LIFESTYLE- Pagina 105

Notte di musica in sella alla bici, con FIAB Torino Bike Pride

Biciclettata notturna gratuita

Sabato 18 novembre, ore 21:00, ritrovo in Piazza Castello lato Via Accademia delle Scienze. Partenza ore 21:30

Evento gratuito previa registrazione

Torino si trasforma in una festa itinerante in occasione delle Nitto ATP Finals, FIAB Torino Bike Pride si unisce a questa ondata di energia con una Biciclettata notturna gratuita.

 

Si farà un giro tra le piazze del centro di Torino, accompagnati da un palco musicale itinerante curato dall’entusiasmante Associazione Musicamorfosi. La pedalata danzante condurrà fino a Piazza Vittorio, alle 22:30, dove ci si fermerà per uno spettacolo di luci e musica, con l’esibizione del collettivo Funky Club e di altri ospiti speciali.

 

La partecipazione è gratuita, ma per facilitare l’organizzazione si chiede la registrazione: https://forms.gle/WZtqGXuN6AaJZ3rA7

 

Si può sostenere FIAB Torino Bike Pride, tesserandosi (è inclusa l’assicurazione RC verso terzi): https://bikepride.net/bikepride-tesseramento-2024/ 

Per informazioni e approfondimenti: info@bikepride.net 

Leggere le notizie con testa, personalità e leggerezza

LIBERAMENTE di Monica Chiusano

Molte volte la stampa non vuole informare il lettore, ma convincerlo che lo sta informando.

Ci sono cose che devono rimanere velatamente inedite per le masse, se pur a volte postate senza alcun criterio, verità o eleganza.
Un po’ come quando l’arte rappresentava ancora un fenomeno estetico unico e persino inimitabile. La sua connotazione  era riservata a pochi eletti, i più appassionati… Rari erano coloro capaci di ammirarla .

Da quando la stessa  è diventata solo decorativa e  consolatoria il suo valore è andato sfumandosi un po’ ovunque,  perdendo la sua natura più affascinante e autentica.
L’abuso d’informazione quindi, rischia di dilatare l’ignoranza con l’illusione di azzerarla.
Le informazioni rischiano quindi a volte di essere prive di sostanza, divenendo tossiche e assolutamente in grado di contaminare il pensiero più dotto è più puro.

Manteniamo sicuramente la validità delle notizie, facendo si incetta della loro veridicità, senza però farci troppo illudere dalla sua fonte o peggio ancora dalla sua apparente verità!

La democrazia è senza alcun dubbio il potere di tenere un popolo informato, ma la falsa informazione ne contaminerà il suo valore e la sua appartenenza ad essa.

Informiamoci senza pigrizia , con testa, leggerezza e personalità.

Laboratorio di Letizia per i vostri doni di Natale

Nessun artista può sentirsi appagato solo dalla “sua” arte…

C’è il naturale desiderio di rendere nota la propria maestria nel rispetto di chi saprà sceglierla e apprezzarla . 

 

Il “laboratorio LETIZIA” e il suo staff , saranno lieti di ospitare la curiosità di un pubblico torinese ma anche internazionale,  in un eclettico laboratorio salottiero, capace di rappresentare una kermesse d’arte contaminata da creatività, originalità  e stile. 

 

Lo spazio prenderà vita popolandosi di anime creative: musicisti, ceramisti, illustratori, fioristi, etc.! 

 

Alla scoperta quindi di un mondo fantastico in compagnia di una padrona di casa d’eccellenza, capace di sussurrarvi idee regalo e non solo ..

 

Non mancate , un appuntamento davvero insolito e imperdibile, nell’atmosfera di un simposio artistico d’eccellenza in grado di soddisfare l’anima e stuzzicare  i desideri . 

Monica Chiusano

“Icona” è la nuova creatura di Pininfarina

Restyling della cabina fototessera realizzata per Dedem

 

Pininfarina e Dedem hanno presentato il 9 novembre scorso, in anteprima nazionale, la nuova cabina fototessera chiamata “Icona”, quella scatola magica che, antenata del selfie, da ben sessantuno anni fotografa le facce degli italiani, raccontando l’evolversi dei costumi e della società, essendo ormai diventata parte integrante della nostra geografia urbana. All’insegna di una sinergia che celebra il made in Italy, Dedem ha scelto di affidare a Pininfarina il restyling della sua creatura, definendo uno stile unico e funzionale per le nuove cabine e prestando attenzione a tre aspetti principali: l’esperienza dell’utente, semplice e immediata, l’adattabilità a contesti urbani differenti e l’accessibilità. Realizzata in acciaio inox e con materiali innovativi stampati in 3D, la nuova cabina fototessera free- standing è il risultato di un’intersezione di tre volumi che conferiscono una sensazione di slancio e leggerezza alla struttura e, nello stesso tempo, ne permettono la personalizzazione e l’integrazione armoniosa sia in spazi interni che esterni. L’interno è caratterizzato da diversi elementi che ne migliorano l’esperienza come, ad esempio, lo specchio a tutta parete che restituisce la sensazione di ampiezza dello spazio e di comfort; le tende che scendono dall’alto automaticamente e le luci che si accendono quando viene rilevata la presenza di una persona all’interno dello spazio. L’interfaccia utente è stata totalmente ridisegnata e digitalizzata per essere più intuitiva e “user friendly”. I nuovi schermi touch screen sostituiscono i tasti fisici garantendo un flusso di navigazione veloce e intuitivo, a partire dalla selezione del prodotto desiderato (foto per documenti, scatti fun con diversi temi selezionabili fino al pagamento). La seduta reclinabile a scomparsa e l’assenza di pavimento e di entrambe le pareti laterali rendono la cabina accessibile e inclusiva.

 

Mara Martellotta

Miss Italia è piemontese, Francesca Bergesio di Bra

A Salsomaggiore Terme è stata eletta Miss Italia 2023: Francesca Bergesio. E’ nata a Bra (Cn), ha 19 anni, è alta 1.80, occhi e capelli marroni ed è diplomata al Liceo Classico Europeo. Spera di riuscire a conciliare il lavoro con le sue passioni: ” Vorrei essere un medico, magari specializzandomi in cardiochirurgia, e affiancare al mio lavoro il mondo della moda o del cinema, al quale non rinuncio”. I.M

Le vaccinazioni del gatto

IL TORINESE… CON LA CODA

Dopo aver parlato delle vaccinazioni del cane, oggi affrontiamo quelle del gatto.

Come già detto per il cane, anche per il nostro felino non esiste un obbligo vaccinale, ma per la sua salute è caldamente consigliato seguire una corretta profilassi vaccinale.

Anche per il gatto, esistono i cosiddetti vaccini core, che proteggono per malattie molto contagiose e spesso mortali, e i vaccini non core, ovvero quelli destinati ai singoli individui a seconda della localizzazione geografica, ambientale  e/o dello stile di vita.

I vaccini core sono quelli per il calicivirus, l’herpesvirus (responsabili della rinotracheite infettiva) e il parvovirus ( responsabile della panleucopenia felina). 

I vaccini non core esistenti sono quelli per la clamidiosi, consigliata solo a gatti che vivono in gruppo ad alto rischio di infezione o in ambienti con infezione endemica documentata, e quella per la dermatofitosi, che ha effetto preventivo e anche terapeutico.

Esiste poi una vaccinazione classificata come circumstanziale ma che sta assumendo sempre più importanza, vista l’aumento della presenza della malattia sul territorio, ovvero quella per la FeLV, o leucemia felina.

Quando vaccinare?

Le linee guida internazionali delle vaccinazioni nei gattini prevedono la somministrazione della prima vaccinazione a 8-10 settimane, che si ripeterà dopo 3-4 settimane e poi dopo le 16 settimane.

Queste tempistiche sono legate al fatto che, nel gattino, gli anticorpi di origine materna possono andare a interferire con la vaccinazione, ma non sapendo esattamente il momento in cui questi non sono più presenti a livello ematico, si è studiato un protocollo che prevede vaccinazioni multiple.

Il richiamo vaccinale avverrà dopo un anno e poi a seconda dello stile di vita del vostro gatto, il vostro veterinario vi saprà consigliare come procedere.

Se si vaccina un gatto adulto per la prima volta, dopo la prima iniezione si farà un richiamo dopo 3-4 settimane.

E’ importante vaccinare il gatto, ogni 3 anni, anche se vive solo in casa, perché se un domani dovesse stare male e venisse portato in una struttura veterinaria, potrebbe contrarre una di queste malattie, in un momento in cui le sue difese immunitarie sono più basse.

Se il gatto ha accesso all’esterno, si consiglia caldamente la vaccinazione per la FeLV, o leucemia felina, che si contrae da contatto diretto con un animale malato. Allo stesso modo, se si porta a casa un gattino nuovo, prima di metterlo a contatto con il vostro felino domestico, è bene eseguire un test per la FeLV, dopo 4 settimane dal momento in cui il gatto non è più a contatto con l’ambiente a rischio.

In qualsiasi caso, chiedete al vostro veterinario, che saprà consigliarvi al meglio per la salute del vostro micio.

 

 

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Andragogia, questa sconosciuta

ANDRAGOGIA

Meno conosciuto del suo opposto, la pedagogia, il termine andragogìa indica l’insegnamento agli adulti: derivato da ἀνήρ (uomo) e ἄγω (condurre), fu coniato una quarantina di anni or sono e si riferisce ad una teoria che ha avuto in Malcolm Knowlesil suo massimo esponente.

E’ una teoria che si basa sulla differente capacità di apprendimento delle persone adulte rispetto ai giovani e che consente, perciò, una diverso risultato se impostato opportunamente.

I risultati delle teorie di Knowles furono da lui raccolte nel 1980in “The Modern practice of adult education: from pedagogy to andragogy”.

Vediamo alcune differenze.

I giovani ritengono utili le nozioni trasmesse dal docente, mentre gli adulti ritengono più significativo ciò che viene appreso attraverso l’esperienza.

Nella pedagogia, Il ruolo del discente è di dipendenza. Il docente è visto come colui sul quale pesa ogni responsabilità su cosa, come e quando una materia verrà appresa e di verificare se sia stataappresa; nell’andragogìa, il docente stimola l’apprendimento nei discenti, che sono auto-motivati.

Nei giovani l’insegnamento è impostato in modo uguale per tutti, indipendentemente dai loro interessi e dalle loro attitudini, secondo precisi piani ministeriali spesso inadatti ai tempi; nell’andragogìa l’educatore fornisce i mezzi perché i discenti possano perseguire il fine a cui tendono, ma sono i discenti stessi a percepire le loro necessità, i loro gusti e le loro attitudini.

Nella pedagogia i giovani sono investiti del compito di imparare, mentre negli adulti è frutto di una loro scelta.

I giovani ricevono una formazione basate sulla logica della materia trattata con criteri di difficoltà crescente (dalla filosofia presocratica ai filosofi attuali, dalle tabelline aritmetiche alle equazioni di quarto grado); gli adulti considerano l’educazione come un processo di sviluppo delle competenze che permettano loro di raggiungere il loro pieno potenziale. Sanno che applicando le nozioni e le tecniche apprese oggi potranno vivere meglio il domani e sono in grado di applicare alla vita reale la teoria trasmessa dai docenti.

Abbiamo numerosi esempi di insegnamento andragogico: dall’Università popolare di Torino, nata nel 1900 per consentire l’istruzione di chi, per varie ragioni, non aveva potuto completare o approfondire gli studi, alla miriade di Università della terza età sparse nel territorio, il cui compito è appunto quello di fornire formazione agli adulti, fino ai numerosi istituti di cultura di varia natura.

Io mi occupo di insegnamento dalla fine del secolo scorso (ecco come sentirsi vecchi …) e credo che uno dei punti di forza dell’insegnamento andragogico stia proprio nel coinvolgere i discenti nei progetti cui aderiscono. Non può essere una lezione calata dall’alto, informazioni diffuse per osmosi da chi ne sa di più a chi ne sa di meno, ma il compito del docente deve anche e soprattutto essere quello di stimolare nei discenti la voglia di fare proprie le nozioni, di imparare dai propri errori e fare tesoro dell’esperienza.

Sia nelle mie lezioni di sociologia che di fotografia, coinvolgo sempre i miei allievi nella realizzazione di progetti, nell’organizzazione di eventi e di viaggi, perché solo in tale modo essi diventano parte del progetto, vivendolo come una loro creatura e non imposto come un fardello da indossare.

Una sorta di cameratismo dove i ruoli da un lato si confondono quasi a non riconoscere chi sia il docente e chi il discente ma, al tempo stesso, il docente sia sempre tale per rispondere ad ogni e qualsiasi necessità dei discenti di sentirsi integrati nella lezione, nella materia, nel progetto.

Considerando che l’età media è notevolmente aumentata l’andragogìa sembra rispondere perfettamente alle esigenze di una società sempre più anziana ma sempre più bisognosa di apprendere nuove tecniche, nuove realtà ed apprendere nuovi linguaggi, non solo etnici ma anche tecnici.

Che dire poi dell’esercizio mentale che tutti dovremmo affrontare,raggiunta e superata una certa età, per mantenere il buon funzionamento del nostro cervello e del sistema nervoso? Lo studio, la pratica di attività soprattutto manuali, la lettura e la scrittura, l’allenamento della memoria sono tra le terapie più adatte per mantenersi giovani “dentro”: cosa aspettiamo? Le opportunità sono infinite, sta a noi saperle sfruttare.

Sergio Motta

Alla scoperta del ristorante torinese Plin e Tajarin

Scopri – To    Itinerari e sorprese in città

Si sa noi torinesi in quanto a gusti siamo molto difficili, si dice infatti che se un prodotto fa successo in Piemonte può farlo nel resto del mondo.
Oggi andiamo quindi alla scoperta di un ristorante che propone le tipiche specialità piemontesi realizzate seguendo esattamente le ricette originali.
“Plin e Tajarin” è il nome di uno dei più particolari ristoranti del centro di Torino.
Per avervi accesso bisogna prenotare circa un mese prima soprattutto nel periodo estivo perchè ha solo 18 coperti, per entrare bisogna suonare proprio come se andassimo a casa di amici, ad aprire arriva infatti il titolare, un signore distinto sulla settantina con un sorriso enorme e lunghi capelli bianchi che gli accarezzano il volto.
Entrando il locale è davvero curioso, non c’è uno spazio nelle pareti che sia vuoto, ci sono molteplici quadri astratti, disegni, cornici, i tavoli stessi sono incorniciati con una superficie in vetro da dove si possono intravvedere numerosi oggetti appartenuti al passato come orologi, vecchi telefoni, lettere e altri ninnoli. Ogni tavolo è diverso dall’altro e ognuno ha qualcosa di particolare, i pavimenti sono di legno in parte ricoperti da una pulitissima mouquettes.
L’effetto di questo locale è sicuramente quello di sentirsi a casa di qualcuno in un ambiente caldo e accogliente sicuramente molto adatto a delle cene fra amici.
I piatti anch’essi decorati con disegni astratti presentano una grande varietà di antipasti offerti dalla casa e serviti con all’interno dei bicchierini in vetro. Tra gli antipasti più famosi, tipici del nostro territorio, troviamo la Panada, ovvero una particolare zuppa di pane, a seguire patate fagiolini e basilico, cavolfiore arachidi e grana, nocciole e cipolle e molte altre proposte realizzate con prodotti che variano a  seconda della stagionilità.
Tra i primi emergono chiaramente i loro “plin” fatti ancora come in passato con della pasta fresca ripiena di carne brasata, in varie versioni; tra le particolarità ci sono i “plin nel tovagliolo” ovvero portati freschi appena cotti senza alcun condimento e posati dentro un panno. Il titolare spiega che era un’usanza tipica della sua infanzia nelle Langhe quando la domenica si andava a messa le donne preparavano al mattino presto i plin e ne portavano qualcuno a messa mettendoli nel tovagliolo, quelli che rimanevano a volte venivano consumati dai mariti dentro un bicchiere di vino, troviamo infatti nel menù anche questa variante, sicuramente molto scenografica ma altrettanto apprezzata.
Ci sono poi i classici plin al sugo d’arrosto anch’essi preparati dalle mani esperte della cucina che utilizza la ricetta segreta  tramandata negli anni.
Si arriva poi ad un altro classico della cucina piemontese ovvero “i tajarin”, una pasta lunga sottilissima, ai 40 tuorli, morbidissimi e decisamente gustosi abbinati al castelmagno o ai funghi porcini.
Numerosi altri piatti primi e secondi completano il menù, tutti molto raffinati e abbondanti per conquistare ogni tipo di pubblico specie quello dal palato più raffinato.
Da Plin e Tajarin sono poi immancabili i dolci spesso rivisitati, come “il bunet” unito alla crema di zabaione o alla colata di cioccolata calda fondente, le numerose torte e tante altre leccornie, mentre per finire, splendido è il digestivo alle erbe servito come una crema e preparato al momento.
Il ristorante  “Plin e Tajarin” è sicuramente uno dei locali più intriganti del centro di Torino, la cura per il cliente e la scelta delle materie prime permette a turisti e abitanti della città di concedersi veri attimi di puro piacere e di relax in compagnia…..”a casa di amici”.
Le ricette originali svelano che il nome “Plin” derivi dal pizzicotto che si da per chiudere i ravioli mentre Il nome “tajarin” invece deriva dai tagliolini ed entrambi i piatti sono nati nelle case piemontesi di umili origini, ne esistono quindi numerose varianti tutte molto accattivanti e gustose, tant’è che lo scrittore Carlo Petrini scrisse un libro sulla storia dei Tajarin, nel quale racconta la passione che ogni cuoco o cuoca ci mette per farli perchè renderli così fini e gustosi è sicuramente un’arte. E come dice Petrini “Non esiste alcuna forma di innovazione ben riuscita che non ponga le sue basi sul solido concetto di tradizione. Così come ogni buona tradizione necessita di un continuo, gentile e rispettoso rinnovamento per potersi mantenere in vita.”
Noemi Gariano

Pasticceri e pasticcini nel sabato di DolcissimArte

 PANE E CIOCCOLATO

 

  Dal 10 al 12 novembre, la città di Torino diventa la capitale della pasticceria artigianale di alta qualità con la seconda edizione di DOLCISSIMArte, la rassegna organizzata da Ascom Epat per celebrare la maestria e l’eleganza dei Maestri Pasticceri del Piemonte con golosi appuntamenti aperti al pubblico e degustazioni gratuite.

Fitto il programma della seconda giornata, sabato 11 novembre, con le iniziative Pasticceri in VetrinaPasticcini in Carrozza e Pane e Cioccolato.

«La seconda edizione di DOLCISSIMArte – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa – è dedicata alla valorizzazione della pasticceria piemontese. Ascom Confcommercio Torino e provincia ed Epat hanno intuito che nel panorama di promozione dell’enogastronomia c’era ancora un grande spazio per il settore della pasticceria. Per questo motivo lo scorso anno abbiamo realizzato la prima edizione e grazie al successo avuto abbiamo consolidato l’evento e lo riproponiamo ampliato e arricchito. 

Il Piemonte è leader nella pasticceria, soprattutto nelle produzioni ‘mignon’. Per questo ci impegniamo fortemente nel far conoscere sempre di più il nostro settore dolciario anche ai visitatori e ai turisti, che restano immancabilmente estasiati ad ogni assaggio delle nostre meravigliose produzioni».

Dopo la prima giornata di venerdì, anche sabato sono protagonisti i “Pasticceri in Vetrina”: dodici pasticceri in altrettanti negozi del centro per un intrigante tour esperienziale di esibizioni e show pastry ‘a sorpresa’ nelle vetrine dei negozi del centro di Torino. Le esibizioni sono aperte gratuitamente al pubblico e prevedono la degustazione dei dolci realizzati.

Si inizia alle ore 11.00, nel negozio di elettrodomestici Gamer, in via Po 2 che ospita la pasticceria Dolcissimo di Orbassano, mentre il negozio di accessori moda, bijoux e idee regalo De Wan, in piazza San Carlo 132, è pronto per accogliere le creazioni della pasticceria Stillitano di Torino.

Alle 12.00 la pasticceria Ugetti di Bardonecchia si esibirà nel nuovo negozio Breitling di piazza San Carlo 169.

Il programma riprende dopo pranzo alle 15.00 con la pasticceria Il Dolcino di La Loggia al negozio di abbigliamento Secret Garden, in via Carlo Alberto 30. Alle 15,30 la pasticceria Raimondo è al negozio di articoli per la casa De Carlo in via Carlo Alberto 36.

Alle 16.00 la pasticceria Avidano di Chieri è al negozio di borse Baronio, in via Po 48, mentre la pasticceria Dell’Agnese di Torino è alla Peter’s Tea House di via Mazzini 7G e la pasticceria torinese Orsucci è nell’altro store De Carlo in via Cesare Battisti 5.

L’ultimo appuntamento della giornata è alle 17.00 da Monticone Fabbrica Occhiali, in via Lagrange 31, che ospita la pasticceria La Baita di Caselle.

«Grazie a questa iniziativa – evidenzia l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte Vittoria Poggio – mettiamo in vetrina non soltanto prodotti di eccellenza con storie secolari ma la qualità che è l’unico ingrediente non imitabile sul mercato globale. Se le nostre imprese artigiane riescono ad essere competitive, è proprio grazie alla lavorazione precisa, minuziosa, eseguita manualmente che accresce il valore del prodotto finale tanto da renderlo unico».

Inoltre, alle 11.00 e alle 14.00 ci saranno i Pasticcini in Carrozza: a bordo del tram turistico, il caffè del mattino e del dopo pranzo diventa dolcissimo con un Maestro Pasticciere, i pasticcini piemontesi, una guida turistica e…Torino! L’iniziativa si ripete anche domenica 12 novembre.

Alle 14.30 i bambini potranno fare merenda in piazza Castello angolo via Garibaldi con Pane e Cioccolato: i maestri panificatori e i pasticceri preparano insieme una golosa merenda, gratuita fino a esaurimento.

 

Durante DOLCISSIMArte, inoltre, i maestri gelatieri rendono omaggio alla pasticceria piemontese con il gusto creato appositamente “Zabaione e Paste di Meliga“.

DOLCISSIMArte racconta una storia di eccellenza, scritta dalla creatività e dal saper fare dei Maestri Pasticceri piemontesi. Una storia che affonda le radici nel passato e che ancora oggi possiamo assaporare nelle pasticcerie storiche, molte delle quali hanno più di 200 anni. E accanto a queste, le nuove proposte dei Maestri Pasticceri che sperimentano e innovano una tradizione che non ha eguali.

Organizzata da ASCOM EPAT, con il sostegno e la collaborazione di Regione Piemonte, DMO Visit Piemonte, Camera di commercio di Torino, Città di Torino, Turismo Torino, Unioncamere, FIPE e le Amministrazioni locali dei territori coinvolti, DOLCISSIMArte chiama a raccolta i pasticceri di Torino e del Piemonte per far scoprire al pubblico un’eccellenza dalla storia secolare, espressione di un saper fare unico con solide radici nella tradizione e grande voglia di sperimentare e innovare.