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Una maratona di 30 ore di tatuaggi è quella che sta per prendere il via nel weekend all’Inalpi Arena di Torino.
Dal 27 al 29 settembre torna Torino Tattoo Convention: più di 400 tatuatori da tutto il mondo, live show, dj set, contest e tutte le ultime novità a tema dedicate ai 15.000 appassionati attesi alla kermesse. Tre giorni ricchi di inchiostro e divertimento per un evento rumoroso e affascinante, dedicato a tutti gli ink-addicted, ma anche a tutti i curiosi che vogliono respirare un’atmosfera fuori dagli schemi. Annoverata tra le dieci fiere migliori in Europa e tra le tre migliori in Italia, la Torino Tattoo Convention rappresenta ancora una volta un’occasione imperdibile per vedere all’opera oltre 400 grandi maestri dell’inchiostro e per farsi realizzare un tatuaggio da professionisti internazionali, dalla Polonia alla Cina, dal Giappone al Canada. Maori, fine line, realistico, old school, blackwork, ad ognuno il suo tatuaggio… Attesissimi i contest dedicati ai tattoo. Vere e proprie competizioni per premiare i tatuaggi più belli realizzati in convention. Novità di quest’anno il grande spazio dedicato a manga, comics e anime: un mondo molto vicino a quello del tattoo che spesso ne ispira i soggetti. E proprio a tema anime sarà anche la performance di show-cooking e narrazione di chef Carlo “Ojisan” Mele, meglio conosciuto come maestro e storico del ramen, che collabora con Accademia L’Estetica Torino, impegnata nella formazione professionale dei tatuatori. Si tratta di un momento live in cui la cucina degli anime giapponesi incontrano il tattoo in un mix di storia, richiami, racconti, disegni e cucina dal vivo. |
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TATTOO MANIA. È L’ITALIA IL PAESE PIÙ TATUATO AL MONDO
Nata come antica tecnica di decorazione corporea, oggi il tatuaggio è un trend e un fenomeno sociale che non accenna a diminuire: secondo le più recenti ricerche l’Italia è il paese «più tatuato» del mondo seguita dalla Svezia (47%) e dagli Usa (46%). Il 12,8% della popolazione ha almeno un tatuaggio. Questo il dato emerso da un’indagine condotta dall’Istituto superiore di sanità (ISS) sulla diffusione dei tattoo e piercing nel nostro Paese. Una moda ma anche vera e propria espressione artistica che unisce chi tatua e chi viene tatuato nell’esigenza di esprimere sé stessi, utilizzando la pelle come una pagina bianca dove poter scrivere in modo indelebile ricordi e momenti importanti. OSPITI DA TUTTO IL MONDO PER UNA DELLE CONVENTION PIÙ IMPORTANTI D’EUROPA Nel 2024, mentre si celebrano i 700 anni dalla morte di Marco Polo, anche la Torino Tattoo Convention rende omaggio alla Cina. Attesissimi gli artisti in arrivo, vere e proprie star del tattoo: hanno scelto di fare tappa a Torino Henry Chan, protagonista di un vero e proprio tour europeo e atteso anche a Parigi e Barcellona, e Hamno, anche lui in un tour europeo, famoso per i suoi incredibili lavori che trasformano i corpi in tele per disegni ispirati all’antica arte cinese. TECNICHE E TENDENZE IN MOSTRA A TORINO Tattoo old school, new school, giapponesi, tribali, realistici o in stile lettering… Tra le tendenze più in voga il fine line, disegni a linee sottili che hanno conquistato star di prima grandezza come Hailey Bieber, Zoë Kravitz, Yara Shahidi e Hilary Duff. A differenza dei tatuaggi tradizionali, più spessi e pesanti, che li hanno preceduti, i tatuaggi a linee sottili sono diventati lo stile preferito da chiunque voglia aggiungere un disegno delicato o minuscolo alla propria collezione. Le linee sottili non hanno solo un aspetto diverso dagli altri stili di tatuaggio, ma sono anche tecnicamente diverse. Un tatuaggio fine-line è fatto con un singolo ago per creare un contorno molto sottile, in contrasto con il tradizionale contorno in grassetto. I tatuaggi ultrafini sono spesso paragonati a gioielli e brillano nei punti in cui di solito ci si accessoria, come il polso, le dita, le orecchie, il collo e così via. Sono molto amati perché aggiungono, ma non distraggono e sono un’ottima scelta se si è alla ricerca di tatuaggi delicati e leggeri. I soggetti più amati? Sicuramente a tema green. C’è voglia di natura, di sostenibilità, di “Madre Terra” in tutte le sue forme. Da sempre l’arte del tatuaggio, un po’ come una cartina tornasole del periodo storico in cui viene realizzata, esprime i desideri e gli impulsi più profondi dell’uomo. Quest’anno la tendenza botanical, la stessa che ha invaso le passerelle di moda, vestito gli influencer e arredato le nostre case, fiorisce anche sulla pelle di chi sceglie di farsi un tatuaggio. Un fiore, una foglia o un albero.
“È finito il tempo in cui i tatuatori proponevano i book con i disegni tra cui scegliere. Tutto adesso è unico. Ognuno vuole raccontare la propria storia. – dichiara Adriano Lodovico Amoretti, in arte Vico, organizzatore della Torino Tattoo Convention – Le tecniche più richieste sono il blackwork, d’impatto, total black, riprende l’acquaforte e le illustrazioni dei libri antichi, e, soprattutto a Torino, il Japanese Style, tornato alla ribalta negli ultimi tempi”. GUEST STAR LA NEWYORKESE KORAL LADNA Il tatuaggio è donna! Le eredi di Maud Wagner, la prima tatuatrice donna della storia nell’America delll’800, ormai sono tantissime. Ricercate dalle donne, amatissime dagli uomini, ognuna di loro ha una storia affascinante da raccontare. Attesissima la newyorkese Koral Ladna, proprietaria di Fortune and Love Tattoo sulla 5th Avenue che porterà in convention le ultime tendenze da oltreoceano. Bellissima e determinata, Koral è una mamma single nata in Ucraina che molti anni fa si è trasferita a New York per inseguire il suo sogno e oggi è una delle più richieste tatuatrici della grande mela! Ma la Torino Tattoo Convention delle donne parla anche torinese, con quattro fuoriclasse che apriranno le loro agende per i tre giorni dell’Inalpi Arena; Simona Cordero, esperta di pastel neotrash, Giada Mantione con i suoi tattoo rossi e neri, Giada Yoon, esperta di fine line, e Giulia Laureana. |
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COMICS E MANGA
Per l’edizione 2024 la Torino Tattoo Convention dedica grande spazio a manga e comics: un viaggio dinamico e divertente: un paradiso per gli appassionati. E non mancheranno eventi e spazi dedicati alla passione Cosplay. Nell’elenco dei tatuaggi più amati, soprattutto dai giovani, figurano quelli ispirati ai manga giapponesi. Linee decise e colori brillanti disegnano sulla pelle le trame ricche di significato e filosofia dei film anime e dei videogames. Accanto ai personaggi più famosi come Dragon Ball, Pokémon, Sailor Moon i soggetti del grande maestro Hayao Miyazaki. I cataloghi dei tatuatori di tutto il mondo sono pieni di tattoo ispirati ai manga, da realizzare con differenti tecniche, dallo stile giapponese al realismo all’acquerello. I volti dei personaggi, umani, animali o creature fantastiche, presentano spesso espressioni accentuate, portate all’estremo: occhi sgranati, sorrisi allargati e fronti estese sono incorniciate da capelli stravaganti e dalle tinte fosforescenti. Tra i nomi più attesi Alessia Amoruso da Milano, Gianluca Naclerio da Roma e Sent Tattoo, vera e propria star da più di 40 mila followers. |
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MUSEO DEL TATUAGGIO DI TAURINORUM TATTOO STUDIO
Taurinorum Tattoo Studio Museum nasce da un’idea Fabiano Gastaldo, tatuatore e collezionista. Il tatuaggio è un disegno, un messaggio da mostrare, un segno che ci rende unici, un voto mantenuto o un giocoso souvenir, un simbolo d’appartenenza o una dichiarazione d’indipendenza, una prova d’amore o l’elaborazione di un lutto. Il tattoo è rito, forma, espressione che si ritrovano in qualsiasi epoca e in ogni angolo della terra. La Mostra del Tattoo è allora un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso libri, oggetti e immagini che raccontano la storia del tattoo per spiegare come il tatuaggio si è espresso nel tempo e si esprime ancora oggi nelle diverse culture e tradizioni. In un antico libro di inizio 800 si può scoprire la storia dei tatuaggi del popolo Aida, oggetti dalla Birmania raccontano la storia dei tatuaggi tribali mentre macchinette carcerarie e storiche testimoniano un mondo affascinate ormai scomparso.
TORINO TATTOO CONVENTION 27-29 settembre 2024 Inalpi Arena. Corso Sebastopoli 123. Torino |
Alla scoperta di Torino: via Pietro Micca in questo scatto inviatoci dalla nostra lettrice Lucia Ranieri
Il valore dello sport in montagna, il turismo e l’economia delle terre alte per creare opportunità per i territori montani sono stati i temi al centro della conferenza stampa tenutasi ieri a Valgioie
Sono stati presentati gli straordinari risultati ottenuti con il corso di accompagnatore cicloturistico, 30 iscritti che in virtù dei corsi di formazione attivati da Casa di Carità Arti e Mestieri di Giaveno, offriranno nuove opportunità turistiche attraverso vecchi e nuovi percorsi, sentieri, strade di montagna.
E il 28 e 29 Settembre importanti eventi sono in programma: sarà presente un testimonial eccezionale: Lorenzo Barone, esploratore che ha coperto tre continenti e visitato 64 Paesi e ci parlerà di un nuovo straordinario progetto, in due serate per conoscerlo, a Valgioie e a Giaveno.
Alla conferenza stampa sono intervenuti Fulvio Oberto, consigliere comunale di Valgioie e ideatore del progetto; Stefano Olocco Sindaco di Giaveno, Ylenia Amprino, Vicesindaco di Valgioie, Piermario Giua direttore Casa di Carità Arte e Mestieri, Silvia Badriotto esperta di marketing territoriale e turismo lento con About Valsangone, l’On. Daniela Ruffino e per la Regione il presidente della Commissione Ambiente Sergio Bartoli.
Il calendario degli eventi in programma:
A Giaveno emozioni e ispirazioni di viaggio del giovane esploratore e viaggiatore italiano Lorenzo Barone insieme al regista Paolo Baiocco. E a Valgioie, in un clima di condivisione e amicizia attraverso una cena informale in piazza, dove si cercherà di unire il buon cibo ad una convivialità e la presenza di Lorenzo Barone.
Sabato 28 Settembre 2024, ore 20 Valgioie (TO)
Salone Polivalente del Comune
Borgata Chiapero, 10, 10094 Valgioie TO
Domenica 29 Settembre 2024, ore 17.30 Giaveno (TO)
Piazza Mautino (ex mercato coperto) Giaveno (To)
Ingresso gratuito
1°Appuntamento il 28 Settembre alle 20 presso il Salone Polivalente del Comune di Valgioie. Domenica 29 Settembre ore 17.30 a Giaveno l’evento principale della manifestazione. Insieme al regista Paolo Baiocco si farà un racconto dei Grandi Viaggiatori completato con l’incontro ispirazionale di Lorenzo Barone. Un momento pubblico per conoscere e apprezzare questo avventuriero e la forza del viaggio fisico e interiore.
La Val Sangone si prepara a vivere un momento importante, segno di un traguardo e consapevolezza che il turismo montano e outdoor siano il volano giusto per far conoscere attività e itinerari non ancora valorizzati.
VALSANGONE, UN WEEKEND NEL SEGNO DELLO SPORT ESTREMO CON L’ESPLORATORE DEI TRE CONTINENTI LORENZO BARONE
L’ultimo weekend di settembre in Valsangone promette emozioni nel segno dell’avventura e dello sport estremo. Protagonista della due giorni promossa dai comuni di Giaveno e Valgioie Lorenzo Barone. In meno di dieci anni, l’esploratore, classe 1997, ha coperto tre continenti e visitato 64 Paesi facendo dell’avventura in solitaria la sua vita. Ha trainato la slitta con gli sci attraverso l’Islanda e la Svezia, coprendo 937 km in inverno e pagaiato oltre 500 chilometri in kayak nell’Artico. Ha pedalato per oltre 100mila chilometri, spesso in alcuni dei luoghi più remoti della Terra, con condizioni estreme: dalla repubblica russa di Yakutia, nella Siberia orientale dove il termometro scende fino a 56 gradi sottozero al deserto del Sahara, percorso in Sudan, sotto un solleone che sfiorava i 50 gradi. Ora queste sue sfide estreme sono state raccolte in un libro di Sperling&Kupfer: “Dove finisce l’orizzonte”.
A intervistarlo sul palco della piazza centrale di Giaveno, nel pomeriggio di domenica 29 settembre, sarà il regista Paolo Baiocco. Prima dell’intervista all’esploratore – che parlerà anche del suo impegno per l’ambiente e in difesa dei diritti umani – il regista di Narni si cimenterà in un racconto storico sui “Grandi viaggiatori”. Non solo viaggiatori fisici ed esploratori, ma anche artisti, filosofi, grandi figure del passato che hanno esplorato l’essere umano, la sua psiche e il mondo dell’arte in tutte le sue sfaccettature.
L’appuntamento, a ingresso libero, è per le 17.30. in Piazza Mautino (ex-mercato coperto).
Ma il weekend in Val Sangone comincerà il giorno prima, sabato 28 Settembre, con “A cena con Lorenzo Barone”, evento conviviale sulla piazza principale di Giaveno per valorizzare le eccellenze dell’enogastronomia locale. L’appuntamento è per le 20 presso il Salone Polivalente del Comune di Valgioie. (Prenotazione obbligatoria: Bit.ly/acenaconlorenzobarone)
In settimana Barone sarà ricevuto in Regione dal presidente Alberto Cirio: una cerimonia per arruolare tra i testimonial del Piemonte.
Dice Fulvio Oberto, consigliere di Valgioie e dell’Unione dei comuni e ideatore della manifestazione: «L’obiettivo è dimostrare come i viaggi, la pratica sportiva, l’esplorazione siano fattori di pace, di unione fra i popoli, di integrazione. Ma anche modello di stili corretti di vita. Barone diventerà anche idealmente testimonial della Val Sangone, un’area vocata al cicloturistico e all’outdoor. Ma non solo. La collaborazione del regista Baiocco, che ha lavorato con me all’allestimento della due giorni, apre le porte a potenziali sinergie in futuro con Narni, il paese umbro dove il regista risiede».
La collaborazione Casa di Carità Arti e Mestieri all’evento è frutto dell’impegno per la promozione e valorizzazione del nostro territorio anche grazie al corso “Accompagnatore cicloturistico” che concluderà la prima edizione nei prossimi mesi.
L’organizzazione e la promozione è stata supportata da Silvia Badriotto, esperta di marketing territoriale e turismo lento con Nuovi Turismi e fondatrice del progetto About Valsangone.
Il programma completo e info prenotazioni visibili nel sito: https://www.aboutvalsangone.it/lorenzo-barone-val-sangone-viaggio-nel-mondo-nella-mente/
Al seguente link è possibile scaricare locandina,e foto di Lorenzo Barone: https://bit.ly/lorenzobaroneinvalsangone
Primo appuntamento a Marentino domenica 29 settembre prossimo
Domenica 29 settembre l’appuntamento è a Marentino, in occasione della Fiera del Miele, con una pedalata che avrà come orario di partenza le 10 e un percorso di19 km. Su strade secondarie, strade bianche e sterrati con salite per brevi tratti impegnative. L’escursione si effettua con bici propria, consigliate le MTB, le Ebike e Gravel. Le pedalate sono gratuite con un fee di prenotazione pari a 5 euro devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
Turismo Torino e Provincia, nell’ambito dell’attività di promozione del Distretto del Cibo Chierese e Carmagnolese, con il supporto della città Metropolitana di Torino, ha coordinato l’organizzazione di un calendario di pedalate cicloescursionistichenell’Oltre collina torinese organizzate in occasione delle fiere agricole e sagre enogastronomiche in programma presso i Comuni aderenti.
Gli itinerari sono ideati da Pista! La Blue way piemontese e le tracce dei percorsi sono disponibili sul portale Outdooractive.
Lungo l’itinerario in paese si potranno ammirare casa Zuccala, dimora storica del Seicento, i tipici rebus dipinti sui muri delle abitazioni, per poi dirigersi verso la pregevole chiesa romanica di Santa Maria dei Morti, l’Apiario sperimentale fino all’area a Nord del Lago di Arignano. Al termine della gita, della durata indicativa di sue ore, tappa gourmet allo stand del distretto del Cibo presso la fiera del Miele per assaggiare i prodotti locali.
Per chi ama pedalare vi sarà la possibilità di prolungare il percorso consultando le tracce presenti nell’area. Per chi desidera raggiungere il posto direttamente da Torino con un mezzo sostenibile oltre alla bicicletta è possibile approfittaredell’intermodalità offerta dalle linee dei treni SFM, servizio metropolitano di Torino.
Mara Martellotta
“Devo liberarmi del tempo e vivere il presente,giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante “. Cosi scriveva la poetessa Alda Merini, rammentandoci di sfruttare ogni minuto, anche adesso che possiamo rallentare i ritmi e quindi cercare di occupare il tempo per sentirsi utili .
Il Servizio Pari Opportunità, della Città di Torino propone attività di volontariato, generalmente continuativa ,di supporto in scuole, biblioteche, musei, enti che promuovono progetti d’interesse pubblico:peraderire a Senior Civic: i requisiti di partecipazione: essere in pensione, o avere più di 65 anni, non avere condanne penali;
Colloquio (valutazione competenze, aspirazioni, disponibilità).presso ufficio Senior del Comune di Torino .( info 01101123834 ) .
UNI.VO.CA Unione Volontari Culturali raggruppamenti associazioni del terzo settore che si occupano di musica, antiquariato, beni culturali, egittologia, storia, e tanto altro per info 800590000
Ci sono poi i vari appelli che arrivano da gattili e canili che sono sempre alla ricerca di nuovi volontari per ampliare gli staff.
Per chi desidera svolgere la propria opera negli ospedali invece si può rivolgere associazione Abio o consultare sul sito di AOU Città della Salute e’ consultabile l’elenco delle associazioni di volontariato autorizzato.
Regalare il nostro tempo a chi ne ha bisogno e fare qualcosa di costruttivo ci aiuta a trasformare le nostre giornate in interessanti momenti di scambio e trasco rrere il tempo in modo soddisfacente, vivendo nuove esperienze ed ampliare la cerchia di conoscenze.
GABRIELLA DAGHERO
Rubrica Torino Over
Magnifica Torino/ Lungo Po Cadorna
A cura di piemonteitalia.it
Leggi l’articolo ⤵️
https://www.piemonteitalia.eu/it/eventi/dettaglio/fiera-dei-formaggi-dalpeggio
Gli hamburger fatti in casa sono perfetti per un piatto unico appagante e sfizioso. Genuini e privi di conservanti si preparano velocemente, pochi semplici ingredienti di qualita’e un risultato perfetto. Elemento principale la carne di “fassone” tenera, succulenta e saporita, apprezzata da tutti.
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Ingredienti :
500gr. di carne tritata di “fassone”
1 cipolla media
2 tuorli
Sale e pepe q.b.
3/4 panini da hamburger
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Stufare la cipolla affettata sottilmente con una noce di burro e un pizzico di sale. In una ciotola impastare a mano la carne tritata con il sale, il pepe, i due tuorli e la cipolla stufata. Formare i medaglioni di carne (con questa dose ne vengono 3 o 4, dipende dallo spessore) e cuocerli sulla piastra pochi minuti per parte. Tagliare i panini e tostare la parte interna in padella. A piacere spalmare un velo di senape sul pane, disporre la carne e completare con una fetta di pomodoro e una foglia di insalata verde. Servire con croccanti patatine fritte. Altro che fast food!
Paperita Patty
Faceva un caldo soffocante sul lago Maggiore in quei giorni di fine luglio del 1965. Le Settimane Musicali di Stresa erano in pieno svolgimento.
Nate quattro anni prima per iniziativa di un nobile avvocato veneziano, Italo Trentinaglia de Daverio , che aveva una villa a Stresa e la musica nel sangue grazie all’insegnamento trasmessogli dal padre Erardo che era stato direttore generale del Teatro alla Scala di Milano e sovrintendente de La Fenice a Venezia.
In poco tempo , la perla del Lago Maggiore divenne sede di uno dei più prestigiosi festival internazionali di musica classica, presentandosi allo sguardo del mondo con il volto compassato e austero di una località che non aveva perso lo charme degli anni in cui Margherita di Savoia, futura Regina d`Italia, vi soggiornava presso la Villa Ducale o di quando le signore imbellettate potevano guardare dal finestrino del Simplon Orient Express, il treno di lusso della Belle Époque, i paesi e le isole del golfo Borromeo. Nell’auditorium del Palazzo dei Congressi si erano esibiti pianisti affermati come Arthur Rubinstein, Arturo Benedetti Michelangeli, Nikita Magaloff, accanto a giovani talenti come Maurizio Pollini. Accanto a loro violinisti del calibrodi Isaac Stern e violoncellisti come Mstislav Rostropovich. Il palcoscenico delle “settimane”, oltre all’Orchestra del Teatro alla Scala, aveva ospitato le migliori orchestre del mondo come la Philharmonia di Londra, quelle di Vienna e Los Angeles o la Staatskapelle di Dresda, una delle più antiche orchestre sinfoniche, diretta anche da Wagner e Strauss. Insomma, nel breve volgere di qualche anno, l’immagine di Stresa venen associata alle arie delle opere di Chopin e Vivaldi, alle sinfonie di Berlioz, Mozart, Beethoven, alle austere sonate di Bach, alle note possenti della wagneriana Cavalcata delle Valchirie o alle frenesie del Guglielmo Tell di Rossini. Di successo in successo si arrivò a quella torrida fine di luglio con un evento più unico che raro: l’esibizione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Mosca. Solitamente, sul pennone antistante il Palazzo dei Congressi, prima di ogni esibizione straniera, in segno d’omaggio, era usanza issare il vessillo della nazione a cui apparteneva l’orchestra. Così, di volta in volta, il cima all’asta, garrivano gli stendardi tedesco o francese, la bandiera a stelle e strisce degli Stati Uniti o l’Union Jack britannica, e così via. Il problema sorse, gettando l’intera organizzazione nel panico, quando ci si accorse – negli uffici della Direzione – che nessuno aveva pensato di reperire una bandiera del paese dei Soviet. Che fare? Era tardi per farne richiesta al Consolato russo a Milano o a Torino e lo stesso valeva per l’Ambasciata. E poi, diciamola per intero, che figura avrebbero fatto? Era piuttosto sgradevole dover ammettere un errore del genere. Il direttore, disperato, non sapeva più dove sbattere la testa e alla data del concerto mancavano ventiquattr’ore e in serata si sarebbero svolte le prove d’orchestra. “Una soluzione va trovata in fretta.
Non possiamo cadere su di un particolare così importante, rischiando un incidente diplomatico”, disse, rosso in volto, il direttore ai suoi collaboratori, davanti ad un caffè al banco del Bar dell’Imbarcadero. La discussione, ad alta voce, venne udita da Raimondo Lupini, barcaiolo ed ex partigiano della Valtoce, nonché esponente di spicco della locale sezione comunista. Il “Mondo”, con in testa il suo inseparabile cappello da cowboy, era un tipo gioviale, allegro. Rivolgendosi al direttore, che conosceva da una vita, disse: “Mi scusi se m’intrometto, ma una soluzione al vostro problema ci sarebbe. A dire il vero non è proprio ortodossa, come cosa da fare, ma può ben andare considerate le circostanze”. E, senza tanti giri di parole, esternò la sua idea. Il direttore delle Settimane Musicali e i suoi collaboratori restarono a bocca aperta, attoniti. La proposta del “Mondo” li aveva lasciati lì, secchi come dei baccalà: innalzare sul pennone la bandiera rossa della sezione. Non quella della “festa”, con i fronzoli dorati e le lettere ricamate “Pci di Stresa”, che non sarebbe andata per niente bene. L’altra bandiera, quella che usavano ai cortei, rosso fuoco con falce, martello e stella di un bel giallo paglierino. “Una volta su, chi potrà dire che non è quella dei moscoviti? E poi non c’è quasi vento in questi giorni ed è prevista ancora bonaccia, quindi non sventolerà più di tanto e il trucco può funzionare”, aggiunse il Lupini. Convinti o no, direttore e assistenti, dovettero far buon viso a cattivo gioco. Non c’erano alternative se non quella di lasciare il pennone vuoto e sarebbe stata la scelta peggiore. Quindi, senza tanto clamore, la bandiera fornita dal “Mondo” salì in alto, più in alto dei tetti degli edifici circostanti, quasi a voler dominare dall’alto l’intera cittadina. L’assenza di vento consentì di confondere alla vista le differenze con la bandiera sovietica e la cosa finì lì. Tutti, in fondo erano soddisfatti. Gli orchestrali, piuttosto indifferenti, a dire il vero, si esibirono e lasciarono Stresa alla volta di Ginevra. Il direttore salvò la faccia e ringraziò “Mondo” che, a sua volta, informò della cosa – in via riservata – i suoi compagni che salutarono l’evento con una bella bevuta alla Bocciofila di Vedasco. L’unico che, all’oscuro di tutto, la prese davvero male fu Don Gerlando Gabbìa che quasi quasi stramazzò per terra dallo spavento quando vide il vessillo rosso. “Dio mio, i comunisti hanno preso il potere!”, gridò prima di chiudersi a doppia mandata in sacrestia. Ci volle un po’ di tempo e tanta pazienza da parte di Carlo Brovella, impiegato delle poste e aiutante delle Settimane musicali, per rassicuralo e convincerlo che non era successo nulla e che la bandiera era tornata a riposare nella cassapanca del “Mondo”.
Marco Travaglini