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Crostata “Dolce Piemonte”

Dedicata al Piemonte questa crostata e’ un inno alla gioia per il nostro palato

 

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Protagonisti di tanta bonta’, la nocciolaTonda Gentile I.G.P, il cioccolato di cui Torino vanta una lunga ed importante tradizione e le pere. Eccovi la ricetta, provare per credere.

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Ingredienti per la frolla:

200gr.di farina 00

50gr. di nocciole del Piemonte ridotte a farina

100gr. di zucchero

120gr.di burro freddo

3 tuorli

½ cucchiaino di lievito per dolci

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Ingredienti per la farcia:

100gr. di cioccolato fondente

50gr.di nocciole del Piemonte ridotte a farina

2 belle pere

zucchero a velo q.b.

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Preparare la frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti, stendere ¾ dell’impasto in una teglia foderata con carta forno, bucherellare il fondo e lasciare riposare tutta la pasta in frigo almeno 1 ora (il rimanente impasto verra’ utilizzato per la copertura). Tagliare a fette molto sottili le due pere, sminuzzare il cioccolato. Estrarre l’impasto dal frigo, distribuire sul fondo della teglia le nocciole ridotte a farina, le pere affettate e ben distribuite e sopra, il cioccolato sminuzzato. Con la pasta rimasta formare delle piccole palline, schiacciarle con il palmo delle mani e disporle sull’impasto come copertura. Infornare a 180 gradi per 40 minuti circa. Lasciar raffreddare e spolverizzare con zucchero a velo.

 

Paperita Patty

 

Capodanno cinese al Torino outlet village

Cerimonia del tè, cooking class di ravioli cinesi, workshop di calligrafia, sfilata di abiti tradizionali: tra colori e cultura Torino Outlet Village celebra l’anno del Cane con un giornata ricca di iniziative gratuite

Ravioli ripieni che simboleggiano ricchezza, rituali del tè nel segno della serenità e dell’armonia, sfilata dei tradizionali abiti cinesi “qipao”. Sono solo alcune delle antiche usanze, ricche di fascino, che fanno del Capodanno Cinese una delle più attese festività dalla comunità cinese, e non solo. «È un’occasione di condivisione e di grande crescita per il nostro territorio – dichiara il General Manager di Arcus Real Estate Victor Busser Casas – un invito a creare e valorizzare i legami tra le nostre culture, soprattutto di fronte all’incremento di flussi turistici registrato negli ultimi tempi e ai rapporti istituzionali sempre più intensi sviluppati con la Cina».Una celebrazione suggestiva, entrata ormai nell’immaginario collettivo, che per la prima volta sarà celebrata con una giornata ricca di eventi al Torino Outlet Village.

 

Saranno tante le iniziative che tra i viali del Village renderanno omaggio all’arrivo del nuovo anno, associato secondo l’astrologia orientale alla figura del Cane. Undicesimo segno dello zodiaco cinese, quest’ultimo è simbolo di fedeltà, gentilezza e tolleranza; secondo la tradizione popolare, l’influenza di un animale guida nella nascita e nella crescita di un uomo, è considerata infatti decisiva, perché causa della definizione del carattere e della personalità della persona.

 

In un trionfo di colori, profumi e allegria, il viaggio di Torino Outlet Village verso il Sol levante avrà inizio con la degustazione del tè cinese secondo il metodo Gong Fu Cha -su prenotazione- in programma a partire dalle ore 11.00. Presso C-HOUSE Cafè & Restaurant verrà rappresentata una vera e propria cerimonia del tè a cura di AICTEA Istituto Nazionale per il culto del tè e CAMELLIA Il tempio del tè. Un’esperienza di sapori e odori di terre lontane, da vivere con l’olfatto e col gusto, che merita di essere vissuta per conoscere l’origine e la storia di questa antica bevanda.

 

Per gli appassionati di prelibatezze gastronomiche, l’appuntamento sarà alle 12.00 con la cooking class dei tipici ravioli cinesi “YAOZI” e tasting. Un workshop gratuito permetterà ai partecipanti di imparare i segreti della preparazione e della cottura del tipico piatto cantonese: attenzione però al numero di pieghettature da realizzare, sono segno di buoni affari economici.Alle ore 16.00 spazio alla moda orientale con la sfilata del tradizionale abito cinese “QIPAO” nella piazza centrale e boulevard, a cura di Atelier Luna di Chen WenJuan.

Il pomeriggio continua con laboratori di calligrafia e carta intagliata partire dalle ore 16.30 per imparare a scrivere il proprio nome in cinese a cura dell’Istituto Confucio di Torino

 

Alle 18.00 la straordinaria giornata celebrativa delle tradizioni orientali si concluderà con la scenografica proiezione di un video mapping dedicato al Capodanno Cinese che illuminerà l’obelisco firmato da uno dei maggiori esponenti dell’architettura contemporanea, l’architetto italiano Claudio Silvestrin. L’Happy Chinese New Year sarà inoltre l’occasione per approfittare degli ultimi giorni di saldi eccezionali a prezzi outlet, fino al 2 marzo. L’ultima possibilità per rinnovare il proprio guardaroba con capi ed accessori di tendenza delle firme più fashion a prezzi straordinari.
Le attività sono ad accesso limitato, si consiglia la prenotazione presso l’INFO POINT Tel. +39 011 19234780

Le polarità nella pratica yoga

SPAZIO LUX  Fiorfood,  dalle ore 16

Enrica Colombo e Peggy Eskenazi presentano: “Maschile e Femminile, l’equilibrio delle polarità nella pratica yoga.”

Un pomeriggio dedicato al Sé e alle modalità e tecniche per capire come ritrovare equilibrio e spinta per affrontare il quotidiano. Per un paio di ore lo Spazio Lux si trasformerà in luogo in cui poter praticare tecniche yoga, grazie alla presenza di due grandi maestre: Enrica Colombo Peggy Eskenazi. Il pretesto di questo incontro è fornito dalla recente pubblicazione – nella collana “Yoga, teoria e pratica” del Corriere della Sera – del loro libro “Maschile e Femminile, l’equilibrio delle polarità nella pratica yoga”. Enrica e Peggy sono due insegnanti di yoga che hanno dedicato la loro personale ricerca ed esperienza di vita all’ambito femminile e si confrontano su un tema di grande attualità: il riequilibrio dei ruoli e delle polarità maschile e femminile. Lo stile di vita contemporaneo ci conduce a disequilibri nei ruoli, a vivere sempre più estraniati dai ritmi e dai cicli della natura in cui le polarità maschile e femminile sembrano perdere il loro senso autentico. Per rispondere a questo bisogno, lo yoga proposto nelle pratiche contenute nel libro è finalizzato a riscoprire e valorizzare la propria identità di genere e a rivolgere il proprio sentire al Sé profondo. Le autrici propongono spunti di riflessione sui ruoli e pratiche rivolte a ritrovare uno stato di equilibrio interiore, per ritrovare l’armonia tra le polarità e supportare le donne con precise pratiche di yoga nei periodi di passaggio e trasformazione della vita quali l’accompagnamento alla maternità, il sostegno e rieducazione dell’area pelvica per prevenire ed evitare i prolassi dopo il parto e nella menopausa. Attraverso l’analisi delle differenze tra il corpo maschile e quello femminile emerge chiara la necessità di adeguare l’approccio delle pratiche yoga alle diverse caratteristiche fisiche. L’appuntamento è per venerdì 16 febbraio a partire dalle ore 16,00 presso lo Spazio Lux a Fiorfood per un momento di confronto e di pratica, di yoga spiegato e praticato, in cui i partecipanti potranno imparare le prime tecniche e posizioni dello yoga sotto la guida delle due Maestre. Una presentazione attiva, dove gli asana classici dell’Hatha Yoga permetteranno di raggiungere un vero beneficio fisico, perché il corpo ha in sé la capacità di esprimere la bellezza della nostra anima.

La “lingua di Menelik”

menelik2menelik1Originale fischietto che spopola a carnevale, venne così ribattezzato – in epoca coloniale – con l’intento di denigrare Menelik II, il Negus, il “re dei re” d’Etiopia dal 1889 al 1913. La “lingua” consiste in un tubo di carta che contiene un’anima di fil di ferro, schiacciato ed arrotolato. Basta soffiarvici dentro e questa  si svolge e s’allunga di scatto. Appena si smette, questa ritorna – grazie all’anima di ferro, nella posizione arrotolata

La “lingua di Menelik” , originale fischietto che spopola a carnevale, venne così ribattezzato – in epoca coloniale – con l’intento di denigrare Menelik II, il Negus, il “re dei re” d’Etiopia dal 1889 al 1913. La “lingua” consiste in un tubo di carta che contiene un’anima di fil di ferro, schiacciato ed arrotolato. Basta soffiarvici dentro e questa  si svolge e s’allunga di scatto. Appena si smette, questa ritorna – grazie all’anima di ferro, nella posizione arrotolata. Solitamente dal lato dell’imboccatura viene messo un fischietto, associando il fischio all’allungamento della “lingua”. C’è chi sostiene come questo giocattolo prese il nome di Menelik , rammentando come l’imperatore etiope fosse dotato di una lingua assai poco disciplinata. Questa diceria, in realtà, prese corpo da un episodio ben preciso, riferito al trattato di Uccialli , località del nord del paese del Corno d’Africa, stipulato fra il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia il 2 maggio 1889. Il trattato era volto a regolare i rapporti reciproci tra i due Stati, oltre che a riconoscere le recenti acquisizioni territoriali italiane in Eritrea, che il sovrano etiope riconosceva come colonia italiana.

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Come da tradizione, il trattato era stato redatto in due versioni nelle lingue dei due contraenti, italiano e amarico. La stesura dell’articolo 17, uno dei più controversi,  risultò differente nelle due versioni. Nella versione in italiano si leggeva “Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia consente di servirsi del Governo di Sua Maestà il Re d’Italia per tutte le trattazioni di affari che avesse con altre potenze o governi”, mentre quella in amarico era ben diversa e recitava così: “Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia puòtrattare tutti gli affari che desidera con altre potenze o governi mediante l’aiuto del Governo di Sua Maestà il Re d’Italia “. In pratica, secondo la versione in italiano, il negus delegava al governo di Roma tutte le sue attività di politica estera, rendendo di fatto l’Etiopia un protettorato dell’Italia; in base alla versione in lingua etiope, invece, la delega era solo facoltativa, e il negus vi poteva ricorrere solo quando ciò gli fosse convenuto. Un semplice errore di traduzione o  una deliberata mossa di una delle parti per indurre l’altra a firmare? La cosa non è mai stata chiarita ma è certo che le controversie sul trattato furono una delle cause della successiva Guerra di Abissinia tra l’Italia e l’Etiopia, conclusasi, il 1° marzo 1896 con una netta e pesante sconfitta delle truppe italiane comandate dal generale Oreste Baratieri nella  battaglia di Adua. Il successivo trattato di pace di Addis Abeba, nello stesso anno, abrogò definitivamente il trattato di Uccialli, del quale è rimasta solo traccia nei libri di storia. Mentre la “lingua di Menelik” continua a produrre il suo irridente sberleffo.

 

Marco Travaglini

La comunicazione con il cane

Solitamente, quando si decide di iniziare un percorso educativo con il proprio cane, l’educatore fa una specie di “interrogatorio” al proprietario o, se possibile, all’intero nucleo familiare, perché è da lì che spesso nascono incomprensioni che poi possono trasformarsi in problemi di gestione. Ciò che reputo fondamentale per un corretto approccio sta alla base di ogni relazione sociale, ovvero la comunicazione. Proprio per questo risulta necessario non solo cercare di farsi capire da una specie che comunica in maniera diversa dalla nostra, ma anche riconoscere cosa il nostro cane sta cercando di comunicare. In questa prima parte andremo a sviluppare l’argomento della nostra comunicazione con il cane; in quelle successive approfondiremo le modalità con le quali il cane comunica con noi (e con gli altri cani). In ambito umano, la comunicazione si suddivide in verbale (l’uso delle parole), paraverbale (tono, volume e timbro della voce) e, infine, il non verbale (il linguaggio del corpo e le posture, ossia il linguaggio che i cani codificano più velocemente).

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Per quanto riguarda l’aspetto verbale, quando chiediamo qualcosa al cane dobbiamo assicurarci che il messaggio sia chiaro, univoco ed eseguibile: per esempio, se desidero che il cane si metta “seduto”, chiedergli, per esempio, “dai, siediti” o “ seduto, seduto, seduto” crea nel cane confusione, perché per lui sono due richieste diverse; se invece gli chiedo “seduto” su una superficie a lui sconosciuta o in luogo in cui non si sente al sicuro, l’unica cosa che otterremo è che il cane sarà in difficoltà. Idem se facciamo una richiesta di un qualsiasi comportamento al cane senza essere sicuri che lo abbia effettivamente appreso cognitivamente e motoriamente, prima contestualizzando e poi generalizzando, attraverso esercizi fatti appositamente che lo aiutino nella comprensione di quanto gli stiamo chiedendo e rinforzando in modo positivo la riuscita di quel comportamento. Grande importanza riveste anche il paraverbale, la nostra voce può produrre suoni estremamente variegati, in termini di tono, timbro ed enfasi, attraverso i quali possiamo trasmettere al nostro cane diversi stati d’animo. Se l’intenzione è quella di calmare il cane, un tono di voce pacato lo aiuterà a rilassarsi; se abbiamo bisogno di incoraggiarlo, utilizzare una voce allegra e un tono più acuto, li porterà verso l’eccitazione; se invece vogliamo chiedere al cane un comportamento di interruzione, un tono deciso ed esplosivo (non severo!), lo porterà ad arrestare ciò che stava facendo.Richiamare il cane, ad esempio, con un tono di voce arrabbiato, anziché allegro e invitante, oppure sgridare il cane, se necessario, sorridendo o in modo non convinto, o ancora dare un comando di arresto con voce sommessa o con morbidezza, non facilita il cane a comprendere il nostro intento, dando luogo a una probabile disobbedienza per incomprensione e andando a vanificare l’importanza del ruolo di guida che stiamo andando a costruire.

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In ultimo, ma in primis in ordine di priorità agli occhi del nostro cane, nella comunicazione non verbale la postura fa da cornice alla comunicazione verbale e paraverbale: la posizione eretta trasmette sicurezza, il busto inclinato in avanti minaccia e il busto inclinato indietro denota insicurezza. Inchinarsi e allargare le braccia invoglia, invece, il cane a raggiungerci. Anche lo sguardo ha la sua importanza, per cui altra buona regola è quella di non fissare mai insistentemente un cane negli occhi, soprattutto se non lo si conosce; questo gesto, infatti, per lui indica una minaccia. Infine, avvicinarsi ai nostri amici a quattro zampe con una traiettoria indiretta, renderà più agevole, se il cane è ben predisposto, una possibile interazione con lui; viceversa, avvicinarsi in modo diretto lo metterà a disagio. Il cane non solo è in grado di studiare attentamente il nostro volto ma anche di decodificare tutte le variazioni impercettibili che occhi, bocca e sopracciglia producono al variare di umore e stato d’animo. Riassumendo, il corpo e le posizioni che assumiamo rappresentano un libro aperto per il cane, che imparerà a decifrarli reagendo di conseguenza. Inutile dire che la coerenza tra i tre livelli di comunicazione è indispensabile per non creare confusione e rischiare possibili incomprensioni. Il cane fa sforzi enormi per cercare di capirci, anche se utilizziamo per lo più un linguaggio che lui non conosce, ma che impara a definire. Questo dovrebbe farci ammirare la loro forza di volontà, perché ce la mettono proprio tutta per non deludere e imparare a comprendere quanto ci stanno comunicando è il minimo che possiamo fare! Per scoprirlo, dovrete solo attendere il prossimo articolo.

 

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila – Istruttrice Rally Obedience

(foto: F. Mezzapesa)

In 42mila allo storico carnevale di Ivrea

Grande successo per il Carnevale storico di Ivrea, con 42 mila le persone che hanno assistito o partecipato alla tradizionale battaglia delle arance. I paganti sono stati 11.500. Il bilancio dei feriti tra gli aranceri – a piedi o sui carri – è di 180 persone, di cui 4 finite al pronto soccorso. Altri 67 sono stati medicati nelle postazioni della  Croce Rossa in diversi punti della città. Ospite d’onore il Capo della Polizia Franco Gabrielli, che ha indossato per l’occasione lo storico berretto frigio e si è congratulato con gli organizzatori per le misure di sicurezza adottate.

Torino a misura di bambino

Torino fa felice anche i bambini, molti sono i luoghi dedicati a loro, le attività di intrattenimento sono diverse come quelle formative e culturali.

Sia come turisti che come abitanti di questa splendida città, i bambini possono essere coinvolti in esperienze spassose e interessanti, la vacanza ma anche una semplice passeggiata domenicale diventano così un momento di aggregazione familiare.

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Il Museo del Cinema è una tappa obbligata, divertente e magico con attrezzature cinematografiche antiche e moderne, riproduzione dei set dei primi film italiani, oggetti e personaggi di famosi film internazionali. Percorsi tematici e laboratori basati sulla scoperta, la creatività e la sperimentazione attiva: un approccio didattico interattivo e coinvolgente.

Salire sull’ascensore panoramico poi è un momento unico per ammirare Torino dall’alto.

 

Il Planetario e il Museo interattivo dell’Astronomia e dello spazio per scoprire e ammirare il cielo, approfondire temi astronomici attraverso percorsi interattivi ed esperimenti scientifici. Il primo weekend di ogni mese, “Lo Spazio ai bambini” interamente dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie, propone spettacoli, laboratori e un accesso a tariffe agevolate.

 

Il Museo Egizio di Torino è il più importante del mondo dopo quello del Cairo, dopo il rinnovamento propone una esposizione moderna e suggestiva. I suoi capolavori, gli oggetti arrivati da lontano storicamente e geograficamente ipnotizzano grandi e bambini, affascinano gli amanti della millenaria civiltà e incantano i piccoli e curiosi visitatori. Il museo organizza visite per famiglie.

 

Parco Avventura Tre Querce, che riaprirà il 31 marzo prossimo, è una divertente ed ecologica esperienza a due passi da Torino.  7 sono i percorsi avventura all’interno di un bellissimo bosco di frassini e querce, più di 60 giochi aerei eccitanti e avventurosi durante i quali i bambini saranno equipaggiati, istruiti e seguiti dagli istruttori.  Novità 2017: nuovo percorso Crypto Baby per bimbi dai 3 ai 6 anni e per i più coraggiosi invece il Tree Climbing con salto nel vuoto, un’arrampicata su una delle grandi querce per poi rituffarsi giù a terra, ovviamente il tutto in assoluta sicurezza.

 

Il Bosco delle Meraviglie, a San’Ambrogio di Torino, è un parco emozionale, un percorso fiabesco, interattivo, un vero bosco incantato, tra orchi, fate e cavalieri dove i bambini saranno coinvolti e immersi in una favola mentre gli adulti vivranno un momento ludico che li riporterà magicamente

indietro nel tempo. Nella Bottega si possono trovare giochi didattici, di strategia e classici per tutti.

Torino per tutti, Torino per vivere momenti formativi e ricreativi, Torino per rilassarsi e passare il tempo tutti insieme.

 

Maria La Barbera

 

Andrea Vecera, il torinese cittadino del mondo

Il mondo del design rappresenta un fiore all’occhiello nel capoluogo subalpino anche grazie alla presenza di giovani designer come Andrea Vecera che, nonostante   la sua giovane età, ha già   ampiamente dimostrato il suo talento realizzando numerosi progetti. Conseguita una laurea in Design industriale alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, oggi è impegnato nel campo del product design, cui è approdato dopo gli inizi quale progettista grafico. Nel 2006, quasi alla fine del corso di laurea, Vecera giunse a Milano, dove svolse un tirocinio nello studio di Giulio Iacchetti e Matteo Ragni. A quegli anni risalgono i suoi disegni per la Guzzini e le sue due proposte, di cui una dal titolo ” Espressioni pizzesche”, originali piatti per pizza. Unico e duraturo anche il suo contributo per la comunicazione visiva relativa alle rassegne culturali del Sistema Bibliotecario dell’area Metropolitana Torinese. Ad Andrea Vecera si deve la creazione del personaggio di Melvil Dewey, capostipite di tutti i bibliotecari moderni, ideatore del celebre sistema di classificazione decimale che, sulle pagine della brochure, ha presentato la nuova edizione della rassegna di incontri nelle tredici Biblioteche civiche dell’ Area Nord Ovest della Città Metropolitana Torinese. Dopo averle idealmente visitate, con il suo antico velocipede, prima, e con un avveneristico skateboard fluttuante, dopo, lo fa ora in groppa ad una fidata lumaca, per ricordarci che leggere rappresenta un piacere che va assaporato lentamente, dedicando il tempo e lo spazio giusti, soprattutto in un’epoca digitale come la nostra, in cui la lettura sta diventando, purtroppo, sempre più superficiale e incostante.

 

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Il giovane designer torinese ha anche realizzato recentemente la comunicazione visiva ed un originale segnalibro per la rassegna dal titolo “Al di là del muro” che, entrata nel vivo, si articola in un ricco calendario di iniziative per celebrare il quarantennale dell’abbattimento del muro del manicomio di Collegno e l’approvazione della legge Basaglia, che decretò la chiusura degli ospedali psichiatrici. Il 2018 per Vecera è, poi iniziato, all’insegna di un nuovo progetto grafico studiato ad hoc per la rassegna dal titolo “Musica e letteratura”, in collaborazione con la Biblioteca & Archivio della Città di Chieri e l’ Accademia dei Solinghi. Vecera ha anche disegnato l’originale scacchiera Paperloo (Moglialab), esposta e in vendita presso Interni Bonetti, in occasione del “Natale degli artisti”, da poco concluso. Ancora più recente e tuttora in corso è il suo progetto per la realizzazione dell’arredamento interno di un ristorante nel centro di Torino, di prossima apertura. Se la creatività è, come afferma il saggista Arthur Koestler, l’arte di sommare due e due ottenendo cinque, Andrea Vecera è un artista assoltamente creativo, che è stato capace di rompere gli schemi, trovando nella natura quelle eccezioni che ella fornisce a qualsiasi regola.

 

Mara Martellotta

 

Vacanze di Carnevale al Castello di Rivoli

A cura del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Bambini e ragazzi possono trascorrere le vacanze di Carnevale al Castello di Rivoli con le Artenaute del Dipartimento Educazione. Due giornate di attività, laboratori e giochi ispirati alla figura di Arlecchino, re del Carnevale, camaleonte che si riveste di forme e colori.

 

Due formule a scelta tra:

 

GIORNATA INTERA DAI 5 ANNI

Accoglienza ore 8.30-10

Uscita ore 16.30-17.30 / Pranzo al sacco

Tariffe €. 10 per ogni partecipante, pranzo al sacco escluso.

Ridotto €. 6,50 per fratelli/sorelle e possessori di Abbonamento Musei Junior Card pranzo al sacco escluso.

 

MEZZA GIORNATA

Dalle 15 alle 17.30 bambini dai 3 anni in su accompagnati

Tariffa €. 4 a partecipante sia adulto sia bambino

 

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Tel. 011.9565213

educa@castellodirivoli.org   www.castellodirivoli.org/dipartimento-educazione

Fanpage facebook Dipartimento Educazione Castello di Rivoli twitter@EdRivoli

La Ribollita (o il pasticcio politico)

Non c’è altro mezzo per andare al potere che gridando: Popolo, ti stanno ingannando!
(Louis Latzarus)

 

Il lavoro di 2 persone mantiene decine e decine di “parolieri”.

La Ribollita è un piatto tradizionale toscano, che deriva dalla tipica zuppa di pane raffermo e verdure. E’ un piatto povero di origine contadina, il cui nome deriva dal fatto che un tempo le contadine ne cucinavano una gran quantità (soprattutto il venerdì, essendo piatto magro) e quindi veniva “ribollito” in padella nei giorni successivi, da qui il nome di ribollita, perché la vera zuppa si riscalda due volte. Questo piatto torna negli ultimi anni prepotentemente in auge, non nei ristoranti dove sarebbe la sua vera collocazione, ma nei vari “rimpasti” politici. Si parla e si “sbraita” ma alla fine il piatto che si serve al popolo è sempre lo stesso: la ribollita e forse, proprio in quanto da tradizione povero, è li che si vuol far ritornare il popolo italiano…alla povertà!

Il governo ha per missione di far sì che i buoni cittadini siano tranquilli, e che quelli cattivi non lo siano affatto.
(Georges Clemenceau)

Ma come dire basta al piatto tradizionale, la ribollita appunto, oramai offerto ogni qual volta ci sono nuove elezioni?

I capi di governo sono fantastici. Spesso sembra che siano gli ultimi a sapere quello che la gente vuole.
(Aung San Suu Kyi)

Forse ricorrendo alle scienze occulte o all’astrologia?

Giulio II, noto come “il Papa guerriero” o “il Papa terribile“, venne eletto pontefice il 1 novembre del 1503 ma fece in modo di fissare il giorno e l’ora della sua consacrazione, che avvenne il 26 novembre del 1503, basandosi unicamente su calcoli astrologici. Questo nonostante la Chiesa avesse sempre condannato le scienze occulte come pura eresia.”  La storia insegna e la storia si ripete, dai Papi ad oggi, passando attraverso Re e Imperatori. Oggi le monarchie hanno lasciato il posto alle Repubbliche, alla democrazia ma il piatto è sempre povero e sempre lo stesso: la ribollita.

L’umanità non potrà mai vedere la fine dei suoi guai fino a quando gli amanti della saggezza non arriveranno a detenere il potere politico, ovvero i detentori del potere non diventeranno amanti della saggezza.
(Platone)

Le parole di Platone sono pura utopia così come gli ideali socialisti di Marx e dei suoi discepoli? Il piatto del popolo sarà sempre la ribollita? Renzi o Berlusconi, la Lega o il Movimento 5 Stelle, Grillo o Salvini, nomi e facce che si ripetono. Perché non cambiare, perché no allora una nuova ricetta al posto della solita ribollita… Qualcuno potrebbe fondare una “Giovine Italia”, un’organizzazione che segnò l’inizio di un cambiamento politico radicale in Italia ma forse Giuseppe Mazzini potrebbe rivoltarsi nella tomba se vedesse qualcuno che propone in continuazione la ribollita al posto di proporre un vero cambiamento.

 

I grandi successi del Governo sono come i fuochi d’artificio di giorno anche se fanno rumore, nessuno li vede.
(Corneliu Vadim Tudor)

Ma se speranza non c’è, l’unica via è quella di una …rivoluzione?

Inizialmente la parola rivoluzione venne usata nel campo astrologico/astronomico ad indicare il moto ciclico dei cieli e dei pianeti. Fu nel Settecento illuminista che il termine “rivoluzione” mutò significato. Esteso al campo politico, passò ad indicare non più una trasformazione ciclica, un perenne ritorno o ripetizione, ma un brusco cambiamento. Il concetto fu consacrato dalla Rivoluzione Francese. L’assalto alla Bastiglia da parte di un gruppo di facinorosi si verificò nella tarda mattinata del 14 Luglio 1779, ma la notizia giunse al re soltanto in nottata; fu il duca Francois La Rochefocauld Liancourt ad avvertire Luigi XVI e a ragguagliarlo su quanto era accaduto.

“E cosa sarebbe questa, una rivolta?” disse il monarca,

e Liancourt: “No Maestà, è una rivoluzione“.

Utilizzando una figura retorica potremmo forse arrivare a pensare che la ribollita sia un’affermazione vera per definizione, una sorta di tautologia logica e il suo ragionamento circolare ci induca a pensare che prima o dopo, rivoluzione o continua ipocrisia, la ribollita sia l’unica soluzione possibile

 

a cura di  Maurizio Platone

Ulteriori approfondimenti nel mio blog: www.astrologiadiplatone.com

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