LIFESTYLE- Pagina 206

Le antiche arti tra tradizione e innovazione

Accoglienza e convivialità sono le parole chiave che nell’Atelier torinese di Lorella Greco, orafa e designer di bijoux, respiri entrando.

Ad aprire la porta di un mondo magico, sospeso tra tradizione e innovazione, è il sorriso di Lorella che, insieme ad un buon caffè, fa dell’arte del ricevimento un vero e proprio rito irrinunciabile.

L’Atelier di via Vasco 2 è uno scrigno che contiene creazioni uniche, che racchiudono la sapienza di mani artigiane e il gusto per l’imperfetto: un cerchio, una linea, una geometria che, proprio perché imprecise, caratterizzano il concept dell’artista.

La passione di Lorella Greco nasce per caso: impiegata della Telecom a Torino, a quarant’anni si rende conto di avere una creatività dirompente e di non riuscire ad esprimerla con quel lavoro. Decide, così, di buttarsi a capofitto nel progetto che aveva a cuore: riuscire a creare una propria linea di gioielli.

Nel 2013 compra un bancone da orafo e comincia a studiare e produrre pezzi per la storica gioielleria sabauda  Cane, un paio di anni dopo apre un laboratorio in piazza Monastero, a Torino, fino ad arrivare all’Atelier artigianale di lavorazioni in bronzo e ottone di via Vasco, nel centro storico del capoluogo piemontese.

L’esposizione, a due passi dalla Cavallerizza reale, è allestita in un vecchio magazzino di fine Ottocento, probabilmente adibito alla sosta dei cavalli, che conserva un fascino retrò. Il pavimento originale in cementine e gli arredi, scovati nei mercatini che Lorella ama frequentare, sono un vero e proprio esempio di elegante commistione di stili che si sposa armonicamente con creazioni  raffinate ma al tempo stesso facili da indossare.

La cassettiera da tipografo che luccica come fosse nuova ospita la collezione “Antiche arti”, gioielli creati artigianalmente a telaio, proprio come si faceva un tempo. L’idea nasce nel corso di un soggiorno a Longobucco, nella sua amata Calabria, che vanta una tradizione secolare di tessitura a telaio di legno. Unire le vecchie tradizioni all’innovazione nel concetto moderno di gioiello: è questo l’obiettivo dell’artigiana torineseche, con grande passione, ha dato vita a monili davvero straordinari.

L’oro lavorato in minuscole catenelle si sposa perfettamente con la filatura di pregiato cachemire, scintillante lurex o semplice cotone, con un risultato di straordinaria eleganza e raffinatezza. La collezione comprende collane, anelli e bracciali che non possono non essere indossati uno accanto all’altro nei più originali accostamenti cromatici e tessili.

Le borse realizzate in macramè sono un altro assaggio di tradizioni del nostro passato. Pizzo antichissimo, era usato nel Medioevo principalmente per le bordure da corredo e viene lavorato con soli nodi e intrecci. Queste tecniche sono state riprese nelle borse che vanno a braccetto con i gioielli esposti in Atelier: pochi pezzi dai colori neutri e dalle fogge che sembrano senza tempo, un accessorio chic che non può certo mancare nell’armadio di ogni donna.

La gioielleria

Le prime creazioni di Lorella Greco sono state leFedone Materia”, anelli in bronzo, pensati in origine come fedi nuziali, per celebrare i 25 anni di unione con Roberto e diventate poi un vero e proprio must-have.

L’artista si ispira al concetto di “testa-cera”, ovvero l’idea nasce da un’intuizione che viene immediatamente modellata nel cosiddetto processo di “cera persa”. “Le idee migliori – spiega Lorella – nascono proprio quando sto lavorando la cera grezza. Prediligo le linee sinuose, i cerchi, le curve, ma che tutto sia assolutamente imperfetto, perché è un po’ come  con le persone: un difetto è tale se lo si rapporta a un’idea di perfezione, ma sotto un’altra luce questa mancanza può diventare una grande risorsa, una grande bellezza. Un gioiello perfetto non mi parla, un prodotto che appare non ancora finito lascia invece spazio al divenire e può essere tutto ciò che immaginiamo e che più ci affascina”.

Il rapporto umano è un lavoro…

Ciò che colpisce di più di Lorella Greco, oltre alla grande passione che guida le sue creazioni, è il rapporto con le clienti, che spesso diventano amiche, compagne di chiacchiere e di caffè. Lei è pronta a tendere un orecchio e ascoltare la storia di ogni donna che varca la soglia del piccolo cammeo di via Vasco, ognuna porta con sé una storia, un’emozione, un difetto che lei, con la pazienza di chi mette l’anima in quel che fa, sa trasformare in leggerezza, in orpello, in dono. Sì perché basta indossare un orecchino o mettere al dito uno dei suoi anelli per sentirsi una principessa, bella perché imperfetta.

In effetti il gioiello serve proprio ad attirare gli sguardi e le sue creazioni delicate e raffinate non eccedono mai, ma segnano un tocco di originalità in ognuno, un tocco speciale, che difficilmente si ritrova in un mondo così globalizzato, dove il lavoro dell’artigiano viene spesso sovrastato dalle produzioni di massa a basso costo e scarsa qualità.

“Con il lockdown legato al Covid la mia parte creativa – spiega Lorella – ha avuto un blocco. La mancanza di contatto con le persone non mi ha permesso di esprimermi, di socializzare, di condividere qualche momento di confidenza o semplicemente di confronto. Mi ha tolto la continuità. Oggi poter raccontare i miei bijoux a chi passa a trovarmi mi ricarica di energie, mi nutro soprattutto del rapporto con le clienti: la soddisfazione  di vedere una persona affascinata dalle mie creazioni è stimolante e appagante per chi fa questo mestiere. Anche per questo ho deciso di allestire un piccolo gazebo fuori dall’Atelier, per accogliere, tra un caffè e due chiacchiere, chi desidera entrare nel mio piccolo mondo”.

E tra gli ultimi e ricercati arrivi che Lorella ha deciso di ospitare nel suo spazio, si rimane affascinati dalle sete delle sciarpe dell’artigiano siciliano Eugenio Vazzano e dai secchielli in pelle di Red Whale: non resta che fare un salto a curiosare, per rifornire il guardaroba dell’estate!

Daniela Roselli

Escursionisti al San Giors di Piossasco ricordando il giovane Bertrand

Sono passati più di 20 anni ma quella tragedia, a Piossasco e dintorni, la ricordano ancora molto bene. Era il 6 febbraio del 1999: un terribile incendio devastò il Monte San Giorgio a Piossasco e un giovane volontario perse la vita lottando contro le fiamme. David Bertrand, 23 anni, apparteneva alla squadra di volontari anti-incendio (Aib) di Roletto.

Fu avvolto dalle fiamme e morì bruciato vivo. La notizia trovò spazio anche nei Tg nazionali e commosse l’Italia intera. L’allora presidente della Repubblica Scalfaro conferì a Bertrand la medaglia d’oro al valor civile alla memoria. L’incendio divorò in pochi giorni la vegetazione del versante sud del Monte San Giorgio. Il forte vento e la presenza di centinaia di pini, ricchi di resina, favorirono l’estensione delle fiamme e dopo tre giorni di fuoco il panorama mutò radicalmente.
Ma, come detto, i danni non furono solo ambientali. Oggi il Monte è rinato, di nuovo rigoglioso e verdeggiante come prima, e un sentiero ricorda quel ragazzo che non c’è più, un sentiero percorso da molti escursionisti perché il Mont San Giors, a pochi chilometri da Torino, è una meta preferita da gitanti e camminatori. Ed è questo il momento e la stagione per approfittarne. È poco più alto di una collina e da lassù, autentico paradiso per i deltaplanisti, si gode un panorama favoloso sulla pianura e su tutto l’arco alpino, dalle Alpi marittime alle Cozie fino al Monte Rosa. Per arrivare in vetta, 837 metri, è necessario fare un’escursione relativamente facile anche se, in certi tratti, è piuttosto impegnativa. Non bisogna però partire da casa pensando di fare una allegra passeggiata in mezzo a un bosco. Intanto è consigliabile indossare un paio di robuste scarpe da ginnastica o meglio un paio di scarponcini e portarsi dietro una borraccia d’acqua con qualcosa da mangiare strada facendo. Dal centro di Piossasco si sale a San Vito e si parcheggia la macchina nel piazzale davanti alla chiesa o nei dintorni sperando di trovare posto. Per un breve tratto la strada è asfaltata e poi diventa un sentiero che sale alla Croce dei Castelli. Il percorso mette a dura prova gambe e muscoli ma per fortuna non è l’unico tragitto per arrivare al traguardo. La fatica si fa sentire. Dopo pochi chilometri di ascesa è facile incontrare qualcuno che abbandona e torna a valle. La salita è stretta, accidentata e decisamente ripida, in particolare la prima parte. Ci sembrerà di trovarci proprio su una vera montagna tra larici, pini e lecci. Il cammino fino alla vetta non è dei più semplici e bisogna fare attenzione ai cartelli dei sentieri e alle tacche di vernice su pietre e alberi. Il tratto è lungo una decina di chilometri ed è possibile fare delle pause approfittando di piacevoli aree di sosta con tavoli e panchine per un pic nic ma non ci sono fontanelle. Portare una riserva d’acqua è quindi più che raccomandabile. C’è comunque una salita alternativa, meno faticosa e alla portata di tutti. Dalla chiesa di San Vito si imbocca via Monte Grappa fino a raggiungere una vecchia caserma. A quel punto la strada diventa sterrata, si sale dolcemente e si arriva in vetta passando per il Colle della Serva. In cima al monte, oltre a una chiesa romanica del X secolo, si trova un’alta croce e quasi sempre staziona un gruppo di appassionati di volo con parapendio e deltaplano. Monte San Giorgio è frequentato anche d’inverno: numerosi sono infatti i ciaspolatori che si avventurano da queste parti nei mesi freddi. Per gli appassionati di mountain bike si percorre invece lo sterrato che passa accanto alla chiesetta di San Valeriano e raggiunto il colle della Serva a 728 metri si sale alla cima con vari tornanti lungo il versante nord. Al giovane Bertrand è stato intitolato un sentiero che parte da Roletto, il paese di David, attraversa il parco del Monte Tre Denti-Freidour, la montagna di Cumiana, e giunge alla località Casa Martignona nel parco Monte San Giorgio dove il ragazzo perse la vita.
Filippo Re

Il bambù a tavola

TREND FOOD & BENESSERE: CON LE RICETTE DEI GRANDI CHEF

 

Dal germoglio ai prodotti da forno, come grissini e taralli, fino ai prodotti freschi come il caciocavallo, senza dimenticare the ed estratti: il bambù Alma Italia al centro dell’alta cucina con le ricette di Imma Ferraro

 

Classificato fra i primi 5 superfood al mondo, il bambù è considerato uno dei cibi del futuro poiché a basso contenuto di grassi, buona fonte di fibre, proteine e di aminoacidi. In primavera prende il via la produzione del germoglio di bambù, ricco di sostanze nutritive, per il trend food & benessereDalla terra alla tavola, oltre 60 ettari di bambuseti Alma Italia portano il bambù al centro delle nostre tavole, con le ricette di Imma Ferraro.

Sono oltre 200 le specie di bambù commestibili a fronte delle oltre mille esistenti da ricordare anche in occasione della giornata mondiale della biodiversità del 22 maggio. Tra queste, è la Phyllostachys edulis, più conosciuta come bambù gigante o Moso, la specie scelta per la coltivazione delle oltre 72 mila piante di bambù dell’azienda torinese leader nel settore della green economy Alma Italia, sparse fra Piemonte, Emilia Romagna e Puglia.

Dalla terra alla tavolaAlma Italia porta i prodotti biologici di bambù derivati dalle proprie colture – rigorosamente senza utilizzo di pesticidi e agenti chimici nei campi – direttamente nelle nostre cucine grazie a Bambùbio, il ramo dell’azienda specializzato nella filiera alimentare dei prodotti.

Un alimento che si inserisce sempre di più nelle nuove tendenze food verso un’alimentazione che unisce al gusto, il mangiare sano. Un trend sempre più diffuso anche sui social, come citato anche nell’articolo di BBC che indica quanto gli asiatici abbiano instagrammato e fotografato ricette a base di bambù nel 2020, con un aumento del 4.850 %, proprio nel periodo di pandemia globale da Covid.

Bambubio porta così il bambù al centro delle ricette degli chef come Imma Ferraro, che sceglie la farina di bambù e il suo elevato apporto di silicio organico per i tanti prodotti da forno, dalla ricetta della pizza alle malelingue, ma anche per grissini e taralli, oltreché per le farciture con prodotti freschi di formaggi vaccini derivati dalla coltivazione di bambù come il caciocavallo, fino agli sfiziosi dessert con la ricetta del “Bambùdino” guarnito, che al posto del caramello, è guarnito di golosissima e salutare confettura di ciliegie e bambù. Che sia fritto, stufato, saltato, sott’olio o aggiunto all’impasto, il sapore neutro del bambù, dalla consistenza croccante e simile all’asparago o al carciofo, apporta infatti una consistenza gradevole al palato, senza modificare il gusto, così da valorizzare tanti piatti e ricette, ricco di diverse interpretazioni.

Definito dalla Punjab University, in India, come uno dei cibi del futuro, è in particolare il germoglio di bambù ad essere una valida risorsa in cucina a livello nutrizionale che, oltre ad essere ricco di proteine, carboidrati, amminoacidi, minerali, fibre, potassio, calcio, zinco e vitamine (A, B6, E), si adatta a tutti i tipi di cottura e conservazione.

È in primavera che prende il via la raccolta del germoglio di bambù: per soli due mesi l’anno, da Marzo a Maggio, si interviene sui campi con una piccola zappa in modo da non rovinare l’habitat della pianta (rizoma) e senza danneggiare il resto della coltivazione. Si raccoglie tutti i giorni, per ripetute settimane, stimando all’incirca 1 kg di prodotto per metro quadro. Un ettaro di un bambuseto maturo può infatti produrre ogni anno oltre 8000 kg di germogli freschi.

Nei restanti mesi, la stessa tipologia di bambù dalla foglia commestibile dà vita anche a  tisane, essenze, estratti. Fra i tanti altri prodotti da consumare tutto l’anno, oltre ai germogli sott’olio, le confetture, la farina di bambù per grissini e taralli, anche i prodotti freschi come caciocavallo e cacioricotta, fino a brindare con il bambù, grazie alla birra artigianale a bassa gradazione alcolica e bassa gasatura, rifermentata in bottiglia, che presenta un sapore avvolgente grazie all’utilizzo di bambù, note di mango e maracuja.

Domenico Fortunato, Socio Fondatore del Gruppo Alma afferma: “Il bambù è da sempre apprezzato in Oriente, la cucina asiatica fa infatti quotidianamente largo uso del bambù. In occidente, abbiamo assaporato il bambù nelle lunghe cotture al vapore dei ristoranti cinesi, conosciuto i germogli o “cuori di bambù” nei ristoranti giapponesi grazie alla zuppa di miso, fino alla foglia di bambù utilizzata come guarnizione ornamentale per servire il sushi. Il bambù è però un alimento salutare e interessante, non solo per dare un tocco d’Oriente ai propri piatti. Da qui nasce l’idea di pensare il bambù al centro dei piatti dei grandi chef e nell’alta cucina. Dopo numerosi studi e approfondimenti – aggiunge Domenico Fortunato  –  oltre a favorire le funzioni antibatteriche naturali, antivirali e antiossidanti del nostro organismo, il bambù è un alimento dall’alto valore nutrizionale, considerato un baluardo per le ossa in quanto ricco di calcio, ferro, zinco e per l’elevata quantità di silicio organico, un valido alleato alla lotta contro l’invecchiamento della pelle. Ha un basso contenuto di grassi, buona fonte di fibre, proteine e di aminoacidi (8 dei quali essenziali per il nostro organismo). Un toccasana per la salute, adatto ai nuovi trend food & benessere.”

 

Tra le Nuvole, un profumo per sognare

Profumo di luoghi inesplorati, dove la fantasia trascolora nelle realtà e rivela un cielo illuminato dal desiderio di una nuova primavera.

Tra le Nuvole, la prima fragranza di Nina tra le Nuvole, porta con sé tutta la magia delle stelle. Persistente allo stesso tempo leggera, proprio come l’anima delle donne, con note eteree ma anche indelebili, che vanno dall’apertura fresca ed agrumata, al cuore vanigliato fino a terminare nella nota di fondo del Palo Santo. Molto più di un profumo: Tra le Nuvole è una dichiarazione d’amore per la vita da parte di una donna grintosa e glamour, ma al tempo stessa di tendenza, romantica, raffinata e fashion.

La fragranza esce sul mercato ‘per completare’ la collezione Nina tra le nuvole, bijoux realizzati a mano, tutti Made in Italy.
Più che bijoux, più che preziosi, i gioielli di Nina sono scintille di magia. Magia che si ripete ora con l’eau de parfum Tra le Nuvole,
Il brand Nina tra le Nuvole è nato e cresciuto a Torino: e torinese e al femminile è anche l’intera filiera di realizzazione di questa eau de parfum. Infatti Tra le Nuvole è stata realizzatain collaborazione con Diletta Tonatto, guida della maison torinese Tonatto profumi, eccellenza della profumeria italiana nel mondo, mentre l’illustrazione dell’etichetta e del packaging sono stati affidati a Elisa Seitzinger (con già all’attivo collaborazioni con il mondo, oltre che dell’editoria, del fashion: vedi i recenti patterns realizzati per Kristina T.).

Tra le Nuvole è disponibile in due formati:
nel flacone da 15ml (formato da borsetta) e 30ml con elegante pompetta vintage.

I prezzi:
15 ml formato da borsetta con tappo a vite eco friendly 34 euro
30 ml con pompetta vintage 52 euro
L’eau de parfum Tra le Nuvole, come tutti i bijoux Nina tra le Nuvole, è acquistabile online su: www.ninatralenuvole.it. Trova i punti vendita su: www.ninatralenuvole.it/rivenditori/

 

Bee the Future: Eataly Lingotto porta in città i semi per le api!

Il progetto, che vede insieme Eataly, Slow Food e Arcoiris, è protagonista dell’Or-TO urbano di Torino Nizza Millefonti e del nuovo Bee Garden, in collaborazione con Green Pea.

Giovedì 20 maggio, in occasione della Giornata mondiale delle apiBee the Future, il progetto nato nel 2018 per tutelare gli insetti impollinatori, si arricchisce di una nuova iniziativa. Dopo aver riforestato oltre 100 ettari agricoli con fiori amici delle api, riparte questa volta dalle città. Il progetto diventa quindi un’occasione per creare una rete fra le diverse realtà cittadine che potranno beneficiare dei nuovi semi biologici selezionati da Eataly in collaborazione con Arcoiris, con l’obiettivo di donarne almeno 10 milioni in tre anni.

Nell’Or-TO urbano di Torino Nizza Millefonti, sul piazzale davanti a Eataly Lingotto, sin dal 2019 ci sono le piante mellifere delle sementi di Bee the future: lo spazio creato da Eataly nel 2017 in sinergia con la Città di Torino e la Circoscrizione 8 per promuovere esperienze di cittadinanza attiva tramite la cura condivisa, è così protagonista centrale da ormai 3 anni di questo importante progetto per proteggere gli insetti impollinatori e di conseguenza il nostro ambiente.

Simbolicamente il 20 maggio, inoltre, sarà aperto al pubblico il Bee Garden – Il Giardino del Rispetto, punto verde vicino all’Or-TO: l’area diventa un nuovo spazio della comunità e amico delle api e degli altri insetti impollinatori, grazie a Eataly Lingotto e con il fondamentale sostegno di Green Pea, il primo Green Retail Park al mondo aperto a dicembre 2020 di fianco al primo Eataly. Progetto coordinato da Orti Alti e curato da Turin Garden, il Bee Garden è dedicato all’amico Andrea Paternoster, fondatore di Mieli Thun venuto a mancare tragicamente lo scorso mese, con il quale Eataly da sempre ha condiviso valori e filosofia e che ha dedicato il suo lavoro alla tutela delle api e della biodiversità.

Prossimo passo per portare Bee the Future sempre di più nella città sarà una collaborazione con il Centro Vaccinale Regionale negli spazi del Centro Commerciale Lingotto Fiere, dove, per rendere ancora più bello un luogo di grande importanza per il territorio, saranno presenti piante e coltivazioni mellifere.

E poi si proseguirà per le strade di Torino, con altri progetti a favore del verde e degli insetti impollinatori.

Ognuno, del resto, può fare la sua parte e sostenere la mission di Bee the Future in ambito urbano. A Eataly Lingotto, infatti, sono acquistabili le bustine di semi Bee the Future che si possono piantare sul proprio balcone o terrazzo: girasole, calendula, lavatera, miscuglio di millefiori e altri meravigliosi fiori amici delle api. E acquistandoli il 20 maggio sarà possibile ricevere in omaggio uno speciale vaso in edizione limitata per piantarli subito. Solo nella giornata di giovedì 20, inoltre, il 10% del valore della spesa effettuata dai clienti di Eataly in negozio e online verrà devoluto a iniziative di riforestazione urbana.

BEE THE FUTURE

Nel 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di designare il 20 maggio Giornata mondiale delle api. Nello stesso anno Eataly, Slow Food, l’azienda sementiera Arcoiris e l’Università di Palermo hanno stretto un’alleanza per creare Bee the Future, un progetto agricolo a favore delle api. Risale al 2018 il primo lancio di Bee the Future che, in meno di tre anni, attraverso gli Agricoltori Resistenti, una rete di oltre 50 produttori e agricoltori virtuosi, ha riforestato oltre 100 ettari agricoli in cinque delle principali aree italiane destinate all’agricoltura intensiva dove, a causa di metodi di coltivazione basati sull’alto rendimento dei terreni, la biodiversità e le colonie di api stanno particolarmente soffrendo.

L’emergenza non è finita e non si può trascurare l’allarme rispetto alla moria di questi preziosi insetti. Si calcola che l’87,5% delle piante spontanee a livello globale (circa 308.000 specie) dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la fecondazione. Mentre la produzione di oltre tre quarti dei principali tipi di colture alimentari a livello mondiale beneficiano dell’impollinazione degli insetti (fonte FAO).

Per la prima volta in Italia, un concorso dedicato ai grandi lievitati salati artigianali

Per la prima volta in Italia, un concorso dedicato ai grandi lievitati salati artigianali.

 

Giovedì 20 maggio, si terrà a Torino il primo contest gastronomico nazionale incentrato sui grandi lievitati salati. Il concorso è aperto a tutti i Pastry Chef lievitisti italiani che vogliano mettersi in gioco, presentandosi davanti ad una giuria tecnica di grande di prestigio per sfoggiare la propria creatività.

 

Il panettone salato è noto come la versione più adatta per essere consumata come aperitivo o antipasto. Si tratta di prodotti lievitati salati che possono presentare una leggera nota dolce, come la pasta brioche, da servire con un bicchiere di bollicine o in abbinamento a formaggi, salumi e salmone affumicato. È una soluzione intrigante che apre anche ad usi alternativi del lievitato all’interno di un menù completo oppure da utilizzare come amouse-bouche, canapè o base per tramezzini e toast.

 

Con l’ideazione di questo concorso, Dettagli, agenzia di eventi torinese, famosa per i suoi appuntamenti culinari, ambisce a decontestualizzare il panettone dal periodo natalizio, stravolgendone la dolcezza e avvalendosi dell’estro dei pasticceri italiani, che vengono così spronati a valorizzare le eccellenze dei prodotti dei loro territori. Le condizioni necessarie per partecipare sono: non trascurare mai il rituale della lievitazione e una selezione di materie prime solo di altissima qualità.

 

Il concorso verrà ospitato nella sale del prestigioso Hotel Principi di Piemonte, dove la giuria tecnica, composta da grandi protagonisti del panorama food italiano, lavorerà per giudicare le proposte dei Maestri lievitisti che, da tutta Italia, presenteranno a Torino le loro creazioni.

 

In giuria: Giovanni Dell’Agnese, presidente Associazione di categoria EPAT, vice presidente ASCOM di Torino e provincia, lievitista e titolare di pasticceria; Massimiliano Prete, ristoratore, lievitista, docente presso CAST ALIMENTI, presso l’Università della Pizza e presso l’Università di scienze gastronomiche, di Pollenzo; Alessandro Mecca, Chef stellato del ristorante SPAZIO 7, ospitato all’interno della Fondazione Sandretto; Leo Risier, giornalista di Repubblica, responsabile eventi Slow Food per Piemonte e Valle d’ Aosta e Nadia Afragola, giornalista, copywriter, Social Media Manager e Digital Pr, già collaboratrice tra gli altri di: Italia a Tavola, Italian Gourmet e Il Panificatore.

 

 

Al Mirafiori Motor Village domenica green gratuita dedicata ai bambini

Il Mirafiori Motor Village di Piazza Cattaneo si tinge di verde e organizza una domenica green gratuita dedicata alle famiglie e ai bambini. Perché la sfida della nuova mobilità va nella direzione della sostenibilità e non c’è futuro che non parta dalle nuove generazioni.

Domenica 16 maggio la grande terrazza del Mirafiori Motor Village si trasformerà in un vivaio a misura di bambino: i piccoli partecipanti saranno coinvolti nella realizzazione di un MINI TERRARIUM, un vero e proprio ecosistema autosufficiente in miniatura in cui l’ossigeno emesso dalle foglie attraverso la fotosintesi diurna viene utilizzato dalle piante per la respirazione, mentre le foglie che invecchiano e cadono contribuiscono a concimare il terreno.

Ogni bambino sarà dotato di un kit workshop completo di strumenti e decorazioni e porterà a casa con sé il proprio mini giardino sotto vetro realizzato durante il workshop.

Il laboratorio è dedicato ai bambini tra i 5 e i 9 anni e ha una durata di 45 minuti circa.

Per iscriversi ad uno dei 4 turni (10 – 11,30 -15 – 16, 30) sarà necessario consultare la pagina Facebook del Mirafiori Motor Village. https://www.facebook.com/MirafioriMotorVillage

Il laboratorio si svolgerà in totale sicurezza, nel pieno rispetto delle normative anti contagio e del distanziamento sociale. Gli arredi e tutti i materiali impiegati nello svolgimento dei laboratori saranno sanificati ad ogni turno.

Partecipazione gratuita su prenotazione sino ad esaurimento posti.

Per maggiori informazioni è possibile telefonare al numero: 035-3230714.

 

 

Susa, giardino a cielo aperto con Agriflor

Domenica 16 maggio, dalle 9 alle 19, Via Palazzo di Città, nel cuore della cittadina piemontese, si trasformerà in un giardino a cielo aperto ospitando le eccellenze floreali dei migliori vivaisti piemontesi e alcune specialità dei piccoli produttori agroalimentari

SUSA SI FA “GREEN” CON LA PRIMA EDIZIONE DI AGRIFLOR

Dopo aver conquistato Torino, diventando un irrinunciabile appuntamento mensile, il mercatino di Agriflor arriva a Susa con la promessa di riempire di colori e profumi il centro della cittadina piemontese.

Saranno intorno alla trentina infatti i vivaisti e i piccoli produttori che metteranno in mostra le proprie eccellenze floreali e agroalimentari, domenica 16 maggio, dalle 9 alle 19 nella centralissima Via Palazzo di Città, per una giornata all’insegna di fiori, piante e bellezza.

Come avvenuto tutte le edizioni torinesi, Agriflor sarà organizzata in totale sicurezza, con il controllo delle temperature, ingressi scaglionati e contingentati e con la garanzia e il controllo del giusto distanziamento tra i banchi e tra le persone per evitare assembramenti.

Nata da un’idea di Società Orticola del Piemonte, già organizzatrice di Flor a Torino e di numerosi eventi floreali in tutta Italia, Agriflor è un’occasione molto importante per i florovivaisti e i piccoli produttori piemontesi di mettere in mostra le proprie varietà ed eccellenze, in una situazione estremamente complessa per le loro attività a causa delle limitazioni imposte alle loro attività nell’ultimo anno e mezzo.

Saranno variegate le bellezze “floreali”, provenienti esclusivamente dal Piemonte, che si potranno ammirare e odorare girando per i banchi di Agriflor: dalle aromatiche ai bonsai, dalle rose alle peonie fino a una grande varietà di coloratissime orchidee. Un piccolo focus sarà poi dedicato alle piante di montagne, con protagonisti alcuni vivaisti della Val di Susa come, per esempio, il vivaio Piantagrane di Susa.

Un vero e proprio tripudio di colori per allietare il pubblico amante della natura e delle piante. Insieme alla proposta florovivaistica, Agriflor ospiterà anche alcune eccellenze agroalimentari piemontesi con i prodotti tipici del nostro territorio, come i formaggi, il miele, vino, grappe e genepy, ma anche le farine e i biscotti.

Dal reale al virtuale, sempre sotto il segno dei fiori. Per scoprire il sempre più ampio e rigoglioso mondo florovivaistico di FLOR, infatti, tutti gli appassionati potranno continuare a collegarsi su eflor (www.eflor.it) la prima piattaforma floreale italiana che mette in contatto gli amanti del verde con gli esperti del settore e i florovivaisti.

Un luogo di incontro virtuale dove sarà possibile “visitare” i vivai, ammirare le foto delle piante, conoscere tutte le loro caratteristiche, scambiarsi opinioni “green”, chiedere suggerimenti e, naturalmente, acquistare fiori di ogni tipo ma anche oggettistica per il giardinaggio, libri, sementi e prodotti naturali, decorazioni per la casa e il giardino.

Ad Agriflor aprile sarà presente un banco eflor dove poter ritirare le piante ordinate sulla piattaforma e fare quattro chiacchiere con gli organizzatori per avere suggerimenti e farsi indirizzare verso la pianta migliore per le proprie esigenze.

Organizzato da Società Orticola del Piemonte, Agriflor Susa ha ricevuto il patrocinio della Città di Susa.

A Moncalieri riapre “Casa”

Dal 14 maggio la catena di negozi di arredamento CASA ha riaperto il punto vendita di Moncalieri, che tornerà ad accogliere i suoi clienti con un look rinnovato.

CASA Moncalieri riparte con uno store concept tutto nuovo e un assortimento studiato a tre stili di tendenza. Lo scorso anno CASA Italia ha rinnovato molti punti vendita sparsi nella penisola, nell’ambito del progetto CASA 20.20, lanciato nel 2017 con il proposito di dare nuova ispirazione ai propri clienti. Il nuovo look è stato apprezzato dalla clientela italiana facendo vincere all’azienda il premio Insegna dell’Anno 2020-2021 nella categoria Articoli per la Casa. La riapertura di Moncalieri segue, nel 2021, quelle di Biella, Orvieto, Fano, Bassano del Grappa, Muggia e Gioia Tauro in un anno ricco di novità per CASA.

CASA Moncalieri
Centro Commerciale Porte di Moncalieri
Corso Savona 69
10024 Moncalieri
Su di noi
CASA è una catena di ne

Estate sulle punte allo Studio Danza Ieva

Riaprono i teatri e ritorna in scena anche la danza,  non soltanto sui palcoscenici, ma anche nelle scuole di danza torinesi, per dare l’opportunità ai bambini, che hanno trascorso un anno di pandemia, di poter passare ore insieme, condividendo laboratori di danza e di gioco.

“Sarà un’occasione nuova – spiega Anna Maria Ieva , titolare dell’omonima scuola di danza – e un’opportunità agevole che le famiglie avranno perché i loro bambini possano essere seguiti nella nostra sede dal mattino alla sera. Gli insegnanti che li seguiranno sono tutti diplomati e certificati; questi incontri non si rivolgono solo ai bambini che studiano danza, ma a tutti coloro che abbiano piacere di provare un’esperienza unica e nuova, come l’ascolto della musica, la possibilità di partecipare ai laboratori e di costruire coreografie”.

“La nostra – aggiunge Anna Maria Ieva –  è un’associazione che si propone di far sviluppare il gusto del bello, della danza e dell’arte, colta a 360 gradi. I laboratori saranno di danza creativa, moderna, hip-hop e yoga, rivolti ai bambini delle scuole elementari e medie, maschi e femmine. Ci sarà inoltre l’opportunità di far fare loro i compiti delle vacanze. Durante la settimana si svolgeranno laboratori e attività di danza all’aperto presso il parco di piazza d’Armi, poco distante dalla nostra sede di via Elba 10”.

Mara Martellotta

Orari entrata ore 9, uscita ore 17.30

Sarà garantito un servizio di pre  scuola dalle ore 7.30

Il pranzo al sacco per chi desidera sarà fornito a parte al prezzo di euro 20 dalla torrefazione principe di via Tripoli

Settimane  14/18 giugno. 21/25 giugno , 28/2 luglio, 5/9 luglio