LIFESTYLE- Pagina 287

Stress da festività, cos’è e come contrastarlo

Lo stress da festività viene considerato dagli esperti al pari di una vera e propria sindrome. Ecco cos’è e come contrastarlo.

Forse a questo punto delle festività natalizie la domanda dovrebbe essere: siete sopravvissuti alle feste? È una situazione comune a molti, e non riguarda solo le calorie: è lo stress da festività, considerata una vera e propria sindrome, capace di creare stress e difficoltà a riadattarsi alla vita di tutti i giorni. 

Ma da dove proviene tutto questo stress? Innanzi tutto è molto stress e, secondo diverse ricerche, sarebbe secondo solo a quello legato ad un trasloco, al cambio di un lavoro o al divorzio. E la radice di questo stress sta nelle aspettative che si creano durante i periodi di festa che, secondo la cultura occidentale, devono essere gioiosi e sereni. La realtà però dimostra il contrario: le feste sono una grossa fonte di stress. C’è chi non va d’accordo con la famiglia e deve resistere a giorni interminabili con parenti opprimenti, c’è chi fa lunghi viaggi per poco tempo, per non parlare dello stress legato ai regali di Natale. Senza dimenticare le grandi abbuffate e l’ossessione di perdere i chili messi su durante le vacanze. Sembrano banalità, ma non lo sono. 

Le feste stanno finendo, ed ecco qualche consiglio per recuperare le forze e rilassarsi prima di ritornare alla vita di tutti i giorni. 

Prendersi del tempo per sé aiuta a ridurre lo stress 

Come prima cosa è importante non opporsi alle sensazioni ma lasciarle passare, seguendo la scia di tante tecniche di meditazione. Finite le feste, la prima cosa da fare è prendersi del tempo tutto per sé: che si tratti di un bagno rilassante, di una passeggiata o di una cioccolata calda davanti ad un film, godetevi questi momenti di solitudine. 

Niente obblighi

Si sa, le festività sono un periodo di distacco dai doveri più tradizionali, ma spesso sono terreno fertile per quelli “affettivi”. Ci si sente in obbligo di essere sereni, in dovere di trascorrere del tempo insieme agli altri e di buonumore. Se non l’avete già fatto, è il momento di smetterla di sentirvi in obbligo. Godetevi semplicemente gli ultimi giorni di riposo facendo quello che più vi piace. 

Ritornare ad abitudini sane 

Il Natale è fatto per le grandi abbuffate ma per quanto siano piacevoli sul momento, alla lunga il nostro fisico ne risente. Ecco perché bisogna gradualmente tornare ad un’alimentazione sana, senza imporsi diete irrealistiche che finirebbero solo per aumentare i sensi di colpa. Quindi riprendete a fare movimento e, insieme ad una corretta alimentazione, concedevi qualche tisana calda in più. 

Riposare per allontanare lo stress

Ultimo ma non per importanza, ricordatevi di riposare. È importantissimo ed imprescindibile, cercate di dormire per almeno 8 ore al giorno. Il sonno, infatti, è fondamentale per ritrovare l’energia giusta ed aiuta a tornare alla vita di tutti i giorni più facilmente. 

Il Piemonte ai vertici della Guida per l’Enoturista di Go Wine

43 Impronte d’Eccellenza assegnate

CANTINE D’ITALIA 2022

La guida di Go Wine presentata a Milano 

È distribuita in libreria e a disposizione dei soci

  

È uscita la nuova edizione 2022 di Cantine d’Italia, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si è tenuto giovedì 2 dicembre a Milano presso l’Hotel Melià.

 

Cantine d’Italia 2022 si presenta con una copertina flessibile rinnovata, 820 cantine selezionate, 245 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.400 vini segnalati, circa 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Si tratta di una Guida alle Cantine, con una sua identità specifica, non è una Guida tradizionale ai vini.

Una Guida pensata per i turisti del vino, che racconta e scrive di vino partendo dalla “Cantina”.

Ovvero la Cantina come luogo dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

La Cantina che, nel corso degli anni, è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché invita al viaggio e comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi.

Una Guida che privilegia il tema della narrazione perché raccontando la cantina, racconta le vicende che stanno attorno al vino e aiutano meglio a comprendere il profilo di ogni realtà.

Una Guida che pertanto non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che desidera essere un’occasione per creare cultura a favore del vino e dei suoi territori. E per far riflettere sull’importante ruolo che la viticoltura italiana sta svolgendo a favore della bellezza e della valorizzazione di tanti territori.

Una Guida edita da Go Wine e che mantiene inalterata la sua mission: promuovere la grande accoglienza italiana in cantina e comunicare anche attraverso un volume l’identità dell’associazione.

 

Il volume consiste in un articolato repertorio di cantine, ricco di dati e riferimenti che si aggiorna in ogni edizione, con nuovi inserimenti ed alcune esclusioni. E con nuove cantine che ottengono per la prima volta il riconoscimento de L’Impronta fra cui, in Piemonte, la cantina di Michele Chiarlo.

 

Sono in totale 245 le “Impronte Go Wine” nell’edizione 2022: esse rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’Enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine attribuisce alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.

Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle singole cantine e su cui si definisce una loro valutazione.

Sito: il luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico; ma anche sito da intendersi come il patrimonio complessivo di vigneti di cui dispone la cantina.

Accoglienza: la vocazione della cantina ad “aprirsi” all’esterno al pubblico con una parallela attività, sia in ambito recettivo: agriturismo, B&B o ristorazione, sia svolgendo iniziative culturali che si rivolgono al mondo esterno.

Vino: il profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’esito di una singola vendemmia; tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, della particolare cura verso specifiche tipologie di vini.

 

Il Piemonte è ai vertici della Guida con oltre 130 cantine recensite e con ben 43 Impronte Go Wine.

 

Le Tre Impronte, ovvero il massimo riconoscimento per l’esperienza enoturistica, vanno alle cantine piemontesi Ceretto, Fontanafredda e Malvirà.

 

Il Premio “Cantine Meravigliose”, uno degli 8 Premi Speciali, va alla cantina Marchesi Alfieri di San Martino Alfieri per l’EnoArchitettura dell’anno. Un riconoscimento alla mirabile architettura e alla storia di questa cantina, con gli ambienti storici risalenti ai primi del settecento, con la “Citroneria”, il parco con piante secolari e con il Castello che domina il tutto, come un grande disegno nel segno della bellezza e dell’accoglienza. Attorno il piccolo borgo di San Martino Alfieri, ai confini fra la provincia di Asti e il Roero.

 

La cantina Michele Chiarlo consegue per la prima volta il riconoscimento de L’Impronta.

 

Alleghiamo a seguire l’elenco delle cantine piemontesi che hanno ottenuto in questa edizione il riconoscimento de L’Impronta Go Wine:

 

Ascheri

Boglietti Enzo

Bovio Gianfranco

Braida

Brezza Giacomo & Figli

Bricco Maiolica

Broglia Piero – Tenuta La Meirana

Burlotto Comm. G.B.

Cascina Chicco

Cascina del Monastero

Castello di Razzano

Castello di Tagliolo

Castello di Verduno

Centovigne

Ceretto

Chiarlo Michele

Contratto Giuseppe

Cordero di Montezemolo

Correggia

Damilano

Fontanafredda

Forteto della Luja

La Raia

Malvirà

Manzone Giovanni

Marchesi Alfieri

Marchesi di Barolo

Marchesi di Grésy – Cisa Asinari

Montalbera

Negro Angelo & Figli

Oddero Poderi e Cantine

Palladino

Pecchenino

Poderi Luigi Einaudi

Diego Pressenda

Rabajà – Bruno Rocca

Sordo Giovanni

Tenuta Carretta

Tenuta Montemagno

Travaglini Giancarlo

Vajra G.D.

Vietti

Villa Sparina

 

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La Guida Cantine d’Italia 2022 è edita dall’associazione Go Wine e nasce da un’idea di Massimo Corrado che ne cura il coordinamento e la direzione editoriale. Conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati Go Wine in Italia.

Le 820 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all’esperienza diretta.

Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.

Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l’accoglienza e i vini.

Inalterato è sempre lo spirito dell’opera: spingere l’appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d’elezione.

 

 

Per ulteriori informazioni:
Redazione Go Wine Editore, rif. Elisa Nota, tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it

 

Telegram, cosa è e come si usa

Il sistema di messaggistica istantanea che garantisce maggiore privacy e sicurezza.

Nata nel 2013 dai fratelli Durov, Telegram è una applicazione di messaggistica che ha raggiunto i 500 milioni utenti mensili attivi. A differenza di altri servizi similari ,Telegram, grazie ad una tecnologia che fa uso dei cloud, assicura una maggiore sicurezza delle conversazioni che non vengono salvate all’interno del nostro dispositivo ma su una piattaforma esterna che effettuerà un backup criptato.
E’ importante spiegare, innanzitutto, che la tecnologia cloud, “nuvola” nella nostra lingua, permette di usufruire di memorie per l’archiviazione di dati, come documenti o foto, tramite l’utilizzo di un server remoto, e che l’accesso a questi ultimi è sempre possibile connettendosi ad internet tramite cellulare, tablet o computer; questa app fornisce, quindi, anche un servizio di catalogazione di tutto quel materiale che abitualmente viene conservato nei nostri dispositivi permettendo, pertanto, un notevole risparmio di tempo nelle azioni di backup e una consistente disponibilità di spazio nelle nostre memorie personali o di lavoro. Dal 24 marzo 2019, inoltre, è stata introdotta una funzione che consente di eliminare messaggi inviati e ricevuti senza limiti di tempo cancellando ogni traccia di chat e , rimanendo in tema di protezione, gli utenti possono essere rintracciati anche attraverso il nickname scelto durante la registrazione senza necessariamente rendere pubblico il numero di telefono.
Telegram è gratuito e l’applicazione può essere scaricata facilmente da PlayStore o dall’AppleStore. Il sistema crittografico server-client mantiene chiuso l’accesso e la lettura delle conversazioni da parte di terzi il meccanismo delle spunte, argomento spesso trattato, ha un percorso diverso da quello di Whatsapp: una spunta vuol dire che il messaggio è stato inviato, due spunte per indicare che il messaggio è stato letto, si evita così quella fase “ha ricevuto ma non ha ancora visualizzato” che spesso provoca situazione scomode e di imbarazzo.
Questo evoluto sistema di messaggistica offre la possibilità di creare gruppi con un numero di iscritti fino a 200, super gruppi fino a 5.000, le cui impostazioni di base possono essere utilizzate esclusivamente dall’amministratore, e canali, gestiti da una sola persona che pubblica contenuti e informazioni, che ricordano un po’ le newsletter e che possono costituire un valido strumento commerciale.
Telegram, inoltre, è in grado di inserire nella sua applicazione i bot, chat automatiche che rispondono a specifiche richieste dell’utente seguendo comandi predeterminati come nell’ l’assistenza clienti o nei costumer care. Inoltre queste chat bot sono in grado di comunicare informazioni aggiuntive e interessanti come sconti, promozioni o fornire un supporto nell’acquisto dei prodotti.
Utilizzare questa applicazione è semplice, dopo aver scaricato l’applicazione e aver concesso l’accesso alla lista dei propri contatti, si potrà cominciare a messaggiare, inviare file, adesivi, foto e video e attraverso un motore di ricerca interno sarà possibile, inoltre, trovare persone di nostro interesse.
Telegram, dunque, non è un semplice un programma di messaggistica, è una applicazione evoluta che permette la condivisione di file anche molto pesanti, garantisce un alto livello di privacy e sicurezza e può essere un valido strumento di promozione e assistenza.

Maria La Barbera

Pandoro avanzato? Recuperatelo con questi tartufini

Piccoli dolcetti deliziosi per presentare gli avanzi di pandoro o panettone in modo originale

Una ricetta sfiziosa che si prepara in pochi minuti e sempre gradita.

Ingredienti

250gr. di pandoro/panettone
100gr. di mascarpone
1 bicchierino di rum
50gr. di cioccolato bianco
50gr. di cioccolato cacao
Mandorle per decorare

Sbriciolare il pandoro nel mixer, aggiungere il mascarpone ed il rum, mescolare bene. Formare con l’impasto delle palline da immergere nel cioccolato precedentemente fuso. Sistemare i tartufini su carta forno, lasciar indurire in frigorifero, decorare a piacere e servire.

Paperita Patty

Alberi di Natale al cioccolato, caffè e cardamomo

La Ricetta della Cuoca Insolita

Chi è La Cuoca Insolita

La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog (www.lacuocainsolita.it) e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.  Tante ricette sono pensate anche per i bambini (perché non sono buone solo le merende succulente delle pubblicità). Restando lontano dalle mode del momento e dagli estremismi, sceglie prodotti di stagione e ingredienti poco lavorati (a volte un po’ “insoliti”) che abbiano meno controindicazioni rispetto a quelli impiegati nella cucina tradizionale. Usa solo attrezzature normalmente a disposizione in tutte le case, per essere alla portata di tutti.

Calendario corsi di cucina ed eventi con La Cuoca Insolita alla pagina https://www.lacuocainsolita.it/consigli/corsi/

Alberi di Natale al cioccolato, caffè e cardamomo

Sfatiamo la credenza che le ricette più sane sono deprimenti. Questa tortina è così profumata e soffice che potrete presentarla anche a tavola a Natale, tre le altre divine ricette. Andranno a ruba e… quando direte che è dietetica, avrete già fatto il primo regalo di Natale a tutti!

Tempi: Preparazione (30 min); Cottura (25 min);

Attrezzatura necessaria: colino per aquafaba, sbattitore elettrico, estrattore (non essenziale), mixer tritatutto o a immersione, 2 contenitori a bordi alti, 1 cucchiaio di legno.

Ingredienti per circa 600 g di impasto cotto. Per l’impasto degli alberi di Natale:

⦁ Liquido di cottura dei ceci (aquafaba) – 120 g
⦁ Latte di soia – 180 g
⦁ Fibra di mele/frutta da estrattore – 90 g (serviranno circa 2 mele grosse)
⦁ Olio di oliva – 4 cucchiai
⦁ Farina di farro – 150 g
⦁ Caffè – 1 tazzina piena
⦁ Cacao amaro – 2 cucchiai colmi
⦁ Lievito vanigliato – 3/4 bustina
⦁ Eritritolo – 2 cucchiai colmi
⦁ Zucchero – 1 cucchiaio
⦁ Stevia (foglie tritate) – 1 cucchiaino colmo
⦁ Semi di cardamono in polvere – 1/3 cucchiaino
⦁ Vanillina – 1 punta
⦁ Sale fino integrale – 1 pizzico
Per la crema dolce di cachi:
⦁ Cachi – n. 1

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Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/. Difficoltà (da 1 a 3): 2 Costo totale: 4,20 €

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Perché vi consiglio questa ricetta?

⦁ Questa ricetta è adatta anche a chi non può mangiare uova e latticini
⦁ Molto ipocalorico (-40% calorie) eppure buonissimo!
⦁ Grazie alla stevia e all’eritritolo, possiamo usare solo 20 g di zucchero in tutta la ricetta al posto di circa 180 g! Calorie risparmiate! Infatti eritritolo e stevia sono due dolcificanti a zero calorie (e in più non hanno le controindicazioni di altri dolcificanti simili, che potrebbero essere responsabili di problemi intestinali).
⦁ Grassi: -65% rispetto ad un prodotto preparato con burro, uova e latte.
⦁ Gli alberi di Natale al cioccolato sono ricchissimi di fibre, perché nell’impasto ci sono tutte le fibre contenute in due mele.
⦁ I cachi sono molto ricchi di zuccheri e non bisogna abusarne. Qui però ne usiamo meno di 10 g a persona.


Preparazione

FASE 1: LA PREPARAZIONE DELL’ACQUAFABA
Scolate il liquido dei ceci (aquafaba) in un contenitore rotondo a bordi alti e mettetelo in freezer per 5 minuti a raffreddarsi. Con lo sbattitore elettrico montate a neve l’aquafaba a massima velocità: in meno di 3 minuti avrete ottenuto l’equivalente del bianco d’uovo montato a neve! Tenete in frigorifero fino al momento dell’uso (se per caso perde un po’ di volume, potete usare di nuovo lo sbattitore elettrico).
FASE 2: LA MISCELA DEGLI INGREDIENTI
Sbucciate le mele (se non sono biologiche) e passatele nell’estrattore. Pesate lo scarto della frutta (fibra di mele), secondo la quantità necessaria in ricetta. Nel bicchiere del mixer a immersione frullate la fibra delle mele con l’olio di oliva e il latte di soia e il caffè. Unite a questo composto liquido tutti gli ingredienti secchi e mescolate in modo da ottenere un composto omogeneo.
Unite ora l’aquafaba montata a neve, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto con un cucchiaio di legno.
FASE 3: LA COTTURA DEGLI ALBERELLI
Accendete il forno in modalità statica a 160° C. Versate l’impasto degli alberelli in uno stampo leggermente unto d’olio di circa 20 cm x 20 cm (scegliete la dimensione in modo che lo spessore dell’impasto versato sia alto un dito circa). Cuocete per 25 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare completamente.
FASE 4: LA CREMA DOLCE DI CACHI
Aprite i cachi e asportate la polpa con un cucchiaio, che frullerete con il mixer. Trasferite questa crema in una sac-à-poche. Vi consiglio di decorare i vostri alberelli con la crema di cachi solo immediatamente prima di servire. Spolverate quindi il dolce con dello zucchero a velo (se avete un tritatutto potente, potete anche farlo voi usando l’eritritolo).

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A chi è adatta questa ricetta?

Valori nutrizionali
Confrontiamo la ricetta della Cuoca Insolita con quella di una torta al cioccolato che si può trovare in commercio, preparata con ingredienti tradizionali.

Un Natale dolcissimo

Tradizioni culinarie zuccherate in giro per il mondo

Su tutto il pianeta dunque il Natale sarà celebrato con meravigliose prelibatezze, i dolci soprattutto. Saranno preparate in ogni latitudine dove si attenderà sentitamente la nascita più famosa. In Italia mangeremo i Panettoni milanesi deliziati da “calorose” farciture, Pandori veronesi morbidi e burrosi, ma anche le Cartellate della Puglia, il Pangiallo del Lazio, le Sebadas sarde, Ricciarelli toscani, Struffoli campani, il Bostrengo marchigianoe l’irresistibile Tronchetto piemontese.

Come si renderà più dolce il Natale nel resto del pianeta? Cosa si mangerà negli altri paesi per festeggiare e rendere meno malinconico questo periodo di rinunce collettive e familiari?

Se guardiamo vicino, in Europa e precisamente in Francia, troviamo la Gallette de Roi, la torta dei re, che si mangia il giorno dell’Epifania per festeggiare l’arrivo dei Re Magi a Betlemme. Al suo interno, viene nascosta una mandorla, un confetto o una piccola statuetta del presepe, chi trova quest’ultima  diventa il re o la regina della festa. Con una forma semisferica, una preparazione a base di uova, mandorle, canditi, spezie e un tono flambé il Christmas Pudding è invece il dessert natalizio tipico della Gran Bretagna e la tradizione vuole che ogni membro della famiglia partecipi attivamente alla sua preparazione. Spostandoci nella fredda Germania troviamo lo Stollen, un dolce morbido farcito con uvette bagnate in un meraviglioso brandy, ribes, ciliegie eimbiancato con zucchero a velo. Originario dell’area di Dresda, è il protagonista delle vetrine di pasticcerie e panifici di tutto il paese e viene servito durante la cena dell’Avvento. Nella mediterranea Grecia le feste vengono dilettate mangiando i Melomakarona, biscotti speziati al chiodo di garofano, noce moscata, cannella, cuore morbido di miele e scorza d’arancia,guarniti con  noci. Gli Svedesi invece festeggiano con leSaffransbullar, pagnotte gialle a forma di “S” vengono già vendute il 13 dicembre per  Santa Lucia.

Volando in Messico, al momento purtroppo solo con la fantasia, troviamo un dolcetto fritto dal nome Buñuelos, simile alle tortillas che si può cucinare in varie forme, ricoperto di cannella e zucchero. Nel vicino Cile si mangia il Pan de Pascua, che contrariamente al nome si mangia appunto a Natale ed è fatto con pan di spagna con miele, zenzero e farcito con nocciole e frutta candita, il gusto ricorda vagamente quello del nostro Panettone.Negli Stati Uniti troviamo moltissime varietà di dolci di Natale dai cup cake agli omini di zenzero, agli apple e pumpkin pie, ma certamente il dolce natalizio più famoso è Il Mince Pie, tortine di pasta frolla con frutta e secondo la tradizione il preferito da Santa Claus, il nostro Babbo Natale. Gli americani la notte della vigiliane lasciano una porzione, dedicata proprio a lui, vicino alcaminetto insieme ad una carota per la renna Rudolph che con la slitta lo accompagna nell’ attesissima consegna dei regali. Nella lontanissima Australia durante le feste natalizie si mangia la scenografica Pavlova che i primi del ‘900 il pasticcere Bart Sachs dedicò all’omonima ballerina russa, una base di meringa croccante ricoperta da uno strato di soffice panna e decorata da frutti di bosco e fragole, va mangiata mangia fredda.

Ritornando nel vecchio continente possiamo citare inoltre il Piernik polacco farcito con marmellata di prugne, il Turronspagnolo molto famoso nelle versioni di Alicante e Jijona, il Beigli ungherese riempito con noci e semi di papavero e il cannolo olandese croccante, Banketstaaf, riempito di pasta di mandorle.

Come sempre il cibo allieta le giornate della più famosa festa cristiana , ci rallegra e mai come quest’anno costituirà un modo per tenere vive tradizioni e consuetudini care a tutti coloro che festeggiano e forse farà dimenticare, almeno per un po’, questa difficile parentesi della nostra vita.

Maria La Barbera

Ritorna “Scatta il tuo Natale”, il concorso fotografico per le scuole primarie

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Ritorna “Scatta il tuo Natale”, il concorso fotografico per le scuole primarie voluto dalla Regione per tenere vivo il sentimento delle tradizioni e riscoprire il significato delle radici del Piemonte.

Presepi, addobbi natalizi e lavoretti realizzati dai bambini hanno come vetrina d’eccezione il sito e i canali social della Regione, oltre ad una pagina apposita di Instagram dove vengono pubblicate le foto più belle.

Le immagini devono pervenire entro e non oltre il 10 gennaio 2022 a scattailtuonatale@regione.piemonte.it: a tutti i partecipanti sarà consegnato un attestato di partecipazione quale riconoscimento simbolico per impegno e creatività. Le tre classi che  avranno inviato l’immagine più significativa, selezionata da un’apposita commissione di valutazione, saranno premiate con una visita al Planetario di Pino Torinese da effettuarsi entro il 30 giugno 2022.

“Anche quest’anno abbiamo voluto proporre il concorso fotografico – evidenzia l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino – per spiegare e ricordare, attraverso gli occhi dei più piccoli, l’importanza del Natale, cercando di tener vivo il sentimento delle tradizioni e scoprire insieme il significato profondo delle nostre radici. In un periodo particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo, dove purtroppo anche l’atmosfera del Santo Natale rischia di essere compromessa dagli assalti di chi chiede di cancellare le nostre tradizioni, tentando di imporre un concetto di politicamente corretto che neghi la nostra cultura quando invece, proprio valorizzare il Presepio è il primo simbolo di inclusività”.

Il bosco di Lucento

La manifestazione che è diventata una tradizione

Era il 2017 quando il Tavolo Culturale di Lucento (un gruppo informale di cittadini e associazioni) con le insegnanti delle scuole materne ed elementari della zona progettarono il Bosco degli Alberi di Natale, da esporre sulla cancellata delCentro Culturale Principessa Isabella, in Via Verolengo 212, per valorizzare il territorio e i lavori degli alunni.

Le sagome, realizzate con materiale di recupero, furono consegnate ai bambini e alle bambine delle scuole che le riconsegnarono decorate. All’inaugurazione, furono coinvolti anche gli allievi del CIOFS, che con la loro abilità di futuri addetti alla ristorazione distribuirono bevande e merendine.

Il successo fu tale che la manifestazione del 2018 fu inserita nel progetto NataLucento, proposto dall’associazione un Sogno per Tutti, coinvolgendo 350 bambini e bambine che crearono ben 70 alberi.

Nel 2019 il numero degli alberi esposti crebbe ulteriormente e ogni classe accolse le altre con una canzoncina di Natale.

 

Nel 2020, seguendo i protocolli anticovid, le sagome furonosanificate e consegnate alle scuole, dove mille mani si misero al lavoro. Gli alberi furono restituiti ai volontari che li disposerosulla cancellata della Principessa Isabella.

Quest’anno gli alberi esposti sono stati più di un centinaio ehanno coinvolto due scuole elementari, cinque scuole materne, una scuola professionale e varie associazioni del territorio. Alla manifestazione, che è ormai diventata una tradizione, hanno inoltre partecipato 92 esercizi commerciali che hanno esposto in vetrina un addobbo che richiama l’iniziativa de Il Bosco degli Alberi di Natale.

Ormai non è più insolito vedere dei bambini che si fanno fotografare dai genitori davanti alla cancellata dell’Isabella come se quello fosse diventato un posto speciale del Natale.

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Il Tavolo Culturale di Lucento

Al Mag Maria Ausiliatrice di Giaveno lo speciale calendario dell’Avvento

GIAVENO – E’  tornato al Mag Maria Ausiliatrice di Giaveno, per il secondo anno, il “Calendario dell’Avvento al contrario”. Al Mag si dona qualcosa ogni giorno anzichè ricevere. A ogni studente dell’Istituto è stato assegnato un numero che corrisponde a un giorno del Calendario dell’Avvento. In quella data, i ragazzi sono invitati a portare qualcosa che viene aggiunto alla raccolta del materiale in offerta. Si tratta soprattutto di alimenti non deperibili e, per evitare doppioni, all’interno di ogni classe, gli allievi si mettono d’accordo fra loro su cosa portare. Al termine dell’Avvento, tutto ciò che è stato raccolto sarà consegnato alla Caritas Parrocchiale di Giaveno e ad altri beni di beneficenza. L’idea del MAG di Giaveno è quella di fare trascorrere anche ai meno abbienti un Natale il più possibile sereno. La raccolta, al momento, ha superato ogni aspettativa. Da segnalare come generosità il signor Massimiliano Milan, titolare del grissinificio “La Mole” di Caselle, padre di un allievo del Mag Maria Ausiliatrice che ha deciso di dare il suo contributo in otto bancali di prodotti. Si tratta di panificato come grissini, farine, focacce, e altri prodotti da forno a lunga conservazione. Il Mag ha già provveduto a distribuire parte di quanto donato. Gli organizzatori dell’iniziativa al MAG spiegano. “Il gesto del signor Milan è stato davvero commovente e lo ringraziamo di cuore, così come ringraziamo tutte le famiglie che ci hanno aiutati in questa iniziativa”. E via in attesa del 25 dicembre.