pagare un sacco di soldi dovevi fare molte cose, altro che i casting di oggi. Questo ha portato ad una falsa visione della realtà: tutti insegnano…a 22 anni sono insegnanti di canto…a quell’età non sapevo ancora cantare! Oggi viviamo concorsi sul territorio con in giuria il figlio del sindaco che, non capisce nulla di musica, ma va bene lo stesso, tanto basta avere iscritti, dare false illusioni, ma vorrei ricordare che nel mondo non sono tutti idioti. Bisogna fare un po’ di sana attenzione a mio avviso.

E come te lo spieghi?

Perché basta dirsi canto bene e cantano…e si improvvisano insegnanti., talent scout, giudici…di tutto un po’.

Vediamo i lati positivi della tua professione, come è la tua giornata tipo?

La mia giornata tipo: mi sveglio sempre alle 7 e alla mattina mi concedo due ore libere dove non mi faccio mancare niente: il parrucchiere e alle 11 inizio le lezioni e finisco alle 9 di sera. Ho anche la direzione artistica di due locali in Torino. E naturalmente canto quindi, prove col gruppo, registrazioni, turni di cori, una casa da mandare avanti insomma non mi annoio.

Qual è la parte della giornata che ti fa sorridere di più?

Quella in cui mi sveglio e penso:”cazzo sono ancora viva che figo!” Sono talmente innamorata del mio lavoro che penso che la giornata mi sorrida sempre: penso che ci siano dei lavori come il mio che si fanno più per vocazione che per soldi. Mi rende felice il fatto che il mio hobby possa essere anche il mio lavoro. E quindi mi sveglio felice. Attenzione non sono una buonista: ho sperimentato sulla mia pelle le durezze della vita: ho perso il mio fidanzato in un incidente stradale e mia madre è mancata quando avevo 27 anni e ci sono stati anni non facili per le difficoltà sul lavoro che proprio non era ancora a regime. C’è stato un periodo in cui mia madre era mancata, mio padre non c’era e così trovavo la scusa di andare a pranzo o cena da mia nonna perché avevo pochi soldi in tasca.

E c’è anche un momento meno sorridente della giornata?

Il momento più triste è quando da buon Gemelli faccio il punto della situazione e mi rimprovero tutto quello che non sono. Sono introspettiva, quasi tutti i giorni prima di andare a dormire faccio il bilancio. Prego tutte le sere e ringrazio. La gratitudine è uno dei valori più importanti nella vita. La canzone identificativa di Chiara De Carlo è quelle di Carmen Consoli “Blu Notte” perché credo sempre di non essere abbastanza all’altezza delle situazioni: una cosa che mi perseguita da quando ero ragazzina.

Credo sia diffusa questa sensazione quando si fanno i bilanci

Mi consola, non sono così malata allora. E comunque non sono sola.

Ci sono allievi che superano la maestra?

Ci sono tanti allievi che ci riescono; e questo dovrebbe dire che non ho fallito e che forse sono una discreta insegnante. Questa cosa mi gratifica alquanto.

Quanto tempo occorre per capire, da parte tua, che su un allievo o allieva si può investire?

Se vuoi la verità eccola: lo capisco dalla stretta di mano e un minuto di cantato.

Quanto dura un corso?

Proprio per il motivo per cui non ho voluto seguire il Conservatorio, le Accademie e le Scuole penso che non ci sia un tempo prefissato per imparare a cantare. Ognuno è una “macchina” a sé. Certo non può essere tutta la vita. Ci sono varie motivazioni per studiare il canto. Le scuole hanno bisogno di pagarsi la “serranda”. Ho potuto constatare che c’è gente che viene a canto perché non ha il coraggio di chiedere l’aumento al proprio capo. E quando tu segui un cantante che non è bravissima ma ti dice che è riuscita, dopo anni, a trovare il coraggio di chiedere l’aumento … ecco allora hai vinto…hai plasmato la persona, riuscirà sicuramente meglio anche nel canto. Il canto è esposizione totale per come la vedo io….quindi, si, hai vinto se tiri fuori il meglio dagli allievi, non inteso solo dal punto di vista canoro.

Quindi sei un’insegnante a tutto tondo, non solo canto e musica ma insegni a vivere…

Non esageriamo ma si l’intenzione è quella. Insomma ci provo, con le difficoltà della generazione di adesso.

Allora decido di venire da te per imparare a cantare…

La prima cosa che ti chiederei è perché vuoi cantare. Dico sempre che le motivazioni cambiano le intenzioni. Ecco perché non voluto insegnare nelle scuole. Nelle scuole organizzano le lezioni collettive… ma come fai ad insegnare ad uno che è un contralto, l’altro soprano, un altro mezzosoprano … puoi farli vocalizzare insieme e ci possono anche stare ma poi ognuno ha le sue motivazioni, i suoi canali, le sue scelte di canzoni, ognuno ha le sue difficoltà e peculiarità. Guadagni di più. Se con 40 allievi organizzassi le collettive con tre gruppi pagherebbero la metà ed io incasserei per tre … ma non è nelle mie corde. Sono sicura e lo metto per iscritto: se dovessi perdere tutti i miei allievi e domani svegliarmi e non poter più insegnare perché nessuno viene da me, non mi inventerei assolutamente di fare le collettive, farei qualcosa d’altro di completamente diverso: mi reinventerei ma non scenderei al compromesso di fare solo le collettive per soldi Questo no.

Chiara, se dovessi consigliare un libro per introdurmi alla musica?

Consiglio un libro che va bene per tutte le discipline “Il piccolo manuale del talento” di Daniel Coyle: un libretto che si legge velocemente ed è importante perché fa capire che il talento va coltivato, curato in qualsiasi disciplina. Quindi non basta una bella voce per cantare. Abbiamo delle eccezioni: famosi cantanti che non hanno mai studiato canto e sono bravissimi come Adele ma poi hanno avuto conseguenze negative e danni gravi che possono diventare permanenti; Axl Rose ha avuto numerosi interventi alle corde vocali e la stessa Laura Pausini

E un bel film da vedere?

Cadillac records è un film di genere drammatico, musicale, di diretto da Darnell Martin, con Emmanuelle Chriqui e Jeffrey Wright. L’ho visto sei volte circa.

Torniamo ancora alla scuola, quindi come definiresti la tua professione di insegnamento?

Insegnante o meglio preparatrice vocale a cui piace anche passeggiare ed ascoltare gli allievi. Ed imparare da loro.

Quindi come Aristotele che insegnava passeggiando da cui l’appellativo peripatetico. Ancora una curiosità sulle persone stonate, possono intonarsi?

In realtà sono pochissime le persone stonate. Molte hanno l’orecchio pigro, non abituato ad ascoltare la propria voce, non ne hanno la percezione. Occorre esercitarsi con la tecnica dell’air training: gli esercizi richiedono anche ore di ascolto della propria voce e tanti vocalizzi; alleniamo l’orecchio e le corde vocali ad essere in sintonia e così si arriva all’intonazione della voce. Lo stonato è veramente una rarità.

E una volta messa a punto la voce…

L’allievo comincia a canticchiare ed io sento tutto, sento anche troppo mi dicono i miei ragazzi e non lascio passare niente. Il mio metodo è differente da quello scolastico ne migliore ne peggiore credo: tanti colleghi mi dicono che dovrei conservare la voce e non cantare e spiegare agli allievi quali sono le posizioni del suono e fargliele immaginare ma non ci riesco e preferisco cantare. Anche se so benissimo che la voce è soggetta a stanchezza, spossatezza. Le corde vocali sono sono sensibili all’umidità alla secchezza, il freddo o il caldo. Teoricamente dovresti iniziare a cantare 5 ore dalla sveglia: una regola aurea.

Negli spettacoli che cosa ami di più fare?

Amo l’improvvisazione con il mio gruppo, i Mr. Right: ti invito a venirmi a sentire il 15 giugno, festeggerò anche il mio compleanno. E nelle serate invitiamo il pubblico a chiederci le canzoni preferite e la mia scaletta è formata da cover rivisitate, scomposte…violentate a volte azzarderei.

Volentieri, ti ringrazio per l’invito. Oltre a cantare come solista e corista hai altre esperienze da raccontare?

Ho fatto radio per due anni, la speaker a Radio Crossover: tenevo una rubrica settimanale di due ore in cui raccontavo in modo divertente retroscena e stranezze delle star del del rock . Gli spunti li traevo dai libri di un mio caro amico, Massimo Cotto, “Rock Bazar”. si trattava di una trasmissione divisa in tre parti: la prima, appunto con i racconti delle vicende dei personaggi famosi e la seconda in cui commentavo con gli ospiti le notizie incredibili dal mondo e la conclusione con una valutazione sulle canzoni, a mio avviso, più brutte.

Una cosa che non puoi non dirmi della tua vita professionale?

Se tornassi indietro rifarei tutto. Ma proprio tutto.

Franco Maria Botta

 
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Fiori e cucina

Danze del gruppo Historia Subalpina showcooking con gustose ricette ai fiori eduli

Al castello di Pralormo, in compagnia di migliaia di tulipani, narcisi, rose, violette e margherite, la possibilità di trascorrere una domenica con un ricco calendario di appuntamenti organizzati da Messer Tulipano. Il tema di quest’anno è “… e il parco si tinge di rosa”: passeggiando nel parco e nelle dépendences del castello si potrà scoprire un mondo dedicato al colore e alla regina dei fiori.

 

Domenica 22 aprile alle ore 11 il tema della rosa sarà sviluppato anche in un coinvolgente showcooking dal titolo “Fiori eduli: la rosa in cucina”, a cura di Mùses – Accademia Europea delle Essenze per il progetto Alcotra Antea – DISAFA Università degli Studi di Torino. Protagonista dell’evento sarà la Scuola di Cucina La Maggiorana di Rivoli, fondata da Erica maggiora e ora da lei condotta con la figlia Camilla. Il pubblico sarà sedotto e deliziato con la preparazione di una tartellette di mandorle ed essenza di rose con crema chantilly alle fragole e decorazione di fiori eduli, di una rosa croccante con farcitura di formaggi di latte vaccino e di capra con erbe aromatiche, asparagi e fiori eduli e di bicchierini di mele renette al rosmarino e miele al rododendro, decorati con fiori del rosmarino. I fiori eduli, selvatici e commestibili, che hanno un intrinseco valore decorativo e importanti caratteristiche nutrizionali, saranno forniti per l’occasione dal vivaio Gramaglia di Collegno. Lo showcooking avrà una durata di 40 minuti.

L’iniziativa rientra nel progetto Antea mirato allo sviluppo e ottimizzazione della filiera emergente del fiore edule, mediante attività innovative volte a valorizzare gli aspetti legati a tutto il processo: produzione, qualità, sicurezza d’uso, trasporto, conservazione, logistica, contatti e marketing. Un esempio tangibile di questo processo è l’esistenza del giardino dei fiori eduli presso l’Antico Orto dei Padri Somaschi a Cherasco che fa parte della rete dei Giardini delle Essenze**in allegato anche il comunicato stampa di Terre dei Savoia sul progetto Antea e i fiori eduli

 

Sabato 21 aprile si potranno invece ammirare le tipiche danze del Gruppo Historia SubalpinaDurante il weekend si potrà partecipare alle degustazioni a cura dei Maestri del Gusto di Torino e Provincia. A disposizione dei bambini la zona ludica a cura di New Holland con trattorini a pedali, insieme ad altre animazioni per i piccoli agricoltori. Per trascorrere una divertente e rilassante giornata all’aperto, il parco offre panchine per riposarsi e fare picnic, una caffetteria ristorante e, per gli amici a quattro zampe, ciotole d’acqua fresca e veri e propri dog bar. Messer Tulipano è aperto anche in caso di pioggia!

Attenzione alla processionaria!

Con l’arrivo della tanto attesa primavera, arriva anche la processionaria, un insetto dell’ordine dei lepidotteri che prima di trasformarsi in falena, allo stato larvale si presenta di circa 4 cm di lunghezza, di colore scuro con una fascia sul dorso di colore giallo e ricoperto di peli. Prende il nome dalla particolarità di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”, ed è un pericolo molto serio e a volte letale per gli animali che annusano, leccano o brucano, ma anche per noi umani. La processionaria nidifica soprattutto su pini e querce (danneggiando anche loro), formando una specie di tela a grappolo facilmente riconoscibile. Se avvistate uno di questi nidi, girate alla larga con i vostri cani!! Se siete in un posto sconosciuto, tenete il cane al guinzaglio finchè non siete assolutamente sicuri che nei paraggi non ci siano nidi di processionaria. Soprattutto in questo periodo è bene avere la massima attenzione sugli spostamenti del cane e su dove annusa. Il pericolo di questo insetto è costituito dai peli urticanti che vengono rilasciati nell’aria quando il bruco si sente in pericolo; la loro forma uncinata permette loro di agganciarsi a chi è nelle strette vicinanze provocando reazioni cutanee, alle mucose, agli occhi e alle vie respiratorie. Se il cane viene a contatto con questi peli, a seconda della modalità di contagio (il cane ha toccato le larve con la bocca, le ha mangiate, un nido gli è caduto addosso, ecc.) avrà delle reazioni evidenti e immediate che potrebbero aggravarsi nel giro di poche ore a partire dall’improvvisa e intensa salivazione, a cui fa spesso seguito il vomito, e dal successivo rilevante ingrossamento della lingua, da cui comincia il processo di necrosi e successiva perdita della parte che è venuta a contatto con i peli. Il cane successivamente mostra evidenti segni di debolezza, febbre e rifiuto del cibo. Sarebbe utile e necessario in questo periodo portare sempre una bottiglietta con una soluzione di acqua e bicarbonato da utilizzare all’occorrenza. Prima di recarsi nel più breve tempo possibile al più vicino veterinario o pronto soccorso, sciacquategli immediatamente la bocca con la soluzione preparata; nel caso in cui il cane mostrasse dolore al contatto della parte interessata, spruzzategliela con una siringa senz’ago, indossando dei guanti di lattice per evitare di toccare i peli urticanti che anche sugli umani scatenano reazioni epidermiche, allergiche e infiammatorie. La tempestività, come sempre, nelle situazioni d’emergenza, è fondamentale, e se già normalmente andare a passeggio con il cane non significa avere lo sguardo fisso sul telefono senza nessun tipo di interazione con lui, a maggior ragione, essendoci in questa stagione pericoli potenzialmente dannosi, e a volte letali, per il vostro tanto amato amico a 4 zampe, cercate di evitare questa pratica spesso diffusa e mai così tanto deleteria.

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila – Istruttrice Rally Obedience

c/o Centro Cinofilo White Apple Dogs

 

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La piramide dei bisogni del cane

 

La comunicazione con il cane

 

Come comunicano i cani (parte I) – La comunicazione chimica e visiva

 

Come comunicano i cani (parte II) – La comunicazione olfattiva

 

Come comunicano i cani (parte III) – La comunicazione tattile