L’uomo e il suo mistero

Abbiamo compreso tutto della nostra vita? Quale il significato del nostro comparire, evolvere, per scomparire di nuovo, dopo un periodo più o meno lungo di permanenza nella dimensione fisica in cui ci veniamo a trovare?

Domande che, da sempre, assillano l’umanità e a cui non è ancora stata trovata una risposta; quesiti che hanno portato un numero sterminato di studiosi a formulare le teorie più singolari riguardo il lato più nascosto delle nostre esistenze, teorie in cui è stato raccolto e esaminato tutto quanto non era stato possibile inserire nell’ordine di eventi dimostrabili razionalmente, non prima di avere selezionato e escluso quanto riconosciuto come frutto di antiche superstizioni o di pura fantasia.
Eppure ci sono branche di studio, non riconosciute dalle istituzioni classiche, capaci di avere suscitato correnti di pensiero diffuso a livello planetario, così potenti nella loro contrapposizione con la Scienza Ufficiale, da avere alimentato la produzione di un numero incredibilmente elevato di volumi scritti da Maestri il cui sapere è indubbio, come indubbie sono le capacità artistiche dei pittori che illustrano antichi saperi, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, il cui scopo è quello di tentare di comprendere cosa vi sia nella dimensione spirituale della nostra esistenza, avvertita con differente intensità individuale dalla popolazione dell’intero pianeta, che prova con tecniche differenti, quali le preghiere, le cerimonie e riti di ogni genere, a stabilire un contatto per potersi garantire una crescita individuale che non sia solo legata alla materialità.

Uno di questi studi, fra i più misteriosi, è rappresentato senza dubbio dall’Alchimia, un termine che, nel passato, dava adito a insinuazioni poco lusinghiere e che veniva affrontato talvolta a rischio della propria vita, poiché chi si occupava di una simile tematica poteva venire bollato di eresia e condotto al rogo. Per comprendere appieno quali possano essere i motivi di tanto rigore è necessario cercare di esaminare il mondo con la mentalità delle generazioni che ci hanno preceduto che, di certo, non godevano dei privilegi tecnologi e scientifici da cui la nostra vita e il nostro apprendimento sono stati facilitati. Cominciamo, dunque, ad affrontare la questione chiedendoci come nasca e che senso abbia l’alchimia oggi, dopo tutte le scoperte scientifiche, dopo tutto quello che è successo nel corso dei secoli. Quando ha inizio lo studio dell’Alchimia, che cos’è l’Alchimia, da dove arriva questa misteriosa Alchimia?
Qualcuno sostiene che sia di origine cinese. Non si sa con certezza da dove provenga. I primi testi, i più antichi testi che possediamo di alchimia, sono di origine greco-alessandrina e risalgono al secondo secolo d.C. Sono legati a una particolare visione filosofica che si usa chiamare Ermetica. Sono già legati a un particolare tipo di simbolismo, a un particolare tipo di tradizione, a un preciso tipo di linguaggio, che si mantiene costante nel tempo, fornendone la sua prima caratteristica. L’alchimia è, dunque, indifferente al tempo. Prendiamo un testo di alchimia del 200 avanti Cristo e ne prendiamo uno del 1800 o del 1900, il simbolismo è lo stesso, l’insegnamento il medesimo; sono trascorsi 2000 anni e nulla è cambiato. Possono essere mutati gli insegnamenti da un punto di vista formale. Possiamo mettere a confronto antichi testi egizi e testi francesi del 1800, ma si potrà notare che vengono utilizzati lo stesso tipo di linguaggio e lo stesso tipo di fraseologia. Ogni autore può presentare un suo particolare modo di porgere il messaggio, di offrire il proprio insegnamento ma, sostanzialmente, noi ritroviamo ovunque lo stesso tipo di simbolismo, lo stesso tipo di dottrina.

L’alchimia non è localizzata solo nel mondo mediterraneo, anche se si parla molto di più dell’alchimia occidentale, perché è quella che conosciamo più da vicino, ma troviamo testi di alchimia in Cina, specialmente applicata alla tradizione Taoista, che risalgono all’incirca a un’epoca di poco precedente l’era cristiana e anche questi presentano una simbologia che si mantiene costante nel tempo. Disponiamo di testi di alchimia anche nella tradizione indiana. Libri dedicati al suo studio sono presenti nel mondo musulmano, specialmente di tradizione sciita e di nuovo incontriamo lo stesso linguaggio, lo stesso simbolismo e la stessa fraseologia. L’alchimia è indifferente allo spazio. Ovunque ritroviamo lo stesso linguaggio, lo stesso insegnamento, la stessa fraseologia, lo stesso simbolismo e risulta interessante notare che è indifferente alla cultura del luogo, in particolare è indifferente alla religione. L’alchimia Taoista, l’alchimia egiziana, l’alchimia musulmana sono sicuramente inserite all’interno del linguaggio culturale del loro rispettivo luogo. Evidentemente gli alchimisti cristiani sono profondamente cristiani, gli alchimisti musulmani profondamente musulmani, gli alchimisti Taoisti sono profondamente Taoisti, ma sono prima di tutto alchimisti. Sicuramente l’origine è nei templi egizi, migra nel mondo romano e ne segue le sue vicende fino alla decadenza, alla sua scomparsa. Secondo secolo: per un po’ quel poco di alchimia che resta lo si ritrova a Bisanzio.

E a un certo punto anche da Bisanzio fugge, ci sono dei problemi in Occidente, che toccano anche l’intero mondo orientale e l’alchimia sopravvive per lo più in Persia. Gli Arabi scoprono l’alchimia che risorge di nuovo, traducono i testi dal greco, la importano a Damasco, nel Marocco, in Egitto, in Spagna e, intorno all’anno 1000, si ha l’incontro degli occidentali con i musulmani e le crociate, che sono anche un grande momento culturale, tale da permettere il ritrovarsi di civiltà diverse, di incontro specialmente fra le cavallerie religiose mistiche che riportano l’alchimia in Occidente. Come prima cosa traducono i testi arabi in latino e poi producendo i testi in originale. E’ questo l’inizio della grande storia dell’alchimia occidentale, rappresentata da personaggi carismatici come Arnaldo da Villanova, Raimondo Lullo, San Tommaso d’Acquino, Alberto Magno, che era suo maestro e così via. Dopo alterne vicende e diverse migrazioni, l’Alchimia approda in Italia e il paese di elezione in cui si sviluppa l’alchimia diventa la Germania del 1600. Tanto per avere un’idea di quello che capita in Germania, specie alla corte di Rodolfo d’Asburgo nel ‘500, è opinione comune che vi fosse un alchimista in ogni angolo del suo palazzo tanto che, nel 1600, in Germania vennero pubblicati qualcosa come ventimila testi di alchimia.

Disgraziatamente la Germania rimase coinvolta in una guerra, la Guerra dei Trent’anni, da cui deriverà una desolazione terribile. Alla fine dei trent’anni rimarrà vivo un terzo dei tedeschi. Infine finisce questa grande epoca storica, una delle ultime nella tradizione ermetica dell’Occidente e l’alchimia non cresce più, divaga. Nel ‘700 vive una vita sicuramente immaginifica, legata a tutta una serie di sette, ma ormai via via depauperata.Nell’800 la cultura dominante scientista e positivista la dichiara morta quando in Francia,
verso la fine del secolo, viene pubblicato un libro a cui Balzac dedica un romanzo, ispirato a tale lavoro. Poi, all’inizio del ‘900, quando ormai si ritiene che l’alchimia sia definitivamente cancellata dalla memoria degli studiosi, all’inizio del secolo scorso, fa la sua comparsa un testo che, almeno in certi ambienti, è ben conosciuto, anzi vengono pubblicati due testi di un autore misterioso il cui nome è Fulcanelli. I volumi appena pubblicati hanno il titolo, rispettivamente de: “Il Mistero delle Cattedrali” e “Le Dimore Filosofali” , ancora oggi rintracciabili nelle eleganti edizioni delle edizioni Mediterranee.

Questi due volumi sono la prova di come l’antica Scienza sia sopravvissuta al trascorrere del tempo e sia ancora ben presente nel pensiero dei contemporanei, presentandosi in ottima forma. Fulcanelli ha lasciato un unico allievo, Eugene Canseliet, il quale ha tramandato il segreto a poche persone, un gruppo di allievi ormai ridotto ai minimi termini, un chiaro segnale di come, in Occidente, la Tradizione resista e si presenti ancora in ottima forma e venga esaminato, anche se con occhio critico, da personaggi titolati in ogni campo dello scibile, studiosi interessati a tutto quello che riguarda l’arcano principale della nostra vita, ovvero cosa sarà di noi una volta scomparsi dalla dimensione fisica. L’alchimia rientra, a pieno titolo, nella branca di studi in questione e rappresenta solo uno degli aspetti che verrà preso in considerazione e ampliato ni prossimi articoli che saranno pubblicati in questa rubrica, il cui scopo è quello di estendere una conversazione a tutti i lettori interessati a una dimensione sovra fisica dell’essere umano. Nei prossimi articoli verrà esaminato il modo in cui l’alchimia, la cui credenza principale è semplicemente quella di poter ottenere la Pietra Filosofale per trasmutare i metalli vili in oro, sia stata utilizzata, in realtà, per ampliare la coscienza e stabilire un rapporto con il mondo dell’invisibile. Verranno in seguito prese in considerazione altre manifestazioni dello Spirito umano, esaminate anch’esse da persone di grande Cultura, da considerarsi al di fuori di ogni sospetto, studiosi titolati e indipendenti, che cercano di comprendere quale possa essere il significato di tutto quello che siamo chiamati a vivere. Quanto successo negli ultimi anni, l’apertura mentale indubbiamente verificatisi anche in ambienti accademici, è giunta a un punto tale da non lasciare più indifferenti anche i più tenaci fra gli scettici e è questo lo scopo di questa serie di articoli che vuole essere un viaggio verso mondi poco o per nulla conosciuti, suscitando un dibattito con il lettore che si spera possa essere costruttivo.

Rodolfo Alessandro Neri

 

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