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Barolo boys… in fuorigioco

BAROLO, TAURASI, ALTO ADIGE, STEIERMARK 

 

Per il settimo anno i giorni della Pentecoste sono per i Barolo Boys di Monforte d’Alba l’occasione per aprire le porte del paese agli appassionati di cultura, di vino e di sport. Dal 17 al 20 maggio si terrà infatti BAROLO BOYS IN… FUORIGIOCO, la manifestazione organizzata dalla squadra di calcio di Monforte d’Alba, i Barolo Boys, e sponsorizzata dai vignaioli dello stesso paese: un incontro di una delle più raffinate produzioni vitivinicole italiane, quella del Barolo di Monforte d’Alba, con tre realtà produttive italiane e straniere. Dopo aver esplorato l’Italia e l’Europa, i tre territori invitati quest’anno sono l’Irpinia, l’Alto Adige e la regione austriaca della Stiria.Ma non solo: la quattro giorni monfortina sarà anche occasione per approfondire i temi della cultura del vino e dintorni.

Giovedì 17 maggio alle 20,30 nella Chiesa di Sant’Agostinoche domina l’unicità dell’Auditorium Horszowski, la giornalista Claudia Apostolo incontra “L’altra metàd’ la crota” ovvero le donne delle aziende vinicole di Langa definite, parafrasando il capolavoro di Nuto Revelli,l’anello forte, capaci di unire, di innovare, di sperimentare, ma praticamente invisibili. Il convegno è organizzato in collaborazione con la Confederazione Italiana Agricoltori. (ingresso libero)

Tradizione di BAROLO BOYS IN… FUORIGIOCO è la celebrazione dello sport come momento di aggregazione e di crescita e non poteva mancare in un progetto che ha il cuore che batte sul rettangolo verde di un campo di calcio lo specialissimo incontro con un campione straordinario.Paolo Maldinisarà l’ospite –venerdì 18 maggio alle ore 18 all’interno dell’Oratorio di Sant’Agostino– del giornalista Gigi Garanzini, inserendosi di diritto nella galleria degliintramontabili,grandi protagonisti portatori non solo di titoli e vittorie conquistati ma anche di valori da diffondere e condividere che ha già visto arrivare a Monforte Marco Tardelli e il giornalista Gianni Mura. (ingresso libero) Sempre venerdì18 maggio, negli eleganti locali del Moda Ristorante Venueè in programma la cena dei Campioni che consentirà a tutti gli ospiti di sedere a tavola con ivignaioli presenti alla manifestazione. E assaporare insieme a loro i piatti della tradizione, cucinati daquattro chef, abbinati ai grandi vini protagonisti dell’evento.

Sabato 19 maggio dalle 11 alle 18nel borgo antico di Monforte d’Alba tra il Ristorante Moda eLe Case della Saracca il cuore della manifestazione. Sarà infatti possibile partecipare ad un percorso di degustazione dei grandi vini protagonisti di BAROLO BOYS IN… FUORIGIOCO accompagnato da un’accurata selezione di formaggi,salumi e altre specialità delle Langhe (il costo è di 40 euro). Accanto al Barolo dei produttori monfortini si degusterà il Taurasi, vino superbo dal colore intenso e dal profumo deciso, prima DOCG di tutto il centro-sud fino al 2003. Meno di due milioni di bottiglie l’anno prodotte con l’uva Aglianico, uno dei più antichi vitigni a bacca rossa, coltivata in 17 comuni della provincia di Avellino, nel cuore dell’appennino meridionale. E ancora l’Alto Adige – Südtirol, una delle aree vitate meno estese d’Italia ma più varie per altitudine, composizione dei terreni e condizioni climatiche. Venti vitigni differenti vengono coltivati tra i 200 e i 1.000 metri di altezza. Sono celebri e conosciuti in tutto il mondo i bianchi altoatesini ma le otto aziende che verranno a Monforte porteranno in degustazione anche i loro vini rossi. Infine sarà protagonista la Stiria(Steiermark in tedesco), Land del sud-est dell’Austria dove fra terme e dolci colline, poco più di mille ettari di vigneti producono vini bianchi di grandissima qualità, grazie anche ad un clima particolarmente mite. Sauvignon Blanc innanzitutto, poi il Furmint– vitigno conosciuto anche come Tokay –  e il Morillon, versione austriaca dello Chardonnay, tanto per citare i principali.

BAROLO BOYS IN… FUORIGIOCO è una piccola perla di passione e ricerca che nasce dall’impegno volontario e testardo degli abitanti di Monforte d’Alba innamorati del loro paese, dall’orgoglio dei produttori di alcuni fra i migliori vini del mondo che sperimentano l’incontro con altre eccellenze del mondo e vogliono condividerne l’emozione, dalla voglia di non esaurire nei 90 minuti di una partita di calcio il senso di appartenenza al territorio e alla sua bellezza. Ma nessuno dei Barolo Boys rinuncerebbe a scendere in campo e la manifestazione, anche quest’anno, si concluderà domenica 20 maggio con la sfida fra la squadra di casa e una selezione di ex calciatori professionisti danesi alle 15 sul campo di Gallo Grinzane.

Biscotti per celiaci

L’obiettivo di FiorNatura è quello di diventare un punto di riferimento dello star bene attraverso un’alimentazione naturale e una vita sana nel rispetto dell’ambiente: (come) mangiare cibi sani e saporiti, ricercati con cura e provenienti da agricoltura biologica italiana, preparandoli con ricette semplici, veloci e buone.                                                                              www.fiornatura.it

LA RICETTA: BISCOTTI PER CELIACI

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Difficoltà: Bassa

Preparazione: 20 minuti

Riposo: 60 minuti

Cottura: 10-15 minuti

Dosi: 25 Biscotti

Strumenti:

– Impastatrice

– Frusta K

– Frullatore o Minipimer

– Bilancia pesa alimenti

Ingredienti per 25 biscotti

  • 100 g di farina di miglio
  • 50 g di farina di riso finissima
  • 50 g di nocciole piemontesi precedentemente tostate
  • 40 g di zucchero di canna
  • 40 g di miele
  • 70m g di latte di riso
  • 1 Cucchiaio di olio EVO
  • 1 Cucchiaino di curcuma
  • 4 g di cremor tartaro
  • Sale q.b.

Preparazione

Scaldate il forno a 150° C. rivestite una teglia rettangolare con carta da forno e sistemare le nocciole nella teglia e tostatele in forno per una decina di minuti, mescolandole di tanto in tanto. Togliete la teglia dal forno, fate raffreddare le nocciole e strofinatele con un canovaccio pulito per eliminare le pellicine. Trasferite nel bicchiere del frullatore e tritate finemente. Setacciate accuratamente la farina in modo che non crei fastidiosi grumi nell’impasto. Versate la farina nella ciotola della Planetaria, unite le farine, lo zucchero, le nocciole tostate ed i liquidi a filo per rendere omogeneo l’impasto a velocità 1 per 5 minuti con il gancio a Kappa. Aggiungete al composto il latte di Riso tiepido e impastate fino ad ottenere una palla soda. 

Coprite la ciotola della planetaria con della pellicola trasparente e mettete l’impasto nel frigo per 1 ora. Dopo il tempo di riposo, stendete la pasta in una sfoglia sottile. Usate la sfoglia di pasta sfoglia per tutte le preparazioni di biscotti. Potete anche utilizzare la pistola per realizzare dei favolosi biscotti.

Cottura

Ora foderate una teglia con la carta da forno e appoggiateci sopra la i biscotti. Infornate per 10 – 15 minuti a 170° C con forno statico e poi togliete dal forno.

Conservazione

I biscotti sono pronti per essere consumati, possono essere conservati 9 – 10 giorni in un contenitore ermetico. Non consiglio di congelarli.

 

Il galateo si impara al corso

Oggi più che mai risulta vincente e determinante la capacità di sapersi comportare con correttezza, educazione e stile, è senza dubbio più importante di quanto a prima vista non sembri. I gomiti non si appoggiano sul tavolo, il piattino del pane si trova alla nostra sinistra, conoscere l’arte delle buone maniere non significa soltanto questo ma tutt’altro. Significa avere le conoscenze necessarie per destreggiarsi in ogni situazione e allo stesso tempo avere la possibilità di rovesciare le situazioni scomode a nostro favore. Avere le buone maniere vuol dire trovarsi a proprio agio in qualsiasi ambiente sociale, riuscire ad essere disinvolti e sicuri di sé nei rapporti con gli altri. In una definizione, significa sapere cosa fare, come farlo e quando farlo.  In questo corso, seguendo quelli che saranno semplici e pratici consigli, apprenderete le armi vincenti del moderno saper vivere, imparando a destreggiarvi con eleganza e disinvoltura in ogni situazione, evitando lo stress dell’improvvisazione e le cadute di stile. Il corso si svolgerà il 31 maggio presso la Fondazione Accorsi – Ometto (Via Po 55) dalle 10.00 alle 18.00, la Fondazione omaggerà gli iscritti con una visita al Museo e alla splendida mostra “Da Piffetti a Ladatte”.Il secondo giorno gli iscritti saranno ospiti nel cuore delle buone maniere, lo storico negozio Prochet (Via P. Micca 6) che metterà a disposizione i suoi tesori per aiutarci a capire l’apparecchiatura e la gestione della tavola. 

www.accademiaitalianagalateo.it

L’alberghiero Giolitti si fa onore nelle Marche

L’Istituto Alberghiero GIOLITTI di Torino ha ottenuto ottimi risultati nella Finale Nazionale tra Istituti Alberghieri.
Dal 9 all’11 maggio gli Istituti Alberghieri provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento a Loreto per tre giorni dedicati alla cultura e alla formazione.
Ospiti durante le serate CHEF RUBIO insieme allo CHEF MATTEO BERTI che hanno incantato i ragazzi con aneddoti, consigli e suggerimenti per il loro futuro

Yoga come filosofia

Alla base dell’insegnamento di Cristina Giachino nel centro torinese “Yoga & Tea” in via Fanti


“Lo yoga non è uno sport, ma una disciplina filosofica”. Di questo assunto ha fatto la base del suo insegnamento Cristina Giachino, titolare ed insegnante nel centro “Yoga & Tea” in via Fanti 12 a Torino, nel cuore della Crocetta. Formatasi inizialmente nella pratica della danza contemporanea, con alle spalle una laurea letteraria, ha poi conseguito il diploma in yoga presso la SFYDY di Milano, seguendo l’insegnamento di Patrick Tomatis e Nil Hahoutoff. Nel centro, dotato di una spaziosa sala di oltre 50 mq con una pavimentazione in legno naturale, si terranno delle lezioni aperte la settimana del 14 maggio.”Lo yoga – spiega Cristina Giachino – consente non soltanto l’apprendimento di una tecnica fisica, ma di approdare ad una nuova percezione del proprio corpo. Ed in questa prospettiva è assolutamente fondamentale la guida del maestro, autorevole, ma nel contempo capace di insegnare all’allievo l’osservazione del proprio corpo con uno sguardo amorevole ed attento, mai severo. Nella mia scuola insegniamo lo yoga tradizionale, l’hatha yoga, e quello dinamico (vinyasa e ashtanga), convinti che si tratti di uno strumento prezioso alla portata di tutti per conoscersi meglio, per preservare la salute corporea e per migliorare la qualità della propria vita. In concreto si svolge con la pratica di una serie di posizioni (asana) e di sequenze dinamiche, accompagnate da un’educazione al respiro, che risulta fondamentale (pranayama). Consapevolezza corporea ed espansione del respiro sono in grado di rivitalizzare parti del corpo dimenticate o spesso trascurate, quando ci si trova in uno stato di tensione e si ha una minore mobilità delle articolazioni. Inoltre organizziamo anche un corso di meditazione/Mindfulness”. “Il controllo del corpo e della mente – conclude Cristina Giachino – avviene attraverso un allenamento costante e calibrato, che è in grado di indurre nella persona un graduale processo di trasformazione, capace di riflettersi positivamente nella vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali. La persona viene accompagnata nella ricerca di uno sviluppo armonico e non competitivo. I corsi che proponiamo sono strutturati non in base a livelli, ma in modo da accogliere sia chi si accosta alla disciplina dello yoga per la prima volta, sia i praticanti più esperti. Ogni lezione è condotta da insegnanti qualificati che pongono una estrema cura nel corretto esercizio fisico, unito ad una forte attenzione verso l’ aspetto psicologico, in grado di rendere le lezioni un momento di crescita per ogni partecipante”.

 Mara Martellotta

Yoga & Tea, via Fanti 12 (angolo corso Stati Uniti), Torino

Tel 335.6438310

giachino.cristina@gmail.com

Area cani: istruzioni per l’uso

“Sono l’altra faccia di una medaglia che hai perduta. Ritrovala… e ritroverai anche me” R. Marchesini

 

Questo articolo non intende demonizzare le aree cane, ma darne una corretta visione per un utilizzo più consapevole. Portare il cane in aree dedicate è per molti di essi l’unica possibilità di stare liberi, di correre e di “socializzare” con altri. Per mancanza di spazio o tempo, questa rimane un buon compromesso ma non può sostituirsi al piacere di vivere esperienze annusando nuovi odori e di esplorare nuovi luoghi. Mi è capitato più volte di scoprire insieme dei posti fantastici al mio cane, a cui tra l’altro, considerata la sua natura timida e riflessiva, l’area cani non piace essendosi trovata spesso in situazioni in cui non veniva messa a suo agio. Almeno nei giorni liberi, usate la vostra fantasia (e internet) e immergetevi, con e grazie al vostro cane e, in luoghi che faranno felici entrambi, riscoprendo la natura e lasciando a casa pantofole e abitudini.

A Torino, a differenza che altrove, ci sono ben 54 aree cani sparse per tutta la città, e sono spazi in cui “…è consentito ai conduttori di cani far correre e giocare liberamente gli animali, senza guinzaglio e museruola, sotto la propria vigile responsabilità. Si ricorda che il proprietario o l’accompagnatore è civilmente e penalmente responsabile di ogni azione del cane da lui condotto”, riferendosi a chiunque, in quel momento, è suo custode, sia esso il proprietario, un parente o il dogsitter. Anche il Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in citta’ di Torino, che vi invito a consultare, dà indicazioni, all’articolo 22, sull’utilizzo delle aree e percorsi destinati ai cani. Ma cosa vuol dire essere responsabili del cane in un’area comune? Vuol dire in primis usare il buonsenso ed essere persone civili.

Ecco alcuni consigli per utilizzare al meglio e in sicurezza, per voi e per i cani, tali aree:

 

Valutate attentamente se il vostro cane ama stare in quel contesto o se per lui è causa di stress. Spesso le aree cani vengono usate come luogo per far socializzare, ma siamo sicuri che il cane che portiamo e i cani che troviamo abbiamo le competenze giuste? Se la risposta è sicuramente sì, nessun problema, se la risposta è non lo so, è il caso di porsi le giuste domande. Esperienze negative, a differenza delle aspettative, potrebbero far sorgere problemi comportamentali. Ci sono cani che bullizzano gli altri cani e altri che fanno fatica a gestire le interazioni con più soggetti: entrambi cercano aiuto nel proprietario che spesso, però, non si accorge della loro richiesta o del loro stato di difficoltà perché non in grado di leggere l’atteggiamento o perché troppo impegnato a fare altro. Alcuni soggetti, insicuri o paurosi, poi, patiscono i luoghi cintati, a maggior ragione se di piccole dimensioni, e la mancanza di possibilità di fuga può renderli irritabili e preoccupati, generando reazioni di aggressività che in condizioni di libertà non avverrebbero, con la probabilità di essere anche sgridati per “essersi permessi” di far capire il loro disagio mostrando tutti i denti. Immaginatevi in una stanza senza possibilità di uscire per un tempo prestabilito ma che voi non conoscete, con persone estranee che parlano anche male la vostra lingua e che appena entrate vi abbracciano, urlano, vi spintonano. E se provate a defilarvi e chiedere aiuto al vostro riferimento, venite ignorati. Allora provate a cavarvela da soli, respingendo con le mani e urlando chi vi sta addosso e non vi lascia il tempo di capire dove siete e con chi siete, venendo anche puniti per esservi comportati male. Ecco: questo è quello che frequentemente capita. La voglia di conoscere il mondo può tradursi nel perdere la voglia di relazionarsi oppure a imparare, erroneamente, che quello è il comportamento che porta a non avere problemi e quindi quello giusto da adottare. In entrambi i casi, la risposta è inversamente proporzionale alle aspettative e le possibilità di poter avere interazioni con altri soggetti in quanto animali sociali, potrebbe essere sempre più rara per via della paura della vostra reazione, oppure la situazione continuerà ad essere vissuta come un momento di stress. IMPARARE A LEGGERE LE EMOZIONI DEL VOSTRO CANE, SIA POSITIVE CHE NEGATIVE, E’ COME SEMPRE FONDAMENTALE.

Prima di entrare con il cane date uno sguardo alle interazioni che avvengono tra i cani all’interno e verificare che i soggetti già presenti siano “compatibili” con il vostro; se i cani non si conoscono, chiedete il permesso avvisando i proprietari che sono già all’interno di che tipo di cane state introducendo. Al momento dell’entrata, sarebbe opportuno e buona educazione che i proprietari richiamino i cani già all’interno per permettere a chi sta entrando di non sentirsi aggredito e di poter invece, ambientarsi. Le giuste distanze anche in queste occasioni, sono fondamentali per permettere una corretta lettura delle intenzioni; Le aree cani non sono proprietà esclusiva di chi arriva prima e non si può decidere quindi il tempo in cui può soggiornare (ho visto anche fare picnic in area cani), e/o finire di chiacchierare con l’amico o il capitolo del libro. Se avete un cane aggressivo o convalescente e volete sfruttare questi spazi recintati senza altri cani, non dimenticate di rispettare anche le esigenze altrui mettendovi d’accordo per la turnazione; Raccogliere SEMPRE le deiezioni dovrebbe essere un gesto ovvio sia per la pulizia che per evitare rischio di diffusione di malattie e parassiti che vivono negli escrementi dei cani e che gli altri potrebbero contrarre qualora ne venissero a contatto. Per lo stesso motivo, non portate in area cani soggetti affetti da malattie trasmissibili fino all’accertata estinzione delle stesse; Non tirate fuori cibo o giochi al fine di evitare comportamenti di competizione/difesa/possesso dello stesso che possono sfociare in risse anche tra cani che normalmente vanno d’accordo; Mai tenere il cane al guinzaglio. Perché portarlo in un area dove potrebbe stare libero se poi deve stare vicino a voi legato mentre gli altri fanno altro? Fareste un grande torto a lui e soprattutto potrebbe innescare dinamiche non simpatiche per via della differente comunicazione tra cane al guinzaglio e cane libero. Portatelo piuttosto a fare una passeggiata, per il cane è di gran lunga più gratificante e meno stressante;

Evitate di portare femmine in calore, anche se in area cani non c’è nessuno. L’odore rilasciato dagli ormoni dell’estro viene percepito dai cani a distanza di chilometri e per molte ore dal suo passaggio. Evitate di far accadere risse tra cani maschi che potrebbero essere scongiurate; Se portate dei bambini sorvegliateli costantemente. Una corsa, un gesto o il trovarsi in mezzo a delle interazioni canine, può essere pericoloso. Insegnate loro a relazionarsi correttamente con loro, ma non in questi spazi; Non prendete in braccio i cani per difenderli da situazioni potenzialmente pericolose perché è il momento esatto in cui rischiate di prendere un morso sia voi sia il cane. Questo succede soprattutto con i cani di taglia piccola, ma il sollevarlo, soprattutto in una situazione di già eccitazione, equivale a innescare automaticamente negli altri un istinto predatorio.Buone passeggiate, alla prossima!

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Francesca Mezzapesa c/o Centro Cinofilo White Apple Dogs

 Educatrice cinofila 3° livello FISC – Istruttrice Rally Obedience

 

Leggi anche:

La piramide dei bisogni del cane

La comunicazione con il cane

Come comunicano i cani (parte I) – La comunicazione chimica e visiva

Come comunicano cani (parte II) – La comunicazione olfattiva

Come comunicano i cani (parte III) – La comunicazione tattile

A Mondojuve i giovani influencer del web

Domenica 13 maggio a partire dalle ore 17 Mondojuve – lo Shopping Center situato tra i Comuni di Vinovo e Nichelino si prepara ad accogliere i giovani influencer di House of Talent: Michele Cavallaro, Roberto Magro, Federico Mancosu, Maddalena Sarti, Edoardo Maragno, Swami Caputo e la new-entry Giuseppe Barbuto, seguiti da centinaia di migliaia di follower sui social network, incontreranno i loro fan presso laGalleria DianaHouse of Talent è la prima realtà nazionale che raccoglie tutti i maggiori influencer del web: la crew in continua espansione è composta dai ragazzi che hanno partecipato alle due edizioni del reality show di Rai2 “Il Collegio” insieme ai più creativi Muser, gli utenti della piattaforma creativa social Musical.ly, amatissima dai teenager.

 

Il meraviglioso mondo di Alice

DOMENICA 20 MAGGIO San Secondo di Pinerolo (Torino)

“Non importa che età avete, se siete importanti o insignificanti: tutti tornate a essere bambini”. Così la grande Virginia Woolf ebbe a scrivere in elogio di uno dei più importanti romanzi della letteratura per l’infanzia qual è stato e continua ad essere “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” pubblicato per la prima volta nel 1865 dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carroll

E allora è proprio una bella idea, che ci aiuterà per l’appunto a diventare tutti (almeno per un giorno) un po’ bambini, quella che insieme hanno avuto la Fondazione Cosso e la Cooperativa Theatrum Sabaudiae progettando per domenica 20 maggio, dalle 10 alle 19, presso il Castello di Miradolo (via Cardonata 2 a San Secondo di Pinerolo), “Il meraviglioso mondo di Alice”: una giornata dedicata ai bambini, alle famiglie e ai visitatori di ogni età per vivere insieme esperienze indimenticabili ispirate al romanzo di Carroll, con fiabeschi personaggi in abito vittoriano che si muoveranno tra le sale del Castello di Miradolo e i sentieri del Parco. Obiettivo, quello di creare veri e propri tableaux vivants a tema, sorprendendo i visitatori del giardino storico che potranno trovarsi di fronte la piccola Alice Liddell, protagonista del romanzo, così come il Bianconiglio, con l’orologio nel panciotto, o il Bruco che riposa sotto la tenda ottomana; se poi si vorrà si potrà anche prendere posto al tavolo da Tè dei matti o giocarsi la testa affrontando la perfida Regina di cuori. La giornata sarà anche arricchita da attività creative, giochi, visite guidate, degustazioni e dolci pause ispirate al tema. La corte interna ospiterà “Drink me” e “Eat me”, due angoli per l’acquisto di tè e pasticcini da passeggio. Dalle 12 ci sarà la possibilità, su prenotazione, di ritirare presso la Caffetteria il proprio cesto da Pic Nic da consumare nel Parco. Alle 11 e alle 16 appuntamento con “TLab La stagione in tazza” e “T-Time Tra fiaba e realtà”, due laboratori per degustare e imparare a conoscere il tè, in collaborazione con The Tea di Claudia Carità. Per partecipare alla giornata, è stato anche programmato un Servizio Navetta dedicato, da Torino al Castello di Miradolo, con partenza alle ore 10 da piazza Carlo Felice e rientro alle 17.30. Costi e prenotazioni: il biglietto di ingresso al Parco include i tableaux vivants a tema e gli allestimenti dedicati al “Meraviglioso mondo di Alice”, l’attività creativa per i bambini “Lo spazio delle meraviglie”, l’audio racconto in cuffia stagionale e la mappa del Parco. Tutte le altre attività, laboratori, degustazioni, Pic Nic, Servizio Navetta da Torino, richiedono la prenotazione e hanno un costo aggiuntivo al biglietto di ingresso al Parco.

 

Per info e prenotazioni: tel. 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

 

g. m.

La cucina anarchica di Giorgio Rava

rava2Chi conosce l’artista cusiano sa bene quanto ami scrivere, dipingere e  disegnare, definendosi “anarchico”. Una creatività che dimostra anche nell’amore per la cucina che, secondo i più, pratica ad “eccellenti livelli”

 

S’intitola “Ricette (anarchiche) tra lago d’Orta, Maggiore e oltre” il libro di Giorgio Rava, edito da Tararà. Chi conosce l’artista cusiano sa bene quanto ami scrivere, dipingere e  disegnare, definendosi “anarchico”. Una creatività che dimostra anche nell’amore per la cucina che, secondo i più, pratica ad “eccellenti livelli”, come conferma Alberto Gozzi, un’autorità celebre nel campo, introducendo questo volume e le 122 ricette che vengono presentate al lettore. Giorgio Rava , è un intellettuale a tutto tondo che – tra le altrerava3 passioni e curiosità, ama cucinare e reinventare delle ricette di  questa sua cucina che definisce, appunto, “ anarchica”. E’ lui stesso a spiegare il perché di questo rapporto amoroso dalle lontane radici. “Tra i ricordi della primissima infanzia vi sono i profumi della cucina delle mie nonne, quella paterna e quella materna, l’una lombarda (il suo risotto con lo zafferano), l’altra romagnola (la pasta fatta in casa e i cappelletti); poi quella di mia madre romagnola cha ha sposato un piemontese, ma di quel Piemonte “alto”, sembra addirittura walser, che aveva in sé la cocciutaggine e la ruvida dolcezza del pane di segale delle genti venute dalla Valle del Goms”. Una cucina “bastarda” , o meglio “anarchica” da cui Giorgio ha tratto il  suo DNA culinario, aggiungendo alle memorie famigliari  la  sua personale propensione  alla baldoria, alle disfide tra gli rava cucinaamici ai fornelli , ai piatti sperimentali alla cui base spesso sta il suo orto “ cui attendo con le cognizioni di mio padre e di un diploma di Perito Agrario su un terra magra di montagna”. Quando insegnava tra le letture che propinava ai suoi alunni emergeva potente il legame tra palato e letteratura: dagli etilici vapori de “L’Assommoir” di Zola  alla fame del Riccetto della “Vita violenta” di Pasolini, o a quella della famiglia dei Braida de “La malora” di Fenoglio, ma anche il “Manifesto della Cucina Futurista” e il risotto alla milanese di Carlo Emilio Gadda. Del resto, e sono parole sue “ la vita è un minestrone o una bouillabaisse; noi ne siamo i cuochi e  sta a noi condirla, farla più o meno saporita, trovarne i giusti ingredienti”. Alberto Gozzi scrive che le ricette di Rava sono “veramente anarchiche, libere da ogni espressione di regole fondamentali, come ad esempio le grammature degli ingredienti”. Da una “Guerra di Piero” a base di Bettelmatt a una “Catalana” con tanto di omaggio a Orwell, da una salsiccia “Candelora” ad una pasta con il formaggio erborinato del Mottarone fino alle maliziose ostriche alla “Chateau d’If” del conte di Montecristo, il libro di Giorgio Rava si legge con un certo languore. Per la  sua capacità affabulatoria, certamente, ma anche per l’induzione a provare le delizie che propone in chiave, appunto, “anarchica”.

Marco Travaglini

Re Barolo all’asta

Si è tenuta questa mattina – domenica 6 maggio– presso il Tempio dell’Enoturista del Castello di Barolo, l’Asta del Barolo, promossa dall’Accademia del Barolo. Per l’occasione sono arrivati professionisti, collezionisti, giornalisti da tutto il mondo – inclusi USA, Canada, Cina, Sudafrica e Australia – ed erano in collegamento via skype acquirenti dall’estero, da Singapore e Hong Kong. Grande anche la partecipazione degli appassionati del territorio.

 

Il giornalista Giancarlo Montaldo ha battuto 51 lotti di preziose e antiche bottiglie (oltre 150) risalenti a vecchie annate, dal 1947 fino agli anni 2000, tra cui alcuni formati Magnum e Doppio-Magnum. Nessun lotto è andato disatteso; il ricavato totale è stato di oltre 50.000 euro. La bottiglia più cara è un barolo Monfortino del 1926 di Giacomo Conterno che si è aggiudicata per 4.400 euro una studentessa taiwanese di “3IC”, nuovo centro studi internazionale su vino e cibo diretto da Ian D’Agata, che ha riunito in questi giorni a Barolo studenti e professionisti da tutto il mondo. Anche altri studenti del corso 3IC, infatti, hanno partecipato all’Asta. Il lotto della bottiglia di Monfortino è stato integrato da una forma di Bra duro d’alpeggio, grande formaggio di tradizione piemontese, messo a disposizione da Latteria Inalpi. Il lotto più prezioso, quello messo a disposizione dall’Accademia del Barolo, anch’esso integrato da una forma di Bra duro, è stato acquistato da Giuseppe Piumatti di Bra Servizi.  

 

Era presente anche Elliott Krause, un imprenditore americano che ha molto investito nel territorio e che, con la sua presenza, attesta la sua grande passione per il Barolo e le sue terre. Come vuole la tradizione l’Asta ha come finalità la charity: grazie alla collaborazione con l’associazione 1 Caffè di Luca Argentero e Beniamimo Savio, infatti, il ricavo netto aiuterà a coprire i costi per la creazione e il mantenimento autonomo di un punto di stoccaggio e smaltimento per alimenti e vestiti, nonchè di preparazione di pasti caldi a Torino, in piazza 18 Dicembre, gestito dal Progetto Leonardo Onlus. 

(foto Davide Gonella)