LIFESTYLE- Pagina 2

Polpette al pomodoro con farina di ceci, che bontà!

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita 

Per fare queste polpette al pomodoro con farina di ceci non avete bisogno di preparare molti ingredienti: probabilmente aprendo il frigo li trovate già lì, pronti! Il bello delle polpette è che ci potete mettere dentro quello che volete. Qualcuno potrebbe non fidarsi a ordinarle al ristorante, temendo che siano fatte con gli avanzi, di quelli che o li metti nelle polpette o li butti via. Io trovo che sprecare il cibo il meno possibile sia un traguardo importante. E ora, aprite il frigo e guardate se anche voi avete qualche ingrediente che potrebbe andare bene per questo. Non importa se non è esattamente quello che c’è in questa ricetta. Basta rispettare le proporzioni. Non devono però mancare la farina di ceci e il sugo di pomodoro. Leggete e capirete perché…

Perché vi consiglio questa ricetta?

  • Valori nutrizionali: Rispetto alle polpette al sugo tradizionali preparate con carne di vitello e maiale, uova, latte e formaggio grattugiato, qui abbiamo -30% di calorie e -65% di grassi. Un piatto che sazia senza appesantirci e senza farci ingrassare!
  • Polpette al pomodoro con farina di ceci, buone come quelle della nonna! E in più le carote e i finocchi sono ricchi di fibre, ma nell’impasto di queste polpette non si distinguono. Bene, quindi, anche per i bambini che non amano la verdura.
  • Al posto dell’uovo usiamo la farina di ceci. Nessun problema quindi per chi ha problemi con le uova.

Una dieta a base di legumi e cereali (soprattutto quelli integrali) permette di fornire al nostro organismo gli stessi elementi che si trovano nella carne (gli aminoacidi essenziali).

Tempi: Preparazione (20 min); Cottura (15 min);

Attrezzatura necessaria: robot tritatutto, 2 bicchierini da caffè, padella antiaderente diam. 32, tagliere e coltello a lama liscia, paletta da cucina, 2 cucchiaini, 1 cucchiaio, 1 paletta di legno, vassoio, 1 ciotola di medie dimensioni, carta da forno.

fase preparazione polpetteIngredienti (per 4 persone – circa 500 g di polpette):

Per l’impasto delle polpette:

  • Verdure in padella (carote e finocchi) – 150 g
  • Riso basmati integrale cotto – 150 g
  • Pangrattato (integrale) per impasto – 50 g
  • Farina di ceci – 1 cucchiaio pieno
  • Acqua per farina ceci – 2 cucchiai
  • Salsa di soia – 1 cucchiaio
  • Sale fino – ½ cucchiaino
  • Olio evo – 2 cucchiaini
  • Semi di girasole – 1 cucchiaio
  • Pangrattato per impanare polpette – 50 g

Per il sugo di pomodoro:

  • Passata di pomodoro o sugo pronto – 300 g
  • Olio di oliva – 2 cucchiai
  • Aglio – 1 spicchio

Ciuffi di carota – ½ bicchiere

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/).

In caso di allergie…

Allergeni presenti: Cereali contenenti glutine, soia

Preparazione delle polpette

FASE 1: LE VERDURE E I CEREALI DEL FRIGO

Potete scegliere delle verdure in padella a vostro piacere e in base a quello che trovate in frigorifero. In questa ricetta io ho fatto rosolare uno spicchio di aglio in olio evo, buttato dentro le carote a rondelle e fatto cuocere per 10 minuti. Poi ho buttato in padella anche i finocchi e fatto cuocere tutto insieme per altri 10 minuti. Infine, ho aggiunto il sale.

Io ho sempre in frigorifero un cereale pronto. Questa volta usiamo il riso basmati integrale. Se non vi ricordate come è meglio cuocere i cereali in chicco, andate su https://www.lacuocainsolita.it/miglio-stufato/

FASE 2: IL PANGRATTATO

Meglio se integrale, perché è più ricco di fibre. Io lo ottengo spesso da una forma di pane secco. Basta mettere le fette secche nel mixer e tritare a massima velocità, fino a quando il tutto sarà polverizzato.

FASE 3: LA PREPARAZIONE DELLE POLPETTE

Il gioco è facile: nel bicchierino da caffè bagnate la farina di ceci con l’acqua e mescolate. Intanto mettete nel contenitore del robot tritatutto le verdure, il riso basmati, la salsa tamari, il sale e l’olio e frullate a massima velocità. Aggiungete quindi la farina di ceci idratata e il pangrattato. Dovrete ottenere un impasto abbastanza compatto.

Unite ora i semi di girasole e mescolate delicatamente (devono restare interi). Trasferite in un contenitore e ricavate con le mani delle polpette, che poi impanerete con del pangrattato integrale.

FASE 4: LA COTTURA

Mettete olio di oliva in padella, fatelo rosolare e buttate dentro l’aglio e i ciuffi verdi delle carote sminuzzati come fareste con del prezzemolo. Mettete a cuocere le polpette impanate, a fuoco medio-alto e fate rosolare per circa 5 minuti, poi girate con l’aiuto di due posate e fate altrettanto dall’altro lato. Trascorsi 10 minuti, mettete da parte un po’ di ciuffi verdi di carota soffritti e versate il sugo già pronto nella padella e fate scaldare tutto per altri 5 minuti.

Servite le polpette calde, con una forchetta e un cucchiaio per raccogliere bene anche il sugo al pomodoro.

CONSERVAZIONE

In frigorifero: 3-4 giorni

Le polpette crude: possono essere preparate anche il giorno prima e tenute in frigorifero fino alla cottura. Possono essere messe nel congelatore (su dei vassoi, separate tra loro) e conservate anche per 2-3 mesi. Una volta indurite, potete trasferirle nei sacchetti gelo.

Nivà inaugura la sua nuova gelateria in Piazza Vittorio

Nel cuore di Torino, Nivà inaugura la sua nuova gelateria in Piazza Vittorio Veneto 8, un luogo dove la tradizione sabauda incontra l’innovazione artigianale. Per celebrare questa apertura, Nivà presenta “Crema Reale 1825”, un gusto che rende omaggio alla storia della piazza, celebrando i 200 anni dalla sua ristrutturazione. Gli ingredienti scelti sono quelli più amati dai torinesi dell’Ottocento: lo zabaione, la nocciola e il cacao. Un gusto sontuoso, cremoso, dalla struttura ricca e dal profumo avvolgente, che accompagna idealmente il visitatore in una passeggiata tra le arcate storiche di Piazza Vittorio.

Ci sono storie che nascono dall’amore per la genuinità e la tradizione, come quella di Nivà, una realtà familiare iniziata quasi quarant’anni fa sotto una buona stella – quella Michelin – con il ristorante “Bontan”, aperto da Diana De Benedetti e Silvio Rivolta sulla collina torinese nel 1988. Da allora, l’amore per le materie prime di qualità è la base di un progetto che oggi unisce due generazioni e otto gelaterie tra Torino, la città dove tutto è iniziato, Cannes, Porto e Lisbona.

In questi giorni Nivà ha spostato la sua storica gelateria di Piazza Vittorio dall’altro lato della piazza, al nr. 8.  Il nuovo locale, più grande, incarna perfettamente lo spirito di Nivà e, in uno dei luoghi più figurativi e amati della città, unisce la solidità della tradizione sabauda con la creatività delle nuove generazioni, offrendo ogni giorno prodotti che raccontano una storia autentica fatta di famiglia, passione e qualità.

Oggi il progetto Nivà è seguito da Diana e dai suoi figli, Dalia e Daniel, ognuno con il suo ruolo e tutti accomunati da un’unica grande passione, quella per il cibo. Grazie ai suoi viaggi, Dalia –ex concorrente di MasterChef, oggi foodteller e appassionata viaggiatrice – porta da Nivà nuovi concept e ispirazioni di gusto e rappresenta una fonte inesauribile di creatività e ricerca. Le sue storie di gusto prendono vita anche su Instagram: @daliarivolta.

Daniel, molto spesso dietro il bancone, è l’anima creativa della famiglia e a lui è affidata anche la comunicazione del gruppo. A loro da molti anni si è unito Roberto, ex farmacista che, con grande sapienza mescola ingredienti e studia le ricette trasformando le idee di famiglia in gelati apprezzatissimi anche all’estero.

 

LA NUOVA GELATERIA NIVÀ IN PIAZZA VITTORIO VENETO: UN DIALOGO TRA STORIA E INNOVAZIONE

Il nuovo locale incarna perfettamente l’anima del marchio: coniugare la tradizione con lo spirito contemporaneo. Le volte storiche dialogano con luci dal design organico e materiali moderni, senza contrasti netti. Elementi tecnologici e decorativi si integrano naturalmente, creando un ambiente immersivo. Il risultato è un luogo che supera la distinzione tra conservazione e innovazione, offrendo un’esperienza sensoriale unica.

Una Pasquetta su due ruote, fra colline mozzafiato

L’evento é organizzato dall’Associazione “Torino Bike Experience” e si rivolge ai più (o mediamente) incalliti “ciclistas aficionados” … ma non solo!

Lunedì 21 aprile

Sessame (Asti)

L’idea è davvero interessante. Una bella pedalata “green” fra terre e colline di grandiosa bellezza (“Patrimonio UNESCO”) e di straordinaria cultura enogastronomica: programma ideale per trascorrere, in un modo un po’ insolito (fatta salva la canonica “uscita fuori porta”) il “Lunedì dell’Angelo”, mettendo insieme i sempre più numerosi appassionati di cicloturismo e i più incalliti buongustai, non meno numerosi (anche fra i cicloturisti!), dal palato fino e pretenzioso.

E’ questo l’obiettivo di “LangaRide”, organizzata dall’Associazione “Torino Bike Experience” in collaborazione con l’astigiano Comune di Sessame e in programma per il prossimo lunedì 21 aprile.

“Sarà una Pasquetta alternativa, pensata per le famiglie e per il grande pubblico: da un lato, si vive e conosce il territorio delle Langhe Astigiane, fuori dalle rotte più note, dall’altro si degusta” spiegano il sindaco di Sessame, Paolo Carlo Milano, e Alessandro Ippolito, presidente di “Torino Bike Experience”.

La “ciclo-eno-gastronomica” ha una lunghezza di 15 chilometri. L’appuntamento è per le 8, nel centro di Sessame, con la colazione offerta al ristorante “Fin Cui Na Ie”Alle 10,30, parte l’“itinerario facile”, nei dintorni del paese con tappe dai produttori di vino. A guidare la comitiva, sarà un “accompagnatore ciclistico” qualificato “Uisp” che farà scoprire gli angoli più suggestivi e  le strade panoramiche.

Sei le tappe previste, in altrettante Aziende agricole e in ognuna, l’opportunità di conoscere un’etichetta specifica della zona, in abbinamento a salumi e a formaggi tipici, tra i quali il “Roccaverano DOP”.

Per gli “appiedati” ma comunque desiderosi di montare in sella, nessun problema! “LangaRide” offre anche la possibilità di affittare le bici e garantisce, per tutta la giornata, un’assistenza meccanica gratuita. Inoltre, per chi farà acquisti nelle cantine, è garantita la possibilità di farsi portare il vino all’arrivo, quando verrà servito a tutti i partecipanti l’“Aperibike” in collaborazione con i produttori di vino e le sfiziosità di “Ma.Eled”. Non mancherà anche l’“intrattenimento musicale” in piazza con “Felice Reggio & Friends”: si spazierà dal jazz al pop fino alla “musica celtica”.

Prenotazioni: info@langaride.com

E per i ciclisti da dieci e lode? Nessuna paura! Si è infatti pensato per loro, impavidi delle due ruote, il LangaRide Gravel”, percorso, di 70 chilometri con 1600 metri di dislivello, patrocinato dai Comuni di SessameRoccaverano e Bistagno, prova valida per il “Campionato Gran Gravel 2025” (partenza sempre alle 8). Dal paese di Sessame, il tracciato passa per Bistagno (qui è previsto checkpoint) e, poi, si sale fino a Roccaverano, paese della “Robiola DOP”, dove è prevista la tappa alla “Scuola della Robiola di Roccaverano” e dove si potranno scoprire altri prodotti e vini locali (qui previsto altro checkpoint). L’itinerario prosegue, poi, attraversando i vigneti e le colline della Langa astigiana fino a rientrare a Sessame. All’arrivo, nel tardo pomeriggio, l’“Aperibike di Pasquetta” per tutti i finisher.

E proprio per non far mancare niente, gli organizzatori hanno anche previsto un’altra alternativa per chi vuole passare la Pasquetta tra Langhe e vini, ma non se la sente di pedalare: per loro sarà possibile partecipare al tour  in automobile e degustare i vini e i prodotti locali in programma.

Per informazioni e prenotazioni del “tour in auto” scrivere a info@langaride.com

Per ulteriori info ed iscrizioni su: www.langaride.com

  1. m.

Nelle foto: immagini di repertorio

Il treno

Il convoglio numero 65782 ad alta velocità viaggiava come sempre sicuro, senza vibrazioni e velocissimo. Come sempre il sabato mattina portavo la mia bambina da sua nonna residente a 60 chilometri dalla grande città.

Era un appuntamento sempre atteso per entrambi. La bimba aveva l’occasione di farsi coccolare da una nonna spesso più paziente e disponibile dei genitori, sempre presi dalle rispettive attività lavorative e dalle grane che ogni quotidiano sempre comporta.

La recente morte di mio padre aveva lasciato un profondo vuoto nell’esistenza di mamma e, soprattutto nei mesi passati a seguito del suo lutto, solo la presenza di sua nipote sembrava dare ancora colore alla sua vita.

Inoltre l’aria che si respirava nella nostra società nel suo complesso non era tranquillizzante per nessuno; le minacce fra i due Stati erano sempre più allarmanti e si erano già verificati piccoli scontri fra i due eserciti alle frontiere.

Le informazioni parlavano di sole ‘scaramucce’ … termine nella norma poco usato ma che rende l’idea di un certo qual nervosismo politico, cercando di non allarmare la popolazione.

Alcuni caduti erano già registrati e tornati a casa in sacchi neri. Il conteggio non era ancora considerato inaccettabile dallo Stato, e soprattutto non prodromo di ulteriori drammi allargati, ma anche una sola vita persa era già da molti cittadini considerata troppa e soprattutto inutile!

Ormai per la nostra cultura di pace la morte in combattimento era un concetto sconosciuto, inaccettabile, quasi teorico, e terminato tanti, tanti anni fa.

Certo, la vita per i civili continuava apparentemente senza scossoni, i servizi erano sempre erogati, i negozi pieni di merci, il mondo del lavoro non aveva ancora dato segni di nervosismo e la vita delle persone continuava come sempre.

La parola Guerra era sapientemente evitata da ogni organo di informazione e nessuna dichiarazione in tal senso era stata pronunciata dal Primo Ministro.

Solo saltuarie, quasi non percepite .. scaramucce, quindi!

Insomma, la vita proseguiva e la popolazione avrebbe dovuto continuare a pensare per il meglio.

Eppure le notizie che filtravano tra la gente attraverso chissà quali canali informali non erano rassicuranti. Insomma probabilmente non era ancora guerra ma neanche pace totale. Le cittadinanze dei due Paesi (tra le quali non poche parentele) non si capacitavano di questa follia sempre più evidente, sempre più allarmante. La tensione, lentamente ma inesorabilmente, quindi saliva.

D’altronde si sa da sempre: i codici morali delle nazioni lavorano in modo totalmente differente da quello delle persone normali.

La Paura della Paura, esperienza nota e citata da grandi filosofi del passato. Questa sensazione a mio avviso si stava già insinuando nei palazzi del Potere… lentamente, molto lentamente ma una scelta irrazionale, o una provocazione emotiva avrebbero potuto ingigantirsi e deflagrare in un attimo. D’altronde quante volte era successo nel passato. Le tecnologie e i costumi dell’umanità cambiano velocemente, ma certi istinti sono praticamente perenni e tanti gli esempi da ricordare.

Mia figlia invece giocava serena accanto a me, ignara di tutto. Perché, d’altronde, avrebbe dovuto preoccuparsi?

A otto anni certe tensioni non si percepiscono se le notizie non sono proprio enunciate chiaramente; i genitori pensano a tutto per le loro piccole creature, il quotidiano inizia e finisce fra la famiglia, la scuola, i giochi con gli amichetti, un po’ di studio e un caldo lettino in attesa dopo cena.

Poco prima di scendere nella galleria che circonda la città ho intravisto il luccichio di un aereo, alto, molto alto nel cielo. E’ stata come una visione: lontana macchia luccicante, una stella diurna sospesa nell’azzurro luminoso di una calda mattina di primavera.

Già, gli aerei militari… succedeva spesso di vederli sfrecciare di questi tempi nel controllo ossessivo delle frontiere, frontiere lontane da noi neanche 100 chilometri.

Comunque altri erano i miei pensieri. Per qualche minuto avremo perso la meraviglia della vita che si risveglia per infilarci nella galleria non distante dalla prossima fermata. Tra un po’ dovevamo prepararci per scendere, Non erano previste ulteriori fermate fino alla periferia sud e la prossima stazione era la nostra destinazione; mia mamma sarebbe stata sulla piazza accanto al parcheggio Taxi ad attenderci come sempre, con il programma di un gran gelato per la bimba in un locale del centro.

Già, sempre saggia l’idea di non prendere l’automobile.

A differenza di altri mezzi di trasporto, il treno restava ancora il nostro mezzo più sicuro ed efficiente, soprattutto perché senza variazioni, ritardi del traffico di città e autostrade, indifferenza verso il tempo atmosferico …

Tutto come sempre, anche in quella galleria, senza scossoni, ritardi, malfunzionamenti.

A un certo punto, invece …

… un’esplosione violentissima causò lo spegnimento delle luci, un fumo acre entrò nella carrozza e il convoglio iniziò rumorosamente a rallentare, rallentare, rallentare, fino a fermarsi. Si accesero subito le luci di emergenza, per poi spegnersi subito dopo. Eravamo storditi, feriti, inconsapevoli di cosa fosse successo. Tutti noi gridavamo per l’angoscia, paura, dolore, inconsapevolezza del presente e del futuro. La mia bimba, stretta tra le mie braccia, con un po’ di sangue al naso mi stava aggrappata al collo senza piangere, né proferir parola.

E mia mamma, cosa stava pensando in questo momento di fronte ad una stazione a pochi chilometri da qui?

Era il panico del buio, delle urla, del fumo, di gente percepita come ormai immobile anche se non la si poteva più vedere…

Improvvisamente irruppero dei controllori con luci in mano per segnalare che la situazione era sotto controllo, quell’esplosione non aveva creato gravi impedimenti per una veloce ripartenza. Fuori dalla galleria erano già pronti ad accoglierci i soccorsi e che tutti si sarebbero salvati.

Incredibilmente consolante era stato il subitaneo arrivo di quegli inattesi ragazzi in uniforme da ferrovieri, tutti giovani, alti, rassicuranti, dai modi gentili e totalmente assenti da ogni forma di panico, misteriosi controllori che comunicavano sicurezza come mai mi era capitato di provare.

Il convoglio quindi si mosse e prese subito velocità; uscendo dalla galleria la vista fu spaventosa… un enorme fungo, lanciato verso l’alto del cielo e carico di veleni e detriti si alzava non lontano da noi… quello che si poteva intravedere dai finestrini era solo una totale distruzione e tante macerie, macerie fumanti che si perdevano a vista d’occhio.

La città era morta! La spaventosa guerra da tutti temuta era infine cominciata. Quell’aereo, alto nel cielo e luminoso come una stella, aveva polverizzato con la velocità di un lampo una grande e prospera città.

La paura aveva quindi vinto e tutti avevamo in un secondo perso!

Di fronte a me, in un nuovamente pulito mi trovavo incredibilmente la sorridente figura di mia mamma che dolce mi voleva rassicurare, pur senza dirmi niente.

“Mamma, che ci fai lì? Che facciamo tutti qui insieme, dopo quanto è successo?”

Lei non parlava ma comunicava tanta serenità. E poi è improvvisamente apparsa la figura del mio caro, amatissimo papà. Quanta voglia di abbracciarlo, pur nell’impossibilità di potermi muovere come avrei desiderato.

Insomma, confusione, gioia, tristezza, un enorme desiderio di capire in quei pochi momenti l’inconcepibile!

Mia figlia, trasfigurata in un indescrivibile chiarore cromatico del viso, giocava con i miei capelli e rideva ai suoi nonni….

Il treno viaggiava sempre più lontano da lì… ormai eravamo tutti diretti verso la luce, una luce eterna.

Ferruccio Capra Quarelli

#DaCasaCon festeggia 5 anni di vita

La rubrica #DaCasaCon celebra un importante traguardo: 5 anni di attività. Nata nell’aprile 2020 su iniziativa di Laura Pompeo – archeologa, docente e consulente per la valorizzazione dei beni e delle attività culturali, già Assessora alla Cultura a Moncalieri e oggi Consigliera regionale del Piemonte – la rubrica è diventata un punto di riferimento per la condivisione e il confronto culturale.
#DaCasaCon è nata in un momento delicato, durante il lockdown imposto dalla pandemia, quando le relazioni sociali in presenza erano sospese. È stata pensata per mantenere vivo il dialogo, offrendo uno spazio d’incontro virtuale a migliaia di persone, inizialmente costrette a casa. La rubrica ha accolto figure rappresentative di vari ambiti, dal livello locale a quello internazionale, «persone che, per vita e per mestiere, sono attenti osservatori e portatori di opinioni utili».
Il successo è stato immediato e ha continuato a crescere negli anni, merito anche della diffusione crossmediale del progetto, trasmesso su Facebook (pagina Laura Pompeo), YouTube, Spotify (link diretto) e su Radio Stella (www.RadioStellaPiemonte.net), grazie alla collaborazione con Gianni Ricci.
Al centro del format, i punti di svolta delle vite di ospiti illustri, provenienti da mondi diversi, capaci di proporre letture lucide dell’attualità e visioni per il futuro. Tra gli ospiti: Pupi Avati, Davide Livermore, Sara D’Amario, Margherita Oggero, Bruno Gambarotta, Elsa Fornero, e il compianto Monsignor Bettazzi.
Il traguardo dei 5 anni sarà celebrato mercoledì 16 aprile alle ore 19, con una puntata speciale che vedrà Sara D’Amario, attrice, regista e scrittrice, nei panni dell’intervistatrice. Un’inversione di ruoli che segna anche un ritorno alle origini, dal momento che fu proprio con D’Amario che la rubrica prese il via il 18 aprile 2020.
Ad oggi, #DaCasaCon ha realizzato oltre 300 interviste e superato i 7 milioni di ascolti (con una media di oltre 200.000 ascolti mensili via radio).
A partire dalla puntata successiva, sarà inoltre introdotta una novità, che verrà annunciata durante l’evento del 16 aprile.
Il progetto ha ispirato anche due pubblicazioni, edite da Pintore Editore:
•“#DaCasaCon. Quaranta per la quarantena” (2022)
•“#DaCasaCon. Il mondo non si è fermato mai un momento” (2024)
I volumi sono acquistabili in libreria e sul sito dell’editore.
Prossimo appuntamento con la presentazione del libro per il Salone Off:
Mercoledì 14 maggio, ore 18.30
Le Rosine – Polo artistico e culturale
Via Plana 8/C, Torino
Per ulteriori informazioni e per seguire la rubrica:
•Facebook: Laura Pompeo
•Spotify: DaCasaCon su Spotify
       •    YouTube
•Radio Stella: www.RadioStellaPiemonte.net

Intelligenza artificiale o stupidità naturale?

Di Gianluigi De Marchi 

 

Tutti ormai sappiamo che dobbiamo fare i conti con AI, l’intelligenza artificiale che piano piano sta prendendo il posto degli umani, risolvendo problemi complessi, dando risposte a domande che sembrano impossibili, prendendo decisioni in tutti i campi.

Infallibile, perché la mostruosa quantità di dati che può consultare dà la garanzia che ogni risposta è data con la massima precisione, competenza e razionalità.

Che bello affidarsi ad un metrò senza conducente, un consulente finanziario che consiglia il miglior investimento, una sala operatoria senza chirurgo…

Però…

Però possono verificarsi episodi al limite dell’assurdo, che pensavo fossero confinate in qualche scenetta di Crozza o di Brignano, ed invece sono state vissute da una mia conoscente: leggete bene.

 

La signora telefona il 3 aprile alla sua agenzia di Unicredit, dove da moltissimi anni affitta una cassetta di sicurezza e chiede di poter prelevare l’argenteria per far bella figura con gli amici invitati a cena.

Già il fatto di telefonare per chiedere il permesso per un’operazione così banale è ridicolo, ma le norme interne prevedono che non si possa arrivare senza preavviso, gli impiegati hanno tanto da fare, ognuno riceve la clientela solo su appuntamento “per offrire un miglior servizio”.

Vabbè, seguiamo le procedure senza polemizzare, si dice la signora e chiama la linea verde. Dopo una lunga attesa riesce a parlare con un addetto che le fissa, con grande professionalità, l’appuntamento per la complessa operazione in data 28 aprile. Di fronte alle garbate rimostranze della signora, la voce consiglia di provare attraverso il sito della banca.

Vabbè, proviamo, magari il sito è più efficiente e magari mi dà appuntamento per oggi pomeriggio, si dice la signora e, fiduciosa, apre il sito e formula la richiesta.

L a risposta, ovviamente, è fornita da un “assistente virtuale”, una di quelle specie di fantasmi con i quali puoi colloquiare su qualunque argomento. A fronte della richiesta di appuntamento urgente per l’apertura della cassetta di sicurezza presso l’agenzia X, la risposta ricevuta è esilarante e merita di essere citata nella sua letterale completezza: “Ci dispiace, ma la filiale prescelta non ha disponibilità nei prossimi giorni per questo tipo di operazioni, te ne proponiamo di seguito delle altre disponibili”.

Capito quanto è intelligente e preparato quel fenomeno di “assistente virtuale” che gestisce gli appuntamenti?

La signora non può andare nell’agenzia X perché gli impiegati sono molto occupati, ma può effettuare l’operazione nell’agenzia A o in quella B dove l’afflusso è minore. Arrivata lì, con qualche misteriosa procedura dell’AI potrà prelevare l’argenteria nella cassetta di sicurezza dell’agenzia X e passare una bella serata sfoggiando il “servizio buono”.

Ma si può essere più dementi? Si può affidare ad un “assistente virtuale” un’operazione banale (forse troppo banale per l’intelligentone artificiale…) rispondendo in questo modo?

Lancio un appello ai dirigenti Unicredit: per favore, levateci dai piedi l’intelligenza artificiale, ridateci la vecchia, cara stupidità naturale che sicuramente ci farà aprire la casetta di sicurezza dieci minuti dopo, senza tante storie….

 

demarketing2008@libero.it

 

Grignolino: il nobile ribelle 2025

Banchi di degustazione e masterclass per conoscere tutte le sfumature di questo vino eclettico.
Grazzano Badoglio (At)
Via IV Novembre 15, Grazzano Badoglio (At) mappa
12 Aprile 2025 – 14 Aprile 2025
Orario 11 – 19 / 11 – 19 / 10 – 17
Banchi d’assaggio
Orari e modalità di accesso
La manifestazione si svolgerà il 12, 13 e 14 aprile con i seguenti orari:
• Sabato 12 aprile dalle 11 alle 19
• Domenica 13 aprile dalle 11 alle 19
• Lunedì 14 aprile dalle 10 alle 17
Evento aperto sia al pubblico sia agli operatori.
Per il pubblico l’ingresso è libero senza prenotazione; è previsto un contributo per la degustazione di 15 € (10 € per i soci AIS).
SCOPRI I VINI

Note Storiche

Il nome “Grignolino” potrebbe derivare dal termine piemontese “grignòle”, che indica i vinaccioli, di cui gli acini sono particolarmente ricchi. Un’altra teoria lo collega al verbo dialettale “grignare”, che significa ridere. Le prime notizie documentate su questo vitigno risalgono alla fine del XVIII secolo, sebbene fosse già conosciuto e utilizzato per produrre vini “chiaretti” nel Cinquecento.

Note tecniche

Il Grignolino è un vitigno autoctono piemontese da cui si ottengono due vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC): il Grignolino d’Asti e il Grignolino del Monferrato Casalese. Entrambi i vini sono regolamentati da specifici disciplinari di produzione che ne definiscono le caratteristiche e le modalità di produzione.
🏷️ Grignolino d’Asti DOC
• Vitigni ammessi: Grignolino in purezza. È consentita la presenza di uve Freisa fino a un massimo del 10% nei vigneti.
• Zona di produzione: Province di Asti e Alessandria.
 
Norme per la Viticoltura
• Resa massima: La produzione di uva non deve superare le 8 tonnellate per ettaro di vigneto in coltura specializzata.
• Titolo alcolometrico volumico minimo naturale: Le uve destinate alla vinificazione devono garantire un titolo alcolometrico volumico minimo naturale del 10,5% vol.
Caratteristiche del Vino
• Colore: Rosso rubino, che può variare in intensità e tendere all’aranciato con l’invecchiamento.
• Profumo: Delicato e caratteristico, con note fruttate di sottobosco e spesso accompagnato da sentori speziati di pepe bianco.
• Sapore: Asciutto, leggermente tannico, gradevolmente amarognolo, con un retrogusto persistente.
• Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il disciplinare completo sul sito : Registro Nazionale delle Varietà di Vitehttp://catalogoviti.politicheagricole.itPDFDisciplinare di produzione – Grignolino d’Asti
🏷️ Grignolino del Monferrato Casalese DOC
• Vitigni ammessi: Grignolino minimo 95%; è consentita la presenza di uve Freisa e Barbera, da sole o congiuntamente, fino a un massimo del 5%.
• Zona di produzione: Comuni della provincia di Alessandria, in particolare nell’area del Monferrato Casalese.
Norme per la viticoltura
• Terreni: calcarei, argillosi o loro combinazioni
• Giacitura: esclusivamente collinare; sono esclusi i terreni di fondovalle, umidi e non sufficientemente soleggiati
• Densità d’impianto: minimo 4.000 ceppi per ettaro
• Forme di allevamento: controspalliera con vegetazione assurgente
• Sistemi di potatura: Guyot tradizionale, cordone speronato basso o altre forme atte a non modificare la qualità delle uve
• Resa massima: 8 tonnellate per ettaro
• Titolo alcolometrico volumico minimo naturale: 11,50% vol. (9,50% vol. per la versione spumante rosato; 12,00% vol. per le versioni riserva, vigna e riserva vigna)
 
Caratteristiche organolettiche
• Colore: rosso rubino chiaro, con tendenza all’arancione con l’invecchiamento
• Odore: caratteristico e delicato, con sentori di fragola, lampone e note di pepe bianco
• Sapore: asciutto, leggermente tannico, gradevole amarognolo con caratteristico retrogusto di mandorla
🏷️ Tipologie e menzioni aggiuntive
Il disciplinare prevede le seguenti specificazioni:
• “Riserva”: invecchiamento minimo di 30 mesi, di cui almeno 18 mesi in contenitori di legno
• “Vigna”: possibilità di indicare il nome del vigneto
• “Riserva Vigna”: combinazione delle due menzioni precedenti
Inoltre, è prevista la versione “Spumante Rosato”, con un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di 9,50% vol.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il disciplinare completo sul sito : Registro Nazionale delle Varietà di Vitehttp://catalogoviti.politicheagricole.itPDFDisciplinare di produzione – Grignolino del Monferrato Casalese
L’Associazione Monferace è un’iniziativa nata nel 2016 con l’obiettivo di rivalorizzare il Grignolino, un vitigno autoctono piemontese spesso sottovalutato, promuovendone una versione di alta qualità e lunga maturazione. Il progetto coinvolge produttori del Monferrato aleramico, nelle province di Alessandria e Asti, che condividono la visione di restituire al Grignolino il prestigio storico che merita.
🎯 Obiettivi dell’Associazione
• Nobilitare il Grignolino: trasformandolo da vino leggero e di pronta beva a vino strutturato e adatto all’invecchiamento.
• Recuperare tradizioni storiche: ispirandosi alle pratiche enologiche del passato, quando il Grignolino era apprezzato per la sua complessità e longevità.
• Creare una rete imprenditoriale: favorendo la collaborazione tra produttori per promuovere il territorio e il vitigno.
🍷 Caratteristiche del vino “Monferace”
Il vino prodotto sotto il nome “Monferace” segue un protocollo rigoroso:
• 100% Grignolino: utilizzo esclusivo del vitigno, senza tagli con altre varietà.
• Affinamento prolungato: minimo 40 mesi, di cui almeno 24 in botti di legno, per sviluppare complessità e struttura.
• Vinificazione tradizionale: metodi che rispettano le pratiche storiche del territorio.
🏞️ Territorio e Produttori
L’associazione comprende produttori situati nel Monferrato aleramico, un’area collinare con una lunga tradizione vitivinicola. Tra i membri fondatori figurano aziende come Accornero, Alemat, Angelini Paolo, Castello di Uviglie, Fratelli Natta, La Fiammenga, Sulin, Tenuta La Tenaglia, Tenuta Santa Caterina e Vicara.
📍 Sede e Contatti
• Sede: Castello di Ponzano Monferrato, Piazza Vittorio Veneto 1, Ponzano Monferrato (AL)
• Email: info@monferace.it
• Sito web: monferace.it
Ecco i vini che mi hanno particolarmente colpito:
ASTIGIANO
 
FRANCO ROERO Montegrosso d’Asti (AT) 2023
CROTIN 1897 Maretto (AT) “SAN PATELU” 2023
CASCINA REY Asti BISBETICO INDOMATO 2023
DAVIDE MARELLO Valfenera (AT) LEVOLÙ 2023
CALDERA FABRIZIA Asti LE SERRE 2023
GATTO PIERFRANCESCO
Castagnole Monferrato (AT) MONTALTO 2024
SPERTINO LUIGI Mombercelli (AT) 2024
AGOSTINO PAVIA Agliano Terme (AT) 2023
TENUTA OLIM BAUDA Incisa Scapaccino (AT)
ISOLAVILLA 2024
TENUTA MONTEMAGNO Montemagno (AT)
RUBER” 2023
TENUTA SANTA CATERINA Grazzano Badoglio (AT) ARLANDINO 2023
I PARCELLARI Govone (CN) PARCELLA 505 2021
MONFERRATO CASALESE
 
ACCORNERO Vignale Monferrato (AL)
BRICCO DEL BOSCO 2024
LIEDHOLM Lu e Cuccaro Monferrato (AL)
BRICCO DEL BOEMIA 2023
MAURO REI Sala Monferrato (AL) PRYNCIPE 23
CINQUE QUINTI Cella Monte (AL)
VIGNA SAN PIETRO 2022
MONFERACE
 
ACCORNERO Vignale Monferrato (AL)
BRICCO DEL BOSCO VIGNE VECCHIE RIS .2019
TENUTA SANTA CATERINA Grazzano Badoglio (AT) MONFERACE 2019
VICARA Rosignano Monferrato (AL)
UCCELLETTA 2019
LIEDHOLM Lu e Cuccaro Monferrato (AL)
RISERVA 2019
CASCINA FALETTA Casale Monferrato (AL)
INDELEBILE 2019
ANGELINI PAOLO Ozzano Monferrato (AL)
GOLDEN ARBIAN 2017
FREISA
 
LA MONTAGNETTA Roatto (AT) LA SVISTA 2022
GARRONE EVASIO E FIGLIO Grana (AT) 2023
CROTIN 1897 Maretto (AT) ARIS 2022
CASCINA GILLI Castelnuovo Don Bosco (AT)
IL FORNO 2022
FEA Calosso (AT) Sup 2021
SCARPA Nizza Monferrato (AT) 2020
499 Santo Stefano Belbo CN COSTE DEI FRE 2022
ADRIANO MARCO E VITTORIO Alba (CN)
LICE 2021
CLAUDIO MARIOTTO Tortona (AL) 2022
 
Alla prossima !
LUCA GANDIN

Filetti di merluzzo alla mediterranea

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Il merluzzo e’ un pesce di mare molto presente sulle nostre tavole per la facilita’di preparazione sia fresco che surgelato. Ricco di proprieta’, alta percentuale di vitamine A e D, proteine e pochi grassi, si presta a ricette fantasiose sia a pranzo che a cena. La sua polpa bianca, morbida e delicata sara’ ancor piu’ apprezzata in questa ricetta profumata ed appetitosa.

 

Ingredienti:

 

400gr. di filetto di merluzzo fresco o surgelato

1 bicchiere di polpa di pomodoro

½ bicchiere di vino bianco secco

1 cipolla

1 spicchio di aglio

Olive taggiasche

2 cucchiai di capperi dissalati

1 peperoncino

Origano

Olio evo q.b.

 

In una larga padella soffriggere in due cucchiai di olio la cipolla e l’aglio affettati, aggiungere i filetti di pesce, lasciar insaporire poi, sfumare con il vino bianco. Aggiungere la salsa di pomodoro, le olive, i capperi, il peperoncino frantumato, l’origano, aggiustare di sale e cuocere per circa 15 minuti o sino a quando la salsa si sara’ addensata. Servire caldo preferibilmente con pure’ di patate.

 

Paperita Patty