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AgriFlor torna in forma ridotta. La natura non si ferma

Domenica 28 giugno, dalle 9 alle 19, un’edizione di Flor in formato “ristretto” colorerà Piazza Vittorio Veneto a Torino con vivaisti e piccoli produttori “naturali”. 

#difenderelabellezza, continuando a raccontare emozioni e a mostrare le ricchezze naturali del nostro pianeta a un pubblico sempre più attento e coinvolto. Dopo l’annullamento dell’edizione dello scorso maggio a causa di Covid19, Flor torna in piazza per una versione “ridotta” dal nome “Agriflor”.

L’appuntamento è per domenica 28 giugno, dalle 9 alle 19, con una trentina dei migliori vivaisti piemontesi e con alcuni produttori agricoli in Piazza Vittorio Veneto a Torino. Una sede temporaneamente diversa dalla storica Via Carlo Alberto, perché garantisce più spazio in un’ottica di distanziamento.

Sarà l’occasione, nel rispetto di tutte le restrizioni imposte dalle istituzioni, per godersi dal vivo i profumi e i colori della natura e per rivivere, anche se in modalità necessariamente più prudente, tutte le emozioni che da sempre Flor regala agli appassionati. Un vero e proprio tuffo nel verde, dalle rose e le ortensie alle erbacee, dalle orchidee alle piante aromatiche, dalle rampicanti alle piante grasse. E, ancora, piccoli produttori con le loro eccellenze “naturali”, come il miele, i liquori, le erbe aromatiche, le marmellate e il pane.

Saranno inoltre presenti i punti raccolta per tutti coloro che volessero ritirare fisicamente le piante acquistate on line attraverso la piattaforma eflor.

L’appuntamento di AgriFlor diventerà mensile, ogni quarta domenica del mese. Un piccola finestra green in attesa dell’edizione “completa” di Flor Ottobre (che restrizioni permettendo tornerà nei luoghi storici di Flor)  ancora più ricca di sorprese rispetto al passato.

AgriFlor è organizzato da Società Orticola del Piemonte in collaborazione con Rinascente, partner dell’iniziativa. Il nuovissimo Store in via Lagrange, inaugurato lo scorso ottobre, ospiterà iniziative e talk (a inviti) all’interno dell’Exhibition Area al piano -1, visitabile dal pubblico e già allestita a tema Design&Green con installazioni, prodotti di design, assortimento food e un’incredibile varietà di fiori e piante. David Zonta, floral designer e curatore della rubrica de La Stampa “Stropicciato come un papavero”, proporrà un viaggio – “Dai giardini alla scrittura, visioni e racconti di un floral designer senza confini” – attraverso l’evoluzione personale e professionale dell’autore di questo talk: la necessità di svolta e cambiamento che la vita e il pianeta richiedono. “Tavolozza fiorita o mise en place?! Fragranze, colori e pillole di galateo per una tavola d’estate”: tra nozioni di mise en place e bon ton, Camilla Simmi (Simmi floral & event design) illustrerà come realizzare un centrotavola floreale scenografico ma facile da fare. Rinascente sarà anche presente in Piazza Vittorio con un suo spazio all’interno del quale scoprire le novità in calendario.

In questi giorni, inoltre, FLOR ha messo online eflor (www.eflor.it) , la prima piattaforma floreale italiana che mette in contatto tutti gli appassionati del verde, che solitamente affollano le vie del centro torinese durante le manifestazioni di Flor, con gli esperti del settore e i florovivaisti.

Circa 30 vivaisti selezionati in tutta Italia, un archivio di migliaia di piante, da quelle conosciute dal vasto pubblico a quelle più particolari e originali.

Un luogo di incontro virtuale dove sarà possibile “visitare” i vivai, ammirare le foto delle piante, conoscere tutte le loro caratteristiche, scambiarsi opinioni “green”, chiedere suggerimenti e, naturalmente, acquistare fiori di ogni tipo ma anche oggettistica per il giardinaggio, libri, sementi e prodotti naturali, decorazioni per la casa e il giardino.

Eflor nasce, innanzitutto, dal desiderio di continuare a parlare e vivere i fiori, perché la natura non si ferma e così anche la passione nei suoi confronti. In un periodo critico per il nostro Paese, dovuto a covid19 e alle correlate restrizioni, c’è bisogno più che mai di godersi la bellezza che soltanto i colori e le armonie delle piante possono offrire.

Vuole anche essere uno strumento di aiuto per tutti i florovivaisti, settore particolarmente colpito dalla crisi, perché offre loro una vetrina importante e nuove occasioni per farsi conoscere a un più ampio pubblico, oltre che un ulteriore importante canale di vendita attraverso l’e-commerce. Ogni vivaista ha, infatti, uno spazio riservato all’interno del quale potersi presentare, raccontare la propria storia, descrivere e mostrare le proprie eccellenze.

Ma eflor è anche un importante luogo di cultura del verde. Navigando al suo interno sarà, infatti, possibile curiosare tra le numerose tipologie di piante, approfondirne le differenti proprietà e caratteristiche scientifiche, saperne di più grazie a delle utilissime “istruzioni per l’uso” e scegliere le tipologie più adatte da acquistare in base alle proprie esigenze e ai desideri. La piattaforma è semplice da navigare. L’utente può scegliere dove dirigersi, iniziando la ricerca, per esempio, dal tipo di pianta, o dalla sua “famiglia” o, ancora, dal vivaio stesso. Ha l’opportunità di esaminare con attenzione tutte le specie a cui è interessato consultando le foto e la scheda tecnica e quindi acquistarle con un semplice click grazie al canale e-commerce e al servizio di delivery che gliele consegnerà direttamente a casa.

Può,inoltre, chiedere consigli: inviando una mail, compilando uno specifico form oppure dialogando attraverso una chatbox con gli esperti di Flor o direttamente con il vivaista desiderato. Nei prossimi mesi la piattaforma sarà ulteriormente implementata con l’aggiunta di nuovi vivaisti, nuove piante e nuovi interessanti servizi. Spiega Giustino Ballato, organizzatore di Flor e presidente di Società Orticola Piemonte: “Credo che questo periodo di emergenza ci abbia insegnato che il nostro giardino è il mondo intero e che ognuno di noi è responsabile del pianeta in cui vive. Per questo sono felice di aver creato e-flor e di poter lanciare queste domeniche mensili di Agriflor. In attesa di poter tornare ai nostri soliti bagni di folla e alle nostre magnifiche abitudini, credo che la piattaforma sia un’ottima occasione per tutti. Per i nostri appassionati che potranno continuare a immergersi, anche se solo virtualmente, nel mondo delle piante come li abbiamo sempre abituati. Per i vivaisti che usufruiranno di una vetrina di prim’ordine per raccontarsi e mostrare le proprie eccellenze. È stato un lavoro lungo e difficile che ci ha impegnati per mesi. Ma il risultato finale è qualcosa che va oltre la semplice esposizione e vendita. È un modo per far cultura del verde, per raccontare il mondo delle piante in tutte le loro sfaccettature, per insegnare a rispettarle e ad accudirle nel modo migliore. Anche quando torneremo alla normalità eflor continuerà ad esistere, ampliando ulteriormente la propria platea di vivaisti e di proposte floreali e con nuovi interessanti servizi per tutti”.

Vintage 1997, viaggio nel gusto nel cuore di Torino

ALIMENTAZIONE A PORTATA / In piazza Solferino, nel centro di Torino, spicca per eleganza e un buon gusto che richiama i tempi andati il ristorante stellato Vintage1997.

Il crudo

Aperto in orario 12.30-14.30 e 18.00-23.00 eccetto sabato a pranzo e domenica, propone soluzioni differenti per ogni esigenza. Durante la pausa pranzo potete godere di un piacevole break in compagnia dei colleghi, ad un prezzo contenuto di 24€, scegliendo fra tre menù differenti: di carne, di pesce e vegetariano o senza glutine. In alternativa sono sempre presenti i menù completi, proposti tipicamente a cena. Se invece amate la vita serale, potete optare per una ricercata merenda sinoira, dalle 18.00 alle 20.00, innaffiata da dell’ottimo vino al calice, alla bottiglia o alla “damigiana”, per un costo di 20€.

Noi abbiamo scelto di lasciarci coccolare dal punto di vista enogastronomico a 360°, optando per la soluzione più tradizionale: la cena.

Quattro sono i menù degustazione presenti. Noi ci siamo lasciati conquistare dagli squisiti piatti alla carta. Gli amuse bouche, fra i quali spicca per originalità il Gianduiotto salato alle arachidi, introducono le prime portate della cena: il Crudo di Pesce del “Vintage1997” e l’Insalata calda di gamberi e calamari, su salsa di tonno e carciofini, rughetta e scorza di limone. Menzione speciale per il Crudo, un tripudio di colori e sapori e una gioia per il palato, oltre che per gli occhi.
La nostra avventura enogastronomica prosegue con il Risotto con spinacini, curcuma e riccioli di fegato grasso, accostamento inusuale e indubbiamente

ben riuscito. Siamo stati accompagnati per tutta la cena dall’ottimo Rosé Brut Champagne (Dany Fèvre), che ha ceduto il posto al Passito di Pantelleria (Cantine Pellegrino) e al Barolo chinato (Fratelli Alessandria) al momento del dessert.
In chiusura abbiamo scelto i Sorbetti di frutta fresca prodotti al momento, freschi e dissetanti, e il Tortino al cioccolato Sur del Lago 72% con sorbetto di lamponi.

Il risotto

Un’esperienza sicuramente piacevole per il palato, in cui siamo stati guidati dalla gentilezza e dall’esperienza del padrone di casa, il Signor Umberto.

Tips della Dietista

Il sorbetto

Per non rinunciare alla convivialità, al piacere di un’esperienza enogastronomica di alto livello, ma nemmeno alle regole del dolce mangiar sano vi consiglio, per un pasto equilibrato:
Il Crudo di Pesce del “Vintage1997”
Il Risotto con gamberi e carpaccio di gamberi rossi
Se non potete rinunciare a concludere con una nota di dolcezza, optate per i Sorbetti di frutta fresca prodotti al momento. E ricordatevi di abbondare con la porzione di verdura al prossimo pasto!

Vittoria Roscigno

 

Vittoria Roscigno, classe 1995, laureata con lode in Dietistica  presso l’Università degli studi di Torino e con il massimo dei voti nella Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Firenze. Ha conseguito i titoli di “Esperta in nutrizione sportiva” e “Nutrition expert” mediante due corsi annuali e sta attualmente frequentando un Master di II livello in Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Università degli studi di Pavia. Lavora in qualità di dietista presso le strutture Humanitas Gradenigo e Humanitas Cellini, oltre a svolgere attività di libera professione a Torino e Rivara.

“Che la scienza e la buona forchetta siano sempre con te”.

 

Sito: vittoriaroscigno.it
Instagram: @dietistavittoriaroscigno

Berberè riparte dalle “origini” con la pizza Calabria

Firmata dallo chef stellato calabrese Luca Abbruzzino. Dal 1° giugno tutti i 12 i locali dell’insegna hanno riaperto le porte. Fra le nuove pizze del menu primavera/estate la pizza ispirata alla Calabria: un inno all’artigianalità del sud

 

Dal 18 maggio al 1° giugno tutti i 12 locali di Berberè, l’insegna di pizzerie creata dai fratelli Aloe, si sono riattivati riaprendo le porte alla propria clientela. Dove possibile è stato ampliato il dehor esterno mentre all’interno i locali sono stati predisposti per il rispetto delle distanze di sicurezza. Lo staff è pronto ad accogliere la clientela con l’applicazione di tutte le norme di sanificazioni vigenti.

Come ad ogni cambio di stagione è disponibile un nuovo menu primavera/estate, all’insegna della qualità. Accanto alle pizze classiche troviamo quelle con prodotti di stagione come la Zucchine con zucchine al forno, feta, olive nere, pomodorini confit, fiordilatte o la Norma con melanzane al forno, pomodoro, fiordilatte, ricotta affumicata, basilico. E se la pizza non gode ancora della stella Michelin, è la stella Michelin ad arrivare sulla pizza. Infatti novità assoluta nel nuovo menu è la pizza ideata dallo chef Luca Abbruzzino, giovane stella della cucina italiana e calabrese, premiato anche quest’anno dalla Guida Michelin. La pizza calabrese con Nduja di Spilinga, peperoni arrosto, olive nere, capperi, pecorino crotonese, fiordilatte, menta è non solo un omaggio alla terra d’origine dei fratelli Aloe e dello chef di Catanzaro, ma vuole essere anche un inno ad una ripartenza che metta al centro la qualità come sinonimo di artigianalità e sostenibilità.

 

Berberè riparte e lo fa come sempre nel suo stile valorizzando il lavoro dei piccoli produttori indipendenti italiani. Questa pizza, come le altre, ne è un esempio lampante. Per la farcitura viene usata la ‘nduja di Luigi Caccamo, un artigiano che dal 2004 realizza un prodotto con materie prime locali di alta qualità; peperoni arrosto conditi con menta fresca, un abbinamento tipico del Sud; una grattugiata di pecorino crotonese DOP dell’azienda Maiorano, un caseificio storico da sempre a gestione familiare che, fin dai primi del ‘900, si rifà per la produzione dei formaggi all’antica tradizione rurale del XV secolo; capperi e olive nere e un immancabile giro di olio d’oliva biologico dell’azienda agricola Aliva di Gregorio Paone nel catanzarese. Una pizza che è un’ esplosione di sapori mediterranei.

 

Matteo Aloe, chef e fondatore di Berberè spiega così com’è nata l’idea di questa proposta: «La crisi che stiamo vivendo e che vivremo da qui ai prossimi anni mette a rischio tutti, ma ancor di più i territori più fragili e quindi anche gli artigiani che lavorano in questi territori. Mi è venuto quindi spontaneo pensare alla Calabria e ai suoi meravigliosi resistenti-artigiani, perché tutti parleremo di Wall street e Piazza Affari ma sarà difficile parlare di chi produce pecorino nel crotonese, vino nel cosentino, nduja nel vibonese. Portare queste eccellenze in tutti i nostri locali sparsi per l’Italia è il nostro piccolo contributo perché ci sia una ripresa sotto l’insegna della sostenibilità e dell’etica del lavoro.»

 

La prenotazione non è obbligatoria ma è consigliata. È possibile prenotare il proprio tavolo telefonicamente o attraverso il sito: www.berberepizza.it/prenota/

Che delizia il nuovo pinguino al caffè vero!

Il gusto inconfondibile dei Gelati PEPINO si unisce alla straordinaria qualità del caffè Costadoro

 

Dalla partnership tra i due storici marchi dell’eccellenza alimentare piemontese nasce la nuova linea di Gelati PEPINO – COSTADORO interamente bio (dal latte al caffè utilizzato) e composta da 4 prodotti – il famoso Pinguino, il nuovo Sorbetto al Cold Brew Coffee, l’intramontabile Coppetta e il pratico Mezzolitro – che sarà disponibile da metà giugno sia nel canale Retail che Ho.Re.Ca.

 

Grazie a questa collaborazione, il gelato viene prodotto con caffè vero e non più con polveri aromatizzate o semilavorati solubili.

In particolare:

 

  • Per Pinguino, Coppetta e Mezzolitro viene utilizzato il caffè liquido estratto col metodo filtro di percolazione a caldo.
  • Per Sorbetto viene utilizzato il Cold Brew Coffee, caffè liquido ottenuto col metodo di infusione a freddo.

 

Quattro prodotti con un denominatore comune, la massima qualità senza compromessi:

 

  • Caffè miscela 100% Arabica certificato Bio ed Equosolidale (Gold Medal all’International Coffee Tasting 2019)
  • Latte certificato Bio
  • Cacao magro Bio
  • Standard di sicurezza elevati (certificazioni BRC, IFS e BIO)
  • Gusto autentico e inconfondibile

 

 

I formati:

  1. Pinguino Bio al Caffè: gelato bio al caffè con copertura al cacao magro bio – 75g
  2. Sorbetto Bio al Cold Brew Coffee: sorbetto bio al Cold Brew Coffee, novità assoluta sul mercato, con pochissime calorie (solo 59Kcal) – 70g
  3. Coppetta Bio al Caffè: gelato bio al caffè – 80g
  4. Mezzolitro Bio al Caffè: gelato bio al caffè (disponibile solo canale Retail) – 300g

A Burolo, il 28 giugno, “Sapori e motori ai piedi della Serra”

Per il primo raduno motoristico italiano dopo il lockdown in mostra i migliori esemplari della ‘Collezione Marazzato’, la più grande raccolta privata europea di camion storici.

Al via domenica 28 Giugno a partire dalle ore 9.30 alla Prima Edizione di ‘Sapori e Motori ai piedi della Serra’, kermesse di enogastronomia e storia dei trasporti che riporta sulle strade e nelle piazze italiane – primo evento nazionale nel suo genere dopo il Coronavirus – il meglio della tradizione locale e del motorismo storico pesante e agricolo ‘made in Italy’.

Un evento promosso dal Comune di Burolo (TO) e ‘Carrefour’ in collaborazione con l’Associazione di Veicoli Storici ‘4 Assi Più’, che raccoglie più di 200 iscritti, fondata e presieduta da Carlo Marazzato, il più grande collezionista in Europa di camion d’epoca del Novecento, con più di trecento magnifici esemplari posseduti. Per la prima volta assoluta in Italia dopo il lockdown, trattori, camion e autobus del passato dagli anni Trenta in poi – che hanno rispettivamente contribuito a coltivare, ricostruire e motorizzare in massa il Paese dal Dopoguerra e dal Boom economico a oggi – faranno così nuovamente bella mostra di sé per la gioia di appassionati e curiosi. Insieme alle bontà tipiche del territorio morenico fra cui ai vini, distillati, formaggi, confetture, prodotti da forno e farine, marmellate e altre prelibatezze individuate e scelte fra i prodotti che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento di ‘Eccellenza della Serra’.

“Un modo per valorizzare la Serra Morenica che fa da trait d’union fra le due province di Torino e Biella, e l’anfiteatro morenico che va da Burolo a Ivrea: due eccellenze geografiche uniche a livello europeo. Una costruzione geologica formatasi circa un milione di anni fa durante le fasi di glaciazione quaternarie del Pleistocene, che conferisce al paesaggio un carattere di unicità, facendone una zona ideale per immergersi con passeggiate tra laghi, boschi, castelli, chiese romaniche, pievi e vigneti, in un’ottica di attinenza a menù a km zero, a green economy ed economia circolare, che fanno del nostro territorio un unicum a livello italiano perfettamente in linea con il gusto turistico legato all’escursionismo corrente”, spiega Franco Cominetto, Sindaco di Burolo e Presidente del Direttivo ANPCI della Città Metropolitana di Torino.

“Il raduno in oggetto, in cui i mezzi sosteranno staticamente a distanza, nel pieno rispetto delle prescrizioni anti-assembramento, nel piazzale di Viale Liguria gratuitamente offerto dal ‘Carrefour’, costituisce di fatto la prima occasione utile per ritrovarci insieme, dalla scorsa estate a oggi, sul filo di una comune e condivisa passione. E presentare così al pubblico i frutti degli ultimi restauri compiuti”, gli fa eco Carlo Marazzato, anche illuminato industriale fondatore con il padre Lucillo, fra l’altro storico e indimenticato cittadino di Burolo, del ‘Gruppo Marazzato’, dal 1952 leader incontrastato nelle soluzioni per pianeta e ambiente.

Che prosegue: “Per l’occasione abbiamo predisposto una rappresentanza di sei mezzi d’epoca, uno per decennio, in grado di testimoniare l’evoluzione del trasporto merci dal 1920 al 1980. Tra i veicoli esposti, tre particolarmente degni di nota che per l’occasione proporremo in anteprima assoluta: un esemplare vecchissimo di corriera storica, un autobus a 18 posti modello ‘Fiat 507 F’ del 1929 proveniente da Taranto con ancora le sue targhe originali. Con lui, uno storico camion ‘Lancia 3 Ro’ del 1938 già appartenuto all’esercito con una guerra sulle spalle, e anche un rarissimo ‘OM Taurus’ del 1955. Inoltre, accanto agli autocarri oldtimer, sarà disponibile anche uno stand con personale addetto per quanti volessero tesserarsi per l’anno in corso all’Associazione ‘4 Assi Più’, e partecipare altresì ai ‘Porte Aperte’ presso lo showroom privato di Stroppiana, nel Vercellese, all’interno del quale è presente l’intera collezione di veicoli pesanti d’epoca perfettamente restaurati”, conclude Carlo Marazzato.

L’evento è patrocinato dall’ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani) e dal Consorzio di Tutela DOCG Caluso e DOC Carema e Canavese.
Per informazioni, è disponibile il numero 0161 320311, oppure l’indirizzo e-mail associazione4assi@gmail.com.

A Torino da oggi lo storico gelato al latte di Biraghi

L’azienda di Cavallermaggiore rende disponibile anche nel negozio di piazza San Carlo il suo gelato artigianale. Assessore Sacco: «La presenza dell’azienda a Torino è un segnale di fiducia nella città»

 

L’estate è alle porte e, con la città che poco per volta si riappropria dei suoi ritmi dopo i mesi di chiusura forzata, Biraghi, azienda cuneese del settore lattiero caseario, ha scelto di portare nel negozio di piazza San Carlo a Torino il suo storico gelato di latte. Fatto solamente con latte, panna e zucchero, non contiene emulsionanti, aromi e stabilizzanti ed è disponibile sia su coni sia in coppe da asporto in un unico formato. Il gelato è realizzato con il latte fresco che la Biraghi raccoglie quotidianamente direttamente dalle aziende agricole delle Provincie di Cuneo e di Torino.

 

Il gelato di Biraghi ha una storia di oltre settant’anni: a partire dagli anni Cinquanta inizia la distribuzione di un gelato al latte con una ricetta originale nello Spaccio Freschi dell’Azienda di Cavallermaggiore, ancora oggi meta di gite domenicali. Il gelato Biraghi all’epoca era una tappa obbligata per i torinesi che si recavano in vacanza in Liguria.

 

«Siamo felici di aver portato a Torino il nostro gelato di latte per far assaggiare ai torinesi e ai turisti la bontà del nostro latte con cui produciamo il Gran Biraghi e il Gorgonzola – dichiara Claudio Testa, Direttore Marketing e Strategie Commerciali –. In questo modo tanti torinesi potranno trovare sotto casa il gelato ricordo della loro infanzia».

 

Il negozio Biraghi di piazza San Carlo, inoltre, ha ricevuto oggi la visita dell’assessore al Commercio della Città di TorinoAlberto Sacco, che ha commentato: «La presenza di Biraghi a Torino, negli spazi di piazza San Carlo, ha segnato la rinascita di spazi importanti per la storia e la tradizione del commercio nella nostra città. L’investimento sostenuto dall’azienda rappresenta fiducia per il territorio urbano, e il lancio di un prodotto come lo storico gelato di latte è, oltre a un segnale che rinnova oggi la volontà di investire nel futuro della nostra città, una conferma della vitalità del commercio torinese, un comparto che vuole fortemente ricominciare a crescere».

Immuni, come funziona l’app per tracciare il Coronavirus

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Immuni, tutto quello che c’è da sapere sull’app per tracciare i contagi da Covid-19 in Italia.

Rilasciata in tutta Italia da qualche giorno, ormai tutti sappiamo a grandi linee a cosa serve. Immuni è la nuova app (non obbligatoria) che permette di tracciare i contagi da Coronavirus in Italia. L’app lavora sfruttando la tecnologia Bluetooth e, dopo un periodo di prova in regioni selezionate, dal 15 giugno è disponibile in tutta Italia. Immuni è stata progettata da Bending Spoong, gratuitamente, e selezionata tra altre applicazione dalla ministra dell’Innovazione Paola Pisano, insieme al ministro della Salute Roberto Speranza.

L’app Immuni servirà per tracciare i casi di Covid-19 in Italia ed è disponibile per il download gratuito per iOS, Android e telefono Huawei e Honor che utilizzano il sistema operativo di Google.
Vediamo insieme come scaricare quest’applicazione e come funziona.

Come e dove scaricare l’app Immuni

Per prima cosa ricordiamo che non è obbligatorio scaricare l’app Immuni, ma ognuno può valutare se installarla oppure no liberamente. Si può scaricare l’app Immuni sui due principali sistemi operativi mobile, iOS e Android. L’app è disponibile sui due store online,  sul Play Store e sull’App Store. In futuro sarà rilasciata anche sullo store di Huawei, App Gallery.

Una volta scaricata l’app, basta aprirla e seguire le semplici istruzioni per la configurazione.

Immuni app

Come funziona Immuni

Immuni lavora con un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy, una versione che promette di consumare meno batteria, attraverso la quale rileva la vicinanza tra due smartphone entro un metro. Così facendo, l’app conserva sul dispositivo di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stata vicino entro un certo periodo.

Cosa succede se si è positivi al Coronavirus?

Se si scopre di essere positivi al Coronavirus, magari sottoponendosi a un test, attraverso un codice si può caricare su un server in cloud le stringhe alfanumeriche inviate dalla sua app agli altri smartphone. A quel punto il server invia a tutte le app in circolazione queste stringhe, ma sono i singoli smartphone a calcolare il rischio di esposizione al Covid-19 sulla base di parametri come la vicinanza fisica e il tempo, generando una lista degli utenti più a rischio ai quali è possibile inviare una notifica sullo smartphone. Il server, quindi, non ha mai conoscenza degli incontri intercorsi tra gli utenti. 

In un secondo momento l’app avrà anche un’ulteriore funzione, ovvero quella di tenere traccia delle condizioni di salute dei cittadini, che dovranno inserire informazioni rilevanti riguardanti la propria salute. 

Come funzionano le notifiche di esposizione

Immuni si basa sul sistema di notifiche di esposizione, su cui Apple e Google hanno lavorato, unendo le forze, per mesi. Questo sistema permetterà di notificare gli utenti di eventuali contatti ravvicinati con un caso positivo di Coronavirus. Le notifiche di esposizione, ricordiamo, si basano su un modello decentralizzato, basato sull’analisi dei codici direttamente sugli smartphone e non in un server remoto. La stessa app avverte a diffidare di fake news. 

Immuni app

 

Immuni e la questione della privacy

E la privacy? Sembra essere il nodo cruciale, la principale obiezione fatta da molti, che temono di cedere i loro dati personali e informazioni sensibili. Tuttavia proprio per i dubbi espressi sulla compatibilità dell’app Immuni con la tutela della privacy degli utenti, il sistema che regola il funzionamento di Immuni è stato modificato e allineato a quelle che sono le linee guida di Apple e Google. Semplificando, si può affermare che le informazioni sugli utenti verranno conservate solo ed esclusivamente sui dispositivi mobili degli individui. 

In questo modo i server non saranno in grado di identificare gli utenti. Sono infatti gli smartphone dei singoli utenti a inviare, ricevere e immagazzinare i codici delle persone incontrate per strada, mentre il server riceverà le stringhe inviate dal telefono di un paziente positivo, quando indica la sua positività. Solo a quel punto il server invia queste informazioni a tutte le app in circolazione: se viene trovato un “match” dall’applicazione (un processo che quindi avviene sullo smartphone), il sistema dovrebbe fornire istruzioni in base alla tipologia di contatto (la durata, la distanza, etc). Ricordiamo ancora una volta che Immuni non raccoglie nome, indirizzo e-mail o data di nascita: chi riceverà la notifica di esposizione saprà solo di essere stato “esposto”. 

“L’uomo e i coltivi” di Campiglia Soana riapre al pubblico

In attesa delle riaperture degli altri centri visitatori attivo un servizio di informazioni con operatori dislocati in punti strategici all’aperto

Sabato 20 giugno riapre al pubblico “L’uomo e i coltivi”, Centro Visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Campiglia Soana (TO).

Il Centro si basa su un percorso di visita che ripercorre la storia dell’agricoltura e mette in rilievo il ruolo dell’uomo nel suo rapporto con l’ambiente naturale in continua modificazione. Aspetti che l’emergenza sanitaria ha portato ancor di più alla luce, mostrando le conseguenze dei cambiamenti climatici causati dall’uomo e la necessità di un cambiamento verso forme sostenibili di turismo ed economia, oltre che di consapevolezza e cura dell’ambiente in un rapporto armonioso tra l’uomo e la natura.
Il Centro, costruito con materiali a impatto ambientale ridotto e che utilizza fonti energetiche rinnovabili per il suo funzionamento, mira a far conoscere la storia dell’agricoltura e l’azione svolta dall’uomo, valorizzando la cultura locale, le produzioni agricole tradizionali e le tecniche antiche.
Il percorso di visita inizia all’interno del Centro con una serie di pannelli illustrativi e giochi didattici per bambini, accompagnando i visitatori all’esterno, in un’ampia area di circa 2.500 mq in cui gli agronomi del Parco hanno impiantato le coltivazioni che erano tipiche della valle, come le patate, la canapa, i cereali, le erbe aromatiche, rendendo così possibile l’approfondimento di molti aspetti legati all’agricoltura di montagna del Parco.
In occasione dell’anno internazionale delle piante, nel corso dell’estate sono previste attività con ricercatori del Parco, operatori a Marchio di Qualità, il cui programma sarà disponibile nelle prossime settimane sul sito del Parco www.pngp.it
Il Centro sarà aperto nei fine settimana del 20-21 e 27-28 giugno con orario 10-12.30 e 14-17.30, a luglio dal mercoledì alla domenica con orario 10-12.30 e 15-18.30, ad agosto tutti i giorni (ad eccezione dei lunedì 24 e 31) con orario 10-12.30 e 15-18.30 e a settembre i fine settimana fino a domenica 20 con orario 10,00-12,30/14-17,30. In conseguenza delle prescrizioni legate all’emergenza sanitaria Covid-19 il Centro sarà fruibile con le modalità previste dalla normativa vigente, in particolare l’accesso sarà contingentato e dovrà essere indossata la mascherina.
Inoltre, in attesa delle riaperture dei centri visitatori di Ceresole Reale, Noasca, Locana e Ronco Canavese, previste per luglio, nei fine settimana di giugno saranno presenti in questi Comuni alcuni operatori dislocati in punti strategici all’aperto, a disposizione dei turisti per fornire le informazioni e distribuire materiale del Parco. Gli operatori saranno disponibili nelle fasce orarie 10-12.30 e 15 -18.30.

Maggiori informazioni su: www.pngp.it

Estate a Chieri: Green, Music, Food & Drink

Al Parco San Silvestro – dal 17 giugno al 12 settembre

 

Dal 17 giugno al 12 settembre il Parco San Silvestro di Chieri ospita “SANS-IN”, manifestazione organizzata dall’associazione Chieri Sport 97, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Chieri.

SANS-IN” è l’estate che Chieri aspettava. Un’estate sicura, comoda, ecologica, condivisa: un’estate diversa, senza assembramenti ma con le stesse emozioni degli show dal vivo.

All’interno del Parco San Silvestro sarà allestita un’area di circa 2.300 mq, che ospiterà in tutta sicurezza fino a 200 persone, proponendo per tre mesi (l’inaugurazione è in programma mercoledì 17 giugno alle 19), musica (concerti e Dj Set), cibo e drink di qualità (lounge bar, griglieria e friggitoria, proposte vegane), sport (partite di campionato e coppe su schermo gigante), teatro e cabaret, una rassegna cinematografica (Tabasso Open Cinema) e tutte le domeniche a partire dalle 17 eventi per bambini. Il 20 giugno ci sarà la Festa della Birra, il 27 giugno la Festa del Liceo Monti.

Il programma è consultabile sul sito: www.sans-in.it

Alcuni eventi sono totalmente gratuiti, altri prevedono la consumazione obbligatoria.

Per tutte le iniziative è obbligatoria la prenotazione.

Non potranno accedere più di 200 persone e sarà garantito il rispetto delle regolamentazioni anti Covid (misurazione della temperatura, distanze, percorsi distinti per ingresso ed uscita, sanificazione dei posti)

“L’estate che ci attende sarà diversa da tutte quelle precedenti, non ci potranno essere grandi eventi con l’assembramento di molte persone, bisognerà garantire il rispetto delle misure di sicurezza-afferma il Sindaco Alessandro SICCHIERO-inoltre, la difficile congiuntura economica e gli stravolgimenti dei nostri abituali calendari faranno sì che molti chieresi trascorreranno l’estate in città. Diventa così importante garantire un’offerta culturale di qualità, perché ripensare il tempo libero, l’intrattenimento, la socialità non vuol dire rinunciarci o rifugiarsi solo nello streaming. Per queste ragioni l’amministrazione comunale ha accolto la proposta avanzata dall’associazione Chieri Sport 97, che finanzieremo con 15mila euro. Tre mesi di eventi dedicati a tutti, dai giovani alle famiglie”.

“Sembrava tutto fermo, c’erano preoccupazioni e timori nel progettare eventi estivi. Poi è arrivata la proposta di SANS-IN, un progetto coraggioso, una scommessa che come Comune abbiamo voluto accogliere-commenta l’assessore alle Politiche Giovanili e al Tempo Libero Paolo RAINATO -Il Parco San Silvestro ospiterà da giugno a settembre una vera e propria arena estiva, che diventerà un punto di riferimento per i chieresi, garantendo un’alternativa alla frequentazione della pubblica piazza. Una manifestazione dalla forte chieresità, sicura, controllata, condivisa ed ecologica (nell’area food tutti i materiali sono compostabili e biodegradabili). E che vuole coinvolgere la città. Tutti i giorni l’area sarà a disposizione, dal mattino fino alle 18, di tutte le associazioni e gli enti chieresi che abbiano necessità di uno spazio per incontri ed iniziative”.

 “SANS-IN è una manifestazione organizzata da chieresi per chieresi-spiega il Direttore artistico Enrico PIVA-infatti, quasi tutti gli artisti sono chieresi. Il programma è eterogeno e si rivolge a tutte le fasce di età: il martedì teatro e cabaret, il mercoledì concerti e musica dal vivo, il giovedì il cinema, il venerdì il Dj Set, il sabato è un cantiere aperto, stiamo raccogliendo idee e proposte, mentre la domenica sono previsti appuntamenti per i bambini. Il lunedì, invece, sette locali serali chieresi potranno utilizzare a turno l’area, organizzando quello che desiderano. E non mancherà la solidarietà: chi acquisterà in loco una mascherina contribuirà ai progetti di Reciproca Mensa e Capra libera tutti”.

Valcerrina sconosciuta

 

Quando si parla di Valcerrina, ai più questo termine evoca alla mente la ex strada statale 590, chiamata, appunto “della Valcerrina” che corre, partendo dal territorio di Ozzano Monferrato in direzione di Torino, ed abbraccia i territori sui due versanti di Valle.

Si tratta di una porzione di territorio non piccola che interessa la Provincia di Alessandria, per quanto riguarda una tratto consistente del Monferrato Casalese, ed anche la Provincia di Asti ed una parte del territorio della Città Metropolitana di Torino con comuni quali Brozolo, Cavagnolo, Brusasco, Verrua Savoia, Monteu da Po. I legami non sono soltanto geo – fisici ma anche da natura religiosa (ad esempio gli appena citati comuni della Città Metropolitana torinese appartengono alla Diocesi di Casale Monferrato), storica, socio – economica. Altra comunanza, di dimensioni ancora più vaste, è il governo delle acque. Tutti questi centri sono serviti dalla rete dell’Acquedotto dei Comuni del Monferrato, proprietà di un Consorzio che ha sede a Moncalvo. Sotto l’aspetto turistico la Valcerrina ha una peculiarità: il suo territorio, nell’accezione più ampia, pur ricco di bellezze naturali, artistiche, architettoniche, di pievi e castelli, costituisce uno dei circuiti più suggestivi di turismo minore a livello sia regionale che nazionale, una terra per larga parte ancora tutta da scoprire e da valorizzare pienamente nel suo complesso, con potenzialità ancora inespresse. E sono moltissimi i richiami, con la storia, la cultura, l’arte, le personalità che hanno deciso nel tempo di farne il loro “buon ritiro” senza che questo avesse avuto la risonanza (e di conseguenza il volano per un incremento sensibile della domanda turistica) che altri luoghi d’Italia hanno avuto. Natura incontaminata, borghi, chiese, pievi e castelli, luoghi della memoria, sono altrettante occasioni per conoscerla nel suo insieme andando a superare quelli che sono stati i due grandi limiti della sua crescita: da un lato l’eccessivo campanilismo che spesso non fa vedere “al di là della propria corte” e che, accompagnato da una naturale riservatezza tutta piemontese, non ha certamente giovato alla promozione del territorio, dall’altro l’archetipo che in questo territorio “ si mangia e si bene bene”, quasi che l’aspetto enogastronomico fosse il solo vettore di turismo. Certamente i vini che vengono prodotti sono di ottima qualità, come tante altre specialità locali, ci sono molti locali, ristoranti, agriturismi, trattorie, nei vari comuni ma, va ribadito, l’enogastronomia non è l’unico motivo per venire in Valle. Di qui l’intenzione di fare conoscere, attraverso una serie di articoli che non seguono un ordine determinato (ma che troveranno una sistemazione al termine del progetto) quelli che possono essere gli elementi di interesse storico, ambientale, architettonico, artistico della Valcerrina in modo che chiunque voglia passare una giornata lontano (ma al tempo stesso vicino) dalla città possa trovare dei motivi per incontrare un territorio che si trova incuneato anche tra ben tre siti Unesco (il Sacro Monte di Crea, Langhe-Roero e Monferrato e Collina Po) senza però farne parte. L’auspicio è che attraverso questi scritti, che saranno contraddistinti settimanalmente dalla rubrica “VALCERRINA SCONOSCIUTA”, resi possibili grazie alla sensibilità delle Edizioni Best e de “Il Torinese.it” si possa contribuire ad una crescita della conoscenza di tutta la Valcerrina.

 

Massimo Iaretti