LIFESTYLE- Pagina 2

Piove, governo ladro

Quante volte abbiamo sentito questa frase, in riferimento a qualsiasi disgrazia succedesse nel nostro Paese?

Ci siamo, però, mai fermati a pensare a quale sia la colpa del Governo e quale sia la nostra, di noi comuni cittadini che periodicamente ci rechiamo (o dovremmo recarci) alle urne?

Non entrando nel contesto sinistra-destra o, in particolare, nella diatriba politica attuale, è evidente come, quasi sempre, l’aspettativa degli elettori con la realtà delle urne siano antitetici.

Sono dell’idea che chi rinuncia al diritto del voto, cioè non si reca a votare, non abbia alcun diritto, poi, di criticare chi governa, dalla circoscrizione al Parlamento, passando per provincie e regioni.

In aggiunta, posso dire che chi vota scheda bianca (cioè chi non prende una posizione) e, peggio ancora, chi annulla la scheda scrivendo insulti, o segnando più di un simbolo, sia ancora più colpevole, perché spreca letteralmente i soldi spesi per una tornata elettorale. Se consideriamo una media di 47 milioni di aventi diritto al voto, i 400 milioni di euro che una tornata elettorale costa, significano poco più di 8 euro a testa e, dunque, il voto inutile è costato, inutilmente, 8 euro alla Stato.

Chi vota, invece, si aspetta che il vincitore mantenga le promesse e che l’opposizione si comporti come tale.

Assistiamo, invece, spesso a rimescolamenti, nascita di nuovi gruppi tanto in Parlamento quanto in Regione che contribuiscono a minare la poca, residua, fiducia degli elettori nella politica. Fin quando non verrà realizzato il vincolo di mandato, cioè l’obbligo di appartenere al gruppo in cui si è stati eletti, pena decadere dalla carica, questi giochini saranno sempre possibili e non sono sempre giustificabili con reali problemi interni alla lista.

Fin qui sembrerebbe una politica da manuale; peccato, però, che gli elettori, una volta adempiuto al diritto-dovere del voto, non si occupino più di politica fino alla volta successiva e, dunque, criticano indistintamente tutto il Parlamento se qualcosa non viene approvato, se un provvedimento torna al voto dopo emendamenti, ecc.

Quanti di noi partecipano, anche solo saltuariamente, alle sedute del proprio Consiglio comunale? O seguono in TV (esistono canali appositi) le sedute di Camera e Senato? Quanti sono i parlamentari, dopo la legge costituzionale che ne ha ridefinito il numero?  Nebbia!

Dal compimento del 18° compleanno, quasi sempre fino a qualche anno fa, ho prestato servizio quale scrutatore nelle varie tornate elettorali (dalle politiche, alle amministrative, regionali, referendum) e c’erano sempre molte persone che assolutamente non sapevano come si voti, chi siano i candidati (ci sono gli elenchi all’esterno della sala elettorale) o ignoravano le regola più elementari (uscire dalla cabina con le schede aperte, ecc).

Sicuramente, se arrivassimo finalmente al voto elettronico, magari da casa con lo SPID per chi non possa recarsi al seggio, i costi si ridurrebbero enormemente e si invoglierebbe a votare chi si trovi lontano dal seggio (anziani, disabili).

Forse è nella nostra cultura, forse decenni di malapolitica ci hanno disaffezionato dall’impegno politico che ogni cittadino deve possedere, il risultato è sotto gli occhi di tutti: affluenza alle urne in continuo calo, conoscenza nulla dell’attività politica, gli italiani seguono chi fa la voce più forte o compie i gesti più eclatanti; quel che è peggio seguono l’empatia di questo o quello, anziché valutarne l’attività, i risultati, la capacità e l’impegno.

Quanto ci costerebbe (in termini di tempo e fatica) documentarci sui siti di Camera e Senato (per avere un resoconto obiettivo, non viziato dalla linea editoriale di questa o quella testata giornalistica) e farci un’idea nostra?

Quando le statistiche dicono che in Italia sta diminuendo il QI e stanno aumentando gli analfabeti funzionali, non fatico a crederlo; basta leggere i posti sui social e abbiamo ben presente il disagio mentale da cui sempre più persone sono affette.

Proviamo a invertire la tendenza? Proviamo, per una volta, a fingere di essere cittadini degni di quel nome, anziché sudditi? Chissà che poi non ci piaccia.

Sergio Motta

L’arte di far star bene: Torino e la forza dei suoi volontari

SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO
Torino è una città che sa prendersi cura. Lo fa con discrezione, con quella riservatezza che la contraddistingue, ma anche con una profonda umanità. In mezzo ai suoi viali eleganti e ai portici antichi, esiste un cuore che batte per chi soffre. È il cuore delle associazioni che dedicano tempo, energie e sorrisi ai bambini e alle persone malate, rendendo la città un laboratorio quotidiano di solidarietà.
Tra queste realtà, un posto speciale lo occupa La Mole del Sorriso, un’associazione ODV nata a Torino nel marzo del 2004, “il primo giorno di una primavera”, come amano ricordare i suoi fondatori. Tutto è cominciato da un piccolo gruppo di persone unite da un’idea semplice ma potente: portare un sorriso dove la vita si fa più difficile. Con il tempo, quella scintilla è diventata una fioritura colorata, proprio come i fiori in primavera.
Oggi i volontari della Mole del Sorriso – che si fanno chiamare affettuosamente “Molini” – sono più di ottanta. Uomini e donne tra i 18 e i 75 anni, studenti, lavoratori, pensionati, persone comuni con una passione fuori dall’ordinario: regalare leggerezza. Ogni settimana si trasformano in “claun di corsia”, sì, con la “a” e non con la “o”, perché il loro non è un mestiere, ma un volontariato del cuore. Non sono artisti professionisti né medici, ma volontari che, armati di un naso rosso, abiti sgargianti e una dose inesauribile di empatia, portano nelle stanze degli ospedali di Torino e dintorni un po’ di allegria, di gioco e di normalità.
Il loro camice, a prima vista, può ricordare quello dei dottori, ma basta uno sguardo per capire che è un camice speciale: colorato, vivace, impossibile da confondere. È la loro divisa del sorriso, quella che apre porte e cuori, che riesce a trasformare un pomeriggio difficile in un momento di luce. Ogni volta che entrano in una stanza, i Molini lasciano da parte la loro vita quotidiana per diventare “supereroi del sorriso”, pronti a condividere un po’ di spensieratezza con chi ne ha più bisogno.
La loro forza sta nel gruppo: un insieme di persone diverse ma unite dallo stesso desiderio, quello di mettersi in gioco, di regalare un frammento di felicità anche a chi sta affrontando una malattia o un momento di disagio. Ogni incontro è un piccolo miracolo di empatia. Non si tratta solo di far ridere: è un modo per ricordare ai bambini e agli adulti che dietro una stanza d’ospedale continua a esserci la vita, con la sua bellezza, i suoi colori, e la sua possibilità di meravigliarsi ancora. E quando li vedi all’opera, capisci che dietro quei sorrisi non c’è improvvisazione, ma una profonda attenzione alla persona, alla sua sensibilità, al momento che sta vivendo. Ogni gesto è misurato, ogni parola è scelta con cura: è un linguaggio fatto di leggerezza, ma anche di profondo rispetto per la fragilità.
Accanto alla Mole del Sorriso ci sono altre realtà torinesi che condividono la stessa missione. Casa UGI, che accoglie e sostiene i bambini malati di tumore e le loro famiglie, o VIP Torino, con i suoi clown volontari che portano leggerezza e vicinanza in ospedale. Tutte queste associazioni sono diverse tra loro, ma legate da un filo invisibile: la convinzione che l’aiuto, per essere efficace, debba essere prima di tutto umano. In ognuna di esse si respira la stessa energia: quella di chi sceglie di donare tempo e presenza, consapevole che a volte un sorriso sincero può cambiare il corso di una giornata, e forse, anche di una vita.
Il potere delle parole e dell’energia che trasmettiamo
Chi si avvicina al mondo del volontariato scopre presto che non bastano le buone intenzioni: serve attenzione, rispetto e consapevolezza anche nel linguaggio. Come ricorda Paolo Borzacchiello, esperto di linguaggio e comunicazione, le parole non sono neutre. Hanno il potere di cambiare lo stato emotivo di chi le ascolta e di chi le pronuncia. Alcune frasi, anche se dette con affetto, possono evocare immagini di sforzo o di dolore — come “supererai questa battaglia” o “vedrai la luce alla fine del tunnel”. Queste espressioni, spiegano gli studi, attivano inconsciamente risposte di stress nel cervello, aumentando il cortisolo e abbassando le difese immunitarie.
Per questo, quando si parla con una persona fragile è importante scegliere parole che creino serenità, che accendano speranza e non paura. È ciò che fanno ogni giorno i volontari della Mole del Sorriso, che comunicano con leggerezza ma anche con grande responsabilità. Un linguaggio gentile può cambiare il modo in cui una persona vive la propria malattia, perché, in fondo, ogni parola è una piccola dose di energia che doniamo agli altri.
Lo stesso principio vale anche nella vita quotidiana. Troppo spesso ci parliamo male, ci sminuiamo, ci raccontiamo con parole che non ci aiutano: “sono un disastro”, “non ce la faccio”, “scusa se disturbo”. Ma il cervello, per sua natura, tende a confermare ciò che pensa: se gli diciamo che non possiamo, troverà il modo di renderlo vero. Per questo è così importante cambiare linguaggio, dentro e fuori di noi. Non per fingere che tutto vada bene, ma per costruire una realtà più equilibrata, più consapevole, più nostra.
Torino, con i suoi volontari e le sue associazioni, ci insegna che la cura comincia da un sorriso, da una parola, da un gesto semplice perché aiutare gli altri è anche un modo per aiutare se stessi. E che, forse, il segreto per stare davvero bene è imparare a vivere ogni giorno con la stessa leggerezza e gratitudine con cui i Molini varcano la soglia di una stanza d’ospedale. Perché, come loro ricordano, la vita non va aspettata: va vissuta, fino in fondo, con gentilezza, coraggio e amore.
NOEMI GARIANO

Il Drone Art Show all’ippodromo di Vinovo

 

Tra musica classica e spettacolo di droni

Il 17 e il 18 ottobre prossimi, l’Ippodromo di Vinovo ospiterà un’esperienza multisensoriale che unisce armonia, luce e tecnologia. Dopo il successo straordinario delle due date milanesi di fine luglio, entrambe sold out, Drone Art Show, presentato da Fever, principale piattaforma globale per l’intrattenimento dal vivo, in collaborazione con Nova Sky Stories, sceglie Torino per proseguire il suo viaggio in Italia. L’ippodromo di Vinovo diventerà palcoscenico di un evento unico, capace di fondere la  agia senza tempo della musica classica con l’innovazione spettacolare della tecnologia dei droni. Dopo aver incantato il pubblico di Milano, Drone Art Show si prepara a conquistare Torino, confermandosi come uno degli appuntamenti più attesi dell’autunno. L’evento è pensato per tutti, per chiunque desideri vivere un’esperienza indimenticabile sotto il cielo stellato di Torino. In un’atmosfera suggestiva, illuminata da centinaia di candele, un quartetto d’archi eseguirà dal vivo capolavori intramontabili, come Le Quattro Stagioni di Vivaldi e Il Lago dei Cigni di Cajkovskij. In perfetta armonia con le note, una flotta di droni prenderà il volo disegnando straordinarie coreografie luminose, figure poetiche, fiori, stelle scintillanti ed eleganti cigni che daranno forma alla musica in tempo reale.

“i droni sono in grado di creare nel cielo qualsiasi raffigurazione si possa immaginare – afferma Sofia Bottolo, Project Manager di Fever – chiunque abbia assistito a uno spettacolo con i droni ne resta affascinato e sorpreso. Possono dare vita a forme, mondi e interi film nel cielo, in un modo mai visto prima. Insieme alla musica dal vivo, questa magia si amplifica maggiormente, trasformando la serata in una esperienza indimenticabile. Una nuova forma di intrattenimento che sta diventando sempre più popolare”.

Concepito per unire tradizione e innovazione, The Drone Art Show regala al pubblico un nuovo modo di vivere la musica classica, trasformandola in un’esperienza immersiva fatta di emozione, luce e tecnologia. Due sole serate, un appuntamento imperdibile nel ricco calendario culturale della città.

Biglietti disponibili sulla piattaforma ufficiale di Fever, feverup.com

Info: thedroneartshow.com

Mara Martellotta

Diwali, festa induista della luce, dall’11 al 19 ottobre

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Il Diwali è la più importante ricorrenza induista che celebra la vittoria della luce interiore sull’oscurità del male, diffondendo i valori della pace e della fratellanza tra popoli.

L’iniziativa, che gode del patrocinio della Città di Torino, è organizzata dall’Unione Induista Italiana e dal Coordinamento spontaneo Divali, con capofila l’associazione Sanjivani, e vede anche la collaborazione del MAO.

Il programma, presentato  nella sala delle Colonne di Palazzo Civico, si svolgerà dall’11 al 19 ottobre. Alla presentazione dell’iniziativa, in rappresentanza della Città di Torino, è intervenuta la vicepresidente del Consiglio comunale Ludovica Cioria che ha sottolineato che il “Diwali è ormai una tradizione della nostra Città. Abbiamo così tanto bisogno di luce, in questo tempo buio di odio e conflitti, che celebrazioni come queste sono un grande segnale di speranza, di gioia, di condivisione e convivenza”.

I festeggiamenti avranno inizio sabato 11 alle ore 16 presso il MAO, Museo D’arte Orientale con la conferenza   “Introduzione alla Dipavali: significato, cultura e aƫtività”, con la prof.ssa Pinuccia Caracchi.

Lunedì 13 alle ore 17 presso la Bocciofila Vanchiglietta si terrà il laboratorio creativo per adulti, “Realizzazione di lampade di carta”, e laboratorio decorativo per bambini, “Decorazione di lampade di terracotta”.

Il 14 e 15 ottobre alle ore 17 presso Dastrà si potrà partecipare al laboratorio di cucina, con la preparazione di piatti tipici legati alla festa di Diwali.

Giovedì 16 alle ore 19.30 presso la Scuola Yoga Shanti “Meditazione e riflessione sul significato spirituale della Diwali”.

Il 18 dalle ore 17.30 nel Giardino di Sambuy si potrà prendere parte alla camminata simbolica per celebrare la festa e illuminare la serata in segno di rinascita e speranza.

Ultimi appuntamenti domenica 19 a partire dalle 10.30 fino alle 23 presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani dove andranno in scena spettacoli di danza tradizionale indiana, concerti, conferenze, lezioni di yoga e laboratori.

Inaugurato a Castellamonte il centro “Mary Salt”: un nuovo spazio dedicato al benessere e alla salute naturale

 

Castellamonte, 11 ottobre 2025 – È stato inaugurato oggi pomeriggio, in Via Nigra 28, Mary Salt, un innovativo centro dedicato all’haloterapia, una disciplina naturale che sfrutta le proprietà benefiche del sale per favorire il benessere del corpo e della mente.

All’evento ha partecipato anche il Consigliere Regionale del Piemonte Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Ambiente, che ha voluto portare il proprio saluto e ringraziare gli organizzatori per l’invito:

“Ringrazio di cuore per l’invito e per avermi dato l’occasione di conoscere da vicino questa realtà. Mary Salt rappresenta un esempio virtuoso di come si possa coniugare salute, innovazione e imprenditoria locale, valorizzando al tempo stesso il nostro territorio. In un momento storico in cui il benessere e la prevenzione sono temi centrali, iniziative come questa meritano tutto il nostro sostegno.”

Il centro Mary Salt nasce con l’obiettivo di promuovere un approccio naturale alla salute: l’haloterapia, o “terapia del sale”, è nota per i suoi effetti benefici sull’apparato respiratorio, sulla pelle e su diverse forme di infiammazione. Una sola seduta in grotta di sale equivale a tre giorni di mare, grazie alla concentrazione di micro-particelle saline che purificano e ossigenano le vie respiratorie, migliorando la respirazione e rafforzando il sistema immunitario.

Durante l’inaugurazione, i numerosi visitatori hanno potuto scoprire gli ambienti del centro e i percorsi di benessere proposti, pensati per favorire l’equilibrio tra corpo e mente.

L’apertura di Mary Salt rappresenta un segnale positivo per tutto il territorio del Canavese: un progetto imprenditoriale al femminile che unisce passione, professionalità e attenzione alla persona, contribuendo a rendere Castellamonte un punto di riferimento per chi cerca salute e serenità in un contesto accogliente e moderno.

Walter Rolfo: “L’arte di realizzare l’impossibile”

Il 19 ottobre prossimo, il teatro Juvarra di Torino ospiterà Walter Rolfo, esperto di illusionismo, mental coaching e esperto di comunicazione, con il suo innovativo spettacolo “L’arte di realizzare l’impossibile”.

Si tratta di un evento unico nel suo genere, che unisce magia, crescita personale

e tecniche di pensiero laterale illusionistico per esplorare i limiti della nostra mente e scoprire come superarli. Quante volte abbiamo rinunciato a un progetto, un sogno o a una relazione pensando fosse fuori dalla nostra portata? Se fosse solo una questione di prospettiva, da questa domanda nasce il suo spettacolo, il primo coaching show in Italia, che trasforma il palco in una vera palestra di crescita, dove magia e filosofia si incontrano per ispirare il pubblico a cambiare il modo di pensare e agire. In 100 minuti di misteri, storie incredibili e prestigi, Walter Rolfo svela i segreti per realizzare l’impossibile nella vita di tutti i giorni. Attraverso esperimenti dal vivo, tecniche di pensiero laterale illusionistico e il coinvolgimento diretto degli spettatori, lo show, diretto dal regista, scenografo e show designer Alessandro Marrazzo, conduce il pubblico in un percorso ad ostacoli tra inganni autolimitanti nel cervello e soluzioni pratiche per demolirli. Lo spettacolo è stato definito “l’intrattenimento più innovativo dell’anno”, e si distingue per la sua originalità, un dialogo costante tra pubblico e presentatore, arricchito da momenti d’analisi spettacolare e stupefacente.

Una vera e propria palestra di pensiero, dove gli spettatori imparano a eliminare il “non si può fare” dal proprio stile di vita e a trovare la strada giusta verso la realizzazione dell’impossibile. Il linguaggio della magia, elemento centrale dello spettacolo, diventa strumento per comunicare meraviglia e ispirare a scegliere ogni giorno la felicità. “L’arte di realizzare l’impossibile” non è solo uno spettacolo emozionante e divertente, ma anche un percorso di crescita che invita a riflettere sui propri limiti e a scoprire le infinite possibilità che risiedono nella nostra mente, un viaggio tra illusioni, scoperte e misteri interiori, perché, come Rolfo dimostra, i limiti sono nel nostro cervello, e la vera magia consiste nel cambiare prospettiva.

Info: www.teatrojuvarra.it

Mara Martellotta

Slow Good Fest: a Moncalieri cibo buono, pulito e giusto

Sabato 11 e domenica 12 ottobre prossimi, il Pala Expo di Moncalieri ospiterà la prima edizione dello Slow Good Fest, una due giorni per raccontare il “saper fare” legato al cibo. È realizzato in collaborazione con Slow Food Valle d’Aosta e Slow Food Torino Città nell’ambito di Gusto Festival. L’appuntamento nasce per avvicinare il pubblico alla filiera del cibo buono, pulito e giusto, attraverso il racconto diretto dei suoi protagonisti, produttori, agricoltori, allevatori, artigiani che ogni giorno custodiscono biodiversità, qualità e tradizione del territorio. Al centro dell’evento c’è il mercato della terra dei Presidi Slow Food, dove il pubblico avrà l’occasione di incontrare chi produce, coltiva, raccoglie e trasforma, facendo la spesa tra prodotti sani e giusti.

Fra i banchi si alterneranno formaggiai e casari d’alpeggio, orticoltori e apicoltori, riserie vercellesi, aziende agricole della Val di Susa e del Roero, oltre a tante altre realtà artigiane che rappresentano l’anima agricola del Piemonte, dai marroni IGP della Val di Susa Roccaverano, dal porro di Cervere al miele locale, fino ai prodotti più curiosi come la Kombucha artigianale, le ecopack in cera d’api o le erbe officinali e fiori essiccati. Intorno al mercato si svilupperà un itinerario del gusto capace di coinvolgere tutti i sensi, food truck con cibo di strada d’autore, birrificio artigianale di Moncalieri e Torino, Bam, Santa Brigida, Edit, Piazza dei Mestieri e Parsifal. Laboratori di show cooking tenuti dai cuochi dell’alleanza Slow Food, che metteranno in scena le tradizioni moncalieresi e piemontesi. Una due giorni di ricette e cucina dal vivo che trasformerà ingredienti semplici in storia del territorio e passione per la cucina.

A rappresentare Moncalieri, ci sarà lo chef Giorgio Picco dell’osteria La Cadrega, con un risotto gigante con salsiccia di Moncalieri; seconda presenza all’evento sarà Fabrizio Lamberti, con la sua carbonara di Moncalieri, omaggio al celebre Lard d’ Muncalé. La carbonara sarà disponibile durante tutto il weekend presso il punto gastronomico dei cuochi della Mole, in collaborazione con Vin Bistrò e il Salumificio del Castello.

Ingresso gratuito per i show cooking, max 30 posti, iscrizioni su visitmoncalieri.it

Info: slowfoodpiemontevaosta@network.slowfood.it

Mara Martellotta