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Fiorita Viglietti e il Palma di Alassio

Lo storico locale meta di tanti torinesi / Negli anni 50 il Paese si riprende dal secondo conflitto mondiale e si assiste a una rinascita della cultura gastronomica italiana, con la costituzione dell’Accademia Italiana della Cucina il 28 luglio del 1953 e la rivalorizzazione di un patrimonio per noi inestimabile, costituito anche dai tanti luoghi di ristoro che lo punteggiavano in ogni suo angolo.

Erano gli anni del Muretto di Alassio, del bel turismo, della Riviera Ligure percorsa da tanti viaggiatori colti e curiosi, delle Vespe Piaggio bianche, delle Fiat 500 Giardinetta come quella del famoso pittore alassino Mario Berrino creatore del Muretto e patron del caffè Roma. Il Palma era lì, a pochi passi dal mare, dal Muretto e dalla Via Aurelia. Numerosi cartelli nella Via Cavour invitavano i gastronomi suggerendo che il loro era il miglior pesto della riviera. Silvio e Fiorita erano lì, avendo preso le redini del locale fondato dalla famiglia nel 1922 con la volontà di rinnovarne la cucina nel solco della unione tra Liguria e Provenza. Fiorita da perfetta padrona di casa, con garbo e buon gusto aiutava il marito avvocato Silvio a portare avanti questo percorso, che li ha condotti nel corso degli anni a diventare uno dei ristoranti più blasonati d’Italia e forse il migliore che la Liguria abbia mai avuto. I grandi esperti di gastronomia sono passati dal Palma, contribuendo a crearne una fama che rimane nella storia della cucina italiana. Ora Fiorita non c’è più, ma lascia un ricordo indelebile che grazie a Silvio Viglietti e a suo figlio Massimo , anche lui cuoco di grande fama, si rinnova ad ogni piatto che porta ancora la Sua firma

Roberto Pirino

delegato dell’Accademia italiana della cucina del ponente ligure

Lo “spirito” di Woodstock, l’evento che segnò una generazione

Nell’agosto del 1969, in una piccola località dello Stato di New York, si svolse il più grande raduno nella storia della musica rock: il festival di Woodstock, mezzo milione di persone raccolte sotto l’insegna di “tre giorni di pace, amore e musica“,convenute da ogni parte d’America per celebrare con la musica le idee,i suoni e i colori della generazione cresciuta nella contestazione alla guerra del Vietnam.

Era ferragosto quando salì per primo sul palco Richie Havens e l’aria diventò elettrica. Lo straordinario cantante folk afroamericano suonò tra gli applausi e concluse la sua performance con un finale memorabile , improvvisando su un brano gospel, Motherless child, che parlava dei figli degli schiavi . Ripeté all’infinito, suonando la chitarra con ritmo ossessivo, la parola Freedom, libertà. Nasceva in quegli istanti uno degli   inni di quella generazione pacifista.

L’elenco di cantanti, gruppi e musicisti è lunghissimo:Country Joe McDonald and the Fish ,The Incredible String Band, l’indiano Ravi Shankar con il suo Sitar, Santana e Janis Joplin, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, Jefferson Airplane, Crosby, Stills, Nash & Young . Gli Who con le straordinarie See MeFeel MePinball Wizard e My Generation;

Joan Baez che concluse i suoi pezzi con We Shall Overcome, l’inno del movimento per i diritti civili. Chi non ha ascoltato e visto almeno una volta un grande e giovane Joe Cocker cantare con voce graffiante su quell’immenso palco la cover dei Beatles With a Little from My Friends?E infine Jimi Hendrix, il talento puro che rivoluzionò il modo di suonare la sei corde. E’ sua l’immagine forse più simbolica di quel concerto dove salì sul palco per ultimo, in giacca bianca ornata di frange e perline, blue jeans, una fascia rossa in testa: un chitarrista mancino che suona l’inno americano con la sua Fender Stratocaster.

In una intervista ricordò così quei giovani:“Se un genitore ha a cuore i propri figli dovrebbe conoscere la musica che ascoltano. Il ruolo della musica è fondamentale in quest’epoca.. .è necessario prenderne coscienza. La musica è più forte della politica. Agli occhi dei ragazzi noi musicisti diventiamo un punto di riferimento, molto più in fretta di quanto faccia il presidente coi suoi discorsi. Ecco perché a Woodstock erano tantissimi”. Questo è stato lo “spirito di Woodstock”, simbolo di un’epoca, di un pezzo di storia degli Stati Uniti e della musica.

Marco Travaglini

Ecco gli eventi del weekend al Parco Nazionale Gran Paradiso

Aperto il Centro visitatori “Acqua e Biodiversità” di Rovenaud, dal venerdì al lunedì. L’accesso sarà possibile solo con prenotazione della visita guidata (compresa nel prezzo dell’ingresso), per un massimo di 12 persone. 

Gli orari delle visite guidate tra cui è possibile selezionare quella prescelta sono: al mattino ore 9.30 e 10.30; al pomeriggio ore 15.00 e 16.30Per l’ingresso compreso di visita è previsto un costo di € 5,00 per gli adulti; € 4,00 per ragazzi da 11 a 18 anni e per i maggiori di 65 anni; gratuito fino a 10 anni, disabili e loro accompagnatori. Il pagamento verrà effettuato direttamente al centro (solo contanti).

 

Escursioni

A Caccia di Stelle Cadenti 07/08

Uomo & Natura: yoga in Vetta… per Tutta la Famiglia! 07/08

Mondo Verde 08/08

Il Paesaggio Racconta: Passeggiata con l’Interprete Ambientale 8/08

Gli Eroi del Nuovo Mattino – Free Climbing e Parco 08/08

Wilderness e Uomo 08/08

Notti Magiche 08/08

Spirito Alpino 09/08

Uomo e Natura: Mindfulness Trekking 09/08

Torrenti Selvaggi 09/08

Il Bosco Incantato di Sylvenoire: Passeggiata “Immersiva” 09/08

 

Sabato 8 agosto – Centro “L’uomo e i coltivi” di Campiglia Soana

Prodezze vegetali
Conferenza narrata di Anna Cassarino, scrittrice e artista
Una “favolosa storia vera della natura” per risollevarsi dal peso della quotidianità, perché tutto è vero anche se sembra una favola. La grande vitalità che dimostrano le piante fa intuire quante risorse siano in grado di mettere in atto per affrontare le difficoltà. Conoscerle ci farà capire che sono in grado di ridurre i tanti problemi ambientali, purché le si lasci vivere e “lavorare”.

Gli uomini di mondo, l’ossimoro e l’antitesi

La frase  ormai celebre di Totò << sono un uomo di mondo perché ho fatto il militare a Cuneo>> è entrata nell’immaginario collettivo italiano, ma al contempo è anche un ossimoro, una contraddizione in termini perché  paragona Cuneo al mondo e la città della Granda diventa vetrina della Terra.

Francamente,  per  la bella città di Cuneo l’equivalenza non vale  ancora oggi,  ma ancor meno oltre 50 anni or sono. Tuttavia, per i molti italiani – alcuni famosi – che hanno fatto il militare a Cuneo è stata una bellissima esperienza.

Fra quelli che vi hanno fatto il militare, anche Cino Tortorella, alias il Mago Zurlì di intere generazioni come la mia che dalla televisione imparavano. Quando lo conobbi nel luglio del ’90 mi raccontò i piacevoli ricordi da militare che aveva fatto, parte a Cuneo e parte a Bra. Uomo di mondo lo era già, ma non era stato ancora iscritto negli annali dell’Associazione degli Uomini di Mondo che sarebbe nata solo dopo, nel 1998.

Ci frequentammo per molti anni mentre ero direttore dell’Apt Langhe e Roero e ricordo come – a quel tempo – fossi ancora astemio e lui, uomo di grandissima cultura, mi insegnasse il gusto per il “buon bere e il ben mangiare”. Un paio di volte venne pure a Borgo Robinie, l’agriturismo gestito dalla mia famiglia per poi passare al Mulino Marino di Cossano Belbo e fare la solita visita a Romano Levi e a Tonino Verro che allora gestiva il ristorante La Contea di Neive.

Ricordo ancora la gaffe che feci nel chiamarlo “Mago Zurli” perché a lui andava un po’ stretto essere  imprigionato  nei panni del mago più famoso d’Italia e mi resi conto, con il tempo, di quanta conoscenza e saperi avesse. Sarà per questo che, oltre a ideare lo “Zecchino d’oro” e “Chissà chi lo sa”, che poi condusse Febo Conti, ideò anche la rivista di Cucina “Sapori d’Italia” sulla quale scrivevano in pochi, lui e la bellissima bionda Susanna Signorini, sua segretaria efficiente e instancabile.

Mentre era regista per Rete Quattro, per una serie di trasmissioni sulla cucina e sul Turismo nelle Langhe e Roero, svolse diverse puntate dedicate alle Langhe e lo seguii in tutte. Terminato quel ciclo di trasmissioni continuammo a tenerci in contatto.

Lo persi di vista per un po’, quando cominciai a fare l’ambasciatore delle Langhe in giro per il mondo per l’enogastronomia del Piemonte: Losanna, Helsinki, Pechino, Singapore, Johor Baru, Kuching, Miri, Kuala Lumpur ecc.

Lo rividi solo nel 2001 ed era stato iscritto fra gli uomini di mondo dell’Associazione e me ne parlò con orgoglio. Era in compagnia di Lucia, la figlia avuta dal suo secondo matrimonio con Maria Cristina Misciano              che ebbi successivamente modo di conoscere quando mi portò nella sua casa di via Pergine a Milano.

Il condizionamento che gli dava la notorietà di Mago Zurli non gli vietava, però, di dedicarsi ancora allo Zecchino d’Oro e infatti, a Torino, assistetti, ad un incontro per  programmare le nuove edizioni dello Zecchino d’Oro. Tanto odio, ma anche tanto amore per la sua creatura più bella.

Persona stupenda, di immensa cultura, sempre disponibile con tutti, mi spiace che sul finire della sua carriera sia stato attaccato, in modo brutale, in una trasmissione televisiva che – al suo attivo – ha avuto risvolti di gran lunga migliori.

Incorse anche in un piccolo incidente giudiziario legato alla burocrazia e Tortorella fu accusato, quale organizzatore della trasmissione Bravo, bravissimo, di non aver chiesto all’ Ispettorato del lavoro l’ autorizzazione per far esibire in alcune acrobazie i bambini cinesi ospiti della puntata registrata il 15 novembre ‘ 94 nel teatro Ponchielli di Cremona. I piccoli erano i protagonisti della serie televisiva mandata in onda dalla Fininvest: piccoli geni, musicisti, pittori, cantanti, mini-cabarettisti e, appunto, acrobati.

Fu anche rappresentante Unicef e in molti hannoo ancora un bellissimo ricordo di un grande uomo di mondo che è stato loro amico.

TOMMASO LO RUSSO

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La Nazionale dei pizzaioli si prepara al record mondiale

Roberto Todisco, selezionatore e responsabile di comunicazione e crescita personale della Nazionale Italiana Pizzaioli durante una sua visita in Piemonte. Lo abbiamo intervistato a Casale Monferrato sulle attività ed i record della NIP.

E’ un’azienda di formazione nata a Forlì nel settore dell’Ho.re.ca., quindi Hotel, Ristoranti, Catering. Svolgiamo formazione avanzata per tutti quelli che sono pizzaioli e vogliono qualificarsi come istruttori tecnici, sino ad arrivare, in un percorso abbastanza complesso di master chef in pizzeria. Oltre a questo abbiamo anche all’interno una serie di corsi di formazione del personale dedicati alle aziende, dove parliamo di accoglienza, collaborazione, quindi come creare un team di collaboratori, e facciamo anche dei corsi dedicati ai camerieri per specializzare il cameriere in un consulente di sala, in più ci sono anche dei corsi personali sull’organizzazione del tempo. E’ un’azienda di formazione, non è una associazione che opera da oltre vent’anni.

Chi è l’ideatore della Nazionale Italiana Pizzaioli?

Il presidente Dovilio Nardi di Forlì che da oltre venti anni studia e progetta iniziative in questo settore, ultima in ordine è RIPARtiamoITALIA.

Accanto a questo avete anche un bel palmares di record del mondo …

Abbiamo 722 istruttori collegati con la Nazionale Italiana Pizzaioli in tutta Italia e anche all’estero, ma abbiamo anche 8 record certificati nel Guinness.

L’elenco comprende la pizza tonda senza glutine più grande del mondo di 1261,65 metri quadrati., il cappuccino più grande di 2350 litri, il pane senza glutine più lungo con 38,10 metri, la pizza dessert più lunga con 14,28 metri quadrati, la pizza più lunga con 1595,45 metri raggiunto ad Expo 2015 di Milano, il muffin senza glutine più grande, e nello stesso giorno a Roma il maggior numero di pizze fatte in 12 ore con 10065 (raggiunto in 8 ore) e il maggior numero di pizze in un’ora con 1500 (raggiunto in 52 minuti).

Stiamo adesso organizzando il nono e decimo record del mondo e siamo qui a selezionare i nostri nuovi collaboratori.

Per informazioni: tel. 328/2772669

Massimo Iaretti

 

Re Peperone ai tempi del covid

71^ Fiera del Peperone di Carmagnola Edizione speciale e diffusa

Dal 28 agosto al 6 settembre 2020 a Carmagnola e online

 Fiera digitale realizzata nella Chiesa di San Filippo e trasmessa in dirette streaming
– Mercato del Peperone in Piazza Bobba e in diversi punti di accesso al centro storico
– Spettacoli di musica e cabaret nel Cortile del Castello e in Piazza Italia
– Street food in diverse aree del centro storico

Nelle giornate di domenica 30 agosto e dal 3 al 6 settembre
Concorso del peperone, mercatini con prodotti agroalimentari del territorio e rassegna commerciale

Orario: da lunedì a venerdì dalle 18 alle 24 – sabato e domenica dalle 10 alle 24

www.fieradelpeperone.it

L’emergenza e le disposizioni anti Covid-19 impediscono che la Fiera Nazionale del Peperone si svolga sulla base dei consolidati format degli ultimi anni ed il Comune di Carmagnola ha quindi deciso di proporre una “Edizione Speciale e Diffusa”, con un format nuovo ed esteso in diverse aree della città.

Ci sarà la Fiera digitale, con uno studio televisivo allestito all’interno della Chiesa di San Filippo, trasmissioni in streaming di interviste, show cooking ed altre iniziative che avranno tra i principali conduttori Tinto, Paolo Massobrio, Luca Ferrua, Renata Cantamessa e Simona Riccio.

Sarà diffusa in varie strade e piazze della città con il mercato del peperonemercati pensati per valorizzare le eccellenze agroalimentari del territoriostreet foodprodotti artigianaliprodotti commercialispettacoli di musica e cabaret mostre d’arte nei bellissimi musei.

La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS è charity partner e protagonista di diverse iniziative, tra le quali una cena di beneficenza organizzata in suo favore con l’importante sostegno della BCC – Banca di Credito Cooperativo di Casalgrasso e Sant’Abano Stura, main sponsor dell’intera manifestazione.

Dopo attente valutazioni, il Comune di Carmagnola ha deciso di dare continuità all’evento, di trasmettere un forte segnale di positività e un grande stimolo alla ripresa economica del proprio territorio, deliberando l’organizzazione di una edizione straordinaria della Fiera.
“Speciale” perché conterrà proposte divere dal solito nei contenuti e nelle modalità di attuazione.
“Diffusa” perché estesa in ampie e varie aree della città – con il fine di coinvolgere in maniera più ampia possibile il tessuto sociale e commerciale e garantire al contempo le norme di sicurezza – e perché estesa al contributo di altri comuni del territorio e ai loro prodotti.

Piatto dell’estate: il poke impazza tra i torinesi

+89% giugno su aprile. Sul podio avocado, salmone, edamame per un mix perfetto di freschezza e gusto che conquista tutti

 Bello, colorato e gustoso, con ingredienti freschi e personalizzabile in base ai propri gusti: queste le principali caratteristiche del poke, il piatto a base di pesce crudo di origine hawaiana che ha spopolato sulle coste californiane e che, grazie a Poke House, sta conquistando anche i palati dei torinesi. 

 

Poke mania: il food trend dell’estate

Vera e propria tendenza, secondo i dati delle piattaforme di delivery, il poke prosegue senza battute d’arresto la sua conquista dei gusti degli italiani, con un boom di ordini di +112% giugno su aprile, e dei torinesi (+89%) che lo posizionano al terzo posto nella classifica delle cucine più ordinate. 

 

Avocado, salmone ed edamame: i super ingredienti che hanno conquistato i torinesi

Se il poke è il piatto al quale i torinesi non riescono più a rinunciare, avocado, salmone, ed edamame sono gli ingredienti che li hanno fatti innamorare di Carlina House: l’insegna di Poke House di fronte l’imponente architettura di piazza Carlina, in via Santa Croce 2, inaugurata lo scorso 6 giugno. Nove poke su diecicontengono l’avocado, uno su due il salmone e sei gli edamame per un mix freschissimo di proteine, frutta e verdura a cui difficilmente si può resistere. Dagli omega-3 e antiossidanti del salmone, alle innumerevoli proprietà nutritive e “grassi buoni” dell’avocado, fino all’altro contenuto proteico degli edamame, gli ingredienti preferiti dai cittadini del capoluogo piemontese rappresentano a pieno il concept culinario di Poke House: dare vita a un piatto equilibrato nelle proprietà nutrizionali, e al tempo capace di sorprendere e viziare con sapori ogni volta inediti. 

 

I torinesi, largo ai creativi

Oltre il 75% dei poke è frutto della fantasia dei torinesi, che preferiscono creare la bowl secondo i propri gusti, dando vita così a combinazioni sempre uniche e diverse. Tra le ricette di Poke House invece spicca la Sunny Salmon, con il 48% delle preferenze, seguita dalla White Fish, ricetta estiva per eccellenza, con il 20%. 

 

Le proteine, star dei poke lover

Il salmone è di gran lunga la proteina più amata dai torinesi: presente nel 51% dei poke preparati da Poke House, che doppia il tonno, secondo in classifica con il 25% delle preferenze. Seguono il pollo (cotto per i non amanti del pesce) presente nel 10% delle bowle il branzino e l’insalata di granchio, entrambi con circa il 5%. La via vegana è ovviamente aperta, ma in quel caso ci si affida al seitan, presente in oltre il 4% delle ricette. Lo trovate diversamente invogliante? Provate ad aggiungere carote, cetrioli, patata dolce croccante, cocco, sesamo e insaporite con la salsa al mango e teriyaki per una poke bowl perfetta.

 

Un peccato di gola leggero e senza sensi di colpa

“Se è vero che le mode passano, ma i gusti restano, allora quello per il poke è forse una delle evoluzioni gastronomiche più importanti nel panorama culinario di oggi. Questo perché sono un piatto sano e gustoso, sempre originale grazie agli infiniti abbinamenti di ingredienti di qualità che lasciano ampio spazio alla fantasia e ai desideri del singolo, ma soprattutto equilibrato nelle proprietà nutrizionali. La sua versatilità e freschezza, e il basso apporto calorico lo rendono una delle ricette più in voga durante la bella stagione, capace di accontentare tutti. In poco più di un mese dall’apertura del nostro ristorante in Piazza Carlina, abbiamo infatti registrato un vero e proprio boom di richieste e la tendenza in vista dell’estate si prospetta ancora più in crescita”. – commentano Vittoria Zanetti eMatteo Pichi, co-founder di Poke House.

 

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Poke House – Californian soul, Hawaiian taste

Nato dal sogno di due amici – Matteo Pichi, classe 1986, e Vittoria Zanetti, classe 1991 – Poke House si propone di portare un angolo di California in città e di farlo attraverso un format giovane e innovativo: sia nell’offerta culinaria, con signature che si ispirano fedelmente alle ricette della West Coast, sia nello stile, attraverso un design che colpisce per l’intensità dei colori, la semplicità degli arredi dai materiali naturali, e la selezione di quadri che rievoca quelle atmosfere calde e accoglienti tipiche delle città californiane. Le poke bowl rivisitate in chiave californiana e arricchite da salse preparate rigorosamente in “House”, possono essere composte in autonomia oppure seguendo le ricette/signature.

I nuovi appuntamenti all’aperto di Eataly Lingotto

Grande Circo del Mercato, Oinos e Notte Bollicine in dehors e in terrazza

 

L’estate Eataliana prosegue con nuovi appuntamenti all’aperto da segnare in agenda: nel dehors di oltre 200 mq immerso nell’Orto Urbano di Torino Nizza Millefonti e nella terrazza di Sala dei Duecento al primo piano.

 

Venerdì 31 luglio ritorna il Grande Circo del Mercato tra i tavoli del dehors sul piazzale: dalle ore 19 una cena speciale con le proposte di straordinari artisti della cucina e con l’intrattenimento di artisti circensi. In menu alcuni dei cavalli di battaglia degli chef di Eataly: dalla pizza Gran Torino al fritto di mare, alla costata di razza Fassona Piemontese Presidio Slow Food de La Granda, alla padellata di linguine ai frutti di mare e poi le coppe gelato dell’Agrigelateria San Pè di Poirino, il tiramisù Eataly, il tris di mini cannoli di Marchese on Wheels e molto altro! In accompagnamento la ricca selezione di vini, birre e carta cocktail e i formati magnum selezionati

dall’Enoteca. Intrattenimento a cura dei Fratelli Ochner, con trampolieri, giocolieri e maghi.

 

Domenica 2 agosto dalle ore 19 ospite d’eccezione sarà lo chef del ristorante torinese Oinos, Daniele Eusebio, che porterà a Eataly Lingotto le sue proposte di pesce e in particolare il sushiliano, il fiore all’occhiello del menu, un sushi ripensato nella versione mediterranea con ingredienti tipici quali agrumi, olive, mandorle. In abbinamento i cocktail di Gin Mare Capri, nuova etichetta in esclusiva per Eataly della maison spagnola Vantaguard, pensati per l’occasione e creati da Carlotta Linzalata, la barlady del Lounge Bar di Mago Rabin già vincitrice dell’ottava edizione della competizione internazionale di mixology  Mediterranean Inspiration,  e dal bartender Samuel Donniacuo, attualmente bartender da EDIT-Torino e precedentemente al Piano35. I sapori e i profumi del Mediterraneo arrivano così nel dehors di Eataly, per una serata unica.

Giovedì 6 agosto ci si trasferisce invece nella Terrazza di Sala dei Duecento al primo piano, per Notte Bollicine. Un’ampia selezione di bolle sarà protagonista indiscussa di una degustazione eccezionale: oltre 25 etichette diverse, dall’Alta Langa al Metodo Classico, passando per Franciacorta, Blanc de Noir e molto altro. Un viaggio lungo l’Italia per scoprire i migliori produttori vitivinicoli, con la guida esperta dei Cantinieri di Eataly. Per gustarsi la serata, a disposizione un carnet da 6 calici (30 €), 3 calici (18 €), oltre alla singola degustazione (8 €). In abbinamento ai vini l’Executive Chef di Eataly Lingotto, Patrick Lisa, proporrà una selezione speciale di tapas, pensate per l’occasione.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: www.eataly.it e 011 19506801

Eccola, la meglio gioventù di Barriera

Eccola, la meglio gioventù. Perlomeno un pezzo della meglio gioventù della Barriera di Milano anni 70 ed 80.

Circolo Risorgimento in piena Barriera rivitalizzato e reinventato, avamposto in terra di confine. Via Poggio e davanti, come legge del contrappasso la sede della Lega Nord. In fondo qualcosa in comune c’è, come Gipo Farassino, uomo di Barriera prima comunista e poi leghista.

Al circolo del Risorgimento c’era la 32^ sezione del PCI e storicamente sede dell Anpi e presidio di un antifascismo di vecchio stampo.

Bravi i ragazzi che gestiscono. Buona la cucina, qualcosa di più sulla qualità del vino sfuso si può fare. Eccoci qui, impossibile essere insensibile al richiamo di Laura Tori che nel circolo ha visto i natali, nel senso letterale del termine visto che 60 anni fa ne erano animatori madre e padre. Ma non solo Barriera. Flavia Bianchi e Claudio Malacrino architetti. Da più di 45 anni fidanzati e poi sposati con splendida famiglia e splendidi figli. E la passione per la politica e l’architettura.


L’assicuratore filosofo Elvio Balboni che ha fatto e testimoniato un pezzo di storia della Zona ovest, la Stalingrado di Torino. Appassionato di montagna e di Studi (appunto) filosofici e sociologici.

Davide Padroni funzionario e Presidente del Cna, grande capo degli studenti in zona centro del 1^ liceo artistico. Abitava in corso Palermo e lui la Barriera la “annusava ” tutti giorni. Le sorelle Pani talmente simili da assomigliarsi come gemelle. Mai una parola fuori luogo e mai un urlo, tra le animatrici della locale sezione. In ordine sparso. Riccardo Tecchiati, responsabile sicurezza in consiglio regionale del Piemonte, comunista doc.  Chissà se i leghisti sapessero che la loro sicurezza è in mano ad un “mangiatore di bambini”. Roberto Ferraris insegnante da Pinerolo, alias Sciampo per la fluttuante capigliatura di ieri e di oggi. Politicamente direi tra PD e Rifondazione.

Direi a metà. Claudio Mercandino giornalista a Repubblica partendo dall’Unità. Non incline al compromesso ha sbattuto la porta andando via da Repubblica diventando battitore libero. Mi è sempre stato simpatico.

Roberto Martin per 40 anni grande capo della coop Astra, felicemente in pensione. Ricordava quando quelli di Prima Linea lo minacciarono puntandogli una pistola. E li denunciò vivendo per un po’ sotto scorta del partito. Allora si facevano le cose sul serio. Non poteva mancare chi ha dedicato una vita al sindacato.

Serena Moriondo, dolcissima era e dolcissima è rimasta. Figlia d’arte nel sindacato  padre e madre ferventi ed attivisti) ha “vagato” da Torino, Rom , Asti tornado nella natia Torino.

Quando parla del figlio 20enne studente di Filosofia a Vercelli letteralmente si illumina. “Ammetto che questo sindacato mi ha un un po’ deluso e la pensione è vissuta con liberazione. Ma non mollo e continuo nell’impegnarmi”. In fondo Umberto Radin ora grande capo della categoria dei lavoratori del commercio.

Attivissimo durante il coronavirus per difendere la salute dei lavoratori dei supermercati. Ora alle prese con il normale il lavoro da casa. Intelligente ed arguto. Mi sfotte: “mi scavalcavi sempre a sinistra ed oggi vuoi l’esercito a presidio della Barriera. Io ci sono tornato e ci vivo benissimo”. Ed io replico : contenti voi che abitate in una “piccola Svizzera”, contenti tutti. Stimandoci siamo sempre stati due galli nello stesso pollaio.

Credo, e spero, che chi non ho citato non se ne abbia a male. Non credo proprio, anche in considerazione del bel clima che si respirava. Di nostalgia sicuramente.

Ma non di quelle laceranti ed angoscianti, preludio alla tragedia.

Siamo stati la meglio gioventù non solo per quello che eravamo ma anche, se non sopratutto, per quello che siano diventati. Respiravo un senso di complessivo appagamento. Sicuramente non ci si ritrova in questo presente. Sicuramente non lo si accetta.

Contemporaneamente non si vuole, o non si può mollare. Non si può e non si vuole portare il cervello all’ammasso.

Superati i 60 si continua nel leggere, studiare, sapere, confrontarsi come in passato, con la maggiore maturità del caso. Sempre al netto degli errori fatti.

Ci mancherebbe altro, viceversa saremmo stati perfetti, e la perfezione non è di questa terra.

Non eravamo perfetti e non lo siamo manco ora, come non lo saremo mai. Ci univa la politica e l’ idea di cambiare. Noi siamo cambiati, probabilmente in meglio. Siamo cambiati perché era nelle cose, siamo cambiati per necessità e possibilità.

Siamo cambiati in meglio per i nostri cari e, possibilmente, un po’ per noi stessi. Qualcuno disse dopo la Bolognina che  non sapevamo che cosa volevamo essere, ma sapevamo che cosa non potevamo più essere: quello che eravamo stati. Sono passati trent’anni. Sembra che siano passati secoli. Ma noi siamo ancora qui. Non è poco.

Ritrovarsi è d’obbligo. Non tanto e non solo per quello che eravamo, ma anche per quello che siamo diventati.

 

Patrizio Tosetto

Il 26 luglio torna il Pranzo in silenzio

Nella magica cornice del Giardino delle Rose al Castello di Moncalieri

Domenica 26 luglio alle ore 12.30, al Giardino delle Rose del Castello di Moncalieri (TO), torna in scena il Pranzo in silenzio di Play with Food – La scena del cibo e Le Sillabe. L’appuntamento è in collaborazione con il Comune di Moncalieri. Il pranzo sarà preparato dai Cuochivolanti, con i vini di Osteria Enoteca Rabezzana.

Pranzo in silenzio è un evento immersivo e suggestivo, un’azione collettiva che mette insieme performancedanzacucinameditazione. Un momento sospeso in cui performer e spettatori condividono cibo, pensieri e sensazioni, nel più completo silenzio, alla scoperta di un modo diverso di comunicare. Un ritrovarsi che assume un significato ancora più forte, dopo l’esperienza del lockdown e del distanziamento sociale.

Dalle note di regia di Fabio Castello: “Mangiare in silenzio per cibare corpo e anima.

Un momento in cui le parole lasciano spazio al silenzio e il silenzio diventa la parola.

Mangiare in silenzio è esercizio di consapevolezza del cibo che si mangia e del come si mangia.

L’uomo cerca il silenzio ma lo teme anche: è faticoso liberarsi dagli strumenti tecnologici che li portano a essere sempre connessi. Chi riesce a sperimentare il silenzio scopre una dimensione ‘igienica’, ‘terapeutica’. Mangiare insieme è una vera e propria meditazione con la quale si può entrare in contatto profondo con il cibo e con le persone che sono a tavola con noi. Il corpo diventa protagonista, il corpo riunisce ciò che lo spazio e il tempo hanno separato soprattutto in questo tempo dove i corpi ancora non si possono abbracciare. Mangiare in silenzio ci aiuterà a sperimentare un nuovo modo di stare insieme utilizzando altri sensi come lo sguardo, l’udito e il gusto. Un modo diverso di vivere il pasto in piena armonia con il corpo e con la mente rispettando le misure attualmente previste.”

L’appuntamento fa parte anche del calendario di anteprime del festival Play with Food – La scena del cibo, la cui IX edizione, che sarà l’occasione di festeggiare il decimo compleanno, è prevista dal 28 settembre al 4 ottobre a Torino.

“Con piacere Moncalieri Experience, il nostro cartellone culturale, include per il secondo anno il Pranzo in silenzio – esprime la propria soddisfazione l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Una proposta di alto livello in cui i protagonisti sono il cibo, il corpo che se ne nutre e lo stare insieme. Un modo particolarmente efficace, dopo i mesi di lockdown, per celebrare il diffuso desiderio di socialità, di riavvicinamento tra le persone ovviamente nel rispetto delle procedure e modalità ancora vigenti per il contenimento del virus. Alcune cose non cambiano: l’esperienza culturale fondamentale rimane quella che si svolge in presenza e il nostro compito è contribuire per suo tramite a far crescere una comunità coesa”.

Note pratiche: si comunica che l’evento sarà eseguito nel rispetto delle misure attualmente in vigore per la prevenzione della diffusione del virus Covid-19. A tal proposito, vi informiamo che la partecipazione è limitata a un massimo di 30 persone, che sarà garantita la distanza minima di almeno 1 metro tra i partecipanti, che le pratiche proposte sono individuali e si svolgono all’aria aperta e che verrà fornito spray igienizzante per le mani. Si invitano gli interessati a non partecipare qualora avessero una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi centigradi, o manifestassero altri sintomi influenzali. Si ricorda che in ottemperanza alle misure in vigore è necessario fornire nominativo e recapito di ogni singolo spettatore, e che tali dati verranno conservati dall’organizzatore per 14 gg per consentire la tracciabilità dei partecipanti.

INFORMAZIONI

dove: Giardino delle Rose, Castello di Moncalieri (TO)

quando: domenica 26 Luglio 2020 alle ore 12.30

posto unico: 18 euro

Spettacolo a posti limitati (max 30 persone)
Prenotazione obbligatoria a: prenota@playwithfood.it indicando nomecognome e recapito telefonico di ogni singolo partecipante.